EMIGRAZIONE NOTIZIE N.20 ñ 28 MAGGIO 2003

APPELLO DELLA CGIL AI CITTADINI ITALIANI RESIDENTI ALLíESTERO PER IL SIí AL REFERENDUM

AL VOTO, AL VOTO!

DIARIO TRISTE DI FINEÖAUTUNNO

REFERENDUM: PER GLI ITALIANI IN BRASILE UN MOTIVO IN PIUí PER VOTARE SIí

REFERENDUM ñ AMORETTI (INCA): ìCOERENTE LA POSIZIONE DI COFFERATIî

MAR DEL PLATA: PROTESTA DELLA COMUNITAí ITALIANA ARGENTINA SUI FONDI REGIONALI DI EMERGENZA

CONVEGNO CNE: "LE COMUNITAí MIGRANTI TRA ISTITUZIONI E SOCIETAí CIVILEî

BRUXELLES: CONVEGNO DEI MARCHIGIANI SULLíEMIGRAZIONE IN EUROPA

BRUXELLES: ODG APPROVATO DAL CONVEGNO

MONTEVIDEO: OMAGGIO AD ALBERTO SORDI

I DS DEDICANO LA SALA RIUNIONI DELLA SEGRETERIA A WILLY BRANDT

ISF  E REGIONE TOSCANA PRESENTANO A BRUXELLES IL RAPPORTO SULLA LIBERTAí DíINFORMAZIONE

CONCLUSO IL CICLO DI INCONTRI SULLíEMIGRAZIONE A CALALZO

MAULUCCI (CGIL): CRESCE LíINFLAZIONE GRAZIE ALLA POLITICA DEL GOVERNO

PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

UN RICORDO DI LUIGI GAIANI

REGGIO EMILIA: SEMINARIO ITALO-TEDESCO SULLíEMIGRAZIONE

Se.R.E.S.-MIGRANTES: MAZZARELLA, RICONFERMATO DIRETTORE DELLíUFFICIO PASTORALE PER I SICILIANI ALLíESTERO

INIZIATIVA DELLíISTITUTO SANTI SU ìANZIANI ED IMMIGRAZIONEî

 

DOCUMENTAZIONE

CGIE - RIUNIONE DELLA COMMISSIONE CONTINENTALE PER LíAMERICA     LATINA (Montevideo, 8-9-10 maggio 2003)

NOTA INFORMATIVA

DOCUMENTI E SCRITTI  DI LUIGI GAIANI, PRIMO SEGRETARIO GENERALE DELLA FILEF

AMNESTY: IL G8 ARMA CHI VIOLA I DIRITTI UMANI

 

APPELLO DELLA CGIL AI CITTADINI ITALIANI RESIDENTI ALLíESTERO PER IL SIí AL REFERENDUM

Rendere effettivo per la prima volta il voto degli italiani all'estero

Votare SI al quesito per l'estensione dell' articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori  a tutte le imprese.

Care compagne e compagni,

il 15 Giugno p.v.  i cittadini italiani saranno chiamati a votare i referendum. Per la prima volta i connazionali all'estero potranno votare nei paesi di residenza ed esprimere il loro voto per corrispondenza, sulla base dei certificati che saranno inviati a domicilio e secondo le modalitý in essi indicate.

Siamo di fronte ad una prima occasione per applicare la nuova legge per il voto degli italiani all'estero, fortemente voluta anche dalla CGIL, ed assume particolare importanza realizzare una estesa partecipazione al voto degli italiani nel mondo anche per dimostrare  che si tratta di una legge fortemente sentita nell'emigrazione e della concreta occasione per costruire una effettiva paritý di diritti fra tutti i cittadini italiani.

Una bassa partecipazione alle votazioni, peraltro su referendum che non toccano direttamente la condizione dei connazionali fuori dall'Italia, potrebbe diventare pretesto ed alibi, per quanti non hanno condiviso il voto all'estero, per rimettere in discussione la piena applicazione di una legge di straordinaria importanza.

Questa prima occasione di voto all'estero Ë negativamente condizionata dai ritardi del Governo nel costruire una anagrafe degli italiani all'estero effettivamente aggiornata per quanto riguarda gli aventi diritto ed i loro indirizzi, a testimonianza del permanere di una sostanziale indifferenza verso l'emigrazione i suoi diritti ed i suoi problemi.

Molti concittadini rischiano di non ricevere i documenti necessari o di non riceverli in tempo e la Cgil rivolge loro un invito a richiedere ad Ambasciate e consolati di poter esercitare un loro diritto costituzionale.

Per questa ragione la CGIL, sulla base delle decisioni del suo Comitato Direttivo Nazionale, impegna tutte le sue strutture a lavorare per la pi˜ ampia partecipazione al voto, fornendo una diffusa informazione  sia direttamente che attraverso contatti ed intese, in Italia ed all'estero, con la FIEI ( Filef - Santi ) cui Ë legata da un patto di collaborazione e con tutte le associazioni e circoli  di ispirazione democratica attivi nellíemigrazione. L'obbiettivo concreto Ë quello di contattare il maggior numero possibile di connazionali per invitarli a votare, di realizzare confronti ed assemblee e di intervenire sulla stampa e sugli strumenti d'informazione in lingua italiana.

La Cgil Ë convinta  che la strada Ë quella delle riforme legislative i cui contenuti non possono essere quelli indicati dal governo, ma quelli sostenuti dai cinque milioni di firme  raccolte fra i lavoratori italiani dalla CGIL e consegnate al Parlamento.

L'Italia ha bisogno che si arrivi in tempi rapidi alla riforma degli ammortizzatori sociali, all'estensione dei diritti all'universo delle collaborazioni coordinate e continuative, ai lavoratori delle imprese minori ed anche ai connazionali all'estero a partire da quanti si trovano nella condizione di bisogno.

Quella della Cgil non Ë una scelta tattica e la campagna per il referendum dovrý essere l'occasione per fare conoscere sempre meglio i contenuti delle nostre proposte e per fare crescere attorno ad esse il consenso necessario.

D'altra parte oggi non ha pi˜ senso discutere in astratto e ci si deve confrontare con la realtý di un referendum sull'estensione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori contro i licenziamenti ingiustificati ai lavoratori delle aziende con meno di 16 dipendenti i cui risultati riguarderanno anche la CGIL, la sua strategia e le persone che essa rappresenta.

Il voto del 15 Giugno Ë un appuntamento importante per dare un segnale contro l'attacco del Governo ai diritti del lavoro e LA VITTORIA DEL SI rappresenterebbe una battuta di arresto molto significativa alla strategia del centro destra, se invece dalle urne uscisse un risultato negativo si ridurrebbero oggettivamente gli spazi per quella politica dei diritti e delle tutele che la Cgil vuole perseguire con coerenza e decisione nell'interesse di tutti i cittadini in Italia ed all'estero.

p. líUfficio Italiani allíEstero                                           p. la Segreteria Confederale

Andrea Amaro                                                                Titti Di Salvo

 

AL VOTO, AL VOTO!

I due referendum italiani in votazione il prossimo 15 giugno: líestensione dellíarticolo 18 dello statuto dei lavoratori alle imprese con meno di 15 operai e líaltro sulla servit˜ coattiva dellíelettrodotto, oltre alla normale disputa politica, tipica dei referendum italiani che per forma giuridico-costituzionale sono solo abrogativi e si caratterizzano per il maquillage di schieramenti atipici e trasversali, assumono una valenza straordinaria perchÈ per la prima volta coinvolgono attivamente elettrici ed elettori residenti oltre i confini nazionali. Eí questa la novitý che potrebbe stravolgere in modo dirompente ed imprevedibile il loro esito, perchÈ porta con se uníincognita che sfugge anche ai rilevamenti díopinione e per ovvie ragioni potrebbe risultare determinante per il successo o la bocciatura dei due quesiti. Il voto allíestero Ë quindi entrato di prepotenza nella contesa politica italiana e grava di responsabilitý le forze politiche, le organizzazioni sindacali e le associazioni nazionali che nellíimmediato devono riconsiderare la propria funzione e rappresentanza ed il proprio ruolo tra le comunitý sparse nel mondo. I Democratici di Sinistra e líUlivo che nella scorsa legislatura hanno lavorato con cognizione di causa allíestensione del voto allíestero portandolo nellíanticamera dellíapprovazione parlamentare sono consapevoli che líestensione del voto ha ridato una cittadinanza completa agli eterni esclusi, e di conseguenza seguono con attenzione e rigore i lavori preparatori a questa consultazione, che a pochi giorni dallíappuntamento risulta compromettere líattendibilitý del voto stesso. Questo governo e líamministrazione hanno avuto due anni di tempo per preparare la scadenza elettorale, hanno impegnato risorse, hanno assunto 350 funzionari con il compito specifico di appianare le liste consolari e le anagrafi comunali, con il risultato che, allíestero, oltre un milione dei nuovi aventi diritto non vi parteciperý per gravi leggerezze, omissioni ed inattendibilitý delle liste elettorali. E quindi, di fronte ad una irresponsabile mancanza di informazione e di evidente disimpegno del governo, che dalla sua investitura Ë attento e legifera esclusivamente a salvaguardia delle leggi ad personam per coprire i misfatti di diversi parlamentari della maggioranza, non Ë difficile accorgersi che, oltre allíaffanno coperto a stento dalle deliranti iatture del presidente del consiglio, Ë in moto un teorema che rasenta una preconcetta strategia mirante a favorire un plateale rigetto dei quesiti referendari e quindi a favorire la posizione del governo.

Da una parte vengono sbandierati gli incessanti desideri e le anchilosate vanitý del ministro degli italiani allíestero, morbosamente interessato a piantare bandierine beatificanti dopo essere assorto a santo protettore della colonia degli italiani allíestero, dallíaltra la cruda realtý di una compagine governativa incapace di rispettare gli obblighi pi˜ elementari di garanzia e di partecipazione elettorale.

Per queste ragioni i Democratici di Sinistra in Svizzera, di fronte a questo appuntamento storico, chiedono al governo di adoperarsi testÈ, con líausilio dei mezzi díinformazione radiotelevisivi nazionali, sia per far conoscere allíestero i contenuti dei due referendum, sia le modalitý di voto in particolare a chi non ha mai votato. Nei pochi giorni che ci separano dal voto i Ds in Svizzera parteciperanno alle iniziative pubbliche promosse dai comitati promotori dei referendum, anche per far riscoprire il senso civico di una cultura politica in una comunitý votata alla spoliticizzazione, facendo di questa contingenza uníopportunitý per confrontarsi sugli stessi temi anche con le forze politiche e sindacali elvetiche. Pur ritenendo errata la forma con cui il quesito Ë stato posto e líuso politico-strumentale che si vuol fare dellíesito dellíarticolo 18, i Ds in Svizzera invitano a partecipare ai prossimi referendum, traendo ispirazioni dai canoni e dal costume delle forze di sinistra, riformiste e di progresso italiane impegnate nella costruzione di uníEuropa pi˜ giusta e solidale a partire dai diritti del lavoro.Michele Schiavone (Svizzera)

 

DIARIO TRISTE DI FINEÖAUTUNNO

Eravamo tutti in fibrillazione per i preparativi del 1 giugno ñ la prima domenica di giugno Ë una giornata particolare, dedicata, dalle famiglie italiane che risiedono in Australia, allíidea di Repubblica: quella Repubblica che ancora non hanno visto realizzata in Australia ma che ancora fa parte della memoria storica di chi Ë arrivato dallíItalia. Il Paese che li ha riconosciuti cittadini a pieno titolo, attraverso il diritto di voto e la rappresentanza diretta in Parlamento. Eppure líaria di queste ultimi giorni di maggio sta diventando pesante. I Consolati in Australia si sono trasformati in veri e propri bunker: riducono orari e servizi per fare un ultimo sforzo di aggiornamento di ciÚ che aggiornabile non Ë, gli elenchi AIRE trasmessi dal Ministero dellíInterno.

Che fine ha fatto la campagna di aggiornamento dellíanagrafe consolare avviata ñ in ritardo e male ñ ma pur sempre utile ad aggiornare qualche indirizzo e recuperare qualche ritardatario ed eliminare i passati a miglior vita ed i naturalizzati prima del 1992? Soprattutto, quale ragione per tutto questo frenetico lavoro? ñ si sono chiesti alcuni simpatici amici che mi hanno scritto una simpatica letterina.

La ragione Ë il referendum. Si parla, ormai utilizzando toni mitici, ìdi un referendum in arrivo dallíovestî, che parla di estensione dellíobbligo del reintegro anche per le aziende con meno di 15 lavoratori in caso di licenziamento senza giusta causa ñ art.18 dello Statuto dei lavoratori ñ e di abolizione della servit˜ coattiva di elettrodotto ñ non esproprio ma obbligo automatico a concedere il passaggio ai tralicci dellíelettricitý ñ quindi senza giusto prezzo ñ di cui pochi conosco la formulazione dei quesiti, di cui nessuno tra gli elettori ha ancora ricevuto informazione. Il referendum che pochi volevano, per il quale pochi voteranno in Italia, si trasformerý nel primo test ìprove tecniche elettoraliî per gli italiani nel mondo che riceveranno le schede elettorali a casa. Anche qui siamo in pieno mito. Chi riceverý le schede elettorali a casa? Attenzione a non sentirsi troppo presto ìelettoriî ed attenzione a non sentirsi troppo presto elettori per corrispondenza. Anchíio sono in attesa! Che fare se non si riceve il plico elettorale? Andare in Consolato per chiedere di averlo, naturalmente!

