Rassegna stampa

Venerdì 21 marzo 2003

 

 

1. PACE - L'UNICEF resta vicina ai bambini iracheni: 2 camion di generi alimentari tenteranno di raggiungere Baghdad (Redattore Sociale)

2. RAZZISMO - Giornata mondiale per l'eliminazione della discriminazione. Ruolo e funzioni della Commissione ONU (Redattore Sociale)

3. PACE - Dalla campagna sul diritto d’asilo le richieste ai governi in caso di ''catastrofe umanitaria'' 21/03/2003 (Redattore Sociale)

4. LAVORATORI STRANIERI in fuga dal Kuwait (MISNA)

5. PACE - L'ufficio kurdo in Italia: ''Oltre alle sofferenze, rischio di criminalizzazione per i profughi'' (Redattore Sociale)

6. IRAQ: Sbarcati 170 profughi clandestini a Lampedusa (ANSA)

7. DIRITTI - La popolazione cecena si esprime sull'adozione di una nuova costituzione: ''referendum criminale'' (Redattore Sociale)

8. MINORI STRANIERI: Sono oltre settemila quelli non accompagnati in Italia (Stranieri in Italia)

9. IMMIGRAZIONE - Ricongiungimento familiare per le due mogli di un marocchino. Il giudice: ''Non è una legittimazione della bigamia'' (Redattore Sociale)

10. SOS SCHEDE TELEFONICHE! Una campagna di Stranieri in Italia per difendere i vostri diritti (Stranieri in Italia)

11. ITALIANI ALL'ESTERO: Per loro nasce Italia TV, un Web-Channel (AGI)

12. Anche in Laguna le prime ESPULSIONI "DA BOLLINO ROSSO". Intanto, la regolarizzazione arranca, ed è sempre più difficile rinnovare un permesso di soggiorno. (Stranieri in Italia)

13. PROSTITUZIONE: Bologna, GDF blocca racket ragazze rumene. Sul marciapiede anche alcune minorenni (ADNKRONOS)

14. EMIGRATI: FAES, raccolta fondi per sardi paesi in crisi (AGI)

15. PARMA: i tempi per la regolarizzazione sono sempre più veloci. Il prefetto: "Entro la fine dell'estate evase tutte le pratiche" (Stranieri in Italia)

16. EMIGRAZIONE: Provincia Isernia organizza 'Argentina Day' (ADNKRONOS)

17.  IMMIGRAZIONE - Festeggia un anno il progetto ''InContro'': nel 2002 accolti 18 donne e 12 bambini e adolescenti (Redattore Sociale)

18. CASA: Senzatetto dormono accanto al municipio di Padova (ANSA)

19. IRAQ: Turco a Bossi, guerra ingiusta, accoglieremo i profughi (ANSA)

20. IRAQ: Bossi, i profughi restino a casa loro, non li vogliamo (AGI)

 

1. PACE - L'UNICEF resta vicina ai bambini iracheni: 2 camion di generi alimentari tenteranno di raggiungere Baghdad (Redattore Sociale) ROMA, 21/03/2003  - Nonostante i bombardamenti sulla capitale irachena, l'UNICEF fa sapere che tenterà di distribuire generi alimentari di prima necessità per quasi 800 bambini iracheni di 4 istituti d’accoglienza di Baghdad con due camion. I bambini che beneficeranno della distribuzione alimentare sono soprattutto orfani, piccoli con gravi problemi di disagio sociale, bambini abbandonati o affetti da ritardo mentale. La maggior parte dei bambini accolti negli istituti della capitale e nel resto del paese sopravvivono solo grazie ad aiuti esterni. “Quando i funzionari UNICEF hanno contattato il personale degli istituti”, ha dichiarato Carel De Rooy, il Rappresentate UNICEF che coordina le operazioni d’emergenza, “è apparso subito chiaro che era necessario un intervento immediato. Questi istituti non hanno risorse sufficienti per fronteggiare l’emergenza. Almeno altri due centri d’accoglienza simili, negli immediati dintorni della città, necessitano di aiuto immediato: sfortunatamente”, ha proseguito il Rappresentante UNICEF, “non saremo in grado di raggiungerli entro oggi. Se le condizioni di sicurezza lo permetteranno, il nostro personale cercherà comunque di raggiungerli al più presto”. In Iraq rimangono operativi circa 160 funzionari nazionali dell’UNICEF, che - nonostante le difficoltà del momento e le precarie condizioni di sicurezza - portano avanti interventi d’emergenza. Durante la guerra del 1991, molti bambini accolti in istituto morirono per mancanza di cure e alimentazione di base: per scongiurare il ripetersi di una tale tragedia, l’UNICEF ha acquistato e immagazzinato generi alimentari di base, da utilizzare per sostenere gli istituti che versano nelle condizioni più critiche. L'UNICEF Italia chiede il sostegno di tutti gli italiani per salvare la vita dei bambini iracheni. Per contribuire: c/c postale 745.000, c/c bancario 894.000/01, Intesa BCI ag.11 Roma, ABI 03069 CAB 05063, intestati a UNICEF-Italia, causale "per i bambini iracheni”, o con carte di credito, telefonando al numero verde 800.745.000.

