Rassegna Stampa

Venerdì 23 maggio 2003

 

1. MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: cosa c’è dietro questa definizione di Silvina Pérez (www.migranews.net)

2. IMMIGRAZIONE - La Regione Veneto chiede alle associazioni di categoria più impegno sugli alloggi (Redattore Sociale)

3. TRATTA – Sale il numero di ragazze etiopi ed eritree costrette a prostituirsi. Anche per loro nasce a Roma un nuovo centro di prevenzione e aiuto (Redattore Sociale)

4. TRATTA – A Darfo una giornata di studio sulla prostituzione coatta e sui problemi legati all'immigrazione femminile (Redattore Sociale)

5. IMMIGRAZIONE - La Regione Veneto chiede alle associazioni di categoria più impegno sugli alloggi (Redattore Sociale)

6. AFRICA – Melandri (Chiama l'Africa) al sindaco Veltroni: ''Glocalforum, sconcertati dall'invito al sindaco di Kigali'' (Redattore Sociale)

7. IMMIGRAZIONE – Accordo Cna-Caritas. Sangalli: ''L’apporto di un maggior numero di imprese gestite da immigrati può essere funzionale al nostro benessere'' (Redattore Sociale)

8. IMMIGRAZIONE – L'imprenditoria etnica in Italia: quasi 55mila le imprese con titolari immigrati. Il commercio al dettaglio (28,4%) il settore prevalente. Indagine Caritas – Cna (Redattore Sociale)

9. La Cassazione: se il permesso è scaduto no ad espulsione automatica. Il caso di un cittadino dello Sri Lanka (stranieri in Italia)

10. ELEZIONI: stranieri vogliono votare; respinto ricorso (ANSA)

11. IMMIGRAZIONE: GB, diminuita del 32% in ultimi tre mesi (ANSA)

12. IMMIGRAZIONE: 83 clandestini sbarcati nel trapanese (ANSA)

13. IMPRESE: crescono gli imprenditori immigrati, 55mila nel 2002 indagine CNA-CARITAS ,a Milano e Roma un quarto delle imprese (ANSA)

14. ELEZIONI: stranieri vogliono votare, ricorso a Vicenza (ANSA)

15. Istat, cambia il volto dell'immigrazione: più donne e bambini. Immigrati indispensabile risorsa per crescita del Paese (stranieri in Italia)

16. STUDENTI STRANIERI: pubblicato il regolamento per l'iscrizione all'università italiana (stranieri in Italia)

17. AUSTRALIA: campi detenzione immigrati,denunce esplosive/ANSA intervengono psichiatri,nuove testimonianze su violenze e abusi (ANSA)

18. IMMIGRAZIONE: Italia lavorera' per accordo UE-Russia sottosegretario d'ali al vertice Atene, priorita' semestre (ANSA)

19. ELEZIONI: stranieri vogliono votare, ricorso in tribunale procedura d'urgenza a Roma per bloccare le provinciali (ANSA)

20. DIRITTI – L'associazione popoli minacciati: ''Atti di cannibalismo in Congo. Subito l'invio dei Caschi blu'' (Redattore sociale)

 

 

1. MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: cosa c’è dietro questa definizione di Silvina Pérez (www.migranews.net) 23/05/2003 - Quando si parla di «minori stranieri non accompagnati» ci si dovrebbe riferire solamente a quelli che si trovano in Italia privi di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti legalmente responsabili. Alcuni sono completamente soli, altri vengono talvolta accolti da parenti. L'Italia, come gli altri Paesi europei, è interessata da un'immigrazione relativamente consistente di «msna» (ovvero: minori stranieri non accompagnati): si tratta soprattutto di adolescenti provenienti dall'Albania, dal Marocco e dall'Europa dell'est, che arrivano clandestinamente in Italia per trovare lavoro e per studiare. I minori stranieri, anche se irregolari, sono titolari di tutti i diritti garantiti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo (entrata in vigore il 2 settembre 1990) che si applica a tutti i minori senza discriminazioni. Lo status dei «msna» in Italia è regolato in parte dalla normativa riguardante l'immigrazione (legge 189 del 30 luglio 2002) e in parte dalle disposizioni sui minori non accompagnati (come il regolamento del “Comitato per i minori stranieri” nel decreto 535 del ‘99). Fra il 1 luglio 2000 e il 30 novembre 2001 sono stati segnalati al “Comitato per i minori stranieri” 14.834 minori, dei quali 7011 sono diventati maggiorenni nel periodo considerato. Ogni minore straniero non accompagnato deve essere segnalato al “Comitato per i minori stranieri”, che decide se debba essere rimpatriato ovvero restare in Italia. In attesa di tale decisione, il minore riceve un permesso di soggiorno «per minore età», che non gli consente di lavorare e non può essere convertito in permesso per lavoro o per studio al compimento della maggiore età, con la conseguenza che il neo-maggiorenne, anche se sta studiando o ha una proposta di lavoro, diventa un clandestino espellibile Ai minori stranieri si applicano inoltre tutte le norme riguardanti i diritti dei minori (alla protezione, all'istruzione, alla salute, alla partecipazione ecc.). Le norme che disciplinano lo status di questi minori presentano gravissime lacune e contraddizioni; per questo le politiche che ne derivano sono incerte e mutevoli. Secondo quanto riferito dallo stesso “Comitato per i minori stranieri” (all’ottobre 2002) in alcuni casi le norme e le politiche adottate nei confronti dei «msna» sono finalizzate più al controllo dell'immigrazione clandestina che non al «superiore interesse del minore» (ad esempio le disposizioni secondo cui il permesso di soggiorno «per minore età» non consente di lavorare e non può essere convertito al compimento dei 18 anni in un permesso per lavoro o per studio). Infine, anche nei casi in cui si intende perseguire il «superiore interesse del minore», vi è incertezza sui criteri per stabilire quale soluzione risponda davvero a questo interesse: ad esempio, nel decidere se debba essere rimpatriato o restare in Italia non si può considerare solo il diritto del minore a vivere con la sua famiglia, ma si deve tenere conto anche delle condizioni economico-sociali del contesto d'origine, dell'inserimento del minore in Italia, della volontà del minore e della volontà della sua famiglia.

