Rassegna Stampa

Venerdì 9 maggio 2003

 

1.     IMMIGRAZIONE - Il Sottosegretario Mantovano: ''Direttiva per la concessione e revoca dello status di rifugiato entro dicembre 2003'' (Redattore Sociale)

2.     IMMIGRAZIONE - Nel 2002 allontanati dall'Italia 88.501 clandestini, oltre 17mila sono rientrati nel paese d'origine (Redattore Sociale)

3.     IMMIGRAZIONE - Il Sottosegretario Mantovano: ''Regolarizzazione, priorità per il Governo'' (Redattore Sociale)

4.     WELFARE - I 5 progetti umbri del programma Equal. Destinatari i soggetti tradizionalmente ''deboli'' (Redattore Sociale)

5.     IMMIGRATI: 17.689 le domande di regolarizzazione in Sicilia (AGI)

6.     FAMIGLIA - Festa della mamma 2003. Una ricetta per diventare poveri? Essere una madre sola, straniera, con un figlio a carico e un lavoro (Redattore Sociale)

7.     FAMIGLIA- Festa della mamma 2003. Allevare i figli a distanza è una condizione ''normale'' per migliaia di madri straniere lavoratrici; anche a causa della sanatoria (Redattore Sociale)

8.     SOLIDARIETA' - Parte ''Sotto lo stesso cielo'', settimana di iniziative per l'Africa promossa da 32 organizzazioni (Redattore Sociale)

9.     GB: l'immigrazione selvaggia comincia a far paura /ansa commissione parlamentare chiede controlli piu' rigidi (ANSA)

10. A Genova l'agenzia per gli emigrati dell'Ecuador in Italia (AGI)

11.  Nuovi studi e testimonianze sull’emigrazione Le novità delle collane di Cosmo Iannone editore dedicate alla diaspora e alla interculturalità (Inform)

12. "L'accoglienza della cultura, la cultura dell'accoglienza". La comunità marocchina della capitale al museo della Centrale Montemartini. (Stranieri in Italia)

13. IMMIGRAZIONE; Albania; Nano, rafforzare i controlli premier convoca vertice dopo ultimi sequestri gommoni (ANSA)

14. IMMIGRAZIONE – Contro gli stereotipi, progetto ''Faccia bianca, faccia nera... facciamo informazione'' della regione Veneto (Redattore Sociale)

15. Casini: "Prato esempio d'integrazione solidale, c'e' una comunita' di 20.000 cinesi che opera ben inserita" (Stranieri in Italia)

16. CHIESA – A Beirut l'incontro dell'Amman Process, rete per i diritti di rifugiati e migranti dell'area mediterranea (Redattore Sociale)

17. POVERTA' – Rapporto Caritas. ''Nel mondo i fattori che generano indigenza si sono moltiplicati'' (Redattore Sociale)

18. Il sottosegretario all'Interno Mantovano: "Regolarizzazione conclusa entro dicembre"  (Stranieri in Italia)

19. IMMIGRAZIONE – Un seminario rilancia la Convenzione internazionale Onu sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (Redattore Sociale)

20. IMMIGRAZIONE – Legge Bossi-Fini, regolarizzazione, diritto d'asilo, Cpta: dall'on. Turco interpellanza a Berlusconi (Redattore Sociale)

21. "Intermundia 2003": aperta nella Capitale la Festa interculturale delle scuole romane. Un commento di Maria Coscia Assessore alle politiche educative del Comune di Roma (Inform)

22. CRIMINALITA' – Vittime di reati, donne e anziani temono soprattutto nomadi e tossicodipendenti, meno gli immigrati (Redattore Sociale)

23. A Ravenna si elegge la Rappresentanza degli stranieri. Presentate dodici liste. (Stranieri in Italia)

 

 

1. IMMIGRAZIONE - Il Sottosegretario Mantovano: ''Direttiva per la concessione e revoca dello status di rifugiato entro dicembre 2003'' (Redattore Sociale) ROMA, 9 maggio - Nel semestre di Presidenza italiana potranno essere adottati provvedimenti normativi comunitari pendenti nei settori dell'asilo e dell'immigrazione. Attualmente infatti sono all'esame dei gruppi di lavoro sette direttive comunitarie, ma probabilmente solo due (quella sul diritto di ricongiungimento familiare e quella sull'attribuzione della qualifica di rifugiato) potranno essere definite dalla Presidenza greca. Lo ha sottolineato il Sottosegretario Alfredo Mantovano, rispondendo ad una interpellanza dell’On. Livia Turco sull’immigrazione. “L'impegno del Governo italiano sarà volto a rispettare le scadenze previste dal Consiglio europeo di Siviglia e, in particolare, a giungere, entro dicembre 2003, all'adozione della direttiva per gli standard minimi per le procedure di concessione e revoca dello status di rifugiato” ha detto Mantovano sottolineando come il Governo abbia già rilevato davanti alla Commissione affari costituzionali della Camera “l'opportunità di approvare una disciplina organica dell'asilo una volta che sia chiaro il quadro comunitario di riferimento”.

 

2. IMMIGRAZIONE - Nel 2002 allontanati dall'Italia 88.501 clandestini, oltre 17mila sono rientrati nel paese d'origine (Redattore Sociale), ROMA, 9 maggio – Nel rispondere all’interpellanza dell’on. Livia Turco in tema di immigrazione il Sottosegretario per l'interno, Alfredo Mantovano, si è soffermato sulla questione dei Centri di permanenza temporanea per gli stranieri in attesa di espulsione. I Cpt, ha detto, garantiscono “standard di vita oggettivamente rispettosi della dignità delle persone ospitate e nettamente superiori a quelli degli altri paesi”. Secondo quanto stabilito per legge in ogni centro devono essere assicurati oltre ai normali servizi alla persona (lavanderia, barberia, vitto, generi di conforto e quant'altro) il servizio di mediazione linguistica e culturale, l'assistenza sociale e psicologica, l'informazione sui diritti, doveri e sulla condizione dello straniero, l'intrattenimento degli ospiti, il servizio di assistenza sanitaria. “I centri non hanno alcuno scopo afflittivo ed al loro interno non vi è un regime carcerario; - ha sottolineato l’on Mantovano - non sono istituti di pena, ma strutture il cui perimetro esterno è vigilato dalle forze di polizia ed al cui interno vi è libertà di movimento e spazi ricreativi. I loro ospiti possono colloquiare con l'esterno ed è possibile ricevere la visita, oltre che dei propri legali, anche dei propri familiari. La concezione e le modalità di istituzione dei Cpt corrispondono ad una trasparente e coerente politica di governo del fenomeno dell'immigrazione condivisa e definita concordemente con gli altri partner dell'Unione europea”. Secondo i dati forniti dal Sottosegretario nel 2002 sono stati effettivamente allontanati dal territorio nazionale 88.501 stranieri clandestini, a fronte dei 77.699 del 2001 e delle 69.263 del 2000; gli stranieri espulsi e riammessi nei paesi di provenienza sono stati invece nello scorso anno 17.019 contro i 12.751 del 2001 e degli 8.438 del 2000. Mantovano ha fornito anche alcuni dati relativi agli sbarchi di clandestini relativamente ai primi tre mesi del 2003: fra il primo gennaio ed il 15 aprile di quest'anno, i clandestini rintracciati in Puglia a seguito degli sbarchi sono stati appena 16. Erano 1959 dell'identico periodo del 2002 e 3068 dello stesso periodo del 2001. In Sicilia sono stati 1.711 (4.092 nel 2002, 597 nel 2001) mentre in Calabria nessuno (erano stati 1.114 nell'identico periodo del 2002 e 417 nello stesso periodo del 2001). Nello stesso periodo la percentuale di stranieri effettivamente allontanati è stata pari al 58% del totale dei rintracciati (46% nel 2002). Al residuo 44% corrispondono quei 62.500 nei cui confronti è stata disposta l'espulsione, ma non è stata eseguita. In sostanza ha sottolineato il Sottosegretario “ad una flessione del numero complessivo dei clandestini che entrano nel territorio nazionale corrisponde un aumento della percentuale di coloro che sono stati effettivamente allontanati dal territorio italiano”.