Dal mito alla triste realtý, invece, della signora di Melbourne che solo ieri in un incontro con il Circolo pensionati di Airport West mi chiedeva: ìSignor Fedi siamo in Australia da molti anni, siamo ancora solo italiani ma non abbiamo ricevuto nulla dal Consolatoî. Chiedo se hanno rinnovato il passaporto recentemente e mi rispondono, come sospettavo, che sono stati in Italia ventíanni fa e non hanno pi˜ rinnovato il passaporto. Mi chiedono preoccupati: ìdobbiamo votare?î. Penso per alcuni secondi ad una risposta politica e razionale e dico: ìvotare Ë un diritto ed un dovereî ñ ìvedete voiî! Mi sento un poí vigliacco ed aggiungo: ìvedete con il Consolato se riuscite a sistemare la vostra pratica senza spendere soldiî ñ anche se so che sarý un martirio, che non auguro a nessuno, provare ai cancellieri consolari di non essersi naturalizzati australiani prima del 1992! Un certificato, del costo superiore ai $50, per provare allo Stato italiano non ciÚ che evidentemente si Ë, cioË ìitalianiî, ma ciÚ che non si Ë. Speravamo che neanche la peggiore delle burocrazie consolari ñ quella che chiede un certificato per certificare la firma apposta su un certificato di buona condotta da un poliziotto addetto alle certificazioni ñ fatto vero, accaduto a Melbourne ñ sarebbe arrivata a tanto! Alla fine dico alla Signora: ìmi faccia sapere se ha problemi in Consolato e comunque non si preoccupi líultima preoccupazione ñ di questi tempi ñ Ë quella di votare per questo referendum che non avrý alcun impatto sulle nostre vite e neanche sulle nostre coscienze. Come votare? mi chiede concludendo? ìSe avrý occasione di votare, voti scheda bianca. » il miglior modo per partecipare rispettando la volontý di chi dovrý vivere queste scelte sulla propria pelle, cioË gli italiani in Italiaî.

» possibile sentirsi ancora italiani, in Australia, alla vigilia del 57esimo anniversario della Repubblica, nonostante questo marasma ed i tanti problemi che ancora attendono soluzione? Evidentemente si. La forza di questa comunitý si vede nella capacitý di guardare oltre i problemi e di costruirsi sempre spazi di democrazia e partecipazione anche quando gli ostacoli sembrano sorgere dal nulla e, qualche volta, sembrano costruiti ad arte. In questíautunno australiano, povero di piogge, la comunitý italiana díAustralia rimane legata, come foglie autunnali, ad un senso alto di Stato e di Repubblica. Ma tutti sappiamo che fine fanno le foglie autunnali!

Buona fortuna.

Marco Fedi, possibile elettore per corrispondenza (Australia)

 

REFERENDUM: PER GLI ITALIANI IN BRASILE UN MOTIVO IN PIUí PER VOTARE SIí

Lo Statuto dei Lavoratori promulgato nel maggio 1970 Ë stato un pilastro essenziale delle conquiste del mondo del lavoro in Italia e un fattore importante dello sviluppo del paese. Pilastro delle conquiste dei lavoratori perchÈ ha fatto entrare nei luoghi di lavoro la democrazia introducendo diritti fino a quel momento impensabili: assemblee retribuite, referendum, elezione dei rappresentanti sindacali delle maestranze e divieto per gli stessi di essere trasferiti di reparto, divieto di adibire i lavoratori a mansioni di contenuto professionale inferiore alle proprie, permessi per svolgere l'attivitý sindacale, tutela contro le iniziative antisindacali, regole sulle sanzioni disciplinari, bacheche per affiggere la stampa sindacale, reintegra nel posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa. Lo Statuto ha rappresentato anche una spinta allo sviluppo del sistema produttivo e del paese nel suo complesso aumentando la forza contrattuale delle organizzazioni sindacali e imponendo in questo modo alle imprese di abbandonare il sistema fino ad allora esistente di bassi salari e di orari di lavoro fra i pi˜ elevati in Europa. L'articolo 18 dello Statuto, su cui si terrý il referendum, Ë uno dei punti essenziali di questa legge e prevede la possibilitý che il lavoratore licenziato senza giusta causa possa essere reintegrato nel sul posto di lavoro. Questa tutela forte contro i licenziamenti, come altre parti importanti dello Statuto, si applica solo nelle aziende che occupano nello stesso comune pi˜ di 15 dipendenti o pi˜ di 60 dipendenti globalmente. Nelle aziende dove non Ë applicabile la reintegra nel posto di lavoro, il lavoratore licenziato senza giusta causa riceve un indennizzo monetario, in genere oscillante fra le 2,5 e le 6 mensilitý. Il governo di centro destra nel corso di tutto il 2002 ha fatto di tutto per imporre modifiche in peggio all'articolo 18 dello Statuto scelto come terreno di attacco al movimento dei lavoratori e di spaccatura dell'unitý sindacale; nonostante scioperi e manifestazioni come da anni non si vedevano in Italia l'ottusitý del governo ha portato alla firma di un accordo separato con le firme di Cisl e Uil e l'isolamento della Cgil, fatto che rappresenta il vero obiettivo politico di Berlusconi. In questo accordo, denominato "Patto per l'Italia",  si prevede la possibilitý di non contabilizzare i nuovi assunti nel numero di dipendenti da tenere in considerazione per l'applicazione dell'articolo 18 dello Statuto. Il referendum del 15 giugno ha per tema l'estensione della reintegra nel posto di lavoro anche alle aziende con meno di 15 dipendenti. Si puÚ anche condividere l'opinione che il referendum non Ë lo strumento migliore per modificare materie tanto complesse e delicate le quali, in teoria, dovrebbero essere  riservate alla negoziazione fra le parti sociali, rappresentanti dei lavoratori e delle imprese. Ma, detto questo, cosa fare? Il governo di centro destra si Ë giý chiaramente espresso per il no. Chi sta dalla parte della tutela degli interessi dei lavoratori e del paese non puÚ che votare e votare sÏ. Chi fa allarmismo Ë in malafede: nei 33 anni trascorsi dalla nascita dello Statuto dei Lavoratori  le imprese si sono abituate a non licenziare senza giusta causa e a rispettare maggiormente i diritti dei dipendenti mentre il sistema Italia Ë progredito. Per chi abita in Brasile esiste un motivo in pi˜ per votare sÏ: vogliamo che la comunitý italo brasiliana dia un segnale chiaro di voler cambiare in meglio la legislazione sui temi del lavoro in Brasile, uno dei punti programmatici del governo Lula. Votare all'estero Ë  importante anche perchÈ Ë il primo voto che siamo chiamati a esprimere dove abitiamo e non possiamo mancare all'appuntamento. Meglio votare e votare in bianco se proprio qualcuno ha le idee confuse che non votare. Questo referendum Ë anche un teste di quanto la comunitý italiana all'estero Ë veramente interessata al diritto di voto. E' evidente che la vita di noi che abitiamo all'estero non sarý direttamente influenzata dal risultato del referendum; ma Ë importante votare sÏ per sostenere i nostri connazionali che abitano in Italia, i nostri parenti e amici, che sarebbero danneggiati, se vincesse il no al referendum, da una ondata conservatrice contro i diritti dei lavoratori.

Andrea Lanzi (Forum Brasile)

 

REFERENDUM ñ AMORETTI (INCA): ìCOERENTE LA POSIZIONE DI COFFERATIî

Intervenendo al convegno ìArticolo 18: il Referendum sbagliatoî, organizzato dal quotidiano ìIl Riformistaî, Aldo Amoretti, Presidente dellíINCA CGIL ha dichiarato: ìÖtrovo coerente la posizione assunta da Cofferati sul Referendum, essa Ë conseguente con le cose da lui sempre sostenute sullíargomento. Non coerente Ë, invece, il Direttivo della CGIL che, nella sua maggioranza, pur contrario al Referendum, sceglie il SI, fondando tale scelta con argomentazioni quali ìÖi lavoratori non comprenderebbero una scelta diversaÖî, oppure ìÖtanto non si raggiungerý il quorumÖî. Il tutto con il ìconforto della Consulta Giuridica CGIL, che inventa, per líoccasione, una improbabile ìsinergiaî tra la proposta di legge CGIL ed il SI al Referendum.

 

MAR DEL PLATA: PROTESTA DELLA COMUNITAí ITALIANA ARGENTINA SUI FONDI REGIONALI DI EMERGENZA

Con lettera inviata allíAmbasciatore díItalia in Argentina, Dott. Roberto Nigido, Adriano Toniut, Consigliere CGIE per líArgentina e Raffaele Vitiello, Presidente COMITES di Mar del Plata protestano per la diversa destinazione dei fondi regionali di emergenza adottata dallíUnitý di Coordinamento Stato-Regioni-PA-CGIE-Ministero Italiani nel Mondo per aiutare gli italiani indigenti della Repubblica Argentina.

Scrivono Toniut e Vitiello:

ìFacciamo riferimento alla decisione adottata dallíUnitý di Coordinamento Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE-Ministero per gli Italiani nel Mondo, in data 16 aprile, la quale stabilisce che i fondi regionali di emergenza per aiutare gli indigenti della Repubblica Argentina siano destinati a:

ñ Sostegno del progetto UNICEF di Tucuman

- Acquisto di attrezzature per gli ospedali italiani in Argentina.

ìIn merito a questa decisione, ci sia consentito di esprimere alla S.V. nella sua veste di Presidente dellíUnitý Tecnica, la nostra formale protesta per il destino che si pretende dare ai fondi che in principio erano stati assegnati ai nostri connazionali bisognosi.

ìPur consapevoli  delle necessitý esistenti nella Provincia di Tucuman e negli ospedali italiani, ci preme segnalare che questi interventi, nella maggior parte dei casi, non raggiungono gli italiani indigenti ai quali, originalmente, erano destinati. Vogliamo altresÏ ricordare che gli ospedali italiani, molti dei quali portano solamente il nome, tranne limitate eccezioni, non prestano attenzione gratuita agli italiani indigenti; díaltra parte, detti ospedali non si trovano in tutta líArgentina.

ìDi fronte a questa grande situazione ñ proseguono i due rappresentanti della comunitý italiana in Argentina ñ preghiamo codesta Ambasciata díinformare líOn.Mirko Tremaglia, Ministro degli Italiani nel Mondo, affinchË si riveda la decisione presa, rispettando líordine del giorno approvato dalla Commissione Continentale Latinoamericana riunitasi a Montevideo dallí8 al 10 c.m. (v. ìDocumentazioneî di questo stesso Notiziario, ndr), la quale ha deciso che i fondi raccolti vengano immediatamente distribuiti per i casi di emergenza individuati dallíUnitý di Crisi operante in Buenos Aires, evitando cosÏ, una grande frustazione ai tanti connazionali che hanno richiesto líaiuto con la conseguente persistenza della grave situazione in cui sono immersi.

ìLa presente richiesta viene sottoscritta anche dai rappresentanti delle varie istituzioni italiane della circoscrizione consolare di Mar del Plata.

ìRiceva con líoccasione i nostri pi˜ cordiali saluti. Adriano Toniut, Consigliere CGIE, Raffaele Vitiello, Presidente COMITESî.

Seguono le firme dei rappresentanti delle istituzioni. 

 

CONVEGNO CNE: "LE COMUNITAí MIGRANTI TRA ISTITUZIONI E SOCIETAí CIVILEî

Il 20 maggio 2003, presso la Biblioteca del CNEL, in Roma, ha avuto luogo il Convegno della Consulta Nazionale dellíEmigrazione sul tema ìLe comunitý migranti tra istituzioni e societý civileî.

L'associazionismo in emigrazione inteso come organizzazione di chi non per scelta ma per necessitý di vita ha lasciato l'Italia, associazionismo come indispensabile collegamento di rappresentanze, di solidarietý degli italiani ovunque presenti nel mondo.

Quindici sono le Associazioni aderenti alla C.N.E. a livello nazionale, mentre all'estero ci sono circa 4500 tra Associazioni, Centri culturali, Club etc. che vogliono dialogare, trovare luoghi e tempi d'incontro con la comunitý nazionale, con le comunitý regionali.

Tonino Inchingoli, a nome dell'ufficio di presidenza della C.N.E., ha introdotto i lavori del Convegno, sostenendo l'urgenza di "un tavolo permanente degli italiani all'estero Ö e la necessitý di guardare al processo di globalizzazione Ö che rappresenta una terribile sfida per le tante nazioni e quella italiana in particolare: una sfida da cogliere nei vari aspetti positivi".

Inchingoli, continuando, sottolinea "la pressante urgenza del problema dell'emigrazione di ritorno Ö problema drammatico per i figli di chi Ë immigrato in Argentina, Brasile e Sud America in genere".

La relazione pone all'attenzione dell'uditorio la problematica sulle migrazioni, sulla lingua e cultura italiana nel mondo, sull'informazione, sugli organismi rappresentativi e istituzionalizzati dell'emigrazione, COMITES e CGIE, e sul diritto di voto degli italiani non residenti.

