EMIGRAZIONE NOTIZIE N.20 ñ 28 MAGGIO 2003
APPELLO DELLA CGIL AI CITTADINI ITALIANI RESIDENTI ALLíESTERO PER IL
SIí AL REFERENDUM
REFERENDUM: PER GLI ITALIANI IN BRASILE UN MOTIVO IN PIUí PER VOTARE
SIí
REFERENDUM ñ AMORETTI (INCA): ìCOERENTE LA POSIZIONE DI COFFERATIî
MAR DEL PLATA: PROTESTA DELLA COMUNITAí ITALIANA ARGENTINA SUI FONDI
REGIONALI DI EMERGENZA
CONVEGNO CNE: "LE COMUNITAí MIGRANTI TRA ISTITUZIONI E SOCIETAí
CIVILEî
BRUXELLES: CONVEGNO DEI MARCHIGIANI SULLíEMIGRAZIONE IN EUROPA
BRUXELLES: ODG APPROVATO DAL CONVEGNO
MONTEVIDEO: OMAGGIO AD ALBERTO SORDI
I DS DEDICANO LA SALA RIUNIONI DELLA SEGRETERIA A WILLY BRANDT
ISF E REGIONE TOSCANA
PRESENTANO A BRUXELLES IL RAPPORTO SULLA LIBERTAí DíINFORMAZIONE
CONCLUSO IL CICLO DI INCONTRI SULLíEMIGRAZIONE A CALALZO
MAULUCCI (CGIL): CRESCE LíINFLAZIONE GRAZIE ALLA POLITICA DEL
GOVERNO
REGGIO EMILIA: SEMINARIO ITALO-TEDESCO SULLíEMIGRAZIONE
INIZIATIVA DELLíISTITUTO SANTI SU ìANZIANI ED IMMIGRAZIONEî
CGIE - RIUNIONE DELLA COMMISSIONE CONTINENTALE PER LíAMERICA LATINA (Montevideo,
8-9-10 maggio 2003)
DOCUMENTI E SCRITTI DI
LUIGI GAIANI, PRIMO SEGRETARIO GENERALE DELLA FILEF
AMNESTY: IL G8 ARMA CHI VIOLA I DIRITTI UMANI
APPELLO DELLA CGIL AI CITTADINI ITALIANI RESIDENTI
ALLíESTERO PER IL SIí AL REFERENDUM
Rendere
effettivo per la prima volta il voto degli italiani all'estero
Votare
SI al quesito per l'estensione dell' articolo 18 dello Statuto dei
Lavoratori a tutte le imprese.
Care
compagne e compagni,
il
15 Giugno p.v. i cittadini
italiani saranno chiamati a votare i referendum. Per la prima volta i
connazionali all'estero potranno votare nei paesi di residenza ed esprimere il
loro voto per corrispondenza, sulla base dei certificati che saranno inviati a
domicilio e secondo le modalitý in essi indicate.
Siamo
di fronte ad una prima occasione per applicare la nuova legge per il voto degli
italiani all'estero, fortemente voluta anche dalla CGIL, ed assume particolare
importanza realizzare una estesa partecipazione al voto degli italiani nel
mondo anche per dimostrare che si
tratta di una legge fortemente sentita nell'emigrazione e della concreta
occasione per costruire una effettiva paritý di diritti fra tutti i cittadini
italiani.
Una
bassa partecipazione alle votazioni, peraltro su referendum che non toccano
direttamente la condizione dei connazionali fuori dall'Italia, potrebbe
diventare pretesto ed alibi, per quanti non hanno condiviso il voto all'estero,
per rimettere in discussione la piena applicazione di una legge di straordinaria
importanza.
Questa
prima occasione di voto all'estero Ë negativamente condizionata dai ritardi del
Governo nel costruire una anagrafe degli italiani all'estero effettivamente
aggiornata per quanto riguarda gli aventi diritto ed i loro indirizzi, a testimonianza
del permanere di una sostanziale indifferenza verso l'emigrazione i suoi
diritti ed i suoi problemi.
Molti
concittadini rischiano di non ricevere i documenti necessari o di non riceverli
in tempo e la Cgil rivolge loro un invito a richiedere ad Ambasciate e
consolati di poter esercitare un loro diritto costituzionale.
Per
questa ragione la CGIL, sulla base delle decisioni del suo Comitato Direttivo
Nazionale, impegna tutte le sue strutture a lavorare per la pi˜ ampia
partecipazione al voto, fornendo una diffusa informazione sia direttamente che attraverso
contatti ed intese, in Italia ed all'estero, con la FIEI ( Filef - Santi ) cui
Ë legata da un patto di collaborazione e con tutte le associazioni e
circoli di ispirazione democratica
attivi nellíemigrazione. L'obbiettivo concreto Ë quello di contattare il
maggior numero possibile di connazionali per invitarli a votare, di realizzare
confronti ed assemblee e di intervenire sulla stampa e sugli strumenti
d'informazione in lingua italiana.
La
Cgil Ë convinta che la strada Ë
quella delle riforme legislative i cui contenuti non possono essere quelli
indicati dal governo, ma quelli sostenuti dai cinque milioni di firme raccolte fra i lavoratori italiani
dalla CGIL e consegnate al Parlamento.
L'Italia
ha bisogno che si arrivi in tempi rapidi alla riforma degli ammortizzatori
sociali, all'estensione dei diritti all'universo delle collaborazioni
coordinate e continuative, ai lavoratori delle imprese minori ed anche ai
connazionali all'estero a partire da quanti si trovano nella condizione di
bisogno.
Quella
della Cgil non Ë una scelta tattica e la campagna per il referendum dovrý
essere l'occasione per fare conoscere sempre meglio i contenuti delle nostre
proposte e per fare crescere attorno ad esse il consenso necessario.
D'altra
parte oggi non ha pi˜ senso discutere in astratto e ci si deve confrontare con
la realtý di un referendum sull'estensione dell'articolo 18 dello Statuto dei
lavoratori contro i licenziamenti ingiustificati ai lavoratori delle aziende
con meno di 16 dipendenti i cui risultati riguarderanno anche la CGIL, la sua
strategia e le persone che essa rappresenta.
Il
voto del 15 Giugno Ë un appuntamento importante per dare un segnale contro
l'attacco del Governo ai diritti del lavoro e LA VITTORIA DEL SI
rappresenterebbe una battuta di arresto molto significativa alla strategia del
centro destra, se invece dalle urne uscisse un risultato negativo si
ridurrebbero oggettivamente gli spazi per quella politica dei diritti e delle
tutele che la Cgil vuole perseguire con coerenza e decisione nell'interesse di
tutti i cittadini in Italia ed all'estero.
p.
líUfficio Italiani allíEstero p.
la Segreteria Confederale
Andrea
Amaro Titti
Di Salvo
I
due referendum italiani in votazione il prossimo 15 giugno: líestensione
dellíarticolo 18 dello statuto dei lavoratori alle imprese con meno di 15
operai e líaltro sulla servit˜ coattiva dellíelettrodotto, oltre alla normale
disputa politica, tipica dei referendum italiani che per forma giuridico-costituzionale
sono solo abrogativi e si caratterizzano per il maquillage di schieramenti
atipici e trasversali, assumono una valenza straordinaria perchÈ per la prima
volta coinvolgono attivamente elettrici ed elettori residenti oltre i confini nazionali.
Eí questa la novitý che potrebbe stravolgere in modo dirompente ed
imprevedibile il loro esito, perchÈ porta con se uníincognita che sfugge anche
ai rilevamenti díopinione e per ovvie ragioni potrebbe risultare determinante
per il successo o la bocciatura dei due quesiti. Il voto allíestero Ë quindi
entrato di prepotenza nella contesa politica italiana e grava di responsabilitý
le forze politiche, le organizzazioni sindacali e le associazioni nazionali che
nellíimmediato devono riconsiderare la propria funzione e rappresentanza ed il
proprio ruolo tra le comunitý sparse nel mondo. I Democratici di Sinistra e
líUlivo che nella scorsa legislatura hanno lavorato con cognizione di causa
allíestensione del voto allíestero portandolo nellíanticamera dellíapprovazione
parlamentare sono consapevoli che líestensione del voto ha ridato una
cittadinanza completa agli eterni esclusi, e di conseguenza seguono con
attenzione e rigore i lavori preparatori a questa consultazione, che a pochi
giorni dallíappuntamento risulta compromettere líattendibilitý del voto stesso.
Questo governo e líamministrazione hanno avuto due anni di tempo per preparare
la scadenza elettorale, hanno impegnato risorse, hanno assunto 350 funzionari
con il compito specifico di appianare le liste consolari e le anagrafi
comunali, con il risultato che, allíestero, oltre un milione dei nuovi aventi
diritto non vi parteciperý per gravi leggerezze, omissioni ed inattendibilitý
delle liste elettorali. E quindi, di fronte ad una irresponsabile mancanza di
informazione e di evidente disimpegno del governo, che dalla sua investitura Ë
attento e legifera esclusivamente a salvaguardia delle leggi ad personam per
coprire i misfatti di diversi parlamentari della maggioranza, non Ë difficile
accorgersi che, oltre allíaffanno coperto a stento dalle deliranti iatture del
presidente del consiglio, Ë in moto un teorema che rasenta una preconcetta
strategia mirante a favorire un plateale rigetto dei quesiti referendari e
quindi a favorire la posizione del governo.
Da una parte vengono sbandierati gli incessanti
desideri e le anchilosate vanitý del ministro degli italiani allíestero,
morbosamente interessato a piantare bandierine beatificanti dopo essere assorto
a santo protettore della colonia degli italiani allíestero, dallíaltra la cruda
realtý di una compagine governativa incapace di rispettare gli obblighi pi˜
elementari di garanzia e di partecipazione elettorale.
Per queste ragioni i Democratici di Sinistra in
Svizzera, di fronte a questo appuntamento storico, chiedono al governo di
adoperarsi testÈ, con líausilio dei mezzi díinformazione radiotelevisivi
nazionali, sia per far conoscere allíestero i contenuti dei due referendum, sia
le modalitý di voto in particolare a chi non ha mai votato. Nei pochi giorni che
ci separano dal voto i Ds in Svizzera parteciperanno alle iniziative pubbliche
promosse dai comitati promotori dei referendum, anche per far riscoprire il
senso civico di una cultura politica in una comunitý votata alla
spoliticizzazione, facendo di questa contingenza uníopportunitý per
confrontarsi sugli stessi temi anche con le forze politiche e sindacali
elvetiche. Pur ritenendo errata la forma con cui il quesito Ë stato posto e
líuso politico-strumentale che si vuol fare dellíesito dellíarticolo 18, i Ds
in Svizzera invitano a partecipare ai prossimi referendum, traendo ispirazioni
dai canoni e dal costume delle forze di sinistra, riformiste e di progresso
italiane impegnate nella costruzione di uníEuropa pi˜ giusta e solidale a
partire dai diritti del lavoro.Michele Schiavone (Svizzera)
Eravamo
tutti in fibrillazione per i preparativi del 1 giugno ñ la prima domenica di
giugno Ë una giornata particolare, dedicata, dalle famiglie italiane che
risiedono in Australia, allíidea di Repubblica: quella Repubblica che ancora
non hanno visto realizzata in Australia ma che ancora fa parte della memoria
storica di chi Ë arrivato dallíItalia. Il Paese che li ha riconosciuti
cittadini a pieno titolo, attraverso il diritto di voto e la rappresentanza
diretta in Parlamento. Eppure líaria di queste ultimi giorni di maggio sta
diventando pesante. I Consolati in Australia si sono trasformati in veri e
propri bunker: riducono orari e servizi per fare un ultimo sforzo di
aggiornamento di ciÚ che aggiornabile non Ë, gli elenchi AIRE trasmessi dal
Ministero dellíInterno.
Che
fine ha fatto la campagna di aggiornamento dellíanagrafe consolare avviata ñ in
ritardo e male ñ ma pur sempre utile ad aggiornare qualche indirizzo e
recuperare qualche ritardatario ed eliminare i passati a miglior vita ed i
naturalizzati prima del 1992? Soprattutto, quale ragione per tutto questo
frenetico lavoro? ñ si sono chiesti alcuni simpatici amici che mi hanno scritto
una simpatica letterina.
La
ragione Ë il referendum. Si parla, ormai utilizzando toni mitici, ìdi un
referendum in arrivo dallíovestî, che parla di estensione dellíobbligo del
reintegro anche per le aziende con meno di 15 lavoratori in caso di
licenziamento senza giusta causa ñ art.18 dello Statuto dei lavoratori ñ e di
abolizione della servit˜ coattiva di elettrodotto ñ non esproprio ma obbligo
automatico a concedere il passaggio ai tralicci dellíelettricitý ñ quindi senza
giusto prezzo ñ di cui pochi conosco la formulazione dei quesiti, di cui
nessuno tra gli elettori ha ancora ricevuto informazione. Il referendum che
pochi volevano, per il quale pochi voteranno in Italia, si trasformerý nel
primo test ìprove tecniche elettoraliî per gli italiani nel mondo che
riceveranno le schede elettorali a casa. Anche qui siamo in pieno mito. Chi
riceverý le schede elettorali a casa? Attenzione a non sentirsi troppo presto
ìelettoriî ed attenzione a non sentirsi troppo presto elettori per
corrispondenza. Anchíio sono in attesa! Che fare se non si riceve il plico elettorale?
Andare in Consolato per chiedere di averlo, naturalmente!