 

3. IMMIGRAZIONE - Il Sottosegretario Mantovano: ''Regolarizzazione, priorità per il Governo'' (Redattore Sociale) ROMA, 9 maggio - "La regolarizzazione degli extracomunitari clandestini in Italia costituisce una priorità per il Governo e, in particolare, per l'amministrazione dell'interno”, lo ha dichiarato il Sottosegretario per l'interno, Alfredo Mantovano, rispondendo all’interpellanza della responsabile delle Politiche sociali dei Ds, l’on. Livia Turco, in tema di immigrazione. Il Sottosegretario ha sottolineato che attualmente sono quasi 4 mila al giorno le pratiche trasmesse alle prefetture dal centro servizi delle Poste italiane, contro le 880 circa del primo periodo. Si tratta di “una regolarizzazione e non di una sanatoria” ha detto motivando i problemi iniziali. “Nelle prime settimane – ha spiegato - ci si è imbattuti in problemi relativi alla messa a punto della procedura che prevede che Poste italiane effettuino una prima sommaria selezione delle domande, le inviino alle prefetture in scatole separate, in modo da ottenere una divisione tra quelle complete e quelle incomplete, immettendo contemporaneamente i dati relativi nel circuito informatico del Ministero dell'interno per gli accertamenti di polizia necessari ai rilasci dei nullaosta da parte delle questure. Secondo il Sottosegretario l'attuale regolarizzazione di dimensioni tre volte superiore alla precedente “avrebbe dovuto richiedere almeno sei anni se avesse seguito i ritmi della sanatoria del 1998”; mentre assicura Mantovano il termine di ultimazione resta fisso al dicembre 2003. Le piccole prefetture concluderanno il lavoro prima dell'inizio dell'estate, alcune lo hanno già concluso, mentre resta da verificare quasi la metà delle istanze presentate nelle cinque prefetture più gravate, Roma, Milano, Napoli, Torino e Brescia dove le domande presentate costituiscono circa la metà di quelle relative all'intero territorio nazionale. In queste città è stata anche aggiunta nuova forza lavoro: sono stati assunti 1.050 lavoratori interinali, di cui 700 destinati ad essere inseriti già negli organici del Ministero dell'interno, distribuiti tra prefetture e questure, mentre 350 unità del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sono collocate negli sportelli dove è presente anche tale ministero. Sollevata dall’interpellanza anche la questione della negata possibilità per gli stranieri regolarizzandi di poter rientrare nei propri paesi d'origine. “Si tratta di un problema che va affrontato con realismo, senza cedere a suggestioni che non debbono avere la meglio sul buonsenso e sul rispetto di regole importanti per la sicurezza dell'intera comunità” ha dichiarato in proposito Mantovano, spiegando che la copia della ricevuta postale attestante l'avvenuta presentazione dell'istanza rilasciata al datore di lavoro, pur indicando il nome del lavoratore, non ne consente l'individuazione certa e non può costituire un documento idoneo ad autorizzare l'espatrio. “Ciò – ha aggiunto - sarebbe in contrasto, non tanto con la recente legge sull'immigrazione, ma, soprattutto, con gli accordi di Schengen che pongono in proposito vincoli precisi. (…) Il Governo è ben consapevole che gli immigrati clandestini in fase di regolarizzazione affrontano un obiettivo sacrificio, ma è, tuttavia, altrettanto consapevole dell'opportunità che viene loro offerta dalla cosiddetta legge Fini-Bossi di essere accolti in condizioni di piena integrazione nel nostro paese”.

 

4. WELFARE - I 5 progetti umbri del programma Equal. Destinatari i soggetti tradizionalmente ''deboli'' (Redattore Sociale) PERUGIA, 9 maggio - Rete per l'adozione professionale degli immigrati, A.R.E.S., Emporio Lavoro, Equal per APE-Compagnia dei Parchi, VI.O.LA. Sono i nomi dei cinque progetti innovativi del programma "Equal" dell'UE finalizzato all’occupazione 2000-2006 scelti in ambito regionale per favorire pari opportunità per tutti sul mercato del lavoro; progetti che si attueranno in precisi ambiti territoriali attraverso la creazione di una rete locale - istituzioni, forze sociali, imprese - e di una rete europea che promuove e garantisce lo scambio di esperienze tra i diversi stati membri dell'Unione. “I destinatari delle azioni previste – spiega l'assessore regionale alle Politiche sociali Grossi – rappresentano una risorsa umana tradizionalmente ‘debole’, nei confronti della quale si elaborano interventi mirati alla piena valorizzazione delle specifiche abilità e competenze, in coerenza con quell’obiettivo di coesione sociale che è alla base del Patto per lo sviluppo dell’Umbria. L’attivazione dei progetti ‘Equal’ per l’Umbria è particolarmente importante - prosegue Grossi - in quanto si tratta di misure profondamente innovative, diverse da quelle tradizionali, che vengono finanziate in forza della qualità dei progetti proposti: un modo per prepararci al ‘dopo 2006’, quando cioè i meccanismi di finanziamento si baseranno sulla competizione di qualità". Finanziati con 4milioni 759mila euro complessivi, nel dettaglio i progetti mirano all'inserimento lavorativo degli immigrati, a sostenere l’economia sociale, a incentivare nuova occupazione nelle aree naturali protette, a formare gli operatori del settore sociale e a facilitare l’accesso delle donne ai livelli dirigenziali e decisionali delle aziende. Rete per l’adozione professionale degli immigrati. Il rapporto e lo scambio di esperienze umane e professionali tra immigrati ed anziani che hanno lavorato nelle piccole e medie imprese umbre sono alla base del progetto. Si tratta – come spiega Nadia Favalli dell’associazione “SMILE” che coordina il progetto – di un modello innovativo di relazioni, capace di trasmettere saperi e competenze che facilitino l’accesso degli immigrati nel mercato del lavoro, attraverso azioni assistite di “accompagnamento” nell’inserimento lavorativo. Insieme a SMILE referenti del progetto sono Cgil-Cisl-Uil, IAL, Enfap, Confapi, Centro servizi multietnici, Apiform, consorzio Mainisys, Sviluppumbria e Agenzia per l’innovazione nell’Amministrazione e nei servizi pubblici. I fondi messi a disposizione sono di 981mila euro. A.R.E.S. (Adattabilità delle risorse dell’economia sociale). L'idea progettuale riguarda la qualificazione e l'adattabilità delle competenze di chi opera nel settore dell’economia sociale, individuando profili che possano rispondere anche all’alta domanda di servizi socio-assistenziali. Referente del progetto è il Comune di Foligno, e sono anche coinvolti i Comuni di Perugia, Terni, Narni, Spoleto, Norcia, Città di Castello, Gubbio, Todi e Panicale, l’APIS, il Consorzio TUCEP, il Forum del terzo settore, Sviluppumbria, la Cassa di Risparmio di Foligno, l’Associazione industriali di Foligno, la Asl 3, il Consorzio BIM e varie cooperative sociali. I fondi assegnati ad ARES ammontano a 725mila 314 euro. Emporio Lavoro. Si propone la creazione di iniziative locali a sostegno dell’economia sociale e prevede – come spiega il responsabile del progetto Vincenzo Castelli – una prima fase di rilevazione dei bisogni e delle criticità delle imprese, ed una seconda fase di scambio di esperienze, accompagnamento e informazione delle realtà più evolute nei confronti dei destinatari delle azioni previste dal programma. Referente è il Comune di Perugia, partner sono i Comuni di Norcia, Panicale, Città di Castello, Foligno, Gubbio, Spoleto, Todi, la Provincia di Perugia, il Forum del terzo settore, l’ARCI, alcune cooperative sociali, ASL 2, Sviluppumbria, Banca Popolare Etica, i consorzi Bim e Abn. Il finanziamento complessivo è di 1milione 484mila euro circa. Equal per APE (Appennino Parco d’Europa) - Compagnia dei Parchi. Si prefigge di creare nuove economie, incrementare il valore del patrimonio immobiliare, aumentare il flusso turistico e creare nuova occupazione nelle aree protette. Oltre a CARSA spa (referente del progetto), Sviluppumbria e Legambiente, partner del progetto sono “CRESME Ricerche spa”, Federazione nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali, il Parco regionale di Monte Cucco e quello nazionale dei Monti Sibillini. Il finanziamento a disposizione ammonta a 774mila 685 euro. VI.O.LA. (Vita oltre il lavoro). Si prefigge di facilitare l’accesso delle donne ai processi decisionali delle aziende, attraverso una formazione specifica e mirata e stipulando accordi specifici tra aziende, amministrazioni e lavoratrici beneficiarie. Oltre a “Galgano international onp”, che è il soggetto capofila, proponenti di “VI.O.LA” sono i Comuni di Terni, Narni e Orvieto, l’associazione internazionale Il Cenacolo e l’Associazione per la formazione professionale sui servizi pubblici. I fondi a disposizione per questo progetto ammontano a 770mila 825 euro.

 

5. IMMIGRATI: 17.689 le domande di regolarizzazione in Sicilia (AGI) - Catania, 9 maggio - Sono 17.689 gli extracomunitari che hanno presentato in Sicilia domanda di regolarizzazione, un numero piu' che doppio rispetto a quello degli immigrati residenti nell'Isola gia' in possesso di documenti di soggiorno e permessi di lavoro. In particolare, secondo dati del ministero dell'Interno aggiornati all'11 novembre scorso ed elaborati dalla Facolta' di scienze politiche dell'universita' di Catania, sono 7.669 gli stranieri che chiedono di mettersi in regola come lavoratori dipendenti a fronte di 6.701 con posizione gia' normalizzata: il rapporto e' di 114,4 nuove richieste ogni 100 extracomunitari regolari. Nel settore del lavoro domestico le domande sono ancora di piu', 10.020 a fronte di 8.266 extracomunitari gia' iscritti all'Inps, per un rapporto di 121,2 istanze ogni 100. Sul tema "Stranieri in Italia. Modelli di inserimento sociale fra politiche pubbliche e azioni solidali" la Facolta' di scienze politiche dell'ateneo catanese ha organizzato un seminario che si terra' giovedi' 14 maggio. In quell'occasione saranno fornite anticipazioni sul dossier statistico 2003 della Caritas-Migrantes.

