Rassegna Stampa

Venerdì 2 maggio 2003

 

1. CIVITAS 2003 - La PROSTITUZIONE di strada ''al tempo delle retate'': ricambio continuo e meno richieste di aiuto. Il rapporto 2002 dell’associazione Mimosa (Redattore Sociale)

2. CIVITAS 2003 - PROSTITUZIONE, rapporto Mimosa. Il ''contratto'' e i sistemi di coercizione tra le ragazze e le organizzazioni che le sfruttano (Redattore Sociale)

3. IMMIGRAZIONE - 2.900 chiamate alla ''Life-Line'' della Provincia di Roma. Lavoro irregolare il problema centrale (Redattore Sociale)

4. IMMIGRAZIONE: gommone con 25 clandestini bloccato ad Otranto individuati dalla guardia di finanza i due presunti scafisti (ANSA)

5. IMMIGRAZIONE: in 120 sbarcano nell'agrigentino stremati dopo un viaggio di sei giorni, 5 sono stati ricoverati (ANSA)

6. FRIULI VENEZIA GIULIA: approvati i progetti in materia di integrazione. Collaborazione tra associazioni ed enti locali (Stranieri in Italia)

7. CIVITAS 2003 - Presentato ''www.ong.it'', il portale italiano della cooperazione allo sviluppo (Redattore sociale)

8. IMMIGRAZIONE: 166 clandestini sbarcati a Lampedusa (ANSA)

9. IMMIGRAZIONE: Francia, giro di vite contro clandestini/Ansa su impulso del Ministro degli Interni Sarkozy (ANSA)

10. Soddisfazione di Frattini per l’elezione dell’Italia alla Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani (INFORM)

11. MINORI - Rapporto dell'Osservatorio della Provincia di Roma: 6.101 i minori e 3.640 gli immigrati presi in carico dai servizi (Redattore Sociale)

12. RIFUGIATI - In un film la storia di Hadi, giovane in fuga dal Terzo mondo, e del giovane capitano Alliano. Il cinema racconta l'impatto tra culture (Redattore Sociale)

13. MINORI - A Napoli la mostra di Coopi con oltre 100 disegni di bambini raccolti nei paesi teatro di conflitti (Redattore Sociale)

14. MINORI - Non accompagnati, Viola (Ics) chiede al comitato minori stranieri di assumere ruolo di coordinamento (Redattore Sociale)

15. MINORI - Non accompagnati, Schiavone (Ics): ''In questo settore c'è il caos giuridico ed è assente una rete nazionale tra istituzioni e associazioni'' (Redattore Sociale)

16. MINORI - Le ''indagini familiari'' di Ics: arrivano in Italia col consenso dei genitori 9 stranieri non accompagnati su 10 (Redattore Sociale)

17. IMMIGRAZIONE - Imprenditoria: a Milano aziende peruviane ed egiziane superano quelle del resto d'Italia (Redattore Sociale)

18. Mantovano: "Per fermare la prostituzione concessi in 4 anni 2.494 permessi per tratta" (ANSA)

19. Giorni duri per i cinesi in Italia: la paura della Sars "sdogana" pregiudizi e discriminazioni (Stranieri in Italia)

 

 

1. CIVITAS 2003 - La PROSTITUZIONE di strada ''al tempo delle retate'': ricambio continuo e meno richieste di aiuto. Il rapporto 2002 dell’associazione Mimosa (Redattore Sociale), PADOVA, 2 maggio - Un turn over sempre più alto e un calo sensibile delle richieste di protezione sociale. Condizioni che vanno a svantaggio soprattutto delle ragazze più giovani e in particolare delle minorenni. Il 45% delle prostitute provenienti dai paesi dell’Est europeo e il 38% delle Nigeriane hanno infatti un’età inferiore ai 20 anni. E in entrambi i casi, si aggira sul 10-11% la quota di ragazze sotto i 18 anni. Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto dell’Associazione Mimosa di Padova sul lavoro di strada svolto nel 2002 lungo le strade della città veneta, che verrà presentato questo pomeriggio a Civitas. Sono state in totale 403 le ragazze diverse contattate dalla “unità di strada” di Mimosa, un camper con 3 operatori a bordo che ha girato per le zone della prostituzione padovana il giovedì e il venerdì sera, operando con il supporto dei fondi della legge regionale 41/97 (“Abuso e sfruttamento sessuale: interventi a tutela e promozione della persona”). Forte però l’oscillazione dei contatti mensili: si va dalle 39 donne di aprile alle 105 di agosto, numeri che, almeno nel primo caso Mimosa mette chiaramente in relazione con una delle diverse operazioni delle forze dell’ordine locali svolte nell’ambito della nuova strategia governativa denominata “vie libere”. Una strategia, specifica l’associazione nelle conclusioni del rapporto, su cui non è possibile per ora avere dati statistici attendibili. Tuttavia, gli effetti osservati a livello empirico parlano di una non rilevante incidenza nel numero di prostitute presenti in strada, di una notevole capacità delle organizzazioni che gestiscono la prostituzione di “ripopolare continuamente” le zone oggetto delle retate e di operare un rapido ricambio delle ragazze. In generale, “si fa spazio - afferma Mimosa - l’ipotesi che stia avvenendo un cambiamento a livello strategico ed economico, in base al quale lo sfruttamento si sta organizzando su basi meno rischiose e adeguandosi ai riferimenti normativi, con la capacità di un sistema estremamente dinamico di seguire e, spesso, prevenire le transizioni legislative”. Tutto ciò ha dei riflessi importanti sull’attività delle organizzazioni impegnate nell’aiuto e nel recupero delle donne vittime di tratta a fini di sfruttamento sessuale. Si assiste infatti “ad una progressiva diminuzione delle richieste di protezione sociale, specie nel target europeo, dove si registrano condizioni di sfruttamento maggiormente contrattuali”.