2. IMMIGRAZIONE - La Regione Veneto chiede alle associazioni di categoria più impegno sugli alloggi (Redattore Sociale) 22/05/2003 VENEZIA - "La Regione Veneto ribadisce la massima collaborazione verso le organizzazioni delle categorie produttive nel settore immigrazione. Detto questo va ricordato che la Regione ha svolto la propria parte in maniera egregia, esercitando un ruolo innovatore che le è stato riconosciuto anche a livello nazionale e che è stato rappresentato, in particolare, dall’istituzione del Tavolo unico di coordinamento regionale sull’immigrazione e dagli accordi tra Regione e Province sul fronte dell’alloggio. Del resto se si vuole che funzioni davvero la collaborazione deve essere reciproca. Rilevo invece con qualche rammarico che finora l’impegno reale delle associazioni di categoria che rappresentano i datori di lavoro non è stato abbastanza visibile. Ad esempio per quanto riguarda gli alloggi per i lavoratori immigrati, che rappresenta l’impegno specifico al quale gli imprenditori sono espressamente chiamati a rispondere dalla legge Bossi-Fini. E' importante recuperare questi ritardi”. Ha risposto così l’Assessore regionale ai flussi migratori alle 12 associazioni di categoria riunite nel coordinamento regionale immigrazione che alla Regionehanno chiesto più collaborazione. "Sul problema delle quote – ha aggiunto l’assessore - faccio presente che non ci si può limitare ai numeri ma si devono affrontare compiutamente le questione relative alla ricettività e agli strumenti da usare per l'integrazione sociale e le questioni relative alla ricettività e agli strumenti da usare per l’integrazione sociale e lavorativa dei lavoratori stranieri. Si tratta di aspetti imprescindibili che non possono essere "scaricati" solo sugli enti locali ma che vanno assunti con impegno e senso di responsabilità anche da parte dei datori di lavoro come del resto da parte dei sindacati dei lavoratori e delle associazioni di volontariato".

3. TRATTA – Sale il numero di ragazze etiopi ed eritree costrette a prostituirsi. Anche per loro nasce a Roma un nuovo centro di prevenzione e aiuto (Redattore Sociale) 22/05/2003 ROMA – Inaugurato a Roma il nuovo centro di prevenzione per “donne a rischio di tratta”. Si tratta della casa “la Palma”, una iniziativa (la prima del genere in Italia) che nasce dall’esperienza decennale dell’associazione “Erythros”, impegnata dal 1993 nella promozione dei diritti umani e sociali delle fasce più deboli della popolazione, sia in Italia che nel Sud del mondo. “Durante il nostro impegno nella lotta contro la tratta – affermano i responsabili dell’associazione Erythros – abbiamo notato che nei club intorno al Sud di Pontino, A Pomezia, Latina, Nettuno, Sabaudia, così come nella Provincia di Roma, a Fiumicino, Ostia e Casal palocco, ad Axa e Infernetto e in alcuni club privé della capitale si pratichi in modo sistematico lo sfruttamento sessuale delle donne. Il numero delle persone obbligate a prostituirsi è considerevole. Ma la novità assoluta è la nazionalità delle donne sfruttate che abbiamo incontrato nel nostro operato (si tratta sicuramente di un segnale di allarme di quanto il fenomeno stia mutando): l’aumento delle donne di origini africane, in modo particolare quelle dall’Africa Orientale, è notevole, anche se la prostituzione di donne provenienti da queste regioni dell’africa non è nuova in queste forme di prostituzione camuffata”. Secondo i dati dell’unità di strada di Erythros, su 16 club e centri di benessere ‘controllati’, in 14 casi gli operatori si sono imbattuti in donne dell’Africa orientale. Il fatto allarmante però, secondo l’associazione, non è dato dal numero ma dal loro status: si tratta, infatti, di immigrate che si trovano da poco tempo in Italia. In media da non più di 30-40 giorni, in possesso di un permesso di soggiorno per richiesta d’asilo che non permette loro un’attività lavorativa legale. “Partendo da questo – spiegano ancora gli operatori – abbiamo voluto approfondire il fenomeno. Abbiamo allora osservato nei dintorni della stazione Termini dei personaggi che, spesso accompagnati da donne dello stesso paese di provenienza di quelle da contattare, vanno ad offrire alle ragazze un lavoro da modella o da cameriera in ristoranti inesistenti. Abbiamo quindi a che fare con il solito, vecchio ma collaudato modello di contatto, sempre efficace con ragazze disperate e prive di lavoro, casa e di un luogo dove stare durante il giorno. Per esempio, sono all’incirca 50 le ragazze di nazionalità eritrea ed etiopica che dormono di notte negli edifici diroccati della Stazione Tiburtina; altre innumerevoli ragazze si sono trovate nei Centri di accoglienza dell’emergenza freddo. La chiusura di questi centri alla fine di aprile 2003 ha portato indubbiamente ad indebolire ulteriormente la condizione delle donne”. Da qui il progetto, che prevede appunto la creazione di una casa destinata a donne in difficoltà, donne richiedenti asilo e senza fissa dimora non croniche, con venti posti letto e spazio diurno.”Oltre al problema dell’alloggio – affermano i responsabili di Erythros – le donne a cui è rivolto il progetto sono spesso soggetti gravati da disagi derivanti da varie discriminazioni e a volte, nei casi di richiedenti asilo, si tratta di vittime di tortura, di soggetti perseguiti per motivi razziali, religiosi e politici. Si tratta, dunque, di persone con particolare vulnerabilità”. Scopo del progetto è, dunque, la tutela sia a livello psicologico e fisico di donne a rischio di sfruttamento. Una volta garantita la tutela, l’obiettivo primario è l’aiuto e il sostegno della persona nel suo processo di adattamento e di recupero, integrazione, autodeterminazione e autonomia. In particolare il progetto prevede: la soddisfazione dei bisogni primari, il counselling sociale e disbrigo delle pratiche burocratiche, il sostegno psicologico e una eventuale terapia individuale, il counselling medico, il counselling legale, l’orientamento e la verifica delle attitudini lavorative, la frequenza ai corsi di alfabetizzazione, la facilitazione all’integrazione culturale. Gli inviti nella casa partiranno su segnalazione di associazioni ed altri progetti (unità di strada, sportelli, ecc...) esistenti sul territorio, nonché di semplici cittadini.