 

6. FAMIGLIA - Festa della mamma 2003. Una ricetta per diventare poveri? Essere una madre sola, straniera, con un figlio a carico e un lavoro (Redattore Sociale) MILANO, 9 maggio - La Commissione governativa di “Indagine sull'esclusione sociale” presieduta da Chiara Saraceno, nel suo ultimo rapporto sulle povertà in Italia, pubblicato nel 2000, aveva avvertito: è povero l’11,4 per cento delle famiglie monoparentali con un figlio minore; dove monoparentali, nella maggior parte dei casi (l’84 per cento) significa che il genitore è la mamma. Così sarebbero circa 20 mila le mamme in stato di povertà grave, con figli minori a carico; ma le famiglie di mamme sole e figli, a rischio di miseria, sarebbero molte di più: circa 150 mila. Il giornale di strada "Terre di mezzo" dedica il suo numero di maggio alle mamme, in particolare alle mamme in difficoltà. Presentiamo qui le anticipazioni dell'intero dossier, che sarà on-line nei prossimi giorni sul sito di "Terre di mezzo". Per le mamme sole con figli, la povertà ha un volto preciso: significa non riuscire a pagare le bollette a fine mese (nel 14,1 per cento dei casi), comprare vestiti (15,4); o anche affrontare le spese mediche (9,1). La garanzia per finire sul lastrico? Avere un lavoro atipico e una famiglia molto lontana, che non possa aiutare in caso di bisogno, cosa che capita soprattutto alle donne straniere. Il disagio è tale che un’altissima percentuale di donne straniere, anche sposate, che stanno per diventare mamme decidono di interrompere la gravidanza. Nel 1999, in Italia ci sono stati 19.890 aborti da parte di donne straniere contro 21.186 bimbi stranieri nati. Il tasso di abortività stimato tra le straniere (tra i 18 e i 49 anni) è ben tre volte superiore a quello delle italiane. “Il fatto è che le forme contrattuali atipiche non garantiscono i diritti delle mamme spiega Valentina Montorsi, del Nidil-Cgil, sindacato di riferimento per i lavoratori atipici-:, ad esempio il diritto di astensione dal lavoro per maternità non è scontato nei contratti dei do.co.co. (collaborazione coordinata e continuativa) ma va concordato di volta in volta con il datore di lavoro. Se una donna se ne dimentica alla firma del contratto, quando si deve assentare per le necessità della gravidanza, rischia di venire licenziata senza poter far valere alcun diritto”.
Lidia Obando, nicaraguense, responsabile nazionale delle Acli Colf, si occupa di donne sole con figli: “Sono di diverse nazionalità -spiega-: filippine, della Colombia, dell’Ecuador, del Perù, del Nicaragua. Io stessa sono una di loro”. Lidia infatti ha quattro figli ormai grandi, la maggiore in Nicaragua e gli altri tre qui. “Il problema principale per queste donne è l’abitazione racconta-: è difficile trovare una casa con un affitto basso; ci chiedono di non essere residenti, per tornare in possesso dell’appartamento più facilmente, ma la residenza ci serve per ottenere il permesso di soggiorno. Quando avevo i figli piccoli, dovevo lavorare solo la mattina perché non sapevo dove lasciare i bambini. In tanti casi la datrice di lavoro non prende una donna col bimbo; tante vengono licenziate se incinte e rimangono disoccupate nel momento di maggior necessità: nel post-parto ci si ritrova senza casa e senza lavoro. Il bimbo piccolo nessuno lo accudisce. Per questo tante donne mandano i figli al Paese d’origine, ai parenti, e i bimbi soffrono un disagio grande. Allora si decide di stare col proprio figlio e si vuole farlo tornare; alcune datrici di lavoro lo consentono. Ma il bimbo è cresciuto e ha altre esigenze e difficoltà, arriva qui con la lingua d’origine, soffre più volte, per i ripetuti distacchi. La madre, che si era abituata a stare da sola, è costretta a cambiare lo stile di vita e deve dividersi tra figli e lavoro. Cambia anche la situazione economica, perché per stare col bambino deve lavorare part-time, entrano meno soldi, si devono fare più sacrifici, tante volte si lavora col bimbo dietro, se la datrice di lavoro accetta. Se poi il bimbo si ammala, la madre deve lasciare l’impiego, e spesso si viene licenziate. Alcune donne, per fortuna, si aiutano tra loro, le coinquiline si tengono i piccoli a vicenda”.

 

7. FAMIGLIA- Festa della mamma 2003. Allevare i figli a distanza è una condizione ''normale'' per migliaia di madri straniere lavoratrici; anche a causa della sanatoria (Redattore Sociale) MILANO, 9 maggio 2003 - Decine di migliaia di mamme straniere assunte come badanti o colf, in occasione della sanatoria dello scorso settembre, sono ancora oggi costrette ad una forzata separazione dai figli, lasciati in patria. Anche della loro situazione e delle loro storie si occupa il dossier pubblicato nel mese di maggio da Terre di mezzo, il giornale di strada. La separazione dipende dal meccanismo stesso della legge Bossi-Fini: gli immigrati in attesa di permesso di soggiorno, dopo aver depositato la domanda, non possono, secondo la Bossi-Fini, abbandonare il territorio dello Stato. Secondo il “Dossier Immigrazione 2003” di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, sono 702 mila le istanze di regolarizzazione piovute alle prefetture di tutta Italia dallo scorso novembre. “E sono ancora troppo poche le richieste smaltite”, sostengono Cgil, Cisl e Uil, che rincarano: “La Bossi-Fini è nel caos, i lavoratori che non possono uscire nemmeno temporaneamente dal nostro Paese sono letteralmente segregati”. Dopo Natale, nemmeno in occasione delle festività pasquali i numerosissimi “regolarizzandi” hanno potuto riabbracciare i propri cari, rimasti nel Paese d’origine. Risale a quattro mesi fa anche una mozione, firmata dalla parlamentare della Margherita Carla Mazzuca, volta a modificare il testo della normativa in vigore, nel senso di permettere ai cittadini extracomunitari di recarsi nel proprio Paese per un massimo di venti giorni, senza perdere il diritto alla sanatoria una volta rientrati in Italia. Mozione rimasta, ad oggi, lettera morta. Una situazione che colpisce duramente molte donne straniere, calate in una condizione, quella di madri a distanza, che già mette a dura prova equilibri familiari spesso delicatissimi: “Donne obbligate a scegliere il distacco dai figli; in molti casi, specie le donne dell’Est, con esperienze matrimoniali fallite alle spalle, e che per lavorare devono rinunciare ai loro bambini, lasciati a nonne o zie”, spiega Barbara Ghiringhelli, sociologa presso il consultorio famiglie interetniche di Milano. “Sono gravi sofferenze, che spesso richiedono alla donna di scegliere tra ruolo di madre o la costruzione di questa nuova vita che vuole migliore per sé, ma anche per i suoi figli”. La lontananza le accompagna anche per anni. Sono donne per lo più Sud americane o dell’Europa orientale. Su un totale di 4.760 utenti, presentatisi agli sportelli del centro d’ascolto “Gli Esteri” di Milano nel 2002, oltre la metà erano donne (2.870).
Racconta un’operatrice del centro: “Nel corso del solo anno passato ho ascoltato 285 donne; di queste la maggior parte erano ucraine (41), seguite da romene (39), ecuadoriane (30), e peruviane (21)”. Dati confermati anche dallo “Sportello Donna” della Filef Lombardia: “Si tratta di Paesi ad alta emigrazione femminile; l’ampio mercato di collaboratrici domestiche e badanti offre alle immigrate la possibilità di diventare il motore economico della famiglia”. Mamme migranti, dunque, e figli a casa, affidati ai parenti. “Il supporto della propria sfera familiare è l’unico rimedio; questo vale specialmente per le donne del Sud America, anche se il concetto di famiglia allargata, per bisogni economici, resiste anche ad Est”, raccontano al centro d’ascolto.

