1. IMMIGRAZIONE - Il
Sottosegretario Mantovano: ''Direttiva per la concessione e revoca dello status
di rifugiato entro dicembre 2003'' (Redattore Sociale)
2. IMMIGRAZIONE - Nel
2002 allontanati dall'Italia 88.501 clandestini, oltre 17mila sono rientrati
nel paese d'origine (Redattore Sociale)
3. IMMIGRAZIONE - Il
Sottosegretario Mantovano: ''Regolarizzazione, priorità per il Governo''
(Redattore
Sociale)
4. WELFARE - I 5
progetti umbri del programma Equal. Destinatari i soggetti tradizionalmente
''deboli'' (Redattore Sociale)
5. IMMIGRATI: 17.689
le domande di regolarizzazione in Sicilia (AGI)
6. FAMIGLIA - Festa
della mamma 2003. Una ricetta per diventare poveri? Essere una madre sola,
straniera, con un figlio a carico e un lavoro (Redattore Sociale)
7. FAMIGLIA- Festa
della mamma 2003. Allevare i figli a distanza è una condizione
''normale'' per migliaia di madri straniere lavoratrici; anche a causa della
sanatoria (Redattore Sociale)
8. SOLIDARIETA' - Parte ''Sotto lo
stesso cielo'', settimana di iniziative per l'Africa promossa da 32
organizzazioni (Redattore
Sociale)
9. GB: l'immigrazione
selvaggia comincia a far paura /ansa commissione parlamentare chiede controlli
piu' rigidi (ANSA)
10. A Genova l'agenzia
per gli emigrati dell'Ecuador in Italia (AGI)
11. Nuovi studi e testimonianze
sull’emigrazione Le novità delle collane di Cosmo Iannone editore
dedicate alla diaspora e alla interculturalità (Inform)
12. "L'accoglienza
della cultura, la cultura dell'accoglienza". La comunità marocchina
della capitale al museo della Centrale Montemartini. (Stranieri in Italia)
13. IMMIGRAZIONE;
Albania; Nano, rafforzare i controlli premier convoca vertice dopo ultimi
sequestri gommoni (ANSA)
14. IMMIGRAZIONE
– Contro gli stereotipi, progetto ''Faccia bianca, faccia nera... facciamo
informazione'' della regione Veneto (Redattore Sociale)
15. Casini: "Prato
esempio d'integrazione solidale, c'e' una comunita' di 20.000 cinesi che opera
ben inserita" (Stranieri in Italia)
16. CHIESA – A
Beirut l'incontro dell'Amman Process, rete per i diritti di rifugiati e
migranti dell'area mediterranea (Redattore Sociale)
17. POVERTA' –
Rapporto Caritas. ''Nel mondo i fattori che generano indigenza si sono
moltiplicati'' (Redattore Sociale)
18. Il sottosegretario
all'Interno Mantovano: "Regolarizzazione conclusa entro
dicembre" (Stranieri in Italia)
19. IMMIGRAZIONE
– Un seminario rilancia la Convenzione internazionale Onu sulla
protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie
(Redattore
Sociale)
20. IMMIGRAZIONE
– Legge Bossi-Fini, regolarizzazione, diritto d'asilo, Cpta: dall'on.
Turco interpellanza a Berlusconi (Redattore Sociale)
21. "Intermundia
2003": aperta nella Capitale la Festa interculturale delle scuole romane.
Un commento di Maria Coscia Assessore alle politiche educative del Comune di
Roma (Inform)
22. CRIMINALITA'
– Vittime di reati, donne e anziani temono soprattutto nomadi e
tossicodipendenti, meno gli immigrati (Redattore Sociale)
23. A Ravenna si elegge
la Rappresentanza degli stranieri. Presentate dodici liste. (Stranieri in Italia)
1. IMMIGRAZIONE - Il Sottosegretario
Mantovano: ''Direttiva per la concessione e revoca dello status di rifugiato
entro dicembre 2003'' (Redattore Sociale) ROMA, 9 maggio - Nel semestre di
Presidenza italiana potranno essere adottati provvedimenti normativi comunitari
pendenti nei settori dell'asilo e dell'immigrazione. Attualmente infatti sono
all'esame dei gruppi di lavoro sette direttive comunitarie, ma probabilmente
solo due (quella sul diritto di ricongiungimento familiare e quella
sull'attribuzione della qualifica di rifugiato) potranno essere definite dalla
Presidenza greca. Lo ha sottolineato il Sottosegretario Alfredo Mantovano,
rispondendo ad una interpellanza dell’On. Livia Turco
sull’immigrazione. “L'impegno del Governo italiano sarà
volto a rispettare le scadenze previste dal Consiglio europeo di Siviglia e, in
particolare, a giungere, entro dicembre 2003, all'adozione della direttiva per
gli standard minimi per le procedure di concessione e revoca dello status di
rifugiato” ha detto Mantovano sottolineando come il Governo abbia
già rilevato davanti alla Commissione affari costituzionali della Camera
“l'opportunità di approvare una disciplina organica dell'asilo una
volta che sia chiaro il quadro comunitario di riferimento”.
2. IMMIGRAZIONE - Nel 2002 allontanati
dall'Italia 88.501 clandestini, oltre 17mila sono rientrati nel paese d'origine
(Redattore
Sociale), ROMA, 9 maggio – Nel rispondere all’interpellanza
dell’on. Livia Turco in tema di immigrazione il Sottosegretario per
l'interno, Alfredo Mantovano, si è soffermato sulla questione dei Centri
di permanenza temporanea per gli stranieri in attesa di espulsione. I Cpt, ha
detto, garantiscono “standard di vita oggettivamente rispettosi della
dignità delle persone ospitate e nettamente superiori a quelli degli
altri paesi”. Secondo quanto stabilito per legge in ogni centro devono
essere assicurati oltre ai normali servizi alla persona (lavanderia, barberia,
vitto, generi di conforto e quant'altro) il servizio di mediazione linguistica
e culturale, l'assistenza sociale e psicologica, l'informazione sui diritti,
doveri e sulla condizione dello straniero, l'intrattenimento degli ospiti, il
servizio di assistenza sanitaria. “I centri non hanno alcuno scopo
afflittivo ed al loro interno non vi è un regime carcerario; - ha
sottolineato l’on Mantovano - non sono istituti di pena, ma strutture il
cui perimetro esterno è vigilato dalle forze di polizia ed al cui
interno vi è libertà di movimento e spazi ricreativi. I loro
ospiti possono colloquiare con l'esterno ed è possibile ricevere la
visita, oltre che dei propri legali, anche dei propri familiari. La concezione
e le modalità di istituzione dei Cpt corrispondono ad una trasparente e
coerente politica di governo del fenomeno dell'immigrazione condivisa e definita
concordemente con gli altri partner dell'Unione europea”. Secondo i dati
forniti dal Sottosegretario nel 2002 sono stati effettivamente allontanati dal
territorio nazionale 88.501 stranieri clandestini, a fronte dei 77.699 del 2001
e delle 69.263 del 2000; gli stranieri espulsi e riammessi nei paesi di
provenienza sono stati invece nello scorso anno 17.019 contro i 12.751 del 2001
e degli 8.438 del 2000. Mantovano ha fornito anche alcuni dati relativi agli
sbarchi di clandestini relativamente ai primi tre mesi del 2003: fra il primo
gennaio ed il 15 aprile di quest'anno, i clandestini rintracciati in Puglia a
seguito degli sbarchi sono stati appena 16. Erano 1959 dell'identico periodo
del 2002 e 3068 dello stesso periodo del 2001. In Sicilia sono stati 1.711
(4.092 nel 2002, 597 nel 2001) mentre in Calabria nessuno (erano stati 1.114
nell'identico periodo del 2002 e 417 nello stesso periodo del 2001). Nello
stesso periodo la percentuale di stranieri effettivamente allontanati è
stata pari al 58% del totale dei rintracciati (46% nel 2002). Al residuo 44%
corrispondono quei 62.500 nei cui confronti è stata disposta
l'espulsione, ma non è stata eseguita. In sostanza ha sottolineato il
Sottosegretario “ad una flessione del numero complessivo dei clandestini
che entrano nel territorio nazionale corrisponde un aumento della percentuale
di coloro che sono stati effettivamente allontanati dal territorio
italiano”.