4. TRATTA – A Darfo una giornata di studio sulla prostituzione coatta e sui problemi legati all'immigrazione femminile (Redattore Sociale) 22/05/2003 BERGAMO – Una giornata di studi sulla tratta. E’ quella denominata “Parla di lei”, che si terrà sabato 24 maggio al Palazzo Congressi di Darfo Boario Terme (Bergamo). L’avvenimento è promosso dalla Caritas di Darfo e dal Gruppo “Sulla strada”. La giornata di studio sarà preceduta, venerdì 23, dalla presentazione del libro “E siam partite”, di Carla Corso e Ada Trifirò. Il libro sarà presentato alle ore 21, nel corso di un incontro-dibattito con le autrici. Venendo ai lavori di sabato, va detto che la Caritas di Darfo ed il gruppo “Sulla Strada” continuano ormai da sei anni il loro lavoro di aiuto morale e materiale delle ragazze di strada. “Fenomeno questo che si va allargando – precisano i promotori dell’iniziativa -, nonostante gli accordi di Schengen e le leggi sempre più restrittive e punitive nei confronti dello straniero senza regolare permesso di soggiorno. Il fenomeno delle prostituzione coatta è solo un tassello del più ampio problema dell’immigrazione femminile. Un tassello drammatico e doloroso che scatena dibattito ma che resta ai più sconosciuto. Le recenti discussioni sulla riapertura delle case chiuse hanno semplicemente sollevato un gran polverone senza aiutare a fare chiarezza sulle dinamiche e le logiche che portano più di 300.000 donne sulle strade italiane”. Proprio per cercare di rispondere in primis al bisogno di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica, il gruppo “Sulla Strada” ha organizzato la giornata di informazione e riflessione sulla tratta. Le varie sfaccettature del problema verranno affrontate da diversi punti di vista; interverranno operatori di strada che lavorano con diverse etnie (dall’Africa all’Est Europa), un criminologo, un regista, un ex-cliente e l’assessore alle problematiche sociali del comune di Venezia. “L’obbiettivo – precisano - è il superamento dell’archetipo della prostituta, donna di malaffare o Bocca di Rosa, per comprendere come la prostituzione sia oggi un problema di ordine sociale (e civile) e non un semplice problema di ordine pubblico”. Quanto all’attività del Gruppo “Sulla Strada”, da un’iniziale studio del fenomeno è emerso che il 95% delle donne contattate sono nigeriane, organizzate in piccoli gruppi che gravitano attorno ad un territorio ben definito (una via o un parcheggio). I gruppi rispecchiano quasi sempre una divisione etnica (Edo, Yuruba, Ibo) e hanno referenti locali per il controllo del territorio. In quasi sei anni sono state contattate 300 donne. “Oggi siamo in contatto con 25 ragazze “fisse” – confermano gli operatori -, più una decine di “occasionali” che lavorano generalmente a Brescia o dintorni e salgono occasionalmente in Valle. Non tutte le donne escono ogni sera, molte lavorano solo nel week end o nel pomeriggio quindi i dati di presenza hanno ampi margini di oscillazione. Abbiamo notato in qualche caso che le donne vengono allontanate della Valcamonica in corrispondenza di un nostro intervento. L’alternanza spinta sembra essere dettata della prudenza dei “protettori” che mirano a impedire la creazione di reti sociali intorno alla ragazza (reti che potrebbero favorirne la fuga)”.

5. IMMIGRAZIONE - La Regione Veneto chiede alle associazioni di categoria più impegno sugli alloggi (Redattore Sociale) 22/05/2003 VENEZIA - "La Regione Veneto ribadisce la massima collaborazione verso le organizzazioni delle categorie produttive nel settore immigrazione. Detto questo va ricordato che la Regione ha svolto la propria parte in maniera egregia, esercitando un ruolo innovatore che le è stato riconosciuto anche a livello nazionale e che è stato rappresentato, in particolare, dall’istituzione del Tavolo unico di coordinamento regionale sull’immigrazione e dagli accordi tra Regione e Province sul fronte dell’alloggio. Del resto se si vuole che funzioni davvero la collaborazione deve essere reciproca. Rilevo invece con qualche rammarico che finora l’impegno reale delle associazioni di categoria che rappresentano i datori di lavoro non è stato abbastanza visibile. Ad esempio per quanto riguarda gli alloggi per i lavoratori immigrati, che rappresenta l’impegno specifico al quale gli imprenditori sono espressamente chiamati a rispondere dalla legge Bossi-Fini. E' importante recuperare questi ritardi”. Ha risposto così l’Assessore regionale ai flussi migratori alle 12 associazioni di categoria riunite nel coordinamento regionale immigrazione che alla Regionehanno chiesto più collaborazione."Sul problema delle quote – ha aggiunto l’assessore - faccio presente che non ci si può limitare ai numeri ma si devono affrontare compiutamente le questione relative alla ricettività e agli strumenti da usare per l'integrazione sociale e le questioni relative alla ricettività e agli strumenti da usare per l’integrazione sociale e lavorativa dei lavoratori stranieri. Si tratta di aspetti imprescindibili che non possono essere "scaricati" solo sugli enti locali ma che vanno assunti con impegno e senso di responsabilità anche da parte dei datori di lavoro come del resto da parte dei sindacati dei lavoratori e delle associazioni di volontariato".

6. AFRICA – Melandri (Chiama l'Africa) al sindaco Veltroni: ''Glocalforum, sconcertati dall'invito al sindaco di Kigali'' (Redattore Sociale) 22/05/2003 ROMA - Lettera aperta al sindaco di Roma, Walter Veltroni, da parte di Eugenio Melandri, coordinatore dell’associazione “Chiama l’Africa”. Oggetto della missiva lo “sconcerto” per l’invito al sindaco di Kigali (Ruanda) e il progetto di collaborazione tra Roma e la stessa capitale dello stato africano, sede di un genocidio senza precedenti. Melandri, nel sottolineare l’impossibilità si essere presente al ‘Glocalforum’, ricorda tuttavia come l’Africa “rischia di essere messa ulteriormente tra parentesi in questa fase in cui tutta l’attenzione è rivolta alla questione del terrorismo internazionale e al rapporto con il mondo islamico. Anche se non cessano i conflitti per assicurarsi i prodotti che l’Africa sola possiede. Ultimo tra tutti quello per accaparrarsi i diritti di sfruttamento dell’acqua”. Per il responsabile di Chiama l’Africa, dunque, “ripartire dalle città, dal locale, per realizzare un mondo diverso mi pare una scelta non soltanto giusta, ma indispensabile, anche tenendo conto dell’afasia della grande politica in questo momento. Le città sono il luogo dove la maggior parte della gente vive, dove si incontra, dove, se vuole, può scambiarsi esperienze, punti di vista; dove si possono cominciare a sperimentare forme diverse, più rispettose dei diritti, di convivenza e anche di economia. Bella scelta, quindi, questa del Glocal forum”. Ma... C’è un ma. “Proprio perché credo in questa iniziativa – precisa Melandri -, sono rimasto sconcertato (e con me tanti amici che si interessano del continente africano) non soltanto dell’invito rivolto al sindaco di Kigali, ma soprattutto del progetto di stretta cooperazione tra il comune di Roma e la capitale del Ruanda. Questa notizia ha suscitato un moto di ribellione in tanti amici che da anni seguono con attenzione e apprensione ciò che succede in Africa e soprattutto quella che viene definita come “La guerra dei Grandi Laghi”. Tutti noi conosciamo i fatti che si riferiscono alla realtà ruandese, fino a quel tragico momento che viene ricordato come “genocidio”. Un evento che pesa sulle coscienze di tutti, ma che non può divenire l’alibi per coprire sia la politica imperiale che il Ruanda di oggi svolge ormai da anni nella regione, sia la sospensione dei diritti umani all’interno dei propri confini. Fra l’altro, a partire dal genocidio e da un’accurata campagna di stampa, il governo ruandese ha cercato, in parte riuscendoci, di attirare gran parte della cooperazione internazionale, in nome di una ricostruzione che sta avvenendo escludendo, nei fatti, la fetta maggioritaria della popolazione. In questi giorni, ad esempio, tutte le agenzie internazionali denunciano la sistematica sparizione di tutti i possibili oppositori al regime di Paul Kagame in eventuali elezioni. E’ di questi giorni la notizia della sparizione di due probabili oppositori. Intanto, pur avendo firmato gli accordi di Pretoria, l’esercito ruandese continua ad occupare gran parte del Kivu, garantendo in questo modo lo sfruttamento delle risorse del territorio. Soprattutto di oro e coltano. Il Ruanda, che non ha miniere di oro nel suo territorio è diventato il secondo esportatore africano di oro. Qualche giorno fa, riferendosi ai massacri nella Regione dell’Ituri in Congo, il presidente della Conferenza episcopale Congolese, Card. Etsou, ha scritto testualmente: ‘Denunciamo con fermezza i Presidenti del Ruanda Paul Kagame e dell’Uganda Yoweri Museveni, per il calvario che impongono al popolo Congolese’”. Ancora Melandri, rivolto al sindaco Veltroni: “In tanti ti abbiamo applaudito quando non hai voluto ricevere Tereq Aziz, sappiamo la tua militanza e il tuo impegno nel campo dei diritti umani. Proprio per questo ci sembra fuori luogo l’impegno di cooperazione con la città di Kigali, soprattutto attraverso la figura del suo sindaco, che, essendo parte delle istituzioni, è senz’altro solidale con il regime non democratico del Presidente. Ciò mi spinge ad una ulteriore riflessione. Roma è la città capitale d’Italia che ha, per fortuna, un sindaco molto sensibile alla cooperazione internazionale e all’Africa in particolare. Proprio per questo mi aspetterei da questa città uno slancio nuovo, diverso, capace anche di cercare vie nuove nella cooperazione, che possa fungere da apripista anche per altre città e diventare un modello per il governo. Occorrerebbe una riflessione seria, una ricerca anche di strade nuove. Non mi pare che tutto questo avvenga e che si rischi, anche con il nuovo organismo appena nato, di procedere ad una mera distribuzione di fondi tra organizzazioni che fanno capo alla capitale. La cooperazione internazionale e l’Africa soprattutto, hanno bisogno di ben altro. Se vuoi di tutto questo io e altri amici di “Chiama l’Africa”, con altre associazioni, siamo disponibili a parlare e a discutere insieme”. All’appello di Melandri hanno già aderito Nigrizia e l’Ucsei.