 

8. SOLIDARIETA' - Parte ''Sotto lo stesso cielo'', settimana di iniziative per l'Africa promossa da 32 organizzazioni (Redattore Sociale) BERGAMO, 9 maggio - A Bergamo siamo tutti "sotto lo stesso cielo" per una iniziativa promossa da 32 organizzazioni della provincia, impegnate nelle iniziative di collaborazione e solidarietà con l'Africa. Tutta la settimana dall'11 al 18 maggio sarà dedicata a incontri, dibattiti, feste ed eventi culturali per rimettere al centro dell'attenzione l'Africa, le sue ricchezze e le sue contraddizioni. "Abbiamo promosso questa iniziativa - dichiarano gli organizzatori in un comunicato - con l'idea di metterci in ascolto di una terra che rischia di restare lontana e periferica rispetto ai grandi temi dell'economia e della politica mondiale: gli eventi degli ultimi anni hanno distolto l'attenzione dall'Africa, relegandola al ruolo marginale della cronaca, delle disavventure e dei drammi quotidiani. L'Africa e Bergamo - prosegue il comunicato – possono costruire storie di solidarietà vera, di sviluppo e di condivisione. La nostra terra vanta da sempre attenzione alla povertà mondiale attraverso diversi fronti d'impegno, non ultima la generosità economica". Le iniziative partono domenica 11 con una animazione sull'Africa nell'ambito della Festa dei bambini e delle bambine delle scuole materne. che si svolgerà a Bergamo Alta presso il Centro Missionario Diocesano. Il giorno seguente il programma prevede un appuntamento con "Radio Emmanuel" per un incontro radiofonico con realtà impegnate in Africa, e il 13 maggio si potrà scegliere tra la proiezione di un film del Burkina Faso e una mostra fotografica a cura del Celim di Bergamo. Mercoledì 14 la cittadinanza incontrerà alcuni giornalisti che raccontano l'Africa sui mezzi di informazione: Jean Lèonard Touadi (RAI), Anna Pozzi (Mondo e Missione, Avvenire), Andrea Valesini (l'Eco di Bergamo). Giovedì 15 ci sarà un incontro "per un mondo condiviso" nei locali della Fondazione Shalom, e il giorno dopo la parola passa all'arte con un concerto di musica e danze tradizionali africane. Un convegno di studi previsto per sabato 17 porterà attorno ad uno stesso tavolo rappresentanti dell'Unesco, della Fao e dell'Università di Bergamo, mentre domenica 18 maggio la settimana si concluderà con un "Torneo di calcio interculturale" e una festa serale.
I promotori della settimana di solidarietà "Sotto lo stesso cielo" sono Acli, Africa Tremila Ong, Aiuto alla Chiesa che soffre, AISAF, Sacra Famiglia, Ass. Altrove, Ass. NordSud, Augere, AVSI Ong, Caritas Diocesana, Celim Ong, Centro Missionario Diocesano, CESVI Ong, Chiama l'Africa, Comunità Ruah, Consorzio Gerundo, Fondazione P. e L. Corti, Fondazione Shalom, Gruppo Missionario S. Giovanni Bianco, Mani amiche, Missionari Saveriani, Museo e villaggio Africano, Nepios, Padri Monfortani, Padri Giuseppini del Murialdo, Pie Madri della Nigrizia, SAS-CSC, Segretariato Migranti, Suore di carità, Suore Orsoline di Gandino, Suore Sacramentine, Università degli Studi di Bergamo.

 

9. GB: l'immigrazione selvaggia comincia a far paura /ansa commissione parlamentare chiede controlli piu' rigidi (ANSA) - LONDRA, 8 MAG - Sale la tensione in Gran Bretagna per effetto del fenomeno dell'immigrazione: di fronte ad un incremento esponenziale delle domande di asilo nel Paese, il Parlamento avverte contro il rischio di disordini sociali e l'ascesa dei partiti xenofobi. L'avvertimento viene dalla commissione Interni di Westminster che, in un rapporto pubblicato oggi, definisce inoltre irrealistico l'obiettivo fissato dal Governo laburista di espellere 30.000 clandestini all'anno. L'immigrazione selvaggia, quindi, comincia a far paura. Nell'ultimo ventennio è drammaticamente aumentato il numero di persone che chiedono asilo al Governo di Londra. Nel 1982, secondo lo studio della commissione, ci furono 4.223 domande, ma solo 20 anni dopo - l'anno scorso - ne sono arrivate ben 110.700. Un numero, secondo i parlamentari di Sua Maestà, "inaccettabile". Di fronte a questo andamento, Westminster chiede la reintroduzione dei controlli sugli immigrati, in modo che il Governo sappia esattamente quante persone rimangono nel Paese anche se la loro domanda d'asilo viene respinta. Se questo flusso di immigrati "dovesse continuare senza controlli - si legge nel rapporto - potrebbe sopraffare la capacità dei Paesi ospitanti, portando inevitabilmente a disordini sociali". Ma i rischi non finiscono qui: l'immigrazione selvaggia, ritengono i parlamentari, potrebbe anche provocare una "reazione politica eccessiva che, di conseguenza, porterà all'elezione di partiti estremisti con soluzioni estreme". L'avvertimento segue di una settimana il successo, alle elezioni amministrative dell'1 maggio, del British National Party (estrema destra), che ha conquistato nel complesso 16 seggi ed è diventato il secondo partito della cittadina di Burnley (Inghilterra centro-settentrionale). L'amministrazione laburista ha già promesso di dimezzare il numero di richieste di asilo in Gran Bretagna entro il prossimo settembre e oggi il sottosegretario agli Interni, Beverly Hughes, ha sottolineato che il Governo sta prendendo "azioni decise" per colpire l'immigrazione clandestina. "L'ufficio immigrazione sta attualmente espellendo più persone di quanto non sia mai accaduto", ha dichiarato il sottosegretario. Ad alimentare le tensioni sociali nel Paese potrebbe contribuire inoltre il crescente divario di ricchezza tra i bianchi e le minoranze etniche. Proprio oggi, infatti, il quotidiano The Independent pubblica uno studio secondo cui da una parte il Paese diventa sempre più multiculturale, ma dall'altra gli immigrati - anche quelli di seconda e terza generazione - sono tra le persone più povere del Regno Unito.

 

10. A Genova l'agenzia per gli emigrati dell'Ecuador in Italia (AGI) - Genova, 8 maggio - Il presidente Lucio Gutierrez ha scelto Genova come sede della Corporacion de Protection al Migrante della Repubblica dell'Ecuador. Dell'organismo fanno parte diversi ministeri, associazioni, fondazioni e parti socali legalmente costituite che si occupano di sostegno all'immigrazione. Il provvedimento del presidente Gutierrez trasferisce le competenze fino a ieri dei consolati alla nuova realta' presieduta dal maggiore Max Marin, delegato del presidente della Repubblica dell'Ecuador. Il coordinamento politico della sede nazionale genovese e' stato affidato al professor Bruno Froso Rocca che lascia l'incarico di console onorario dell'Ecuador a Genova.

 

11. Nuovi studi e testimonianze sull’emigrazione Le novità delle collane di Cosmo Iannone editore dedicate alla diaspora e alla interculturalità (Inform), 8 maggio, CAMPOBASSO - Cosmo Iannone Editore (www.cosmoiannone.it) presenterà al Salone del Libro di Torino, che si svolgerà dal 15 al 19 maggio al Lingotto, le sue ultime pubblicazioni dedicate alle problematiche dell’emigrazione, dell’etnicità e dell’interculturalità. Nella collana dei Memoriali, infatti, è comparsa Città senza donne di Mario Duliani, la straordinaria ed unica testimonianza dell’internamento delle persone di origine italiana nei campi di concentramento in Canada durante la Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di un resoconto romanzato, ma sostanzialmente fedele all’esperienza realmente vissuta dall’autore, che fu internato a Petawawa ed a Fredericton per oltre tre anni, di significativo valore storico, di notevole intensità umana e di buona confezione letteraria. Questo libro fu pubblicato per la prima volta in francese nel 1944 a Montréal.e l’anno seguente in italiano. Solo nel corso degli Anni Novanta è stato ripreso in Canada e ripubblicato in inglese, in occasione delle scuse che il governo canadese ha rivolto alla nostra comunità per quegli arresti privi di qualsiasi motivazione particolare. L’attenzione verso il Canada, ospite d’onore del Salone, è completata da altre due novità: Halifax, l’altra porta d’America di Pietro Corsi e Niente è solo l’eco di sempre di Barry Callaghan. La prima pubblicazione è un’inedita descrizione storica della vicenda migratoria sviluppatasi attraverso la seconda porta d’America, dopo quella di Ellis Island, attraversata da milioni di immigranti, molti dei quali di origine italiana, ma che finora ha ricevuto poca attenzione da parte degli storici e delle istituzioni. La seconda è una delle più felici prove narrative di uno dei più importanti scrittori e poeti canadesi contemporanei, vivamente apprezzato in Italia dagli specialisti per le sue doti di creatività e di flessibilità espressiva. Queste novità si aggiungono alla produzione più recente delle Edizioni Iannone, che in materia di emigrazione rappresentano ormai un riferimento obbligato. Facciamo riferimento, tra gli altri, a Nei cantieri di Toronto di Frank Colantonio, considerato da un critico importante come Emilio Franzina, in un recente convegno sulla cultura degli italiani in Nord America, un’autobiografia molto densa di materiali documentari sulla situazione sociale dell’Ontario nel corso degli Anni Sessanta. In campo saggistico, altri importanti contributi sono: Parole erranti – Letteratura, emigrazione, interculturalità, di Carmine Chiellino, che apre una visuale inedita sulla letteratura d’emigrazione in un dei luoghi più vicini e scientificamente più lontani come la Germania; Il lavoro italiano nelle colonie di Daniela Serio, uno dei pochi studi che si è cimentato con il fenomeno dell’"emigrazione coloniale". Sul piano delle testimonianze letterarie di autori di prima, seconda e terza generazione di origine italiana, nella collana RETI sono comparsi di recente: Familia – Memoria di emigrazione di Giose Rimanelli, lo scrittore italiano che vive da trent’anni negli USA; La passione di Fabrizio di Antonio D’Alfonso; Riti di Infertilità di Mary Melfi; Impala di Carole Fioramore David; Gioco d’amore/Amore del gioco di Giose Rimanelli. In queste prove, da diversi angoli visuali e sulla base di diverse esperienze viene descritto il percorso umano intellettuale che le diverse generazioni hanno compiuto dalla coesione e dal tradizionalismo della mentalità delle little Italy alla modernità ed all’integrazione nelle nuove realtà sociali e culturali. Completano i titoli delle collane ("Quaderni sull’emigrazione", "Reti", Memoriali") numerosi studi sull’incidenza che l’emigrazione ha avuto sulle comunità locali e sulla formazione di "comunità allargate", che hanno saputo coniugare il difficile rapporto tra il locale ed il globale.