2. RAZZISMO - Giornata mondiale per l'eliminazione della discriminazione. Ruolo e funzioni della Commissione ONU (Redattore Sociale) ROMA, 21/03/2003  - In occasione della odierna Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Discriminazione razziale, il Centro d’Informazione delle Nazioni Unite - Italia e la Casa Diritti Sociali-Focus hanno promosso ieri un convegno, durante il quale è stata distribuita ai partecipanti la versione italiana (curata da CdS) della Dichiarazione e il Programma di azione adottati alla Conferenza Mondiale svoltasi nel 2001 a Durban contro il Razzismo, la Discriminazione Razziale, la Xenofobia e la Relativa Intolleranza. La Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani “è il forum più importante del mondo riguardo ai diritti umani - ha ricordato Manfred Bergmann, di Cds-Focus -. Costituita nel 1946, le sue funzioni si sono estese nel tempo per meglio rispondere alla vasta gamma di problemi riguardanti i diritti umani”. La Commissione continua a stabilire “standard per governare la condotta degli Stati, ma agisce anche come una tribuna dove i piccoli e grandi paesi, i gruppi non-governativi e i difensori dei diritti umani da tutto il mondo possono dare voce alle loro preoccupazioni”, ha precisato Bergmann. Oggi 38 differenti procedure investigano abusi che avvengono nel mondo; si possono consultare le documentazioni illustrate da diversi esperti sul sito Internet www.unhchr.ch. La Commissione è composta da 53 Stati e si incontra annualmente a Ginevra in marzo e aprile per 6 settimane; gli Stati e le Ong producono informazioni di interesse per questi, mentre spesso i governi forniscono risposte. “Alla luce dell’esame di tali situazioni, possono essere designati gli esperti o coloro che sono incaricati di appurare i fatti, e organizzate visite sul luogo - ha spiegato -. La Commissione può seguire la discussione con i governi interessati, fornire servizi di tutela e condannare violazioni e violatori”. Inoltre la Commissione si può incontrare tra le sessioni annuali per affrontare situazioni urgenti riguardanti i diritti umani; queste Sessioni, dette speciali, si sono svolte sinora solo 5 volte: 2 durante le crisi del 1992 nell’ex-Yugoslavia, una nel 1994 circa le atrocità nel Ruanda, nel 1999 per Timor Est e infine nel 2000, sulle violazioni dei diritti umani dei palestinesi da parte di Israele. Il/la Chairperson viene scelto a turno ogni anno tra le cinque aggregazioni regionali delle Nazioni Unite: Africa, Asia, America Latina e i Caraibi, Europa dell’Est e il gruppo occidentale. Ognuno può portare un problema di Diritti Umani all’attenzione delle Nazioni Unite, e migliaia lo fanno ogni anno; attraverso gli “individual complaints” gli standard apparentemente astratti degli impegni in materia di diritti umani acquisiscono particolare significato. La Commissione gioca un ruolo particolare in questo processo. Nel 1970, le Nazioni Unite hanno adottato una procedura per autorizzare la Commissione a trattare le comunicazioni di individui che si riferiscono a violazioni di diritti umani e libertà fondamentali. La procedura “1503” chiamata così dal nome della risoluzione che l’ha costituita, abilita la Commissione ad esaminare “complaints” che mostrino di svelare “consistenti e sufficientemente attestabili violazioni dei diritti umani” ricevuti da individui o ong. Quando un gran numero di casi individuali da un particolare paese sembrano mostrare un abuso evidente, la Commissione può decidere di esaminare la situazione in quel paese; finora sono stati esaminati 83 paesi secondo la procedura 1503; la lista completa dei paesi scrutinati è reperibile all’indirizzo web www.unhchr.ch/html/menu/8/stat1.