 

2. CIVITAS 2003 - PROSTITUZIONE, rapporto Mimosa. Il ''contratto'' e i sistemi di coercizione tra le ragazze e le organizzazioni che le sfruttano (Redattore Sociale), PADOVA, 2 maggio - Il miraggio di sistemazione e di guadagno da reinvestire nel paese d'origine fanno arrivare le donne albanesi in Italia. Nessun tipo di contratto e soprattutto nessuna consapevolezza rispetto al lavoro di prostituzione alle quali saranno destinate. Dall’inizio del reclutamento di minorenni dai paesi dell'Est, alcune ragazze albanesi sono entrate a far parte della rete con mansioni di controllo ed avviamento al lavoro delle nuove arrivate, contrattando con l'organizzazione criminale un 50% del guadagno. Così inizia il capitolo su “contratti, controllo e relazioni” redatto dall’associazione Mimosa di Padova all’interno de nuovo rapporto sull’attività 2002 della sua unità di strada, presentato oggi pomeriggio a Civitas. Modalità di stipula del contratto nel paese di origine Le donne provenienti dai paesi dell'Est - prosegue l’analisi basata sull’esperienza dell’organizzazione Padovana - stipulano un accordo con il quale si impegnano a risarcire l'organizzazione, entro 3/6 mesi, delle spese di viaggio e burocratiche (rilascio di visti e di documenti falsi), ignorando le reali condizioni del lavoro e l'ammontare effettivo della cifra concordata. Le donne di nazionalità nigeriana contraggono un debito economico di circa 60.000 Euro, che si impegnano a corrispondere all'organizzazione attraverso la figura della madame senza una scadenza temporale determinata. Le donne che provengono dall’America Latina, apparentemente, non hanno un contratto esplicito con l'organizzazione, pur appartenendo loro ad una rete che sfrutta i proventi del lavoro.
Tipologia di relazione/legame tra l'organizzazione e la persona
Le prime donne albanesi giungevano clandestinamente in Italia accompagnate da un riferimento maschile con il quale intrattenevano un rapporto affettivo significativo, spesso formalizzato nel matrimonio. Tale relazione diveniva il vincolo che le legava al lavoro di strada e che ne facilitava il controllo. Successivamente tale legame è stato sostituito dalla falsa aspettativa di condivisione del guadagno. Per le nigeriane il vincolo è costituito dal pagamento del debito e sovente rafforzato da pratiche ritualistiche della cultura di riferimento (ad esempio il rito vudù). La figura della madame controlla e organizza i gruppi di ragazze, ne coordina le attività e ne riscuote i proventi, un secondo livello di organizzazione della rete di sfruttamento nigeriana è costituito da gruppi criminali maschili. Per le donne e le persone transessuali provenienti dall'America Latina non sembra esistere un vincolo di carattere affettivo o un preciso contratto economico con l'organizzazione.
Modalità di controllo, coercizione sulla strada e riscossione del denaro
Per l'area albanese e dell'Est d'Europa, le organizzazioni criminali, nelle prime fasi di sviluppo del fenomeno, si caratterizzavano per modalità di coercizione fortemente violente, sia da un punto di vista fisico che psicologico, con cui assoggettavano le donne avviate alla prostituzione. In seguito si è osservata una trasformazione in una direzione di minore violenza fisica, seppur con alcune eccezioni e pur sempre con un forte controllo. Processo quasi inverso si evidenzia con il target nigeriano, per il quale si è passati da una situazione di quasi non esercizio della violenza fisica, ad un aumento di tali pratiche, con l’avvento della figura della mini madame. Si è potuto rilevare inoltre che in alcuni casi anche le famiglie di origine risultano partecipare più o meno attivamente alla rete di sfruttamento della persona. Fonte: Report “Lavoro di strada con la prostituzione migrante - Un anno di attività a bassa soglia sul territorio della provincia di Padova” a cura dell’Associazione Mimosa.

 

3. IMMIGRAZIONE - 2.900 chiamate alla ''Life-Line'' della Provincia di Roma. Lavoro irregolare il problema centrale (Redattore Sociale), ROMA, 2 maggio - La "Life-line", nata dalla collaborazione tra la Provincia di Roma e l'associazione "Droga che fare", nell'ultimo anno di attività ha registrato 2.900 contatti; ben 1.700 chiamate hanno riguardato problematiche relative all'immigrazione dopo la legge Bossi- Fini. Sono stati resi noti nei giorni scorsi a Palazzo Valentini i risultati dell'attività svolta dal servizio gestito dall'Osservatorio Provinciale del Sociale. A chiedere aiuto soprattutto i diretti interessati (49,34%), poi i datori di lavoro (27,64%), amici e conoscenti (12,29%) e familiari (8.94%). L'86,96% degli immigrati ha riferito di avere un lavoro irregolare, mentre solo il 6,92% ha affermato di essere regolarmente assunto, il 4,70% di essere disoccupato. A rivolgersi al numero verde sono stati in particolar modo gli immigrati rumeni (34,56%). Dopo essersi occupato dei disturbi da attacchi di panico e di immigrazione, a partire dal mese di giugno il numero verde 800/298298 (attivo tutti i giorni dalle 9 alle 19) affronterà il tema della salute mentale.

 

4. IMMIGRAZIONE: gommone con 25 clandestini bloccato ad Otranto individuati dalla guardia di finanza i due presunti scafisti (ANSA) - OTRANTO (LECCE), 2 maggio - Un gommone con a bordo 25 clandestini albanesi è stato individuato e bloccato dalla guardia di finanza la scorsa notte a 10 miglia al largo della costa di San Cataldo, marina di Lecce. Il gommone, lungo sette metri e mezzo e dotato di due potenti motori, è stato accerchiato da quattro motovedette e scortato sino al porto di Otranto dove i clandestini (22 uomini, due ragazzi e una donna) sono stati fatti sbarcare. Tra loro vi sono anche i due scafisti che sarebbero già stati identificati dai militari. Tutti gli albanesi sono in buone condizioni di salute e sono stati accompagnati nel centro d' accoglienza temporanea Don Tonino Bello di Otranto. Erano mesi che non si verificavano nel Salento sbarchi di clandestini con gommoni. L' ultimo arrivo di gommoni individuato dalla forze dell' ordine risale all' agosto del 2002.

 

5. IMMIGRAZIONE: in 120 sbarcano nell'agrigentino stremati dopo un viaggio di sei giorni, 5 sono stati ricoverati (ANSA) - PORTO EMPEDOCLE (AGRIGENTO), 2 maggio - Centoventi immigrati, per la maggior parte nordafricani ed alcuni iracheni, sono arrivati all' alba a Porto Empedocle su un' imbarcazione di 15 metri. Sarebbero partiti sei giorni fa da un porto della Turchia. Per cinque dei clandestini, stremati dal viaggio, si è reso necessario il ricovero in ospedale. Il natante, appena entrato nel tratto di mare antistante Porto Empedocle, è stato bloccato da unità del reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Palermo. Le fiamme gialle, assieme a polizia e carabinieri, stanno adesso cercando di individuare gli scafisti.