Dal
mito alla triste realtý, invece, della signora di Melbourne che solo ieri in un
incontro con il Circolo pensionati di Airport West mi chiedeva: ìSignor Fedi
siamo in Australia da molti anni, siamo ancora solo italiani ma non abbiamo
ricevuto nulla dal Consolatoî. Chiedo se hanno rinnovato il passaporto
recentemente e mi rispondono, come sospettavo, che sono stati in Italia
ventíanni fa e non hanno pi˜ rinnovato il passaporto. Mi chiedono preoccupati:
ìdobbiamo votare?î. Penso per alcuni secondi ad una risposta politica e
razionale e dico: ìvotare Ë un diritto ed un dovereî ñ ìvedete voiî! Mi sento
un poí vigliacco ed aggiungo: ìvedete con il Consolato se riuscite a sistemare
la vostra pratica senza spendere soldiî ñ anche se so che sarý un martirio, che
non auguro a nessuno, provare ai cancellieri consolari di non essersi
naturalizzati australiani prima del 1992! Un certificato, del costo superiore
ai $50, per provare allo Stato italiano non ciÚ che evidentemente si Ë, cioË
ìitalianiî, ma ciÚ che non si Ë. Speravamo che neanche la peggiore delle
burocrazie consolari ñ quella che chiede un certificato per certificare la
firma apposta su un certificato di buona condotta da un poliziotto addetto alle
certificazioni ñ fatto vero, accaduto a Melbourne ñ sarebbe arrivata a tanto!
Alla fine dico alla Signora: ìmi faccia sapere se ha problemi in Consolato e
comunque non si preoccupi líultima preoccupazione ñ di questi tempi ñ Ë quella
di votare per questo referendum che non avrý alcun impatto sulle nostre vite e
neanche sulle nostre coscienze. Come votare? mi chiede concludendo? ìSe avrý
occasione di votare, voti scheda bianca. » il miglior modo per partecipare
rispettando la volontý di chi dovrý vivere queste scelte sulla propria pelle,
cioË gli italiani in Italiaî.
»
possibile sentirsi ancora italiani, in Australia, alla vigilia del 57esimo
anniversario della Repubblica, nonostante questo marasma ed i tanti problemi
che ancora attendono soluzione? Evidentemente si. La forza di questa comunitý
si vede nella capacitý di guardare oltre i problemi e di costruirsi sempre
spazi di democrazia e partecipazione anche quando gli ostacoli sembrano sorgere
dal nulla e, qualche volta, sembrano costruiti ad arte. In questíautunno
australiano, povero di piogge, la comunitý italiana díAustralia rimane legata,
come foglie autunnali, ad un senso alto di Stato e di Repubblica. Ma tutti
sappiamo che fine fanno le foglie autunnali!
Buona
fortuna.
Marco
Fedi, possibile elettore per corrispondenza (Australia)
REFERENDUM: PER GLI ITALIANI IN BRASILE UN MOTIVO IN PIUí
PER VOTARE SIí
Lo
Statuto dei Lavoratori promulgato nel maggio 1970 Ë stato un pilastro
essenziale delle conquiste del mondo del lavoro in Italia e un fattore importante
dello sviluppo del paese. Pilastro delle conquiste dei lavoratori perchÈ ha
fatto entrare nei luoghi di lavoro la democrazia introducendo diritti fino a
quel momento impensabili: assemblee retribuite, referendum, elezione dei
rappresentanti sindacali delle maestranze e divieto per gli stessi di essere
trasferiti di reparto, divieto di adibire i lavoratori a mansioni di contenuto
professionale inferiore alle proprie, permessi per svolgere l'attivitý
sindacale, tutela contro le iniziative antisindacali, regole sulle sanzioni
disciplinari, bacheche per affiggere la stampa sindacale, reintegra nel posto
di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa. Lo Statuto ha
rappresentato anche una spinta allo sviluppo del sistema produttivo e del paese
nel suo complesso aumentando la forza contrattuale delle organizzazioni
sindacali e imponendo in questo modo alle imprese di abbandonare il sistema
fino ad allora esistente di bassi salari e di orari di lavoro fra i pi˜ elevati
in Europa. L'articolo 18 dello Statuto, su cui si terrý il referendum, Ë uno
dei punti essenziali di questa legge e prevede la possibilitý che il lavoratore
licenziato senza giusta causa possa essere reintegrato nel sul posto di lavoro.
Questa tutela forte contro i licenziamenti, come altre parti importanti dello
Statuto, si applica solo nelle aziende che occupano nello stesso comune pi˜ di
15 dipendenti o pi˜ di 60 dipendenti globalmente. Nelle aziende dove non Ë
applicabile la reintegra nel posto di lavoro, il lavoratore licenziato senza
giusta causa riceve un indennizzo monetario, in genere oscillante fra le 2,5 e
le 6 mensilitý. Il governo di centro destra nel corso di tutto il 2002 ha fatto
di tutto per imporre modifiche in peggio all'articolo 18 dello Statuto scelto
come terreno di attacco al movimento dei lavoratori e di spaccatura dell'unitý
sindacale; nonostante scioperi e manifestazioni come da anni non si vedevano in
Italia l'ottusitý del governo ha portato alla firma di un accordo separato con
le firme di Cisl e Uil e l'isolamento della Cgil, fatto che rappresenta il vero
obiettivo politico di Berlusconi. In questo accordo, denominato "Patto per
l'Italia", si prevede la
possibilitý di non contabilizzare i nuovi assunti nel numero di dipendenti da
tenere in considerazione per l'applicazione dell'articolo 18 dello Statuto. Il
referendum del 15 giugno ha per tema l'estensione della reintegra nel posto di
lavoro anche alle aziende con meno di 15 dipendenti. Si puÚ anche condividere
l'opinione che il referendum non Ë lo strumento migliore per modificare materie
tanto complesse e delicate le quali, in teoria, dovrebbero essere riservate alla negoziazione fra le
parti sociali, rappresentanti dei lavoratori e delle imprese. Ma, detto questo,
cosa fare? Il governo di centro destra si Ë giý chiaramente espresso per il no.
Chi sta dalla parte della tutela degli interessi dei lavoratori e del paese non
puÚ che votare e votare sÏ. Chi fa allarmismo Ë in malafede: nei 33 anni
trascorsi dalla nascita dello Statuto dei Lavoratori le imprese si sono abituate a non licenziare senza giusta
causa e a rispettare maggiormente i diritti dei dipendenti mentre il sistema
Italia Ë progredito. Per chi abita in Brasile esiste un motivo in pi˜ per
votare sÏ: vogliamo che la comunitý italo brasiliana dia un segnale chiaro di
voler cambiare in meglio la legislazione sui temi del lavoro in Brasile, uno
dei punti programmatici del governo Lula. Votare all'estero Ë importante anche perchÈ Ë il primo voto
che siamo chiamati a esprimere dove abitiamo e non possiamo mancare
all'appuntamento. Meglio votare e votare in bianco se proprio qualcuno ha le
idee confuse che non votare. Questo referendum Ë anche un teste di quanto la
comunitý italiana all'estero Ë veramente interessata al diritto di voto. E'
evidente che la vita di noi che abitiamo all'estero non sarý direttamente
influenzata dal risultato del referendum; ma Ë importante votare sÏ per
sostenere i nostri connazionali che abitano in Italia, i nostri parenti e
amici, che sarebbero danneggiati, se vincesse il no al referendum, da una
ondata conservatrice contro i diritti dei lavoratori.
Andrea
Lanzi (Forum Brasile)
REFERENDUM ñ AMORETTI (INCA): ìCOERENTE LA POSIZIONE DI
COFFERATIî
Intervenendo
al convegno ìArticolo 18: il Referendum sbagliatoî, organizzato dal quotidiano
ìIl Riformistaî, Aldo Amoretti, Presidente dellíINCA CGIL ha dichiarato:
ìÖtrovo coerente la posizione assunta da Cofferati sul Referendum, essa Ë
conseguente con le cose da lui sempre sostenute sullíargomento. Non coerente Ë,
invece, il Direttivo della CGIL che, nella sua maggioranza, pur contrario al
Referendum, sceglie il SI, fondando tale scelta con argomentazioni quali ìÖi
lavoratori non comprenderebbero una scelta diversaÖî, oppure ìÖtanto non si
raggiungerý il quorumÖî. Il tutto con il ìconforto della Consulta Giuridica
CGIL, che inventa, per líoccasione, una improbabile ìsinergiaî tra la proposta
di legge CGIL ed il SI al Referendum.
MAR DEL PLATA: PROTESTA DELLA COMUNITAí ITALIANA ARGENTINA
SUI FONDI REGIONALI DI EMERGENZA
Con
lettera inviata allíAmbasciatore díItalia in Argentina, Dott. Roberto Nigido,
Adriano Toniut, Consigliere CGIE per líArgentina e Raffaele Vitiello,
Presidente COMITES di Mar del Plata protestano per la diversa destinazione dei
fondi regionali di emergenza adottata dallíUnitý di Coordinamento
Stato-Regioni-PA-CGIE-Ministero Italiani nel Mondo per aiutare gli italiani
indigenti della Repubblica Argentina.
Scrivono
Toniut e Vitiello:
ìFacciamo
riferimento alla decisione adottata dallíUnitý di Coordinamento Stato-Regioni-Province
Autonome-CGIE-Ministero per gli Italiani nel Mondo, in data 16 aprile, la quale
stabilisce che i fondi regionali di emergenza per aiutare gli indigenti della
Repubblica Argentina siano destinati a:
ñ
Sostegno del progetto UNICEF di Tucuman
-
Acquisto di attrezzature per gli ospedali italiani in Argentina.
ìIn
merito a questa decisione, ci sia consentito di esprimere alla S.V. nella sua
veste di Presidente dellíUnitý Tecnica, la nostra formale protesta per il
destino che si pretende dare ai fondi che in principio erano stati assegnati ai
nostri connazionali bisognosi.
ìPur
consapevoli delle necessitý
esistenti nella Provincia di Tucuman e negli ospedali italiani, ci preme
segnalare che questi interventi, nella maggior parte dei casi, non raggiungono
gli italiani indigenti ai quali, originalmente, erano destinati. Vogliamo
altresÏ ricordare che gli ospedali italiani, molti dei quali portano solamente
il nome, tranne limitate eccezioni, non prestano attenzione gratuita agli
italiani indigenti; díaltra parte, detti ospedali non si trovano in tutta
líArgentina.
ìDi
fronte a questa grande situazione ñ proseguono i due rappresentanti della
comunitý italiana in Argentina ñ preghiamo codesta Ambasciata díinformare
líOn.Mirko Tremaglia, Ministro degli Italiani nel Mondo, affinchË si riveda la
decisione presa, rispettando líordine del giorno approvato dalla Commissione
Continentale Latinoamericana riunitasi a Montevideo dallí8 al 10 c.m. (v.
ìDocumentazioneî di questo stesso Notiziario, ndr), la quale ha deciso che i
fondi raccolti vengano immediatamente distribuiti per i casi di emergenza
individuati dallíUnitý di Crisi operante in Buenos Aires, evitando cosÏ, una
grande frustazione ai tanti connazionali che hanno richiesto líaiuto con la
conseguente persistenza della grave situazione in cui sono immersi.
ìLa
presente richiesta viene sottoscritta anche dai rappresentanti delle varie
istituzioni italiane della circoscrizione consolare di Mar del Plata.
ìRiceva
con líoccasione i nostri pi˜ cordiali saluti. Adriano Toniut, Consigliere CGIE,
Raffaele Vitiello, Presidente COMITESî.
Seguono
le firme dei rappresentanti delle istituzioni.
CONVEGNO CNE: "LE COMUNITAí MIGRANTI TRA ISTITUZIONI E
SOCIETAí CIVILEî
Il
20 maggio 2003, presso la Biblioteca del CNEL, in Roma, ha avuto luogo il
Convegno della Consulta Nazionale dellíEmigrazione sul tema ìLe comunitý
migranti tra istituzioni e societý civileî.
L'associazionismo
in emigrazione inteso come organizzazione di chi non per scelta ma per
necessitý di vita ha lasciato l'Italia, associazionismo come indispensabile
collegamento di rappresentanze, di solidarietý degli italiani ovunque presenti
nel mondo.
Quindici
sono le Associazioni aderenti alla C.N.E. a livello nazionale, mentre
all'estero ci sono circa 4500 tra Associazioni, Centri culturali, Club etc. che
vogliono dialogare, trovare luoghi e tempi d'incontro con la comunitý
nazionale, con le comunitý regionali.
Tonino
Inchingoli, a nome dell'ufficio di presidenza della C.N.E., ha introdotto i
lavori del Convegno, sostenendo l'urgenza di "un tavolo permanente degli
italiani all'estero Ö e la necessitý di guardare al processo di globalizzazione
Ö che rappresenta una terribile sfida per le tante nazioni e quella italiana in
particolare: una sfida da cogliere nei vari aspetti positivi".
Inchingoli,
continuando, sottolinea "la pressante urgenza del problema
dell'emigrazione di ritorno Ö problema drammatico per i figli di chi Ë
immigrato in Argentina, Brasile e Sud America in genere".
La
relazione pone all'attenzione dell'uditorio la problematica sulle migrazioni,
sulla lingua e cultura italiana nel mondo, sull'informazione, sugli organismi
rappresentativi e istituzionalizzati dell'emigrazione, COMITES e CGIE, e sul
diritto di voto degli italiani non residenti.
Concludendo,
Inchingoli afferma: "le Associazioni, per tramite della Consulta,
continueranno ad avere quel ruolo originale e storico per le politiche
migratorie dell'Italia, nella consapevolezza dei mutamenti che l'evoluzione dei
tempi determina con la libera circolazione europea Ö le associazioni saranno le
componenti vive per la costruzione della nuova Europa".