3. PACE - Dalla campagna sul diritto d’asilo le richieste ai governi in caso di ''catastrofe umanitaria'' 21/03/2003 (Redattore Sociale) ROMA - Amnesty International, Medici senza frontiere e Ics-Consorzio italiano di solidarietà lanciano un appello per la protezione umanitaria alle vittime di guerra. “Come confermato da tutte le organizzazioni di tutela dei diritti umani e di assistenza ai rifugiati e alle vittime di guerra, e prioritariamente dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e dalla Croce Rossa internazionale, la guerra scatenata contro l'Iraq è in grado di provocare una ‘catastrofe umanitaria’ - scrivono le organizzazioni, promotrici della campagna sul diritto d’asilo -, con una previsione di sfollati e profughi pari a centinaia di migliaia di persone in fuga dal solo territorio iracheno, senza dimenticare gli effetti a catena che si scateneranno nell'intera area”. Anche se la maggior parte dell'esodo dall'Iraq si riverserà sui Paesi vicini, “segnatamente Iran, Turchia e Giordania”, è prevedibile che “parte di tale esodo si dirigerà verso l'Europa, quindi anche verso l'Italia. Il nostro paese, anzi, potrebbe rappresentare per la sua posizione geografica il principale punto di ingresso, insieme alla Grecia, nell'Unione europea”. Inoltre l'esodo verso Occidente potrebbe coinvolgere anche i kurdi della Turchia, soprattutto se in quel paese aumenterà la tensione interna. Gianfranco Schiavone di Ics ricorda che “nel territorio del Kurdistan turco è stato proclamato lo stato di emergenza e che recentemente il partito dell'Haped, uno dei maggiori partiti politici kurdi, è stato dichiarato fuori legge dalla magistratura turca”. L'esodo verso l'Europa e l'Italia “non necessariamente avverrà in tempi brevi - fanno notare le associazioni -. La situazione di guerra aperta e le distanze geografiche potrebbero, in una prima fase, rallentare gli spostamenti di popolazione”. La fuga potrebbe quindi dilatarsi nel tempo e investire i nostri paesi “con un flusso continuo anche se non subito drammaticamente visibile”. In ogni caso negli ultimi mesi si è registrato un “forte aumento di arrivi in Europa e in Italia, di cittadini iracheni e di kurdi provenienti sia dalla Turchia che dall'Iraq”. L'Italia “deve fare la sua parte per garantire la massima assistenza umanitaria alla popolazione civile irachena, stremata da 30 anni di repressione brutale e da 12 anni di sanzioni economiche, vittima di un conflitto che non ha in alcun modo contribuito a provocare - prosegue l’appello -. Questa assistenza dovrà concretizzarsi nella richiesta agli Stati confinanti con l'Iraq di tenere aperte le frontiere, nell'aiuto a questi ultimi affinché siano in grado di accogliere i rifugiati e in misure immediate di assistenza alle vittime della guerra che arriveranno ai nostri confini”, ha dichiarato Marco Bertotto di Amnesty International. Quindi le associazioni si appellano a Governo e Parlamento affinché siano adottate misure urgenti, chiedendo che vengano emessi gli atti legislativi e amministrativi previsti dalla legislazione vigente, perché “per tutta la durata del conflitto e del dopoguerra in Iraq sia attribuito a tutti i cittadini iracheni in fuga dal Paese un permesso di soggiorno temporaneo e rinnovabile per motivi di protezione umanitaria, abilitante al lavoro e al ricongiungimento familiare, senza pregiudizio per l'eventuale richiesta di asilo politico in Italia o in altri paesi”. Inoltre si chiede che un analogo permesso sia riconosciuto ai cittadini di etnia kurda provenienti da altri paesi dell'area, e in particolare dalla Turchia, “nonché a coloro che, venendo dai paesi coinvolti nel teatro di guerra, si dichiarino obiettori o renitenti alla leva, in analogia con quanto avvenuto durante il confitto nei territori della ex Jugoslavia. Inoltre le 3 organizzazioni auspicano che “vengano impartite istruzioni alle autorità consolari italiane in Iran, Giordania, Siria e Turchia, affinché in via eccezionale si prendano in esame ‘in loco’ con procedura d'urgenza eventuali richieste di protezione umanitaria e/o di asilo politico, nonché di ricongiungimento familiare, con persone che abbiano richiesto o ottenuto in Italia l'asilo politico, attribuendo agli interessati, se del caso, un visto temporaneo per l'ingresso in Italia”. Infine si domanda che venga attuato “immediatamente” un piano nazionale di emergenza per l'accoglienza dei profughi dalla guerra “e sia istituito un tavolo di coordinamento degli interventi tra le istituzioni e gli enti e gli organismi umanitari maggiormente rappresentativi”. Ferma restando “la necessaria condivisione europea e quindi la necessità di distribuire l'accoglienza nei vari paesi in base a criteri di unità familiare e coesione comunitaria, anche in deroga alle norme generalmente valide sulla scelta del paese d'asilo”, nell'attuazione del piano nazionale di accoglienza “andrà evitato il più possibile il ricorso all'utilizzo di grandi strutture demaniali, privilegiando le forme di accoglienza diffusa, coinvolgendo gli enti locali e l'associazionismo attraverso una possibile estensione dell'esperienza positiva del Programma Nazionale Asilo (PNA)”.

4. LAVORATORI STRANIERI in fuga dal Kuwait (MISNA) – IRAQ, 21/03/2003, 0:31 - Migliaia di immigrati asiatici hanno affollato ieri gli aeroporti del Kuwait cercando di lasciare il Paese. Indiani, pakistani, bangladesi, tailandesi e filippini hanno fatto la fila ai ‘check in’ fin dalle prime ore dell’alba, terrorizzati dalle notizie del lancio di missili iracheni in Kuwait in risposta all’attacco americano. Alcuni lavoratori tornano in patria dopo decenni di lontananza richiamati dai parenti preoccupati, altri vengono incoraggiati a lasciare il Paese dalle stesse aziende per cui lavorano. E c’è anche chi, invece, non può andarsene pur se vorrebbe: il datore di lavoro, come di solito accade negli emirati arabi, gli ha sequestrato il passaporto al momento dell’assunzione. La Thailandia ha organizzato un volo speciale per i connazionali che vogliono rientrare. Si accingono a fare altrettanto Nepal e Pakistan. Nei giorni scorsi l’ambasciata filippina aveva annunciato l’allestimento di campi di assistenza al confine con l’Arabia Saudita per i suoi 60mila cittadini. I lavoratori stranieri, in prevalenza asiatici, ammontano a un terzo dei circa 2 milioni di abitanti del Kuwait. Non si ha notizia di simili esodi da altri Paesi del Golfo Persico.

