Rassegna Stampa

Martedì 13 maggio 2003

 

1. VIGNA: "Il traffico di uomini nuovo obiettivo delle mafie". Il Procuratore Nazionale antimafia lancia l'allarme: le organizzazioni criminali si dividono i proventi del traffico di esseri umani. Tra questi ci sono anche i neonati messi all'asta a Foggia. (Il Nuovo.it)

2. COSTITUZIONE UE: Carta diritti in seconda parte (ANSA)

3. IMMIGRAZIONE - ''Foto Xenia'', in mostra la vita quotidiana delle comunità etniche che vivono nella capitale (Redattore Sociale)

4. IMMIGRAZIONE – Dossier Caritas: ad inizio 2003 sono 2.395.000 gli stranieri regolari in Italia, 800mila in più rispetto allo scorso anno (Redattore Sociale)

5. IMMIGRAZIONE: la giunta regionale del Lazio ha approvato i nuovi progetti per gli immigrati (Stranieri In Italia)

6. AFRICA - Uganda, gli orrori dell’LRA: ogni anno 12.000 ragazzi rapiti e schiavizzati dai ribelli. Scappare significa spesso morire (Redattore Sociale)

7. IMMIGRATI: in prefettura a Foggia protesta extracomunitari (AGI)

8. IMMIGRATI: Pisanu controlli a Torino non si fermeranno (AGI)

9. I Sindacati attaccano il Governo sulla Bossi-Fini: "E' una legge inapplicata" (Stranieri in Italia)

10. NOMADI – Campagna di vaccinazione: 10.529 dosi di vaccino per un totale di circa 2000 bambini rom e sinti (Redattore Sociale)

11. TRATTA DI ESSERI UMANI: presto la nuova legge. Il sottosegretario Mantovano: "Occorre la collaborazione europea e internazionale"  (Stranieri In Italia)

12. SCUOLA – Crescono gli alunni immigrati, in Lombardia il maggior numero. Ancora limitata la presenza femminile (Redattore Sociale)

13. RIFUGIATI - L'Alto Commissariato invia aiuti ai rifugiati palestinesi a Baghdad espulsi dalle proprie case (Redattore Sociale)

14. TRAFFICO DI BAMBINI: quattro arresti, tutti ucraini (AGI)

15. ITALIANI ALL'ESTERO: Minardo, trasmissioni Rai e sito Internet (AGI)

16. IMMIGRAZIONE: tratta; Mantovano, serve piena collaborazione (ANSA)

17. IMMIGRAZIONE: tratta; Mantovano, da '98 soccorse 2500 persone (ANSA)

18. ROMA: seminario su diritti lavoratori migranti e loro famiglie (AGI)

19. MILANO: 11.922 le imprese gestite da immigrati (AGI)

20. ROMA: la citta' fotografata dagli immigrati (AGI)

21. RAVENNA: immigrati alle urne per eleggere i loro rappresentanti (AGI)

22. L'italiano e' meno diffidente nei confronti dell'immigrato (AGI)

23. E’ il Regno Unito il paese più ambito dagli immigrati (AGI)

24. La Bossi-Fini sbarca anche in Francia (AGI)

25. FAMIGLIA CRISTIANA: un dossier sull'immigrazione (AGI)

26. IMMIGRAZIONE: IDV, legge Bossi-Fini va modificata (ANSA)

27. ALFREDO MANTOVANO: "Nel 2002 allontanati dall'Italia 88.501 clandestini, oltre 17mila sono rientrati nel paese d'origine" (Stranieri in Italia)

 

 

1. VIGNA: "Il traffico di uomini nuovo obiettivo delle mafie". Il Procuratore Nazionale antimafia lancia l'allarme: le organizzazioni criminali si dividono i proventi del traffico di esseri umani. Tra questi ci sono anche i neonati messi all'asta a Foggia. (Il Nuovo.it) 13/05/2003 ROMA – Il nuovo obiettivo delle organizzazioni criminali è il traffico di esseri umani. E’ un’attività lucrosa e redditizia diventata l’obiettivo di bande locali e internazionali prive di scrupoli. Che si dividono i profitti del trasporto dei “nuovi schiavi”, per lo più immigrati. Pierluigi Vigna, Procuratore Nazionale Antimafia, spiega: “Avevamo dato l'allarme: i traffici delle mafie si avvicinano sempre più all'uomo. E adesso questo caso è la conferma. Si è arrivati a gravidanze provocate apposta per poter vendere i bambini”. Al traffico illecito di neonati era dedita l’organizzazione di ucraini scoperta ieri dai carabinieri del reparto operativo di Foggia. I bimbi venivano messi all’asta ancor prima di nascere. Se li aggiudicavano coppie senza scrupoli, pronte a sborsare qualunque cifra pur di coronare il sogno di avere un bambino. Le madri, straniere, venivano fatte partorire in condizioni precarie. Il sospetto è che i bimbi servissero ad alimentare anche il traffico di organi. Il problema del traffico di esseri umani è sempre più urgente. Gli immigrati percorrono sotto la guida di passeur centinaia di chilometri. All’arrivo in Europa e in Italia si ritrovano senza identità perché le organizzazioni criminali sequestrano i documenti. E, dietro ricatti e minacce, costringono le proprie vittime ad attività illecite. Il fenomeno colpisce sempre di più i bimbi. Che vengono avviati alla prostituzione oppure all’accattonaggio. E, nel peggiore dei casi, spariscono senza lasciare traccia del proprio passaggio in Italia

2. COSTITUZIONE UE: Carta diritti in seconda parte (ANSA)-STRASBURGO, 13 MAG-La Carta dei diritti fondamentali dell'Ue sara' inserita quale seconda parte della Costituzione europea: lo ha affermato il presidente Giscard d'Estaing. Lo ha scritto in una lettera inviata a tutti i membri della Convenzione.

3. IMMIGRAZIONE - ''Foto Xenia'', in mostra la vita quotidiana delle comunità etniche che vivono nella capitale (Redattore Sociale) 13/05/2003 ROMA – In mostra la vita quotidiana delle comunità etniche romane: “Foto Xenia”, allestita nello spazio “Contemporaneo-temporaneo” della stazione Termini fino al 22 giugno (binario 24, ingresso libero), presenta il lavoro di 15 immigrati di diverse comunità, che si sono improvvisati “fotoreporter” per documentare la loro vita quotidiana: immagini, spazi e situazioni che raccontano la normalità di vita di uno straniero nella capitale, il suo modo di vivere la città. A persone di diversa nazionalità, età e condizione sociale è stato consegnato uno strumento di comunicazione originale allo scopo di sollecitare la propria autorappresentazione: la macchina fotografica “usa e getta” monouso Kodak, sponsor della mostra, realizzata in collaborazione con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), nell’ambito del progetto Equal “L’immagine degli immigrati in Italia tra media, società civile e mondo del lavoro”, sostenuto dall’Unione Europea e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di cui fa parte anche l’agenzia di stampa Migra. L’immagine dell’immigrato, quindi, risulta singolare per tecnica e sviluppo del tema, essendo il frutto di istantanee scattate dagli stessi appartenenti alle diverse comunità presenti nella capitale. L’esposizione è inserita in “FotoGrafia”, festival internazionale che propone fino al 22 giugno oltre 40 esposizioni, incontri e eventi. Saranno aperte al pubblico oltre 50 esposizioni legate dal tema: “Roma e le Comunità”, intese come microcosmi umani, etnici e linguistici. In programma anche “Foto Giorgio Cosulich”, progetto sull’architettura Rom realizzato in collaborazione con la facoltà d’Architettura di Valle Giulia. Si tratta di un reportage del fotografo Giorgio Cosulich su un nuovo stile architettonico che sta caratterizzando la Romania a seguito dell’inurbamento di popolazioni Rom, avvenuto non in sordina ma con la costruzione di costose ed esotiche residenze, equipaggiate con tutti i confort moderni se si esclude la toilette, che resta nel cortile. Questo fenomeno è limitato a una piccola parte della grande comunità Rom, che tenta “di affermare il suo nuovo status – spiegano i curatori dell’allestimento -. Caratteri distintivi di questi edifici sono i tetti rigorosamente coperti di zinco, i motivi geometrici che decorano le facciate, e sorprendentemente la scarsezza d’arredi e l’assoluta pulizia degli ambienti. Difatti, i Rom di rado vivono in tali residenze, la maggior parte delle loro attività ancora si svolge intorno alla tenda rigorosamente piantata nel giardino”.Altri punti di vista sugli stranieri: dai raccoglitori nelle piantagioni di caffè immortalati da Sebastião Salgano a “Brixton Project”, sviluppato su un progetto di Harry Jacobs, che segue i mutamenti delle comunità di immigrati a Brixton e nelle aree circostanti, dagli anni ’50 ai giorni nostri. Non mancano, inoltre, i punti di vista critici sulle comunità che - come nel caso di “Vacant Community”, con le fotografie di Philip Lorca di Corcia, Thomas Struth, Phil Collins e Massimo Vitali – a causa della cosiddetta globalizzazione dei costumi e degli stili di vita hanno finito col perdere molte della loro espressività e dei loro connotati. Con il riassunto degli ultimi 10 numeri della rivista “Colors”, il festival viaggia attraverso 40 foto dedicate a comunità particolari (“Communities colors”, il campo profughi Hutu di Lukole in Tanzania; Shutka in Macedonia, la più grande comunità Gipsy in Europa; Leisure World, il maggiore villaggio “blindato” per anziani del mondo; Choi Hung Estate, complesso di case popolari che ospita 43mila persone). La guerra/le guerre sono un altro dei soggetti dell’edizione 2003 del Festival, che ne propone diverse visioni: dall’occhio di Don McCullin, erede di Robert Capa, alle immagini del gruppo di 9 diversi reporter nella collettiva “Sguardi a confronto” (che documenta il conflitto arabo-israeliano con un punto di vista non certo usuale nell’approccio visivo), ai 2 volti dell’Afghanistan nelle fotografie di Riccardo Venturi e Simon Norfolk.

