Rassegna Stampa


dal 7 al 10 ottobre 2003

 

 

1. IMMIGRAZIONE: Giovanardi, per il voto attiviamoci in Europa sono da sempre favorevole - lettera a premier, Fini, Frattini (ANSA)

2. MINORI - Dossier di Save The Children: 615mila i bambini e gli adolescenti che lavorano nei campi di cacao  (Redattore Sociale)

3. Campagna nazionale di Cgil Cisl e Uil per i diritti dei lavoratori immigrati. (migranews.org)

4. MINORI – Stranieri non accompagnati. Il caso del comune di Scurcola Marsicana che rischia il dissesto finanziario. (Redattore Sociale)

5. MINORI – Stranieri non accompagnati. Ragonesi (Anci): ''Siamo in assenza di una politica nazionale'' (Redattore Sociale)

6. MINORI – Stranieri non accompagnati, riunito un tavolo ad hoc. L'allarme dei Comuni: ''Fenomeno non governato''. (Redattore Sociale)

7. WELFARE – Finanziaria 2004. Le critiche degli assessori: reddito di ultima istanza, minori non accompagnati, assegni familiari (Redattore Sociale)

8. RIFUGIATI - Preoccupano l'Acnur le direttive europee da adottare durante la Presidenza italiana su asilo e rifugiati. (Redattore Sociale)

9. POVERTA' – Giornata mondiale dell'Alimentazione. La Fao: ''Un'alleanza contro la fame'' (Redattore Sociale)

10. AFRICA – Da Comboni all'arte: a Roma una mostra per dimostrare che l'Africa non è solo fame, malattia e guerre (Redattore Sociale)

11. IRAQ: riunione alla Farnesina sulla ricostruzione. (AGI)

12. CLANDESTINI: operazione «Bosforo» questura Trieste. (agi)

13. La Russa: "Sul voto agli stranieri potremmo decidere di votare per l'opposizione". (Stranierinitalia)

14. IMMIGRATI: Sindacati, proposta Fini e' da appoggiare. (AGI)

15. Per Berlusconi il voto agli immigrati "non è compreso nei piani del governo". An presenterà una proposta di legge costituzionale. (Stranierinitalia)

16. Immigrazione: Fassino, fare insieme legge non e' inciucio non significa andare poi ad accordi di governo, basta equivoci. (Ansa)

17. Immigrazione: Tremaglia, si'a voto ora che c'e' per emigrati 'Fini si e' svegliato. da sue parole emerge l'anima di An. (Ansa)

18. RIFUGIATI - Se l'Acnur incoraggia il reinsediamento, dopo l'11 settembre sono molti gli Stati ad aver introdotto norme restrittive sull'asilo (Redattore Sociale)

19. Rifugiati e richiedenti asilo. L’Acnur presenta i suoi dati. (Migranews.org)

20. IMMIGRAZIONE – Circolare del Ministero dell'Interno cambia l'attuazione della Bossi-Fini. Maggiore discrezionalità alle questure ( Redattore Sociale)

21. IMMIGRAZIONE – Nel 2004 gli immigrati a Milano saranno 300mila. I nuovi scenari secondo la questura. Gli arresti ingiusti e l’assenza di misure alternative (Redattore Sociale)

22. IMMIGRATI: Eurispes, 3 mln in Italia, 600mila i clandestini. (AGI)

23. IMMIGRAZIONE - Mutuo agli stranieri: in molti sognano di comprar casa. Ricerca della Fondazione Giordano dell'Amore. (Redattore Sociale)

24. Un progetto di microcredito sociale rivolto anche agli stranieri. (Migranews.org)

25. IMMIGRAZIONE - Ancora in calo gli studenti stranieri nelle università italiane: su 5.394 iscritti quest'anno, 3.228 provengono da paesi non comunitari. La denuncia dell'Ucsei. (Redattore Sociale)

26. IMMIGRAZIONE – Circa 600mila i clandestini in Italia. Fara (Eurispes): ''Meglio i porti di giorno che le spiagge di notte'' (Redattore Sociale)

27. MINORI - Preoccupano le condizioni di 1,2 miliardi di adolescenti: il 58% vive con meno di 2 dollari al giorno. L'allarme del Rapporto dell'Unfpa (Redattore Sociale)

28. BOSSI: voto a immigrati? Cosi' si va al voto anticipato interviste a Corriere della sera, Repubblica, Stampa, Padania (ANSA)