7. IMMIGRAZIONE – Accordo Cna-Caritas. Sangalli: ''L’apporto di un maggior numero di imprese gestite da immigrati può essere funzionale al nostro benessere'' (Redattore Sociale) 22/05/2003 ROMA – Favorire la cultura d’impresa degli stranieri, “che non sono solo imprenditori, ma anche generatori di occupazione, visto che in 55mila piccole aziende da loro gestite ci sono in media 3 dipendenti”: lo ha sottolineato Giancarlo Sangalli, segretario generale della Confederazione Nazionale Artigiani, alla presentazione dello studio “Immigrati e imprenditorialità”, tenutasi oggi al Residence di Ripetta. È stata illustrata durante la conferenza stampa l’impegno congiunto tra Cna, Caritas italiana e Caritas diocesana di Roma: infatti la collaborazione tra il “Dossier Statistico Immigrazione” e la Cna, oltre a prevedere l’approfondimento e la diffusione dei dati statistici, intende richiamare l’attenzione “sulle opportunità imprenditoriali che si possono dischiudere per gli immigrati e sulle strutture che le possono sostenere”, nota l’indagine. “La rete ecclesiale vive quotidianamente a contatto con migliaia di immigrati, che solo in parte chiedono interventi di assistenza e dépannage e sempre più spunti a promozione e sostegno delle loro capacità propositive”; allo stesso tempo la Confermazione nazionale artigiani “registra una crescente domanda di imprenditorialità, soprattutto dove vi è una forte iniziativa d’informazione”. L’accordo siglato tra Cna e Caritas, quindi, consentirà di sensibilizzare e far conoscere i servizi che la Cna – 400mila imprese associate, 1.100 uffici sul territorio - mette a disposizione attraverso “Crea Impresa”, “Cna in Proprio” e i 200 servizi di patronato, allo scopo di “collegare sempre più saldamente il mondo sociale e le organizzazioni professionali per favorire il lavoro imprenditoriale degli immigrati come garanzia di un proficuo inserimento”. “Non è strano che in Italia, patria delle piccole e medie imprese, i lavoratori immigrati si integrino proprio in questo mondo – ha rilevato Sangalli – e aumentano le imprese nelle zone in cui c’è un maggiore sprint economico”. Gli stranieri, poi, “entrano nella struttura produttiva classica, non in nicchie di decantazione”, anche se la legislazione e la burocrazia non li aiuta. Tuttavia il segretario generale del Cna vede il futuro dell’impresa “colorato, così come il mondo del lavoro”. Se con la riforma del Titolo V della Costituzione la competenza in materia di artigianato è passata completamente alle Regioni, occorre “aprire tavoli di confronto insieme alla Caritas su questi temi nelle 20 regioni italiane: il federalismo ha senso solo se avvicina lo Stato ai problemi della popolazione”, ha concluso Sangalli, ricordando che molto resta da fare sul fronte del lavoro nero: “L’economia sommersa assorbe ¼ del Pil e 3 milioni di lavoratori, ma è tinta più di bianco che di altri colori”, cioè resta un fenomeno che tocca relativamente gli stranieri. “L’apporto di un maggior numero di imprese gestite da immigrati può essere funzionale al nostro benessere, a lungo termine, in quanto può abbassare i costi dei servizi resi – ha evidenziato mons. Guerino Di Tora, direttore Caritas diocesana di Roma -. Perché questi benefici possano essere duraturi, bisogna aiutare le aziende degli immigrati a non fallire: hanno bisogno di consulenza sulle procedure, di formazione specifica, di sostegno professionale, di introduzione alle pratiche creditizie”. Inoltre Di Tora ha posto l’accento su una particolare forma di imprenditoria etnica: quella della mediazione culturale: “I mediatori, dal punto di vista fiscale, sono per lo più collaboratori occasionali, più raramente con rapporto coordinato e continuativo; la loro situazione è precaria non solo al momento del rinnovo del permesso di soggiorno, ma anche perché la professione non è formalizzata. Probabilmente anche in questo settore – ha auspicato il direttore della Caritas diocesana – si può arrivare a una cultura d’impresa”.(