4. IMMIGRAZIONE – Dossier Caritas: ad inizio 2003 sono 2.395.000 gli stranieri regolari in Italia, 800mila in più rispetto allo scorso anno (Redattore Sociale) 13/05/2003 ROMA - Il Dossier Statistico Immigrazione 2003, curato da Caritas e Migrantes, uscirà nel prossimo ottobre. Nelle scorse settimane, la Caritas ha reso note alcune anticipazioni riguardanti prevalentemente il discorso della regolarizzazione. E oggi è possibile anticipare alcuni dei dati più significativi.Sono 2.395.000 gli immigrati regolari in Italia all’inizio del 2003, secondo le stime del Dossier elaborate su dati forniti dal Ministero dell’Interno: 800.000 in più rispetto all’anno precedente. Il margine di approssimazione è di circa il 5%. E’ infatti difficile, precisano gli estensori del Dossier, stabilire il numero esatto dei minori (l’ultimo dato delle anagrafi comunali risale al 31.12.2000) e il numero effettivo dei lavoratori che otterranno la regolarizzazione (su 703.000 richieste, talvolta riguardanti la stessa persona, abbiamo ipotizzato che si tratti di 600.000 persone fisiche). L’incidenza degli stranieri sulla popolazione è del 4,2%, inferiore solo di un punto alla media europea. Tuttavia, precisa sempre la Caritas, “su altri aspetti si richiede prudenza. Sarebbe, infatti, inesatto dire che la popolazione immigrata è aumentata in un anno dell’11% solo in forza dei nuovi ingressi: probabilmente in circa la metà dei casi (152.533 soggiornanti in più rispetto al 2001) si è trattato di registrazioni tardive di persone che erano già presenti”. Significativo è l’impatto occupazionale dei lavoratori immigrati. Nel 2002, secondo le elaborazioni Caritas su dati Inail, le assunzioni dei lavoratori extracomunitari regolarmente soggiornanti sono passate a 659.847 (192.547 in più rispetto all’anno precedente) e incidono sul totale delle assunzioni per l’11,5% , due punti in più rispetto al 2001. La forbice risulta molto allargata tra le diverse aree del paese e si va dal 4% del Meridione al 17,7% del Nord Est. A loro volta i saldi occupazionali aumentano di più della metà, passando da 88.448 a 140.222 (+51.774): essi incidono per il 26,8% sui nuovi posti di lavoro (e per più del 35% in entrambe le aree del Nord). Per quanto riguarda le dinamiche regionali, nel confronto tra il numero di soggiornanti di fine 2001 e fine 2002 rileviamo che Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna sono al di sotto della media d’aumento. Piemonte, Lombardia, Molise, Basilicata nella media con un aumento del 10-13%; Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo e Calabria al di sopra della media; Campania e Puglia in diminuzione.Un discorso articolato sulle differenze regionali può essere fatto basandosi, anziché sui permessi di soggiorno, sulle domande di regolarizzazione, che a livello nazionale sono 99 ogni 100 lavoratori provenienti da paesi a forte presenza migratoria che già soggiornavano in Italia. Per quanto riguarda la regolarizzazione vi sono regioni: al di sotto della media (meno di 70 domande ogni 100 lavoratori): Valle d’Aosta, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna; nella media (70-130 domande ogni 100 lavoratori): Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia; al di sopra della media (a partire da 130 domande ogni 100 lavoratori): Basilicata, Campania e Calabria. La situazione risultante all’inizio del 2003 è dovuto all’effetto congiunto di queste due distinte dinamiche, dovute ai nuovi ingressi (o alle nuove nascite) e alle regolarizzazioni.“Sulla base di questi primi dati – afferma la Caritas - possiamo affermare che l’immigrazione sta assumendo una portata sempre più strutturale all’interno della società italiana, anche se la richiesta di lavoratori immigrati non sempre trova un corrispettivo nella programmazione ufficiale, come attesta anche l’ultima regolarizzazione. Per evitare “una programmazione a posteriori” (tali si possono definire le regolarizzazioni) possono, dunque, essere utili, diverse misure, tra cui previsioni maggiormente aggiornate sul fabbisogno di manodopera, e la consapevolezza che la presenza di un immigrato ogni 25 residenti comporta un maggiore investimento sui servizi sociali, a partire dalla politica abitativa, oggi molto carente, per arrivare a quelle di carattere culturale”.

5. IMMIGRAZIONE: la giunta regionale del Lazio ha approvato i nuovi progetti per gli immigrati (Stranieri In Italia) 13/05/2003 La Giunta regionale laziale, presieduta dal presidente Francesco Storace, ha approvato un pacchetto di nuovi progetti sperimentali per l'integrazione sociale degli immigrati che risiedono nel Lazio. I progetti sono stati proposti nell'ambito del Tavolo unico regionale di coordinamento costituito in base all'accordo tra la Regione Lazio e il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Il provvedimento interessa oltre 246mila immigrati regolarmente soggiornanti nella regione Lazio. L'impegno finanziario previsto per la realizzazione dei progetti e' di oltre 1 milione e 472mila euro. Il nuovo pacchetto progetti prevede la realizzazione della "Citta' dei bambini" nella provincia di Rieti, oltre a corsi di italiano, corsi per cuochi e camerieri nella provincia di Latina, corsi di alfabetizzazione e di informazione multilingue sulle norme di sicurezza al Municipio 19, una scuola estiva per giovani stranieri promossa dal Consiglio italiano per i rifugiati, corsi di formazione "sui diritti e doveri" degli immigrati, all'Universita' di Tor Vergata, l'iniziativa "Iride Junior" che prevede informazione, educazione e comunicazione a uso degli studenti delle scuole elementari sul fenomeno dell'immigrazione e contro la discriminazione. I progetti dovranno essere portati a termine entro il 31 dicembre del 2003. Il monitoraggio sulle singole azioni realizzate, nonche' la valutazione finale del progetto complessivo, spettera' ai componenti del Tavolo unico regionale.