Concludendo, Inchingoli afferma: "le Associazioni, per tramite della Consulta, continueranno ad avere quel ruolo originale e storico per le politiche migratorie dell'Italia, nella consapevolezza dei mutamenti che l'evoluzione dei tempi determina con la libera circolazione europea Ö le associazioni saranno le componenti vive per la costruzione della nuova Europa".

Sono seguite le comunicazioni: Marco Livia, direttore dell'Istituto di ricerche educative e formative, sottolinea il tema della partecipazione dei giovani di origine italiana che vivono all'estero, che vogliono essere protagonisti dell'associazionismo e non solo ospiti. Chiedono di poter studiare la lingua italiana, vorrebbero capire la politica italiana e vogliono spazi e luoghi dove cominciare un cammino che li porti verso l'Italia.

L'emigrazione Ë cambiata. Le nuove migrazioni sono diverse rispetto al passato: si viaggia per studiare, per frequentare master usufruendo di programmi europei, come l'Erasmus. Ci si inserisce meglio nelle societý ospitanti.

Il Professor Enrico Pugliese, direttore dell'Istituto di ricerche sulla popolazione del C.N.R., parla di un paese di emigrazione divenuto nel tempo Paese di immigrazione. Il numero degli italiani all'estero Ë comunque superiore a quello degli immigrati in Italia.

La tavola rotonda su "Il ruolo delle associazioni nel processo partecipativo", coordinata da Don Gaetano Parolin, Presidente del CSER, viene introdotta dal Dott. Adriano Benedetti, direttore generale per gli italiani all'estero del MAE: "gli italiani all'estero non hanno mai avuto, cosÏ come ora, la percezione di essere valorizzati dalla madre-patria, e ciÚ anche in ragione del diritto di voto".

Gli italiani hanno trasferito in Italia buona parte dei loro guadagni, si calcola, secondo stime documentate, di un trasferimento annuale di circa 191 miliardi delle vecchie lire di valute estere. Un'emigrazione che, mantenendo valori e identitý, si Ë fatta protagonista dello sviluppo delle nazioni del Sud America, "aiutati anche dal fenomeno dell'associazionismo, che ha permesso la creazione di un reticolo di collegamenti, senza l'associazionismo non si mantiene l'identitý italiana".

Infine Benedetti ha sottolineato come per l'identitý "il voto all'estero sia una conquista di enorme importanza. In questo senso il referendum, nonostante i risultati, dimostrerý quanto sia importante la partecipazione".

L'onorevole Giovanni Bianchi, Presidente del Comitato Parlamentare degli Italiani all'Estero della Camera, ha sottolineato la rilevanza del ruolo che ancora deve svolgere l'associazionismo. Trovare un raccordo perchÈ nell'azione si abbia una capacitý unitaria superando gli ostacoli. La caduta delle torri ci ha detto che il mondo Ë diverso, non siamo pi˜ in presenza di una economia globalizzata ma di una nuova strategia, una ricerca per un governement mondiale. "Non ha pi˜ luogo la politica degli Stati, il mondo Ë in un gran disordine".

Le regioni e l'associazionismo sono l'anima della democrazia. PerchÈ la cittadinanza italiana sia piena non Ë solo la ricerca di uno stato sociale ma Ë trovare le vie per l'uguaglianza dei diritti.

Il senatore Riccardo Minardo, Presidente del Comitato Parlamentare del Senato, ritiene fondamentale la collaborazione tra Associazioni e Istituzioni: Parlamento e Governo.  "Le associazioni hanno un ruolo nella trasmissione dei valori e delle tradizioni culturali italiane. Le istituzioni oggi tengono in forte considerazione le comunitý italiane all'estero grazie alla battaglia per il voto. Anche se - ha ammesso- con il diritto di voto non si risolvono tutti i problemi".

Franco Narducci, Segretario Generale C.G.I.E., sottolinea il ruolo fondamentale per la partecipazione dell'associazionismo di qualsiasi tipo, di qualsiasi genere. "Il fenomeno delle associazioni, dei club, si Ë sviluppato all'interno delle diverse aree di emigrazione, con caratteristiche proprie. La valorizzazione del patrimonio culturale italiano avviene all'interno delle universitý Ö la lingua italiana bisogna mantenerla, poichÈ trasmette valori, valenza economica, cultura, un legame forte con l'Italia".

Il Ministro Mirko Tremaglia, intervenendo nel dibattito, ha sottolineato che le comunitý italiane residenti all'estero hanno percorso strade differenti e presentano una notevole varietý di situazioni: "io non rappresento una parte ma ci sono per risolvere i problemi e per superarli occorre trovare unitý. L'emigrazione italiana oggi Ë una forza straordinaria Ö l'Italia si accinge al semestre di presidenza della Ue, a questo scopo, ho chiesto l'istituzione di un Osservatorio sui problemi di due milioni di cittadini italiani in Europa che spaziano dalle professioni alla disoccupazione Ö Ë la storica prima volta del voto agli italiani. Agli italiani nel mondo dico votate come volete ma andate a votare. E' un occasione da non perdere".

Il Ministro Ë tornato ancora una volta a scorrere i maggiori successi ottenuti in due anni di attivitý dal suo Ministero.

Intervenendo, Piero Puddu, Presidente dell'Istituto Nazionale Fernando Santi, ha sottolineato il nuovo ruolo dell'associazionismo nella realtý del regionalismo della devolution, "la sovrapposizione tra etnie e nazionalitý, col diritto di cittadinanza della nuova Europa".

(P.P.)

 

BRUXELLES: CONVEGNO DEI MARCHIGIANI SULLíEMIGRAZIONE IN EUROPA

Il 17 maggio si Ë tenuto presso la rappresentanza della Regione Marche a Bruxelles, un ìConvegno sulla emigrazione in Europaî, al quale hanno partecipato numerosi rappresentanti delle associazioni e delle organizzazioni marchigiane operanti tra gli Italiani allíEstero e una delegazione di amministratori comunali e provinciali. Il dibattito Ë stato condotto dagli organizzatori dallíItalia della Federazione, on. Renato Bastianelli ed Emilio Berionni, presidente della Consulta Regionale per líEmigrazione delle Marche. Il convegno Ë stato aperto da Giancarlo Vilella (consulente parlamentare DS-PSE), che ha parlato della Costituzione dellíUnione, approfondendo aspetti della cittadinanza europea  di particolare interesse per gli italiani residenti nei Paesi dellíUnione, quali il divieto di discriminazione sulla base della nazionalitý, líobbligo istituzionale di garantire alle associazioni e alle organizzazioni i mezzi  per interagire con la vita politico-sociale dell'Unione, la garanzia del diritto di libera circolazione delle persone, la possibilitý di fruire allíestero, laddove non siano presenti rappresentanze del proprio Paese, della tutela diplomatica di altri Stati-membri. Elisabetta de Costanzo, consigliere del CGIE-Germania, ha quindi trattato le questioni concernenti la riforma dei Comites e del CGIE, la politica di promozione linguistico-culturale, il voto allíestero, la tutela e la previdenza sociale, sulle quali il Consiglio Generale degli Italiani allíEstero ha focalizzato i propri lavori nelle ultime Assemblee plenarie.

Nel corso del dibattito Ë emersa la preoccupazione tanto dei rappresentanti delle associazioni allíestero quanto degli amministratori marchigiani per le disfunzioni e i ritardi registrati nelle procedure che dovrebbero consentire agli italiani residenti fuori díItalia di esprimersi in merito al referendum del 15 giugno. Anche lo stato díavanzamento della riforma degli organi di rappresentanza degli italiani allíestero Ë stato motivo di scontento: i presenti hanno criticato in particolare líomissione nel disegno di legge del Governo degli aspetti innovativi proposti dal CGIE concernenti le funzioni di indirizzo, di controllo, di rappresentanza e le garanzie finanziarie di funzionamento dei Comites.

Nel ribadire il ruolo centrale delle Regioni e delle associazioni regionali nel processo di integrazione europea, i partecipanti hanno poi sollecitato líintensificazione dellíopera di raccordo attuata dalla Conferenza Stato-Regioni-PA-CGIE e sollevato critiche alla recente legge sullíassociazionismo. Renato Bastianelli ha sottolineato líesigenza di un pi˜ forte impegno istituzionale affinchÈ le associazioni regionali operanti allíestero possano svolgere, sulla base di risorse adeguate, il proprio ruolo di promozione della partecipazione e dello scambio interculturale ed economico.

Gli esiti del dibattito sono stati riassunti nellíOrdine del Giorno che pubblichiamo a parte. 

 

BRUXELLES: ODG APPROVATO DAL CONVEGNO

I partecipanti al convegno sulla emigrazione europea promosso dalla Federazione Regionale delle Associazioni ed Organizzazioni operanti tra gli Italiani allíEstero (Bruxelles, 17 maggio 2003) al termine del dibattito,

PRESO ATTO dei ritardi e dei problemi organizzativi concernenti líapplicazione della legge sul diritto di voto per corrispondenza agli italiani allíestero (approntamento dellíindice anagrafico unificato ed attivazione di un capitolo ad hoc),

CHIEDONO che venga accolto líordine del giorno presentato dal CGIE (AP dellíaprile 2003) in merito al piano di informazione e di contatto per le prossime scadenze elettorali,

VALUTATO il ruolo strategico delle Regioni e degli Enti locali per líintegrazione sociale, economica e culturale delle comunitý italiane allíestero,

CHIEDONO che la Conferenza permanente Stato-Regioni-Province Autonome ñ CGIE si riunisca almeno quattro volte allíanno, in occasione di riunioni, previste per legge, del Comitato di Presidenza del CGIE.

PRESO ATTO della necessitý di valorizzare il ruolo degli organismi rappresentativi delle comunitý italiane allíestero,

CHIEDONO che nellíiter di riforma delle leggi su COMITES e CGIE nel dibattito parlamentare le forze politiche recepiscano in emendamenti corrispondenti le indicazioni fornite in merito dal CGIE.

SOLLECITANO la riforma in materia, considerandola presupposto necessario e irrinunciabile per il rinnovo dei suddetti organismi.

RIBADENDO il ruolo centrale che le associazioni sono in grado di svolgere nel processo di sviluppo di societý inetrculturali,

CHIEDONO che siano messi a loro disposizione tutti gli strumenti ed i mezzi necessari affinchÈ possano interagire concretamente con la vita politico-sociale e culturale del paese di residenza, di provenienza e dellíUnione.

Infine i partecipanti esprimono líauspicio che i lavori della Convenzione per il riassetto dei Trattati dellíUnione europea, procedano nel senso della effettiva applicazione dei principi ispiratori dellíUnione, con particolare riferimento  a quelli di cittadinanza, democrazia, tutela sociale e non discriminazione, anche attraverso líelaborazione e líentrata in vigore della Costituzione europea.

 

MONTEVIDEO: OMAGGIO AD ALBERTO SORDI

Organizzato dalla Associazione Marchigiani nel Mondo ñ sezione Uruguay ñ ha avuto luogo nella sala dellíIstituto Italiano di Cultura  di Montevideo un omaggio ad Alberto Sordi con la proiezione del film ìUn americano a Romaî. Presenti un pubblico numeroso e il critico cinematografico Alvaro Sanjurjo Toucon.

LíAssociazione Marchigiana dellíUruguay, Ë una tra le pi˜ attive nellíambito della comunitý italiana. Essa svolge, sotto la guida della presidente Anna Claudia Casini, di un attivo Consiglio Direttivo e di una efficiente Commissione di Giovani,  una importante attivitý in ambito sia  culturale che sociale e sportivo.

 

I DS DEDICANO LA SALA RIUNIONI DELLA SEGRETERIA A WILLY BRANDT

Nel maggio del 2003 cade il 140ƒ anniversario della fondazione del Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD).

I Democratici di Sinistra intendono celebrare questa ricorrenza dedicando la Sala delle riunioni della Segreteria nazionale del partito a Willy Brandt, che Ë stato per molti anni leader della SPD e Presidente dellíInternazionale Socialista.

Alla cerimonia che si Ë tenuta a Roma giovedÏ 22 maggio, alle ore 11,30 presso la Direzione nazionale dei DS, via Palermo 12, sono intervenuti Michael Braun, Direttore dellíUfficio per líItalia della Fondazione Friedrich Ebert. Presente il Segretario nazionale dei Ds, Piero Fassino.

Nel corso dellíevento Ë stata presentata una serie di iniziative che i Democratici di Sinistra organizzeranno nel corso del 2003, assieme alla Direzione nazionale della SPD e alla Fondazione Friedrich Ebert, sulla storia e le politiche della socialdemocrazia tedesca.