 

12. "L'accoglienza della cultura, la cultura dell'accoglienza". La comunità marocchina della capitale al museo della Centrale Montemartini. (Stranieri in Italia) ROMA, 8 maggio - Arte e cultura per l'incontro tra Roma e la sua comunità marocchina. Domenica 11 maggio, alle 16, il Comune offre ai cittadini marocchini una visita guidata gratuita alla Centrale Termoelettrica Montemartini, uno dei più importanti spazi espositivi della capitale. Nella Centrale, accanto ai macchinari che alimentarono la prima rete di illuminazione pubblica di Roma, è possibile ammirare oltre 400 capolavori della scultura antica provenienti dalle collezioni dei Musei Capitolini. L'evento di domenica prossima fa parte del secondo ciclo di incontri "La cultura dell'accoglienza, l'accoglienza della cultura" organizzato dall'Assessorato alle Politiche Culturali e dall'Ufficio delle Politiche della Multietnicità del Comune di Roma in collaborazione con i rappresentanti delle comunità straniere. Ogni incontro prevede una visita guidata e una manifestazione in cui ogni comunità presenta ai visitatori italiani il proprio paese, attraverso proiezioni, spettacoli, assaggi di cucina tradizionale. Per l'incontro con la comunità marocchina è prevista la manifestazione "Dal deserto al Mediterraneo. Arte e musica", con un concerto di musica tradizionale, una mostra d'artigianato ed un documentario, conditi da cus cus, tè alla menta e pasticcini aromatizzati. Le scorse settimane sono state ospiti della Centrale Montemartini le comunità cinese, albanese, polacca e ucraina, mentre l'incontro di domenica 18, l'ultimo per questo ciclo, avrà come protagonista la comunità filippina. Domenica 11 maggio ore 16
Museo della Centrale Montemartini, Viale Ostiense ,106 (Autobus 23, 271, metro B Garbatella) Prenotazioni: tel. 06 39967800

 

13. IMMIGRAZIONE; Albania; Nano, rafforzare i controlli premier convoca vertice dopo ultimi sequestri gommoni (ANSA) - TIRANA, 8 MAG - Il premier albanese Fatos Nano ha convocato oggi i vertici delle forze di polizia e della Procura per chiedere un rafforzamento delle misure contro i traffici di droga e clandestini diretti verso l'Italia. Nelle ultime settimane sono ripresi i sequestri di gommoni lungo le coste della Puglia, e questo sembra allarmare il premier che ha fatto della campagna anti-clandestini uno dei suoi cavalli di battaglia. Nell'agosto dello scorso anno fu proprio Nano a lanciare l'operazione "Puna" che portò in meno di due settimane allo smantelamento di tutte le organizzazioni che tra Valona e Durazzo gestivano i traffici. Il primo ministro ha chiesto tra l'altro al ministro dell'Interno Luan Rama di "rafforzare il controllo lungo i confini e di elevare il livello di collaborazione con le strutture internazionali antitraffico, in particolare con le forze specializzate italiane”.

 

14. IMMIGRAZIONE – Contro gli stereotipi, progetto ''Faccia bianca, faccia nera... facciamo informazione'' della regione Veneto (Redattore Sociale) ROVIGO, 8 maggio – Immigrazione tra stereotipi e notizie: affronta questi temi il progetto “Faccia bianca, faccia nera... facciamo informazione”, approvato dall’Assessorato Politiche Sociali della Regione Veneto, al via in questi giorni. L’iniziativa vede come promotori Arcisolidarietà (associazione capofila), Associazione per la pace, Donne in Nero, Cidi, in collaborazione con l’associazione Giolli (Centro Ricerche sul Teatro dell’Oppresso) e il Cesv di Rovigo. Il progetto mira a rompere gli stereotipi contro gli stranieri a partire dalla lettura critica e rivisitazione delle principali notizie di cronaca locale o nazionale sull’immigrazione. Si attiverà un gruppo misto di italiani e stranieri disponibili a raccogliere notizie, analizzarle e creare scene teatrali di stimolo alla riflessione. Sono previsti stages formativi sulle tecniche del Teatro dell'Oppresso, che si svolgeranno durante alcuni week-end (dal mese di maggio a novembre 2003). “Cosa sappiamo degli immigrati? Cosa non ci piace dell’immigrazione? Che stereotipi abbiamo noi italiani e gli stranieri? Che immagine dell’immigrato ci arriva dai mass media? Si può arricchire, completare, criticare le informazioni che ci arrivano dai mass media principali?”. Sono alcune delle domande con cui partirà la ricerca sui giornali e i media nazionali e locali dell’immagine stereotipata o meno dell’immigrazione che passa quotidianamente. “Cercheremo notizie diverse, per completare il quadro reale dell’immigrato; cercheremo di presentare sulla scena le notizie,le contro notizie col Teatro Giornale, di presentare la vita reale degli immigrati col Teatro-Immagine, di presentare i conflitti e le difficoltà che vivono italiani e stranieri nella difficile convivenza. Proveremo a interrogare le Istituzioni perché ascoltino di più i cittadini col Teatro Legislativo”, anticipano gli organizzatori dell’iniziativa. Chi è interessato al progetto è invitato sabato 10 maggio alle ore 16 presso il Cesv (Centro servizi volontariato) in viale Trieste 23, a Rovigo I momenti di formazione teatrale (teatro-immagine e avvio al teatro-forum) sono in programma sabato 17 e 24 maggio dalle ore 15 alle 20, e domenica 18 e 25 maggio dalle 8,30 alle 13,30 presso Caaf Cgil (Viale del Lavoro 4). Per informazioni, contattare la segreteria dell’associazione Giolli, tel. 0522/772154; e-mail giolli.tdo@tin.it; www.peacelink.it/users/giolli. I prossimi stages saranno organizzati nei mesi di settembre, ottobre e novembre.

 

15. Casini: "Prato esempio d'integrazione solidale, c'e' una comunita' di 20.000 cinesi che opera ben inserita" (Stranieri in Italia) PRATO, 8 maggio - "Nonostante non sia facile per le piccole e medie imprese lavorare nell' attuale scenario economico globalizzato, Prato è riuscita comunque a diventare un esempio di integrazione solidale". Queste le parole espresse dal presidente della Camera dei deputati Pier Ferdinando Casini durante l' inaugurazione del primo Museo del Tessuto italiano a Prato. "A Prato - ha sottolineato Casini - opera ben inserita una comunità di circa 20mila persone provenienti dalla Cina, che avrebbe messo a dura prova qualsiasi altro contesto economico e sociale debole e privo di quelle risorse di apertura e grande umanità tipiche dei cittadini di Prato". Il presidente della Camera ha osservato come nel mutevole contesto internazionale, "dal quale soprattutto le piccole realtà imprenditoriali possono sentirsi schiacciate e non sufficientemente tutelate, è comprensibile la diffusione di inquietudini e di incertezze". Per Casini può risultare particolarmente difficile "la necessità di adattarsi ai moduli della competitività internazionale, mantenendo un tessuto sociale solidale e disponibile all' integrazione di cospicui flussi di immigrazione".

 

16. CHIESA – A Beirut l'incontro dell'Amman Process, rete per i diritti di rifugiati e migranti dell'area mediterranea (Redattore Sociale) ROMA, 8 maggio - Si svolge quest'anno a Beirut (8-11 maggio), per approfondire i legami con le istituzioni europee, l'incontro dell'Amman Process, una rete di chiese che lavorano per i diritti di rifugiati e migranti nell'area mediterranea. Ne fanno parte tutte le chiese membro del Consiglio delle chiese del Medio Oriente (Mecc, di cui fanno parte ortodossi, cattolici e protestanti) e le chiese evangeliche ed ortodosse del Sud Europa (Egitto, Territori Palestinesi. Giordania, Siria, Libano, Turchia, Grecia, Italia, Francia, Spagna, Portogallo) che fanno parte della Commissione delle chiese per i migranti in Europa (Ccme). "Quest'anno l'incontro è particolarmente significativo, vista la situazione politica in quest'area - sottolinea Annemarie Duprè coordinatrice del Servizio rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Srm/Fcei) -; i partner del Medio Oriente, cioè le chiese membro del Mecc, sono tutte impegnate in prima persona nelle varie aree di conflitto. Esprimere una solidarietà concreta con queste chiese è il nostro obbiettivo, ovviamente consultando la rete di collaboratori con i quali lavora il Mecc". Conclude Duprè: "Analizzeremo inoltre ciò che le politiche europee possono contribuire ad attuare in merito a questi problemi". All'incontro parteciperanno per le chiese del Mecc, il segretario generale Riad Jarjour e il direttore dei servizi di diaconia Aline Papazian; per il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) Elisabeth Ferris. Per il Ccme, interverranno il segretario generale Doris Peschke e il moderatore Annemarie Duprè, oltre a esponenti delle chiese francesi, italiane, greche, spagnole e austriache.