6. AFRICA - Uganda, gli orrori dell’LRA: ogni anno 12.000 ragazzi rapiti e schiavizzati dai ribelli. Scappare significa spesso morire (Redattore Sociale) 13/05/2003 NAIROBI - Patrick Komakech, 15 anni, è steso su un letto, contento per la sua libertà e soprattutto per aver salva la vita. E’ stato portato in un centro di riabilitazione nella città di Kitgum, nel nord dell’Uganda, dopo essere sfuggito ai suoi carcerieri, il gruppo di ribelli del Lord's Resistance Army (LRA), due settimane dopo che essi lo avevano rapito a scuola. E’ stato tra i pochi ad essere così fortunato. Altri del suo gruppo che avevano tentato di scappare sono stati nuovamente catturati e uccisi davanti ai loro compagni, “come lezione su cosa ci sarebbe accaduto se avessimo tentato di fuggire”. I ragazzi sono il bersaglio principale dell’insurrezione iniziata 17 anni fa da parte dell’LRA e che terrorizza i civili nel nord dell’Uganda. La milizia, capeggiata da Joseph Kony, cerca di rovesciare il presidente Yoweri Museveni e sostituire il suo governo con un regime governato in base ai biblici Dieci Comandamenti. I ribelli attaccano periodicamente i villaggi di Acholi, uccidendo civili e portando via i bambini e i ragazzi per costringerli nei loro ranghi e le ragazze per usarle come schiave sessuali per i loro comandanti. I ragazzi che sono riusciti a scappare dalla prigionia dell’LRA raccontano storie orribili riguardo l’estrema violenza fisica e psicologica con cui sono stati iniziati a far parte dei ranghi dell’esercito dei ribelli. Peter Ochan, 14 anni, venne rapito nel sonno e costretto a camminare per una notte e un giorno interi, prima che insieme a un suo compagno gli fu permesso di riposare. Ha raccontato che, durante i suoi 10 mesi di prigionia, bastonare i ragazzi i morte da parte dei comandanti dei ribelli era un rito quotidiano nella boscaglia. Ochan, ora accolto nel Gulu Support the Children Organisation, GUSCO, un centro di recupero aperto per aiutare i ragazzi ad uscire dalla prigionia, spiega come lui e altri vennero obbligati a trasportare il corpo decomposto di un loro compagno ucciso per aver tentato di scappare. “Abbiamo portato il corpo sulle spalle ovunque andassimo – dice – Puzzava parecchio. Ci dicevano che faceva parte del nostro addestramento. Il comandante poi ci disse di cavar fuori il cervello da ciò che era rimasto e di andare in giro a mostrarlo a tutti”. Un altro evaso, Tony Ulanya, 16 anni, racconta di aver incontrato il leader dell’LRA Joseph Kony diverse volte e lo descrive come un “uomo invasato”. “La domenica ci predicava per molte ore - dice – Ci diceva sempre che lui parlava con un angelo il quale gli aveva predetto che sarebbe diventato un giorno il presidente dell’Uganda, e che i giovani che aveva catturato e i bambini nati durante la prigionia si sarebbero impossessati del paese. Ogni tanto abbandonava tutti e se ne stava a lungo per conto suo”. Le possibilità di scappare da questa schiavitù sono molto rare per molti dei prigionieri. Molti non osano fuggire per paura di rappresaglie, sia nei confronti loro che delle famiglie. Apprezzando la sua libertà presso il Kitgum Concerned Women's Association (KICWA), Patrick rievoca alcuni dei suoi ricordi più raccapriccianti. “Due ragazzi tentarono di scappare – dice – e furono picchiati a morte, con dei bastoni. Un ragazzo i cui piedi erano troppo gonfi per poter camminare ancora fu legato e lasciato indietro a morire. Venne lasciato lì e gli fu detto di mangiarsi i suoi escrementi”. Coloro che gestiscono il centro di recupero per i prigionieri liberati, come il GUSCO e il KICWA, dicono che la maggior parte dei ragazzi che scappano sono spesso denutriti, indeboliti dalle malattie, e severamente traumatizzati. “Nella boscaglia il cibo buono, come pollo e carne di capra, era riservato ai comandanti, mentre i ragazzi mangiavano solo sorgo o frutti selvatici – ricorda Patrick – In Sudan (dove l’LRA ha la sua base, ndr) – dovevamo uccidere delle persone, rubare i loro animali e prendere i cereali nei magazzini per poter sopravvivere”. I centri di riabilitazione comunque rappresentano solo un sollievo temporaneo per i prigionieri liberati. Una volta che il loro ritorno in famiglia è stato realizzato, i ragazzi rimangono a rischio costante di essere ricatturati, cosa che significherebbe l’esecuzione istantanea da parte dei loro carcerieri. Mads Oyen, il responsabile dell’Unicef per l’Uganda, ha affermato che ci sono stati almeno 6.000 rapimenti dall’inizio del 2003 e che se ne stimano non meno di 12.000 all’anno. “I rapimenti avvenuti dopo il giugno 2002 sono stati il massimo numero di sempre”, ha detto Oyen. Christopher Arwai, capo del centro KICWA, crede tuttavia che siano parecchi di più i ragazzi rapiti nel nord dell’Uganda durante la ribellione, molti dei quali non sono mai stati registrati. (AfricaNews)

7. IMMIGRATI: in prefettura a Foggia protesta extracomunitari (AGI) - Foggia, 13 mag. - Protesta questa mattina davanti la Prefettura di Foggia da parte di una trentina di cittadini extracomunitari che hanno chiesto la seconda trance del contributo a fondo perduto disposto per loro dal Ministero dell'Interno. Ricevuta la prima parte, circa 500 euro, i cittadini, che chiedono anche il diritto d'asilo, hanno protestato per il ritardo degli altri 250 euro che spettano loro. Sul posto sono intervenute diverse pattuglie di carabinieri e della Polizia di Stato. Dopo alcune ore e dopo aver appreso che il problema non dipende dalla Prefettura di Foggia ma direttamente da Roma, poiche' gli uffici competenti non avevano ancora provveduto ad accreditare i fondi per il contributo, i 30 extracomunitari hanno abbandonato la zona della Prefettura.

8. IMMIGRATI: Pisanu controlli a Torino non si fermeranno (AGI) - Roma, 12 mag. - Il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, "prende atto dell'accorata esortazione del sindaco di Torino a rafforzare le misure contro l'immigrazione clandestina e le forme connesse di criminalita', ma respinge le accuse genericamente rivolte al governo"."L'attivita' di controllo nella citta' di Torino - sottolinea una nota del Viminale -, cosi' come nelle altre aree a rischio del paese, non si fermera', ma continuera' secondo un calendario prestabilito e con modalita' che verranno definite di volta in volta. E' ferma intenzione del governo, ed in particolare del presidente del Consiglio e del ministro dell'Interno, operare con la massima determinazione per impedire che interi quartieri o zone del territorio nazionale possano soggiacere a qualsiasi forma di violenza criminale, spontanea od organizzata, endogena o di importazione".

9. I Sindacati attaccano il Governo sulla Bossi-Fini: "E' una legge inapplicata" (Stranieri in Italia) 12/05/2003 Cgil, Cisl e Uil lanciano alla maggioranza di governo ed al ministro Roberto Maroni una pesante accusa sulle applicazioni della nuova legge sull'immigrazione. Secondo i sindacati ci sarebbe stato ostruzionismo nell'applicazione della legge Bossi-Fini "proprio da parte di chi l'ha firmata"; in sintesi il Governo non avrebbe varato il regolamento di attuazione della legge stessa né licenziato il decreto sui flussi, e, da ultimo, non avrebbe in alcun modo risposto alle sollecitazioni del sindacato che da tempo chiede di incontrarlo. Per tali motivi Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di fare una manifestazione proprio davanti all'ufficio del ministro Maroni giovedì prossimo 15 maggio. "Sarà una manifestazione dei lavoratori immigrati", spiegano le confederazioni, ricordando che, a nove mesi dal varo della legge non vi è traccia del regolamento di attuazione, "un ritardo che rischia di tradursi in maggiore incertezza, confusione ed arbitrio negli uffici territoriali preposti". Inoltre, sottolineano, ancora non si sa nulla del decreto flussi d'ingresso dei lavoratori stranieri 2003, malgrado le necessità e le urgenze espresse dal mondo imprenditoriale e in base a quanto stabilito nell'accordo 2001 sul lavoro stagionale in sede del ministero del Welfare. A fine aprile "poco più del 10% delle 703.000 domande di regolarizzazione erano state evase a livello locale, in palese contraddizione con l'ottimismo del governo sulla conclusione dell'esame delle pratiche entro il 2003", affermano ancora i sindacati, secondo i quali "meno ancora definita appare poi la politica di integrazione tra gli interventi di natura sociale e il sostegno alle politiche di integrazione sociale e culturale dei cittadini immigrati"."Di tutto questo - fanno Cgil, Cisl e Uil - abbiamo chiesto di parlare con il ministro del Welfare che però non ha mostrato, su temi tanto importanti, la cortesia di rispondere ai nostri solleciti. Una situazione, francamente, non più tollerabile se si pensa che, a chi ne fa le spese, l'immigrato, non viene concesso nemmeno il diritto di parola e ricorso".