 

6. FRIULI VENEZIA GIULIA: approvati i progetti in materia di integrazione. Collaborazione tra associazioni ed enti locali (Stranieri in Italia), 2 maggio. Sono stati approvati dal Tavolo Unico regionale di coordinamento per le politiche dell'immigrazione i progetti in materia di integrazione degli stranieri nel Friuli Venezia Giulia. L'Associazione Nazionale dei Comuni ha valutato positivamente i due progetti presentati dall'associazione Vicini di Casa, finalizzati alla creazione di presidi distrettuali per facilitare la ricerca della casa per i lavoratori stranieri e il corso di formazione per operatori pubblici e del privato sociale sulla normativa dell'immigrazione, realizzato da Forser e dall'Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione. Le altre due iniziative approvate sono il progetto sperimentale d'informazione contro gli infortuni sul lavoro, presentato dall'associazione ALEF e la creazione di uno sportello dedicato alla problematiche delle donne straniere da parte delle ACLI.

 

7. CIVITAS 2003 - Presentato ''www.ong.it'', il portale italiano della cooperazione allo sviluppo (Redattore sociale) PADOVA, 2 maggio - Un progetto di due anni secondo i finanziamenti della Comunità europea, ma un progetto che vuole andare oltre. E’ il progetto del portale www.ong.it, presentato oggi a Civitas da Luca Cristaldi del Vis, Giancarlo Costadoni dell’Icei, Alessandro Boscaro del Cosv e Jason Nardi di Unimondo. Il “Portale italiano della cooperazione allo sviluppo” è un’iniziativa avviata da tre organizzazioni non governative, appunto Vis, Icei e Cosv, in partenariato con Unimondo e OneWorld Europe e in stretta collaborazione con l’Associazione delle Ong italiane. Il portale vuole offrire ai navigatori della rete una molteplicità di servizi, informazioni e risorse sui temi della solidarietà internazionale con attenzione particolare al mondo delle Ong italiane e del volontariato. Oltre che per i suoi servizi - è stato sottolineato - il portale è anche una ‘piazza’, uno spazio di sensibilizzazione sui problemi relativi ai Paesi in via di sviluppo e allo squilibrio tra Nord e Sud del mondo. Inoltre, il portale si propone di raccogliere, favorire e incoraggiare una maggiore consapevolezza e un dialogo attivo fra le Ong e il pubblico della Rete, tra il mondo del volontariato internazionale e la società civile.
Undici le aree tematiche (ambiente, conflitti, cooperazione allo sviluppo, diritti, educazione e formazione, economia e finanza, globalizzazione, intercultura, popolazione, sottosviluppo, sviluppo), a loro volta suddivise in ben 72 aree. Il tutto per una ricerca guidata attraverso un percorso tematico che facilita nella ricerca di risorse. Tra i servizi proposti, anche quello di “Web Publishing”, che facilita la costruzione di un sito web per le Ong che non ne sono provviste, nonché il “Dizionario della globalizzazione”, vero e proprio dizionario che offre percorsi di lettura e strumenti interpretativi della globalizzazione, e le schede Paese, continuamente aggiornate, di quegli stati presso i quali le Ong italiane hanno progetti di cooperazione allo sviluppo. Presente anche l’elenco di tutte le Ong italiane, una bibliografia, news, biblioteca e offerte di lavoro.

 

8. IMMIGRAZIONE: 166 clandestini sbarcati a Lampedusa (ANSA) - LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 1 MAG - Un barcone con 166 clandestini a bordo, tra cui 10 donne e due bambini, è stato intercettato stamane da una motovedetta della Guardia di Finanza a circa mezzo miglio da Lampedusa. L'imbarcazione, lunga una ventina di metri, è stata trainata in porto dove gli immigrati, in gran parte palestinesi ma anche somali e del Bangladesh, sono stati identificati. Due giorni fa erano sbarcati nell'isola, in tre ondate successive, altri 157 clandestini, alcuni dei quali soccorsi da unità della Guardia di Finanza e della Capitaneria di porto mentre erano in procinto di fare naufragio. Ieri altri 167 immigrati erano stati intercettati a un miglio dalla costa agrigentina su un'imbarcazione trainata a Porto Empedocle.

 

9. IMMIGRAZIONE: Francia, giro di vite contro clandestini/Ansa su impulso del Ministro degli Interni Sarkozy (ANSA) - PARIGI, 30 APR - Giro di vite in Francia contro la piaga dell'immigrazione clandestina: si creerà uno schedario con le impronte digitali di chi entra nel paese con un visto, i clandestini potranno essere detenuti più a lungo, diventerà molto più difficile ottenere un permesso di soggiorno invocando ragioni di famiglia. Queste misure sono previste da un progetto di legge sull'immigrazione presentato oggi in Consiglio dei ministri da Nicolas Sarkozy, il napoleonico titolare del dicastero degli Interni, e subito denunciato come "pericoloso" dall'opposizione di sinistra e dalle organizzazioni umanitarie. "In questo campo vogliamo portare avanti una politica giusta e ferma", ha dichiarato Sarkozy all'Assemblea Nazionale e ha confermato che sarà proseguita con particolare vigore la politica del rimpatrio per tutti gli stranieri in situazione irregolare. Gli sembra inaccettabile che prima del suo arrivo agli Interni nel maggio 2002 "soltanto il 17% delle espulsioni fosse eseguito". Una delle misure-chiave del giro di vite è il periodo di detenzione per un clandestino: da un massimo di dodici giorni salirà a trentadue, in modo che sia più facile organizzarne il rimpatrio. Altra grossa novità saranno i visti con sopra le impronte digitali, che saranno memorizzate in uno schedario centrale: la polizia dovrebbe essere così in grado di procedere a più efficaci controlli sui 'sans papiers', sia allo frontiere che in caso di retate all'interno. Sarkozy è anche deciso a lottare a fondo contro le "frodi" commesse da un numero crescente di extracomunitari pur ottenere l'agognato permesso decennale di soggiorno in Francia, che dà diritto al lavoro e accesso al servizio sanitario e a quello pensionistico. In particolare si cercherà di contenere il fenomeno delle nozze di comodo, con più accurate verifiche da parte delle prefetture. Il progetto di legge introduce molti altri elementi di maggiore severità. Ci vorranno ad esempio due anni di convivenza con un o una francese (adesso uno è sufficiente) prima che un extracomunitario possa chiedere la residenza stabile. Ai fini sempre del permesso di soggiorno non basterà nemmeno più rivendicare la paternità di un bambino francese: bisognerà dimostrare che si esercita effettivamente l'autorità paterna e che si fa fronte alle necessità del figlio. Salterà anche il principio della concessione automatica dei permessi di soggiorno in nome del principio della riunificazione delle famiglie: in questo caso si prevede un'attesa di cinque anni, con un epilogo positivo soltanto se il richiedente potrà dimostrare un grado di integrazione "soddisfacente". Unico zuccherino: Sarkozy - di gran lunga il più popolare ministro del governo di centro-destra capeggiato da Jean-Pierre Raffarin - esclude l'espulsione per gli stranieri che siano entrati prima dei 13 anni di età, che siano sposati a cittadini o residenti legali, che siano genitori di bambini francesi o che vivano in Francia da oltre vent'anni. Sempre che non siano accusati di atti di terrorismo o di "attentato agli interessi fondamentali dello stato". L'infaticabile ministro degli Interni si dice convinto che la nuova legge riuscirà a frenare l'afflusso dei clandestini (da 20.000 a 30.000 all'anno secondo le sue stime) ma contro il progetto sono subito insorte la sinistra e le associazioni umanitarie. Secondo il partito socialista, la forza principale della gauche, le proposte di Sarkozy sono deleterie e pericolose perché "creano una situazione di sospetto generalizzato nei confronti degli stranieri" e ne complicano ancor più l'integrazione.