29. IMMIGRAZIONE: Maroni, voto? ci sono problemi piu' urgenti in base alla costituzione vota solo chi ha la cittadinanza (ANSA)

30. IMMIGRAZIONE: Mantovano, chi critica fini e' fermo al 2000 situazione molto cambiata, si sta uscendo da emergenza (ANSA)

31. MINORI – Secondo l'Oil sono 246milioni i bambini sfruttati sul lavoro, il 60% ha tra i 5 e i 14 anni. Primo congresso mondiale sul tema (Redattore Sociale)

32. IMMIGRAZIONE: CNEL, assicurare cittadinanza legale forum terzo settore, troppe difficolta' per ricongiungimenti (ANSA)

33. ECONOMIA – Rapporto Social Watch: 24 Stati africani lontani dalla media mondiale della speranza di vita; solo 4 su 157 paesi riescono a garantire l'accesso all'acqua (Redattore Sociale)

34. ECONOMIA - Un'economia mondiale alla rovescia, ''Hood Robin'', che toglie ai poveri per dare ai ricchi. Il rapporto 2003 di Social Watch, presentato oggi, analizza gli squilibri in circa 200 paesi (Redattore Sociale)

35. IMMIGRAZIONE - Ong europee chiedono al Parlamento di opporsi ad una direttiva contraria ai diritti degli stranieri (Redattore Sociale)

36. IMMIGRAZIONE: Fini, quote potrebbero sparire (ANSA)

37. IMMIGRAZIONE: Fini, quote potrebbero sparire (2) (ANSA)

38. IMMIGRATI: Fini, tempi maturi per voto amministrativo (ASCA)

 

 

1. IMMIGRAZIONE: Giovanardi, per il voto attiviamoci in Europa sono da sempre favorevole - lettera a premier, Fini, Frattini (ANSA),ROMA, 10 OTT - "Già nel 1997, parlando in aula, io mi schierai favorevolmente alla soluzione del voto nelle amministrative agli extracomunitari.  Ma dissi allora, e ho chiesto anche oggi in una lettera mandata a Berlusconi, a Fini e al ministro degli Esteri Frattini, che il Governo italiano si attivi nel suo semestre con i paesi europei per rendere omogeneo questo diritto di voto agli extracomunitari perché oggi l' Europa è ad Arlecchino. Ogni paese ha una normativa diversa mentre invece ritengo giusto che in tutti i paesi europei ci si muova nella stessa maniera". Lo afferma il ministro Carlo Giovanardi, intervistato dal Gr3. "Secondo me - propone l'esponente dell'Udc - la proposta Fini si può attuare, però in parallelo ad una iniziativa europea per arrivare in tutti i paesi europei alle stesse soluzioni e ricordo che dal '97 in avanti, quando proposi questo in aula, per sei anni non e' accaduto nulla. Cioé il centrosinistra per sei anni non ha né fatto la legge costituzionale né assunto queste iniziative verso l' Europa che credo invece possano essere fattivamente portate avanti durante il semestre di presidenza italiana dell' Unione Europea".

 

2. MINORI - Dossier di Save The Children: 615mila i bambini e gli adolescenti che lavorano nei campi di cacao  (Redattore Sociale), ROMA,10 ottobre 2003. Sono 615mila i bambini e gli adolescenti che lavorano nei campi di cacao di Costa d’Avorio, Nigeria, Ghana e Camerun. Il 64% di loro ha meno di 14 anni, 12mila non hanno legami familiari con i proprietari dei campi e solo 5mila sono pagati. Sono alcuni dei dati contenuti nel primo dossier dell’Osservatorio nazionale sui cicli di produzione del cioccolato e violazioni dei diritti dell’infanzia presentato stamani a Perugia nell’ambito della campagna “Cioccolato Positivo: + diritti + cacao”. L’Osservatorio, composto da membri di Save the Children, TransFair e Comune di Perugia, si occupa della ricerca, dell'analisi, dell'elaborazione e della diffusione di rapporti aventi ad oggetto i cicli produttivi del cioccolato e il loro impatto sui diritti dell'infanzia. In Costa d’Avorio, primo produttore mondiale di cacao, arrivano ogni anno migliaia di minori vittime di una tratta che riguarda tutta l’Africa Occidentale e in particolare il Mali e il Burkina Faso. I bambini vengono ingaggiati per compensare la caduta dei guadagni e lavorano fino a 1424 ore in un anno. Nelle zone rurali della Costa d’Avorio quattro bambini su cinque lavorano nei campi di cacao anche per 35 ore alla settimana, non frequentando la scuola e svolgendo mansioni spesso pericolose e nocive per la loro salute come usare attrezzi taglienti, applicare i pesticidi, trasportare i sacchi con le cabosse. I fattori che incidono sulla domanda di manodopera minorile sono vari. La statura e l’abilità manuale dei bambini li renderebbero più efficienti per determinate tipologie di lavoro. Inoltre i minori sono molto più disciplinati e poco inclini a ribellarsi e quindi più facili da controllare. Save the Children lavora sul campo nei Paesi direttamente interessati al rapporto tra produzione di cacao e violazioni dei diritti dei minori. In Burkina Faso è attiva una casa di transito per i minori che fuggono dal lavoro nelle piantagioni e cercano di ricongiungersi alle famiglie d’origine. Save the Children svolge inoltre un lavoro di informazione presso le popolazioni locali per far conoscere a quale realtà vanno incontro i ragazzi che partono in per il lavoro nei campi. Sono infatti moltissimi i genitori che, in buona fede, affidano i propri figli ai reclutatori di bambini per i campi di cacao. Save the Children collabora con i governi di Costa d’Avorio, Mali e Burkina Faso per promuovere azioni concrete che realizzino un’effettiva tutela dei diritti dei minori.