Sono
seguite le comunicazioni: Marco Livia, direttore dell'Istituto di ricerche
educative e formative, sottolinea il tema della partecipazione dei giovani di
origine italiana che vivono all'estero, che vogliono essere protagonisti
dell'associazionismo e non solo ospiti. Chiedono di poter studiare la lingua
italiana, vorrebbero capire la politica italiana e vogliono spazi e luoghi dove
cominciare un cammino che li porti verso l'Italia.
L'emigrazione
Ë cambiata. Le nuove migrazioni sono diverse rispetto al passato: si viaggia
per studiare, per frequentare master usufruendo di programmi europei, come
l'Erasmus. Ci si inserisce meglio nelle societý ospitanti.
Il
Professor Enrico Pugliese, direttore dell'Istituto di ricerche sulla
popolazione del C.N.R., parla di un paese di emigrazione divenuto nel tempo
Paese di immigrazione. Il numero degli italiani all'estero Ë comunque superiore
a quello degli immigrati in Italia.
La
tavola rotonda su "Il ruolo delle associazioni nel processo
partecipativo", coordinata da Don Gaetano Parolin, Presidente del CSER,
viene introdotta dal Dott. Adriano Benedetti, direttore generale per gli
italiani all'estero del MAE: "gli italiani all'estero non hanno mai avuto,
cosÏ come ora, la percezione di essere valorizzati dalla madre-patria, e ciÚ
anche in ragione del diritto di voto".
Gli
italiani hanno trasferito in Italia buona parte dei loro guadagni, si calcola,
secondo stime documentate, di un trasferimento annuale di circa 191 miliardi
delle vecchie lire di valute estere. Un'emigrazione che, mantenendo valori e
identitý, si Ë fatta protagonista dello sviluppo delle nazioni del Sud America,
"aiutati anche dal fenomeno dell'associazionismo, che ha permesso la
creazione di un reticolo di collegamenti, senza l'associazionismo non si
mantiene l'identitý italiana".
Infine
Benedetti ha sottolineato come per l'identitý "il voto all'estero sia una
conquista di enorme importanza. In questo senso il referendum, nonostante i
risultati, dimostrerý quanto sia importante la partecipazione".
L'onorevole
Giovanni Bianchi, Presidente del Comitato Parlamentare degli Italiani
all'Estero della Camera, ha sottolineato la rilevanza del ruolo che ancora deve
svolgere l'associazionismo. Trovare un raccordo perchÈ nell'azione si abbia una
capacitý unitaria superando gli ostacoli. La caduta delle torri ci ha detto che
il mondo Ë diverso, non siamo pi˜ in presenza di una economia globalizzata ma
di una nuova strategia, una ricerca per un governement mondiale. "Non ha
pi˜ luogo la politica degli Stati, il mondo Ë in un gran disordine".
Le
regioni e l'associazionismo sono l'anima della democrazia. PerchÈ la
cittadinanza italiana sia piena non Ë solo la ricerca di uno stato sociale ma Ë
trovare le vie per l'uguaglianza dei diritti.
Il
senatore Riccardo Minardo, Presidente del Comitato Parlamentare del Senato,
ritiene fondamentale la collaborazione tra Associazioni e Istituzioni:
Parlamento e Governo. "Le
associazioni hanno un ruolo nella trasmissione dei valori e delle tradizioni
culturali italiane. Le istituzioni oggi tengono in forte considerazione le
comunitý italiane all'estero grazie alla battaglia per il voto. Anche se - ha
ammesso- con il diritto di voto non si risolvono tutti i problemi".
Franco
Narducci, Segretario Generale C.G.I.E., sottolinea il ruolo fondamentale per la
partecipazione dell'associazionismo di qualsiasi tipo, di qualsiasi genere.
"Il fenomeno delle associazioni, dei club, si Ë sviluppato all'interno
delle diverse aree di emigrazione, con caratteristiche proprie. La
valorizzazione del patrimonio culturale italiano avviene all'interno delle
universitý Ö la lingua italiana bisogna mantenerla, poichÈ trasmette valori,
valenza economica, cultura, un legame forte con l'Italia".
Il
Ministro Mirko Tremaglia, intervenendo nel dibattito, ha sottolineato che le
comunitý italiane residenti all'estero hanno percorso strade differenti e
presentano una notevole varietý di situazioni: "io non rappresento una
parte ma ci sono per risolvere i problemi e per superarli occorre trovare
unitý. L'emigrazione italiana oggi Ë una forza straordinaria Ö l'Italia si
accinge al semestre di presidenza della Ue, a questo scopo, ho chiesto
l'istituzione di un Osservatorio sui problemi di due milioni di cittadini
italiani in Europa che spaziano dalle professioni alla disoccupazione Ö Ë la
storica prima volta del voto agli italiani. Agli italiani nel mondo dico votate
come volete ma andate a votare. E' un occasione da non perdere".
Il
Ministro Ë tornato ancora una volta a scorrere i maggiori successi ottenuti in
due anni di attivitý dal suo Ministero.
Intervenendo,
Piero Puddu, Presidente dell'Istituto Nazionale Fernando Santi, ha sottolineato
il nuovo ruolo dell'associazionismo nella realtý del regionalismo della
devolution, "la sovrapposizione tra etnie e nazionalitý, col diritto di
cittadinanza della nuova Europa".
(P.P.)
BRUXELLES: CONVEGNO DEI MARCHIGIANI SULLíEMIGRAZIONE IN
EUROPA
Il
17 maggio si Ë tenuto presso la rappresentanza della Regione Marche a
Bruxelles, un ìConvegno sulla emigrazione in Europaî, al quale hanno
partecipato numerosi rappresentanti delle associazioni e delle organizzazioni
marchigiane operanti tra gli Italiani allíEstero e una delegazione di amministratori
comunali e provinciali. Il dibattito Ë stato condotto dagli organizzatori
dallíItalia della Federazione, on. Renato Bastianelli ed Emilio Berionni,
presidente della Consulta Regionale per líEmigrazione delle Marche. Il convegno
Ë stato aperto da Giancarlo Vilella (consulente parlamentare DS-PSE), che ha
parlato della Costituzione dellíUnione, approfondendo aspetti della
cittadinanza europea di
particolare interesse per gli italiani residenti nei Paesi dellíUnione, quali
il divieto di discriminazione sulla base della nazionalitý, líobbligo
istituzionale di garantire alle associazioni e alle organizzazioni i mezzi per interagire con la vita
politico-sociale dell'Unione, la garanzia del diritto di libera circolazione
delle persone, la possibilitý di fruire allíestero, laddove non siano presenti
rappresentanze del proprio Paese, della tutela diplomatica di altri
Stati-membri. Elisabetta de Costanzo, consigliere del CGIE-Germania, ha quindi
trattato le questioni concernenti la riforma dei Comites e del CGIE, la
politica di promozione linguistico-culturale, il voto allíestero, la tutela e
la previdenza sociale, sulle quali il Consiglio Generale degli Italiani
allíEstero ha focalizzato i propri lavori nelle ultime Assemblee plenarie.
Nel
corso del dibattito Ë emersa la preoccupazione tanto dei rappresentanti delle
associazioni allíestero quanto degli amministratori marchigiani per le
disfunzioni e i ritardi registrati nelle procedure che dovrebbero consentire
agli italiani residenti fuori díItalia di esprimersi in merito al referendum
del 15 giugno. Anche lo stato díavanzamento della riforma degli organi di
rappresentanza degli italiani allíestero Ë stato motivo di scontento: i
presenti hanno criticato in particolare líomissione nel disegno di legge del
Governo degli aspetti innovativi proposti dal CGIE concernenti le funzioni di
indirizzo, di controllo, di rappresentanza e le garanzie finanziarie di
funzionamento dei Comites.
Nel
ribadire il ruolo centrale delle Regioni e delle associazioni regionali nel
processo di integrazione europea, i partecipanti hanno poi sollecitato
líintensificazione dellíopera di raccordo attuata dalla Conferenza
Stato-Regioni-PA-CGIE e sollevato critiche alla recente legge
sullíassociazionismo. Renato Bastianelli ha sottolineato líesigenza di un pi˜
forte impegno istituzionale affinchÈ le associazioni regionali operanti
allíestero possano svolgere, sulla base di risorse adeguate, il proprio ruolo
di promozione della partecipazione e dello scambio interculturale ed economico.
Gli
esiti del dibattito sono stati riassunti nellíOrdine del Giorno che
pubblichiamo a parte.
BRUXELLES: ODG APPROVATO DAL CONVEGNO
I
partecipanti al convegno sulla emigrazione europea promosso dalla Federazione
Regionale delle Associazioni ed Organizzazioni operanti tra gli Italiani
allíEstero (Bruxelles, 17 maggio 2003) al termine del dibattito,
PRESO
ATTO dei ritardi e dei problemi organizzativi concernenti líapplicazione della
legge sul diritto di voto per corrispondenza agli italiani allíestero
(approntamento dellíindice anagrafico unificato ed attivazione di un capitolo
ad hoc),
CHIEDONO
che venga accolto líordine del giorno presentato dal CGIE (AP dellíaprile 2003)
in merito al piano di informazione e di contatto per le prossime scadenze
elettorali,
VALUTATO
il ruolo strategico delle Regioni e degli Enti locali per líintegrazione
sociale, economica e culturale delle comunitý italiane allíestero,
CHIEDONO
che la Conferenza permanente Stato-Regioni-Province Autonome ñ CGIE si riunisca
almeno quattro volte allíanno, in occasione di riunioni, previste per legge,
del Comitato di Presidenza del CGIE.
PRESO
ATTO della necessitý di valorizzare il ruolo degli organismi rappresentativi
delle comunitý italiane allíestero,
CHIEDONO
che nellíiter di riforma delle leggi su COMITES e CGIE nel dibattito
parlamentare le forze politiche recepiscano in emendamenti corrispondenti le
indicazioni fornite in merito dal CGIE.
SOLLECITANO
la riforma in materia, considerandola presupposto necessario e irrinunciabile
per il rinnovo dei suddetti organismi.
RIBADENDO
il ruolo centrale che le associazioni sono in grado di svolgere nel processo di
sviluppo di societý inetrculturali,
CHIEDONO
che siano messi a loro disposizione tutti gli strumenti ed i mezzi necessari
affinchÈ possano interagire concretamente con la vita politico-sociale e
culturale del paese di residenza, di provenienza e dellíUnione.
Infine
i partecipanti esprimono líauspicio che i lavori della Convenzione per il
riassetto dei Trattati dellíUnione europea, procedano nel senso della effettiva
applicazione dei principi ispiratori dellíUnione, con particolare
riferimento a quelli di
cittadinanza, democrazia, tutela sociale e non discriminazione, anche
attraverso líelaborazione e líentrata in vigore della Costituzione europea.
MONTEVIDEO: OMAGGIO AD ALBERTO SORDI
Organizzato
dalla Associazione Marchigiani nel Mondo ñ sezione Uruguay ñ ha avuto luogo
nella sala dellíIstituto Italiano di Cultura di Montevideo un omaggio ad Alberto Sordi con la proiezione
del film ìUn americano a Romaî. Presenti un pubblico numeroso e il critico
cinematografico Alvaro Sanjurjo Toucon.
LíAssociazione
Marchigiana dellíUruguay, Ë una tra le pi˜ attive nellíambito della comunitý
italiana. Essa svolge, sotto la guida della presidente Anna Claudia Casini, di
un attivo Consiglio Direttivo e di una efficiente Commissione di Giovani, una importante attivitý in ambito
sia culturale che sociale e
sportivo.
I DS DEDICANO LA SALA RIUNIONI DELLA SEGRETERIA A WILLY
BRANDT
Nel
maggio del 2003 cade il 140ƒ anniversario della fondazione del Partito
Socialdemocratico Tedesco (SPD).
I
Democratici di Sinistra intendono celebrare questa ricorrenza dedicando la Sala
delle riunioni della Segreteria nazionale del partito a Willy Brandt, che Ë
stato per molti anni leader della SPD e Presidente dellíInternazionale
Socialista.
Alla
cerimonia che si Ë tenuta a Roma giovedÏ 22 maggio, alle ore 11,30 presso la
Direzione nazionale dei DS, via Palermo 12, sono intervenuti Michael Braun,
Direttore dellíUfficio per líItalia della Fondazione Friedrich Ebert. Presente
il Segretario nazionale dei Ds, Piero Fassino.
Nel
corso dellíevento Ë stata presentata una serie di iniziative che i Democratici
di Sinistra organizzeranno nel corso del 2003, assieme alla Direzione nazionale
della SPD e alla Fondazione Friedrich Ebert, sulla storia e le politiche della
socialdemocrazia tedesca.
ISF E REGIONE
TOSCANA PRESENTANO A BRUXELLES IL RAPPORTO SULLA LIBERTAí DíINFORMAZIONE
Un
appello allíEuropa ad operare una maggiore pressione nei confronti dei paesi
ex-sovietici, e segnatamente dei tre facenti parti del Consiglio díEuropa
(Russia, Bielorussia e Ucraina) perchÈ sia rispettata la libertý
díinformazione: per questo Informazione senza frontiere (Isf) e Regione Toscana
sono venute a Bruxelles, in Parlamento Europeo, a presentare il Rapporto sulla
libertý díinformazione nelle repubbliche dellíex Urss (ìLa Lunga notte
dellíEstî), edito dallíOsservatorio internazionale sulla libertý díinformazione
(Oli), in collaborazione con Fnsi, Arci e Acli, curato da Stefano Neri, con
introduzione del presidente della Regione Toscana Claudio Martini e
presentazione di Vittorio Strada. LíOsservatorio rappresenta il frutto del
lavoro congiunto di ISF e della Regione Toscana. Alla presentazione odierna,
coordinata dal giornalista de ìla Repubblicaî Andrea Bonanni, sono intervenuti
il presidente dellíArci Tom Benetollo, líassessore alla comunicazione della
Toscana Chiara Boni, il direttore dellíInternational Federation of Journalists
(Ifj) Oliver Money-Kyrle, líeuroparlamentare Guido Sacconi, il presidente e il
segretario di Isf, Carlo Umberto Salticchi e Stefano Marcelli.