8. IMMIGRAZIONE – L'imprenditoria etnica in Italia: quasi 55mila le imprese con titolari immigrati. Il commercio al dettaglio (28,4%) il settore prevalente. Indagine Caritas – Cna (Redattore Sociale) 22/05/2003 ROMA – Nel 2003 saranno circa 110mila i soggiornanti per lavoro autonomo in Italia, secondo una proiezione dai dati di Infocamere l’archivio statistico degli iscritti alle Camere di Commercio, un ottavo dei soggiornanti per motivi di lavoro. È quanto emerge da “Immigrati imprenditori”, uno studio Caritas e Confederazione Nazionale Artigiani, presentato oggi a Roma, secondo cui gli imprenditori immigrati sono concentrati prevalentemente nelle province di Milano e Roma (rispettivamente con 9.022 e 4.968 casi) ed il settore prevalente è il commercio al dettaglio (28,4%).Al 1° gennaio 2002 risultavano titolari di permesso di soggiorno per lavoro autonomo, imprenditoriale o professionale 89.498 cittadini stranieri, di cui il 79,4% maschi (la percentuale sale lievemente a favore delle donne solo tra i cittadini comunitari); 54.785 le imprese attive con titolari immigrati. Secondo l’indagine tra le regioni che si caratterizzano per un alto numero di imprenditori immigrati, oltre Lombardia e Lazio, l’Emilia Romagna, il Piemonte e il Veneto (sulle 6.000 imprese). Bologna, Verona, Brescia, Treviso, Prato, Caserta le province con mille e più imprenditori immigrati, mentre poco sopra quota mille Reggio Emilia, Modena, Vicenza, Catanzaro e Parma. “Riscontriamo che nell’area del lavoro autonomo i cittadini extracomunitari sono il 92% del totale, con una incidenza superiore a quella che hanno sul totale della popolazione straniera e con un protagonismo che nell’ultimo periodo è andato accentuandosi: basti ricordare che ancora nel 1996 ai cittadini comunitari spettava un quarto di queste presenze”, si legge nel rapporto . Si tratta di imprenditori relativamente giovani: la maggior parte sono concentrati nella fascia di età tra i 30 e i 49 anni, “perché si richiede una certa esperienza professionale ma anche un certo gruzzolo per poter iniziare a muoversi in proprio”. Gli ultracinquantenni sono circa 6.000 (11% del totale) mentre le donne sono più di 9.000 (il 16% del totale). Tra i primi dieci gruppi si va dai 17.916 marocchini ai 1.911 jugoslavi, e tra di essi è compreso un solo Stato membro dell’Unione Europea (la Germania). Seguono, con almeno 1.000 casi di imprenditori, Stati Uniti, Perù, Francia, Bangladesh, Pakistan e Algeria. Limitandosi ai soli artigiani, la graduatoria è differente: al primo posto, quasi ex aequo, si trovano la Cina (2.597) e l’Albania (2.595) seguiti con almeno1.000 soggetti da Marocco, Romania, Tunisia, Egitto e Jugoslavia. Secondo lo studio “non è corretto definire un gruppo etnico abbinandolo ad un particolare tipo di attività”, tuttavia “si può tuttavia constare che statisticamente i nordafricani sono maggiormente presenti nel settore della ristorazione, i cinesi nelle attività commerciali, i bengalesi e i pakistani nell’ambulantato e nelle piccole attività commerciali. Inoltre per alcuni grandi gruppi di immigrati, come è il caso dei filippini, è limitata la propensione a una imprenditoria di questo tipo,”anche se rivelano una “mentalità di microimprenditorialità” nel mettersi a disposizione di più famiglie per i lavori domestici e di assistenza” spiega il rapporto.

9. La Cassazione: se il permesso è scaduto no ad espulsione automatica. Il caso di un cittadino dello Sri Lanka (stranieri in Italia) 22 maggio 2003 - Gli extracomunitari non possono essere automaticamente espulsi per il solo fatto di aver presentato in ritardo la domanda di rinnovo del permesso di soggiorno, ovvero oltre il termine dei 60 giorni. La decisione è arrivata dalle sezioni unite civili della Cassazione dando ragione a un cittadino dello Sri Lanka. L'extracomunitario in Italia dal 1990 con regolare permesso, rinnovato nel '92 entro i termini, e successivamente non rinnovato alla scadenza del 9 aprile 1996, era stato espulso dal questore di Palermo perche' aveva fatto passere i sessanta giorni di scadenza del secondo permesso senza rinnovarlo. Il cingalese era rimasto vittima di un grave incidente ed aveva attivato le procedure del rinnovo solo nel novembre del '96, anziche' nel mese di aprile. Contro l'espulsione si è rivolto alla Suprema Corte che ha affrontato il caso a sezioni unite per dirimere il contrasto tra quanti tra i magistrati di legittimità pensano che, in questi casi, non procedere all'espulsione vanifichi il controllo dei flussi migratori e quanti, fra loro, ritengono invece che rendere automatica l'espulsione in simili frangenti, accresca la scelta della clandestinità.Le sezioni unite hanno sposato quest'ultima preoccupazione e hanno affermato il principio di diritto per cui "la spontanea presentazione della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno oltre il termine di sessanta giorni dalla sua scadenza non consente l'espulsione automatica dello straniero". Tale misura - aggiungono - "potrà essere disposta solo se la domanda sia stata respinta per la mancanza originaria o sopravvenuta dei requisiti richiesti dalla legge per il soggiorno dello straniero sul territorio nazionale". In pratica nel caso in cui l'immigrato abbia perso il suo posto di lavoro senza trovarne un altro entro il termine dei sessanta giorni. La tardiva presentazione della domanda di rinnovo, ad avviso di piazza Cavour, "potrà costituire solo indice rivelatore, nel quadro di una valutazione complessiva, della situazione in cui versa l'interessato".Ad ogni modo la Cassazione avverte che "l'inutile decorso del termine di tolleranza non è privo di effetti, ma consente pur sempre l'avvio di ufficio della procedura di espulsione nei confronti dello straniero che non abbia presentato domanda di rinnovo". Fermo restando la possibilità per lo straniero di far valere i motivi di forza maggiore e questa sentenza (n.7892) degli Ermellini per evitare l'espulsione automatica.

10. ELEZIONI: stranieri vogliono votare; respinto ricorso (ANSA) - ROMA, 22 MAG - "Dire che se il legislatore non ha ritenuto opportuno di garantire il diritto di voto con legge ordinaria il Tribunale non è competente è come ammettere che, di fronte al ricorso di un cittadino ebreo che si lamenta per le persecuzioni razziali nell' Italia del ventennio, rinchiuderlo in un campo di concentramento era una decisione impeccabile perché contenuta in una legge ordinaria, le Leggi Razziali". Così Score Italy commenta il rigetto del ricorso da parte della magistratura civile. "Il ricorso - è detto in una nota - si basava non solo sulla legge Bossi-Fini che in due articoli (2 e 9) parla specificamente di diritto di voto alle elezioni amministrative, decretando il diritto soggettivo dell' immigrato di partecipare alla vita pubblica, ma anche sulle convenzioni di New York e di Strasburgo sui diritti civili e politici e, fatto più importante, sulla Costituzione della Repubblica". "Francamente - conclude la nota - ci aspettavamo meno positivismo giuridico e maggiore giustizia da un giudice illuminato come il tribunale di Roma".