 

3. Campagna nazionale di Cgil Cisl e Uil per i diritti dei lavoratori immigrati. (migranews.org), 10 ottobre 2003. In un documento del 3 ottobre 2003 inviato a tutte le strutture di Cgil, Cisl e Uil, i responsabili nazionali immigrazione delle tre confederazioni sindacali, rispettivamente Giuseppe Casadio, Oberdan Ciucci e Guglielmo Loy aprono una campagna di informazione, sensibilizzazione e mobilitazione sui diritti dei lavoratori immigrati. Il documento sindacale parte dal carattere strutturale dell’immigrazione per effetto del crescente divario tra “primo” e “terzo” mondo e delle condizioni inumane dalle quali fuggono i migranti, dal fatto che in Italia il fenomeno comincia ad essere consistente dato che, già oggi, vi è un immigrato ogni 20 persone e dal fatto che l’Italia e tutta l’Europa hanno un bisogno vitale di migranti per arginare il declino demografico ed economico altrimenti irreversibile. Ne consegue che le politiche per l’immigrazione rappresentano uno dei capitoli più importanti e strategici per il governo economico sociale della moderna globalizzazione, che l’immigrazione non va considerata un problema emergenziale o affrontata, come accade sistematicamente in Italia ed in Europa, nell’ambito del capitolo sicurezza lotta alla criminalità e terrorismo e quindi con una impostazione proibizionista. Pertanto occorre una diversa politica per l’immigrazione che la affronti distintamente dalle politiche di contrasto alla criminalità ed al terrorismo, il che «gioverà ad affrontare meglio tutti e due gli argomenti - dicono Cgil, Cisl e Uil - ed avrà un effetto educativo sulle conoscenze e coscienze dell’opinione pubblica. Una politica diversa da quella dei “flussi programmati” contemplata dalle legislazioni più avanzate in Europa, prevista in Italia dalla legge Turco- Napolitano, si è rivelata, dapprima insufficiente e poi, alla luce delle nuove norme della Bossi-Fini che l’hanno completamente neutralizzata, totalmente fallimentare. La riprova è nelle 700 mila domande di regolarizzazione che vogliono dire circa 200 mila ingressi irregolari l’anno». Le due parole chiavi, le due politiche al centro del documento dei sindacati confederali sono regolarizzazione e integrazione. «La scelta obbligata da perseguire – scrivono Cgil, Cisl e Uil - è quella di un profondo cambiamento dei meccanismi che permettono l’arrivo legale nel nostro Paese di lavoratori stranieri, nel senso di permettere realmente l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, separando l’obbligo al contratto di lavoro dalla condizione preventiva di possedere un permesso di soggiorno. La cosa sarebbe possibile introducendo un sistema più flessibile di regolarizzazione attraverso l’istituzione di un permesso temporaneo di 6 mesi per ricerca lavoro così come auspicato da un documento del Parlamento Europeo». «Un’altra scelta chiave – proseguono i sindacati confederali – è quella della integrazione, inclusione, sociale, culturale e civile. Un percorso di diritti e responsabilità esigibili sul territorio con un protagonismo degli Enti Locali nel contesto di legislazione nazionale di sostegno, rispetto a Welfare, scuola, formazione, casa, ricongiungimento familiare, sanità e previdenza». Il diritto al voto deve diventare un architrave di questa nuova cittadinanza. «Finché gli immigrati – dicono Cgil, Cisl e Uil - non si occuperanno di politica con la partecipazione democratica al voto amministrativo, la politica non si occuperà di loro». La campagna sindacale, inoltre, ha l’obbiettivo di rivendicare un riesame generale della legge Bossi-Fini, alcune modifiche alla stessa legge Turco – Napolitano ed una più aperta normativa europea a partire dalla ratifica della la convenzione ONU sui diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie del 18.12.1990 entrata in vigore a luglio di quest’anno, ma mai sottoscritta dai paesi europei. La mobilitazione sindacale avrà un importante appuntamento nella data del 18 dicembre, giornata internazionale del migrante.