ìLa
Regione Toscana - ha detto Chiara Boni ñ auspica che da questa iniziativa possa
uscire rafforzata la pressione europea su questi paesi perchÈ finalmente si
adeguino alle pi˜ elementari regole di una moderna democrazia, di cui la
libertý díinformazione Ë il presupposto stessoî. Questo perchÈ, ha proseguito
líassessore, ìsiamo convinti che líEuropa non possa limitarsi ad essere una
semplice area di libero scambio, ma debba essere uníunione di paesi che
condividono alcuni grandi principi fondamentali: la pace, la libertý, la
democrazia, il rispetto delle diversitý religiose e culturaliî.
I
rappresentanti di Isf e Ifj hanno annunciato un comune impegno nei confronti
dellíUcraina, volto a rafforzare e garantire il rispetto della libertý
díinformazione in quel paese.
Nel
corso dellíiniziativa Isf ha presentato anche un appello in favore di Gadmend
Kapllani, il giornalista di origine albanese vissuto per 12 anni da immigrato
in Grecia, editorialista del pi˜ famoso quotidiano greco (ìTa Neaî) e
programmista della Greek Public Radio, che si Ë visto questíanno rifiutare il
rinnovo del visto di soggiorno in quanto ìpericolo per líordine pubblico e per
la sicurezza nazionale della Greciaî. Il fatto che le autoritý greche,
nonostante la Grecia sia firmataria della Convenzione europea per i diritti
umani, non abbiano finora portato a conoscenza del giornalista alcuna prova a
sostegno delle loro accuse, porta Isf a concludere che Kapllani ìsia stato
preso di mira per le sue origini e per aver difeso i diritti degli immigrati.
La Grecia detiene attualmente la Presidenza dellíUnione Europea ñ ricorda
ancora ISF nel suo appello -. Il governo ha fatto dellíimmigrazione in Europa
uno dei principali punti della sua agenda. Il trattamento del caso di Kapllani
lascia seri dubbi sulla buona fede del governo greco su questo argomentoî.
CONCLUSO IL CICLO DI INCONTRI SULLíEMIGRAZIONE A CALALZO
Si Ë
concluso il 23 maggio il progetto ìDialogando tra le montagneî, realizzato
dallíAssessorato alla cultura del Comune di Calalzo e specificatamente
dallíass. Michele Carbogno, in collaborazione con la Regione del Veneto,
líAssociazione ìInsieme a Calalzoî
e líAssociazione Bellunesi nel Mondo. Dopo gli incontri dedicati a ìLe diverse
realtý dellíemigrazione venetaî, ìGli italiani in America ñ esperienze a
confrontoî, a conclusione del ciclo, cíË stato líincontro sul tema ìAurora
degli Italiani ñ storie di emigrazione del vecchio continenteî. Líiniziativa
ìDialogando tra le montagneî ha proposto un approccio culturale e operativo con
le varie realtý dellíemigrazione nel mondo, in particolare quella cadorina, e
si Ë accompagnata allíapertura di uno ìSportello informativoî per gli emigranti
o loro discendenti che rientrano in Cadore. Per líABM alla conferenza del 23
maggio Ë intervenuto il Presidente dellíAssociazione.
MAULUCCI (CGIL): CRESCE LíINFLAZIONE GRAZIE ALLA POLITICA
DEL GOVERNO
ìIl
governo Berlusconi conquista per líItalia un bel primato in Europa: la crescita costante e
inarrestabile dei prezziî. Eí quanto afferma Marigia Maulucci, segretaria
confederale Cgil, commentando i dati resi noti dallíIstat secondo cui
líinflazione di aprile registra un aumento dello 0,2%, attestandosi sul 2,7%
annuo, che ñ osserva Maulucci ñ ìcorrisponde al doppio dellíinflazione
programmataî.
ìSi
allarga ñ spiega la dirigente sindacale ñ il divario con gli altri paesi
europei che registrano contrazioni dei prezzi e soprattutto continua ad
allargarsi la forbice tra inflazione e retribuzioni per via di contratti da
chiudere o chiusi male, senza il recupero dellíinflazione reale, come il
contratto dei metalmeccanici firmato da FIM e UILM dimostra.
Non
c'Ë dramma individuale da raccontare, c'Ë un dramma collettivo da conoscere e
su cui sviluppare una immediata iniziativa politica. Nella mia visita in
Venezuela ho parlato con tanti italiani, campani, veneti, umbri, abruzzesi,
lucani, calabresi, italiani del Sud, del Centro e del Nord, giovani e anziani.
Non ho trovato una persona che non mi abbia esplicitato con dovizia di
dettagli, lo stato di precoma in cui versa il Venezuela, nel quale sono
coinvolte centinaia di imprese italiane e migliaia di famiglie italiane. Non
uso toni enfatici. In questi mesi, giustamente, Ë partita una gara di
solidarietý verso il popolo argentino. Il Governo e il Parlamento italiano
hanno previsto un sostegno di 100 milioni di Euro, le Regioni si sono attivate.
Noi Democratici di Sinistra e la Sinistra Giovanile abbiamo lanciato la
campagna per i "Ninos". Il Venezuela e la tragedia in cui versa la
comunitý italiana Ë rimasta in un cono d'ombra. » ora di accendere i
riflettori. In Venezuela si somma emergenza politica, emergenza sociale ed
emergenza economica. Inflazione galoppante, disoccupazione che sfiora il 50%,
riduzione del PIL, collasso delle piccole e medie imprese, vanno di pari passo
al diffondersi di criminalitý e di insicurezza, e si accompagnano ad una
allarmante attenuazione dei diritti civili. Il Governo del Presidente Chavez,
nato dal fallimento delle precedenti classi politiche e dalla reazione popolare
al cancro della corruzione, appare tanto incline alla verbositý demagogica e
radicaloide, quanto incapace, per dolo o per colpa, ad affrontare queste sfide.
Per le personalitý culturali e politiche che abbiamo incontrato, dagli
intellettuali Consalvi e Marquez, allo storico Caballero, ai giornalisti
Pasquali e Bafile, al noto vignettista Zapata e per le forze politiche
dell'opposizione democratica di centro sinistra e di destra, tutto questo non Ë
figlio del caso. C'Ë un lucido e perverso disegno che mira a scardinare la
classe media, a utilizzare la leva petrolifera per intavolare "buoni"
rapporti con Governi di destra e di sinistra nel mondo, a irrobustire il
controllo militare, per occludere gli spazi del dissenso che Ë maggioritario
nel Paese. Mentre tenta di accreditarsi come l'uomo dei poveri, il difensore
degli oppressi, l'oracolo di un neoterzomondismo tanto insidioso quanto
fallace, Chavez starebbe portando la Nazione al disastro.
Non meno grave Ë la situazione della sicurezza individuale e collettiva. Ad
oggi ci sono 22 italiani che risultano scomparsi perchË rapiti dalla malavita,
e centinaia di persone sottoposte a taglieggiamenti, a minacce, a tentativi di
sequestro. Questo mi hanno detto in tanti. Occorre fermare questa deriva! E la
comunitý internazionale non puÚ mantenere un atteggiamento distratto. L'Italia,
colpevolmente fuori dal gruppo dei Paesi Amici costituitosi per favorire uno sbocco
democratico alla crisi venezuelana, deve adoperarsi per sostenere l'azione
dell'Organizzazione degli Stati Americani e della Fondazione Carter tesa a
ristabilire una situazione di certezza democratica. E l'Unione Europea deve
spingere affinchÈ affinchÈ venga consentito lo svolgimento del referendum
revocatorio, previsto dalla Costituzione Venezuelana, che dirý se il Presidente
Chavez ha ancora il consenso della maggioranza dei cittadini. E deve garantire
che il referendum si tenga in condizioni di piena legalitý e correttezza. Ogni
tentennamento, ogni ritardo potrebbe essere fatale per una grande Nazione in
cui continuano a vivere centinaia di migliaia di italiani.
(Gianni
Pittella)
Luigi
Gaiani ci ha lasciati. Eí morto nella sua casa di Bologna, allíetý di 93 anni.
Gaiani
ha legato il suo nome, oltre che alle vicende dei primi anni della Liberazione,
alla fondazione della FILEF, nel 1967, con Carlo Levi, quando era senatore
della Repubblica. Egli prese parte alla prima stesura dello Statuto della
Filef. Promosse poi, nella quinta legislatura, con altri senatori, líavvio
della politica nuova dellíemigrazione.
Qui
vogliamo ricordarlo con alcuni documenti e scritti (che pubblichiamo in
ìDocumentazioneî) per dargli ancora una volta la parola e farlo cosÏ rivivere
nel modo che ci sembra pi˜ adeguato.
Fu
il primo Segretario Generale della Filef con Carlo Levi Presidente. LasciÚ Roma
a fine 1969 con il secondo congresso e rimase nella Direzione centrale per
molti anni, fino al 1980, sempre attivo e prezioso, ancora per anni, anche come
Presidente della Filef dellíEmilia Romagna. Con Gaiani fu avviata la politica
delle immigrazioni interne con la Prima Conferenza di Reggio Emilia (1974).
La
Presidenza della Filef partecipa oggi la sua scomparsa con il pi˜ profondo
affetto, con il cordoglio e grande riconoscenza, e ancora rivede fra noi Gaiani
vivo e dinamico.(G.V.)
REGGIO EMILIA: SEMINARIO ITALO-TEDESCO SULLíEMIGRAZIONE
Dal
19 al 23 maggio si Ë svolto un interessante seminario organizzato per
iniziativa delle organizzazioni sindacali e sociali tedesche che si occupano di
emigrazione, in collaborazione con líISTORECO di Reggio Emilia, per
approfondire realtý ed esperienze dellíimmigrazione in Italia.
Operatori
e dirigenti di varie istituzioni provenienti da Francoforte, Wiesbaden,
Butzbach, Offenbach, Hannover, Daxweiler, Weiterstadt. Fra di loro anche due
emigrati italiani (uno dei quali presidente attualmente della Consulta degli
immigrati presso il Comune di Hannover), giý attivi anche nelle associazioni
Filef in Germania.
Il
seminario Ë stato introdotto da Marta Murotti, presidente regionale della
Filef, che ha fornito i dati dellíemigrazione italiana in etý contemporanea e
valutazioni e notizie sulle motivazioni, i periodi, i caratteri di un fenomeno
tra i pi˜ importanti del nostro Paese, cosÏ spesso ignorati e sottovalutati.
Inoltre ha fornito i dati relativi allíimmigrazione, argomento approfondito nel
corso dello svolgimento del seminario.
Sulla
introduzione della Presidente della Filef (e anche su storia e attivitý
dellíAssociazione) vi sono state numerose domande e interventi. Alla fine della
discussione tutto il Gruppo si Ë recato nella vicina sede dellíUfficio
Stranieri della Questura di Reggio Emilia, per constatarne direttamentre il
tipo di presenze e lí ìaffollamentoî! Va detto che in Emilia Romagna i 100.000
immigrati di quattro anni fa sono diventati oggi 175.000 pi˜ 50.000 richiedenti
la regolarizzazione. (M.M.)
Se.R.E.S.-MIGRANTES: MAZZARELLA, RICONFERMATO DIRETTORE DELLíUFFICIO
PASTORALE PER I SICILIANI ALLíESTERO
Roberto
Mazzarella, Ë stato riconfermato, per i prossimi cinque anni, direttore
dellíufficio pastorale per i siciliani allíestero del Se.R.E.S., organismo
della Conferenza episcopale siciliana.
ìLa
riconferma dellíincarico ñ ha detto Mazzarella ñ avviene in un momento storico
delicato per le nostre comunitý allíestero. Penso in particolare allíArgentina
e al Venezuela, dove le economie di quei Paesi stentano a riprendersiÖî.
ìMa
vi Ë anche tutta la questione legata allíesercizio del diritto di voto per gli
italiani residenti allíestero per la quale líufficio che dirigo negli anni scorsi ha lanciato,
come si ricorderý, una grande petizione popolare che ha contribuito alla rapida approvazione della relativa
leggeî.
ìLe
riforme, infine, dei COMITES e del CGIE ñ ha concluso Mazzarella ñ definiscono
ancora meglio quanto saranno densi gli anni futuri e quanto importante sarý che
ciascuno svolga un ruolo da protagonista.
LíUfficio
che dirigo non farý mancare, come non ha fatto mancare in passato, la propria
disponibilitý nel ricercare le vie che possano garantire la crescita delle
nostre comunitý in Italia e allíesteroî.
INIZIATIVA DELLíISTITUTO SANTI SU ìANZIANI ED IMMIGRAZIONEî
LíIstituto
Fernando Santi ha promosso per il 16 giugno prossimo, presso la Sala della
Biblioteca del CNEL in via Davide Lubin n. 2, una iniziativa nazionale sul tema
ìAnziani ed Immigrazioneî, patrocinata dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma
e dallíAzienda Sanitaria Locale Roma B. La partecipazione Ë gratuita e alla
conclusione dei lavori a tutti gli iscritti verrý rilasciato il certificato di
partecipazione E.C.M.