3. IMMIGRAZIONE - Il Sottosegretario
Mantovano: ''Regolarizzazione, priorità per il Governo'' (Redattore Sociale)
ROMA, 9 maggio - "La regolarizzazione degli extracomunitari clandestini in
Italia costituisce una priorità per il Governo e, in particolare, per
l'amministrazione dell'interno”, lo ha dichiarato il Sottosegretario per
l'interno, Alfredo Mantovano, rispondendo all’interpellanza della
responsabile delle Politiche sociali dei Ds, l’on. Livia Turco, in tema
di immigrazione. Il Sottosegretario ha sottolineato che attualmente sono quasi
4 mila al giorno le pratiche trasmesse alle prefetture dal centro servizi delle
Poste italiane, contro le 880 circa del primo periodo. Si tratta di “una
regolarizzazione e non di una sanatoria” ha detto motivando i problemi
iniziali. “Nelle prime settimane – ha spiegato - ci si è imbattuti
in problemi relativi alla messa a punto della procedura che prevede che Poste
italiane effettuino una prima sommaria selezione delle domande, le inviino alle
prefetture in scatole separate, in modo da ottenere una divisione tra quelle
complete e quelle incomplete, immettendo contemporaneamente i dati relativi nel
circuito informatico del Ministero dell'interno per gli accertamenti di polizia
necessari ai rilasci dei nullaosta da parte delle questure. Secondo il
Sottosegretario l'attuale regolarizzazione di dimensioni tre volte superiore
alla precedente “avrebbe dovuto richiedere almeno sei anni se avesse
seguito i ritmi della sanatoria del 1998”; mentre assicura Mantovano il
termine di ultimazione resta fisso al dicembre 2003. Le piccole prefetture
concluderanno il lavoro prima dell'inizio dell'estate, alcune lo hanno
già concluso, mentre resta da verificare quasi la metà delle
istanze presentate nelle cinque prefetture più gravate, Roma, Milano,
Napoli, Torino e Brescia dove le domande presentate costituiscono circa la
metà di quelle relative all'intero territorio nazionale. In queste
città è stata anche aggiunta nuova forza lavoro: sono stati
assunti 1.050 lavoratori interinali, di cui 700 destinati ad essere inseriti
già negli organici del Ministero dell'interno, distribuiti tra prefetture
e questure, mentre 350 unità del Ministero del lavoro e delle politiche
sociali sono collocate negli sportelli dove è presente anche tale
ministero. Sollevata dall’interpellanza anche la questione della negata
possibilità per gli stranieri regolarizzandi di poter rientrare nei
propri paesi d'origine. “Si tratta di un problema che va affrontato con
realismo, senza cedere a suggestioni che non debbono avere la meglio sul
buonsenso e sul rispetto di regole importanti per la sicurezza dell'intera comunità”
ha dichiarato in proposito Mantovano, spiegando che la copia della ricevuta
postale attestante l'avvenuta presentazione dell'istanza rilasciata al datore
di lavoro, pur indicando il nome del lavoratore, non ne consente
l'individuazione certa e non può costituire un documento idoneo ad
autorizzare l'espatrio. “Ciò – ha aggiunto - sarebbe in
contrasto, non tanto con la recente legge sull'immigrazione, ma, soprattutto,
con gli accordi di Schengen che pongono in proposito vincoli precisi. (…)
Il Governo è ben consapevole che gli immigrati clandestini in fase di
regolarizzazione affrontano un obiettivo sacrificio, ma è, tuttavia,
altrettanto consapevole dell'opportunità che viene loro offerta dalla
cosiddetta legge Fini-Bossi di essere accolti in condizioni di piena
integrazione nel nostro paese”.
4. WELFARE - I 5 progetti umbri del programma
Equal. Destinatari i soggetti tradizionalmente ''deboli'' (Redattore Sociale)
PERUGIA, 9 maggio - Rete per l'adozione professionale degli immigrati,
A.R.E.S., Emporio Lavoro, Equal per APE-Compagnia dei Parchi, VI.O.LA. Sono i
nomi dei cinque progetti innovativi del programma "Equal" dell'UE
finalizzato all’occupazione 2000-2006 scelti in ambito regionale per
favorire pari opportunità per tutti sul mercato del lavoro; progetti che
si attueranno in precisi ambiti territoriali attraverso la creazione di una
rete locale - istituzioni, forze sociali, imprese - e di una rete europea che
promuove e garantisce lo scambio di esperienze tra i diversi stati membri
dell'Unione. “I destinatari delle azioni previste – spiega
l'assessore regionale alle Politiche sociali Grossi – rappresentano una
risorsa umana tradizionalmente ‘debole’, nei confronti della quale
si elaborano interventi mirati alla piena valorizzazione delle specifiche
abilità e competenze, in coerenza con quell’obiettivo di coesione
sociale che è alla base del Patto per lo sviluppo dell’Umbria.
L’attivazione dei progetti ‘Equal’ per l’Umbria
è particolarmente importante - prosegue Grossi - in quanto si tratta di
misure profondamente innovative, diverse da quelle tradizionali, che vengono
finanziate in forza della qualità dei progetti proposti: un modo per
prepararci al ‘dopo 2006’, quando cioè i meccanismi di
finanziamento si baseranno sulla competizione di qualità". Finanziati
con 4milioni 759mila euro complessivi, nel dettaglio i progetti mirano
all'inserimento lavorativo degli immigrati, a sostenere l’economia
sociale, a incentivare nuova occupazione nelle aree naturali protette, a
formare gli operatori del settore sociale e a facilitare l’accesso delle
donne ai livelli dirigenziali e decisionali delle aziende. Rete per
l’adozione professionale degli immigrati. Il rapporto e lo scambio di
esperienze umane e professionali tra immigrati ed anziani che hanno lavorato
nelle piccole e medie imprese umbre sono alla base del progetto. Si tratta
– come spiega Nadia Favalli dell’associazione “SMILE”
che coordina il progetto – di un modello innovativo di relazioni, capace
di trasmettere saperi e competenze che facilitino l’accesso degli
immigrati nel mercato del lavoro, attraverso azioni assistite di
“accompagnamento” nell’inserimento lavorativo. Insieme a
SMILE referenti del progetto sono Cgil-Cisl-Uil, IAL, Enfap, Confapi, Centro
servizi multietnici, Apiform, consorzio Mainisys, Sviluppumbria e Agenzia per
l’innovazione nell’Amministrazione e nei servizi pubblici. I fondi
messi a disposizione sono di 981mila euro. A.R.E.S. (Adattabilità
delle risorse dell’economia sociale). L'idea progettuale riguarda
la qualificazione e l'adattabilità delle competenze di chi opera nel
settore dell’economia sociale, individuando profili che possano
rispondere anche all’alta domanda di servizi socio-assistenziali.
Referente del progetto è il Comune di Foligno, e sono anche coinvolti i
Comuni di Perugia, Terni, Narni, Spoleto, Norcia, Città di Castello,
Gubbio, Todi e Panicale, l’APIS, il Consorzio TUCEP, il Forum del terzo
settore, Sviluppumbria, la Cassa di Risparmio di Foligno, l’Associazione
industriali di Foligno, la Asl 3, il Consorzio BIM e varie cooperative sociali.
I fondi assegnati ad ARES ammontano a 725mila 314 euro. Emporio Lavoro. Si propone la
creazione di iniziative locali a sostegno dell’economia sociale e prevede
– come spiega il responsabile del progetto Vincenzo Castelli – una
prima fase di rilevazione dei bisogni e delle criticità delle imprese,
ed una seconda fase di scambio di esperienze, accompagnamento e informazione
delle realtà più evolute nei confronti dei destinatari delle
azioni previste dal programma. Referente è il Comune di Perugia, partner
sono i Comuni di Norcia, Panicale, Città di Castello, Foligno, Gubbio,
Spoleto, Todi, la Provincia di Perugia, il Forum del terzo settore,
l’ARCI, alcune cooperative sociali, ASL 2, Sviluppumbria, Banca Popolare
Etica, i consorzi Bim e Abn. Il finanziamento complessivo è di 1milione
484mila euro circa. Equal per APE (Appennino Parco d’Europa) -
Compagnia dei Parchi. Si prefigge di creare nuove economie, incrementare il
valore del patrimonio immobiliare, aumentare il flusso turistico e creare nuova
occupazione nelle aree protette. Oltre a CARSA spa (referente del progetto),
Sviluppumbria e Legambiente, partner del progetto sono “CRESME Ricerche
spa”, Federazione nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali, il Parco
regionale di Monte Cucco e quello nazionale dei Monti Sibillini. Il
finanziamento a disposizione ammonta a 774mila 685 euro. VI.O.LA. (Vita
oltre il lavoro). Si prefigge di facilitare l’accesso delle donne ai processi
decisionali delle aziende, attraverso una formazione specifica e mirata e
stipulando accordi specifici tra aziende, amministrazioni e lavoratrici
beneficiarie. Oltre a “Galgano international onp”, che è il
soggetto capofila, proponenti di “VI.O.LA” sono i Comuni di Terni,
Narni e Orvieto, l’associazione internazionale Il Cenacolo e
l’Associazione per la formazione professionale sui servizi pubblici. I
fondi a disposizione per questo progetto ammontano a 770mila 825 euro.
5. IMMIGRATI: 17.689 le domande di
regolarizzazione in Sicilia (AGI) - Catania, 9 maggio - Sono 17.689 gli
extracomunitari che hanno presentato in Sicilia domanda di regolarizzazione, un
numero piu' che doppio rispetto a quello degli immigrati residenti nell'Isola
gia' in possesso di documenti di soggiorno e permessi di lavoro. In
particolare, secondo dati del ministero dell'Interno aggiornati all'11 novembre
scorso ed elaborati dalla Facolta' di scienze politiche dell'universita' di
Catania, sono 7.669 gli stranieri che chiedono di mettersi in regola come
lavoratori dipendenti a fronte di 6.701 con posizione gia' normalizzata: il
rapporto e' di 114,4 nuove richieste ogni 100 extracomunitari regolari. Nel
settore del lavoro domestico le domande sono ancora di piu', 10.020 a fronte di
8.266 extracomunitari gia' iscritti all'Inps, per un rapporto di 121,2 istanze
ogni 100. Sul tema "Stranieri in Italia. Modelli di inserimento sociale
fra politiche pubbliche e azioni solidali" la Facolta' di scienze
politiche dell'ateneo catanese ha organizzato un seminario che si terra'
giovedi' 14 maggio. In quell'occasione saranno fornite anticipazioni sul
dossier statistico 2003 della Caritas-Migrantes.