 

4. MINORI – Stranieri non accompagnati. Il caso del comune di Scurcola Marsicana che rischia il dissesto finanziario. (Redattore Sociale), ROMA, 10 ottobre 2003. Emblematico delle difficoltà per gli enti locali di affrontare e gestire attualmente il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati è il caso del Comune di Scurcola Marsicana, comune abruzzese di oltre 2300 abitanti. Un ragazzo di circa diciassettenne anni, senza documenti di riconoscimento viene fermato, senza biglietto, sull’autobus di linea che da Tagliacozzo va ad Avvezzano, esattamente all’altezza del Comune di Scurcola Marsicana. L’autista lo affida alla stazione dei Carabinieri del Comune; il ragazzo viene accompagnato in questura per gli accertamenti ed il Tribunale per i minorenni dell’Aquila dispone che sia affidato ad un centro di prima accoglienza per i minorenni di L’Aquila. La retta a carico del Comune di Scurcola Marsicana è di 87 euro (al netto d’iva) al giorno. Una cifra che all’amministrazione pare paragonabile “al soggiorno in un albergo di lusso”, “sporpositata”, oltre che “socialmente ingiusta” perché con la cifra spesa fino al compimento della maggiore età del ragazzo si potrebbe far fronte a tante situazioni di disagio nel paese. La spesa annua da sostenere per farsi carico del minore è di 38.106 euro. L’amministrazione ha acceso mutui gravosi per la costruzione di opere pubbliche nel paese e questo onere non atteso né previsto in bilancio rischia di procurare il dissesto finanziario dell’ente. Viene avviata così la richiesta urgente di rimpatrio assistito al Comitato Minori Stranieri. “Il Comune non ha la disponibilità economica per il pagamento della retta – si legge nella delibera comunale - soprattutto qualora questa dovesse prolungarsi fino alla maggiore età, né può farvi fronte con le esigue risorse assegnate dalla Regione Abruzzo, peraltro già destinate ad altri interventi”. Il rimpatrio assistito, come si spiega anche la delibera, è l’unica strada percorribile in quanto in base alla legge il minore straniero non accompagnato non può essere considerato un clandestino, e quindi allontanato con le modalità previste in questi casi, inoltre non esiste per legge l’obbligo di occuparsi di lui a tempo indeterminato. Quello che più pare insensato al Sindaco di Scurcola Marsicana è proprio l’obbligatorietà dell’accoglienza di un minore che non ha nessun legame, men che meno culturale, con il territorio: “pare assurdo che fino a quando non si definisca tale procedura, (il rimpatrio assistito n.d.r.) non di competenza dell’ente, questo sia costretto a pagare la retta per l’accoglienza in base ad una normativa centenaria, quella sul “domicilio di soccorso”, peraltro non pensata per fattispecie del genere”. La delibera del giugno scorso chiama in causa oltre al Comitato Minori Stranieri, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Interno ed il Presidente della Regione e secondo l’Anci essa è particolarmente preziosa perché mette in luce con chiarezza le difficoltà attuali.