 

10. Soddisfazione di Frattini per l’elezione dell’Italia alla Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani (INFORM), ROMA, 30 aprile - Il Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini ha espresso viva soddisfazione per l’elezione dell’Italia alla Commissione delle Nazioni unite per i diritti umani. Il nostro Paese è stato eletto membro della Commissione per il triennio 2004-2006 con il maggior numero di voti, al primo posto tra i candidati del gruppo dei Paesi occidentali, davanti a Gran Bretagna e Olanda. L’affermazione italiana, che è frutto del costante impegno della Farnesina, della nostra rappresentanza alle Nazioni unite e delle ambasciate italiane all’estero, costituisce un significativo riconoscimento internazionale del forte impegno del nostro Paese a favore del rispetto dei diritti umani. L’Italia, ha sottolineato il Ministro Frattini, svilupperà con determinazione la propria azione, in seno alla Commissione dell’ONU e negli altri fori competenti, a difesa dei diritti umani nel mondo.

 

11. MINORI - Rapporto dell'Osservatorio della Provincia di Roma: 6.101 i minori e 3.640 gli immigrati presi in carico dai servizi (Redattore Sociale) ROMA, 30 aprile - Sono 39.030 gli immigrati residenti nei Comuni della Provincia di Roma, di cui 6.428 minori; 3.640 gli stranieri presi in carico dai servizi. E l’incremento della popolazione nei 120 Comuni si deve attribuire all’aumento degli immigrati: Mentana, ad esempio, registrava al 1° gennaio 2001 la presenza di 2.511 minori immigrati, pari al 21,37% della popolazione straniera complessiva del Comune; a Trevignano gli stranieri rappresentano il 17,7% degli abitanti, a Caste S. Pietro il 39%. Scatta la fotografia anche dei minori immigrati nel territorio provinciale il IV Rapporto sulla popolazione minorile e sui servizi socio-assistenziali per l’età evolutiva nei Comuni della Provincia di Roma, presentato oggi a Palazzo Valentini e curato dall’Osservatorio provinciale nell'area dell'età evolutiva. “Il costante aumento della presenza di minori immigrati nel territorio provinciale richiede ai servizi sociali di operare un adeguamento strutturale dei servizi per aprirsi alla società multiculturale emergente - nota il Rapporto -, un ripensamento dei servizi già attivati a favori dei minori immigrati”. Quindi i servizi sociali potrebbero promuovere interventi che ruotino attorno a due linee guida: da una parte l’attività mirata al “riconoscimento tra le diverse culture”, dall’altra “per la comprensione delle diverse culture, pur non tralasciando di rispondere a quei bisogni vissuti come emergenze dai minori immigrati e dalle loro famiglie”. In ogni caso l’incremento delle azioni a favore dei minori stranieri “può facilitare e migliorare il processo di integrazione, sviluppo, formazione sul territorio provinciale”; finora sono 20 i Comuni che hanno avviato questa tipologia di interventi. Le azioni a favore di minori a rischio di criminalità, tossicodipendenza e alcolismo ne hanno coinvolti circa 1.576, tra cui immigrati e disabili; in particolare, il servizio viene offerto ai minori stranieri nei Comuni di Albano Laziale, Anzio, Ariccia, Grottaferrata, Marino.

 