5. PACE - L'ufficio kurdo in Italia: ''Oltre alle sofferenze, rischio di criminalizzazione per i profughi'' (Redattore Sociale) ROMA. 21/03/2003 - "Per la popolazione kurda alle sofferenze della guerra e dell'esodo rischia di aggiungersi la beffa della criminalizzazione". Lo afferma Mehmet Yuksel, di Uiki Onlus (Ufficio di informazione del Kurdistan in Italia), riferendosi a un articolo apparso due giorni fa su un noto quotidiano nazionale. "Non meglio identificate 'informative di servizi', e la semplice presenza di un gruppo islamista nell'area di Suleymaniye e Halabja, regione di provenienza di molti profughi kurdoirakeni, conducono oggi quotidiani affidabili" a titolare sul "rischio kamikaze fra i profughi kurdi" e su "kurdi addestrati da al Qaeda in Italia". Una simile campagna stampa - prosegue - "rischia di favorire il respingimento e l'internamento dei kurdi, anziché il loro doveroso riconoscimento e accoglienza come profughi e vittime di guerra. L'Ufficio di informazione del Kurdistan in Italia richiama la stampa italiana al dovere di una verifica delle fonti di informazione non 'gridata' ma attenta e responsabile - conclude Yuksel -, in una materia delicatissima che coinvolge il destino di centinaia di donne e uomini perseguitati".

6. IRAQ: Sbarcati 170 profughi clandestini a Lampedusa (ANSA) - AGRIGENTO, 21/03/2003, 09:49 - E' sbarcato poco prima delle 7 a Lampedusa il barcone di 12 metri con 170 clandestini, quasi tutti iracheni e pakistani. Era rimasto ieri senza carburante nel Canale di Sicilia e in nottata e' stato trainato da una motovedetta del reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza. Gli immigrati sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza gestito dalla confraternita Misericordia. Sono 165 uomini, una donna e 4 ragazzi tra i 14 e i 17 anni.

7. DIRITTI - La popolazione cecena si esprime sull'adozione di una nuova costituzione: ''referendum criminale'' (Redattore Sociale) MILANO, 21/03/2003 - Il 23 marzo in Cecenia si vota un "referendum criminale": è così che l'"Associazione per i popoli Minacciati" di Bolzano ha definito la consultazione elettorale che si svolgerà domenica prossima, quando la popolazione civile cecena sarà chiamata ad esprimersi sull'adozione di una nuova costituzione. Secondo l'Associazione per i popoli minacciati, se il testo proposto dal governo della Federazione Russa verrà approvato "i ceceni potranno seppellire ogni speranza di autonomia, perché in base alla proposta di costituzione il presidente ceceno potrà essere sollevato dal suo incarico dal presidente russo, e il parlamento russo potrà sciogliere il parlamento ceceno". La pesante denuncia dell'associazione prosegue affermando che "questo referendum è un'atroce presa in giro di tutti i modelli europei di autonomia e federalismo. In Cecenia la pace avrà una reale possibilità solo se sarà ritirato l'esercito russo, saranno disarmati i combattenti per la libertà ceceni, e saranno indette reali trattative di pace". Il referendum Ceceno è stato commentato anche in un articolo pubblicato quest'oggi sul quotidiano di Boston "Christian Science Monitor", ripreso sulle pagine web dell'agenzia ONU OCHA, che si occupa del coordinamento degli affari umanitari per conto delle Nazioni Unite. Anche nell'articolo del "Monitor" le posizioni critiche nei confronti del referendum vengono messe in evidenza segnalando che secondo gli attivisti per la difesa dei diritti umani è prematuro parlare di votazioni quando sul territorio ceceno è ancora presente una "truppa di occupazione di 80.000 unità" che "non riesce a portare la pace nella piccola repubblica". L'articolo prosegue affermando che i 537.000 votanti della Cecenia dovranno esprimersi su un testo che, pur offrendo alla cecenia una "ampia autonomia", chiude le porte all'indipendenza dichiarando che "il territorio della Repubblica Cecena è indivisibile ed è parte integrante del territorio della Federazione Russa". Sul "Christian Science Monitor" si parla anche di minacce da parte dei ribelli ceceni, che avrebbero annunciato delle azioni di attacco per compromettere le votazioni, e si segnalano le iniziative dei gruppi di attivisti russi che hanno lanciato un appello per rimandare le elezioni fino a quando il governo di Mosca non avrà interrotto le operazioni militari per intavolare degli accordi di pace.

8. MINORI STRANIERI: Sono oltre settemila quelli non accompagnati in Italia (Stranieri in Italia) - ROMA, 21/03/2003 - Al 31 dicembre scorso erano 7.093 i minori stranieri "non accompagnati" che risultavano presenti nel nostro paese. La cifra è stata ricordata oggi dal sottosegretario al Welfare, Grazia Sestini, nel rispondere in commissione Affari sociali della Camera, ad una interrogazione di Tiziana Valpiana (PRC). Per gran parte di questi minori, ha precisato Sestini, si sta ancora procedendo a una esatta identificazione, anche in collaborazione con le rappresentanze diplomatiche dei loro paesi d'origine. Dall'entrata in vigore della legge 189 del 30 luglio 2002, ha aggiunto il sottosegretario, il Comitato per i minori stranieri ha ricevuto circa 300 domande di permanenza e di integrazione nel nostro paese pervenute da parte dei servizi sociali dei Comuni; di queste 210 sono state accolte, mentre le altre saranno esaminate nelle prossime settimane. I permessi, ha ricordato infine Sestini, consentiranno ai giovani di rimanere in Italia, per motivi di studio o lavoro, anche dopo il compimento dei 18 anni.