 

17. POVERTA' – Rapporto Caritas. ''Nel mondo i fattori che generano indigenza si sono moltiplicati'' (Redattore Sociale) ROMA, 8 maggio – "La povertà – afferma la Caritas - è una condizione umana e sociale in cui una grave insufficienza del reddito economico, si abbina ad altri elementi tra loro correlati, quali la mancanza di salute, di famiglia, di lavoro, di casa, di conoscenza, la mancanza di esercizio della cittadinanza attiva, mancanza di libertà, che collocano la persona a i margini della società rendendone problematica l’integrazione. Viene a cadere così la concezione fatalistica della povertà, ad essa si sostituisce una rappresentazione più realistica, che coinvolge nell’attribuzione di responsabilità società civile e istituzioni”.
“Un’ altra importante ragione di considerare una più ampia serie di dimensioni – continua -, è che i differenti aspetti della povertà interagiscono e si rinforzano l’un l’altro in vari modi. Per esempio, chi ha difficoltà a percepire un reddito, ne avrà anche nel convertire quel reddito in possibilità di vita. Quest’aspetto si aggrava quando l’individuo svantaggiato ha intorno a lui persone con le stesse difficoltà (effetto “grouping”). In questo caso, è probabile che l’individuo entri in una condizione dove la volontà, la determinazione ed il coraggio di lottare diventano sempre più fragili tanto che la persona non riesce ad affrontare la situazione. La povertà, quindi, non si configura come una situazione statica ma piuttosto come una condizione che si aggrava nel tempo”. Si conferma dunque, secondo il Rapporto Caritas, il dato che “oggi i fattori che possono generare povertà si sono differenziati e moltiplicati. In tutto questo consiste il carattere processuale e multidimensionale della povertà”. Sulla situazione internazionale, esistono per la Caritas diverse proiezioni circa l’entità della popolazione che vive in condizioni di povertà nel mondo: stime condotte dalla Banca Mondiale in un rapporto di recente pubblicazione, indicano che 2,8 miliardi di persone – quasi la metà della popolazione mondiale - vivono con meno di due dollari al giorno. Di questi, 1,2 miliardi vivono al limite della sopravvivenza, con meno di un dollaro al giorno. Nei paesi ricchi, meno di un bambino su 100 muore prima di raggiungere i cinque anni di età, mentre nei paesi più poveri, il numero è cinque volte più alto. “L’ultimo allarme – ricorda la Caritas - è arrivato dall’Unicef nella sessione speciale dell’ ONU che si è tenuta a New York nel maggio 2002: ‘un bambino ogni 12 nel mondo muore prima di aver compiuto 5 anni, e i motivi di questi decessi sono in gran parte prevenibili’”. Il WDR sottolinea come questo stato d’indigenza persista nonostante le condizioni dell’umanità siano migliorate molto in questo ultimo secolo. Tuttavia questo miglioramento dove la ricchezza e la rete di contatti globali e le capacità tecnologiche sono aumentate in modo esponenziale. “Malgrado ciò – precisa la Caritas -, la distribuzione di questi miglioramenti è straordinariamente ineguale se si pensa che nei venti paesi più ricchi, il reddito medio è 37 volte più ampio della media di quello dei paesi più poveri: abisso che è raddoppiato negli ultimi 40 anni”. Secondo quanto riportato dal Rapporto, il progresso nella riduzione della povertà varia enormemente da regione a regione. Nel Sud-Est asiatico (Indonesia, Tailandia Corea del Sud), il livello medio dei consumi è calato notevolmente (da -13,6 della Thailandia al -24 dell’Indonesia nell’anno 1997/98), ed è aumentato il numero delle persone che si collocano al di sotto della linea di povertà. In Indonesia ad esempio, la percentuale di persone che vive al di sotto della linea nazionale della povertà è aumentato di circa dieci punti, corrispondenti a 20 milioni di persone povere in più. A questo calo del livello dei consumi, poi, si accompagna un peggioramento degli indicatori di salute e di istruzione, con preoccupanti effetti a lungo termine. L’impossibilità di procurarsi medicinali e vaccinare i bambini aumenta la vulnerabilità delle famiglie più povere alle malattie; un aumento della malnutrizione porta ad una riduzione nelle capacità di apprendimento. In Cina si è registrato, invece, un notevole progresso nella riduzione del numero dei poveri, che è passato da 200 milioni nel 1995 a 125 milioni nel 1997 nelle zone rurali. A questo si aggiunge un aumento dei livelli di istruzione e di salute. In India, un altro paese con una fortissima concentrazione di persone che vive con meno di un dollaro al giorno, non ci sono stati progressi nella riduzione della povertà, la situazione è peggiorata in Bangladesh a causa di una serie di inondazioni che hanno devastato il Paese. Situazione molto difficile in Africa. Secondo il Rapporto Caritas la crisi economica globale e il calo dei prezzi delle materie prime e di molti prodotti agricoli hanno avuto un effetto molto negativo sulle economie africane. “Se a questo effetto si aggiunge l’impatto dei numerosi conflitti che lacerano il tessuto connettivo della società africana ormai da decenni – si precisa -, non sorprende osservare che il tasso di crescita del prodotto interno lordo del Paese è stato nel 1998 al di sotto del tasso di crescita della popolazione, implicando un calo dei redditi pro-capite. A tutto questo si va ad aggiungere l’effetto devastante dell’Aids (ben 40 milioni di africani ne sono affetti) che va a colpire giovani in età riproduttiva e produttiva sottraendo importante forza lavoro al paese. La conseguenza è una rapida e profonda modificazione della struttura demografica della popolazione con un forte rischio d’estinzione per molte popolazioni africane. Emerge con urgenza la necessità di provvedere più fondi per assistere i paesi africani. Inoltre, il continente africano ha il tasso di iscrizione alle scuole elementari più basso al mondo (40%, con 45 milioni di bambini in età scolare non iscritti)”. Chiudendo la panoramica, si nota come in America Latina la manifestazione più drammatica della povertà è rappresentata dall’esistenza di forti disuguaglianze tra ricchi e poveri – cinque dei dieci paesi con la più bassa percentuale di reddito o consumi sono in America Latina (gli altri cinque sono in Africa). “In Guatemala, ad esempio, il 20%più povero della popolazione detiene il 2.1% del reddito nazionale, mentre il 20% più ricco detiene il 63 percento del reddito nazionale”. Infine, nell’ex Unione Sovietica le condizioni di vita sono peggiorate: in Russia ed Ucraina si continuano a prevedere per l’anno in corso contrazioni del prodotto interno, con un conseguente aumento della povertà. Nell’ex-blocco sovietico, quasi 150 milioni di persone vivono in condizioni di povertà.
“In conclusione – precisa il Rapporto Caritas -, il quadro di fine secolo è di stallo contro la povertà estrema. Se la situazione non cambia, non sarà possibile raggiungere l’obiettivo stabilito dalla comunità internazionale in seguito alla conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sociale di Copenaghen di dimezzare la povertà estrema entro il 2015”.

 

18. Il sottosegretario all'Interno Mantovano: "Regolarizzazione conclusa entro dicembre"  (Stranieri in Italia), 7 maggio - "Finiremo la regolarizzazione entro quest'anno, lo smaltimento delle pratiche costituisce una priorità per il governo". L'ultima affermazione è arrivata ieri dal sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, che intervenendo in aula alla Camera ha affermato che la procedura di regolarizzazione "avrà come termine di ultimazione dicembre 2003". Dopo le difficolta' iniziali - ha proseguito Mantovano - vi e' stata una notevole accelerazione. Il centro servizi delle Poste italiane e' passato da una media, all'avvio, di 800 pratiche al giorno trasmesse alle Prefetture ad una media di quasi 4 mila".
Resta comunque il fatto che con le oltre 700 mila domande presentate si ha a che fare con una "regolarizzazione di dimensioni tre volte superiore alla sanatoria del 1998" e che se i ritmi fossero stati quelli di 5 anni fa il completamento dell'operazione avrebbe richiesto almeno sei anni". Causa principale dei problemi registrati nella fase di avvio e' stato, secondo Mantovano, il fatto che trattandosi per l'appunto di "una regolarizzazione e non di una sanatoria, si e' dovuta mettere insieme una maggiore quantità di dati, oltre alla predisposizione di un vero e proprio contratto di lavoro, che viene sottoscritto presso l'ufficio territoriale del governo contestualmente alla consegna del permesso di soggiorno, del codice fiscale e della regolarizzazione contributiva". Forti difficolta', ha detto ancora Mantovano, sono state originate dalle necessita' di "interpretazione della grafia e dei nomi stranieri, che si sono rivelati in gran parte errati. Basti pensare alla circostanza che alcuni erano stati scritti in cirillico. Cio' ha reso necessario affiancare al lettore ottico il lettore umano, per evitare di respingere domande dietro le quali vi era un reale rapporto di lavoro". Tuttavia, "superata la prima fase di assestamento, il sistema oggi funziona speditamente grazie all'utilizzazione dello strumento informatico, che consente alle questure di abbreviare i tempi degli accertamenti di polizia e alle Prefetture di effettuare le convocazioni attraverso collegamenti telematici". Ci auguriamo che le parole del Ministro siano di buon auspicio e che i termini vengano rispettati: un Natale sereno non sarebbe affatto male.