11. IMMIGRAZIONE: GB, diminuita del 32% in ultimi tre mesi (ANSA) - LONDRA, 22 MAG - I dati sull'immigrazione continuano a migliorare. E' quanto ha dichiarato nel corso della sua conferenza stampa mensile il primo ministro britannico Tony Blair, commentando i dati diffusi oggi dal ministero degli Interni che registrano una diminuzione del 32% delle richieste di asilo. Secondo Blair, "i dati del ministero mostrano che abbiamo svoltato l'angolo. I numeri - ha proseguito - sono scesi di più del 45% da quando abbiamo approvato il Nationality, Immigration and Asylum Act, lo scorso anno". Comunque, ha ribadito, "restiamo pienamente impegnati per raggiungere il nostro obiettivo di diminuire le richieste di asilo della metà entro settembre".Il rapporto dell'Home Office rivela che il numero di richieste nel primo trimestre di quest'anno sono diminuite del 32% rispetto ai tre mesi precedenti. I nuovi arrivi sono stati 16.000, contro i 23.385 tra ottobre e dicembre del 2002.Ancora prima di essere pubblicati, tuttavia, i dati hanno scatenato polemiche. Secondo Oliver Letwin, ministro degli Interni ombra conservatore, i dati non sarebbero attendibili perché potrebbero essere stati manipolati.

12. IMMIGRAZIONE: 83 clandestini sbarcati nel trapanese (ANSA) - TRAPANI, 21 MAG - Sbarcati all' alba di oggi, a Pantelleria, 77 clandestini. Poche ore dopo, a Mazara del Vallo, altri 6 immigrati sono stati avvistati su un gommone dalla Capitaneria di porto, a un miglio dalla costa. Tra essi due scafisti nordafricani, che sono stati arrestati e rinchiusi nel carcere di Marsala.Il primo gruppo è stato localizzato dai carabinieri nel centro abitato di Pantelleria, nella frazione di Scauri e non si hanno tracce dell'imbarcazione. Gli immigrati si trovano adesso nel centro di accoglienza Serraino Vulpitta di Trapani.(ANSA)

13. IMPRESE: crescono gli imprenditori immigrati, 55mila nel 2002 indagine CNA-CARITAS ,a Milano e Roma un quarto delle imprese (ANSA) - ROMA, 21 MAG - Sono circa 55mila (54.785) i cittadini stranieri (comunitari ed extracomunitari), titolari di imprese; un quarto si trova a Milano e Roma, rispettivamente 9.022 e 4.968 mentre sono 17.000 le imprese gestite da artigiani. Sono i dati più significativi resi noti stamani, nel corso di una conferenza stampa di presentazione dell'intesa tra la Confederazione nazionale dell'artigianato e la Caritas per favorire la nascita di imprese di immigrati. "I dati dimostrano - ha detto il segretario generale Cna, Gian Carlo Sangalli - che la crescita degli imprenditori immigrati ha effetti positivi sulla riduzione della dimensione della disoccupazione, ed è un'attività di contrasto del lavoro sommerso".Mille e più imprenditori immigrati sono nelle province di Bologna, Verona, Brescia, Treviso, Prato, Caserta, mentre poco sopra quota mille sono in quelle di Reggio Emilia, Modena, Vicenza, Catanzaro e Parma. Quanto all'ambito regionale, L'Emilia Romagna, il Piemonte ed il Veneto si caratterizzano, dopo la Lombardia ed il Lazio, per un alto numero di imprenditori immigrati: circa 6000 in ciascuna regione.Tra le 55.000 imprese, 17.000 mila sono gestite da artigiani: un quarto di esse si trova a Milano(2.949) e a Roma (956). Tra gli imprenditori artigiani, al primo, quasi ex equo, si trovano i cinesi(2.597), gli albanesi (2.595) seguiti da marocchini, rumeni, tunisini, egiziani e provenienti dall'ex Jugoslavia. Il commercio al dettaglio è il settore di attività prevalente con un'incidenza del 24,4% sul totale. Quanto all'età, la maggior parte degli imprenditori è tra i 30 ed i 49 anni. Gli ultracinquantenni sono circa 6.000(11% del totale) mentre le donne sono più di 9.000 (16% del totale). Il responsabile della Caritas Italia, Giancarlo Perego, anche sulla base dei dati scaturiti dall'indagine, ha sottolineato la necessita di un 'collegamento tra i flussi dell'immigrazione 2003 ed il potenziamento delle effettive possibilità di integrazione nel territorio" nonché la "definizione delle 'modalita' di formazione" all'estero e in Italia. (ANSA)

14. ELEZIONI: stranieri vogliono votare, ricorso a Vicenza (ANSA) - VICENZA, 21 MAG - E' stato depositato oggi a Vicenza da una immigrata nigeriana, Lidia Amoateng, 32 anni, da anni residente nella provincia berica e in possesso di permesso di soggiorno, il ricorso con procedura d'urgenza contro la negazione del diritto al voto per gli immigrati che svolgono in Italia regolare permesso di soggiorno.Ad esaminarlo sarà il giudice Gaetano Campo, che ha annunciato un provvedimento in merito per domani mattina. Nel ricorso, l'immigrata chiede di poter esercitare il diritto di voto sulla base delle convenzioni internazionali e dei contenuti della Bossi-Fini.