6. FAMIGLIA - Festa della mamma 2003. Una
ricetta per diventare poveri? Essere una madre sola, straniera, con un figlio a
carico e un lavoro (Redattore Sociale) MILANO, 9 maggio - La Commissione
governativa di “Indagine sull'esclusione sociale” presieduta da
Chiara Saraceno, nel suo ultimo rapporto sulle povertà in Italia,
pubblicato nel 2000, aveva avvertito: è povero l’11,4 per cento
delle famiglie monoparentali con un figlio minore; dove monoparentali, nella
maggior parte dei casi (l’84 per cento) significa che il genitore
è la mamma. Così sarebbero circa 20 mila le mamme in stato di
povertà grave, con figli minori a carico; ma le famiglie di mamme sole e
figli, a rischio di miseria, sarebbero molte di più: circa 150 mila. Il
giornale di strada "Terre di mezzo" dedica il suo numero di maggio
alle mamme, in particolare alle mamme in difficoltà. Presentiamo qui le
anticipazioni dell'intero dossier, che sarà on-line nei prossimi giorni
sul sito di "Terre di mezzo". Per le mamme sole con figli, la
povertà ha un volto preciso: significa non riuscire a pagare le bollette
a fine mese (nel 14,1 per cento dei casi), comprare vestiti (15,4); o anche
affrontare le spese mediche (9,1). La garanzia per finire sul lastrico? Avere
un lavoro atipico e una famiglia molto lontana, che non possa aiutare in caso
di bisogno, cosa che capita soprattutto alle donne straniere. Il disagio
è tale che un’altissima percentuale di donne straniere, anche
sposate, che stanno per diventare mamme decidono di interrompere la gravidanza.
Nel 1999, in Italia ci sono stati 19.890 aborti da parte di donne straniere
contro 21.186 bimbi stranieri nati. Il tasso di abortività stimato tra
le straniere (tra i 18 e i 49 anni) è ben tre volte superiore a quello
delle italiane. “Il fatto è che le forme contrattuali atipiche non
garantiscono i diritti delle mamme spiega Valentina Montorsi, del Nidil-Cgil,
sindacato di riferimento per i lavoratori atipici-:, ad esempio il diritto di
astensione dal lavoro per maternità non è scontato nei contratti
dei do.co.co. (collaborazione coordinata e continuativa) ma va concordato di
volta in volta con il datore di lavoro. Se una donna se ne dimentica alla firma
del contratto, quando si deve assentare per le necessità della
gravidanza, rischia di venire licenziata senza poter far valere alcun
diritto”.
Lidia Obando, nicaraguense, responsabile nazionale delle Acli Colf, si occupa
di donne sole con figli: “Sono di diverse nazionalità -spiega-:
filippine, della Colombia, dell’Ecuador, del Perù, del Nicaragua.
Io stessa sono una di loro”. Lidia infatti ha quattro figli ormai grandi,
la maggiore in Nicaragua e gli altri tre qui. “Il problema principale per
queste donne è l’abitazione racconta-: è difficile trovare
una casa con un affitto basso; ci chiedono di non essere residenti, per tornare
in possesso dell’appartamento più facilmente, ma la residenza ci
serve per ottenere il permesso di soggiorno. Quando avevo i figli piccoli,
dovevo lavorare solo la mattina perché non sapevo dove lasciare i
bambini. In tanti casi la datrice di lavoro non prende una donna col bimbo;
tante vengono licenziate se incinte e rimangono disoccupate nel momento di
maggior necessità: nel post-parto ci si ritrova senza casa e senza
lavoro. Il bimbo piccolo nessuno lo accudisce. Per questo tante donne mandano i
figli al Paese d’origine, ai parenti, e i bimbi soffrono un disagio
grande. Allora si decide di stare col proprio figlio e si vuole farlo tornare;
alcune datrici di lavoro lo consentono. Ma il bimbo è cresciuto e ha
altre esigenze e difficoltà, arriva qui con la lingua d’origine,
soffre più volte, per i ripetuti distacchi. La madre, che si era
abituata a stare da sola, è costretta a cambiare lo stile di vita e deve
dividersi tra figli e lavoro. Cambia anche la situazione economica,
perché per stare col bambino deve lavorare part-time, entrano meno
soldi, si devono fare più sacrifici, tante volte si lavora col bimbo
dietro, se la datrice di lavoro accetta. Se poi il bimbo si ammala, la madre
deve lasciare l’impiego, e spesso si viene licenziate. Alcune donne, per
fortuna, si aiutano tra loro, le coinquiline si tengono i piccoli a
vicenda”.
7. FAMIGLIA- Festa della mamma 2003. Allevare
i figli a distanza è una condizione ''normale'' per migliaia di madri
straniere lavoratrici; anche a causa della sanatoria (Redattore Sociale) MILANO, 9
maggio 2003 - Decine di migliaia di mamme straniere assunte come badanti o
colf, in occasione della sanatoria dello scorso settembre, sono ancora oggi
costrette ad una forzata separazione dai figli, lasciati in patria. Anche della
loro situazione e delle loro storie si occupa il dossier pubblicato nel mese di
maggio da Terre di mezzo, il giornale di strada. La separazione dipende dal
meccanismo stesso della legge Bossi-Fini: gli immigrati in attesa di permesso
di soggiorno, dopo aver depositato la domanda, non possono, secondo la
Bossi-Fini, abbandonare il territorio dello Stato. Secondo il “Dossier
Immigrazione 2003” di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, sono 702
mila le istanze di regolarizzazione piovute alle prefetture di tutta Italia
dallo scorso novembre. “E sono ancora troppo poche le richieste
smaltite”, sostengono Cgil, Cisl e Uil, che rincarano: “La
Bossi-Fini è nel caos, i lavoratori che non possono uscire nemmeno
temporaneamente dal nostro Paese sono letteralmente segregati”. Dopo
Natale, nemmeno in occasione delle festività pasquali i numerosissimi
“regolarizzandi” hanno potuto riabbracciare i propri cari, rimasti
nel Paese d’origine. Risale a quattro mesi fa anche una mozione, firmata
dalla parlamentare della Margherita Carla Mazzuca, volta a modificare il testo
della normativa in vigore, nel senso di permettere ai cittadini extracomunitari
di recarsi nel proprio Paese per un massimo di venti giorni, senza perdere il
diritto alla sanatoria una volta rientrati in Italia. Mozione rimasta, ad oggi,
lettera morta. Una situazione che colpisce duramente molte donne straniere,
calate in una condizione, quella di madri a distanza, che già mette a
dura prova equilibri familiari spesso delicatissimi: “Donne obbligate a
scegliere il distacco dai figli; in molti casi, specie le donne dell’Est,
con esperienze matrimoniali fallite alle spalle, e che per lavorare devono
rinunciare ai loro bambini, lasciati a nonne o zie”, spiega Barbara
Ghiringhelli, sociologa presso il consultorio famiglie interetniche di Milano.
“Sono gravi sofferenze, che spesso richiedono alla donna di scegliere tra
ruolo di madre o la costruzione di questa nuova vita che vuole migliore per
sé, ma anche per i suoi figli”. La lontananza le accompagna anche
per anni. Sono donne per lo più Sud americane o dell’Europa
orientale. Su un totale di 4.760 utenti, presentatisi agli sportelli del centro
d’ascolto “Gli Esteri” di Milano nel 2002, oltre la
metà erano donne (2.870).
Racconta un’operatrice del centro: “Nel corso del solo anno passato
ho ascoltato 285 donne; di queste la maggior parte erano ucraine (41), seguite
da romene (39), ecuadoriane (30), e peruviane (21)”. Dati confermati
anche dallo “Sportello Donna” della Filef Lombardia: “Si
tratta di Paesi ad alta emigrazione femminile; l’ampio mercato di
collaboratrici domestiche e badanti offre alle immigrate la possibilità
di diventare il motore economico della famiglia”. Mamme migranti, dunque,
e figli a casa, affidati ai parenti. “Il supporto della propria sfera
familiare è l’unico rimedio; questo vale specialmente per le donne
del Sud America, anche se il concetto di famiglia allargata, per bisogni
economici, resiste anche ad Est”, raccontano al centro d’ascolto.
8. SOLIDARIETA' - Parte ''Sotto lo stesso
cielo'', settimana di iniziative per l'Africa promossa da 32 organizzazioni (Redattore Sociale) BERGAMO, 9
maggio - A Bergamo siamo tutti "sotto lo stesso cielo" per una
iniziativa promossa da 32 organizzazioni della provincia, impegnate nelle
iniziative di collaborazione e solidarietà con l'Africa. Tutta la
settimana dall'11 al 18 maggio sarà dedicata a incontri, dibattiti,
feste ed eventi culturali per rimettere al centro dell'attenzione l'Africa, le
sue ricchezze e le sue contraddizioni. "Abbiamo promosso questa iniziativa
- dichiarano gli organizzatori in un comunicato - con l'idea di metterci in
ascolto di una terra che rischia di restare lontana e periferica rispetto ai
grandi temi dell'economia e della politica mondiale: gli eventi degli ultimi
anni hanno distolto l'attenzione dall'Africa, relegandola al ruolo marginale
della cronaca, delle disavventure e dei drammi quotidiani. L'Africa e Bergamo -
prosegue il comunicato – possono costruire storie di solidarietà
vera, di sviluppo e di condivisione. La nostra terra vanta da sempre attenzione
alla povertà mondiale attraverso diversi fronti d'impegno, non ultima la
generosità economica". Le iniziative partono domenica 11 con una
animazione sull'Africa nell'ambito della Festa dei bambini e delle bambine
delle scuole materne. che si svolgerà a Bergamo Alta presso il Centro
Missionario Diocesano. Il giorno seguente il programma prevede un appuntamento
con "Radio Emmanuel" per un incontro radiofonico con realtà
impegnate in Africa, e il 13 maggio si potrà scegliere tra la proiezione
di un film del Burkina Faso e una mostra fotografica a cura del Celim di
Bergamo. Mercoledì 14 la cittadinanza incontrerà alcuni giornalisti
che raccontano l'Africa sui mezzi di informazione: Jean Lèonard Touadi
(RAI), Anna Pozzi (Mondo e Missione, Avvenire), Andrea Valesini (l'Eco di
Bergamo). Giovedì 15 ci sarà un incontro "per un mondo
condiviso" nei locali della Fondazione Shalom, e il giorno dopo la parola
passa all'arte con un concerto di musica e danze tradizionali africane. Un
convegno di studi previsto per sabato 17 porterà attorno ad uno stesso
tavolo rappresentanti dell'Unesco, della Fao e dell'Università di Bergamo,
mentre domenica 18 maggio la settimana si concluderà con un "Torneo
di calcio interculturale" e una festa serale.