9. IMMIGRAZIONE - Ricongiungimento familiare per le due mogli di un marocchino. Il giudice: ''Non è una legittimazione della bigamia'' (Redattore Sociale) BOLOGNA, 21/03/2003 - Lui ha 55 anni, è di origine marocchina, ha due mogli (ovviamente sposate in Maghreb). In tutto, ci sono sette figli: quattro avuti da una donna, tre dall’altra. La “confusione” comincia il 12 dicembre scorso, quando l’ambasciata italiana di Rabat, in Marocco, rifiuta un visto di ricongiungimento familiare richiesto dalla signora Lalama Fatima, con la seguente motivazione: a settembre, la Questura di Bologna aveva già rilasciato un nulla osta all’ingresso a favore del marito della signora, il quale risultava coniugato con un’altra cittadina marocchina. Quest’ultima, a sua volta, era già presente in Italia, motivo per cui si poteva verificare un caso di poligamia, in contrasto con la legge dello Stato italiano. Ma Darouach Jaouad, 23 anni, figlio di Lalama Fatima, con il sostegno della CISL Bologna, presenta ricorso al Tribunale. Il giovane, residente a Monzuno, ormai da diversi anni in Italia, nel giugno corso aveva ottenuto dalla Questura competente un regolare nulla osta per il ricongiungimento familiare, sia a favore della madre che della moglie, entrambe ancora in Marocco. Dunque? Autorizzare un visto di ingresso in Italia per “ricongiungimento familiare” alle due mogli di un cittadino marocchino non corrisponde a una legittimazione della bigamia, permessa nel paese del Magreb, ma di fatto è un reato per l’Italia. A meno che, a chiedere il ricongiungimento non sia il marito delle due donne e che queste, una volta arrivate in Italia, non chiedano entrambe l’estensione degli effetti civili del vincolo matrimoniale contratto in questo caso in Africa. E’ quanto ha stabilito il giudice unico del tribunale di Bologna, Alessandra Arceri, che ha accolto il ricorso presentato da Darouach Jaouad. Nell’udienza del 27 febbraio scorso, i legali del giovane, gli avvocati Pietro Chianese, Ercole Cavarretta e Luigi Melica, hanno ribadito che nel provvedimento di diniego dell’ambasciata “si ravvisava un eccesso di potere per violazione del T.U. sull’immigrazione per falso supposto, di fatto e di diritto”, evidenziando come la legge italiana vieti la bigamia solo per i matrimoni contratti nel nostro Paese. Quindi, se il padre di Jaouad si è sposato due volte in Marocco, questo non può rappresentare, in virtù del principio di territorialità della legge penale, un reato per l’Italia. E, hanno chiarito i legali, non esiste nel diritto italiano una legge che vieti a un uomo di vivere nello Stato in cui risiedono anche le due mogli, a maggior ragione se nessuna di loro ha intenzione di chiedere l’estensione degli effetti civili per entrambi i matrimoni. Il giudice Arceri ha dato ragione ai legali annullando il provvedimento dell’ambasciata e disponendo il rilascio del visto alla signora: appena sarà disponibile, Lalama Fatima potrà raggiungere il figlio. Una sentenza, questa, “destinata a fare giurisprudenza - ha sottolineato Fabrizio Ungarelli, responsabile delle politiche territoriali della Cisl - :si tratta di una delle prime pronunce dell’autorità giudiziaria sul tema dell’unità familiare di figli con genitori bigami”. Ungarelli ha poi ricordato l’alto numero di immigrati “che si sono rivolti a noi, chiedendo assistenza nei casi in cui hanno rilevato che interpretazioni ‘restrittive’ della legge Bossi - Fini erano lesive dei loro diritti”.

10. SOS SCHEDE TELEFONICHE! Una campagna di Stranieri in Italia per difendere i vostri diritti (Stranieri in Italia) – ROMA, 20/03/2003 - Contro gli "scatti fantasma", scatta la campagna di Stranieri in Italia! Non sono passati nemmeno due giorni dal nostro articolo sulle schede telefoniche internazionali e la redazione è già sommersa di segnalazioni. Tantissimi di voi si sono riconosciuti nella denuncia di Tidiane: minuti di conversazione spariti nel nulla, crediti esauriti all'improvviso, servizi clienti che non rispondono mai. Ci avete chiesto di fare qualcosa… eccoci! Su www.stranieriinitalia.it e su tutti i giornali etnici del nostro network dedicheremo d'ora in avanti uno spazio fisso alle vostre segnalazioni. Vogliamo dar voce a questa protesta, mettere insieme tutte le denunce e presentarle a chi può difendere i vostri diritti. Diteci quali sono le schede meno affidabili, quelle che non mantengono le promesse, quelle con le tariffe meno chiare. Passate parola, coinvolgete amici e conoscenti: noi ce la metteremo tutta, adesso tocca a voi!

11. ITALIANI ALL'ESTERO: Per loro nasce Italia TV, un Web-Channel (AGI) – ROMA, 20/03/2003 - Si chiama Italia TV ed é una testata telematica, un Web-Channel, tutto dedicato agli italiani all'estero. Avvalendosi di tutti i supporti della comunicazione oggi disponibili – videofilmati, contributi audio, testi e immagini - Italia TV conta su 11 corrispondenti dal mondo, e in particolare da Germania, Argentina, Svizzera, Francia, Brasile, Belgio, Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Venezuela e Australia. Fiore all'occhiello - é detto in un comunicato - sarà il videogiornale, il primo "videogiornale di ritorno", dal titolo "200 secondi - L'Italia in onda", un notiziario che si compone per la gran parte di notizie della comunità e che riserva sempre uno spazio alle novità che arrivano dal Ministero per gli Italiani nel mondo. Tra gli obiettivi, oltre a quello dell'informazione anche quello di agevolare l'aggregazione delle comunità di italiani nei vari continenti. La scelta di una testata telematica - dicono i suoi promotori in un comunicato - è avvenuta "nella convinzione che il Web sia il miglior strumento per realizzare gli obiettivi del progetto. Internet riduce le distanze facendo fluire informazioni in tempo reale da una parte all'altra del globo, e questo strumento offre possibilità di dialogo". Un'ulteriore novità è che Italia TV offrirà a tutti gli italiani nel mondo uno spazio in Internet e un indirizzo e-mail gratuito, facendo in modo che la testata telematica diventi una sorta di "casa elettronica" per chi è all'estero