 

ISF  E REGIONE TOSCANA PRESENTANO A BRUXELLES IL RAPPORTO SULLA LIBERTAí DíINFORMAZIONE

Un appello allíEuropa ad operare una maggiore pressione nei confronti dei paesi ex-sovietici, e segnatamente dei tre facenti parti del Consiglio díEuropa (Russia, Bielorussia e Ucraina) perchÈ sia rispettata la libertý díinformazione: per questo Informazione senza frontiere (Isf) e Regione Toscana sono venute a Bruxelles, in Parlamento Europeo, a presentare il Rapporto sulla libertý díinformazione nelle repubbliche dellíex Urss (ìLa Lunga notte dellíEstî), edito dallíOsservatorio internazionale sulla libertý díinformazione (Oli), in collaborazione con Fnsi, Arci e Acli, curato da Stefano Neri, con introduzione del presidente della Regione Toscana Claudio Martini e presentazione di Vittorio Strada. LíOsservatorio rappresenta il frutto del lavoro congiunto di ISF e della Regione Toscana. Alla presentazione odierna, coordinata dal giornalista de ìla Repubblicaî Andrea Bonanni, sono intervenuti il presidente dellíArci Tom Benetollo, líassessore alla comunicazione della Toscana Chiara Boni, il direttore dellíInternational Federation of Journalists (Ifj) Oliver Money-Kyrle, líeuroparlamentare Guido Sacconi, il presidente e il segretario di Isf, Carlo Umberto Salticchi e Stefano Marcelli.

ìLa Regione Toscana - ha detto Chiara Boni ñ auspica che da questa iniziativa possa uscire rafforzata la pressione europea su questi paesi perchÈ finalmente si adeguino alle pi˜ elementari regole di una moderna democrazia, di cui la libertý díinformazione Ë il presupposto stessoî. Questo perchÈ, ha proseguito líassessore, ìsiamo convinti che líEuropa non possa limitarsi ad essere una semplice area di libero scambio, ma debba essere uníunione di paesi che condividono alcuni grandi principi fondamentali: la pace, la libertý, la democrazia, il rispetto delle diversitý religiose e culturaliî.

I rappresentanti di Isf e Ifj hanno annunciato un comune impegno nei confronti dellíUcraina, volto a rafforzare e garantire il rispetto della libertý díinformazione in quel paese.

Nel corso dellíiniziativa Isf ha presentato anche un appello in favore di Gadmend Kapllani, il giornalista di origine albanese vissuto per 12 anni da immigrato in Grecia, editorialista del pi˜ famoso quotidiano greco (ìTa Neaî) e programmista della Greek Public Radio, che si Ë visto questíanno rifiutare il rinnovo del visto di soggiorno in quanto ìpericolo per líordine pubblico e per la sicurezza nazionale della Greciaî. Il fatto che le autoritý greche, nonostante la Grecia sia firmataria della Convenzione europea per i diritti umani, non abbiano finora portato a conoscenza del giornalista alcuna prova a sostegno delle loro accuse, porta Isf a concludere che Kapllani ìsia stato preso di mira per le sue origini e per aver difeso i diritti degli immigrati. La Grecia detiene attualmente la Presidenza dellíUnione Europea ñ ricorda ancora ISF nel suo appello -. Il governo ha fatto dellíimmigrazione in Europa uno dei principali punti della sua agenda. Il trattamento del caso di Kapllani lascia seri dubbi sulla buona fede del governo greco su questo argomentoî.

 

CONCLUSO IL CICLO DI INCONTRI SULLíEMIGRAZIONE A CALALZO

Si Ë concluso il 23 maggio il progetto ìDialogando tra le montagneî, realizzato dallíAssessorato alla cultura del Comune di Calalzo e specificatamente dallíass. Michele Carbogno, in collaborazione con la Regione del Veneto, líAssociazione ìInsieme a  Calalzoî e líAssociazione Bellunesi nel Mondo. Dopo gli incontri dedicati a ìLe diverse realtý dellíemigrazione venetaî, ìGli italiani in America ñ esperienze a confrontoî, a conclusione del ciclo, cíË stato líincontro sul tema ìAurora degli Italiani ñ storie di emigrazione del vecchio continenteî. Líiniziativa ìDialogando tra le montagneî ha proposto un approccio culturale e operativo con le varie realtý dellíemigrazione nel mondo, in particolare quella cadorina, e si Ë accompagnata allíapertura di uno ìSportello informativoî per gli emigranti o loro discendenti che rientrano in Cadore. Per líABM alla conferenza del 23 maggio Ë intervenuto il Presidente dellíAssociazione.

 

MAULUCCI (CGIL): CRESCE LíINFLAZIONE GRAZIE ALLA POLITICA DEL GOVERNO

ìIl governo Berlusconi conquista per líItalia un bel primato  in Europa: la crescita costante e inarrestabile dei prezziî. Eí quanto afferma Marigia Maulucci, segretaria confederale Cgil, commentando i dati resi noti dallíIstat secondo cui líinflazione di aprile registra un aumento dello 0,2%, attestandosi sul 2,7% annuo, che ñ osserva Maulucci ñ ìcorrisponde al doppio dellíinflazione programmataî.

ìSi allarga ñ spiega la dirigente sindacale ñ il divario con gli altri paesi europei che registrano contrazioni dei prezzi e soprattutto continua ad allargarsi la forbice tra inflazione e retribuzioni per via di contratti da chiudere o chiusi male, senza il recupero dellíinflazione reale, come il contratto dei metalmeccanici firmato da FIM e UILM dimostra.

 

PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

Non c'Ë dramma individuale da raccontare, c'Ë un dramma collettivo da conoscere e su cui sviluppare una immediata iniziativa politica. Nella mia visita in Venezuela ho parlato con tanti italiani, campani, veneti, umbri, abruzzesi, lucani, calabresi, italiani del Sud, del Centro e del Nord, giovani e anziani. Non ho trovato una persona che non mi abbia esplicitato con dovizia di dettagli, lo stato di precoma in cui versa il Venezuela, nel quale sono coinvolte centinaia di imprese italiane e migliaia di famiglie italiane. Non uso toni enfatici. In questi mesi, giustamente, Ë partita una gara di solidarietý verso il popolo argentino. Il Governo e il Parlamento italiano hanno previsto un sostegno di 100 milioni di Euro, le Regioni si sono attivate. Noi Democratici di Sinistra e la Sinistra Giovanile abbiamo lanciato la campagna per i "Ninos". Il Venezuela e la tragedia in cui versa la comunitý italiana Ë rimasta in un cono d'ombra. » ora di accendere i riflettori. In Venezuela si somma emergenza politica, emergenza sociale ed emergenza economica. Inflazione galoppante, disoccupazione che sfiora il 50%, riduzione del PIL, collasso delle piccole e medie imprese, vanno di pari passo al diffondersi di criminalitý e di insicurezza, e si accompagnano ad una allarmante attenuazione dei diritti civili. Il Governo del Presidente Chavez, nato dal fallimento delle precedenti classi politiche e dalla reazione popolare al cancro della corruzione, appare tanto incline alla verbositý demagogica e radicaloide, quanto incapace, per dolo o per colpa, ad affrontare queste sfide. Per le personalitý culturali e politiche che abbiamo incontrato, dagli intellettuali Consalvi e Marquez, allo storico Caballero, ai giornalisti Pasquali e Bafile, al noto vignettista Zapata e per le forze politiche dell'opposizione democratica di centro sinistra e di destra, tutto questo non Ë figlio del caso. C'Ë un lucido e perverso disegno che mira a scardinare la classe media, a utilizzare la leva petrolifera per intavolare "buoni" rapporti con Governi di destra e di sinistra nel mondo, a irrobustire il controllo militare, per occludere gli spazi del dissenso che Ë maggioritario nel Paese. Mentre tenta di accreditarsi come l'uomo dei poveri, il difensore degli oppressi, l'oracolo di un neoterzomondismo tanto insidioso quanto fallace, Chavez starebbe portando la Nazione al disastro.                Non meno grave Ë la situazione della sicurezza individuale e collettiva. Ad oggi ci sono 22 italiani che risultano scomparsi perchË rapiti dalla malavita, e centinaia di persone sottoposte a taglieggiamenti, a minacce, a tentativi di sequestro. Questo mi hanno detto in tanti. Occorre fermare questa deriva! E la comunitý internazionale non puÚ mantenere un atteggiamento distratto. L'Italia, colpevolmente fuori dal gruppo dei Paesi Amici costituitosi per favorire uno sbocco democratico alla crisi venezuelana, deve adoperarsi per sostenere l'azione dell'Organizzazione degli Stati Americani e della Fondazione Carter tesa a ristabilire una situazione di certezza democratica. E l'Unione Europea deve spingere affinchÈ affinchÈ venga consentito lo svolgimento del referendum revocatorio, previsto dalla Costituzione Venezuelana, che dirý se il Presidente Chavez ha ancora il consenso della maggioranza dei cittadini. E deve garantire che il referendum si tenga in condizioni di piena legalitý e correttezza. Ogni tentennamento, ogni ritardo potrebbe essere fatale per una grande Nazione in cui continuano a vivere centinaia di migliaia di italiani.

(Gianni Pittella)

 

UN RICORDO DI LUIGI GAIANI

Luigi Gaiani ci ha lasciati. Eí morto nella sua casa di Bologna, allíetý di 93 anni.

Gaiani ha legato il suo nome, oltre che alle vicende dei primi anni della Liberazione, alla fondazione della FILEF, nel 1967, con Carlo Levi, quando era senatore della Repubblica. Egli prese parte alla prima stesura dello Statuto della Filef. Promosse poi, nella quinta legislatura, con altri senatori, líavvio della politica nuova dellíemigrazione.

Qui vogliamo ricordarlo con alcuni documenti e scritti (che pubblichiamo in ìDocumentazioneî) per dargli ancora una volta la parola e farlo cosÏ rivivere nel modo che ci sembra pi˜ adeguato.

Fu il primo Segretario Generale della Filef con Carlo Levi Presidente. LasciÚ Roma a fine 1969 con il secondo congresso e rimase nella Direzione centrale per molti anni, fino al 1980, sempre attivo e prezioso, ancora per anni, anche come Presidente della Filef dellíEmilia Romagna. Con Gaiani fu avviata la politica delle immigrazioni interne con la Prima Conferenza di Reggio Emilia (1974).

La Presidenza della Filef partecipa oggi la sua scomparsa con il pi˜ profondo affetto, con il cordoglio e grande riconoscenza, e ancora rivede fra noi Gaiani vivo e dinamico.(G.V.)

 

REGGIO EMILIA: SEMINARIO ITALO-TEDESCO SULLíEMIGRAZIONE

Dal 19 al 23 maggio si Ë svolto un interessante seminario organizzato per iniziativa delle organizzazioni sindacali e sociali tedesche che si occupano di emigrazione, in collaborazione con líISTORECO di Reggio Emilia, per approfondire realtý ed esperienze dellíimmigrazione in Italia.

Operatori e dirigenti di varie istituzioni provenienti da Francoforte, Wiesbaden, Butzbach, Offenbach, Hannover, Daxweiler, Weiterstadt. Fra di loro anche due emigrati italiani (uno dei quali presidente attualmente della Consulta degli immigrati presso il Comune di Hannover), giý attivi anche nelle associazioni Filef in Germania.

Il seminario Ë stato introdotto da Marta Murotti, presidente regionale della Filef, che ha fornito i dati dellíemigrazione italiana in etý contemporanea e valutazioni e notizie sulle motivazioni, i periodi, i caratteri di un fenomeno tra i pi˜ importanti del nostro Paese, cosÏ spesso ignorati e sottovalutati. Inoltre ha fornito i dati relativi allíimmigrazione, argomento approfondito nel corso dello svolgimento del seminario.

Sulla introduzione della Presidente della Filef (e anche su storia e attivitý dellíAssociazione) vi sono state numerose domande e interventi. Alla fine della discussione tutto il Gruppo si Ë recato nella vicina sede dellíUfficio Stranieri della Questura di Reggio Emilia, per constatarne direttamentre il tipo di presenze e lí ìaffollamentoî! Va detto che in Emilia Romagna i 100.000 immigrati di quattro anni fa sono diventati oggi 175.000 pi˜ 50.000 richiedenti la regolarizzazione. (M.M.)

 

Se.R.E.S.-MIGRANTES: MAZZARELLA, RICONFERMATO DIRETTORE DELLíUFFICIO PASTORALE PER I SICILIANI ALLíESTERO

Roberto Mazzarella, Ë stato riconfermato, per i prossimi cinque anni, direttore dellíufficio pastorale per i siciliani allíestero del Se.R.E.S., organismo della Conferenza episcopale siciliana.

ìLa riconferma dellíincarico ñ ha detto Mazzarella ñ avviene in un momento storico delicato per le nostre comunitý allíestero. Penso in particolare allíArgentina e al Venezuela, dove le economie di quei Paesi stentano a riprendersiÖî.

ìMa vi Ë anche tutta la questione legata allíesercizio del diritto di voto per gli italiani residenti allíestero per la quale líufficio che dirigo   negli anni scorsi ha lanciato, come si ricorderý, una grande petizione popolare che ha contribuito  alla rapida approvazione della relativa leggeî.

ìLe riforme, infine, dei COMITES e del CGIE ñ ha concluso Mazzarella ñ definiscono ancora meglio quanto saranno densi gli anni futuri e quanto importante sarý che ciascuno svolga un ruolo da protagonista.

LíUfficio che dirigo non farý mancare, come non ha fatto mancare in passato, la propria disponibilitý nel ricercare le vie che possano garantire la crescita delle nostre comunitý in Italia e allíesteroî.

 

INIZIATIVA DELLíISTITUTO SANTI SU ìANZIANI ED IMMIGRAZIONEî

LíIstituto Fernando Santi ha promosso per il 16 giugno prossimo, presso la Sala della Biblioteca del CNEL in via Davide Lubin n. 2, una iniziativa nazionale sul tema ìAnziani ed Immigrazioneî, patrocinata dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma e dallíAzienda Sanitaria Locale Roma B. La partecipazione Ë gratuita e alla conclusione dei lavori a tutti gli iscritti verrý rilasciato il certificato di partecipazione E.C.M.