12. RIFUGIATI - In un film la storia di Hadi, giovane in fuga dal Terzo mondo, e del giovane capitano Alliano. Il cinema racconta l'impatto tra culture (Redattore Sociale) ROMA, 30 aprile - La storia di Hadì, giovane di colore in fuga dal suo paese del Terzo o Quarto mondo, e di Alliano, giovane capitano della Marina Militare del Primo mondo. Esce il 2 maggio al cinema romano Lux il film “L’ospite segreto”, di Paolo Modugno. La pellicola racconta le vicende drammatiche di Hadì, che cerca di sopravvivere e di raccogliere il denaro sufficiente a imbarcarsi per fuggire al di là del mare, mentre viene sottoposto ad angherie, soprusi e violenze. Tuffatosi nelle acque del porto, raggiunge - dopo una nuotata notturna di due miglia - la nave sulla quale si trova Emanuele Lari Alliano, che lo nasconde irresponsabilmente nella sua cabina. Inizia il confronto tra due uomini profondamente diversi per cultura, età, etnia, e lo scambio reciproco di esperienze e sentimenti. Hadì riuscirà a infondere ad Alliano il coraggio necessario a superare problemi umani e professionali, regalandogli la sua gioia di vivere e di danzare, il suo amore naturale e ancestrale per la musica. L’incontro tra i due protagonisti del film è accompagnato dalle canzoni eseguite su un palco costruito all’interno del campo di prima accoglienza dei profughi: il luogo che si intravede nei primi fotogrammi. Per non compromettere oltre la carriera di Alliano, Hadì si getta in acqua all’alba, quando la nave si trova a poche miglia dalla costa del paese del primo mondo nel quale cercava libertà e giustizia: ma anche qui il giovane straniero subisce le stesse violenze e gli stessi soprusi. Infine viene arrestato e riportato nel paese dal quale proveniva, perché accusato di aver ucciso il poliziotto corrotto che aveva accettato il denaro e non lo aveva fatto imbarcare su una carretta del mare. Qui si scoprirà la sua innocenza; verrà di nuovo imbarcato per essere rimpatriato nel suo Paese, e si getterà di nuovo in mare per cercare il suo avvenire. Nella scena finale del film, durante il concerto che i musicisti stanno tenendo nel campo profughi, Alliano e Hadì si incontrano di nuovo e vengono coinvolti insieme a tutti gli ospiti del campo in una danza liberatoria. “In attesa che un giorno le culture diverse riescano a convivere mantenendo la loro originalità, è compito di uno strumento di formazione come il cinema raccontare le tragedie e l’impatto culturale con la diversità - nota il regista -. I due protagonisti sono ambedue ‘diversi’: due creature umane che mal si inseriscono nel contesto in cui si trovano, ma il primo a dare un senso originale alla diversità è proprio il cittadino in fuga dal suo Paese a contatto con l’alienazione intellettuale del comandante”. Un punto di vista narrativo per raccontare “in una tessitura inconsueta la tragedia culturale, psicologica e anche fisica dell’inserimento - rileva Modugno -. La diversità è un dono, un arricchimento. Per molti è una bestemmia, per alcuni è una favola. E se fosse più semplicemente realtà?”. Nella realizzazione del film un tratto realistico e documentario del mondo dell’emigrazione viene comunicato dai “forti contrasti di tinte e colori, presi a prestito dal mercato orientale. Colori in contrasto, che non si fondono mai, come le lingue parlate dagli interpreti - nota il regista -. È Babele, con la sua crudeltà e la condanna all’incomprensione”. Distribuito da Esse&bi cinematografica e prodotto con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la partecipazione della Impresa Pubblici Esercizi, il film vede la partecipazione di Corso Salani, Romina Mondello, Ludgero Fortes Dos Santos, Ben Gazzara, Spiros Focas, Gigi Angelillo. La sceneggiatura, di Andrea Balzola e Rocco Aldemaro Barbaro, è liberamente tratta dal racconto “Il clandestino” di Joseph Conrad; le canzoni originali sono di Sarah Dietrich e Mark Hanna. Il film è stato presentato al VII Miami Latin Film Festival.

 

13. MINORI - A Napoli la mostra di Coopi con oltre 100 disegni di bambini raccolti nei paesi teatro di conflitti (Redattore Sociale) MILANO, 30 aprile - Coopi, l'organizzazione umanitaria che realizza progetti di sviluppo e interventi di emergenza in 34 paesi del mondo, in collaborazione con Regione Campania, Comune di Napoli e Ippogrifo Azzurro (Centro di documentazione sulla creatività infantile della cooperativa sociale EOS) ha realizzato una mostra di oltre cento disegni realizzati dai bambini che vivono in paesi teatro di conflitti e nei quali Coopi realizza interventi di emergenza. La mostra “Bambini in guerra” sarà inaugurata venerdì 9 maggio alle ore 12 a Napoli, presso il Museo Civico di Castel Nuovo - Maschio Angioino, Sala della Loggia. In occasione dell’inaugurazione della mostra sarà inoltre presentato il catalogo con i disegni più significativi. Attraverso questa iniziativa COOPI intende offrire un’opportunità di riflessione sul tema della guerra ma in una prospettiva diversa: attraverso gli occhi dei bambini e i loro modo di esprimere le angosce e violenze di cui sono vittime. Le opere esposte raccontano un viaggio ideale attraverso i paesi che hanno visto la guerra: dalla Sierra Leone alla Croazia, al Kossovo, alla Serbia e alla Palestina. I disegni offrono lo spunto per una comprensione più profonda delle esperienze drammatiche e difficili vissute dai bambini, i cui disegni sono una richiesta di ascolto e di aiuto, per far valere i loro diritti che vengono ignorati, negati, calpestati. La mostra è un'opportunità di comprensione degli effetti della guerra sul delicato equilibrio infantile e una forma concreta di educazione alla pace, affinché i governi si impegnino a scegliere la via del dialogo per evitare sofferenze, ingiustizie, lutti e dolore. Alla manifestazione interverranno: Adriana Buffardi (Regione Campania, Assessore all’Istruzione), Marco Chiesara (Coopi, Responsabile delle attività in Italia), Luigia Versolatti (Ippogrifo Azzurro, coordinatrice del progetto) e Giovanni Castaldi (Ippogrifo Azzurro, psicologo dell’età evolutiva). La mostra rimarrà aperta fino al 25 maggio.

 

14. MINORI - Non accompagnati, Viola (Ics) chiede al comitato minori stranieri di assumere ruolo di coordinamento (Redattore Sociale) ROMA, 30 aprile - "Chiediamo al Comitato minori stranieri di assumere un ruolo più forte di coordinamento e di collettore tra istituzioni, enti locali e associazioni del privato sociale”: lo ha dichiarato Rosita Viola, coordinatrice nazionale Ics, a conclusione dell’incontro all’Hotel nazionale sul tema “Minori stranieri non accompagnati: accoglienza in Italia e interventi nei paesi di origine”, promosso da Ics - Consorzio italiano di solidarietà per presentare un bilancio dell’attività in merito svolta negli ultimi due anni. La situazione appare molto diversificata nei territori, nonostante le Linee guida promulgate dal Comitato; a Lecce - hanno riferito gli operatori - la Questura affida il minore e il Tribunale ratifica l’affidamento alla comunità alloggio, senza l’intervento del Comune; a Firenze i rapporti delle associazioni con la Questura sono difficili; a Crotone la Questura affida i minori richiedenti asilo a parenti entro il 4° grado. Le nuove Linee guida del Cms, rese note nei giorni scorsi, chiedono agli enti locali di compilare una dettagliata scheda di presentazione del minore, che consenta di “fare indagini familiari accurate” (quale “utile supporto per una verifica dell'identificazione del minore, e per l'attendibilità e validità dei documenti presentati dal minore al momento dell'identificazione”) e un censimento dei minori non accompagnati presenti in Italia. “Il minore straniero non accompagnato non è espellibile e solo in alcuni casi è previsto un rimpatrio assistito - ha ricordato Stefano Scarpelli, del Comitato minori stranieri -. Tuttavia, se sul territorio nazionale sono presenti i genitori ma risultano irregolari, è difficile che possano garantirgli assistenza e rappresentanza. Ma anche il parente regolare svolge nei confronti del minore un’assistenza marginale, perché nei suoi confronti vanno fatti molti controlli”. Inoltre le Linee guida definiscono gli standard di accoglienza del minore, “nell’ottica del futuro regolamento di attuazione della Bossi-Fini”, ha aggiunto Scarpelli. Infatti il minore “non può essere privato - recitano le Linee guida - del diritto di avere una propria vita culturale, di professare e di praticare la propria religione, di far uso della propria lingua d'origine. Inoltre, deve essere riconosciuto al minore il diritto al riposo, al tempo libero, al gioco e alle altre attività ricreative proprie della sua età”.
A conclusione dell’incontro è stato proiettato il video “Albanie”, un documentario realizzato da Cressati - Pirrone - Segre in collaborazione con un Centro giovanile di Valona. In lingua albanese e sottotitolato in italiano, verrà doppiato e distribuito nel circuito delle associazioni; racconta i sogni e le speranze dei ragazzi nella Terra delle Aquile.