12. Anche in Laguna le prime ESPULSIONI "DA BOLLINO ROSSO". Intanto, la regolarizzazione arranca, ed è sempre più difficile rinnovare un permesso di soggiorno. (Stranieri in Italia) – VENEZIA, 20/03/2003 - Dopo Milano, l'allarme espulsioni arriva anche a Venezia. In laguna sono arrivati i primi bollini rossi sulle domande di regolarizzazione respinte, subito trasformati dalle forze dell'ordine in accompagnamenti alla frontiera. Per ora le espulsioni sarebbero solo una decina, ma il precedente di Milano basta a mettere in allarme chi aspetta da mesi la convocazione. Anche perché la procedura non è diversa da quella applicata nel capoluogo lombardo: la notifica del respingimento della domanda ed il viaggio di ritorno a casa sono praticamente contemporanei, non c'è tempo per fare ricorso. Contro le espulsioni senza preavviso le comunità straniere stanno creando un fronte comune. Come spiega Marie Luise Niwemukobwa, Coordinamento immigrate veneziane, "venerdì incontreremo le altre comunità cittadine, dai senegalesi ai bangladesi ai tunisini per studiare assieme il testo dell'appello da inviare al governo Berlusconi e analizzare il problema delle espulsioni. Chiederemo un dialogo a tutti, prefettura e questura comprese, noi abbiamo la buona volontà di farlo". La situazione, già preoccupante di per sé, si intreccia poi con un'altra emergenza segnalata dalla Rete Antirazzista. Chi chiede il rinnovo del permesso di soggiorno alla Questura di Venezia, si imbarca in un'odissea che può durare anche più di un anno, e che ha un esito tutt'altro che prevedibile. Sembra infatti che dall'entrata in vigore della Bossi Fini la questura stia negando sempre più spesso il rinnovo del permesso di soggiorno, con motivazioni così dubbie da aver creato una valanga di ricorsi al TAR. Intanto, anche la regolarizzazione arranca, e potrebbe essere questa la ragione per cui i bollini rossi, finora, sono solo una decina. "Al ritmo con cui si procede -diceva ieri l'assessore alle Politiche sociali Giuseppe Caccia - le oltre 9.500 richieste di regolarizzazione di immigrati presentate nella provincia di Venezia saranno vagliate solo entro la primavera del prossimo anno". Chi contava sui rinforzi assunti dal governo rischia infine una grossa delusione. Sembra infatti che a Venezia, di interinali "salva-regolarizzazione", ne arriveranno soltanto tre!

13. PROSTITUZIONE: Bologna, GDF blocca racket ragazze rumene. Sul marciapiede anche alcune minorenni (ADNKRONOS) - BOLOGNA, 20/03/2003, 15:47 - Da circa un anno costringevano ragazze dell'Est, convinte a venire in Italia con il miraggio di un lavoro, a prostituirsi sui marciapiedi di Bologna. Tra loro c'erano anche delle minorenni. Ora, grazie all'intervento del Gruppo investigazioni criminalità organizzata (GICO) della Guardia di Finanza del Nucleo regionale di polizia tributaria dell'Emilia Romagna, i cinque sfruttatori sono finiti dietro le sbarre.

14. EMIGRATI: FAES, raccolta fondi per sardi paesi in crisi (AGI) – CAGLIARI, 20/03/2003 - Solidarietà per gli oltre 600.000 emigrati sardi sparsi nei cinque continenti. L'iniziativa e' della Federazione degli Emigrati sardi (FAES), in collaborazione con la Caritas Diocesana di Cagliari, che ha costituito un "Comitato di solidarietà per le emergenze dell'emigrazione e dell'immigrazione". L'obiettivo della nascente associazione no profit è raccogliere fondi da destinare a chi, per eventi eccezionali, si trovi in gravi difficoltà di tipo economico o di altro genere. In particolare, con il supporto della Regione, gli interventi saranno rivolti al sostegno e alla difesa dei diritti fondamentali dei singoli e delle famiglie anche attraverso l'organizzazione di attività di studio e analisi delle problematiche migratorie. "Lo scorso anno - ha ricordato l'Assessore regionale al Lavoro e all'Emigrazione Matteo Luridiana - la Regione ha stanziato più di un milione di Euro per affrontare l'emergenza della crisi in Argentina e migliorare la condizione di indigenza dei nostri emigrati". Una situazione complessa e difficile - e' stato sottolineato nella conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa - che coinvolge non solo i circa 30.000 sardi che vivono in Argentina, ma che investe anche quelli emigrati in tutti i Paesi del Sud America con redditi pro capite al di sotto della soglia di povertà. "Nell'iniziativa - ha spiegato la rappresentante della Caritas cittadina Mariuccia Cocco - verranno coinvolti quanti, privati e istituzioni pubbliche, si mostrino sensibili al problema, offrendo la possibilità di intraprendere un'attività organizzata, trasparente e senza scopo di lucro e, in quanto tale, più efficace di un'azione lasciata alla buona volontà e all'improvvisazione dei singoli". I contributi al Fondo di solidarietà verranno raccolti nel conto corrente n. 41985/9 del Banco di Sardegna, codice CAB 04800 e ABI 1015, intestato al Comitato di solidarietà Emigrazione e Immigrazione.