Questo il programma del seminario:

Presidenza:Piero Puddu, Presidente dellíIstituto Fernando Santi

Bruna Marzucchini, Direzione Scientifica del Convegno

Ore  8.30  Registrazione dei partecipanti

Ore  9.00  Saluto delle autoritý

Vincenzo Saraceni, Assessore alla Sanitý della Regione Lazio

Raffaela Milano, Assessore alle Politiche per la Promozione della Salute del Comune di Roma

Giovanni Cosimo Speziale, Direttore Generale dellíAzienda Sanitaria Locale Roma B

Ore  9.30

ìQuale ìpresenteî e quale ìfuturoî per le generazioni anzianeî.

Vincenzo Marigliano, Direttore Cattedra Geriatria Universitý ìLSapienzaî

Ore 10.00

ìLíimmigrazione come fattore di riequilibrioî.

Carla Collicelli, Vicedirettrice del Censis

Ore 10.30

ìLe politiche per gli anziani in Europa. La rete europea per la terza etý. La realtý di Romaî.

Francesca Marchetti, Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Roma

Ore 11.00

ìI servizi sanitari e sociali per la terza etý in Canadaî.

Beatrice Provinciali, Chief Medical Officer CLSC (Centro Salute Comunitaria) di Kateri ñ Candiac, Quebec, Canada

Ore 11.30 Coffee break

Ore 12.00 Interventi preordinati

                  Betty Leone, Segretaria Generale SPI ñ CGIL

                  G. Alessandrini, Consigliere C.N.E.L. e Presidente

                  vicario organismo nazionale di coordinamento per le

                  politiche díintegrazione sociale degli stranieri

Ore 12.30

ìLíorganizzazione dei servizi per la terza etý in Lombardiaî.

Roberta Montanelli, Universitý ìBocconiî

Ore 13.00

ìUn modello organizzativo informatizzato di assistenza domiciliare in Calabriaî.

Franca Santelli, Sociologa ASL di Paola (RC)

Ore 13.30 Sospensione dei lavori

Ore 14.30

ìLa medicina transculturale e la sua applicazione in Italiaî.

Aldo Morrone, Dirigente Medico del Poliambulatorio per Immigrati dellíOspedale San Gallicano di Roma

Ore 15.00

ìLa formazione degli immigrati addetti al ìprendersi curaî: un importante veicolo culturale fra individui, popoli e generazioni. Il progetto del Comune di Romaî.

Francesco Alvaro, Dirigente del V Dipartimento del Comune di Roma

Ore 15.30

ìI servizi socio sanitari territoriali come trait díunion fra domicilio ed assistenza. Líesperienza della ASL Roma Bî.

Sandro Cervelli, Dirigente Geriatria ASL Roma B

Ore 16.00

ìLa responsabilitý delle ìbadantiî nel prendersi cura a domicilio degli anzianiî.

Augusto DíAngiolino, Medico legale, Consulente della Procura di Roma

Ore 16.30 Dibattito

Ore 17.30 Chiusura dei lavori.

Somministrazione del questionario di valutazione e consegna degli attestati.

 

DOCUMENTAZIONE

CGIE - RIUNIONE DELLA COMMISSIONE CONTINENTALE PER LíAMERICA     LATINA (Montevideo, 8-9-10 maggio 2003)

NOTA INFORMATIVA

La  Commissione Continentale per líAmerica Latina del CGIE si Ë riunita a Montevideo (Uruguay) dallí8 al 10 maggio 2003, presieduta dal Vice Segretario Generale Filomena Narducci, coadiuvata dal Segretario Esecutivo Cons. Amb. Mario Fridegotto alla presenza dei Consiglieri CGIE dellíAmerica Latina. Hanno inoltre partecipato: per il Ministero degli Affari Esteri, il Dirigente Enrico Mora, Capo Ufficio III^ della DGIEPM; in rappresentanza del Ministro  per gli Italiani nel Mondo, il Dott. Gian Luigi Ferretti, il Dott. Bruno Zoratto, il Dott. Stefano Andrini; per líINPS, il Dott. Aldo Smolizza, Presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza ed il Dott. Mauro Nori, Dirigente Generale per le Convenzioni Internazionali; oltre che a qualificati Esperti provenienti dai vari Paesi dellíarea. Sono altresÏ intervenuti líAmbasciatore díItalia a Montevideo, Giorgio Malfatti di Monte Tretto, ed il Console díItalia Pasquale Velotti.

In apertura di riunione, dopo il benvenuto del Vice Segretario Generale Filomena Narducci e líesecuzione degli Inni Nazionali díItalia ed Uruguay, ha rivolto un indirizzo di saluto líAmbasciatore Malfatti, il quale ha tra líaltro ricordato líazione del nostro Governo a favore dei Paesi latino-americani, che attraversano una grave crisi socio-economica (ne sia prova la contestuale presenza a Montevideo di una Delegazione della DGCS) ed ha sottolineato líimportanza di una partecipazione delle collettivitý italiane allíestero alla prossima consultazione referendaria, la prima a cui sono chiamate dopo la storica approvazione della Legge 459/2001.

In rappresentanza della locale Municipalitý, ha quindi preso la parola il Vice-Sindaco Alberto Rosselli. Il Dott. Mora ha portato il saluto del nuovo Direttore Generale per gli Italiani allíEstero, Amb. Adriano Benedetti, mentre il Dott. Zoratto si Ë fatto  portavoce di un caloroso messaggio del Ministro Tremaglia. Hanno fatto seguito i saluti del Consigliere dellíUruguay Angelo Del Duca,  del Console Velotti e del Cons. Fridegotto, anche a nome del Segretario Generale Franco Narducci.

Il Vice Segretario Generale ha poi illustrato ampiamente e nei dettagli líordine del giorno dei lavori, che Ë stato approvato allíunanimitý con i seguenti temi principali:

Situazione di crisi nei Paesi dellíAmerica Latina.

Rete consolare.

Assistenza e previdenza: proposta díistituzione di un assegno sociale.

Ruolo dei media dellíemigrazione in occasione di consultazioni elettorali.

Conferenza dei Giovani.

Varie ed eventuali.

Le tre giornate dei lavori hanno consentito lo svolgimento di un ampio ed approfondito dibattito sulle tematiche succitate, con numerosissimi interventi da parte di tutti i partecipanti e con vari contributi scritti, in base ai quali sono stati poi predisposti vari Ordini del Giorno, successivamente discussi ed approvati.

Nel rinviare allíinsieme della documentazione per un esame dettagliato delle questioni, si richiamano qui alcuni spunti di particolare interesse.

La situazione della crisi nei Paesi dellíAmerica Latina.

Le Delegazioni hanno illustrato la situazione dei rispettivi Paesi, dalla quale Ë emerso che la  grave crisi socio-economica che da tempo attanaglia líArgentina, si va progressivamente estendendo anche ad altre Nazioni dellíarea, in particolare Uruguay e Venezuela (dove fattori politici contribuiscono ad aggravare i problemi).

Per quanto riguarda il Fondo di Solidarietý per líArgentina, i Consiglieri CGIE membri dellíUnitý Tecnica operante a Buenos Aires hanno segnalato che i fondi regionali non sono ancora colý pervenuti ed hanno ribadito líassoluta necessitý che ciÚ avvenga al pi˜ presto e che gli stessi vengano destinati ad emergenze, per líindividuazione delle quali hanno rivendicato un proprio ruolo.

I rappresentanti di Uruguay e Venezuela hanno ribadito la richiesta che venga attivato analogo meccanismo di solidarietý per le collettivitý italiane residenti nei due Paesi (OdG n. 1).

Assistenza e previdenza: proposta díistituzione di un assegno sociale.

Gli interventi hanno evidenziato che le disposizioni dellíart. 38 della Legge Finanziaria 2003, hanno favorito i pensionati italiani residenti allíestero. Per i connazionali indigenti emigrati e non titolari di pensione, la Commissione Continentale ha ribadito líurgenza di istituire un ìassegno di solidarietýî, approvando in merito due appositi Ordini del Giorno (OdG n. 2 e n.3). Tale richiesta ha trovato una favorevole predisposizione da parte dei rappresentanti dellíINPS, partecipanti ai lavori, i quali hanno ipotizzato la creazione di una sede tecnica di approfondimento della questione, coinvolgendo tutte le Istituzioni ed Enti interessati. Tale iniziativa non deve andare a detrimento dellíassistenza diretta consolare, per la quale anzi Ë stato auspicato un potenziamento.

Rete consolare

Eí stato da tutti vivamente auspicato che i contrattisti recentemente assunti a tempo determinato, per le esigenze della rete consolare, vengano confermati in servizio per un ulteriore termine. La Commissione ha anche approvato un Ordine del Giorno (OdG n. 4) che ribadisce le richieste giý avanzate dal CGIE per líistituzione di Uffici consolari a Lima e Santiago ed ha auspicato líinnalzamento a Consolato Generale della sede di Montevideo.

Ruolo dei media dellíemigrazione in occasione di consultazioni elettorali.

Eí stato unanimemente sottolineato il ruolo indispensabile di informazione e sensibilizzazione che i media dellíemigrazione operanti allíestero svolgono al riguardo. In vista dellíimminente consultazione referendaria tali strumenti dovranno essere urgentemente dotati delle necessarie risorse, per contribuire alla pi˜ ampia partecipazione al voto.

Conferenza dei Giovani.

Nel riferire sulla Riunione tenutasi in occasione della scorsa Assemblea Plenaria, líunico Consigliere CGIE (Argentina) presente nella Commissione organizzatrice ha sollecitato un rafforzamento, nellíambito della stessa, della presenza dellíAmerica Latina, raccogliendo líadesione di altri due rappresentanti (Brasile e Venezuela). 

Varie ed eventuali

In materia di cittadinanza, la Commissione ha approvato allíunanimitý un apposito Ordine  Giorno (OdG n.5). Si chiede che venga modificata líattuale legislazione, per consentire a quanti hanno perso la cittadinanza italiana in base allíart. 8 della Legge 555/1912, di poterla recuperare prescindendo dal requisito della residenza in Italia, mediate una dichiarazione da rendersi, senza limiti temporali, in Consolato. Si chiede altresÏ la modifica della vigente normativa in materia di trasmissione della cittadinanza al figlio da parte della donna, cosÏ da superare líattuale limite del 1^ gennaio 1948. Uníulteriore richiesta Ë quella di estendere gli effetti del riacquisto della cittadinanza da parte del genitore, oltre che al figlio minorenne (come giý avviene con líattuale normativa), anche al maggiorenne. 

Per la nota questione della Scuola Italiana ìAntonio Raimondiî di Lima, la Commissione ha approvato un Ordine del Giorno (OdG n. 6) a sostegno della richiesta di restituzione della proprietý dello stabile alla locale comunitý italiana.

Sulla riforma dei Comitati degli Italiani allíEstero, líesperto per il Messico ha presentato un documento che riflette le posizioni in materia di quel COMITES (All. D)

Infine, la Commissione Continentale ha confermato di tenere la prossima Riunione a Caracas (Venezuela) dallí1 al 3 ottobre 2003.

A margine della Conferenza, Ambasciata, Consolato e COMITES dellíUruguay hanno organizzato un proficuo incontro con la numerosa collettivitý italiana, presso la ìCasa degli Italianiî di Montevideo.

ORDINI  DEL GIORNO

N. 1- FONDO DI SOLIDARIETAí A FAVORE DELLíARGENTINA

La Commissione Continentale dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a Montevideo (Uruguay), dal 10 al 12 marzo 2003,

preso atto degli sforzi del Ministro degli Italiani nel Mondo per andare incontro all¥emergenza che colpisce larghi strati di comunit· italiane in Argentina;

visto che l¥Unitý Tecnica, presieduta dallíAmbasciatore díItalia a Buenos Aires,  per i ritardi delle Regioni non È stata messa in condizioni di svolgere la propria funzione istituzionale;

chiede  che i fondi sino ad oggi raccolti vengano immediatamente distribuiti per i casi di emergenza, giý individuati dalla stessa Unit· di Crisi;

chiede che le Regioni si adoperino affinchÈ adeguati finanziamenti vengano stanziati per il crescente disagio che si Ë costretti a rilevare in Venezuela ed Uruguay.

APPROVATO ALLíUNANIMITAí

N. 2 ñ RINNOVATO APPELLO DEI COMITES DELLíARGENTINA PER    LíASSEGNO SOCIALE A FAVORE DEGLI EMIGRATI PIUí BISOGNOSI

La Commissione Continentale dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a Montevideo (Uruguay), dal 10 al 12 marzo 2003, fa proprio e appoggia pienamente l¥unito appello rivolto dai Comites dell¥Argentina per l¥assegno sociale a favore dei connazionali pi˜ bisognosi.

APPELLO DEI COMITES PER LíASSEGNO SOCIALE IN FAVORE DEGLI EMIGRATI PIUí BISOGNOSI

La Commissione Continentale dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a Montevideo (Uruguay), dal 10 al 12 maggio 2003, fa proprio e appoggia pienamente líappello rivolto dai Comites dellíArgentina per líassegno sociale a favore dei connazionali pi˜ bisognosi. Líordine del giorno Ë stato approvato allíunanimitý.