Questo
il programma del seminario:
Presidenza:Piero
Puddu, Presidente dellíIstituto Fernando Santi
Bruna
Marzucchini, Direzione Scientifica del Convegno
Ore 8.30 Registrazione
dei partecipanti
Ore 9.00 Saluto
delle autoritý
Vincenzo
Saraceni, Assessore alla Sanitý della Regione Lazio
Raffaela
Milano, Assessore alle Politiche per la Promozione della Salute del Comune
di Roma
Giovanni
Cosimo Speziale, Direttore Generale dellíAzienda Sanitaria Locale Roma B
Ore 9.30
ìQuale
ìpresenteî e quale ìfuturoî per le generazioni anzianeî.
Vincenzo
Marigliano, Direttore Cattedra Geriatria Universitý ìLSapienzaî
Ore
10.00
ìLíimmigrazione
come fattore di riequilibrioî.
Carla
Collicelli, Vicedirettrice del Censis
Ore
10.30
ìLe
politiche per gli anziani in Europa. La rete europea per la terza etý. La
realtý di Romaî.
Francesca
Marchetti, Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Roma
Ore
11.00
ìI
servizi sanitari e sociali per la terza etý in Canadaî.
Beatrice
Provinciali, Chief Medical Officer CLSC (Centro Salute Comunitaria) di
Kateri ñ Candiac, Quebec, Canada
Ore
11.30 Coffee break
Ore
12.00 Interventi preordinati
Betty
Leone, Segretaria Generale SPI ñ CGIL
G. Alessandrini, Consigliere
C.N.E.L. e Presidente
vicario
organismo nazionale di coordinamento per le
politiche
díintegrazione sociale degli stranieri
Ore
12.30
ìLíorganizzazione
dei servizi per la terza etý in Lombardiaî.
Roberta
Montanelli, Universitý ìBocconiî
Ore
13.00
ìUn
modello organizzativo informatizzato di assistenza domiciliare in Calabriaî.
Franca
Santelli, Sociologa ASL di Paola (RC)
Ore
13.30 Sospensione dei lavori
Ore
14.30
ìLa
medicina transculturale e la sua applicazione in Italiaî.
Aldo
Morrone, Dirigente Medico del Poliambulatorio per Immigrati dellíOspedale
San Gallicano di Roma
Ore
15.00
ìLa
formazione degli immigrati addetti al ìprendersi curaî: un importante veicolo
culturale fra individui, popoli e generazioni. Il progetto del Comune di Romaî.
Francesco
Alvaro, Dirigente del V Dipartimento del Comune di Roma
Ore
15.30
ìI
servizi socio sanitari territoriali come trait díunion fra domicilio ed
assistenza. Líesperienza della ASL Roma Bî.
Sandro
Cervelli, Dirigente Geriatria ASL Roma B
Ore
16.00
ìLa
responsabilitý delle ìbadantiî nel prendersi cura a domicilio degli anzianiî.
Augusto
DíAngiolino, Medico legale, Consulente della Procura di Roma
Ore
16.30 Dibattito
Ore
17.30 Chiusura dei lavori.
Somministrazione
del questionario di valutazione e consegna degli attestati.
CGIE - RIUNIONE DELLA COMMISSIONE CONTINENTALE PER
LíAMERICA LATINA
(Montevideo, 8-9-10 maggio 2003)
NOTA
INFORMATIVA
La Commissione Continentale per líAmerica
Latina del CGIE si Ë riunita a Montevideo (Uruguay) dallí8 al 10 maggio 2003,
presieduta dal Vice Segretario Generale Filomena Narducci, coadiuvata dal
Segretario Esecutivo Cons. Amb. Mario Fridegotto alla presenza dei Consiglieri
CGIE dellíAmerica Latina. Hanno inoltre partecipato: per il Ministero degli
Affari Esteri, il Dirigente Enrico Mora, Capo Ufficio III^ della DGIEPM; in
rappresentanza del Ministro per
gli Italiani nel Mondo, il Dott. Gian Luigi Ferretti, il Dott. Bruno Zoratto,
il Dott. Stefano Andrini; per líINPS, il Dott. Aldo Smolizza, Presidente del
Consiglio di Indirizzo e Vigilanza ed il Dott. Mauro Nori, Dirigente Generale
per le Convenzioni Internazionali; oltre che a qualificati Esperti provenienti
dai vari Paesi dellíarea. Sono altresÏ intervenuti líAmbasciatore díItalia a
Montevideo, Giorgio Malfatti di Monte Tretto, ed il Console díItalia Pasquale
Velotti.
In
apertura di riunione, dopo il benvenuto del Vice Segretario Generale Filomena
Narducci e líesecuzione degli Inni Nazionali díItalia ed Uruguay, ha rivolto un
indirizzo di saluto líAmbasciatore Malfatti, il quale ha tra líaltro ricordato
líazione del nostro Governo a favore dei Paesi latino-americani, che
attraversano una grave crisi socio-economica (ne sia prova la contestuale
presenza a Montevideo di una Delegazione della DGCS) ed ha sottolineato
líimportanza di una partecipazione delle collettivitý italiane allíestero alla
prossima consultazione referendaria, la prima a cui sono chiamate dopo la
storica approvazione della Legge 459/2001.
In
rappresentanza della locale Municipalitý, ha quindi preso la parola il
Vice-Sindaco Alberto Rosselli. Il Dott. Mora ha portato il saluto del nuovo
Direttore Generale per gli Italiani allíEstero, Amb. Adriano Benedetti, mentre
il Dott. Zoratto si Ë fatto
portavoce di un caloroso messaggio del Ministro Tremaglia. Hanno fatto
seguito i saluti del Consigliere dellíUruguay Angelo Del Duca, del Console Velotti e del Cons.
Fridegotto, anche a nome del Segretario Generale Franco Narducci.
Il
Vice Segretario Generale ha poi illustrato ampiamente e nei dettagli líordine
del giorno dei lavori, che Ë stato approvato allíunanimitý con i seguenti temi
principali:
Situazione
di crisi nei Paesi dellíAmerica Latina.
Rete
consolare.
Assistenza
e previdenza: proposta díistituzione di un assegno sociale.
Ruolo
dei media
dellíemigrazione in occasione di consultazioni elettorali.
Conferenza
dei Giovani.
Varie
ed eventuali.
Le
tre giornate dei lavori hanno consentito lo svolgimento di un ampio ed
approfondito dibattito sulle tematiche succitate, con numerosissimi interventi
da parte di tutti i partecipanti e con vari contributi scritti, in base ai
quali sono stati poi predisposti vari Ordini del Giorno, successivamente
discussi ed approvati.
Nel
rinviare allíinsieme della documentazione per un esame dettagliato delle
questioni, si richiamano qui alcuni spunti di particolare interesse.
La
situazione della crisi nei Paesi dellíAmerica Latina.
Le
Delegazioni hanno illustrato la situazione dei rispettivi Paesi, dalla quale Ë
emerso che la grave crisi
socio-economica che da tempo attanaglia líArgentina, si va progressivamente
estendendo anche ad altre Nazioni dellíarea, in particolare Uruguay e Venezuela
(dove fattori politici contribuiscono ad aggravare i problemi).
Per
quanto riguarda il Fondo di Solidarietý per líArgentina, i Consiglieri CGIE
membri dellíUnitý Tecnica operante a Buenos Aires hanno segnalato che i fondi
regionali non sono ancora colý pervenuti ed hanno ribadito líassoluta necessitý
che ciÚ avvenga al pi˜ presto e che gli stessi vengano destinati ad emergenze,
per líindividuazione delle quali hanno rivendicato un proprio ruolo.
I
rappresentanti di Uruguay e Venezuela hanno ribadito la richiesta che venga
attivato analogo meccanismo di solidarietý per le collettivitý italiane residenti
nei due Paesi (OdG n. 1).
Assistenza
e previdenza: proposta díistituzione di un assegno sociale.
Gli
interventi hanno evidenziato che le disposizioni dellíart. 38 della Legge
Finanziaria 2003, hanno favorito i pensionati italiani residenti allíestero.
Per i connazionali indigenti emigrati e non titolari di pensione, la
Commissione Continentale ha ribadito líurgenza di istituire un ìassegno di
solidarietýî, approvando in merito due appositi Ordini del Giorno (OdG n. 2
e n.3). Tale
richiesta ha trovato una favorevole predisposizione da parte dei rappresentanti
dellíINPS, partecipanti ai lavori, i quali hanno ipotizzato la creazione di una
sede tecnica di approfondimento della questione, coinvolgendo tutte le
Istituzioni ed Enti interessati. Tale iniziativa non deve andare a detrimento
dellíassistenza diretta consolare, per la quale anzi Ë stato auspicato un
potenziamento.
Rete
consolare
Eí
stato da tutti vivamente auspicato che i contrattisti recentemente assunti a
tempo determinato, per le esigenze della rete consolare, vengano confermati in
servizio per un ulteriore termine. La Commissione ha anche approvato un Ordine
del Giorno (OdG n. 4) che ribadisce le richieste giý avanzate dal CGIE per
líistituzione di Uffici consolari a Lima e Santiago ed ha auspicato
líinnalzamento a Consolato Generale della sede di Montevideo.
Ruolo
dei media
dellíemigrazione in occasione di consultazioni elettorali.
Eí
stato unanimemente sottolineato il ruolo indispensabile di informazione e
sensibilizzazione che i media dellíemigrazione operanti allíestero svolgono al riguardo.
In vista dellíimminente consultazione referendaria tali strumenti dovranno
essere urgentemente dotati delle necessarie risorse, per contribuire alla pi˜
ampia partecipazione al voto.
Conferenza
dei Giovani.
Nel
riferire sulla Riunione tenutasi in occasione della scorsa Assemblea Plenaria,
líunico Consigliere CGIE (Argentina) presente nella Commissione organizzatrice
ha sollecitato un rafforzamento, nellíambito della stessa, della presenza
dellíAmerica Latina, raccogliendo líadesione di altri due rappresentanti
(Brasile e Venezuela).
Varie
ed eventuali
In
materia di cittadinanza, la Commissione ha approvato allíunanimitý un apposito
Ordine Giorno (OdG n.5). Si chiede che venga
modificata líattuale legislazione, per consentire a quanti hanno perso la
cittadinanza italiana in base allíart. 8 della Legge 555/1912, di poterla
recuperare prescindendo dal requisito della residenza in Italia, mediate una
dichiarazione da rendersi, senza limiti temporali, in Consolato. Si chiede
altresÏ la modifica della vigente normativa in materia di trasmissione della
cittadinanza al figlio da parte della donna, cosÏ da superare líattuale limite
del 1^ gennaio 1948. Uníulteriore richiesta Ë quella di estendere gli effetti del
riacquisto della cittadinanza da parte del genitore, oltre che al figlio
minorenne (come giý avviene con líattuale normativa), anche al
maggiorenne.
Per
la nota questione della Scuola Italiana ìAntonio Raimondiî di Lima, la
Commissione ha approvato un Ordine del Giorno (OdG n. 6) a sostegno della richiesta
di restituzione della proprietý dello stabile alla locale comunitý italiana.
Sulla
riforma dei Comitati degli Italiani allíEstero, líesperto per il Messico ha
presentato un documento che riflette le posizioni in materia di quel COMITES (All.
D)
Infine,
la Commissione Continentale ha confermato di tenere la prossima Riunione a
Caracas (Venezuela) dallí1 al 3 ottobre 2003.
A
margine della Conferenza, Ambasciata, Consolato e COMITES dellíUruguay hanno organizzato
un proficuo incontro con la numerosa collettivitý italiana, presso la ìCasa
degli Italianiî di Montevideo.
ORDINI DEL GIORNO
N.
1- FONDO DI SOLIDARIETAí A FAVORE DELLíARGENTINA
La
Commissione Continentale dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a Montevideo
(Uruguay), dal 10 al 12 marzo 2003,
preso
atto degli sforzi del Ministro degli Italiani nel Mondo per andare incontro
all¥emergenza che colpisce larghi strati di comunit· italiane in Argentina;
visto
che l¥Unitý Tecnica, presieduta dallíAmbasciatore díItalia a Buenos Aires, per i ritardi delle Regioni non È stata
messa in condizioni di svolgere la propria funzione istituzionale;
chiede che i fondi sino ad oggi raccolti
vengano immediatamente distribuiti per i casi di emergenza, giý individuati
dalla stessa Unit· di Crisi;
chiede
che le Regioni si adoperino affinchÈ adeguati finanziamenti vengano stanziati
per il crescente disagio che si Ë costretti a rilevare in Venezuela ed Uruguay.
APPROVATO
ALLíUNANIMITAí
N. 2
ñ RINNOVATO APPELLO DEI COMITES DELLíARGENTINA PER LíASSEGNO SOCIALE A FAVORE DEGLI EMIGRATI PIUí
BISOGNOSI
La
Commissione Continentale dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a Montevideo
(Uruguay), dal 10 al 12 marzo 2003, fa proprio e appoggia pienamente l¥unito
appello rivolto dai Comites dell¥Argentina per l¥assegno sociale a favore dei
connazionali pi˜ bisognosi.
APPELLO DEI COMITES PER LíASSEGNO SOCIALE IN FAVORE DEGLI EMIGRATI PIUí
BISOGNOSI
La Commissione Continentale dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a
Montevideo (Uruguay), dal 10 al 12 maggio 2003, fa proprio e appoggia
pienamente líappello rivolto dai Comites dellíArgentina per líassegno sociale a
favore dei connazionali pi˜ bisognosi. Líordine del giorno Ë stato approvato
allíunanimitý.