15. PARMA: I tempi per la regolarizzazione sono sempre più veloci. Il prefetto: "Entro la fine dell'estate evase tutte le pratiche" (Stranieri in Italia) – PARMA, 20/03/2003 - Qualcosa si muove Le operazioni di regolarizzazione hanno subito una brusca accelerazione: il regolarizzando che si presenta in prefettura deve aspettare non più di dieci minuti per ottenere l'agognato permesso di soggiorno. Era ora. A Parma la regolarizzazione procede sempre più speditamente: la percentuale di pratiche evase è decisamente alta. Quasi mille, infatti, gli extracomunitari già regolarizzati. Un numero raggiunto grazie ad una meticolosa organizzazione partita dalla creazione, proprio in prefettura, di due sportelli polifunzionali. Qui lavorano, ormai da settimane, rappresentanti dell'Ispettorato del lavoro, dell'INPS e dell'Agenzia delle entrate affiancati da una "squadra" di dieci funzionari e da tre giovani assunti a tempo determinato. Una "macchina" burocratica che viaggia a pieno regime. "Oggi riusciamo ad effettuare una media di circa cinquanta regolarizzazioni al giorno - dice il prefetto, Mario Licciardello - e pensiamo di migliorare ulteriormente. L'obiettivo che ci siamo dati è quello di completare l'esame delle oltre 5300 domande presentate a Parma e provincia entro la fine dell'estate". Se così fosse si tratterebbe di un recupero prodigioso dopo le difficoltà incontrate nel primo periodo. "Inizialmente l'iter seguito dalle domande - sottolinea il prefetto - poteva sembrare particolarmente complesso. La richiesta di regolarizzazione, infatti, viene inviata a Roma per un primo controllo e quindi rimandata alla prefettura della città dove risiede l'extracomunitario. Dopodiché la pratica passa all'Ufficio stranieri della Questura e, infine, arriva ancora a noi per il definitivo rilascio del permesso di soggiorno". Se tutto è in regola, l'extracomunitario viene convocato in prefettura insieme al datore di lavoro e in pochi minuti la pratica viene chiusa. A Milano e in altre città si sono però verificati casi di stranieri espulsi a seguito dei controlli legati proprio alla sanatoria. E a Parma? "Fino ad ora - dice ancora Licciardello - non ho avuto notizia di casi del genere. Anche perché in questa fase diamo la precedenza alle regolarizzazioni più "semplici". Quelle, invece, che presentano aspetti particolarmente problematici, vengono accantonate per un più approfondito esame". Come dire: cautela prima di prendere decisioni che, in questo campo, possono suonare davvero come una sentenza senza appello. A meno che durante i controlli non emergano situazioni di una certa gravità: "Se l'extracomunitario ha precedenti penali o procedimenti in corso, viene ovviamente espulso e la richiesta di regolarizzazione rigettata".

16. EMIGRAZIONE: Provincia Isernia organizza 'Argentina Day' (ADNKRONOS) - ISERNIA, 20/03/2003, 15:16 - La Provincia di Isernia ha organizzato per il 7 maggio prossimo 'L'Argentina Day', una giornata dedicata interamente all'emigrazione ed ai molisani che si sono trasferiti nel Paese sudamericano. Alla manifestazione, per la quale sono stati già stanziati 75 mila Euro, sono stati invitati ad aderire tutti i 52 paesi della provincia molisana.