 

19. IMMIGRAZIONE – Un seminario rilancia la Convenzione internazionale Onu sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (Redattore Sociale) ROMA, 7 maggio – Entrerà in vigore il 1° luglio, ma in 13 anni è stata ratificata soltanto da 21 Stati di provenienza dei migranti, non da quelli di destinazione: ieri pomeriggio un seminario all’Università “La Sapienza” ha rilanciato la “Convenzione internazionale Onu sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie”, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 1990. Promossa dal Comitato Italiano per i diritti dei lavoratori migranti in collaborazione con il Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani dell’Università presso la Facoltà di Scienze politiche, l’iniziativa ha costituito un’occasione per approfondire i contenuti di uno strumento di diritto internazionale che riconosce i diritti umani fondamentali dei migranti. “Ci sono voluti oltre dieci anni per raggiungere il numero (20) di ratifiche necessario per l’entrata in vigore della Convenzione”, commenta il Comitato, che ha inserito il seminario nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e informazione sui diritti dei migranti.
Nella testo della Convenzione è insito “un concetto esteso di famiglia, che si riferisce a rapporti ‘equivalenti’ a quelli matrimoniali, ad esempio famiglie di fatto o tipi di convivenze registrate in altri ordinamenti”, ha rilevato Roberto Baratta, docente di Diritto Internazionale presso l’Università di Macerata. Tuttavia – ha aggiunto – “l’attribuzione dei diritti fondamentali ai migranti irregolari non implica mai la regolarizzazione della loro posizione. Inoltre la Convenzione non impone nulla né incide sul potere degli Stati di limitare le quote d’ingresso: ma questo non significa che lo Stato possa introdurre politiche migratorie selettive”. Le modalità di espulsione citate dalla Convenzione Onu, però, “pongono problemi” alla legislazione italiana, che attualmente non prevede l’effetto sospensivo del provvedimento. “L’immigrato espulso, lontano dal suo difensore, difficilmente potrà far valere i suoi diritti”, ha commentato Baratta, citando un altro nodo che in Italia resta una questione aperta: quella dei diritti politici degli immigrati; a questo proposito la Convenzione prevede nello Stato di destinazione “il diritto elettivo attivo e passivo”.
I migranti, quindi, sono “entità sociali prima che economiche e la Convenzione riconosce i loro diritti umani indipendentemente dal loro status giuridico”, ha sottolineato Luca Dall’Oglio, Capo Missione Oim in Italia. Pur non avendo una portata innovativa rispetto al diritto internazionale, la Convenzione Onu sta per entrare in vigore “in un clima politico cambiato: dalla priorità della protezione dei diritti umani siamo passati a quella della sicurezza”, ha evidenziato il ministro Antonio Bandini, vicepresidente del Comitato Interministeriale per i Diritti Umani (Cidu), aggiungendo: “Quando si parla di immigrazione in Italia, la discussione assume sempre il colore politico della destra e della sinistra, mentre il dibattito dovrebbe maturare: in altri paesi i più conservatori e attenti all’economia favoriscono il fenomeno migratorio”. Ma non basta: occorre valutare “l’impatto sociale reale della cooperazione internazionale: si arriva allo 0,08% che resta concretamente alle popolazioni del sud del mondo, togliendo gli interessi dei governi e delle imprese che investono in quei paesi”. La Convenzione, dunque, ribadisce a livello di principio “il diritto di migrare”, per il quale è necessario condurre “una battaglia di civiltà”. La campagna di sensibilizzazione sulla Convenzione Onu proseguirà nei prossimi mesi e viene promossa dal Comitato Italiano, di cui fanno parte gli uffici in Italia dell’Oil e dell’Oim, Casa dei Diritti Sociali – Focus, Caritas Italiana, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei), Fondazione Migrantes Cei, Cgil, Cisl e Uil. Ad oggi, sono pervenute circa 60 adesioni alla campagna da parte di singoli, giornalisti, parlamentari, accademici, associazioni cattoliche e laiche, ong, enti locali.

 

20. IMMIGRAZIONE – Legge Bossi-Fini, regolarizzazione, diritto d'asilo, Cpta: dall'on. Turco interpellanza a Berlusconi (Redattore Sociale) ROMA, 7 maggio – La responsabile delle Politiche sociali dei Ds, l’on. Livia Turco, ha presentato un’interpellanza al Presidente del Consiglio in tema di immigrazione.
Nell’interpellanza si chiede per quali motivi non siano stati ancora emanati i regolamenti previsti dalla legge n. 189/2002, “i cui termini sono già ampiamente scaduti”, ed entro quanto il Governo pensa di emanarli. Si chiede poi: “Entro quanto tempo il Governo provvederà all’emanazione del decreto flussi per l’ingresso di lavoratori stranieri da assumere a contratto determinato, indeterminato ovvero da impiegare in attività di lavoro autonomo e se il governo considera strategico ed importante tale atto anche ai fini della controllo della e prevenzione dell’immigrazione clandestina oltre che della soddisfazione del fabbisogno di manodopera straniera; quali iniziative siano state avviate per rafforzare la cooperazione con i Paesi a forte pressione migratoria e quali iniziative intende mettere in campo il Governo per aumentare considerevolmente il numero degli accordi di riammissione e quelli di regolamentazione dei flussi di ingresso; in che modo il Governo intenda procedere, in vista della guida italiana del semestre europeo, al fine di garantire che l’obiettivo della “comunitarizzazione” delle misure su immigrazione ed asilo fissate nel trattato di Amsterdam sia ancora perseguibile e che le scadenze fissate nel Consiglio Europeo di Tampere e poi in quello di Siviglia siano rispettate; quali misure intende adottare il governo per rimediare al fallimento del complesso delle norme sulle espulsioni contenute nella legge 189 2002; quali misure il governo intende adottare per evitare un aggravio, fino a configurare ipotesi di vero e proprio collasso, del carico penale sul nostro sistema giudiziario e carcerario conseguente all’applicazione dell’art 14 della legge 189 2002”. Ed ancora: “Quali misure intende adottare per garantire il rispetto dei diritto fondamentali delle persone che risiedono nei CPTA e per garantire il massimo di trasparenza nella gestione degli stessi; quali ulteriori misure intende porre in essere per accelerare il disbrigo delle pratiche di regolarizzazione; quali misure intende adottare per far si che ai lavoratori stranieri sia concessa la possibilità di uscire dal territorio nazionale, magari nel periodo pasquale, nelle more dell’attesa per la definizione della pratica di regolarizzazione; quali sono gli indirizzi di politica sull’integrazione che il Governo intende perseguire per i prossimi anni; quali atti concreti il Governo ha posto o intenda porre in essere per l’integrazione dei bambini stranieri nelle scuole italiane; quali indirizzi politici siano stati emanati per garantire l’accesso effettivo degli immigrati al Servizio Sanitario Nazionale; quali misure si stiano adottando, anche in collaborazione con soggetti privati e parti sociali, per favorire l’accesso per i lavoratori stranieri in Italia ad una abitazione dignitosa; quali azioni il Governo intenda portare avanti, di concerto con le Regioni, gli Enti Locali, le Agenzie formative italiane e tutto il sistema della formazione professionale, per estendere e garantire l’apprendimento della lingua italiana a tutti gli stranieri minori ed adulti residenti sul territorio nazionale”.

 

