APPELLO

 

 

 In caso di guerra all’Irak stime ONU indicano che solo da quel Paese usciranno 600.000 profughi. Altre stime precisano che dall’intera area coinvolta usciranno oltre 2 milioni di profughi. Ebbene, è fin troppo facile prevedere che molti sbarcheranno in Italia.

    Gli uomini in fuga dalle zone di guerra cercheranno disperatamente in altre aree, in altri Paesi, nel nostro Paese, la pace perduta. Cercheranno nuovi affetti, casa, lavoro,

ma nessun Paese, per quanto ospitale esso sia, potrà rimarginare le ferite inflitte.

     Ogni guerra è la negazione della nostra umanità, della realizzazione dell’uomo secondo il progetto di Dio. Ma oggi la guerra moderna nella sua terribile potenza devastante e invasiva di tutta la creazione si dispiega come una drammatica manifestazione demoniaca.

     La guerra non è mai portatrice di giustizia. Né verso i popoli afflitti dalle tirannie, né verso le vittime del terrorismo, né tanto meno verso le popolazioni affamate.

     Per liberare i popoli dalle tirannie, per sradicare il terrorismo, per dare cibo agli affamati è necessario rispondere alla irrompente domanda di giustizia che attraversa il mondo, è necessario riconoscere che ogni Stato è in grave ritardo rispetto alle attuali esigenze di giustizia. Occorre modificare le politiche economiche e finanziarie verso i Paesi emergenti, occorre aumentare loro gli aiuti ed essere più ospitali verso chi chiede asilo, occorre cessare ogni commercio delle armi con gli stessi tiranni affamatori dei loro popoli.

     Se non si lavora per una nuova giustizia nel mondo non c’è possibilità di pace, perché il nome pace, shalom, vuol dire giustizia, vuol dire libertà, vuol dire amore, vuol dire tranquillità, vuol dire ordine, vuol dire fedeltà, vuol dire tutto.

     Quali organizzazioni impegnate quotidianamente nell’assistenza ai profughi, in queste ore terribili, a difesa degli immigrati di oggi e di domani, vogliamo dire alto e forte il nostro no alla guerra.

     Chiediamo che il Governo italiano si attivi per evitare il conflitto, impiegando instancabilmente ogni strumento di pace. Chiediamo che l’Italia si presenti in tutte le sedi internazionali come un Paese costruttore di pace.

 

ACSE,……….,……….., ………………,