17. IMMIGRAZIONE - Festeggia un anno il progetto ''InContro'': nel 2002 accolti 18 donne e 12 bambini e adolescenti (Redattore Sociale) NAPOLI, 19/03/2003 - Albania, Russia, Romania, Nigeria, Ucraina, Tunisia, Moldavia, Polonia e Sri Lanka: da questi Paesi provengono le diciotto donne e i dodici bambini e adolescenti accolti tra ottobre 2001 e dicembre 2002 dal progetto InContro, che il Comune di Napoli ha promosso e attivato attraverso la cooperativa sociale Dedalus e una rete di collaborazioni sul territorio, di cui fanno parte l'Asl Napoli 1, la Caritas diocesana di Napoli, il Consorzio di cooperative sociali Gesco, la Cooperativa sociale di mediatori e mediatrici culturali Casba, l'Opera Nomadi e l'Associazione di volontariato Priscilla. InContro, che festeggia oggi l'anno di attività con un seminario su Donne immigrate: percorsi di cittadinanza - Dall'accoglienza ai programmi individualizzati, ha la base operativa in una casa di accoglienza "per donne immigrate sole o con figli minori ed in condizioni di difficoltà": alla casa possono cioè rivolgersi donne sole con figli minori, donne in difficoltà economica, donne che hanno subito violenza, donne prostitute o prostituite, detenute soggette a particolari regimi di semilibertà, ex detenute. Il progetto ha lo scopo di sostenere le donne (e i loro figli) in percorsi di inserimento socio-economico e culturale, attraverso servizi di orientamento e di accompagnamento ai servizi, ma anche offrendo opportunità di formazione scolastica e professionale e supporto all'inserimento lavorativo. InContro si avvale di un'équipe stabile tutta al femminile, composta da una coordinatrice della casa, cinque mediatrici culturali straniere (una somala, una cinese, una albanese, una polacca, una etiope), un'operatrice araba esperta di immigrazione e con compiti di primo contatto con le utenti, e da un'operatrice per la cura della casa, dall'organizzazione delle pulizie agli approvvigionamenti. Le donne hanno potuto seguire, grazie all'attivazione della rete di collaborazioni territoriali, corsi di italiano per stranieri e laboratori di taglio e cucito e dieci di loro sono riuscite anche a trovare lavoro. Il progetto ha attivato percorsi di inserimento anche per i bambini, cercando di garantire ai più piccoli continui controlli pediatrici e un contatto costante con le loro madri e ai più grandi l'inserimento nelle scuole più vicine alla casa di accoglienza (che si trova a Piscinola). "L'intero progetto - spiega la sua coordinatrice, Gaetana Castellaccio della Cooperativa Dedalus - si è caratterizzato per la flessibilità e la capacità di rispondere ai bisogni reali delle donne e dei loro figli. Così, per ogni persona accolta sono stati realizzati programmi individualizzati condivisi dalla donna stessa, in modo da rispondere ai suoi bisogni e alle sue aspettative e da poter costruire, una volta superata la situazione di emergenza, reali percorsi di autonomia. A conclusione del primo anno di attività, il quadro che emerge è sicuramente positivo, poiché siamo riusciti a costruire una rete attiva di solidarietà ed importanti rapporti di socializzazione con il territorio e la comunità locale. Ora riteniamo importante realizzare ulteriori progressi, soprattutto sviluppando interventi più incisivi nel settore degli inserimenti lavorativi, cercando ancora di più il sostegno di aziende, associazioni di categoria e strutture pubbliche, ma anche opportunità come borse lavoro o tirocini lavorativi".

18. CASA: Senzatetto dormono accanto al municipio di Padova (ANSA) - PADOVA, 19/03/2003 - Una quindicina di famiglie senza abitazione si sono sistemate sotto il Municipio di Padova con 20 tende per protestare contro la politica della casa in città. A dare sostegno alle famiglie, tra le altre, le associazioni Razzismo Stop, Sportelli Invisibili, Ya Basta, il Comitato Inquilini e il Movimento per il Diritto alla casa, che sono intenzionate a passare la notte in tenda sotto il palazzo comunale. "Tra queste 15 famiglie - dice Max Gallob, del centro sociale "Pedro" - ci sono sia italiani che extracomunitari, che al momento sono costretti a vivere in macchina". Stamane le famiglie hanno avuto un incontro con l'amministrazione comunale, ma non hanno ottenuto risposte soddisfacenti. "Per questo - rileva ancora Gallob - se non avremo risposte in tempi brevi agiremo di conseguenza, magari andando a prenderci direttamente le case vuote che ci sono in città".

19. IRAQ: Turco a Bossi, guerra ingiusta, accoglieremo i profughi (ANSA) - ROMA, 19/03/2003 - "Il ministro Bossi alla vigilia di una drammatica guerra appoggiata dal suo governo si concede il lusso di dilungarsi in tragiche sciocchezze come quella che lui impedirà l'afflusso dei profughi. Si metta l'animo in pace! Purtroppo, come sempre è accaduto quando scoppia una guerra, tante persone, soprattutto donne e bambini, lasciano la loro terra per sfuggire alla morte". Lo afferma Livia Turco, responsabile Welfare della segreteria nazionale DS, commentando le dichiarazioni di Umberto Bossi. "Anche questa volta i profughi ci saranno - sostiene Livia Turco - e noi dovremo accoglierli. E il ministro Bossi si riconfermerà, come avvenne sulla sanatoria degli immigrati, il Don Chisciotte contro i mulini a vento: urla, ma profughi e immigrati arrivano". "Se vuole evitare l'afflusso dei profughi - prosegue l'ex ministro - prenda esempio dal governo D'Alema, che mobilitò volontari e forze dell'ordine per costruire in Albania campi di accoglienza e scuole, dando così accoglienza ai profughi kossovari". "Rassicuriamo il ministro Bossi - conclude Livia Turco - che noi faremo la nostra parte, faremo nostro l'appello delle Nazioni Unite e con la solidarietà degli italiani e accoglieremo anche questa volta chi fugge da una guerra ingiusta e disastrosa".

20. IRAQ: Bossi, i profughi restino a casa loro, non li vogliamo (AGI) - ROMA, 19/03/2003 - "Sia detto senza mezze misure: profughi noi non ne vogliamo". Lo afferma il leader della Lega, Umberto Bossi riferendosi alle masse di persone che potrebbero fuggire dall'Iraq in caso di guerra. A chi gli fa notare che potrebbero esserci un milione di profughi a causa del conflitto Bossi replica: "La nostra gente non li vuole i profughi, restino a casa loro". Il ministro per le Riforme aggiunge anche che a suo parere la guerra sarà breve: "Nel tempo in cui si fuma un toscano - afferma parlando con i giornalisti in Transatlantico alla Camera - la guerra è finita, a meno che Bush non si impantani e allora perde"