 

15. MINORI - Non accompagnati, Schiavone (Ics): ''In questo settore c'è il caos giuridico ed è assente una rete nazionale tra istituzioni e associazioni'' (Redattore Sociale), ROMA, 30 aprile - "Auspichiamo un incontro più frequente tra il Comitato minori stranieri ed enti di tutela del privato sociale: gli incontri con gli enti locali sono previsti a livello istituzionale, mentre le occasioni di scambio con le associazioni rischiano di essere episodiche; così il patrimonio di esperienze positive non circola e non viene conosciuto". È l’opinione di Gianfranco Schiavone, responsabile del Settore asilo e migrazioni Ics, intervenuto stamani all’incontro “Minori non accompagnati: accoglienza in Italia e interventi nei paesi di origine”, promosso all’Hotel nazionale dall’Ics. Un’occasione per presentare i risultati del “Programma per l’assistenza ai minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio italiano”, che riguarda le attività condotte nel biennio 2001-2002 nei paesi dell’est europeo, con il contributo del Comitato. Cosa è emerso dal bilancio del Programma? “Innanzitutto, l’importanza della metodologia con cui sono state compiute le indagini familiari: occorre entrare in relazione con la famiglia di origine per sondare il fenomeno. Abbiamo verificato che in oltre il 90% dei casi la partenza del minore non accompagnato è frutto di un progetto condiviso con i genitori; inoltre la maggioranza delle situazioni di espatrio non sono causate né dall’abbandono né dalla povertà estrema, ma dall’aspettativa di un futuro migliore nella formazione e nel lavoro. Se ci fossero con questi paesi europei - la Romania è candidata a far parte dell’Unione - più progetti di cooperazione decentrata, per garantire un futuro in loco a questi ragazzi, le aspettative delle famiglie diminuirebbero”. E il rimpatrio assistito? “In Italia non ha senso parlarne se non si rivedono le condizioni dell’accoglienza. Manca una rete di accoglienza strutturata per i minori stranieri non accompagnati: ogni ente locale - tra l’altro non formato a questo compito - agisce a sé stante. Invece è necessario uno sforzo che non può essere quello previsto dalla Bossi-Fini: il limite temporale di almeno 2 anni (la legge afferma che il minore straniero può restare in Italia se ha compiuto un percorso di inserimento nel paese di 24 mesi ) è assurdo, scellerato e pericoloso: rappresenta un invito alle organizzazioni che gestiscono il traffico a mandare nel nostro paese ragazzi sempre più piccoli. Se il minore non è stato rimpatriato per diversi motivi, questa decisione non può cambiare attraverso valutazioni temporali”. Se il minore non viene rimpatriato, come avviene nella maggioranza dei casi? “C’è confusione sulla sua posizione giuridica: il minore ha diritto a un permesso di soggiorno per minore età, ma a 18 anni rischia di entrare nella clandestinità. L’affidamento a comunità ed enti locali dà luogo in alcuni casi a percorsi di inserimento e alla ricerca di casa e lavoro quando il ragazzo diventa maggiorenne. Ma nella maggioranza dei casi il Comitato minori stranieri non invia nessun decreto di non rimpatrio, oppure lo invia dopo mesi, anche un anno: di fatto però il ragazzo non è rimpatriato e vive in una situazione di limbo fino alla maggiore età. La pubblica amministrazione deve prendere le sue decisioni: non deve essere il minore a pagare per la lentezza e la mancanza di rapidità nelle scelte. È il caos: in alcuni Comuni, in attesa dei provvedimenti del Cms, il minore viene ‘parcheggiato’: chi gli concede il permesso di lavoro, chi gli converte il permesso di soggiorno. In Friuli, invece, salvo l’adozione di provvedimento di rimpatrio assistito, il minore è affidato all’ente locale, che se ne assume la responsabilità; ne deriva la presa in carico dei servizi sociali, un’attivazione pubblica che risulta essere un meccanismo valido. Occorre fare chiarezza, stabilendo attraverso una procedura rigorosa cosa deve fare il minore straniero che non deve essere rimpatriato: altrimenti si rischia che questi ragazzi siano allo sbando e anche preda della criminalità”. Cosa propone per il futuro? “Non esiste un programma nazionale di accoglienza e tutela per i minori non accompagnati, che sostenga i Comuni più esposti e uniformi gli standard per gli interventi di accoglienza e tutela. La legge non prevede questo programma, ma neppure lo vieta. Il ministero del Welfare potrebbe stanziare risorse per creare una rete tra istituzioni, enti locali e privato sociale, che coinvolga quindi gli attori e le competenze pubbliche e private sulla falsariga del Programma nazionale asilo: un modello da ricalibrare, evidentemente, ma che ha funzionato. Anche l’Anci è favorevole a questa proposta, da portare avanti per superare la confusione e la mancanza di coordinamento attuale. Ci piacerebbe che il Comitato si esprimesse in maniera precisa e facesse la sua proposta anche politica a riguardo. Un piano è necessari: le sole Linee guida non bastano; altrimenti gli sforzi vengono vanificati e si perdono in rivoli diversi”. L’Italia è in ritardo su questo fronte? “All’eccesso di paternalismo e di demagogia sui minori, sembra che non segua la tutela effettiva. D’altra parte si tratta anche di un fenomeno relativamente recente, acutizzatosi negli ultimi 5 anni. Siamo un paese distratto nei programmi relativi alle categorie deboli; invece occorre affrontare i problemi in un’ottica di prospettiva, di sistema. Senza dimenticare che la condizione di richiedenti asilo non emerge per molti minori non accompagnati: sono appena qualche decina all’anno. Ma la situazione è peggiore in altri paesi europei: in Francia, ad esempio, le presenze di minori stranieri non accompagnati sono più numerose che in Italia e in diversi casi i minori si ritrovano sulla strada, senza dimora”.