I promotori della settimana di solidarietà "Sotto lo stesso
cielo" sono Acli, Africa Tremila Ong, Aiuto alla Chiesa che soffre, AISAF,
Sacra Famiglia, Ass. Altrove, Ass. NordSud, Augere, AVSI Ong, Caritas
Diocesana, Celim Ong, Centro Missionario Diocesano, CESVI Ong, Chiama l'Africa,
Comunità Ruah, Consorzio Gerundo, Fondazione P. e L. Corti, Fondazione
Shalom, Gruppo Missionario S. Giovanni Bianco, Mani amiche, Missionari
Saveriani, Museo e villaggio Africano, Nepios, Padri Monfortani, Padri
Giuseppini del Murialdo, Pie Madri della Nigrizia, SAS-CSC, Segretariato
Migranti, Suore di carità, Suore Orsoline di Gandino, Suore
Sacramentine, Università degli Studi di Bergamo.
9. GB: l'immigrazione selvaggia comincia a far
paura /ansa commissione parlamentare chiede controlli piu' rigidi (ANSA) - LONDRA, 8 MAG
- Sale la tensione in Gran Bretagna per effetto del fenomeno dell'immigrazione:
di fronte ad un incremento esponenziale delle domande di asilo nel Paese, il
Parlamento avverte contro il rischio di disordini sociali e l'ascesa dei
partiti xenofobi. L'avvertimento viene dalla commissione Interni di Westminster
che, in un rapporto pubblicato oggi, definisce inoltre irrealistico l'obiettivo
fissato dal Governo laburista di espellere 30.000 clandestini all'anno.
L'immigrazione selvaggia, quindi, comincia a far paura. Nell'ultimo ventennio
è drammaticamente aumentato il numero di persone che chiedono asilo al
Governo di Londra. Nel 1982, secondo lo studio della commissione, ci furono
4.223 domande, ma solo 20 anni dopo - l'anno scorso - ne sono arrivate ben
110.700. Un numero, secondo i parlamentari di Sua Maestà,
"inaccettabile". Di fronte a questo andamento, Westminster chiede la
reintroduzione dei controlli sugli immigrati, in modo che il Governo sappia
esattamente quante persone rimangono nel Paese anche se la loro domanda d'asilo
viene respinta. Se questo flusso di immigrati "dovesse continuare senza
controlli - si legge nel rapporto - potrebbe sopraffare la capacità dei
Paesi ospitanti, portando inevitabilmente a disordini sociali". Ma i
rischi non finiscono qui: l'immigrazione selvaggia, ritengono i parlamentari,
potrebbe anche provocare una "reazione politica eccessiva che, di
conseguenza, porterà all'elezione di partiti estremisti con soluzioni
estreme". L'avvertimento segue di una settimana il successo, alle elezioni
amministrative dell'1 maggio, del British National Party (estrema destra), che
ha conquistato nel complesso 16 seggi ed è diventato il secondo partito
della cittadina di Burnley (Inghilterra centro-settentrionale).
L'amministrazione laburista ha già promesso di dimezzare il numero di
richieste di asilo in Gran Bretagna entro il prossimo settembre e oggi il
sottosegretario agli Interni, Beverly Hughes, ha sottolineato che il Governo
sta prendendo "azioni decise" per colpire l'immigrazione clandestina.
"L'ufficio immigrazione sta attualmente espellendo più persone di
quanto non sia mai accaduto", ha dichiarato il sottosegretario. Ad
alimentare le tensioni sociali nel Paese potrebbe contribuire inoltre il
crescente divario di ricchezza tra i bianchi e le minoranze etniche. Proprio
oggi, infatti, il quotidiano The Independent pubblica uno studio secondo cui da
una parte il Paese diventa sempre più multiculturale, ma dall'altra gli
immigrati - anche quelli di seconda e terza generazione - sono tra le persone
più povere del Regno Unito.
10. A Genova l'agenzia per gli emigrati
dell'Ecuador in Italia (AGI) - Genova, 8 maggio - Il presidente Lucio Gutierrez
ha scelto Genova come sede della Corporacion de Protection al Migrante della
Repubblica dell'Ecuador. Dell'organismo fanno parte diversi ministeri,
associazioni, fondazioni e parti socali legalmente costituite che si occupano
di sostegno all'immigrazione. Il provvedimento del presidente Gutierrez
trasferisce le competenze fino a ieri dei consolati alla nuova realta'
presieduta dal maggiore Max Marin, delegato del presidente della Repubblica
dell'Ecuador. Il coordinamento politico della sede nazionale genovese e' stato
affidato al professor Bruno Froso Rocca che lascia l'incarico di console
onorario dell'Ecuador a Genova.
11. Nuovi studi e testimonianze
sull’emigrazione Le novità delle collane di Cosmo Iannone editore
dedicate alla diaspora e alla interculturalità (Inform), 8 maggio, CAMPOBASSO - Cosmo
Iannone Editore (www.cosmoiannone.it) presenterà al Salone del Libro di
Torino, che si svolgerà dal 15 al 19 maggio al Lingotto, le sue ultime
pubblicazioni dedicate alle problematiche dell’emigrazione,
dell’etnicità e dell’interculturalità. Nella collana
dei Memoriali, infatti, è comparsa Città senza donne di Mario Duliani, la
straordinaria ed unica testimonianza dell’internamento delle persone di
origine italiana nei campi di concentramento in Canada durante la Seconda
Guerra Mondiale. Si tratta di un resoconto romanzato, ma sostanzialmente fedele
all’esperienza realmente vissuta dall’autore, che fu internato a
Petawawa ed a Fredericton per oltre tre anni, di significativo valore storico,
di notevole intensità umana e di buona confezione letteraria. Questo
libro fu pubblicato per la prima volta in francese nel 1944 a Montréal.e
l’anno seguente in italiano. Solo nel corso degli Anni Novanta è
stato ripreso in Canada e ripubblicato in inglese, in occasione delle scuse che
il governo canadese ha rivolto alla nostra comunità per quegli arresti
privi di qualsiasi motivazione particolare. L’attenzione verso il Canada,
ospite d’onore del Salone, è completata da altre due
novità: Halifax, l’altra porta d’America di Pietro Corsi e Niente
è solo l’eco di sempre di Barry Callaghan. La prima pubblicazione
è un’inedita descrizione storica della vicenda migratoria
sviluppatasi attraverso la seconda porta d’America, dopo quella di Ellis
Island, attraversata da milioni di immigranti, molti dei quali di origine
italiana, ma che finora ha ricevuto poca attenzione da parte degli storici e
delle istituzioni. La seconda è una delle più felici prove
narrative di uno dei più importanti scrittori e poeti canadesi
contemporanei, vivamente apprezzato in Italia dagli specialisti per le sue doti
di creatività e di flessibilità espressiva. Queste novità
si aggiungono alla produzione più recente delle Edizioni Iannone, che in
materia di emigrazione rappresentano ormai un riferimento obbligato. Facciamo
riferimento, tra gli altri, a Nei cantieri di Toronto di Frank Colantonio,
considerato da un critico importante come Emilio Franzina, in un recente
convegno sulla cultura degli italiani in Nord America, un’autobiografia
molto densa di materiali documentari sulla situazione sociale
dell’Ontario nel corso degli Anni Sessanta. In campo saggistico, altri
importanti contributi sono: Parole erranti – Letteratura, emigrazione,
interculturalità, di Carmine Chiellino, che apre una visuale inedita sulla
letteratura d’emigrazione in un dei luoghi più vicini e
scientificamente più lontani come la Germania; Il lavoro italiano
nelle colonie di Daniela Serio, uno dei pochi studi che si è cimentato con il
fenomeno dell’"emigrazione coloniale". Sul piano delle
testimonianze letterarie di autori di prima, seconda e terza generazione di
origine italiana, nella collana RETI sono comparsi di recente: Familia
– Memoria di emigrazione di Giose Rimanelli, lo scrittore italiano che vive da
trent’anni negli USA; La passione di Fabrizio di Antonio
D’Alfonso; Riti di Infertilità di Mary Melfi; Impala di Carole Fioramore
David; Gioco d’amore/Amore del gioco di Giose Rimanelli. In queste
prove, da diversi angoli visuali e sulla base di diverse esperienze viene
descritto il percorso umano intellettuale che le diverse generazioni hanno
compiuto dalla coesione e dal tradizionalismo della mentalità delle little
Italy alla modernità ed all’integrazione nelle nuove realtà
sociali e culturali. Completano i titoli delle collane ("Quaderni
sull’emigrazione", "Reti", Memoriali") numerosi studi
sull’incidenza che l’emigrazione ha avuto sulle comunità
locali e sulla formazione di "comunità allargate", che hanno
saputo coniugare il difficile rapporto tra il locale ed il globale.