Questo il testo dellíappello:

ìIn considerazione della persistente crisi economica che affligge vaste aree sudamericane fortemente popolate da famiglie di connazionali emigrati e loro discendenti, si prende nota dei rilevanti interventi del Governo italiano, attraverso il Ministero degli Affari Esteri, in favore dei connazionali in stato di indigenza, ma si segnala, al tempo stesso, líinadeguatezza di tali interventi, a causa della vastitý del problema.

In particolare, si Ë esaminato il caso pi˜ emblematico: la situazione dellíArgentina. Dalla crisi del 2001 in qua, si assiste a un crescente impoverimento delle famiglie della nostra emigrazione appartenenti a determinate fasce sociali, confrontate a una grave successione di eventi e fenomeni negativi come la recessione, la disoccupazione e la svalutazione, che hanno colpito il cinquanta per cento degli abitanti, come risulta dalle statistiche ufficiali. Le sollecitazioni ad enti ed organismi italiani sono costanti e persistenti e anche se la risposta venuta dal governo e dalle forze civili italiane rappresenta un segno tangibile e importantissimo dello spirito di solidarietý del nostro Paese, rimangono tuttavia infiniti bisogni da soddisfare che, a giudizio di questa assemblea richiedono soluzioni pi˜ organiche e durature, data la portata della crisi.

Si rinnova, pertanto, líappello pi˜ volte espresso ñ sin dalle varie Conferenze dellíEmigrazione ñ per la concessione dellíassegno sociale alle famiglie maggiormente esposte, suggerendo che gli stessi Consolati potrebbero operare al riguardo un rigoroso sondaggio e gestire il successivo intervento, anche se sui modi e sulle procedure si lascia al parlamento, alle forze politiche e al governo la scelta degli strumenti pi˜ Appropriati, raccomandando ancora una volta líurgenza impellente di quanto richiesto.î

APPROVATO ALLíUNANIMITAí

N. 3 ñ ASSEGNO DI SOLIDARIETAí

La Commissione Continentale dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a Montevideo (Uruguay), dal 10 al 12 marzo 2003,

prende atto degli stanziamenti gi· finanziati nellíultima Legge Finanziaria in merito allíestenzione della maggiorazione sociale ai pensionati residenti allíestero e titolari di pensioni minime;

esprime soddisfazione per lí apertura e líinteresse mostrato dalla Presidenza del Consiglio díIndirizzo e Vigilanza dellíINPS in merito allíimprorogabilit· dellíistituzione di un ìAssegno di solidariet·î per gli italiani emigrati, non titolari di pensione, che si trovino in stato di particolare bisogno;

fa propria la proposta del Presidente del CIV-INPS in merito alla creazione di un tavolo tecnico nel quale far confluire le competenze del MAE, del MIM, del Ministero del del Ministero dellíEconomia e Finanze, dei Patronati e del CGIE, allo scopo di individuare le fonti di finanziamento alle quali attingere per dare una risposta al fenomeno, una volta  opportunamente quantificato e dimensionato in base ai requisiti principali di anzianit·, reddito e cittadinanza.

La Commissione America Latina del CGIE, da sempre convinta che líistituzione dellíAssegno di solidariet· sia lo strumento prioritario per rispondere allíesigenza di dignit· dei nostri connazionali meno fortunati, accogliendo anche  il documento elaborato dalla Delegazione argentina,

auspica un tempestivo e concreto avvio del tavolo di lavoro, anche in considerazione della persistenza della crisi economica che affligge le nostre comunit· nel continente Latino-americano.

APPROVATO ALLíUNANIMITAí

N.  4  - UFFICI CONSOLARI IN LIMA, SANTIAGO E MONTEVIDEO

La Commissione Continentale dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a Montevideo (Uruguay), dal 10 al 12 marzo 2003,

ribadisce la legittima richiesta dei Consiglieri del Per™, a suo tempo approvata nellíO.d.G. n. 4 dellíAssemblea Plenaria Straordinaria del CGIE (11-13 dicembre 2002) di istituire un Consolato di prima categoria a Lima;

ribadisce altresÏ la stessa necessitý per la citt· di Santiago del Cile;

auspica líelevazione a Consolato Generale della Sede consolare di Montevideo.

APPROVATO ALLíUNANIMITAí

N. 5 ñ CITTADINANZA ITALIANA

La Commissione Continentale dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a Montevideo (Uruguay), dal 10 al 12 marzo 2003,

chiede: al Governo ed al Parlamento di modificare la Legislazione in materia di cittadinanza, per consentire a quanti hanno perso la cittadinanza italiana in virt™ dellíart. 8 della Legge 555/1912 di poterla recuperare, prescindendo dal requisito della residenza in Italia, mediate una dichiarazione da rendersi, senza limiti di tempo, nei Consolati;

chiede inoltre, che venga modificata líattuale normativa in materia di trasmissione della cittadinanza da parte della donna, superandosi cosi líattuale limite del primo gennaio 1948;

chiede  infine di estendere gli effetti del riacquisto della cittadinanza da parte del genitore, in base allíart. 17 della Legge 91/92,  oltre che al figlio minorenne, come gi· avviene, anche al figlio maggiorenne.

APPROVATO ALLíUNANIMITAí

N. 6 ñ SCUOLA ITALIANA ìANTONIO RAIMONDIî DI LIMA

La Commissione Continentale del CGIE dei Paesi dellíAmerica Latina, riunita a Montevideo (Uruguay), dal 10 al 12 marzo 2003,

viste le obiezioni dell¥Ambasciata di Lima allíOrdine del Giorno n. 6 dell¥Assemblea Plenaria dellíaprile 2003, riferite dal Consigliere del CGIE Giacomo Canepa;

appoggia le richieste del predetto Consigliere di restituzione della Scuola Italiana ìAntonio Raimondiî di Lima alla collettivit· italiana del Per™, per chiudere finalmente questa annosa vicenda. 

APPROVATO ALLíUNANIMITAí

ALLEGATO D

LA RIFORMA DEI COMITES:  DOPO ANNI DI ATTESA, UN TESTO INSUFFICENTE

Paolo Pagliai ñ Esperto Messico

Abbiamo ascoltato, nella giornata di ieri, con estremo interesse, ma senza alcuna sorpresa, le difficoltý incontrate sul cammino dellíintervento in Argentina, i problemi apparentemente insanabili delle reti consolari e delle anagrafi, i rapporti difficili, spesso conflittuali, tra ambasciate e collettivitý italiane. Abbiamo sentito, con altrettanto interesse, richiami alla partecipazione attiva, al ruolo di interlocutore privilegiato che dovrebbero avere i consiglieri del CGIE di fronte ai funzionari dello Stato Italiano, lo abbiamo ascoltato invero dalla prospettiva europea che, con tutto il rispetto che merita, cosÏ poco ha a che fare e ancor meno comprende la nostra realtý latinoamericana, per lo meno per quanto concerne qualitý e quantitý dellíintegrazione.

» chiaro che applicare modelli e paradigmi consolidati in contesto ìdiversoî e differente, non sempre Ë possibile e, spesso, produce risultati anchíessi diversi e differenti.

Ma il punto, in fondo, non Ë questo.

Nessuno ha parlato dei Com.It.Es., e questo sÏ Ë il punto. E questo, sÏ, Ë grave. » grave, essenzialmente, perchÈ la riforma dei Com.It.Es. ha direttamente a che fare con líefficacia degli interventi, con le reti consolari, con le anagrafi e con i rapporti, facili o difficili che siano, tra collettivitý e rappresentanze diplomatiche. Per non parlare, ovviamente, della valenza democratica della questione: una valenza che dovrebbe essere un valore forte, anche se il silenzio in merito lascia pensare piuttosto a un valore di secondo piano, debole.

In Messico, il Com.It.Es. rappresenta un punto irrinunciabile. Ancora fondamentale per la definizione democratica della nostra vita di cittadini residenti allíestero. Ancora centrale nella nostra concezione di rispetto dei diritti civili.

Porto in questa assemblea la protesta forte del Com.It.Es.di Cittý del Messico per il disegno di riforma presentato dal Governo Italiano disattendendo quanto proposto da questo Consiglio Generale degli Italiani allíEstero in collaborazione con tutti i comitati del mondo, progetto che pur non soddisfacendo tutte le nostre aspettative metteva comunque le nostre rappresentanze democratiche nelle condizioni di operare pi˜ efficacemente sul territorio e con maggior riconoscibilitý istituzionale. Invece, oggi, dopo un numero civilmente irragionevole di anni, ci ritroviamo con una riforma che non solo emenda nei punti chiave quella proposta dal CGIE, ma restituisce incredibilmente líimmagine e la sostanza di un Com.It.Es. pi˜ debole e svuotato di ogni significato. Un ente inutile che, se cosÏ dovesse uscire dal dibattito parlamentare, non avrebbe pi˜ alcuna ragione di esistere.

» ferma convinzione del Com.It.Es. di Cittý del Messico che líattuale disegno presentato dal Governo non meriti nessun ulteriore emendamento, giacchÈ questo significherebbe  nella sostanza accettare la delegittimazione di fatto, accontentandosi di piccoli quanto marginali miglioramenti.

Pertanto, la Collettivitý Italiana residente il Messico, díaccordo con il proprio rappresentante presso questo Consiglio e attraverso i propri rappresentanti eletti (non nominati), chiede che il CGIE, compatto, in maniera intransigente e incondizionale, ripresenti come somma degli emendamenti il proprio disegno originale.

 

DOCUMENTI E SCRITTI  DI LUIGI GAIANI, PRIMO SEGRETARIO GENERALE DELLA FILEF

PER UNA INCHIESTA PARLAMENTARE SULLíEMIGRAZIONE

Poche volte in calce a un disegno di legge di iniziativa parlamentare sono state apposte le firme dei rappresentanti di un cosÏ largo schieramento di forze politiche, come Ë per la proposta di una ìInchiesta parlamentare sullíemigrazioneî, presentata in Senato. Primo firmatario ñ e autore della relazione che accompagna il disegno di legge, della quale pubblichiamo di seguito lunghi brani, a cui segue il testo della proposta ñ Ë il presidente della Filef, sen. Carlo Levi. Alla sua seguono le firme dei senatori: Ferruccio Parri, presidente del Gruppo degli indipendenti di sinistra, che Ë rappresentato anche da Mario Albani, Umberto Terracini, presidente del Gruppo comunista, presente inoltre con un altro parlamentare ben noto agli emigrati: Evio Tomasucci; quindi Dario Valori, leader dei socialisti unitari, rappresentati pure col vice presidente della Filef Vito Raia; e, infine, Tullia Carettoni, del Movimento dei socialisti autonomi. Líampiezza delle forze rappresentate Ë insieme indice della sensibilitý dei citati parlamentari per un fenomeno decisivo della realtý italiana, qual Ë líemigrazione e, insieme, certezza che verrý fatto di tutto affinchÈ anche i rappresentanti di altre zone dellíarco politico italiano verranno chiamati a dare il proprio contributo per la soluzione del problema e, intanto, per líapprovazione del disegno di legge.

Onorevoli Senatori,

líemigrazione di massa, come fatto permanente, non congiunturale nÈ transitorio, ormai costante, con intensitý e caratteri diversi, in un secolo di unitý italiana, ha assunto una importanza e una dimensione tali, ed Ë talmente collegata con una serie di legami e di interrelazioni con tutte le strutture nazionali, da porsi come fondamentale nella vita del nostro paese.

La sua importanza Ë. Nelle linee generali, nota, e non occorre qui cercare (senza strumenti adatti, ancora inesistenti) di analizzarla nella sua realtý completa e nei suoi particolari: questo Ë lo scopo della legge che proponiamo alla vostra attenzione e alla vostra approvazione.

Líemigrazione si presenta con tre diversi caratteri e modi, in parte simili nelle cause e negli effetti, in parte diversi, e da considerarsi partitamente:

emigrazione allíestero;

emigrazione allíinterno;

urbanesimo.

La presente proposta di legge riguarda essenzialmente il primo punto, ma non puÚ escludere nelle sue analisi gli altri due, in quanto strettamente e direttamente collegati al primo.

Líemigrazione ormai Ë un fatto fondamentale e centrale, di enorme importanza nella vita e nel carattere del nostro paese. Lo Ë sotto i pi˜ vari aspetti. Anzitutto numericamente, come peso quantitativo del fenomeno che interessa e tocca direttamente almeno quindici milioni di italiani, e indirettamente, ma in modo sensibile e di molto peso, líintera popolazione del nostro paese. Si calcola ufficialmente che, dalla unitý nazionale, ventisei milioni di italiano siano emigrati: un popolo intero, che, con i propri figli e discendenti, ha creato nuove realtý in molte nazioni del mondo, e contribuito a una modificazione profonda di rapporti internazionali, e a nuovi tipi umani e nuovi modi di vita e di cultura, di legami con altre vite e altre colture. Eí dunque, fin dal primo momento, un problema nazionale, Ë una questione del popolo italiano intero, Ë (anche numericamente e demograficamente) il pi˜ grande fenomeno sociale della storia dellíItalia moderna. Tale fenomeno, che ha sempre rispecchiato i mutamenti di struttura del nostro paese e quelli dei paesi di immigrazione, ha preso, nel dopoguerra, caratteri particolari: e un peso straordinario, anche sotto il suo aspetto quantitativo.