Questo il testo dellíappello:
ìIn considerazione della persistente crisi economica che affligge vaste
aree sudamericane fortemente popolate da famiglie di connazionali emigrati e
loro discendenti, si prende nota dei rilevanti interventi del Governo italiano,
attraverso il Ministero degli Affari Esteri, in favore dei connazionali in
stato di indigenza, ma si segnala, al tempo stesso, líinadeguatezza di tali
interventi, a causa della vastitý del problema.
In particolare, si Ë esaminato il caso pi˜ emblematico: la situazione
dellíArgentina. Dalla crisi del 2001 in qua, si assiste a un crescente
impoverimento delle famiglie della nostra emigrazione appartenenti a
determinate fasce sociali, confrontate a una grave successione di eventi e
fenomeni negativi come la recessione, la disoccupazione e la svalutazione, che
hanno colpito il cinquanta per cento degli abitanti, come risulta dalle
statistiche ufficiali. Le sollecitazioni ad enti ed organismi italiani sono
costanti e persistenti e anche se la risposta venuta dal governo e dalle forze
civili italiane rappresenta un segno tangibile e importantissimo dello spirito
di solidarietý del nostro Paese, rimangono tuttavia infiniti bisogni da
soddisfare che, a giudizio di questa assemblea richiedono soluzioni pi˜
organiche e durature, data la portata della crisi.
Si rinnova, pertanto, líappello pi˜ volte espresso ñ sin dalle varie
Conferenze dellíEmigrazione ñ per la concessione dellíassegno sociale alle
famiglie maggiormente esposte, suggerendo che gli stessi Consolati potrebbero
operare al riguardo un rigoroso sondaggio e gestire il successivo intervento,
anche se sui modi e sulle procedure si lascia al parlamento, alle forze
politiche e al governo la scelta degli strumenti pi˜ Appropriati, raccomandando
ancora una volta líurgenza impellente di quanto richiesto.î
APPROVATO ALLíUNANIMITAí
N. 3
ñ ASSEGNO DI SOLIDARIETAí
La
Commissione Continentale dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a Montevideo
(Uruguay), dal 10 al 12 marzo 2003,
prende
atto degli stanziamenti gi· finanziati nellíultima Legge Finanziaria in merito
allíestenzione della maggiorazione sociale ai pensionati residenti allíestero e
titolari di pensioni minime;
esprime
soddisfazione per lí apertura e líinteresse mostrato dalla Presidenza del
Consiglio díIndirizzo e Vigilanza dellíINPS in merito allíimprorogabilit·
dellíistituzione di un ìAssegno di solidariet·î per gli italiani emigrati, non
titolari di pensione, che si trovino in stato di particolare bisogno;
fa
propria la proposta del Presidente del CIV-INPS in merito alla creazione di un tavolo
tecnico nel quale far confluire le competenze del MAE, del MIM, del Ministero
del del Ministero dellíEconomia e Finanze, dei Patronati e del CGIE, allo scopo
di individuare le fonti di finanziamento alle quali attingere per dare una
risposta al fenomeno, una volta
opportunamente quantificato e dimensionato in base ai requisiti
principali di anzianit·, reddito e cittadinanza.
La
Commissione America Latina del CGIE, da sempre convinta che líistituzione
dellíAssegno di solidariet· sia lo strumento prioritario per rispondere
allíesigenza di dignit· dei nostri connazionali meno fortunati, accogliendo
anche il documento elaborato dalla
Delegazione argentina,
auspica
un tempestivo e concreto avvio del tavolo di lavoro, anche in considerazione
della persistenza della crisi economica che affligge le nostre comunit· nel
continente Latino-americano.
APPROVATO
ALLíUNANIMITAí
N. 4
- UFFICI CONSOLARI IN LIMA, SANTIAGO E MONTEVIDEO
La
Commissione Continentale dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a Montevideo (Uruguay),
dal 10 al 12 marzo 2003,
ribadisce
la legittima richiesta dei Consiglieri del Per™, a suo tempo approvata
nellíO.d.G. n. 4 dellíAssemblea Plenaria Straordinaria del CGIE (11-13 dicembre
2002) di istituire un Consolato di prima categoria a Lima;
ribadisce
altresÏ la stessa necessitý per la citt· di Santiago del Cile;
auspica
líelevazione a Consolato Generale della Sede consolare di Montevideo.
APPROVATO
ALLíUNANIMITAí
N. 5
ñ CITTADINANZA ITALIANA
La
Commissione Continentale dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a Montevideo
(Uruguay), dal 10 al 12 marzo 2003,
chiede:
al Governo ed al Parlamento di modificare la Legislazione in materia di
cittadinanza, per consentire a quanti hanno perso la cittadinanza italiana in
virt™ dellíart. 8 della Legge 555/1912 di poterla recuperare, prescindendo dal
requisito della residenza in Italia, mediate una dichiarazione da rendersi,
senza limiti di tempo, nei Consolati;
chiede
inoltre, che venga modificata líattuale normativa in materia di trasmissione
della cittadinanza da parte della donna, superandosi cosi líattuale limite del
primo gennaio 1948;
chiede infine di estendere gli effetti del
riacquisto della cittadinanza da parte del genitore, in base allíart. 17 della
Legge 91/92, oltre che al figlio
minorenne, come gi· avviene, anche al figlio maggiorenne.
APPROVATO
ALLíUNANIMITAí
N. 6
ñ SCUOLA ITALIANA ìANTONIO RAIMONDIî DI LIMA
La
Commissione Continentale del CGIE dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a
Montevideo (Uruguay), dal 10 al 12 marzo 2003,
viste
le obiezioni dell¥Ambasciata di Lima allíOrdine del Giorno n. 6 dell¥Assemblea
Plenaria dellíaprile 2003, riferite dal Consigliere del CGIE Giacomo Canepa;
appoggia
le richieste del predetto Consigliere di restituzione della Scuola Italiana
ìAntonio Raimondiî di Lima alla collettivit· italiana del Per™, per chiudere
finalmente questa annosa vicenda.
APPROVATO
ALLíUNANIMITAí
ALLEGATO
D
LA
RIFORMA DEI COMITES: DOPO ANNI DI
ATTESA, UN TESTO INSUFFICENTE
Paolo
Pagliai ñ Esperto Messico
Abbiamo
ascoltato, nella giornata di ieri, con estremo interesse, ma senza alcuna
sorpresa, le difficoltý incontrate sul cammino dellíintervento in Argentina, i
problemi apparentemente insanabili delle reti consolari e delle anagrafi, i
rapporti difficili, spesso conflittuali, tra ambasciate e collettivitý
italiane. Abbiamo sentito, con altrettanto interesse, richiami alla
partecipazione attiva, al ruolo di interlocutore privilegiato che dovrebbero
avere i consiglieri del CGIE di fronte ai funzionari dello Stato Italiano, lo
abbiamo ascoltato invero dalla prospettiva europea che, con tutto il rispetto che
merita, cosÏ poco ha a che fare e ancor meno comprende la nostra realtý
latinoamericana, per lo meno per quanto concerne qualitý e quantitý
dellíintegrazione.
»
chiaro che applicare modelli e paradigmi consolidati in contesto ìdiversoî e
differente, non sempre Ë possibile e, spesso, produce risultati anchíessi
diversi e differenti.
Ma
il punto, in fondo, non Ë questo.
Nessuno
ha parlato dei Com.It.Es., e questo sÏ Ë il punto. E questo, sÏ, Ë grave. »
grave, essenzialmente, perchÈ la riforma dei Com.It.Es. ha direttamente a che
fare con líefficacia degli interventi, con le reti consolari, con le anagrafi e
con i rapporti, facili o difficili che siano, tra collettivitý e rappresentanze
diplomatiche. Per non parlare, ovviamente, della valenza democratica della
questione: una valenza che dovrebbe essere un valore forte, anche se il
silenzio in merito lascia pensare piuttosto a un valore di secondo piano,
debole.
In
Messico, il Com.It.Es. rappresenta un punto irrinunciabile. Ancora fondamentale
per la definizione democratica della nostra vita di cittadini residenti
allíestero. Ancora centrale nella nostra concezione di rispetto dei diritti
civili.
Porto
in questa assemblea la protesta forte del Com.It.Es.di Cittý del Messico per il
disegno di riforma presentato dal Governo Italiano disattendendo quanto
proposto da questo Consiglio Generale degli Italiani allíEstero in
collaborazione con tutti i comitati del mondo, progetto che pur non soddisfacendo
tutte le nostre aspettative metteva comunque le nostre rappresentanze
democratiche nelle condizioni di operare pi˜ efficacemente sul territorio e con
maggior riconoscibilitý istituzionale. Invece, oggi, dopo un numero civilmente
irragionevole di anni, ci ritroviamo con una riforma che non solo emenda nei
punti chiave quella proposta dal CGIE, ma restituisce incredibilmente
líimmagine e la sostanza di un Com.It.Es. pi˜ debole e svuotato di ogni
significato. Un ente inutile che, se cosÏ dovesse uscire dal dibattito
parlamentare, non avrebbe pi˜ alcuna ragione di esistere.
»
ferma convinzione del Com.It.Es. di Cittý del Messico che líattuale disegno
presentato dal Governo non meriti nessun ulteriore emendamento, giacchÈ questo
significherebbe nella sostanza
accettare la delegittimazione di fatto, accontentandosi di piccoli quanto
marginali miglioramenti.
Pertanto,
la Collettivitý Italiana residente il Messico, díaccordo con il proprio
rappresentante presso questo Consiglio e attraverso i propri rappresentanti
eletti (non nominati), chiede che il CGIE, compatto, in maniera intransigente e
incondizionale, ripresenti come somma degli emendamenti il proprio disegno
originale.
DOCUMENTI E SCRITTI
DI LUIGI GAIANI, PRIMO SEGRETARIO GENERALE DELLA FILEF
PER
UNA INCHIESTA PARLAMENTARE SULLíEMIGRAZIONE
Poche
volte in calce a un disegno di legge di iniziativa parlamentare sono state
apposte le firme dei rappresentanti di un cosÏ largo schieramento di forze
politiche, come Ë per la proposta di una ìInchiesta parlamentare
sullíemigrazioneî, presentata in Senato. Primo firmatario ñ e autore della
relazione che accompagna il disegno di legge, della quale pubblichiamo di
seguito lunghi brani, a cui segue il testo della proposta ñ Ë il presidente
della Filef, sen. Carlo Levi. Alla sua seguono le firme dei senatori: Ferruccio
Parri, presidente del Gruppo degli indipendenti di sinistra, che Ë
rappresentato anche da Mario Albani, Umberto Terracini, presidente del Gruppo
comunista, presente inoltre con un altro parlamentare ben noto agli emigrati:
Evio Tomasucci; quindi Dario Valori, leader dei socialisti unitari,
rappresentati pure col vice presidente della Filef Vito Raia; e, infine, Tullia
Carettoni, del Movimento dei socialisti autonomi. Líampiezza delle forze
rappresentate Ë insieme indice della sensibilitý dei citati parlamentari per un
fenomeno decisivo della realtý italiana, qual Ë líemigrazione e, insieme,
certezza che verrý fatto di tutto affinchÈ anche i rappresentanti di altre zone
dellíarco politico italiano verranno chiamati a dare il proprio contributo per
la soluzione del problema e, intanto, per líapprovazione del disegno di legge.
Onorevoli
Senatori,
líemigrazione
di massa, come fatto permanente, non congiunturale nÈ transitorio, ormai
costante, con intensitý e caratteri diversi, in un secolo di unitý italiana, ha
assunto una importanza e una dimensione tali, ed Ë talmente collegata con una
serie di legami e di interrelazioni con tutte le strutture nazionali, da porsi
come fondamentale nella vita del nostro paese.
La
sua importanza Ë. Nelle linee generali, nota, e non occorre qui cercare (senza
strumenti adatti, ancora inesistenti) di analizzarla nella sua realtý completa
e nei suoi particolari: questo Ë lo scopo della legge che proponiamo alla
vostra attenzione e alla vostra approvazione.
Líemigrazione
si presenta con tre diversi caratteri e modi, in parte simili nelle cause e
negli effetti, in parte diversi, e da considerarsi partitamente:
emigrazione
allíestero;
emigrazione
allíinterno;
urbanesimo.
La
presente proposta di legge riguarda essenzialmente il primo punto, ma non puÚ
escludere nelle sue analisi gli altri due, in quanto strettamente e
direttamente collegati al primo.
Líemigrazione
ormai Ë un fatto fondamentale e centrale, di enorme importanza nella vita e nel
carattere del nostro paese. Lo Ë sotto i pi˜ vari aspetti. Anzitutto
numericamente, come peso quantitativo del fenomeno che interessa e tocca
direttamente almeno quindici milioni di italiani, e indirettamente, ma in modo
sensibile e di molto peso, líintera popolazione del nostro paese. Si calcola
ufficialmente che, dalla unitý nazionale, ventisei milioni di italiano siano
emigrati: un popolo intero, che, con i propri figli e discendenti, ha creato
nuove realtý in molte nazioni del mondo, e contribuito a una modificazione
profonda di rapporti internazionali, e a nuovi tipi umani e nuovi modi di vita
e di cultura, di legami con altre vite e altre colture. Eí dunque, fin dal
primo momento, un problema nazionale, Ë una questione del popolo italiano intero,
Ë (anche numericamente e demograficamente) il pi˜ grande fenomeno sociale della
storia dellíItalia moderna. Tale fenomeno, che ha sempre rispecchiato i
mutamenti di struttura del nostro paese e quelli dei paesi di immigrazione, ha
preso, nel dopoguerra, caratteri particolari: e un peso straordinario, anche
sotto il suo aspetto quantitativo.