 

5. MINORI – Stranieri non accompagnati. Ragonesi (Anci): ''Siamo in assenza di una politica nazionale'' (Redattore Sociale), ROMA, 10 ottobre 2003 ROMA – Comuni impotenti, minori in stato di abbandono, politiche assenti a livello nazionale. Sul tavolo del confronto tra Ministeri, Regioni e i Comuni, l’Anci porta un’analisi del fenomeno che non lascia dubbi sulla necessità di trovare nuove strategie comuni.“Siamo in assenza di una politica nazionale sui minori stranieri non accompagnati - spiega Antonio Ragonesi dell'Anci - Dobbiamo stabilire in linea di principio che è utile per il minore straniero non accompagnato ritornare alla propria famiglia di origine. Un minorenne non può che stare con la sua famiglia. Poi è logico che deve essere fatta una valutazione caso per caso, perché sappiamo anche di famiglie che hanno venduto i propri figli”. Questa acquisizione di principio che cambiamenti comporterebbe sul piano pratico? “Attualmente un minore straniero intercettato sul territorio viene segnalato al Comitato Minori Stranieri - che dovrà decidere se può rimane in Italia o deve essere rimpatriato- dal Comune, che nel frattempo lo prende in carico e lo inserisce in un progetto attivando per lui misure diverse d’inserimento. Ma i tempi di decisione del Comitato sono lunghi: si deve riunire, devono essere avviate le indagini familiari, poi ci si deve riunire ancora per decidere sull’espellibilità. Invece se il principio che adottiamo è quello che dicevamo, l’input è che l’indagine familiare scatti da subito e per tutti, prima ancora di inserire il minore in un percorso di formazione che comunque dovrà interrompere se viene espulso. Inoltre secondo noi dovrebbe essere il Comune a farsi carico di avviare la documentazione necessaria per l’indagine familiare e l’istruttoria per il rimpatrio. La decisione definitiva poi spetterebbe sempre al Comitato”. I Comuni hanno sottolineato più volte il peso economico della gestione del fenomeno. Questo rimane uno dei nodi principali? “Si, ma non è solo una questione economica. Il problema è che questi soldi vengono spesi inutilmente, in servizi che non portano beneficio né al minore né alla comunità perché manca una politica nazionale. Questo per noi è immorale e insopportabile.”  Dall’incontro in Conferenza unificata è emerso qualche segnale in positivo rispetto alle vostre richieste? “In sede di confronto abbiamo sollevato le nostre perplessità, ma anche le nostre proposte, tenuto conto delle legge vigente, per ripartire ruoli e responsabilità tra Ministeri, Comuni e Regioni. Abbiamo riscontrato un atteggiamento collaborativo dei Ministeri dell’Interno, Salute e Giustizia, ma un ostacolo lo troviamo nel Welfare. Noi cerchiamo una collaborazione, non vogliamo esprimere giudizio sul lavoro altrui, abbiamo solo fatto un’analisi del fenomeno. Conosco bene anche il lavoro del Comitato Minori Stranieri, ma il punto è che rischia di diventare un organo burocratico. L’Anci ora si farà carico di stilare una bozza di accordo interistituzionale, di fare un’analisi dei punti critici e una proposta operativa rispetto alla situazione attuale”.

 

6. MINORI – Stranieri non accompagnati, riunito un tavolo ad hoc. L'allarme dei Comuni: ''Fenomeno non governato''. (Redattore Sociale), ROMA, 10 ottobre 2003. Un fenomeno migratorio non governato a livello nazionale quello dei minori stranieri non accompagnati e totalmente a carico delle autonomie locali che secondo un’indagine condotta dall’Anci spendono circa 230mila euro all’anno per garantire servizi di accoglienza e percorsi di inserimento e formativi. Trovare nuove linee per definire una politica nazionale adeguata è dunque secondo i Comuni una questione non più rinviabile, sia nell’interesse dei minori che delle comunità che li accolgono.  L’Anci ha chiesto ed ottenuto un tavolo di confronto ad hoc presso la Conferenza unificata che si è riunita il 7 ottobre scorso; ne fanno parte i ministeri dell’Interno, della Salute, della Giustizia, degli Esteri e del Welfare, insieme all’Anci e alla Regioni. L’obiettivo è arrivare ad esprimere una strategia concertata. I Comuni chiedono prima di tutto che siano ridefiniti ruoli e competenze a livello centrale e decentrato , visto che fino ad oggi “l’assenza di una scelta politico–gestionale chiara e condivisa dalle Amministrazioni centrali e locali sulla questione ha dato luogo a procedure farraginose e inadatte ad esprimere un approccio coerente e complessivo al fenomeno”: allo Stato il coordinamento interistituzionale, mentre ai Comuni la responsabilità ma soprattutto gli strumenti per gestire i singoli casi. Uno di questi riguarda la creazione di una rete di città, necessaria per condividere le competenze acquisite dai Comuni maggiormente interessati al fenomeno. Lo scopo è definire un sistema nazionale d’accoglienza, che garantisca, anche agli enti locali non coinvolti in maniera forte e ai comuni più piccoli, un sostegno nella presa in carico e certezze nell’istruttoria. Il fenomeno infatti riguarda soprattutto alcune aree geografiche, una quindicina le zone più esposte tra grandi città metropolitane del Centro Nord e centri di frontiera, marittima o di confine. Conoscere la realtà di questa aree e cogliere le buone pratiche in fatto di servizi consentirebbe di definire l’accoglienza in funzione dei servizi esistenti su tutto il territorio, delle potenzialità ricettive ed economiche dei Comuni e delle esigenze del minore stesso.  Un’indagine condotta dall’Anci nel maggio 2002 su un campione di 44 comuni ha evidenziato che dal 1999 al 2001 gli enti locali hanno assistiti rispettivamente 1972, 3124 e 3008 minori e solo nello scorso anno il 28% dei ragazzi assistiti sono stati a carico per almeno 6 mesi. Inoltre nei tre anni di riferimento questa percentuale è aumentata progressivamente, cosi come è aumentata la spesa per minore straniero non accompagnato a carico delle autonomie locali.