10. NOMADI – Campagna di vaccinazione: 10.529 dosi di vaccino per un totale di circa 2000 bambini rom e sinti (Redattore Sociale) 12/05/2003 ROMA - Sono 2400 i minori da zero a quattordici anni d’età e costituiscono circa il 37 % della popolazione rom nei campi nomadi della capitale. Questa la popolazione bersaglio coinvolta nella campagna vaccinale per i bambini rom e sinti che si è svolta lo scorso anno a Roma i cui risultati vengono illustrati nel dettaglio domani durante la presentazione di un Rapporto presso l’Agenzia di sanità Pubblica in via di Santa Costanza 53. Il Programma, attuato con un lavoro di rete tra istituzioni pubbliche e del privato sociale, rappresenta un’esperienza unica nel suo genere nel panorama nazionale. Un intervento che oltre alla somministrazione di 10.529 dosi di vaccino per un totale di circa 2000 bambini raggiunti, ha consentito di mettere a punto un’anagrafe vaccinale informatizzata (relativamente alla popolazione bersaglio) che pone solide basi per lo sviluppo di ulteriori azioni di intergrazione sanitaria. Una popolazione, quella rom, nell’insieme ad alto rischio sanitario e non facile da raggiungere attraverso i servizi, soprattutto per le caratteristiche di mobilità demografica. Agglomerati monofamiliari, come l’insediamento di via Naide dove le persone censite sono in tutto 19, di cui 7 bambini. E campi con oltre 1200 persone, quello in via di Salone, con 259 minori. E trecentoquaranta, sono i bambini censiti nel campo di vicolo Savini, nell’XI Municipio territorio dell’Asl RMC, che secondo i dati disponibili risulta l’insediamento con il più elevato numero di minori rom nella capitale. La presenza dei nomadi che a Roma vivono in condizioni di marginalità sociale, resta una realtà difficile da quantificare in modo preciso. In ogni caso, secondo l’ultimo aggiornamento della mappatura dei campi realizzato dal Gris- Area Zingari prima dell’inizio della campagna vaccinale dei bambini realizzata all’inizio del 2002 gli insediamenti risultano essere 32 e, in accordo con i dati forniti dall’assessorato alle Politiche Sociali e Promozione della salute del Comune di Roma, le persone che vi abitano sono circa 6500. (Dalle rilevazioni vengono generalmente esclusi circa 1200 tra Rom Abruzzesi e Napoletani, Rom Bovara e Camminanti Siciliani che sono tutti cittadini italiani e vivono in abitazioni e circa 1000 Sinti). I campi sono distribuiti in modo molto disomogeneo sul territorio comunale. Circa tre quarti della popolazione zingara nella capitale è concentrata nella porzione est e sud-est della città nei territori delle Asl RMB, il 50% (Municipi V, VII, VIII, e X) e RMC il 25% (Municipi VI, IX, XI e XII). Il 15% circa dei nomadi vive nei 4 campi presenti nel territorio della Asl RMD (Municipi XIII, XV e XVI), circa il 9% negli insediamenti della Asl RME (Municipi XVII, XVIII, XIX e XX) e il 3% abita nei campi della Asl RMA. Dei 2400 bambini censiti prima dell’intervento solo il 67% è risultato presente nei campi per tutta la durata della campagna vaccinale. La scopertura maggiore rispetto alle vaccinazioni obbligatorie e consigliate si registra nelle Asl RMB e RMD, dove i bambini mai vaccinati, prima della campagna risultavano rispettivamente il 50% e il 66%. Di poco inferiore al 12% risultavano i non vaccinati nella Asl RMC, circa il 14% nella RMA e il 18% nella RME. Prima dell’inizio della campagna vaccinale, il livello di scopertura illustrato nei dettagli sui totali di ogni singola Asl, si è dimostrato particolarmente critico per il morbillo, con valori mediamente prossimi al 90%. L’analisi dei livelli di scopertura totale per classi di età mostra un grande divario tra i bambini piccoli e i grandi. La percentuale di minori mai vaccinati passa, infatti da circa il 70% nel primo anno di vita a poco più del 35% al di sopra dei sei anni. Un dato che evidenzia come un tempo di permanenza nel campo più lungo aumenta le possibilità di entrare in contatto con i servizi sanitari e quanto sia importante, anche per le vaccinazioni, l’attività di scolarizzazione. (Secondo il Rapporto, dal 1991 al 2002 i bambini rom iscritti nelle scuole della città sono passati da 200 a 1800). Una campagna vaccinale che ha dato buoni risultati soprattutto nei campi di medie e piccole dimensioni mentre si è rivelata più difficile negli insediamenti grandi, dove più complicato è stato il coinvolgimento delle persone. Il Programma di vaccinazione si è rivelato, inoltre momento di conoscenza della realtà dei campi nomadi a Roma per molti operatori sanitari, che con l’occasione sono entrati per la prima volta in contatto con gli zingari che vivono in condizioni di estrema marginalità sociale.

11. TRATTA DI ESSERI UMANI: presto la nuova legge. Il sottosegretario Mantovano: "Occorre la collaborazione europea e internazionale"  (Stranieri In Italia) 12/05/2003  BARI -Italia in prima linea nella lotta alla tratta degli esseri umani. Questo l'impegno del governo ribadito dal sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano nel corso del convegno "Diritti umani, libertà fondamentali e nuove schiavitù". In Parlamento è quasi concluso l'iter della nuova legge sulla tratta, tornata al vaglio della Camera, con alcune modifiche, dopo un primo passaggio in entrambe le assemblee. "Questa legge - ha detto Mantovano - apporterà un contributo importante, non decisivo, ma importante al quadro delle misure sia legislative sia amministrative che riguardano la prevenzione e il contrasto di questo fenomeno perché individua il reato di tratta come reato autonomo, prevede una sanzione penale molto pesante, da otto a venti anni, prevede tutta una serie di aggravanti che non possono essere eliminate dalla comparazione con le attenuanti proprio per la gravità del reato e prevede anche un fondo che sostenga le misure di prevenzione". L'azione legislativa rischia però di rimanere inefficace senza la collaborazione internazionale, sia dell' Ue, che dei paesi d'origine delle vittime. "Se queste norme sono in Italia e non sono in altri Paesi europei agli sfruttatori della tratta sarà facile - ha evidenziato Mantovano - spostarsi dall' Italia alla Francia o alla Germania, come sta avvenendo" Più delicato il discorso per quanto riguarda i paesi d'origine: "Sono stato in Moldavia dieci giorni fa e ho capito che la Moldavia riceve come rimessa dai propri emigrati, regolari o irregolari, lavoratori dipendenti o avviati alla prostituzione, la gran parte degli introiti import-export, usando una pessima terminologia". Di qui, la "tentazione" a non collaborare nella lotta alla criminalità organizzata.. "Può essere conveniente - ha ammesso Mantovano - in un calcolo di brevissima scadenza, di cortissimo respiro, non contrastare adeguatamente questo tipo di traffici; a medio e a lungo termine é un calcolo che non regge: un' economia che si regge su questi pilastri è un' economia marcia". Intanto, le vittime della tratta possono trovare protezione grazie all'articolo18 del testo unico sull'immigrazione. Per chi denuncia una situazione di sfruttamento è previsto il rilascio di uno speciale permesso di soggiorno di sei mesi, rinnovabile, e l'inserimento in programmi di protezione, assistenza e integrazione sociale. Dal '98 ad oggi in Italia l'applicazione l'articolo 18 ha interessato 2mila500 persone, e sono stati avviati circa 850 programmi di protezione. Tra questi, quello che ha ridato una speranza a Tatiana, la ragazza ucraina sfuggita ai suoi aguzzini che l'anno scorso ha voluto raccontarci la sua storia: "oggi capisco in un altro modo - ci disse- vivo un'altra vita”. Il disegno di legge in discussione alla Camera