Dai
dati pubblicati nella relazione per il 1967, edita dal ministero degli Affari
esteri, sul lavoro degli italiani allíestero, risulta che la consistenza delle
comunitý italiane nei paesi díimmigrazione Ë pari a 4.763.404 unitý, cosÏ
suddivise: America 2.275.300, Europa 2.106.900, Australia 153.410, Africa
106.530 e altri paesi 121.264.
Secondo
i dati riferiti dalla citata relazione si rileva che dal 1951 al 1966 sono
emigrati allíestero, al netto dei rimpatriati 2.228.316 lavoratori italiani.
Il
ritmo degli espatri, degli ultimi anni, anche se leggermente minore di quello
registrato negli anni 1961-62, Ë pur sempre grande risultando di 277.614 nel
1963, 258.492 nel í64, 282.643 nel í65, 296.494 nel í66 e di 226.567 nel í67.
Nei primi sei mesi del 1968 giý si nota, rispetto al 1967, una ripresa
dellíesodo di lavoratori italiani che risulta di ben 135.000, dei quali 103.000
nei paesi del MEC e in Svizzera.
Vi
sono attualmente allíestero pi˜ ex contadini italiani di quanti contadini
lavorino sulla terra in Italia; pi˜ di un quarto della popolazione attiva del
nostro paese.
Non
si tratta soltanto della quantitý del fenomeno, ma della sua qualitý, che
rappresenta e incide su tutti gli aspetti della vita nazionale, delle cui
strutture tradizionali Ë espressione e risultato, e che diventa a sua volta
causa determinante di fenomeni che pesano (a volte anche in modo terribilmente
grave) su tutte le forme della nostra vita, e che si manifestano soprattutto in
modo talvolta tragico sulla condizione dei lavoratori e della classe operaia.
Basti
pensare al cosiddetto problema meridionale, di cui líemigrazione Ë
tradizionalmente uno degli aspetti e delle conseguenze principali; e che negli
ultimi anni ha trovato nella rinnovata emigrazione forzata di massa allíinterno e allíesterno un
motivo di profonda modificazione e di alterazione dei suoi dati, non sempre,
certamente, positiva, con lo spopolamento di grandi zone, con líabbandono della
terra, con la perdita delle forze di lavoro, con la decadenza e rovina delle
tradizioni culturali, non compensate, o solo parzialmente compensate, dalle
rimesse degli emigrati (che, anche se fossero in misura assai maggiore di
quanto siano, resterebbero sempre un apporto esterno, tale da non incidere
positivamente sulle strutture economiche e sociali delle regioni interessate).
E, del resto, il ìproblema meridionaleî non riguarda soltanto le regioni
fisicamente situate nel Mezzogiorno e nelle Isole, ma tutte le zone povere e
migratorie anche del Centro e del Nord (Veneto, Venezia Giulia, Polesine,
Marche, ecc.) e anche zone considerate meno povere (Piemonte, Liguria,
Toscana), e, insomma, pi˜ o meno, líintero territorio nazionale.
Ora,
questo fenomeno che pesa in modo cosÏ massiccio e radicale sulla vita italiana,
che Ë risultato e insieme causa di tanti dei suoi principali problemi e
bisogni, non Ë mai stato, dal 1870 a oggi, esaminato nella sua totalitý, nÈ
studiato a fondo. Mai ci si Ë messi in grado di stabilirne il peso e il
carattere; mai si sono creati i mezzi adatti per la sua completa conoscenza, nÈ
se ne sono apprestati gli strumenti. Anche líattenzione della classe politica
fu sempre marginale e lateraleÖ
NÈ
sono mai state studiate a fondo, nÈ apprestati gli strumenti per studiarle, le
cause strutturali del fenomeno, economiche e sociali e politiche, che
coincidono con la storia della nostra economia, con le sue strutture, col
carattere di classe della nostra organizzazione sociale e politica.
NÈ
sono stati studiati a fondo i singoli problemi dellíemigrazione, nÈ i modi per
porre rimedio agli inconvenienti, e talvolta alle tragedie, di una condizione
umana di carattere servile e subalterno.
NÈ Ë
stato analizzato il significato del fenomeno dal punto di vista esistenziale;
nÈ da quello psicologico, linguistico, culturale; e tanto meno da quello della
struttura dello Stato, la cui natura si Ë caratterizzata dalla espulsione e dal
sacrificio di una parte del popolo.
Un
importante strumento di cui puÚ avvalersi una classe politica cosciente dei
suoi doveri e desiderosa del progresso della nazione, e non opacamente timorosa
della veritý e della necessitý di modificazioni strutturali senza di cui non vi
puÚ essere nÈ giustizia sociale, nÈ vita moderna e libera, Ë líInchiesta
parlamentare.
Ed Ë líinchiesta parlamentare che proponiamo con la presente legge.
Una
inchiesta di carattere moderno, scientifico e democratico, che ci offra tutti i
dati storici, che illumini le condizioni presenti, che analizzi le cause, che
proponga i rimedi; che, soprattutto, attraverso líopera dei rappresentanti del
popolo, assistiti dagli esperti, solleciti e raccolga la voce stessa del grande
popolo italiano degli emigrati, che va prendendo coscienza di sÈ.
PoichÈ
il problema dellíemigrazione si Ë andato, nella sua natura e nelle sue
dimensioni umane, rapidamente modificando in questi ultimi anni. Non Ë pi˜ il
gregge passivo e servo, nelle stive dei vapori per la Terra Promessa, per
líAltro Mondo, di lý dal mare, dellíAmerica, mito paradisiaco di chi non ha
terra, del decennio precedente la prima guerra mondiale. Eí un popolo
consapevole della propria condizione, una forza potenziale di rinnovamento del
nostro paese e del mondo.
Il
problema cambia natura e dimensione sotto i nostri occhi. Non soltanto la sua
estensione numerica (cinque milioni negli ultimi anni), il suo rapporto di
relazione necessario con la struttura economica del paese, le sue implicazioni
sociali, politiche, culturali, le modificazioni nel tessuto stesso della nostra
vita nazionale, il mutamento di tutti i dati del problema meridionale ecc., ma
la diversa natura e carattere della condizione dellíemigrante, che, nel
permanere del suo significato di alienazione, espulsione, sradicamento,
frattura della comunitý, esilio, perde il suo tradizionale carattere passivo
per una progressiva presa di coscienza che lo pone come problema attuale, punto
centrale della contestazione in atto, forma potenziale del rinnovamento delle
strutture; e che rifiuta quindi tutti i modi tradizionali di esame che lo
accettavano come un fatto naturale e si limitavano alla ricerca paternalistica
di misure caritative e di assistenza o di tutela. (Leggiamo, a questo
proposito, nella relazione Gronchi per i lavori della sottocommissione degli Esteri:
ìOccorre abbandonare il clichÈ dellíassistenza come paternalistico e saltuario
interessamento a talune vicende dellíemigrato e della collettivitý di cui fa
parte: tipo di assistenza che fin qui ha ispirato non di rado líazione dei
governi e degli organi del ministero degli Esteri. La considerazione
dellíautoritý deve allargarsi alle condizioni e alle esigenze permanenti
dellíemigrazioneî).
Eí
dunque maturo il tempo perchÈ il problema venga approfondito e portato a
conoscenza di tutti. Eí assolutamente necessaria una inchiesta su tutti i
problemi dellíemigrazione, che non puÚ essere affidata ad altri che al
Parlamento, che solo dý le garanzie e che solo ha i mezzi perchÈ líindagine non
sia di parte, nÈ limitata da
difficoltý giuridiche e materialiÖ
Líinchiesta
parlamentare, inoltre, fatta oggi, contemporaneamente al grande fenomeno di
autoinchiesta permanente e contestativa che Ë in corso nel mondo degli
emigranti, serve a favorirlo, a comprenderlo, a superare il distacco fra la
classe politica e la realtý popolare. Eí una assoluta necessitý della
democrazia. Deve essere insieme storica, economica, sociologica, culturale,
amministrativa, politica; deve essere fatta insieme agli emigranti, deve raccoglierne direttamente la voce,
diventare uno strumento democratico di azione rinnovatrice permanente. Deve
nascere dalla realtý degli emigranti, rivolgersi al mondo dellíemigrazione e
insieme a quello dei paesi díorigine, contribuire a ricreare in forme nuove un
rapporto drammaticamente spezzato, a eliminare in tutti i campi le cause di
questa frattura, a ritrovare, non attraverso palliativi assistenziali e
paternalistici, ma con provvedimenti e mutamenti di fondo una nuova unitý nel
tessuto nazionale.
(Senato,
relazione al disegno di legge 18/12/1968 ñ in ìEmigrazioneî n. 1, gennaio
1969)
2) ñ
GOVERNO NUOVO, VECCHIA POLITICA
Il
presidente del consiglio, on. Rumor, nel presentare il suo nuovo governo di
attesa al Parlamento non ha prestato alcuna attenzione al problema della
emigrazione, salvo farne appena un cenno in riferimento alla ripresa della
produzione che "ha messo a nudo i limiti obiettivi di un meccanismo di
sviluppo che provoca sia flussi migratori dal Sud al Nord sia fenomeni di
congestione demografica, urbanistica e industrialeî. Per ovviare a tutto ciÚ ìË
necessario ñ dice ancora líon. Rumor ñ puntare, nel Mezzogiorno, su un processo
di industrializzazione che miri a concentrare gli investimenti nei settori
maggiormente suscettivi e a pi˜ alto coefficiente di lavoro e di valore
aggiuntoÖî. Dopo queste generiche affermazioni giý fatte in tante altre
occasioni, il presidente del Consiglio ha ripreso le solite e scontate
considerazioni sulla piena occupazione, sulla programmazione, ecc. Come se oggi
fosse ancora possibile credere agli obiettivi occupazionali della
programmazione, cosÏ come viene concepita dal governo, dopo il clamoroso
fallimento del cosiddetto ìpiano Pieracciniî. Purtroppo, mentre fra gli uomini
di governo si gioca con belle parole sulla ripresa economica, líandamento della
occupazione Ë tuttíaltro che rassicurante. Da una indagine svolta, per incarico
del Consiglio nazionale dellíeconomia e del lavoro (CNEL), del Centro studi
investimenti sociali (CENSIS) ñ per non citarne che una tra le pi˜ recenti ñ
risulta che a ìconclusione dellíattuale ciclo espansivo líoccupazione
industriale potrý al massimo raggiungere i livelli giý conseguiti prima
dellíavversa congiuntura (1963). Essa non potrý quindi assorbire líulteriore
offerta di lavoro che ormai proviene non solo dal settore agricolo ma anche da
quello terziarioî.
Governo
ìnuovoî, vecchia politica. Certo non siamo pi˜ ai tempi, del resto abbastanza
recenti, in cui si considerava líemigrazione un fatto positivo e si
incoraggiavano i lavoratori italiani a imparare le lingue e ad emigrare. No,
non siamo pi˜ a questo. Ora si lascia intravedere che si stanno creando le
condizioni per una ìlibera circolazione della mano díoperaî. Si parla di piena
occupazione, ma in realtý salvo ad affrontare alcune questioni immediate, in
modo scarsamente efficace, come la scuola, líistruzione professionale,
líassistenza ed altre, imposte dalla pressione dei lavoratori emigrati, dai
sindacati e da organizzazioni di emigrati, le cose non cambiano, vanno avanti
come prima e i problemi di fondo non vengono affrontati. In effetti, una
politica di riforme fatta solo a parole non puÚ modificare le strutture
economiche e sociali del paese. Pertanto restano intatti gli squilibri
tradizionali della nostra economia e perciÚ stesso le cause da cui trae origine
il fenomeno migratorio. CosÏ mentre líItalia continua ad essere il paese
fornitore di mano díopera del MEC e dei paesi pi˜ industrializzati dellíEuropa,
in queste settimane riesplode, e tutta la stampa ne dý ampio rilievo, il
fenomeno dellíesodo dal Sud verso il Nord con i gravi problemi sociali, di
assetto delle cittý, dei trasporti delle scuole e soprattutto degli alloggi (a
Torino un letto costa 1000 lire per notte) che esso solleva con costi umani
sempre pi˜ pesanti.
Anche
negli ambienti cattolici dellíemigrazione si hanno manifestazioni assai
significative. ìDi parcheggio anche per líemigrazioneî, ìEmigrazione al
margineî. Questi i titoli degli articoli dei settimanali cattolici pubblicati
in Svizzera e nella Germania federale dedicati al nuovo governo.
Tutta
la stampa cattolica di emigrazione, e non solo i citati giornali, lamentano la
sostituzione del sottosegretario per líemigrazione e manifestano disappunto e
delusione per i continui rinvii, le attese insoddisfatte e il disinteresse del
governo per i problemi della emigrazione.
Basta
guardare le cifre iscritte nel bilancio di previsione del ministero degli
Esteri per il 1970, che riportano con qualche variazione in pi˜ di alcune
decine di milioni le stesse cifre del 1968, per convincersi ancora una volta
del disinteresse del governo per i problemi della emigrazione.
Neppure
i disegni di legge (per quanto di limitata portata) annunciati e riguardanti la
ristrutturazione del Comitato consultivo degli italiani allíestero (Ccie) e
alcuni nuovi finanziamenti alla scuola allíestero sono giunti sul banco del
Consiglio dei ministri.