12. "L'accoglienza della cultura, la
cultura dell'accoglienza". La comunità marocchina della capitale al
museo della Centrale Montemartini. (Stranieri in Italia) ROMA, 8 maggio - Arte e
cultura per l'incontro tra Roma e la sua comunità marocchina. Domenica
11 maggio, alle 16, il Comune offre ai cittadini marocchini una visita guidata
gratuita alla Centrale Termoelettrica Montemartini,
uno dei più importanti spazi espositivi della capitale. Nella Centrale,
accanto ai macchinari che alimentarono la prima rete di illuminazione pubblica
di Roma, è possibile ammirare oltre 400 capolavori della scultura antica
provenienti dalle collezioni dei Musei Capitolini. L'evento di domenica
prossima fa parte del secondo ciclo di incontri "La cultura
dell'accoglienza, l'accoglienza della cultura" organizzato
dall'Assessorato alle Politiche Culturali e dall'Ufficio delle Politiche della
Multietnicità del Comune di Roma in collaborazione con i rappresentanti
delle comunità straniere. Ogni incontro prevede una visita guidata e una
manifestazione in cui ogni comunità presenta ai visitatori italiani il
proprio paese, attraverso proiezioni, spettacoli, assaggi di cucina
tradizionale. Per l'incontro con la comunità marocchina è
prevista la manifestazione "Dal deserto al Mediterraneo. Arte e
musica", con un concerto di musica tradizionale, una mostra d'artigianato
ed un documentario, conditi da cus cus, tè alla menta e pasticcini
aromatizzati. Le scorse settimane sono state ospiti della Centrale Montemartini
le comunità cinese, albanese, polacca e ucraina, mentre l'incontro di
domenica 18, l'ultimo per questo ciclo, avrà come protagonista la
comunità filippina. Domenica 11 maggio ore 16
Museo della Centrale Montemartini, Viale Ostiense ,106 (Autobus 23, 271, metro
B Garbatella) Prenotazioni: tel. 06 39967800
13. IMMIGRAZIONE; Albania; Nano, rafforzare i
controlli premier convoca vertice dopo ultimi sequestri gommoni (ANSA) - TIRANA, 8 MAG
- Il premier albanese Fatos Nano ha convocato oggi i vertici delle forze di
polizia e della Procura per chiedere un rafforzamento delle misure contro i
traffici di droga e clandestini diretti verso l'Italia. Nelle ultime settimane
sono ripresi i sequestri di gommoni lungo le coste della Puglia, e questo
sembra allarmare il premier che ha fatto della campagna anti-clandestini uno
dei suoi cavalli di battaglia. Nell'agosto dello scorso anno fu proprio Nano a
lanciare l'operazione "Puna" che portò in meno di due
settimane allo smantelamento di tutte le organizzazioni che tra Valona e
Durazzo gestivano i traffici. Il primo ministro ha chiesto tra l'altro al ministro
dell'Interno Luan Rama di "rafforzare il controllo lungo i confini e di
elevare il livello di collaborazione con le strutture internazionali
antitraffico, in particolare con le forze specializzate italiane”.
14. IMMIGRAZIONE – Contro gli
stereotipi, progetto ''Faccia bianca, faccia nera... facciamo informazione''
della regione Veneto (Redattore Sociale) ROVIGO, 8 maggio – Immigrazione
tra stereotipi e notizie: affronta questi temi il progetto “Faccia
bianca, faccia nera... facciamo informazione”, approvato dall’Assessorato
Politiche Sociali della Regione Veneto, al via in questi giorni.
L’iniziativa vede come promotori Arcisolidarietà (associazione
capofila), Associazione per la pace, Donne in Nero, Cidi, in collaborazione con
l’associazione Giolli (Centro Ricerche sul Teatro dell’Oppresso) e
il Cesv di Rovigo. Il progetto mira a rompere gli stereotipi contro gli
stranieri a partire dalla lettura critica e rivisitazione delle principali
notizie di cronaca locale o nazionale sull’immigrazione. Si attiverà
un gruppo misto di italiani e stranieri disponibili a raccogliere notizie,
analizzarle e creare scene teatrali di stimolo alla riflessione. Sono previsti
stages formativi sulle tecniche del Teatro dell'Oppresso, che si svolgeranno
durante alcuni week-end (dal mese di maggio a novembre 2003). “Cosa
sappiamo degli immigrati? Cosa non ci piace dell’immigrazione? Che
stereotipi abbiamo noi italiani e gli stranieri? Che immagine
dell’immigrato ci arriva dai mass media? Si può arricchire,
completare, criticare le informazioni che ci arrivano dai mass media
principali?”. Sono alcune delle domande con cui partirà la ricerca
sui giornali e i media nazionali e locali dell’immagine stereotipata o
meno dell’immigrazione che passa quotidianamente. “Cercheremo
notizie diverse, per completare il quadro reale dell’immigrato;
cercheremo di presentare sulla scena le notizie,le contro notizie col Teatro
Giornale, di presentare la vita reale degli immigrati col Teatro-Immagine, di
presentare i conflitti e le difficoltà che vivono italiani e stranieri
nella difficile convivenza. Proveremo a interrogare le Istituzioni
perché ascoltino di più i cittadini col Teatro
Legislativo”, anticipano gli organizzatori dell’iniziativa. Chi
è interessato al progetto è invitato sabato 10 maggio alle ore 16
presso il Cesv (Centro servizi volontariato) in viale Trieste 23, a Rovigo I
momenti di formazione teatrale (teatro-immagine e avvio al teatro-forum) sono
in programma sabato 17 e 24 maggio dalle ore 15 alle 20, e domenica 18 e 25
maggio dalle 8,30 alle 13,30 presso Caaf Cgil (Viale del Lavoro 4). Per
informazioni, contattare la segreteria dell’associazione Giolli, tel.
0522/772154; e-mail giolli.tdo@tin.it; www.peacelink.it/users/giolli. I
prossimi stages saranno organizzati nei mesi di settembre, ottobre e novembre.
15. Casini: "Prato esempio d'integrazione
solidale, c'e' una comunita' di 20.000 cinesi che opera ben inserita" (Stranieri in Italia)
PRATO, 8 maggio - "Nonostante non sia facile per le piccole e medie
imprese lavorare nell' attuale scenario economico globalizzato, Prato è
riuscita comunque a diventare un esempio di integrazione solidale". Queste
le parole espresse dal presidente della Camera dei deputati Pier Ferdinando
Casini durante l' inaugurazione del primo Museo del Tessuto italiano a Prato.
"A Prato - ha sottolineato Casini - opera ben inserita una comunità
di circa 20mila persone provenienti dalla Cina, che avrebbe messo a dura prova
qualsiasi altro contesto economico e sociale debole e privo di quelle risorse
di apertura e grande umanità tipiche dei cittadini di Prato". Il
presidente della Camera ha osservato come nel mutevole contesto internazionale,
"dal quale soprattutto le piccole realtà imprenditoriali possono
sentirsi schiacciate e non sufficientemente tutelate, è comprensibile la
diffusione di inquietudini e di incertezze". Per Casini può
risultare particolarmente difficile "la necessità di adattarsi ai
moduli della competitività internazionale, mantenendo un tessuto sociale
solidale e disponibile all' integrazione di cospicui flussi di
immigrazione".
16. CHIESA – A Beirut l'incontro
dell'Amman Process, rete per i diritti di rifugiati e migranti dell'area
mediterranea (Redattore Sociale) ROMA, 8 maggio - Si svolge quest'anno a Beirut (8-11
maggio), per approfondire i legami con le istituzioni europee, l'incontro
dell'Amman Process, una rete di chiese che lavorano per i diritti di rifugiati
e migranti nell'area mediterranea. Ne fanno parte tutte le chiese membro del
Consiglio delle chiese del Medio Oriente (Mecc, di cui fanno parte ortodossi,
cattolici e protestanti) e le chiese evangeliche ed ortodosse del Sud Europa
(Egitto, Territori Palestinesi. Giordania, Siria, Libano, Turchia, Grecia,
Italia, Francia, Spagna, Portogallo) che fanno parte della Commissione delle
chiese per i migranti in Europa (Ccme). "Quest'anno l'incontro è
particolarmente significativo, vista la situazione politica in quest'area -
sottolinea Annemarie Duprè coordinatrice del Servizio rifugiati e
migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Srm/Fcei) -; i
partner del Medio Oriente, cioè le chiese membro del Mecc, sono tutte
impegnate in prima persona nelle varie aree di conflitto. Esprimere una
solidarietà concreta con queste chiese è il nostro obbiettivo,
ovviamente consultando la rete di collaboratori con i quali lavora il
Mecc". Conclude Duprè: "Analizzeremo inoltre ciò che le
politiche europee possono contribuire ad attuare in merito a questi
problemi". All'incontro parteciperanno per le chiese del Mecc, il segretario
generale Riad Jarjour e il direttore dei servizi di diaconia Aline Papazian;
per il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) Elisabeth Ferris. Per il Ccme,
interverranno il segretario generale Doris Peschke e il moderatore Annemarie
Duprè, oltre a esponenti delle chiese francesi, italiane, greche,
spagnole e austriache.