12. SCUOLA – Crescono gli alunni immigrati, in Lombardia il maggior numero. Ancora limitata la presenza femminile (Redattore Sociale) 12/05/2003 ROMA – Rispetto ad altri paesi dell’Europa in Italia gi studenti stranieri sono ancora pochi (il 2,31% in meno) ma sono comunque in aumento (+ 23,3% in un anno): nel 2001/2002 gli alunni non italiani erano 181.767 (35mila in più rispetto al 2000/2001 e 155mila in più rispetto al 1991/1992), il 2,31% della popolazione scolastica totale (contro l’1,84% del 2000/2001 e lo 0,27% del 1991/1992). L’indagine condotta da Eurispes e Fondazione Liberal ha preso in esame anche il grado di integrazione scolastica degli immigrati. La storia dell’immigrazione in Italia ha determinato una concentrazione degli alunni stranieri soprattutto alle elementari (42,17%), mentre rimane ancora bassa la percentuale di stranieri nelle scuole superiori (13,24%). Il 24,73% degli alunni con cittadinanza non italiana è concentrato in Lombardia, il 12,60% in Veneto, il 12,55% in Emilia Romagna; le quote più basse sono quelle relative a Molise (0,12%) e Basilicata (0,23%). L’incidenza più alta di alunni stranieri sulla popolazione scolastica complessiva si trova però in Emilia Romagna (4,8%), seguita da Umbria (4,31%), Lombardia (3,8%), Marche (3,8%) e Toscana (3,7%). Le province italiane più popolose in questo senso invece Milano (19.166) e Roma (11.863), seguite da Torino (7.640), Brescia, Vicenza, Treviso, Verona, Bologna, Firenze e Modena. Limitata la presenza femminile fra gli alunni stranieri (45,82%) inferiore a quella maschile, ad eccezione le scuole superiori dove le studentesse di cittadinanza non italiana superano gli studenti (50,53%). Gli alunni stranieri sono residenti maggiormente nel Nord-Ovest (37,79%) e nel Nord-Est (28,88%); seguono il Centro (23,32%) e, con percentuali molto più basse, il Sud (7,04%) e le Isole (3,07%) e provengono da ben 186 paesi del mondo su 195 esistenti. Il 44,3% dall’Europa (il 2,7% Ue, il 41,6% non Ue), per il 28,4% dall’Africa (51.681), per il 15% dall’Asia (27.374), per il 12% dall’America (21.825) e solo per lo 0,1% da Oceania e apolidi (265). I paesi da cui proviene il numero più consistente di alunni rimangono l’Albania (32.268), il Marocco (28.072) e la ex-Jugoslavia (18.577). Gli stranieri scelgono prevalentemente gli istituti professionali (42,53%) e gli istituti tecnici (35,62%), e con frequenza nettamente minore gli istituti classici, scientifici e magistrali (18,32%) e artistici (3,53%). L’indagine ha analizzato anche la distribuzione delle diverse etnie nelle province italiane: a Milano ci sono soprattutto studenti provenienti dalle Filippine (9,65%), a Roma quelli provenienti dalla Romania (14,42%); a Torino, Brescia, Bologna, Verona e Bergamo gli alunni stranieri più numerosi provengono dal Marocco; a Perugia sono invece originari dell’Albania, a Vicenza della ex-Jugoslavia, a Firenze della Cina. Milano e Roma sono anche le città nelle quali è rappresentato, nelle scuole, il maggior numero di cittadinanze straniere (rispettivamente 154 e 149.

13. RIFUGIATI - L'Alto Commissariato invia aiuti ai rifugiati palestinesi a Baghdad espulsi dalle proprie case (Redattore Sociale) 12/05/2003 ROMA - L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha oggi espresso preoccupazione per il crescente numero di rifugiati palestinesi che sono stati espulsi dalle case in cui vivevano a Baghdad, ed ha annunciato di aver inviato un convoglio di aiuti per far fronte alle loro necessità più urgenti. Inoltre, un team dell'Unhcr attivo nel sud dell'Iraq, ha individuato decine di rifugiati iraniani, anch'essi espulsi dalle proprie abitazioni dalle comunità locali. Il convoglio umanitario, tre camion, sta trasportando 400 tende, 1.200 materassi e 2mila coperte, oltre a stufe, taniche per l'acqua e sapone sufficienti ad assistere fino a 2mila persone. Il convoglio ha attraversato questa mattina il confine con la Giordania e dovrebbe arrivare nella capitale irachena nella tarda giornata di oggi. Gli aiuti saranno poi consegnati alla Mezzaluna Rossa Palestinese che a sua volta li distribuirà ai palestinesi rimasti senza casa. Secondo quanto dichiarato dall’agenzia Onu, dalla fine della guerra circa 1.000 palestinesi sarebbero stati costretti a lasciare le case in cui vivevano e si sarebbero accampati in edifici abbandonati nella capitale irachena e si teme che altri dei 60-90mila rifugiati palestinesi che si stima vivano in Iraq possano ancora essere costretti a lasciare le case in cui abitano, quando altri proprietari reclameranno le abitazioni che il governo Ba'ath li aveva costretti a dare in affitto ai rifugiati per cifre molto basse. Molti dei rifugiati palestinesi che vivono in Iraq si trovano nel paese dal 1948 o sono i discendenti dei rifugiati che arrivarono a seguito del conflitto israelo-palestinese. I palestinesi che vivono in Iraq rientrano nel mandato dell’Unhcr, spiega l’organizzazione, a differenza di quelli che si trovano nei Territori Occupati e nei paesi confinanti con Israele, che invece sono assistiti dall'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite di soccorso e lavori per i rifugiati palestinesi del Vicino Oriente. "Siamo preoccupati che ciò che sta accadendo possa costituire l'inizio di un peggioramento della situazione - ha dichiarato il Capo missione in Iraq, Daniel Bellamy. - I palestinesi non hanno colpe, ma se la percezione è che essi erano privilegiati dal precedente governo, allora potrebbero pagarne le conseguenze. Questa è una delle ragioni per cui vogliamo tornare ad operare a Baghdad non appena le condizioni di sicurezza lo permetteranno".Mercoledì scorso, un team dell'Unhcr attivo nell'area di Basra, nel sud dell'Iraq, ha individuato diverse famiglie di rifugiati iraniani che vivono in un centro di transito in disuso alla periferia della città. I rifugiati hanno riferito di essere stati espulsi dalle proprie case a Dujail, un insediamento di rifugiati presso Al Kut, a metà strada tra Basra e Baghdad, e che le loro proprietà e i raccolti sarebbero stati confiscati. Mentre il team dell'Unhcr si trovava ancora nel centro, altre due famiglie sono arrivate da Dujaila adducendo motivazioni simili. Gli operatori hanno poi proseguito verso il confine con l'Iran, dove hanno scoperto altre tre famiglie di rifugiati iraniani che avevano lasciato Dujaila e che tentavano di ottenere l'autorizzazione a rientrare in Iran.

14. TRAFFICO DI BAMBINI: quattro arresti, tutti ucraini (AGI) - Bari, 12 mag. - Le trattative per l'acquisto di un bambino non ancora nato, concepito da una prostituta ucraina, hanno fatto scattare le manette ai polsi di quattro persone, tre donne e un uomo,tutti ucraini, a conclusione di una complessa e delicatissima indagine avviata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari con il supporto dei carabinieri del reparto operativo di Foggia e del comando provinciale di Bari. Gli arresti sono avvenuti in flagranza di reato al momento del pagamento della somma (350 mila euro), pattuita con gli agenti presentatisi come acquirenti, e dopo il parto del bambino in una casa privata. Ad illustrare le indagini e gli arresti sono stati il coordinatore della Dda di Bari, Giovanni Colangelo e il sostituto procuratore titolare dell'indagine, Gianrico Carofiglio. Entrambi hanno sottolineato che le operazioni sono state condotte a tutela del nascituro e per stroncare l'attivita' illecita dei quattro su cui gravano le accuse, a vario titolo, di tentata alterazione di stato e di riduzione in schiavitù. A finire in manette quattro ucraini: Nadia Tkachenko 36 anni, Olena Kaurova, 62 anni, Oksana Fedanova, 28 anni, e Mykhaylo Mamot, 30 anni. All'uomo il pm contesta anche l'accusa di detenzione di un arma .L'inchiesta, basata su molte intercettazioni telefoniche, ambientali e audio-video, e' stata avviata nell'ambito di una precedente attività investigativa per traffico di sostanze stupefacenti durante la quale gli indagati hanno proposto agli agenti sotto copertura l'acquisto di esseri umani. Si trattava di una sorta di "supermercato", ha spiegato il pm Carofiglio.(AGI) - Per ultima e' arrivata la proposta di vendita del nascituro. E per le trattative la procura si e' avvalsa dell'ausilio di un consulente, un ginecologo che attestava, passo dopo passo lo stato della gravidanza. Gli investigatori hanno seguito la vicenda fino agli arresti, avvenuti tra il 9 e il 10 maggio, ma non escludono altri casi precedenti e la possibilita' di un traffico d'organi. Tra gli arrestati anche la madre del bimbo (che pesa 3,800 chili), consenziente. Tutto e' avvenuto tra Napoli e Bari. Al momento sono ancora in corso le indagini e le operazioni di convalida eseguite dal Gip del tribunale di Bari, Chiara Civitano, mentre il tribunale per i minorenni ha avviato immediatamente le procedure di adattabilità. I carabinieri hanno anche sequestrato cospicue somme in denaro in dollari e in euro. (AGI)