 

16. MINORI - Le ''indagini familiari'' di Ics: arrivano in Italia col consenso dei genitori 9 stranieri non accompagnati su 10 (Redattore Sociale) ROMA, 30 aprile - I minori stranieri non accompagnati arrivano in Italia con il consenso delle loro famiglie nella maggioranza dei casi: è quanto afferma l’Ics - Consorzio italiano di solidarietà, che ha presentato stamani all’Hotel nazionale i risultati di due anni di attività. Si è concluso alla fine del 2002, infatti, il “Programma per l’assistenza ai minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio italiano”, avviato con il contributo dell’organo interministeriale Comitato Minori Stranieri che prevedeva anche eventuali rimpatri assistiti per il reinserimento familiare, sociale e lavorativo nel paese di origine. L’Ics ha realizzato 602 indagini familiari in Albania, Romania, Federazione delle repubbliche yugoslave, Moldavia, Bosnia, Macedonia.
Nel 2001 l’Ics aveva siglato con il Cms una convenzione per la realizzazione del programma, che si è concluso a dicembre del 2002 realizzando indagini familiari su segnalazioni del Comitato, alcuni rimpatri assistiti, il sostegno al minore e alla sua famiglia per il reinserimento, interventi di formazione degli operatori che svolgevano la delicata attività delle indagini, azioni di prevenzione sulle dinamiche della migrazione minorile, interventi di cooperazione e sviluppo attraverso la promozione della microimpresa. “Risulta impensabile ragionare sul rimpatrio e sul reinserimento nei paesi di origine senza in alcun modo affrontare altri due ambiti fondamentali, quali l’accoglienza e la via dell’inserimento in Italia”, nota l’associazione.
La maggioranza delle indagini familiari sono state effettuate - in forma di interviste presso la casa della famiglia d’origine del minore - in Albania (438); segue la Romania (116) e gli altri paesi (48). In Albania, in particolare, Ics ha svolto quasi 600 ricerche nelle aree rurali e - in misura minore - urbane; tuttavia nel 10% dei casi non è stato possibile rintracciare le famiglie. Nei casi riusciti, quasi tutte (oltre il 90%) hanno dichiarato di essere state favorevoli alla partenza dei figli (maschi nel 95% dei casi), che costa dagli 800 ai 1.500 euro. “Molto spesso - nota Ics - la partenza del minore si iscrive in un progetto migratorio condiviso dalla famiglia, già sperimentato da congiunti e conoscenti, sebbene tempistica, modalità e obiettivi di tale progetto migratorio rimangano vaghi e incerti”. È ancora forte, dunque, “il mito dell’Italia come terra promessa”. Buona parte dei ragazzi albanesi è partita alla conclusione del ciclo scolastico obbligatorio, tra i 14 e i 16 anni, “anche se molti hanno abbandonato la scuola all’ultimo anno”. Si decide di partire “per avere migliori condizioni di vita, che non significa necessariamente ed esclusivamente migliori condizioni economiche”, rileva l’associazione: i genitori sono preoccupati per i “rischi di vulnerabilità sociale”, che vanno dalla mancanza di adeguata formazione e della possibilità di trovare lavoro alle carenze di cultura, informazione, comunicazione e benessere. Una sfiducia che accomuna “le famiglie economicamente benestanti delle città e quelle che sopravvivono grazie a un misero pezzo di terra e una mucca nelle aree rurali. Nella quasi totalità dei casi la famiglia ha rifiutato nettamente l’ipotesi di rimpatrio assistito”. Secondo le stime fornite dal Comitato minori stranieri, i minori non accompagnati nel nostro paese sarebbero circa 8mila, di cui oltre metà albanesi, l’8,5% rumeni, il 4,9% provenienti dalla Federazione delle repubbliche yugoslave e dal Kosovo, l’1% dalla Moldavia e dalla Bosnia Erzegovina, lo 0,6% dalla Macedonia.(

 

17. IMMIGRAZIONE - Imprenditoria: a Milano aziende peruviane ed egiziane superano quelle del resto d'Italia (Redattore Sociale) MILANO, 30 aprile - Quali sono le città con l'economia più multietnica? Per rispondere a questa domanda la Camera di Commercio di Milano ha pubblicato una statistica ottenuta dall'elaborazione dei dati del registro delle imprese, relativa alle ditte individuali attive con titolare extracomunitario, confrontando i dati del quarto trimestre 2002 con quelli relativi allo stesso periodo del 2001. Dai risultati di questa elaborazione si scopre che a Milano si concentrano 11.922 imprese, il 55% delle ditte individuali di extracomunitari attive in Lombardia. Segue Brescia (2566, 11,8%), Bergamo (1881, 8,7%), Mantova (1014, 4,7%), Varese (1271, 5,9%), Como (808, 3,7%), Pavia (766, 3,5%), Cremona (520, 2,4%), Lecco (356, 1,6%), Lodi (347, 1,6%), Sondrio (267, 1,2%). Ci sono intere comunità economiche che hanno scelto Milano: gli egiziani hanno 2236 imprese ditte individuali a Milano su 4293 in tutta Italia. Come i peruviani: delle 1139 imprese in Italia, 513 sono a Milano. E gli ecuadoregni: 169 su 430 in Italia sono imprenditori milanesi. Le imprese di titolari cinesi, invece, sono distribuite in tutta Italia: solo 1992 sono a Milano su un totale italiano di 13.398.
Continua a crescere la presenza di cittadini extra-comunitari nel tessuto produttivo milanese: le imprese straniere (ditte individuali) raggiungono ormai quasi quota 12 mila (11.922), pari al 9,6% del totale delle imprese extra-comunitarie presenti in Italia (124.762, dati relativi al IV trimestre 2002). Rispetto al IV trimestre 2001 la crescita è stata del 21%. In Lombardia le imprese con titolare extracomunitario passano da 17.818 a 21.718 (+22%, +3900 imprese). Crescono di più Mantova (+37%, +276 imprese), Lodi (+31%, +82), Cremona (+29% +116), Brescia (+27%, +553), Varese (+25%, + oltre 255 imprese), Milano (+21%, +2038), Lecco (+21%, +61), Pavia (+19%, +124), Bergamo (+17%, +270), Como (+15%, +103), Sondrio (+9%, +22). Tenendo conto del totale delle imprese individuali attive in Lombardia (419.354), le imprese con titolari extracomunitari rappresentano il 7,8% a Milano. Dietro Milano c'è Brescia con 4,4%, Bergamo con 4%, Lodi, Mantova e Varese con il 3,9%, Como con il 3,4%, Cremona con il 3,1%, Lecco con il 2,8%, chiudono Pavia e Sondrio con il 2,6%.