15. Istat, cambia il volto dell'immigrazione: più donne e bambini. Immigrati indispensabile risorsa per crescita del Paese (stranieri in Italia) 21 maggio 2003 - ROMA - L'immigrazione cambia volto, abbandonando la connotazione individuale per diventare sempre più un fenomeno che riguarda tutta la famiglia. Ma, soprattutto, rappresenta "un'indispensabile risorsa per contribuire alla crescita della popolazione residente".Il rapporto annuale dell'Istat, nella parte dedicata agli stranieri, prende atto di una realtà che è profondamente cambiata negli ultimi dieci anni. Innanzitutto nel ruolo che gli immigrati rivestono ormai nella società italiana: "Gli ingressi dall'estero - è scritto nel rapporto - contribuiscono a contenere, soprattutto in alcune realtà territoriali, gli effetti negativi della dinamica naturale e rappresentano un'indispensabile risorsa per contribuire alla crescita della popolazione residente". Anche i luoghi di provenienza degli immigrati contribuiscono a dare al fenomeno una nuova connotazione, con quelli dai paesi dell'est che hanno scalzato presenze storicamente più forti in Italia, come le comunità filippina e cinese.Al primo gennaio del 2002, la popolazione straniera con regolare permesso di soggiorno era di un milione e 448 mila unità. Un numero raddoppiato rispetto a dieci anni fa quando gli immigrati erano 649mila. Per vivere, gli stranieri scelgono in prevalenza il nord ovest (32,4 per cento), seguito dal centro (29 per cento), dal nord est (25,1 per cento) e, fanalino di coda, dal sud (in cui si ferma il 13,5 per cento).Diverse, sempre rispetto a dieci anni fa, anche le caratteristiche del fenomeno. Oggi il 45 per cento degli immigrati è composto da donne (nel '92 erano il 33), il 19,2 per cento da minori (nel '92 erano 10,8) e il 56 per cento da sposati (mentre nel '92 erano il 40). Nel 2001, inoltre, l' 85 per cento dei permessi di soggiorno (68mila) è stato concesso per ricongiungimento familiare."L'immigrazione - afferma ancora il rapporto - appare sempre meno un comportamento individuale e la più cresciuta presenza di nuclei familiari e il crescente numero di nascite registrate tra i residenti stranieri sono segnali che inequivocabilmente dimostrano l'espandersi di progetti migratori di lunga permanenza, in molti casi di definitivo insediamento".Dagli anni novanta, inoltre, è costante l'aumento della percentuale dei cittadini provenienti da paesi a forte pressione migratoria, che rappresentano l'85 per cento del totale e nel 2002 il numero di quelli arrivati dai paesi dell'est ha superato quelli di provenienza africana (432mila contro 402mila). Proprio dagli ex paesi del blocco sovietico arriva una delle principali novità: la comunità rumena ha superato quella filippina, da sempre una delle più nutrite. Addirittura, tra il '99 e il 2000 gli ingressi dalla Romania sono aumentati dell' ottanta per cento. Al primo posto rimane comunque la comunità marocchina, con 167.889 permessi di soggiorno concessi al 1 gennaio del 2002, seguita dall'Albania (159.317), dalla Romania (82.985), dalle Filippine (67.711) e dalla Cina (62.146).

16. STUDENTI STRANIERI: pubblicato il regolamento per l'iscrizione all'università italiana (stranieri in Italia) 21 maggio 2003 ROMA - Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ha recentemente pubblicato il regolamento per l'immatricolazione di cittadini stranieri a corsi di studio universitari per il prossimo anno accademico. Come ogni anno, il Viminale e la Farnesina definiranno un numero massimo di visti d'ingresso e permessi di soggiorno da concedere a studenti stranieri residenti all'estero. Le quote rispecchieranno il numero di posti per studenti stranieri messi a disposizione dalle università italiane in ogni corso di laurea. Gli studenti stranieri hanno tempo fino al 7 giugno per presentare domanda di prescrizione presso le rappresentanze diplomatiche e consolari italiane del loro Paese. Le domande saranno inviate alle varie Università, che compileranno un elenco di studenti ammessi a sostenere le prove di ammissione ai corsi di laurea (è obbligatoria una prova di italiano). Un elenco dei posti disponibili nelle università italiane è consultabile all'indirizzo: http://offertaformativa.miur.it/studenti/elenco2003/ Agli stranieri già regolarmente residenti in Italia è invece consentito l'accesso ai corsi universitari a parità di condizioni con gli studenti italiani.

17. AUSTRALIA: campi detenzione immigrati,denunce esplosive/ANSA intervengono psichiatri,nuove testimonianze su violenze e abusi (ANSA) - SYDNEY, 20 MAG - Infuriano nuovamente le polemiche sulle condizioni nei campi di detenzione dei richiedenti asilo in Australia, nell'entroterra desertico del continente o in remote isole del Pacifico, con una nuova ondata di denunce e rivelazioni di psichiatri, paramedici e operatori sociali.Il primo a prendere posizione è stato stavolta il Collegio australiano-neozelandese degli psichiatri, che oggi ha chiesto un'inchiesta indipendente sulla salute mentale dei richiedenti asilo, dopo un programma trasmesso ieri sera dalla Abc-Tv. Nel corso del programma 'Four Corners', ex infermiere ed ex dipendenti del campo di Woomera in South Australia, chiuso di recente, hanno denunciato i maltrattamenti cui erano sottoposti i detenuti, donne e bambini compresi, la cattiva gestione del campo e la copertura di abusi sessuali e di irregolarità di vario genere, da parte della compagnia privata (affiliata di una multinazionale Usa) che gestiva il centro.Tra gli episodi riportati, quello di un detenuto ammanettato perché non vi era abbastanza personale per sorvegliarlo, e di un altro finito in ospedale dopo che gli era stata iniettata una dose doppia di quella raccomandata di uno psicofarmaco. "E' un'ipocrisia ignorare la depressione come grave disturbo mentale nei centri di detenzione, che costituiscono un esempio estremo di come produrre stress e disturbi mentali", dichiarano gli psichiatri in un comunicato, ricordando che i tassi di autolesionismo e tentativi di suicidio sono sei volte più alti della popolazione generale.Simili denunce erano state mosse una settimana fa dall'ex psichiatra capo dei due campi di detenzione costruiti dall'Australia nell'interno desolato della sperduta isola-stato di Nauru, nel quadro della 'Pacific Solution' (consistente nel dirottare con la forza in isolette del Pacifico i boat people che tentino di raggiungere le sue acque). Secondo lo psichiatra, Maarten Dormaar, le condizioni "di tipo carcerario" imposte sui profughi si combinano con i problemi di salute mentale, la cui frequenza si moltiplica.Nel riportare le sue esperienze, sempre in Tv, lo psichiatra ha riferito che la sua clinica a Nauru ha trattato 150 persone nei primi quattro mesi e che i problemi si sono aggravati con il tempo. Dormaar, che si è dimesso per protesta, ha sfidato le autorità registrando video dei suoi pazienti per documentare la loro disperazione nella remota isoletta. A Nauru restano 450 detenuti, di cui oltre 100 minorenni.Il ministro dell'Immigrazione Philip Ruddock ha assicurato oggi che il suo dipartimento investigherà le asserzioni contro i gestori del centro di Woomera, ma i partiti di opposizione, spalleggiati dal Collegio degli psichiatri e dalle organizzazioni per i diritti umani, chiedono un'inchiesta giudiziaria, esterna al dipartimento. Secondo la presidente dell'Associazione australiana per le Nazioni unite, Margaret Reynolds, "le immagini strazianti viste in Tv, combinate con le franche dichiarazioni dell'ex personale di Woomera...impongono una commissione giudiziaria sulle relazioni fra il governo federale e il suo appaltatore privato, Acm". Il leader laburista Simon Crean ha chiesto piena luce sulle asserzioni secondo cui la Australian Correctional Management (Acm), che gestiva Woomera, abbia frodato il governo sul numero di dipendenti e altre voci. "Il governo deve rendere pubblici tutti i libri", ha affermato. (ANSA)