21. "Intermundia 2003": aperta nella Capitale la Festa interculturale delle scuole romane. Un commento di Maria Coscia Assessore alle politiche educative del Comune di Roma (Inform), ROMA, 7 maggio - Per promuovere il dialogo tra etnie, culture e religioni diverse nell'ottica della pace si è aperta a Roma, nel ritrovato giardino di Piazza Vittorio, la sesta edizione di "Intermundia". Una festa interculturale, organizzata dall'Assessorato alle Politiche educative e scolastiche del Comune di Roma, che si conclude il 10 maggio e che propone specifici momenti sia educativi, come ad esempio l'attivazione di laboratori per ragazzi e visite guidate al rione Esquilino, sia di puro intrattenimento, tra cui iniziative canore, musicali e teatrali gestite ed organizzate dalle scuole romane. Un momento di confronto e di aggregazione - negli ultimi cinque anni hanno preso parte ad "Intermundia" oltre 30 mila persone, più di 7 mila ragazzi, 520 esponenti del mondo dell'arte e cento Organizzazioni non Governative - che dà inoltre la possibilità a migliaia di alunni di mostrare, sotto forma di spettacoli e ricerche, i risultati dei tanti lavori interculturali realizzati. In funzione, oltre ad un curioso e fornito ristorante multietnico, numerosi stand di Associazioni e ONG. Tra i tanti vogliamo ricordare quello allestito dal Centro Studi Emigrazione di Roma (CSER) dei Padri Scalabriniani che può vantare un'invidiabile biblioteca specializzata ed un dettagliato archivio storico di foto d'epoca della nostra emigrazione. Da segnalare anche la presenza del Forum dell'Intercultura. Una struttura nata nel 1991, promossa dalla Caritas di Roma e da diverse associazioni di immigrati, che si propone di realizzare, attraverso la sensibilizzazione e la formazione all'intercultura nelle scuole, una società più accogliente. "Questa festa - ha commentato l'Assessore alle Politiche educative e scolastiche del Comune di Roma Maria Coscia rispondendo alle nostre domande sugli aspetti salienti dell'iniziativa - è giunta alla quinta edizione e si arricchisce di anno in anno. L'iniziativa appartiene ai bambini, alle loro scuole ed alle numerose associazioni che lavorano da tanti anni nell'ambito degli Istituti per promuovere, non solo la tolleranza tra le diverse culture ed etnie, ma anche un concreto scambio, attraverso l'incontro delle specifiche identità, di una ricchezza reciproca. Per l'edizione di quest'anno il tema centrale è quello della pace. Noi speriamo che si sia definitivamente conclusa la guerra in Iraq, ma non dobbiamo dimenticare che nel mondo vi sono ancora tanti focolai aperti. E' per questa ragione che noi, insieme ai nostri bambini, continuiamo testardamente a credere nella pace. Vogliamo anche presentare - ha spiegato l'Assessore annunciando la formazione di un Comitato promotore formato dal Comune, dalle Associazioni, dalle Fondazioni e dai Municipi - un'apposita proposta di legge di iniziativa popolare volta ad introdurre nelle scuole secondarie di primo e secondo grado l'insegnamento dei diritti umani. Questa idea è stata in un primo momento lanciata da un Istituto Superiore di Como, ma in breve tempo hanno aderito alla proposta 350 Comuni e tantissime associazioni, comprese organizzazioni sindacali come la CGIL e la CISL. Per portare avanti questa iniziativa, che servirà innanzitutto a far discutere in Parlamento le tematiche dei diritti umani, abbiamo quindi già iniziato la raccolta delle firme. In questo momento - ha proseguito Maria Coscia alludendo al progetto realizzato dal Comune in collaborazione con il CIES che prevede 4000 ore di servizio per i mediatori interculturali in 55 scuole di tutti i Municipi - abbiamo rafforzato il nostro impegno anche sul fronte dei mediatori culturali che operano nelle scuole. Di quelle persone cioè che facilitano il rapporto tra l'Istituto, i bambini migranti e le loro famiglie. Anche se bisogna sottolineare che, il più delle volte, non sono i ragazzi ad aver bisogno di aiuto, ma gli adulti. Molto spesso infatti proprio i familiari dei bambini stranieri necessitano di quell'interlocuzione con la scuola che viene garantita dalla figura professionale del mediatore culturale”.

 

22. CRIMINALITA' – Vittime di reati, donne e anziani temono soprattutto nomadi e tossicodipendenti, meno gli immigrati (Redattore Sociale) ROMA, 7 maggio  – Vittime di reati, donne e anziani temono soprattutto nomadi e zingari, tossicodipendenti, ma molto meno gli immigrati. Lo evidenzia la ricerca “La criminalità diffusa a Roma. Percezione sociale del rischio e uso della città”, presentata oggi dal Dipartimento “Rismes” della Facoltà di sociologia dell’Università La Sapienza. Svolta nel 2002, l’indagine campionaria è stata condotta attraverso un questionario sottoposto a 700 persone nel III e V municipio di Roma (350 per ciascuno dei due Municipi, rispettivamente ad alta e bassa criminalità diffusa ), campionate per quote in misura proporzionale alle caratteristiche di età e genere riscontrate nei due municipi. “Il confronto fra due unità territoriali ha permesso di controllare l’ipotesi relativa all’indipendenza della paura del crimine dal pericolo effettivo”, riferisce il prof. Enzo Campelli, tra i curatori della ricerca, che contempla l’ipotesi secondo cui la percezione della criminalità diffusa da parte dell’attore sociale non dipende dalla sensazione concreta del pericolo, ma da una serie di altri fattori culturali che determinano “il senso di insicurezza del cittadino: la sua visione del mondo, l’idea che esso stesso si è fatto delle istituzioni, la fiducia che ripone negli altri”. Inoltre lo studio mette in luce che “la sicurezza è inversamente proporzionale all’isolamento sociale degli individui: tanto più è fitta la rete di relazioni interpersonali che compone la vita di una persona, tanto più questa tenderà a sentirsi sicura”. Secondo i dati raccolti, le donne hanno subito più di 2 reati molto di più degli uomini (il 58,6% contro il 44,3%), così gli anziani (54,8% contro il 45,5% dei più giovani). Donne e anziani sono meno istruiti e meno abbienti degli altri: gli ultra 65enni hanno status basso molto più frequentemente dei più giovani (rispettivamente 56,3% e 60% contro il 23,1% e il 21,7% degli altri, tra i 20 e i 64 anni). E il genere è più discriminante dell’età, poiché, a parità d’età, le donne sono più frequentemente “terrorizzate” degli uomini (45,1% contro il 32,9%).
I risultati mostrano che il quartiere in cui si abita è considerato dagli intervistati pericoloso (molto+abbastanza) in misura di gran lunga inferiore rispetto alla città di Roma (31,8% contro il 75,7%), come se la maggiore conoscenza e familiarità con il luogo di abitazione riducesse la paura. Tuttavia sono rilevanti le differenze di genere e di età: donne e anziani ultra 65enni più frequentemente degli uomini e dei giovani percepiscono pericoloso il quartiere (rispettivamente il 38,2% delle donne e il 40,2% dei più anziani) e la città è considerata tale soprattutto dagli anziani (l’84,7%), oltre che dalle donne (l’80,5%). Analogamente, un aumento di frequenza della micro-criminalità soprattutto a Roma, in misura doppia rispetto al quartiere (a conferma dell’ipotesi che la maggiore familiarità induce minore paura), è sostenuto più frequentemente dalle donne e dagli anziani quasi in pari misura (rispettivamente dal 65% delle une e dal 64,4% degli altri, contro il 58,3% del campione complessivo). Quanto alla frequenza dei vari tipi di reato, secondo le donne sono abbastanza frequenti (48,9%, 35,2% per gli uomini). Anche rispetto all’utilizzo dei mezzi di sicurezza (porte blindate, casseforti, allarmi…) “vi è una tendenza ad essere fiduciosi piuttosto che a blindarsi in casa – nota la ricercatrice Fiammetta Mignella Callosa -. Benché la maggior parte dei soggetti abbiano subito uno o più reati e lo abbiano subito nello stesso quartiere in cui vivono, solo una quota irrilevante degli intervistati sarebbe disposta a cambiare casa per migliorare la propria sicurezza personale e patrimoniale”. Ad uscire meno non sono le persone che presentano maggiori segni di insicurezza, quanto coloro a cui mancano le occasioni o le relazioni, oppure le possibilità economiche. Tuttavia la città non è vissuta come pericolosa, quindi la vita ritirata non è da attribuirsi a timori o insicurezze.

 

23. A Ravenna si elegge la Rappresentanza degli stranieri. Presentate dodici liste. (Stranieri in Italia) RAVENNA, 7 maggio - Il 18 maggio stranieri alle urne a Ravenna per eleggere un organo di rappresentanza in Comune.
I seggi in palio sono 21, i candidati 86 divisi tra dodici liste.
A farla da padrone sono le liste presentate da cittadini dell' Europa extracomunitaria, 6, segue l'Africa con 4 liste, infine Sud America e l'Asia, una lista ciascuno.
Per la suddivisione dei seggi della Rappresentanza tra le varie etnie si terrà conto della loro consistenza numerica: 8 eletti dovranno essere africani, 8 europei, 2 asiatici e 2 americani. Il 21esimo sarà, indipendentemente dal paese d'origine, il primo dei non eletti. La Rappresentanza avrà potere consultivo, e presidente e vicepresidente saranno presenti alle sedute del Consiglio Comunale che trattano argomenti d'interesse per la comunità straniera. Gli elettori chiamati alle urne sono quasi cinquemila, tra extracomunitari e apolidi maggiorenni iscritti all'anagrafe e in possesso di un permesso di soggiorno valido o in corso di rinnovo. La quantità di liste presentate è già un indicatore importante della voglia di partecipazione alla vita cittadina degli stranieri residenti a Ravenna, come sottolinea con una punta di campanilismo l'assessore all'immigrazione, Ilario Farabegoli. "Modena -dice l'assessore - che ha in piedi questa esperienza da anni, è arrivata a 12 liste solo al secondo turno di elezioni. Ora l'importante è che a questo sforzo corrisponda un'altrettanta elevata partecipazione al voto". Tutt'altro che felici dell'iniziativa sono invece i leghisti ravennati, che parlano di "sradicamento dei popoli europei voluto dalla sinistra" e di "elezioni fittizie", e hanno organizzato per lunedì prossimo un incontro per ribadire il loro "no" al voto del 18 maggio. Intanto, il Comune cerca di vincere la sfida della partecipazione allestendo 7 seggi, dislocati tra città, zona costiera e campagna: in questo modo per votare non ci sarà bisogno di grandi spostamenti.

 

La rassegna stampa può essere consultata anche sul sito www.immagineimmigratitalia.it - (Sito Web realizzato nell'ambito del Progetto "Immagine degli immigrati in Italia tra media, Società civile e mondo del Lavoro")