17. POVERTA' – Rapporto Caritas. ''Nel
mondo i fattori che generano indigenza si sono moltiplicati'' (Redattore Sociale)
ROMA, 8 maggio – "La povertà – afferma la Caritas -
è una condizione umana e sociale in cui una grave insufficienza del
reddito economico, si abbina ad altri elementi tra loro correlati, quali la
mancanza di salute, di famiglia, di lavoro, di casa, di conoscenza, la mancanza
di esercizio della cittadinanza attiva, mancanza di libertà, che collocano
la persona a i margini della società rendendone problematica
l’integrazione. Viene a cadere così la concezione fatalistica
della povertà, ad essa si sostituisce una rappresentazione più
realistica, che coinvolge nell’attribuzione di responsabilità
società civile e istituzioni”.
“Un’ altra importante ragione di considerare una più ampia
serie di dimensioni – continua -, è che i differenti aspetti della
povertà interagiscono e si rinforzano l’un l’altro in vari
modi. Per esempio, chi ha difficoltà a percepire un reddito, ne
avrà anche nel convertire quel reddito in possibilità di vita.
Quest’aspetto si aggrava quando l’individuo svantaggiato ha intorno
a lui persone con le stesse difficoltà (effetto “grouping”).
In questo caso, è probabile che l’individuo entri in una
condizione dove la volontà, la determinazione ed il coraggio di lottare
diventano sempre più fragili tanto che la persona non riesce ad
affrontare la situazione. La povertà, quindi, non si configura come una
situazione statica ma piuttosto come una condizione che si aggrava nel
tempo”. Si conferma dunque, secondo il Rapporto Caritas, il dato che
“oggi i fattori che possono generare povertà si sono differenziati
e moltiplicati. In tutto questo consiste il carattere processuale e
multidimensionale della povertà”. Sulla situazione internazionale,
esistono per la Caritas diverse proiezioni circa l’entità della
popolazione che vive in condizioni di povertà nel mondo: stime condotte
dalla Banca Mondiale in un rapporto di recente pubblicazione, indicano che 2,8
miliardi di persone – quasi la metà della popolazione mondiale -
vivono con meno di due dollari al giorno. Di questi, 1,2 miliardi vivono al
limite della sopravvivenza, con meno di un dollaro al giorno. Nei paesi ricchi,
meno di un bambino su 100 muore prima di raggiungere i cinque anni di
età, mentre nei paesi più poveri, il numero è cinque volte
più alto. “L’ultimo allarme – ricorda la Caritas -
è arrivato dall’Unicef nella sessione speciale dell’ ONU che
si è tenuta a New York nel maggio 2002: ‘un bambino ogni 12 nel
mondo muore prima di aver compiuto 5 anni, e i motivi di questi decessi sono in
gran parte prevenibili’”. Il WDR sottolinea come questo stato
d’indigenza persista nonostante le condizioni dell’umanità
siano migliorate molto in questo ultimo secolo. Tuttavia questo miglioramento
dove la ricchezza e la rete di contatti globali e le capacità
tecnologiche sono aumentate in modo esponenziale. “Malgrado ciò
– precisa la Caritas -, la distribuzione di questi miglioramenti è
straordinariamente ineguale se si pensa che nei venti paesi più ricchi,
il reddito medio è 37 volte più ampio della media di quello dei
paesi più poveri: abisso che è raddoppiato negli ultimi 40
anni”. Secondo quanto riportato dal Rapporto, il progresso nella
riduzione della povertà varia enormemente da regione a regione. Nel
Sud-Est asiatico (Indonesia, Tailandia Corea del Sud), il livello medio dei
consumi è calato notevolmente (da -13,6 della Thailandia al -24
dell’Indonesia nell’anno 1997/98), ed è aumentato il numero
delle persone che si collocano al di sotto della linea di povertà. In
Indonesia ad esempio, la percentuale di persone che vive al di sotto della
linea nazionale della povertà è aumentato di circa dieci punti,
corrispondenti a 20 milioni di persone povere in più. A questo calo del
livello dei consumi, poi, si accompagna un peggioramento degli indicatori di
salute e di istruzione, con preoccupanti effetti a lungo termine.
L’impossibilità di procurarsi medicinali e vaccinare i bambini
aumenta la vulnerabilità delle famiglie più povere alle malattie;
un aumento della malnutrizione porta ad una riduzione nelle capacità di
apprendimento. In Cina si è registrato, invece, un notevole progresso
nella riduzione del numero dei poveri, che è passato da 200 milioni nel
1995 a 125 milioni nel 1997 nelle zone rurali. A questo si aggiunge un aumento
dei livelli di istruzione e di salute. In India, un altro paese con una
fortissima concentrazione di persone che vive con meno di un dollaro al giorno,
non ci sono stati progressi nella riduzione della povertà, la situazione
è peggiorata in Bangladesh a causa di una serie di inondazioni che hanno
devastato il Paese. Situazione molto difficile in Africa. Secondo il Rapporto
Caritas la crisi economica globale e il calo dei prezzi delle materie prime e
di molti prodotti agricoli hanno avuto un effetto molto negativo sulle economie
africane. “Se a questo effetto si aggiunge l’impatto dei numerosi
conflitti che lacerano il tessuto connettivo della società africana
ormai da decenni – si precisa -, non sorprende osservare che il tasso di
crescita del prodotto interno lordo del Paese è stato nel 1998 al di
sotto del tasso di crescita della popolazione, implicando un calo dei redditi
pro-capite. A tutto questo si va ad aggiungere l’effetto devastante
dell’Aids (ben 40 milioni di africani ne sono affetti) che va a colpire
giovani in età riproduttiva e produttiva sottraendo importante forza
lavoro al paese. La conseguenza è una rapida e profonda modificazione
della struttura demografica della popolazione con un forte rischio
d’estinzione per molte popolazioni africane. Emerge con urgenza la
necessità di provvedere più fondi per assistere i paesi africani.
Inoltre, il continente africano ha il tasso di iscrizione alle scuole elementari
più basso al mondo (40%, con 45 milioni di bambini in età scolare
non iscritti)”. Chiudendo la panoramica, si nota come in America Latina
la manifestazione più drammatica della povertà è
rappresentata dall’esistenza di forti disuguaglianze tra ricchi e poveri
– cinque dei dieci paesi con la più bassa percentuale di reddito o
consumi sono in America Latina (gli altri cinque sono in Africa). “In
Guatemala, ad esempio, il 20%più povero della popolazione detiene il
2.1% del reddito nazionale, mentre il 20% più ricco detiene il 63
percento del reddito nazionale”. Infine, nell’ex Unione Sovietica
le condizioni di vita sono peggiorate: in Russia ed Ucraina si continuano a
prevedere per l’anno in corso contrazioni del prodotto interno, con un
conseguente aumento della povertà. Nell’ex-blocco sovietico, quasi
150 milioni di persone vivono in condizioni di povertà.
“In conclusione – precisa il Rapporto Caritas -, il quadro di fine
secolo è di stallo contro la povertà estrema. Se la situazione
non cambia, non sarà possibile raggiungere l’obiettivo stabilito
dalla comunità internazionale in seguito alla conferenza delle Nazioni
Unite sullo sviluppo sociale di Copenaghen di dimezzare la povertà
estrema entro il 2015”.
18. Il sottosegretario all'Interno Mantovano:
"Regolarizzazione conclusa entro dicembre" (Stranieri in Italia), 7 maggio - "Finiremo la
regolarizzazione entro quest'anno, lo smaltimento delle pratiche costituisce
una priorità per il governo". L'ultima affermazione è
arrivata ieri dal sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, che
intervenendo in aula alla Camera ha affermato che la procedura di
regolarizzazione "avrà come termine di ultimazione dicembre
2003". Dopo le difficolta' iniziali - ha proseguito Mantovano - vi e'
stata una notevole accelerazione. Il centro servizi delle Poste italiane e'
passato da una media, all'avvio, di 800 pratiche al giorno trasmesse alle
Prefetture ad una media di quasi 4 mila".
Resta comunque il fatto che con le oltre 700 mila domande presentate si ha a
che fare con una "regolarizzazione di dimensioni tre volte superiore alla
sanatoria del 1998" e che se i ritmi fossero stati quelli di 5 anni fa il
completamento dell'operazione avrebbe richiesto almeno sei anni". Causa
principale dei problemi registrati nella fase di avvio e' stato, secondo
Mantovano, il fatto che trattandosi per l'appunto di "una regolarizzazione
e non di una sanatoria, si e' dovuta mettere insieme una maggiore
quantità di dati, oltre alla predisposizione di un vero e proprio
contratto di lavoro, che viene sottoscritto presso l'ufficio territoriale del
governo contestualmente alla consegna del permesso di soggiorno, del codice
fiscale e della regolarizzazione contributiva". Forti difficolta', ha
detto ancora Mantovano, sono state originate dalle necessita' di "interpretazione
della grafia e dei nomi stranieri, che si sono rivelati in gran parte errati.
Basti pensare alla circostanza che alcuni erano stati scritti in cirillico.
Cio' ha reso necessario affiancare al lettore ottico il lettore umano, per
evitare di respingere domande dietro le quali vi era un reale rapporto di
lavoro". Tuttavia, "superata la prima fase di assestamento, il
sistema oggi funziona speditamente grazie all'utilizzazione dello strumento
informatico, che consente alle questure di abbreviare i tempi degli
accertamenti di polizia e alle Prefetture di effettuare le convocazioni
attraverso collegamenti telematici". Ci auguriamo che le parole del
Ministro siano di buon auspicio e che i termini vengano rispettati: un Natale
sereno non sarebbe affatto male.