18. IMMIGRAZIONE: Italia lavorera' per accordo UE-Russia sottosegretario d'ali al vertice Atene, priorita' semestre (ANSA) - ROMA, 20 MAG - L'Italia si impegnerà durante il suo turno di presidenza europea affinché si arrivi ad un accordo tra Ue e Russia sull'immigrazione clandestina e la riammissione nei paesi d'origine degli immigrati. Ad Atene per la Troika dei ministri di Giustizia e Affari interni dell'Unione con la Russia, il sottosegretario all'Interno Antonio D'Alì, ha rilanciato uno delle priorità dell'Italia per i sei mesi in cui guiderà l'Europa.Sul tavolo, la delegazione italiana - oltre a D'Alì era presente per il ministero dell'Interno il Prefetto Giuseppe Fera, vice direttore generale del dipartimento di Polizia e direttore centrale della Polizia criminale - ha posto diversi temi, legati in particolare all'immigrazione clandestina, alla riammissione e alla gestione delle frontiere. In quest'ottica la Russia rappresenta per l'Italia, e per l'Unione Europea, un partner fondamentale con cui stabilire una cooperazione. E, considerando che con l'allargamento dell'Ue verso est la Russia rappresenta di fatto la frontiera 'esterna' della comunità, questa cooperazione sarà appunto un "elemento prioritario" nel semestre italiano di presidenza nel settore Gai per combattere crimine transazionale e traffico di esseri umani.Nel frattempo l'Italia continuerà ad attuare il Piano d'Azione, approvato nel 2000, per combattere la criminalità organizzata, "dando il massimo appoggio alle misure che verranno adottate ed ogni possibile supporto alla strategia a medio termine della Federazione russa per sviluppare la cooperazione con l'Ue nel settore"."Abbiamo ribadito l'interesse italiano a portare avanti un accordo UE-Russia. - ha detto d'Alì - Tale accordo sarebbe un efficace strumento nella gestione del fenomeno migratorio e la Russia, che non è all'avanguardia per quanto concerne le misure di contrasto al traffico di esseri umani, si è impegnata a mettere in campo la massima disponibilità e collaborazione per accrescere gli standard operativi nel settore". La presidenza italiana, ha aggiunto d'Alì, fornirà alla federazione "ogni sostegno possibile per farle ottenere la collaborazione dei paesi vicini, soprattutto nel contrasto dei traffici di esseri umani e di sostanze stupefacenti". Importante, infine, anche la "formazione comune per quanto riguarda il controllo delle frontiere e il trattamento dei documenti, in base all'ultimo incontro dei ministri dell'interno del G8 tenutosi a Parigi". "I colleghi russi - ha concluso il sottosegretario - ci hanno anche ribadito l'ottima sinergia con gli ufficiali di collegamento italiani e l'auspicio è che questi ultimi possano affermare un livello operativo sempre più efficace".(ANSA).

19. ELEZIONI: stranieri vogliono votare, ricorso in tribunale procedura d'urgenza a Roma per bloccare le provinciali (ANSA) - ROMA, 20 MAG - Si discuterà domani mattina davanti alla seconda sezione del tribunale civile della capitale il ricorso presentato con procedura d'urgenza in cui si chiede al ministero dell'Interno che vengano sospese le elezioni provinciali affinché sia consentito di votare ai cittadini extracomunitari residenti nella provincia di Roma e con regolare attività lavorativa.Il ricorso è stato presentato da Score Italy, l'organizzazione, presieduta da Dacia Valent, che rappresenta circa 70 mila cittadini appartenenti alle minoranze etniche in Italia.L'udienza è fissata per le 11:40 davanti al giudice Meloni. Nel ricorso si fa riferimento sia alle convenzioni di Strasburgo e di New York, sia alla legge Bossi-Fini. Non è escluso che il giudice prima di prendere una decisione si riservi.Dovrebbe essere fissata intanto anche l'udienza relativa al ricorso di un cittadino del Bengladesh, Abul Kader, che risiede a Roma da circa dieci anni, con regolare permesso di soggiorno ed un'avviata attività commerciale. E questa è la prima volta che in Italia un cittadino straniero si rivolge alla magistratura per vedersi riconosciuto il diritto di voto. Per il 22 maggio un ricorso simile è stato fissato al tribunale di Vicenza. (ANSA).

20. DIRITTI – L'associazione popoli minacciati: ''Atti di cannibalismo in Congo. Subito l'invio dei Caschi blu'' (Redattore sociale) 20/05/2003 BOLZANO - L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha chiesto all'Ue di mettere immediatamente a disposizione un contingente di pace che favorisca l'invio dei caschi blu nella regione orientale della Repubblica Democratica del Congo. In seguito alle ultime accuse di cannibalismo delle milizie che operano nella regione orientale del Congo, l'APM, ha chiesto all'UE di reagire in modo concreto. “Le semplici parole di condanna per gli assassini non bastano – afferma Apm -, e soprattutto non impressionano né le milizie né chi le sostiene in Rwanda ed in Uganda! Se da un lato i ministri della Difesa europei hanno reagito in modo positivo alla possibilità di inviare un contingente di pace in Congo, dall'altro lato non hanno di fatto preso nessuna decisione concreta”. L'Apm si è anche rivolta direttamente a Javier Solana, coordinatore della Politica estera dell'UE, affinché venga fatta pressione sul Rwanda che finora ha negato il proprio "sì" a un intervento di pace internazionale. “Il contingente di pace dell'ONU dovrebbe inoltre avere un chiaro mandato per la protezione della popolazione civile”.Precisa l’associazione per i popoli minacciati: “La scorsa settimana alcuni rappresentanti della chiesa locale e uno studente di medicina hanno raccontato di cadaveri nelle strade di Bunia (Provincia di Ituri) a cui mancavano degli organi. A quanto pare, ai moribondi sono stati strappati cuore e/o fegato. Almeno 160 persone sono morte a Bunia a causa degli aspri conflitti tra gli appartenenti ai gruppi etnici Hema e Lendu. Le accuse di cannibalismo erano state sollevate già in seguito al massacro del 3 aprile 2003 a Drodro, in cui morirono più di 300 persone. Anche i rappresentanti dei pigmei avevano riportato in modo credibile che membri del loro popolo erano stati vittime del cannibalismo di bande armate”.”Il Rwanda e l'Uganda stanno sfruttando molto abilmente le tensioni etniche in Congo per assicurarsi una posizione di potere nel Congo orientale. Le milizie sostenute da questi due paesi vicini del Congo vogliono conquistare il controllo sulle importanti risorse naturali nelle regioni orientali del paese. Le violazioni dei diritti umani a danno della popolazione civile sono massicce: arruolamento forzato di bambini soldato, saccheggi, pulizie etniche e violenze sessuali sono all'ordine del giorno. Solamente negli ultimi giorni 20.000 persone sono scappate verso l'Uganda”.

 

La rassegna stampa può essere consultata anche sul sito www.immagineimmigratitalia.it - (Sito Web realizzato nell'ambito del Progetto "Immagine degli immigrati in Italia tra media, Società civile e mondo del Lavoro")