Appello dei e delle migranti/e Di Roma contro la guerra

 

 

Gli Stati Uniti di Bush, spalleggiati da governi alleati, tra cui quello italiano, hanno sferrrato l’attacco all’Iraq, un'aggressione che mieterà vittime tra la popolazione di questo paese. Attraverso l’uso strumentale dei mass media, della  invenzione della “guerra preventiva” e  con la scusa della lotta al terrorismo hanno legittimato questa aggressione e legittimano qualsiasi intervento vogliano attuare in qualsiasi altro paese del mondo, senza preoccuparsi che questo loro agire neghi il diritto internazionale e il ruolo delle Nazioni Unite.

Noi, cittadini e cittadine migranti di Roma , siamo consapevoli che affermare il diritto degli uomini e delle donne alla convivenza pacifica significhi affermare il diritto allo sviluppo, a regole internazionali giuste e certe che siano il risultato di un cambiamento sostanziale nella direzione dellle relazioni internazionali. Relazioni  che, ancora oggi,  sono regolate dalla legge del più forte esercitata dagli USA e dai loro alleati. Questa guerra aumenterà le difficoltà per convivenza anche in Italia e farà crescere a dismisura l’odio e le reazioni violente per spirito di rivalsa sull’occidente ricco e potente che perde, anche davanti ai nostri occhi, la credibilità del suo intero sistema di valori.

Noi migranti/e di Roma  crediamo, invece, che la convivenza pacifica sia una scelta obbligata per la democrazia, per le libertà di pensiero e di espressione, per l’uguaglianza degli uomini e delle donne, per la partecipazione alla vita politica e che sia attuabile attraverso il diritto di cittadinanza, il diritto al lavoro, i diritti sociali e i diritti politici per tutti gli uomini e per tutte le donne.  Ci battiamo contro la divisione del mondo in “buoni” e “cattivi”, che alimenta il razzismo e promuove la violenza, anche nelle città italiane ed europee, contro i migranti perché rappresentanti di quel male contro il quale l’occidente sta scagliando tutta la sua potenza. Pensiamo si debba fermare il razzismo contro l’arabo, lo straniero, l’islamico che si è scatenata dopo i tragici eventi dell’11 settembre e che ha prodotto in Europa un peggioramento della democrazia, creando un apparato legislativo repressivo, come la legge Bossi-Fini in Italia, ed una campagna parallela di informazione il cui risultato è stato la diminuzione degli spazi di libertà per i cittadini migranti.

La guerra è lo strumento di dominazione con cui i popoli sono colonizzati e spogliati dalla propria dignità, è fonte di profonde ingiustizie, normalizza la violazione di diritti fondamentali ed impedisce l’emancipazione delle donne e degli uomini grazie a sistemi di controllo sociali antidemocratici, decreta la fame, le malattie, il degrado nei popoli che la soffrono.

La guerra con la giustificazione di promuovere il diritto alla sicurezza mette in discussione la sicurezza dei diritti di tutti.

Questa guerra, come tutte le guerre condotte dai “potenti”, è anche per il dominio del mondo e delle sue risorse.

Per queste ragioni chiediamo a tutti cittadini e le cittadine immigrati di partecipare alla lotta per la pace mondiale, per il diritto all’autodeterminazione dei popoli, per il rispetto del diritto internazionale, e di partecipare alla manifestazione di sdegno contro la guerra all’Iraq e a tutte le guerre presenti nel mondo che creano vittime nei popoli costringendo anche ad emigrare e ad essere sfruttati e vittime della tratta delle persone. Crediamo sia compito di ciascuno di noi tenere alta e chiara l’opposizione nei confronti della guerra e di ogni tipo di violenza, di praticare una vita sociale aperta al dialogo, e alla solidarietà per ricercare ed esercitare modi collettivi di obiezione.

 

 

Primi firmatari: Pilar Saravia (Perou), Hamadi Oueslati (Tunisia), Andres Barreto (Venezuela), Rosa Mendes (Brazil), Edgar Galiano (Equador), Sami Haddad (Siria), Vladimir Koustours (Albania), Mikhail Zakaramu (Moldavia), Ustas Sokhna(Senegal), Mandou Francio (Pakistan).