19. IMMIGRAZIONE – Un seminario rilancia
la Convenzione internazionale Onu sulla protezione dei diritti dei lavoratori
migranti e dei membri delle loro famiglie (Redattore Sociale) ROMA, 7
maggio – Entrerà in vigore il 1° luglio, ma in 13 anni
è stata ratificata soltanto da 21 Stati di provenienza dei migranti, non
da quelli di destinazione: ieri pomeriggio un seminario
all’Università “La Sapienza” ha rilanciato la
“Convenzione internazionale Onu sulla protezione dei diritti dei
lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie”, adottata
dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 1990. Promossa
dal Comitato Italiano per i diritti dei lavoratori migranti in collaborazione
con il Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani dell’Università
presso la Facoltà di Scienze politiche, l’iniziativa ha costituito
un’occasione per approfondire i contenuti di uno strumento di diritto
internazionale che riconosce i diritti umani fondamentali dei migranti.
“Ci sono voluti oltre dieci anni per raggiungere il numero (20) di
ratifiche necessario per l’entrata in vigore della Convenzione”,
commenta il Comitato, che ha inserito il seminario nell’ambito della
campagna di sensibilizzazione e informazione sui diritti dei migranti.
Nella testo della Convenzione è insito “un concetto esteso di
famiglia, che si riferisce a rapporti ‘equivalenti’ a quelli
matrimoniali, ad esempio famiglie di fatto o tipi di convivenze registrate in
altri ordinamenti”, ha rilevato Roberto Baratta, docente di Diritto
Internazionale presso l’Università di Macerata. Tuttavia –
ha aggiunto – “l’attribuzione dei diritti fondamentali ai
migranti irregolari non implica mai la regolarizzazione della loro posizione.
Inoltre la Convenzione non impone nulla né incide sul potere degli Stati
di limitare le quote d’ingresso: ma questo non significa che lo Stato
possa introdurre politiche migratorie selettive”. Le modalità di
espulsione citate dalla Convenzione Onu, però, “pongono
problemi” alla legislazione italiana, che attualmente non prevede
l’effetto sospensivo del provvedimento. “L’immigrato espulso,
lontano dal suo difensore, difficilmente potrà far valere i suoi
diritti”, ha commentato Baratta, citando un altro nodo che in Italia
resta una questione aperta: quella dei diritti politici degli immigrati; a
questo proposito la Convenzione prevede nello Stato di destinazione “il
diritto elettivo attivo e passivo”.
I migranti, quindi, sono “entità sociali prima che economiche e la
Convenzione riconosce i loro diritti umani indipendentemente dal loro status
giuridico”, ha sottolineato Luca Dall’Oglio, Capo Missione Oim in
Italia. Pur non avendo una portata innovativa rispetto al diritto
internazionale, la Convenzione Onu sta per entrare in vigore “in un clima
politico cambiato: dalla priorità della protezione dei diritti umani
siamo passati a quella della sicurezza”, ha evidenziato il ministro
Antonio Bandini, vicepresidente del Comitato Interministeriale per i Diritti
Umani (Cidu), aggiungendo: “Quando si parla di immigrazione in Italia, la
discussione assume sempre il colore politico della destra e della sinistra,
mentre il dibattito dovrebbe maturare: in altri paesi i più conservatori
e attenti all’economia favoriscono il fenomeno migratorio”. Ma non
basta: occorre valutare “l’impatto sociale reale della cooperazione
internazionale: si arriva allo 0,08% che resta concretamente alle popolazioni
del sud del mondo, togliendo gli interessi dei governi e delle imprese che
investono in quei paesi”. La Convenzione, dunque, ribadisce a livello di
principio “il diritto di migrare”, per il quale è necessario
condurre “una battaglia di civiltà”. La campagna di
sensibilizzazione sulla Convenzione Onu proseguirà nei prossimi mesi e
viene promossa dal Comitato Italiano, di cui fanno parte gli uffici in Italia dell’Oil
e dell’Oim, Casa dei Diritti Sociali – Focus, Caritas Italiana,
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei), Fondazione Migrantes
Cei, Cgil, Cisl e Uil. Ad oggi, sono pervenute circa 60 adesioni alla campagna
da parte di singoli, giornalisti, parlamentari, accademici, associazioni
cattoliche e laiche, ong, enti locali.
20. IMMIGRAZIONE – Legge Bossi-Fini,
regolarizzazione, diritto d'asilo, Cpta: dall'on. Turco interpellanza a
Berlusconi (Redattore Sociale) ROMA, 7 maggio – La responsabile delle Politiche
sociali dei Ds, l’on. Livia Turco, ha presentato un’interpellanza
al Presidente del Consiglio in tema di immigrazione.
Nell’interpellanza si chiede per quali motivi non siano stati ancora
emanati i regolamenti previsti dalla legge n. 189/2002, “i cui termini
sono già ampiamente scaduti”, ed entro quanto il Governo pensa di
emanarli. Si chiede poi: “Entro quanto tempo il Governo provvederà
all’emanazione del decreto flussi per l’ingresso di lavoratori
stranieri da assumere a contratto determinato, indeterminato ovvero da
impiegare in attività di lavoro autonomo e se il governo considera
strategico ed importante tale atto anche ai fini della controllo della e
prevenzione dell’immigrazione clandestina oltre che della soddisfazione
del fabbisogno di manodopera straniera; quali iniziative siano state avviate
per rafforzare la cooperazione con i Paesi a forte pressione migratoria e quali
iniziative intende mettere in campo il Governo per aumentare considerevolmente
il numero degli accordi di riammissione e quelli di regolamentazione dei flussi
di ingresso; in che modo il Governo intenda procedere, in vista della guida
italiana del semestre europeo, al fine di garantire che l’obiettivo della
“comunitarizzazione” delle misure su immigrazione ed asilo fissate
nel trattato di Amsterdam sia ancora perseguibile e che le scadenze fissate nel
Consiglio Europeo di Tampere e poi in quello di Siviglia siano rispettate;
quali misure intende adottare il governo per rimediare al fallimento del
complesso delle norme sulle espulsioni contenute nella legge 189 2002; quali
misure il governo intende adottare per evitare un aggravio, fino a configurare
ipotesi di vero e proprio collasso, del carico penale sul nostro sistema
giudiziario e carcerario conseguente all’applicazione dell’art 14
della legge 189 2002”. Ed ancora: “Quali misure intende adottare
per garantire il rispetto dei diritto fondamentali delle persone che risiedono
nei CPTA e per garantire il massimo di trasparenza nella gestione degli stessi;
quali ulteriori misure intende porre in essere per accelerare il disbrigo delle
pratiche di regolarizzazione; quali misure intende adottare per far si che ai
lavoratori stranieri sia concessa la possibilità di uscire dal
territorio nazionale, magari nel periodo pasquale, nelle more dell’attesa
per la definizione della pratica di regolarizzazione; quali sono gli indirizzi
di politica sull’integrazione che il Governo intende perseguire per i
prossimi anni; quali atti concreti il Governo ha posto o intenda porre in
essere per l’integrazione dei bambini stranieri nelle scuole italiane;
quali indirizzi politici siano stati emanati per garantire l’accesso
effettivo degli immigrati al Servizio Sanitario Nazionale; quali misure si
stiano adottando, anche in collaborazione con soggetti privati e parti sociali,
per favorire l’accesso per i lavoratori stranieri in Italia ad una
abitazione dignitosa; quali azioni il Governo intenda portare avanti, di
concerto con le Regioni, gli Enti Locali, le Agenzie formative italiane e tutto
il sistema della formazione professionale, per estendere e garantire
l’apprendimento della lingua italiana a tutti gli stranieri minori ed
adulti residenti sul territorio nazionale”.
21. "Intermundia 2003": aperta nella
Capitale la Festa interculturale delle scuole romane. Un commento di Maria
Coscia Assessore alle politiche educative del Comune di Roma (Inform), ROMA, 7
maggio - Per promuovere il dialogo tra etnie, culture e religioni diverse
nell'ottica della pace si è aperta a Roma, nel ritrovato giardino di
Piazza Vittorio, la sesta edizione di "Intermundia". Una festa
interculturale, organizzata dall'Assessorato alle Politiche educative e
scolastiche del Comune di Roma, che si conclude il 10 maggio e che propone
specifici momenti sia educativi, come ad esempio l'attivazione di laboratori
per ragazzi e visite guidate al rione Esquilino, sia di puro intrattenimento,
tra cui iniziative canore, musicali e teatrali gestite ed organizzate dalle
scuole romane. Un momento di confronto e di aggregazione - negli ultimi cinque
anni hanno preso parte ad "Intermundia" oltre 30 mila persone,
più di 7 mila ragazzi, 520 esponenti del mondo dell'arte e cento
Organizzazioni non Governative - che dà inoltre la possibilità a
migliaia di alunni di mostrare, sotto forma di spettacoli e ricerche, i
risultati dei tanti lavori interculturali realizzati. In funzione, oltre ad un
curioso e fornito ristorante multietnico, numerosi stand di Associazioni e ONG.