15. ITALIANI ALL'ESTERO: Minardo, trasmissioni Rai e sito Internet (AGI) - Roma, 12 mag. - Trasmissioni di Rai international per fornire a tutti gli italiani all'estero notizie immediate dalla madrepatria ed un sito internet per tenerli sempre in contatto ed essere aggiornati sulle loro problematiche, che possono trovare una soluzione parlamentare, sono due degli obiettivi del programma illustrato all'AGI dal neo Presidente del Comitato Parlamentare per gli Italiani all'estero, Sen. Riccardo Minardo."Gli Italiani all'estero sono 65 milioni, più di quelli in Italia" dice Minardo, che si accinge a visitarli tutti nelle loro comunità estere. "Un impegno per contribuire a migliorare le condizioni di chi si e' trasferito cercando anche di far cambiare a favore dei nostri connazionali le politiche dei vari stati che li ospitano. Per questo sarà anche necessaria una riforma dei Comitati degli Italiani all'Estero (Comites), mentre dovremo anche cercare di perfezionare le condizioni per consentire a tutti il diritto di voto".Il Senatore e' prossimo al suo primo viaggio da Presidente che si svolgera' in Argentina, tra la fine di maggio e i primi di giugno, ma i viaggi proseguiranno poi in tutti gli stati che ospitano i nostri connazionali, Venezuela, Brasile, Stati Uniti e resto del mondo. Il Comitato parlamentare segue con particolare attenzione la difficile attuale situazione del Sud America, dove sono aumentate le domande di rientro in Italia da parte di emigrati, con procedimenti che durano 7-8 anni ma "noi - ha continuato Minardo - dobbiamo pensare di aiutarli li' dove sono. Non si risolve il problema con il rientro in Italia, soprattutto per chi, come in Argentina e in Venezuela, ha lavorato una vita e spesso costruito degli imperi. Ora sembra che le loro imprese non abbiano più alcun valore. L'importante e' cercare di far cambiare la politica dei governi nei diversi stati ospitanti".E sempre a proposito di Argentina, Minardo ha sottolineato che dei 4 milioni di italiani all'estero con diritto al voto, la maggior parte, 1 milione e 200 mila sono proprio in Argentina, circa 2 milioni sono nei paesi della comunita' europea e i restanti 800 mila in giro per il mondo". Ma "tutti, per avere diritto al voto - ha sottolineato il presidente - devono avere la doppia cittadinanza".Il senatore ha poi sottolineato come i rapporti con gli altri enti siano buoni tanto e' vero che "come Comitato - ha continuato - si e' deciso di fare delle audizioni in Senato. Una delle prime sara' con il presidente del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero), Narducci, poi sara' la volta del ministro Tremaglia, e a seguire incontri per realizzare un procedimento di riforma dei Comitati degli Italiani all'Estero, i Comites".

16. IMMIGRAZIONE: tratta; Mantovano, serve piena collaborazione (ANSA) - BARI, 10 MAG - Occorre una "piena collaborazione sul piano europeo e sul piano internazionale", altrimenti tutte le iniziative che il governo italiano prenderà per sconfiggere il fenomeno della tratta di esseri umani saranno inutili. E' quanto afferma il sottosegretario all' interno con delega alla Pubblica sicurezza, Alfredo Mantovano, che stamani ha partecipato a Bari, ad un convegno su 'Diritti umani, liberta' fondamentali e nuove schiavitu" organizzato dal Soroptimist per il 40/o anniversario della Fondazione. Vi hanno partecipato, tra gli altri il sindaco di Bari, Simeone di Cagno Abbrescia, e il presidente del Soroptimist International d' Italia, Alessandra Xerri Salamone. "E' in discussione in Parlamento - ha detto Mantovano - la nuova legge sulla tratta che ha già conosciuto un primo vaglio sia alla Camera che al Senato ed ora è tornata alla Camera perché ci sono state modifiche". "Questa legge - ha proseguito - apporterà un contributo importante, non decisivo, ma importante al quadro delle misure sia legislative sia amministrative che riguardano la prevenzione e il contrasto di questo fenomeno perché individua il reato di tratta come reato autonomo, prevede una sanzione penale molto pesante, da otto a venti anni, prevede tutta una serie di aggravanti che non possono essere eliminate dalla comparazione con le attenuanti proprio per la gravità del reato e prevede anche un fondo che sostenga le misure di prevenzione".La legge quando sarà operativa "si inserisce - ha detto Mantovano - all' interno di un quadro che vede l' Italia come una sorta di nazione guida in Europa e nel mondo".La norma già esistente al riguardo (l'art.18 della legge del '98) ha, comunque, per Mantovano gia' permesso di conseguire risultati. "E' chiaro che però tutto questo ha necessità - ha ribadito - di una piena collaborazione sul piano europeo e sul piano internazionale". Sul piano europeo: "se queste norme sono in Italia e non sono in altri Paesi europei agli sfruttatori della tratta sarà facile - ha evidenziato Mantovano - spostarsi dall' Italia alla Francia o alla Germania, come sta avvenendo". Sul piano internazionale: "sono stato in Moldavia dieci giorni fa e ho capito che la Moldavia - ha detto ancora - riceve come rimessa dai propri emigrati, regolari o irregolari, lavoratori dipendenti o avviati alla prostituzione, la gran parte degli introiti import-export, usando una pessima terminologia". Pertanto "può essere conveniente in un calcolo di brevissima scadenza, di cortissimo respiro, non contrastare adeguatamente questo tipo di traffici; a medio e a lungo termine é un calcolo che non regge: un' economia che si regge su questi pilastri è un' economia marcia".Il sottosegretario ha quindi ribadito che "occorrono accordi a livello europeo e a livello internazionale" e ha ricordato che già esiste, ad esempio, un accordo di collaborazione con la Moldavia, "ma - secondo Mantovano - è necessario avere pazienza e tenere presente che non è una singola battaglia quella che si combatte ma una guerra e una guerra è fatta di numerose battaglie con respiro strategico".

17. IMMIGRAZIONE: tratta; Mantovano, da '98 soccorse 2500 persone (ANSA) - BARI, 10 MAG - Per il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano, in Italia dal '98 sono 2.500 le persone che hanno fruito della norma contenuta nel testo unico sull' immigrazione, l' art.18, per liberarsi delle "nuove schiavitù. La nuova legge, in discussione in Parlamento, quando sarà operativa "si inserisce - ha aggiunto Mantovano - all' interno di un quadro che vede l' Italia come una sorta di nazione guida in Europa e nel mondo".Il sottosegretario all' interno con delega alla Pubblica sicurezza ne ha parlato stamani a Bari, dove ha partecipato a un convegno su 'Diritti umani, liberta' fondamentali e nuove schiavitu" organizzato dal Soroptimist per il 40/o anniversario della Fondazione.Mantovano ha aggiunto che la norma attuale è ad ogni modo efficace: "consente alla vittima di tratta di denunciare lo sfruttatore, comunque di fornire anche senza una specifica denuncia informazioni sul traffico e di ottenere il permesso di soggiorno".Il sottosegretario ha detto ancora che dal '98 al 31 dicembre del 2001 circa 850 programmi hanno interessato la protezione delle persone che hanno fruito della norma per sottrarsi alla tratta. ''La vittima di tratta - ha ancora ricordato Mantovano - può scegliere se rimanere definitivamente in Italia quindi convertire questa sorta di protezione in un permesso di soggiorno per lavoro ovvero rientrare nel paese di origine con un programma di protezione che anch' esso è finanziato dal governo italiano". Nel 2002 ne sono rientrate 80, nel 2003 sono pronti altrettanti programmi di protezione nei paesi di provenienza.(ANSA).