Dai dati pubblicati nella relazione per il 1967, edita dal ministero degli Affari esteri, sul lavoro degli italiani allíestero, risulta che la consistenza delle comunitý italiane nei paesi díimmigrazione Ë pari a 4.763.404 unitý, cosÏ suddivise: America 2.275.300, Europa 2.106.900, Australia 153.410, Africa 106.530 e altri paesi 121.264.

Secondo i dati riferiti dalla citata relazione si rileva che dal 1951 al 1966 sono emigrati allíestero, al netto dei rimpatriati 2.228.316 lavoratori italiani.

Il ritmo degli espatri, degli ultimi anni, anche se leggermente minore di quello registrato negli anni 1961-62, Ë pur sempre grande risultando di 277.614 nel 1963, 258.492 nel í64, 282.643 nel í65, 296.494 nel í66 e di 226.567 nel í67. Nei primi sei mesi del 1968 giý si nota, rispetto al 1967, una ripresa dellíesodo di lavoratori italiani che risulta di ben 135.000, dei quali 103.000 nei paesi del MEC e in Svizzera.

Vi sono attualmente allíestero pi˜ ex contadini italiani di quanti contadini lavorino sulla terra in Italia; pi˜ di un quarto della popolazione attiva del nostro paese.

Non si tratta soltanto della quantitý del fenomeno, ma della sua qualitý, che rappresenta e incide su tutti gli aspetti della vita nazionale, delle cui strutture tradizionali Ë espressione e risultato, e che diventa a sua volta causa determinante di fenomeni che pesano (a volte anche in modo terribilmente grave) su tutte le forme della nostra vita, e che si manifestano soprattutto in modo talvolta tragico sulla condizione dei lavoratori e della classe operaia.

Basti pensare al cosiddetto problema meridionale, di cui líemigrazione Ë tradizionalmente uno degli aspetti e delle conseguenze principali; e che negli ultimi anni ha trovato nella rinnovata emigrazione forzata  di massa allíinterno e allíesterno un motivo di profonda modificazione e di alterazione dei suoi dati, non sempre, certamente, positiva, con lo spopolamento di grandi zone, con líabbandono della terra, con la perdita delle forze di lavoro, con la decadenza e rovina delle tradizioni culturali, non compensate, o solo parzialmente compensate, dalle rimesse degli emigrati (che, anche se fossero in misura assai maggiore di quanto siano, resterebbero sempre un apporto esterno, tale da non incidere positivamente sulle strutture economiche e sociali delle regioni interessate). E, del resto, il ìproblema meridionaleî non riguarda soltanto le regioni fisicamente situate nel Mezzogiorno e nelle Isole, ma tutte le zone povere e migratorie anche del Centro e del Nord (Veneto, Venezia Giulia, Polesine, Marche, ecc.) e anche zone considerate meno povere (Piemonte, Liguria, Toscana), e, insomma, pi˜ o meno, líintero territorio nazionale.

Ora, questo fenomeno che pesa in modo cosÏ massiccio e radicale sulla vita italiana, che Ë risultato e insieme causa di tanti dei suoi principali problemi e bisogni, non Ë mai stato, dal 1870 a oggi, esaminato nella sua totalitý, nÈ studiato a fondo. Mai ci si Ë messi in grado di stabilirne il peso e il carattere; mai si sono creati i mezzi adatti per la sua completa conoscenza, nÈ se ne sono apprestati gli strumenti. Anche líattenzione della classe politica fu sempre marginale e lateraleÖ

NÈ sono mai state studiate a fondo, nÈ apprestati gli strumenti per studiarle, le cause strutturali del fenomeno, economiche e sociali e politiche, che coincidono con la storia della nostra economia, con le sue strutture, col carattere di classe della nostra organizzazione sociale e politica.

NÈ sono stati studiati a fondo i singoli problemi dellíemigrazione, nÈ i modi per porre rimedio agli inconvenienti, e talvolta alle tragedie, di una condizione umana di carattere servile e subalterno.

NÈ Ë stato analizzato il significato del fenomeno dal punto di vista esistenziale; nÈ da quello psicologico, linguistico, culturale; e tanto meno da quello della struttura dello Stato, la cui natura si Ë caratterizzata dalla espulsione e dal sacrificio di una parte del popolo.

Un importante strumento di cui puÚ avvalersi una classe politica cosciente dei suoi doveri e desiderosa del progresso della nazione, e non opacamente timorosa della veritý e della necessitý di modificazioni strutturali senza di cui non vi puÚ essere nÈ giustizia sociale, nÈ vita moderna e libera, Ë líInchiesta parlamentare. Ed Ë líinchiesta parlamentare che proponiamo con la presente legge.

Una inchiesta di carattere moderno, scientifico e democratico, che ci offra tutti i dati storici, che illumini le condizioni presenti, che analizzi le cause, che proponga i rimedi; che, soprattutto, attraverso líopera dei rappresentanti del popolo, assistiti dagli esperti, solleciti e raccolga la voce stessa del grande popolo italiano degli emigrati, che va prendendo coscienza di sÈ.

PoichÈ il problema dellíemigrazione si Ë andato, nella sua natura e nelle sue dimensioni umane, rapidamente modificando in questi ultimi anni. Non Ë pi˜ il gregge passivo e servo, nelle stive dei vapori per la Terra Promessa, per líAltro Mondo, di lý dal mare, dellíAmerica, mito paradisiaco di chi non ha terra, del decennio precedente la prima guerra mondiale. Eí un popolo consapevole della propria condizione, una forza potenziale di rinnovamento del nostro paese e del mondo.

Il problema cambia natura e dimensione sotto i nostri occhi. Non soltanto la sua estensione numerica (cinque milioni negli ultimi anni), il suo rapporto di relazione necessario con la struttura economica del paese, le sue implicazioni sociali, politiche, culturali, le modificazioni nel tessuto stesso della nostra vita nazionale, il mutamento di tutti i dati del problema meridionale ecc., ma la diversa natura e carattere della condizione dellíemigrante, che, nel permanere del suo significato di alienazione, espulsione, sradicamento, frattura della comunitý, esilio, perde il suo tradizionale carattere passivo per una progressiva presa di coscienza che lo pone come problema attuale, punto centrale della contestazione in atto, forma potenziale del rinnovamento delle strutture; e che rifiuta quindi tutti i modi tradizionali di esame che lo accettavano come un fatto naturale e si limitavano alla ricerca paternalistica di misure caritative e di assistenza o di tutela. (Leggiamo, a questo proposito, nella relazione Gronchi per i lavori della sottocommissione degli Esteri: ìOccorre abbandonare il clichÈ dellíassistenza come paternalistico e saltuario interessamento a talune vicende dellíemigrato e della collettivitý di cui fa parte: tipo di assistenza che fin qui ha ispirato non di rado líazione dei governi e degli organi del ministero degli Esteri. La considerazione dellíautoritý deve allargarsi alle condizioni e alle esigenze permanenti dellíemigrazioneî).

Eí dunque maturo il tempo perchÈ il problema venga approfondito e portato a conoscenza di tutti. Eí assolutamente necessaria una inchiesta su tutti i problemi dellíemigrazione, che non puÚ essere affidata ad altri che al Parlamento, che solo dý le garanzie e che solo ha i mezzi perchÈ líindagine non sia di parte, nÈ limitata  da difficoltý giuridiche e materialiÖ

Líinchiesta parlamentare, inoltre, fatta oggi, contemporaneamente al grande fenomeno di autoinchiesta permanente e contestativa che Ë in corso nel mondo degli emigranti, serve a favorirlo, a comprenderlo, a superare il distacco fra la classe politica e la realtý popolare. Eí una assoluta necessitý della democrazia. Deve essere insieme storica, economica, sociologica, culturale, amministrativa, politica; deve essere fatta  insieme agli emigranti, deve raccoglierne direttamente la voce, diventare uno strumento democratico di azione rinnovatrice permanente. Deve nascere dalla realtý degli emigranti, rivolgersi al mondo dellíemigrazione e insieme a quello dei paesi díorigine, contribuire a ricreare in forme nuove un rapporto drammaticamente spezzato, a eliminare in tutti i campi le cause di questa frattura, a ritrovare, non attraverso palliativi assistenziali e paternalistici, ma con provvedimenti e mutamenti di fondo una nuova unitý nel tessuto nazionale.

(Senato, relazione al disegno di legge 18/12/1968 ñ in ìEmigrazioneî n. 1, gennaio 1969) 

2) ñ GOVERNO NUOVO, VECCHIA POLITICA

Il presidente del consiglio, on. Rumor, nel presentare il suo nuovo governo di attesa al Parlamento non ha prestato alcuna attenzione al problema della emigrazione, salvo farne appena un cenno in riferimento alla ripresa della produzione che "ha messo a nudo i limiti obiettivi di un meccanismo di sviluppo che provoca sia flussi migratori dal Sud al Nord sia fenomeni di congestione demografica, urbanistica e industrialeî. Per ovviare a tutto ciÚ ìË necessario ñ dice ancora líon. Rumor ñ puntare, nel Mezzogiorno, su un processo di industrializzazione che miri a concentrare gli investimenti nei settori maggiormente suscettivi e a pi˜ alto coefficiente di lavoro e di valore aggiuntoÖî. Dopo queste generiche affermazioni giý fatte in tante altre occasioni, il presidente del Consiglio ha ripreso le solite e scontate considerazioni sulla piena occupazione, sulla programmazione, ecc. Come se oggi fosse ancora possibile credere agli obiettivi occupazionali della programmazione, cosÏ come viene concepita dal governo, dopo il clamoroso fallimento del cosiddetto ìpiano Pieracciniî. Purtroppo, mentre fra gli uomini di governo si gioca con belle parole sulla ripresa economica, líandamento della occupazione Ë tuttíaltro che rassicurante. Da una indagine svolta, per incarico del Consiglio nazionale dellíeconomia e del lavoro (CNEL), del Centro studi investimenti sociali (CENSIS) ñ per non citarne che una tra le pi˜ recenti ñ risulta che a ìconclusione dellíattuale ciclo espansivo líoccupazione industriale potrý al massimo raggiungere i livelli giý conseguiti prima dellíavversa congiuntura (1963). Essa non potrý quindi assorbire líulteriore offerta di lavoro che ormai proviene non solo dal settore agricolo ma anche da quello terziarioî.

Governo ìnuovoî, vecchia politica. Certo non siamo pi˜ ai tempi, del resto abbastanza recenti, in cui si considerava líemigrazione un fatto positivo e si incoraggiavano i lavoratori italiani a imparare le lingue e ad emigrare. No, non siamo pi˜ a questo. Ora si lascia intravedere che si stanno creando le condizioni per una ìlibera circolazione della mano díoperaî. Si parla di piena occupazione, ma in realtý salvo ad affrontare alcune questioni immediate, in modo scarsamente efficace, come la scuola, líistruzione professionale, líassistenza ed altre, imposte dalla pressione dei lavoratori emigrati, dai sindacati e da organizzazioni di emigrati, le cose non cambiano, vanno avanti come prima e i problemi di fondo non vengono affrontati. In effetti, una politica di riforme fatta solo a parole non puÚ modificare le strutture economiche e sociali del paese. Pertanto restano intatti gli squilibri tradizionali della nostra economia e perciÚ stesso le cause da cui trae origine il fenomeno migratorio. CosÏ mentre líItalia continua ad essere il paese fornitore di mano díopera del MEC e dei paesi pi˜ industrializzati dellíEuropa, in queste settimane riesplode, e tutta la stampa ne dý ampio rilievo, il fenomeno dellíesodo dal Sud verso il Nord con i gravi problemi sociali, di assetto delle cittý, dei trasporti delle scuole e soprattutto degli alloggi (a Torino un letto costa 1000 lire per notte) che esso solleva con costi umani sempre pi˜ pesanti.

Anche negli ambienti cattolici dellíemigrazione si hanno manifestazioni assai significative. ìDi parcheggio anche per líemigrazioneî, ìEmigrazione al margineî. Questi i titoli degli articoli dei settimanali cattolici pubblicati in Svizzera e nella Germania federale dedicati al nuovo governo.

Tutta la stampa cattolica di emigrazione, e non solo i citati giornali, lamentano la sostituzione del sottosegretario per líemigrazione e manifestano disappunto e delusione per i continui rinvii, le attese insoddisfatte e il disinteresse del governo per i problemi della emigrazione.

Basta guardare le cifre iscritte nel bilancio di previsione del ministero degli Esteri per il 1970, che riportano con qualche variazione in pi˜ di alcune decine di milioni le stesse cifre del 1968, per convincersi ancora una volta del disinteresse del governo per i problemi della emigrazione.

Neppure i disegni di legge (per quanto di limitata portata) annunciati e riguardanti la ristrutturazione del Comitato consultivo degli italiani allíestero (Ccie) e alcuni nuovi finanziamenti alla scuola allíestero sono giunti sul banco del Consiglio dei ministri.