Tra i tanti vogliamo ricordare quello allestito dal Centro Studi Emigrazione di
Roma (CSER) dei Padri Scalabriniani che può vantare un'invidiabile
biblioteca specializzata ed un dettagliato archivio storico di foto d'epoca
della nostra emigrazione. Da segnalare anche la presenza del Forum
dell'Intercultura. Una struttura nata nel 1991, promossa dalla Caritas di Roma
e da diverse associazioni di immigrati, che si propone di realizzare,
attraverso la sensibilizzazione e la formazione all'intercultura nelle scuole,
una società più accogliente. "Questa festa - ha commentato
l'Assessore alle Politiche educative e scolastiche del Comune di Roma Maria
Coscia rispondendo alle nostre domande sugli aspetti salienti dell'iniziativa -
è giunta alla quinta edizione e si arricchisce di anno in anno.
L'iniziativa appartiene ai bambini, alle loro scuole ed alle numerose
associazioni che lavorano da tanti anni nell'ambito degli Istituti per
promuovere, non solo la tolleranza tra le diverse culture ed etnie, ma anche un
concreto scambio, attraverso l'incontro delle specifiche identità, di
una ricchezza reciproca. Per l'edizione di quest'anno il tema centrale è
quello della pace. Noi speriamo che si sia definitivamente conclusa la guerra
in Iraq, ma non dobbiamo dimenticare che nel mondo vi sono ancora tanti focolai
aperti. E' per questa ragione che noi, insieme ai nostri bambini, continuiamo
testardamente a credere nella pace. Vogliamo anche presentare - ha spiegato
l'Assessore annunciando la formazione di un Comitato promotore formato dal
Comune, dalle Associazioni, dalle Fondazioni e dai Municipi - un'apposita
proposta di legge di iniziativa popolare volta ad introdurre nelle scuole
secondarie di primo e secondo grado l'insegnamento dei diritti umani. Questa
idea è stata in un primo momento lanciata da un Istituto Superiore di
Como, ma in breve tempo hanno aderito alla proposta 350 Comuni e tantissime
associazioni, comprese organizzazioni sindacali come la CGIL e la CISL. Per
portare avanti questa iniziativa, che servirà innanzitutto a far
discutere in Parlamento le tematiche dei diritti umani, abbiamo quindi
già iniziato la raccolta delle firme. In questo momento - ha proseguito
Maria Coscia alludendo al progetto realizzato dal Comune in collaborazione con
il CIES che prevede 4000 ore di servizio per i mediatori interculturali in 55
scuole di tutti i Municipi - abbiamo rafforzato il nostro impegno anche sul
fronte dei mediatori culturali che operano nelle scuole. Di quelle persone
cioè che facilitano il rapporto tra l'Istituto, i bambini migranti e le
loro famiglie. Anche se bisogna sottolineare che, il più delle volte,
non sono i ragazzi ad aver bisogno di aiuto, ma gli adulti. Molto spesso
infatti proprio i familiari dei bambini stranieri necessitano di
quell'interlocuzione con la scuola che viene garantita dalla figura
professionale del mediatore culturale”.
22. CRIMINALITA' – Vittime di reati,
donne e anziani temono soprattutto nomadi e tossicodipendenti, meno gli
immigrati (Redattore Sociale) ROMA, 7 maggio
– Vittime di reati, donne e anziani temono soprattutto nomadi e
zingari, tossicodipendenti, ma molto meno gli immigrati. Lo evidenzia la
ricerca “La criminalità diffusa a Roma. Percezione sociale del
rischio e uso della città”, presentata oggi dal Dipartimento
“Rismes” della Facoltà di sociologia dell’Università
La Sapienza. Svolta nel 2002, l’indagine campionaria è stata
condotta attraverso un questionario sottoposto a 700 persone nel III e V
municipio di Roma (350 per ciascuno dei due Municipi, rispettivamente ad alta e
bassa criminalità diffusa ), campionate per quote in misura proporzionale
alle caratteristiche di età e genere riscontrate nei due municipi.
“Il confronto fra due unità territoriali ha permesso di
controllare l’ipotesi relativa all’indipendenza della paura del
crimine dal pericolo effettivo”, riferisce il prof. Enzo Campelli, tra i curatori
della ricerca, che contempla l’ipotesi secondo cui la percezione della
criminalità diffusa da parte dell’attore sociale non dipende dalla
sensazione concreta del pericolo, ma da una serie di altri fattori culturali
che determinano “il senso di insicurezza del cittadino: la sua visione
del mondo, l’idea che esso stesso si è fatto delle istituzioni, la
fiducia che ripone negli altri”. Inoltre lo studio mette in luce che
“la sicurezza è inversamente proporzionale all’isolamento
sociale degli individui: tanto più è fitta la rete di relazioni
interpersonali che compone la vita di una persona, tanto più questa
tenderà a sentirsi sicura”. Secondo i dati raccolti, le donne
hanno subito più di 2 reati molto di più degli uomini (il 58,6%
contro il 44,3%), così gli anziani (54,8% contro il 45,5% dei più
giovani). Donne e anziani sono meno istruiti e meno abbienti degli altri: gli
ultra 65enni hanno status basso molto più frequentemente dei più
giovani (rispettivamente 56,3% e 60% contro il 23,1% e il 21,7% degli altri,
tra i 20 e i 64 anni). E il genere è più discriminante
dell’età, poiché, a parità d’età, le
donne sono più frequentemente “terrorizzate” degli uomini
(45,1% contro il 32,9%).
I risultati mostrano che il quartiere in cui si abita è considerato dagli
intervistati pericoloso (molto+abbastanza) in misura di gran lunga inferiore
rispetto alla città di Roma (31,8% contro il 75,7%), come se la maggiore
conoscenza e familiarità con il luogo di abitazione riducesse la paura.
Tuttavia sono rilevanti le differenze di genere e di età: donne e
anziani ultra 65enni più frequentemente degli uomini e dei giovani
percepiscono pericoloso il quartiere (rispettivamente il 38,2% delle donne e il
40,2% dei più anziani) e la città è considerata tale
soprattutto dagli anziani (l’84,7%), oltre che dalle donne
(l’80,5%). Analogamente, un aumento di frequenza della
micro-criminalità soprattutto a Roma, in misura doppia rispetto al
quartiere (a conferma dell’ipotesi che la maggiore familiarità induce
minore paura), è sostenuto più frequentemente dalle donne e dagli
anziani quasi in pari misura (rispettivamente dal 65% delle une e dal 64,4%
degli altri, contro il 58,3% del campione complessivo). Quanto alla frequenza
dei vari tipi di reato, secondo le donne sono abbastanza frequenti (48,9%,
35,2% per gli uomini). Anche rispetto all’utilizzo dei mezzi di sicurezza
(porte blindate, casseforti, allarmi…) “vi è una tendenza ad
essere fiduciosi piuttosto che a blindarsi in casa – nota la ricercatrice
Fiammetta Mignella Callosa -. Benché la maggior parte dei soggetti
abbiano subito uno o più reati e lo abbiano subito nello stesso
quartiere in cui vivono, solo una quota irrilevante degli intervistati sarebbe
disposta a cambiare casa per migliorare la propria sicurezza personale e
patrimoniale”. Ad uscire meno non sono le persone che presentano maggiori
segni di insicurezza, quanto coloro a cui mancano le occasioni o le relazioni,
oppure le possibilità economiche. Tuttavia la città non è
vissuta come pericolosa, quindi la vita ritirata non è da attribuirsi a
timori o insicurezze.
23. A Ravenna si elegge la Rappresentanza
degli stranieri. Presentate dodici liste. (Stranieri in Italia) RAVENNA,
7 maggio - Il 18 maggio stranieri alle urne a Ravenna per eleggere un organo di
rappresentanza in Comune.
I seggi in palio sono 21, i candidati 86 divisi tra dodici liste.
A farla da padrone sono le liste presentate da cittadini dell' Europa
extracomunitaria, 6, segue l'Africa con 4 liste, infine Sud America e l'Asia,
una lista ciascuno.
Per la suddivisione dei seggi della Rappresentanza tra le varie etnie si
terrà conto della loro consistenza numerica: 8 eletti dovranno essere
africani, 8 europei, 2 asiatici e 2 americani. Il 21esimo sarà,
indipendentemente dal paese d'origine, il primo dei non eletti. La
Rappresentanza avrà potere consultivo, e presidente e vicepresidente
saranno presenti alle sedute del Consiglio Comunale che trattano argomenti
d'interesse per la comunità straniera. Gli elettori chiamati alle urne
sono quasi cinquemila, tra extracomunitari e apolidi maggiorenni iscritti
all'anagrafe e in possesso di un permesso di soggiorno valido o in corso di
rinnovo. La quantità di liste presentate è già un
indicatore importante della voglia di partecipazione alla vita cittadina degli
stranieri residenti a Ravenna, come sottolinea con una punta di campanilismo
l'assessore all'immigrazione, Ilario Farabegoli. "Modena -dice l'assessore
- che ha in piedi questa esperienza da anni, è arrivata a 12 liste solo
al secondo turno di elezioni. Ora l'importante è che a questo sforzo
corrisponda un'altrettanta elevata partecipazione al voto". Tutt'altro che
felici dell'iniziativa sono invece i leghisti ravennati, che parlano di
"sradicamento dei popoli europei voluto dalla sinistra" e di
"elezioni fittizie", e hanno organizzato per lunedì prossimo
un incontro per ribadire il loro "no" al voto del 18 maggio. Intanto,
il Comune cerca di vincere la sfida della partecipazione allestendo 7 seggi,
dislocati tra città, zona costiera e campagna: in questo modo per votare
non ci sarà bisogno di grandi spostamenti.
La rassegna stampa può essere consultata anche sul sito www.immagineimmigratitalia.it
- (Sito Web realizzato nell'ambito del Progetto "Immagine degli
immigrati in Italia tra media, Società civile e mondo del Lavoro")