18. ROMA: seminario su diritti lavoratori migranti e loro famiglie (AGI) - Roma, 10 mag.- Si e' tenuto il 7 aprile a Roma presso l'Universita' La Sapienza il seminario sui "Diritti dei Lavoratori Migranti e delle loro Famiglie". Organizzato dal Comitato italiano per i diritti dei migranti in collaborazione con il Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani dell'ateneo romano. Un'occasione di approfondimento giuridico sulla Convenzione Internazionale sulla protezione di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 1990 e che entrera' in vigore il 1 luglio a seguito della recente ratifica da parte del ventesimo Stato."Si tratta di una Convenzione che ha una storia di 30 anni , come ricordato da Padre Graziano Battistella, Preside dello Scalabrini International Migration Institute, ma la cui esigenza di ratifica non e' finora emersa per i governi europei a causa della priorita' da essi conferita alla regolarizzazione dei flussi migratori".Tale concetto e' stato ribadito da Luca Dall'Oglio, Capo Missione dell'OIM, che ha precisato "Sono passati 12 anni dalla sua adozione da parte delle Nazioni Unite. In questo lasso di tempo lo scenario delle migrazioni internazionali e' totalmente mutato. Sempre meno la distinzione tra paesi di origine, transito e destinazione appare marcata e quindi la ratifica si traduce per tutti i paesi in un impegno concreto; le priorita' nazionali di alcuni Stati che in sede ONU l'avevano adottata sono oggi cambiate e piu' incentrate sulla questione della sicurezza. Per questa ragione la spinta alla ratifica deve venire dalla societa' civile attraverso iniziative come quella del Comitato Italiano per i diritti dei Migranti".A questo proposito,Claudio Lenoci,Direttore dell' Ufficio dell'OIL di Roma, ha spiegato come sia "necessario che la societa' civile nel suo insieme sia informata sull'esistenza di questo strumento internazionale che riconosce in modo forte ed esplicito i diritti umani fondamentali dei migranti, troppo spesso violati e ignorati in molti paesi del mondo" e aggiunge "Per questa ragione il Comitato ha promosso una Campagna di informazione e sensibilizzazione sui diritti dei migranti e lanciato una raccolta per le adesioni rivolta alla societa' civile nel suo insieme, alla quale ci auguriamo aderiranno in molti".Guglielmo Loy, Segretario Confederale della UIL, intervenendo a nome delle tre confederazioni sindacali, dopo aver ribadito il valore etico della Convenzione ha sottolineato l'importanza dell'esistenza del Comitato italiano e l'azione per promuovere questa Convenzione. Loy dichiara, "E' nel DNA dei sindacati la questione dei diritti dei lavoratori migranti e far parte del Comitato e' coerente con le nostre attivita' e finalita'". Loy ha anche richiamato l'attenzione sui rischi insiti nella forte ondata immigratoria in un Paese, come il nostro, non preparato: "un fenomeno che, se non gestito insieme ad una adeguata informazione e sensibilizzazione, rischia di provocare episodi di rigetto proprio sul terreno dell'uguaglianza dei diritti". "Nonostante l'ampio dibattito che investe la mancata ratifica da parte degli Stati europei della Convenzione del 1990 e' innegabile l'importanza della sua portata sul piano del rispetto dei diritti umani dei migranti su cui sarebbe necessario produrre risultati concreti ". Queste le conclusioni del Ministro Antonio Bandini, Vice Presidente del Comitato Interministeriale per i diritti umani

19. MILANO: 11.922 le imprese gestite da immigrati (AGI) - Milano, 10 mag. - A Milano si concentrano 11.922 imprese, il 55% delle ditte individuali di extracomunitari attive in Lombardia. Segue Brescia (2566, 11,8%), Bergamo (1881, 8,7%), Mantova (1014, 4,7%), Varese (1271, 5,9%), Como (808, 3,7%), Pavia (766, 3,5%), Cremona (520, 2,4%), Lecco (356, 1,6%), Lodi (347, 1,6%), Sondrio (267, 1,2%).Lo rileva la Camera di Commercio di Milano che ha pubblicato una statistica relativa alle ditte individuali attive con titolare extracomunitario, confrontando i dati del quarto trimestre 2002 con quelli relativi allo stesso periodo del 2001. Per cio' che riguarda le varie comunita' etniche si e' scoperto che a Milano gli egiziani hanno 2236 imprese individuali, i peruviani 513 e gli ecuadoregni 169. Le imprese di titolari cinesi sono 1992 su un totale di 13.398 presenti in Italia. La presenza di cittadini extra-comunitari nel tessuto produttivo milanese e' in continuo aumento: le imprese straniere (ditte individuali), sono pari al 9,6% del totale delle imprese extra-comunitarie presenti in Italia. Rispetto al IV trimestre 2001 la crescita e' stata del 21%.

20. ROMA: la citta' fotografata dagli immigrati (AGI) - Roma, 10 mag. - E' stata inaugurata l'8 maggio alla stazione Termini e proseguira' fino al 22 giugno la mostra fotografica su come gli immigrati vedono la citta' eterna. Immigrati provenienti dai piu' diversi paesi del mondo si improvvisano fotografi per documentare la loro vita quotidiana con immagini, spazi, situazioni che raccontano il loro modo di vivere e vedere la capitale d'Italia. Foto-Xenia, questo e' il titolo della mostra promossa dal comune di Roma e dall'Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim).Per un mese, 13 uomini e donne che vivono a Roma hanno avuto a disposizione una macchina fotografica usa e getta per rappresentare il proprio modo di vivere e vedere la citta'. I protagonisti sono lavoratori e studenti di diverse nazionalita', eta' e condizione sociale: Sonia (Cina), Andi (Albania), Amin (Bangladesh), Rohan (Sri Lanka), Cati (Filippine), Hussein (Somalia), Botan (Turchia), Neven (Bosnia-Herzegovina), Iulia (Ucraina), Emila (Albania), Ana Maria (Colombia), Tiziana (Capoverde), Davide (Bosnia-Herzegovina). In questi 188 scatti e' rappresentato il percorso di ognuno di loro. (AGI)

21. RAVENNA: immigrati alle urne per eleggere i loro rappresentanti (AGI) - Ravenna, 10 mag. -Il 18 maggio si vota per nominare la prima 'Rappresentanza' dei cittadini immigrati residenti a Ravenna. Sui muri della citta' sono gia' affissi i manifesti con le liste elettorali. Per scegliere questo organismo, che avra' funzioni consultive rispetto al consiglio comunale, sono state depositate ben 12 liste: sei composte da cittadini dell'Europa extra-ue, con prevalenza di albanesi e macedoni (oltre a bosniaci, ungheresi, polacchi, rumeni e addirittura un turco). Quattro liste sono composte da etnie africane: due di queste sono composte da cittadini senegalesi, una di nigeriani e l'ultima, che fa riferimento alla moschea ravennate, comprende molte altre popolazioni. Infine una lista e' composta di brasiliani e colombiani, per le Americhe; e una dell'Asia, composta esclusivamente da filippini. Saranno chiamati alle urne, per eleggere 21 rappresentanti, 4.810 elettori, il 35 per cento dei quali abita nella zona del mare. Per questo, il giorno del voto il Comune mettera' a disposizione 3 pullmini per facilitare l'accesso ai seggi; che saranno 7: tre in citta', due sulla costa e due in campagna.(AGI)

22. L'italiano e' meno diffidente nei confronti dell'immigrato (AGI) - Roma, 10 mag. -Nel '99 il 46% degli italiani considerava l'immigrato una minaccia, 1 italiano su 4 affermava che lo straniero minacciava l'identita', la cultura, la religione; 1 su 3 l'occupazione. Successivamente la situazione e' cambiata e si e' assistito ad un raffreddamento della propensione.Lo ha stabilito una ricerca curata da Fabio Bordignon, responsabile della Fondazione Nord-Est. Il 47% degli italiani dice che l'immigrato e' una risorsa per l'economia. Ma dall'incrocio delle due cause, la ricerca evidenzia 4 gruppi di italiani.Il 28% considera l'immigrazione con distacco, vale a dire ne' una minaccia e nemmeno una risorsa; il 25% manifesta invece un atteggiamento ostile; il 37% ha un atteggiamento aperto e vede l'immigrato come risorsa; il 10%, infine, rappresenta il popolo dei pragmatici: nonostante abbia diffidenza, ammette la necessita' della presenza straniera.