La
Filef, con un suo documento inviato alle varie forze politiche e al presidente
Rumor prima della soluzione della crisi, chiedeva, indicandone i punti
essenziali, una nuova politica capace di arrestare il flusso migratorio e
determinare una inversione della tendenza fino ad eliminarlo. Non vogliamo qui
ripetere le cose giý dette in quel documento, totalmente disattese dal nuovo
governo, ma ribadire la necessitý, espressa chiaramente dal presidente della
FILEF nella intervista che accompagnava detto documento, di un incontro di
tutte le forze dellíemigrazione per aprire un discorso positivo e capace di
determinare allíestero e in Italia una azione comune su quei problemi che ci
trovano tutti concordi; come ad esempio la creazione di nuovi istituti
democratici dellíemigrazione in Italia e allíestero, la ripresa della indagine
conoscitiva della Commissione esteri della Camera, la convocazione di una
conferenza nazionale della emigrazione proposta da CGIL, CISL e UIL, e tante
altre questioni di interesse immediato.
Restiamo
perÚ convinti che se vogliamo veramente porre al centro dellíattenzione del
Parlamento, delle forze politiche e dellíopinione pubblica il problema
dellíemigrazione in tutta la sua gravitý e portata economica, sociale ed umana
bisogna istituire la Commissione parlamentare díinchiesta proposta al Senato
con disegno di legge n. 382 da Carlo Levi e da altri autorevoli senatori. A
questo proposito siamo ben lieti di prendere atto delle posizioni cui Ë giunto
Enzo Parenti espresse sul numero del 4 settembre del suo giornale, quando
scrive: ìSotto certi aspetti una inchiesta parlamentare sullíemigrazione, quale
quella progettata dalle sinistre, sarebbe auspicabile perchÈ avrebbe il pregio di
muovere una situazione statica. Il nostro precedente rifiuto era giustificato
dal timore di una stasi nella politica migratoria del governo. Non ci
sorrideva, e non ci sorride, líidea che ogni rivendicazione degli emigrati ñ a
cominciare da quella del diritto di voto esercitato allíestero ñ fosse
condizionata dai risultati di una inchiesta a lunga scadenza ma valutando
líattuale situazione, con crisi di governo, governo di parcheggio e minacce di
ìottobre caldoî, siamo tentati di modificare la nostra posizione nei confronti
di quella inchiesta. Se non altro ci potrebbe guadagnare la continuitý
dellíazione parlamentare in favore degli emigranti, che trova continue
soluzioni per líinstabilitý politica del Paeseî. A noi pare che partendo da
queste considerazioni siano giý poste le basi per uníazione comune di tutti
coloro che vogliono operare al fine di affrontare in modo decisivo i problemi
dellíemigrazione.
In
questi giorni continuano a giungerci firme di lavoratori emigrati da ogni paese
che manifestano cosÏ la loro volontý di essere protagonisti della loro vicenda,
che Ë poi vicenda nazionale, e che chiedono che il Parlamento approvi al pi˜
presto la istituzione della commissione d'inchiesta.
(Luigi
Gaiani, ìEmigrazioneî n. 9, settembre 1969)
3) ñ
PRECISATA NEL CONVEGNO NAZIONALE DI MILANO UNA POLITICA PER LE IMMIGRAZIONI
INTERNE
Il
convegno nazionale delle immigrazioni interne, che si Ë svolto a Milano il 14
aprile nella Sala del Greghetto, ha precisato le linee di una politica delle
immigrazioni ed Ë certamente servito a colmare una lacuna e un ritardo
abbastanza diffusi. La discussione si Ë avvalsa di importanti contributi
portati dal consigliere regionale della Lombardia, Mella, che ha approfondito
la situazione dei frontalieri, dal sindaco di Cinisello Balsamo, Cerquetti, che
ha parlato delle esperienze e dei compiti di un Comune ingrossatosi con le
immigrazioni dal Mezzogiorno e da altre parti del paese, dallíon.Gramegna,
presidente della FILEF della Puglia, che ha insistito sui collegamenti unitari
nella lotta per il rinnovamento del Mezzogiorno e dellíintero paese, del dott.
Fossi, dellíAssessorato al Lavoro della Regione Lombardia, che ha illustrato il
lavoro finora svolto per predisporre un provvedimento legislativo per gli
immigrati, da Rachele, presidente della FILEF di Lumezzane (Brescia), dal Sen.
Luigi Gaiani, presidente della FILEF dellíEmilia Romagna, il quale ha proposto
varie iniziative democratiche e antifasciste per unire gli immigrati a tutti i
lavoratori, Montebello, presidente della FILEF di Parma, che si Ë soffermato
sui problemi scolastici, Ibba, segretario della FILEF del Piemonte, che ha
parlato dei particolari ritardi della Regione piemontese. Il convegno Ë stato
presieduto dallíOn. Marco Baccalini, presidente della FILEF Lombardia.
(da
ìEmigrazioneî, 1969)
Luigi
Gaiani Ë nato a Bologna il 26 giugno 1910 e risiede a Rovigo in Viale Bernini,
70 ñ Impiegato ñ Milita fin da giovanissimo nel movimento antifascista. Dal
1932 fa parte del PCI. Per la sua attivitý antifascista viene arrestato una
prima volta a Bologna nel 1930 e condannato dal Tribunale Speciale a tre anni
di reclusione. Scarcerato nel novembre 1932 per amnistia, riprende subito la
propria attivitý nelle file del PCI ove ricopre cariche direttive nella
Federazione bolognese fino a quando, nel 1937, viene nuovamente arrestato e
condannato dal Tribunale Speciale a 18 anni di reclusione. Liberato dal carcere
dopo la caduta del fascismo si dedica subito allíorganizzazione del movimento
partigiano prima a Bologna, poi in Toscana.
Dirigente
delle brigate ìGaribaldiî per la Toscana.
Eí
commissario politico del Comando Militare del CLN Toscano a comandante della
Divisione Garibaldina ìPotenteî.
Nellíagosto
1944 Ë una prima volta Segretario della Federazione Pistoiese del PCI, poi nel
1945 Ë tra gli organizzatori dellíAssociazione Nazionale Partigiani díItalia
(ANPI) di cui Ë uno dei Segretari nazionali.
Ritornato
in Toscana nel 1946 riprende la direzione della Federazione pistoiese per
passare poi a Firenze nel 1949 ove assume la responsabilitý di Vice Segretario
di quella Federazione fino al 1951, epoca nella quale diviene Segretario della
Federazione Polesana, carica ricoperta fino alla sua elezione a Senatore.
Rieletto
Senatore il 25 maggio 1958 nel collegio di Adria con 23.398 voti. Fa parte
della VII Commissione: Lavori Pubblici e Trasporti. Eí rieletto Senatore il 28
aprile 1963, capolista nel collegio di Adria con 28.749 voti. Fa parte della
Commissione Lavori Pubblici.
(da
ìLa Navicellaî)
AMNESTY: IL G8 ARMA CHI VIOLA I DIRITTI UMANI
di Redazione (redazione@vita.it) - 19/05/2003
Alla
vigilia del vertice G8 di Evian, Amnesty International presenta un rapporto dal
titolo "Un catalogo di fallimenti: esportazioni di armi dei paesi del G8 e
violazioni dei diritti umani"
ìNonostante
le assicurazioni contrarieî ñ si legge nel rapporto - ìi governi dei paesi del
G8 forniscono armi ai peggiori violatori dei diritti umani su scala mondiale.
La tecnologia militare e di sicurezza delle principali potenze del mondo
continua a finire, grazie a controlli inadeguati, nelle mani di regimi che
commettono gravi abusi dei diritti umaniî.
Almeno
due terzi dei trasferimenti globali di armi avvenuti tra il 1997 e il 2001
hanno avuto origine da cinque paesi del G8: Francia, Germania, Regno Unito,
Russia e Stati Uniti. In questi, cosÏ come negli altri tre paesi del G8
(Canada, Giappone e Italia) sono in vigore leggi che prevedono l'emissione di
una licenza per le esportazioni militari. Il Giappone addirittura proibisce
ufficialmente questi trasferimenti. Eppure, in ciascun caso, il rapporto di
Amnesty International dimostra come i controlli siano inefficaci o vengano
scavalcati.
Il
Rapporto di Amnesty International segnala tre situazioni preoccupanti:
- i
mediatori e i trafficanti di armi che risiedono nella maggior parte dei paesi
del G8 possono fornire armi ai paesi violatori dei diritti umani semplicemente
spostando i loro traffici in ìpaesi terziî dove vigono minori controlli;
- la
maggior parte dei paesi del G8 non hanno leggi idonee a prevenire
l'esportazione di forniture di sicurezza a forze di sicurezza straniere che
sono solite usare strumenti leciti per infliggere torture e maltrattamenti,
cosÏ come per impedire l'uso di strumenti come le armi elettriche fino a quando
i loro effetti non saranno pienamente conosciuti;
-
con la scusa della ìriservatezza commercialeî, viene a mancare la disponibilitý
di informazioni utili e tempestive agli organi legislativi, ai mezzi
d'informazione e al pubblico sulle decisioni riguardanti le esportazioni di
armi. In questo modo, il controllo parlamentare e dell'opinione pubblica
risulta fortemente indebolito.
Per
quanto riguarda l'Italia, il rapporto di Amnesty International presenta tre
casi emblematici:
1.
Nel 1996 e 1997 le aziende italiane hanno venduto pistole, fucili e munizioni
per un valore di 13 miliardi di lire all'Algeria, un paese devastato da gravi
abusi dei diritti umani che hanno causato la morte di oltre 100.000 persone ad
opera delle forze di sicurezza, delle milizie filo-governative e dei gruppi
armati di opposizione. Nel 1999 il governo ha autorizzato l'esportazione in
Algeria di 5000 fucili Beretta PM 12S, trasferiti poi lo stesso anno. Di fronte
a una richiesta di Amnesty, i funzionari responsabili delle licenze non sono
stati in grado di verificare l'esistenza di alcuna procedura idonea ad
assicurare un adeguato livello di responsabilizzazione e di formazione delle
forze di sicurezza algerine destinatarie di questo materiale. Nel corso del
2000, il numero degli abusi commessi dalle forze governative e dai gruppi
armati di opposizione (imboscate, massacri, scontri a fuoco, attentati) Ë
cresciuto, provocando la morte di centinaia di persone. CiÚ nonostante, nello
stesso anno il governo ha autorizzato il trasferimento in Algeria di ìmateriale
militareî per un valore di 2 milioni di euro e di equipaggiamento militare non
specificato per un valore di 13 milioni di euro.
2.
La notte del 5 agosto 2000 la polizia ha arrestato nei pressi di Milano il
cittadino straniero Leonid Minin. Nella sua camera d'albergo sono stati
rinvenuti documenti che attestavano la vendita illegale di armi a uno dei pi˜
sanguinari gruppi armati di opposizione del continente africano, il Fronte
rivoluzionario unito della Sierra Leone. Nel giugno del 2001 Leonid Minin Ë
stato incriminato per traffico illegale di armi. I giudici italiani tuttavia
hanno dichiarato che era assai difficile procedere in giudizio nei confronti di
una persona accusata di traffico illegale di armi originato e svoltosi al di
fuori del territorio italiano.;
3.
Le forze di sicurezza della Nigeria continuano a ricorrere a un eccessivo uso
della forza in risposta alle proteste contro le attivitý delle compagnie
petrolifere. Nel 2000, esse si sono rese responsabili di uccisioni su larga
scala nello stato di Benue. Sull'accaduto non sono state svolte indagini
indipendenti. Le forze di sicurezza nigeriane hanno in dotazione fucili Beretta
M12 e pistole Beretta M951 da 9 mm.
Amnesty
International chiede l'adozione di un trattato internazionale sul commercio
delle armi, volto a rafforzare e armonizzare i meccanismi nazionali di
controllo e interrompere il flusso di armi verso chi viola i diritti umani.
ìSe
c'Ë una lezione che il G8 deve imparare dal conflitto dell'Iraq, Ë quella che
non possiamo consentire alla comunitý internazionale di fornire armi a coloro
che commettono gravi violazioni dei diritti umani e poi rafforzarli e
proteggerli in modo che possano continuare ad agire impunementeî ñ ha affermato
Brian Wood, coordinatore di Amnesty International per le attivitý sul controllo
delle armi.
Nota
Amnesty
International si oppone ai trasferimenti di equipaggiamento, tecnologia ed
esperienza militare, di sicurezza e di polizia che si possa ragionevolmente
presumere contribuiranno alle violazioni dei diritti umani nel paese ricevente.
L'organizzazione continua a chiedere ai paesi del G8 di rispettare questo
principio, a lungo riconosciuto ma mai attuato nella pratica.
Quasi
dieci anni fa Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Russia e Regno Unito
hanno firmato, insieme ad altri paesi dell'Osce, i ìPrincipi che governano i
trasferimenti di armi convenzionaliî, che impegnano gli Stati aderenti a
ìevitare trasferimenti che Ë probabile saranno usati per violare o sopprimere i
diritti umani e le libertý fondamentaliî.
Nel
1998 Francia, Germania, Italia e Regno Unito, in quanto paesi membri
dell'Unione Europea, si sono impegnati a rispettare il ìCodice di condotta
europeo sui trasferimenti di armiî. Il Canada, gli Usa ed altri Stati ancora hanno
dichiarato il proprio sostegno al Codice. Questo testo, sebbene lasci la
decisione finale sulle esportazioni ai governi, afferma che ìle armi non
dovranno essere esportate verso paesi dove vi Ë un evidente rischio che esse
potranno essere usate a scopo di repressione interna o dove si verificano gravi
violazioni dei diritti umaniî.
Il
rapporto ìUn catalogo di fallimenti: esportazioni di armi dei paesi del G8 e
violazioni dei diritti umaniî Ë disponibile presso il sito Internet www.amnesty.org
o in alternativa si puo' scaricare direttamente in allegato al presente
articolo
Per
ulteriori informazioni, approfondimenti: Amnesty International - Ufficio
stampa - Tel. 06 44.90.224, email: press@amnesty.it