 

18. Mantovano: "Per fermare la prostituzione concessi in 4 anni 2.494 permessi per tratta" (ANSA) - CHISINAU, 30 APR - L'illusione di una vita migliore, poi la violenza, la prostituzione, lo sfruttamento. La tratta delle donne straniere costrette a prostituirsi in condizioni di schiavitù è fatta di questo, ma in Italia c'e una possibilità di scampo. La legge sull'immigrazione ha introdotto nel '98 il permesso di soggiorno per le vittime di tratta, una norma che Ue e Stati Uniti vorrebbero adottare.
''Uno strumento che in poco più di 4 anni - ha spiegato il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, oggi a Chisinau nel corso di un convegno su 'poverta', immigrazione e schiavitù organizzato da don Oreste Benzi, presenti le istituzioni moldave - ha permesso a 2.494 immigrati, nella stragrande maggioranza donne, di ottenere il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale e di liberarsi dalla schiavitù e dalla dipendenza". "L'art.18 del testo unico sull'immigrazione - ha proseguito Mantovano - è inoltre essenziale per un'efficace lotta ai trafficanti: alle vittime si chiede, infatti di denunciare gli sfruttatori. Ma per vincere il terrore che spesso caratterizza la situazione di questi nuovi schiavi, la normativa prevede, per iniziativa del ministero dell'Interno, la possibilità che il percorso di libertà prescinda dalla denuncia 'formale' del trafficante da parte della vittima. Alla vittima, dunque, si chiede solo di offrire le informazioni di cui è a conoscenza, che però sono indispensabili per colpire il fenomeno criminale". Ma non è tutto, per facilitare la concreta applicazione della norma si sono aggiunte misure di carattere amministrativo come l'istituzione in ogni questura di un funzionario referente che si occupa dei permessi di soggiorno per l'art.18 e l'accordo con organismi di volontariato per il reinserimento sociale delle vittime della tratta. Inoltre, "in attesa che venga approvata la nuova legge contro la riduzione in schiavitù, che alza le pene e limita la concessione delle attenuanti per i colpevoli - ha ricordato Mantovano - è già operativo un progetto del Viminale, in collaborazione con l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) per il rimpatrio volontario e assistito delle vittime nel Paese d'origine". Il progetto, nel 2002, ha permesso il ritorno in patria di 80 vittime della tratta in condizioni di garanzia e sicurezza, con l'assegnazione di borse-lavoro e l'assistenza di un 'tutor' locale. "E nel 2003 - annuncia il sottosegretario all'Interno - è previsto che altre 80 persone siano rimpatriate in base allo stesso progetto". Infine Mantovano ha annunciato che il Governo ha intenzione di realizzare con l'Albania, la Romania, l'Ucraina e la Moldavia progetti finalizzati ad ottenere in ciascuna di queste nazioni una serie di attività svolte a facilitare l'assistenza e la reintegrazione delle vittime di tratta, la protezione dei familiari e a avviare attività di informazione per la prevenzione del fenomeno.

 

19. Giorni duri per i cinesi in Italia: la paura della Sars "sdogana" pregiudizi e discriminazioni (Stranieri in Italia) ROMA, 30 aprile - Lanterne rosse spente dalla Sars: la psicosi da contagio ha svuotato i ristoranti cinesi. Sempre pronti a vestire il camice, ancora di più se è quello del ministro della Sanità, tantissimi italiani hanno deciso che involtini primavera, pollo alle mandorle e spaghetti di soia vanno in quarantena fino al cessato allarme. Per una delle comunità straniere più antiche d'Italia, che ha nella ristorazione la sua attività principale, il boicottaggio si traduce in un piccolo disastro economico. Le saracinesche chiudono, e anche chi aveva intenzione di aprirle per la prima volta preferisce aspettare tempi migliori.
La Camera del Commercio di Milano ha registrato negli ultimi tempi un sensibile arresto della crescita delle imprese gestite da cinesi, per la prima volta superate da quelle gestite dagli egiziani. Magari la quarantena si fermasse qui: negli ultimi giorni si moltiplicano i casi di genitori che non mandano i figli a scuola temendo i loro compagni di banco dagli occhi a mandorla. Così, proprio dove bisognerebbe costruire l'integrazione, si insegna ai bambini a temere il diverso. Di fatto, la psicosi da Sars ha "sdoganato" uno dei peggiori pregiudizi sull'immigrazione. Un mese fa ci si sarebbe vergognati a dire "gli stranieri portano malattie". Oggi anche un cinese allergico ai pollini primaverili si guarda bene dal frequentare luoghi affollati: con un solo starnuto seminerebbe il panico! Eppure in Italia non ci sono ancora casi accertati di polmonite atipica, quelli sospetti sono solo otto e comunque il Ministero della Sanità continua a buttare acqua sul fuoco. Purtroppo queste ragioni non trovano terreno fertile nella mente di un popolo di ipocondriaci, che se la domenica guarda "Elisir" accusa tutti i sintomi delle malattie della puntata… Partita la caccia all'untore bisogna trovare qualcuno capace di guidarla. Il candidato più quotato veste, manco a dirlo, la camicia verde. Ieri l'onorevole leghista Federico Bricolo ha chiesto maggiori controlli sulle comunità cinesi. Un'impresa difficile: secondo Bricolo "le comunità cinesi sono le più difficili da controllare, vivono di omertà e soprattutto nella più completa illegalità. Addirittura i loro morti non vengono denunciati per riciclare i permessi di soggiorno a vantaggio di chi entra illegalmente nel nostro paese.
Non è assolutamente da scartare l' ipotesi che al loro interno sia già morto qualcuno a causa della Sars senza che nessuno ne sappia nulla"…