23. E’ il Regno Unito il paese più ambito dagli immigrati (AGI) - Londra, 10 mag - E' il Regno Unito il Paese dell'Unione europea piu' ambito dagli extracomunitari. E' quanto emerge da uno studio pubblicato dall'organizzazione MigrationWatch Uk. L'anno scorso, si legge nel rapporto, il Regno Unito ha ricevuto il 27% delle domande d'asilo fatte nell'Ue contro appena il 5% di dieci anni fa. La graduatoria dei Paesi piu' ambiti vede al secondo posto la Germania (con il 18% delle domande nel 2002) e la Francia (con il 15%).

24. La Bossi-Fini sbarca anche in Francia (AGI) - Parigi, 10 mag. - In Francia misure piu' rigide per l'ingresso e il soggiorno degli stranieri per il progetto di legge sull'immigrazione. Il documento contiene misure che seguono la linea restrittiva adottata anche in Italia con la legge Bossi Fini. Il progetto di legge prevede controlli piu' rigidi, come il prelievo delle impronte digitali, anche per le richieste di visti turistici da parte di immigrati extracomunitari e l'aumento del periodo di detenzione presso i centri di prima accoglienza a 32 giorni per gli stranieri in attesa di espulsione, contro i 12 giorni attuali. Saranno piu' difficili i ricongiungimenti familiari e le unioni con cittadini stranieri per evitare i cosiddetti matrimoni di comodo. (AGI)

25. FAMIGLIA CRISTIANA: un dossier sull'immigrazione (AGI)- Roma, 10 mag. - E' in edicola il dossier di Famiglia Cristiana dedicato all'immigrazione. Si intitola "Immigrazione. La nuova Italia multietnica". Duecento pagine per scoprire il mondo degli immigrati con i tanti problemi e le mille risorse. Scritto da Riccardo Venturi con l'introduzione di Alberto BobbioPr presenta dati sull'immigrazione nel nostro Paese ma soprattutto favorisce una presa di coscienza del fenomeno attenta a i volti e alle storie personali piu' che a statistiche burocratiche. Non mancano approfondimenti sugli aspetti negativi, come la microcriminalita' o la prostituzione dovute ad alcuni extracomunitari, e sui problemi giuridici. Un capitolo e' dedicato alla Bossi-Fini. Ma tutto il libro e' percorso da un fatto inconfondibile: dietro i problemi ci sono persone. Scrivono storie di nostalgia e di speranzadi chi ricomincia da capo e deve combattere non solo con una lingua diversa ma anche con le nostre leggi e la nostra burocrazia. Sono un centinaio gli stranieri che hanno pubblicato racconti e poesie .

26. IMMIGRAZIONE: IDV, legge Bossi-Fini va modificata (ANSA) - COSENZA, 9 MAG - "Occorre intervenire urgentemente per risolvere le problematiche provocate dalla legge Bossi-Fini sulla regolarizzazione e l' emersione del lavoro degli extracomunitari": a sostenerlo è Sergio Spina, dirigente nazionale del partito,l' "Italia dei valori", che ha scritto al responsabile nazionale enti locali, Beniamino Donnici, per sollecitargli un intervento in tal senso.Spina, nella lettera a Donnici, parla di "grave condizione di tantissimi lavoratori e lavoratrici clandestini che, utilizzando la normativa, hanno regolarizzato la loro posizione, ma sono costretti ad attendere l' espletamento delle formalità burocratiche, attraverso gli uffici di Prefettura e Questura, prima di poter tornare nel Paese d' appartenenza per fare visita ai familiari, in quanto un eventuale ritorno nei loro Paesi, pur se breve e temporaneo, senza prima avere ottenuto un contratto di lavoro e il permesso di soggiorno, comporterebbe l' impossibilità di un rientro in Italia. In tal modo gli immigrati perderebbero definitivamente l' attività lavorativa tanto agognata e i diritti acquisiti con la presentazione della domanda di sanatoria da parte dei loro datori di lavoro".Spina sottolinea anche "l' eccessiva lunghezza dei tempi di evasione delle domande di regolarizzazione presentate dagli immigrati. Ci si scontra, in questo senso, con i tempi elefantiaci della burocrazia italiana. Occorrono sette-otto mesi per sbrigare pratiche per l' evasione delle quali basterebbe poco più di un mese".

27. ALFREDO MANTOVANO: "Nel 2002 allontanati dall'Italia 88.501 clandestini, oltre 17mila sono rientrati nel paese d'origine" (Stranieri in Italia) 9/05/2003 Il Sottosegretario per l'interno, Alfredo Mantovano, rispondendo all'interpellanza dell'on. Livia Turco in tema di immigrazione, si è soffermato sulla questione dei Centri di permanenza temporanea per gli stranieri in attesa di espulsione.I Cpt, ha detto, garantiscono "standard di vita oggettivamente rispettosi della dignità delle persone ospitate e nettamente superiori a quelli degli altri paesi".Secondo quanto stabilito per legge in ogni centro devono essere assicurati oltre ai normali servizi alla persona (lavanderia, barberia, vitto, generi di conforto e quant'altro) il servizio di mediazione linguistica e culturale, l'assistenza sociale e psicologica, l'informazione sui diritti, doveri e sulla condizione dello straniero, l'intrattenimento degli ospiti, il servizio di assistenza sanitaria. "I centri non hanno alcuno scopo afflittivo ed al loro interno non vi è un regime carcerario; - ha sottolineato l'on Mantovano - non sono istituti di pena, ma strutture il cui perimetro esterno è vigilato dalle forze di polizia ed al cui interno vi è libertà di movimento e spazi ricreativi.I loro ospiti possono colloquiare con l'esterno ed è possibile ricevere la visita, oltre che dei propri legali, anche dei propri familiari. La concezione e le modalità di istituzione dei Cpt corrispondono ad una trasparente e coerente politica di governo del fenomeno dell'immigrazione condivisa e definita concordemente con gli altri partner dell'Unione europea". Ecco alcuni dati forniti dal Sottosegretario: nel 2002 sono stati allontanati dal territorio nazionale 88.501 stranieri clandestini, a fronte dei 77.699 del 2001 e delle 69.263 del 2000; gli stranieri espulsi e riammessi nei paesi di provenienza sono stati invece nello scorso anno 17.019 contro i 12.751 del 2001 e degli 8.438 del 2000. Mantovano ha fornito anche alcuni dati relativi agli sbarchi di clandestini relativamente ai primi tre mesi del 2003: fra il primo gennaio ed il 15 aprile di quest'anno, i clandestini rintracciati in Puglia a seguito degli sbarchi sono stati appena 16.  Erano 1959 dell'identico periodo del 2002 e 3068 dello stesso periodo del 2001. In Sicilia sono stati 1.711 (4.092 nel 2002, 597 nel 2001) mentre in Calabria nessuno (erano stati 1.114 nell'identico periodo del 2002 e 417 nello stesso periodo del 2001). Nello stesso periodo la percentuale di stranieri effettivamente allontanati è stata pari al 58% del totale dei rintracciati (46% nel 2002). Al residuo 44% corrispondono quei 62.500 nei cui confronti è stata disposta l'espulsione, ma non è stata eseguita. In sostanza ha sottolineato il Sottosegretario "ad una flessione del numero complessivo dei clandestini che entrano nel territorio nazionale corrisponde un aumento della percentuale di coloro che sono stati effettivamente allontanati dal territorio italiano".

 

La rassegna stampa può essere consultata anche sul sito www.immagineimmigratitalia.it - (Sito Web realizzato nell'ambito del Progetto "Immagine degli immigrati in Italia tra media, Società civile e mondo del Lavoro")

 

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