La Filef, con un suo documento inviato alle varie forze politiche e al presidente Rumor prima della soluzione della crisi, chiedeva, indicandone i punti essenziali, una nuova politica capace di arrestare il flusso migratorio e determinare una inversione della tendenza fino ad eliminarlo. Non vogliamo qui ripetere le cose giý dette in quel documento, totalmente disattese dal nuovo governo, ma ribadire la necessitý, espressa chiaramente dal presidente della FILEF nella intervista che accompagnava detto documento, di un incontro di tutte le forze dellíemigrazione per aprire un discorso positivo e capace di determinare allíestero e in Italia una azione comune su quei problemi che ci trovano tutti concordi; come ad esempio la creazione di nuovi istituti democratici dellíemigrazione in Italia e allíestero, la ripresa della indagine conoscitiva della Commissione esteri della Camera, la convocazione di una conferenza nazionale della emigrazione proposta da CGIL, CISL e UIL, e tante altre questioni di interesse immediato.

Restiamo perÚ convinti che se vogliamo veramente porre al centro dellíattenzione del Parlamento, delle forze politiche e dellíopinione pubblica il problema dellíemigrazione in tutta la sua gravitý e portata economica, sociale ed umana bisogna istituire la Commissione parlamentare díinchiesta proposta al Senato con disegno di legge n. 382 da Carlo Levi e da altri autorevoli senatori. A questo proposito siamo ben lieti di prendere atto delle posizioni cui Ë giunto Enzo Parenti espresse sul numero del 4 settembre del suo giornale, quando scrive: ìSotto certi aspetti una inchiesta parlamentare sullíemigrazione, quale quella progettata dalle sinistre, sarebbe auspicabile perchÈ avrebbe il pregio di muovere una situazione statica. Il nostro precedente rifiuto era giustificato dal timore di una stasi nella politica migratoria del governo. Non ci sorrideva, e non ci sorride, líidea che ogni rivendicazione degli emigrati ñ a cominciare da quella del diritto di voto esercitato allíestero ñ fosse condizionata dai risultati di una inchiesta a lunga scadenza ma valutando líattuale situazione, con crisi di governo, governo di parcheggio e minacce di ìottobre caldoî, siamo tentati di modificare la nostra posizione nei confronti di quella inchiesta. Se non altro ci potrebbe guadagnare la continuitý dellíazione parlamentare in favore degli emigranti, che trova continue soluzioni per líinstabilitý politica del Paeseî. A noi pare che partendo da queste considerazioni siano giý poste le basi per uníazione comune di tutti coloro che vogliono operare al fine di affrontare in modo decisivo i problemi dellíemigrazione.

In questi giorni continuano a giungerci firme di lavoratori emigrati da ogni paese che manifestano cosÏ la loro volontý di essere protagonisti della loro vicenda, che Ë poi vicenda nazionale, e che chiedono che il Parlamento approvi al pi˜ presto la istituzione della commissione d'inchiesta.

(Luigi Gaiani, ìEmigrazioneî n. 9, settembre 1969)

3) ñ PRECISATA NEL CONVEGNO NAZIONALE DI MILANO UNA POLITICA PER LE IMMIGRAZIONI INTERNE

Il convegno nazionale delle immigrazioni interne, che si Ë svolto a Milano il 14 aprile nella Sala del Greghetto, ha precisato le linee di una politica delle immigrazioni ed Ë certamente servito a colmare una lacuna e un ritardo abbastanza diffusi. La discussione si Ë avvalsa di importanti contributi portati dal consigliere regionale della Lombardia, Mella, che ha approfondito la situazione dei frontalieri, dal sindaco di Cinisello Balsamo, Cerquetti, che ha parlato delle esperienze e dei compiti di un Comune ingrossatosi con le immigrazioni dal Mezzogiorno e da altre parti del paese, dallíon.Gramegna, presidente della FILEF della Puglia, che ha insistito sui collegamenti unitari nella lotta per il rinnovamento del Mezzogiorno e dellíintero paese, del dott. Fossi, dellíAssessorato al Lavoro della Regione Lombardia, che ha illustrato il lavoro finora svolto per predisporre un provvedimento legislativo per gli immigrati, da Rachele, presidente della FILEF di Lumezzane (Brescia), dal Sen. Luigi Gaiani, presidente della FILEF dellíEmilia Romagna, il quale ha proposto varie iniziative democratiche e antifasciste per unire gli immigrati a tutti i lavoratori, Montebello, presidente della FILEF di Parma, che si Ë soffermato sui problemi scolastici, Ibba, segretario della FILEF del Piemonte, che ha parlato dei particolari ritardi della Regione piemontese. Il convegno Ë stato presieduto dallíOn. Marco Baccalini, presidente della FILEF Lombardia.

(da ìEmigrazioneî, 1969)

Luigi Gaiani Ë nato a Bologna il 26 giugno 1910 e risiede a Rovigo in Viale Bernini, 70 ñ Impiegato ñ Milita fin da giovanissimo nel movimento antifascista. Dal 1932 fa parte del PCI. Per la sua attivitý antifascista viene arrestato una prima volta a Bologna nel 1930 e condannato dal Tribunale Speciale a tre anni di reclusione. Scarcerato nel novembre 1932 per amnistia, riprende subito la propria attivitý nelle file del PCI ove ricopre cariche direttive nella Federazione bolognese fino a quando, nel 1937, viene nuovamente arrestato e condannato dal Tribunale Speciale a 18 anni di reclusione. Liberato dal carcere dopo la caduta del fascismo si dedica subito allíorganizzazione del movimento partigiano prima a Bologna, poi in Toscana.

Dirigente delle brigate ìGaribaldiî per la Toscana.

Eí commissario politico del Comando Militare del CLN Toscano a comandante della Divisione Garibaldina ìPotenteî.

Nellíagosto 1944 Ë una prima volta Segretario della Federazione Pistoiese del PCI, poi nel 1945 Ë tra gli organizzatori dellíAssociazione Nazionale Partigiani díItalia (ANPI) di cui Ë uno dei Segretari nazionali.

Ritornato in Toscana nel 1946 riprende la direzione della Federazione pistoiese per passare poi a Firenze nel 1949 ove assume la responsabilitý di Vice Segretario di quella Federazione fino al 1951, epoca nella quale diviene Segretario della Federazione Polesana, carica ricoperta fino alla sua elezione a Senatore.

Rieletto Senatore il 25 maggio 1958 nel collegio di Adria con 23.398 voti. Fa parte della VII Commissione: Lavori Pubblici e Trasporti. Eí rieletto Senatore il 28 aprile 1963, capolista nel collegio di Adria con 28.749 voti. Fa parte della Commissione Lavori Pubblici.

(da ìLa Navicellaî)

 

AMNESTY: IL G8 ARMA CHI VIOLA I DIRITTI UMANI

di Redazione (redazione@vita.it)  - 19/05/2003

Alla vigilia del vertice G8 di Evian, Amnesty International presenta un rapporto dal titolo "Un catalogo di fallimenti: esportazioni di armi dei paesi del G8 e violazioni dei diritti umani"

ìNonostante le assicurazioni contrarieî ñ si legge nel rapporto - ìi governi dei paesi del G8 forniscono armi ai peggiori violatori dei diritti umani su scala mondiale. La tecnologia militare e di sicurezza delle principali potenze del mondo continua a finire, grazie a controlli inadeguati, nelle mani di regimi che commettono gravi abusi dei diritti umaniî.

Almeno due terzi dei trasferimenti globali di armi avvenuti tra il 1997 e il 2001 hanno avuto origine da cinque paesi del G8: Francia, Germania, Regno Unito, Russia e Stati Uniti. In questi, cosÏ come negli altri tre paesi del G8 (Canada, Giappone e Italia) sono in vigore leggi che prevedono l'emissione di una licenza per le esportazioni militari. Il Giappone addirittura proibisce ufficialmente questi trasferimenti. Eppure, in ciascun caso, il rapporto di Amnesty International dimostra come i controlli siano inefficaci o vengano scavalcati.

Il Rapporto di Amnesty International segnala tre situazioni preoccupanti:

- i mediatori e i trafficanti di armi che risiedono nella maggior parte dei paesi del G8 possono fornire armi ai paesi violatori dei diritti umani semplicemente spostando i loro traffici in ìpaesi terziî dove vigono minori controlli;

- la maggior parte dei paesi del G8 non hanno leggi idonee a prevenire l'esportazione di forniture di sicurezza a forze di sicurezza straniere che sono solite usare strumenti leciti per infliggere torture e maltrattamenti, cosÏ come per impedire l'uso di strumenti come le armi elettriche fino a quando i loro effetti non saranno pienamente conosciuti;

- con la scusa della ìriservatezza commercialeî, viene a mancare la disponibilitý di informazioni utili e tempestive agli organi legislativi, ai mezzi d'informazione e al pubblico sulle decisioni riguardanti le esportazioni di armi. In questo modo, il controllo parlamentare e dell'opinione pubblica risulta fortemente indebolito.

Per quanto riguarda l'Italia, il rapporto di Amnesty International presenta tre casi emblematici:

1. Nel 1996 e 1997 le aziende italiane hanno venduto pistole, fucili e munizioni per un valore di 13 miliardi di lire all'Algeria, un paese devastato da gravi abusi dei diritti umani che hanno causato la morte di oltre 100.000 persone ad opera delle forze di sicurezza, delle milizie filo-governative e dei gruppi armati di opposizione. Nel 1999 il governo ha autorizzato l'esportazione in Algeria di 5000 fucili Beretta PM 12S, trasferiti poi lo stesso anno. Di fronte a una richiesta di Amnesty, i funzionari responsabili delle licenze non sono stati in grado di verificare l'esistenza di alcuna procedura idonea ad assicurare un adeguato livello di responsabilizzazione e di formazione delle forze di sicurezza algerine destinatarie di questo materiale. Nel corso del 2000, il numero degli abusi commessi dalle forze governative e dai gruppi armati di opposizione (imboscate, massacri, scontri a fuoco, attentati) Ë cresciuto, provocando la morte di centinaia di persone. CiÚ nonostante, nello stesso anno il governo ha autorizzato il trasferimento in Algeria di ìmateriale militareî per un valore di 2 milioni di euro e di equipaggiamento militare non specificato per un valore di 13 milioni di euro.

2. La notte del 5 agosto 2000 la polizia ha arrestato nei pressi di Milano il cittadino straniero Leonid Minin. Nella sua camera d'albergo sono stati rinvenuti documenti che attestavano la vendita illegale di armi a uno dei pi˜ sanguinari gruppi armati di opposizione del continente africano, il Fronte rivoluzionario unito della Sierra Leone. Nel giugno del 2001 Leonid Minin Ë stato incriminato per traffico illegale di armi. I giudici italiani tuttavia hanno dichiarato che era assai difficile procedere in giudizio nei confronti di una persona accusata di traffico illegale di armi originato e svoltosi al di fuori del territorio italiano.;

3. Le forze di sicurezza della Nigeria continuano a ricorrere a un eccessivo uso della forza in risposta alle proteste contro le attivitý delle compagnie petrolifere. Nel 2000, esse si sono rese responsabili di uccisioni su larga scala nello stato di Benue. Sull'accaduto non sono state svolte indagini indipendenti. Le forze di sicurezza nigeriane hanno in dotazione fucili Beretta M12 e pistole Beretta M951 da 9 mm.

Amnesty International chiede l'adozione di un trattato internazionale sul commercio delle armi, volto a rafforzare e armonizzare i meccanismi nazionali di controllo e interrompere il flusso di armi verso chi viola i diritti umani.

ìSe c'Ë una lezione che il G8 deve imparare dal conflitto dell'Iraq, Ë quella che non possiamo consentire alla comunitý internazionale di fornire armi a coloro che commettono gravi violazioni dei diritti umani e poi rafforzarli e proteggerli in modo che possano continuare ad agire impunementeî ñ ha affermato Brian Wood, coordinatore di Amnesty International per le attivitý sul controllo delle armi.

Nota

Amnesty International si oppone ai trasferimenti di equipaggiamento, tecnologia ed esperienza militare, di sicurezza e di polizia che si possa ragionevolmente presumere contribuiranno alle violazioni dei diritti umani nel paese ricevente. L'organizzazione continua a chiedere ai paesi del G8 di rispettare questo principio, a lungo riconosciuto ma mai attuato nella pratica.

Quasi dieci anni fa Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Russia e Regno Unito hanno firmato, insieme ad altri paesi dell'Osce, i ìPrincipi che governano i trasferimenti di armi convenzionaliî, che impegnano gli Stati aderenti a ìevitare trasferimenti che Ë probabile saranno usati per violare o sopprimere i diritti umani e le libertý fondamentaliî.

Nel 1998 Francia, Germania, Italia e Regno Unito, in quanto paesi membri dell'Unione Europea, si sono impegnati a rispettare il ìCodice di condotta europeo sui trasferimenti di armiî. Il Canada, gli Usa ed altri Stati ancora hanno dichiarato il proprio sostegno al Codice. Questo testo, sebbene lasci la decisione finale sulle esportazioni ai governi, afferma che ìle armi non dovranno essere esportate verso paesi dove vi Ë un evidente rischio che esse potranno essere usate a scopo di repressione interna o dove si verificano gravi violazioni dei diritti umaniî.

Il rapporto ìUn catalogo di fallimenti: esportazioni di armi dei paesi del G8 e violazioni dei diritti umaniî Ë disponibile presso il sito Internet www.amnesty.org o in alternativa si puo' scaricare direttamente in allegato al presente articolo

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