17 marzo 2003 AGRIGENTO Pagina 46
  
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Lampedusa.   Un ´cimiteroª di extracomunitari in alto mare a 40 miglia dalle isole Pelagie
Scheletro nella rete di un peschereccio

Lampedusa.  In alto mare, a quaranta miglia a sud delle isole Pelagie, c'Ë un cimitero nel quale, in superficie o sul fondale, si trovano cadaveri in decomposizione o scheletri. L'ennesima conferma di questo inquietante scenario Ë giunta all'alba di ieri. L'equipaggio del peschereccio di Mazara del Vallo ´Esagoª, ha infatti ´pescatoª uno scheletro umano, incagliatosi nella rete calata in mare dai pescatori alcune ore prima. L'equipaggio mazarese ha immediatamente allertato la Capitaneria di porto di Lampedusa, comunicando che avrebbe fatto scalo sull'isola per consegnare i poveri resti di qualche disperato, caduto in mare chissý quando, durante uno dei tanti viaggi della speranza finito in tragedia.
Giunti a Lampedusa, i marittimi mazaresi hanno consegnato lo scheletro alle autoritý locali, le quali hanno informato la Procura della Repubblica di Agrigento. Si tratta di un atto dovuto al quale nelle prossime ore non verrý comunque dato alcun seguito, in quanto sulle ossa rinvenute non Ë possivile effettuare alcun accertamento scientifico per valutare le cause della morte e l'identitý della persona deceduta in circostanze tanto atroci. Quasi certamente giý nella giornata di oggi, i poveri resti verranno tumulati nel cimitero isolano, accanto ai loculi di altri extracomunitari che hanno trovato la morte nel Canale di Sicilia. Quello effettuato all'alba di ieri Ë il quarto rinvenimento di resti umani in poco pi˜ di un mese. A distanza di pochi giorni nelle reti di pescherecchi sempre appartenenti alla marineria di Mazara del Vallo sono finiti tre cadaveri di immigrati clandestini in avanzato stato di decomposizione e sempre nello stesso tratto di mare, a quaranta miglia a sud da Lampedusa. Segno che da quelle parti c'Ë stato un naufragio del quale nessuno ha saputo nulla, causando la morte di chissý quanti disperati, in cerca di fortuna e in fuga da guerre e carestia. A margine di questa triste storia, c'Ë la vicenda di pescatori mazaresi dell'Esago. Quando un anno fa si dovevano trasferire da Lampedusa a Porto Empedocle dodici salme di extracomunitari colati a picco la notte del sette marzo, le autoritý marittime chiesero al comandante del natante di caricarne alcune a bordo. A dodici mesi di distanza, i pescatori mazaresi hanno rivissuto quei tristi momenti che speravano di non rivevere pi˜, durante il loro lavoro nel cimitero del Canale di Sicilia.
Francesco Di Mare

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