 

7. WELFARE – Finanziaria 2004. Le critiche degli assessori: reddito di ultima istanza, minori non accompagnati, assegni familiari (Redattore Sociale), ROMA, 10 ottobre 2003 ROMA – Entrando nel merito degli articoli, gli assessori alle politiche sociali, riunitesi in Conferenza, hanno evidenziato i punti critici e i nodi da rigettare.Il primo ad essere affrontato è l’art.13, con cui viene istituito per legge il Dipartimento nazionale per le politiche antidroga. “Lo Stato – affermano gli assessori in un documento – oltre ad operare in una materia di competenza regionale, riaccentra la gestione dei rapporti diretti con comunità terapeutiche e centri di accoglienza, raccoglie informazioni e definisce metodologie e trasferimento all’esterno delle informazioni sulle tossicodipendenze. Ciò crea confusione, dispendio di risorse umane e finanziarie non tenendo conto dei complessi e positivi rapporti creati e costruiti dalle Regioni e dagli enti locali con gli enti autorizzati sulla materia. Inoltre, la materia viene scorporata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per essere inserita nella Presidenza del Consiglio, laddove sono trasferite anche le risorse finanziarie strumentali ed umane con riappropriazione dei finanziamenti del Fondo di intervento per la Lotta alla droga, che viene scorporato dal fondo sociale. Ciò significa: ulteriore frammentazione delle competenze sociali tra diversi Organi, riduzione del Fondo sociale con perdita delle economie di scala, derivate da un’unica programmazione”.Critiche anche all’ormai famoso “Reddito di ultima istanza”. “Con l’art.16 – affermano – si istituisce il Reddito di Ultima Istanza. L’articolo non è chiaro, perché al primo comma fa riferimento all’assunzione di tale misura nei limiti delle risorse preordinate, nell’ambito del Fondo nazionale per le politiche sociali (con ulteriore sottrazione di risorse). Nel secondo comma, invece, sembrerebbe che le risorse per il Rui (Reddito Ultima Istanza, ndr) siano derivate dai contributi di solidarietà (3%) a carico dei percettori di pensioni superiori a 80.397 euro annui. Sulla norma si sono nutriti dubbi di incostituzionalità. Inoltre, non si comprende quale sia la distribuzione territoriale della misura in quanto si fa riferimento ad un generico concorso dello Stato alle Regioni che istituiscono tale reddito. Non viene fatta menzione dell’Ente che provvede all’erogazione”.In merito al reperimento di fondi per i minori stranieri non accompagnati, le Regioni chiedono “che siano utilizzate aliquote dello 0,8 per mille per attuare quanto sottoscritto dai Ministri responsabili per l’Infanzia, nella riunione europea che si è svolta a Lucca nei giorni 25 e 26 settembre, in cui si è evidenziata la necessità di ‘porre particolare attenzione ai bambini che sono maggiormente a rischio di sfruttamento economico, incluso ad esempio le bambine ed i minori migranti”. Inoltre, in termini generali di sviluppo delle Politiche Sociali, si fanno presenti anche altri aspetti che coinvolgono l’Italia in ambito internazionale. “Lo Stato italiano – viene evidenziato – nel Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002 si era impegnato insieme agli altri Paesi d’Europa a raggiungere per i Paesi in via di sviluppo, un sostegno nella misura dello 0,33% del Pil fino al 2006. Si chiede l’avvicinamento a tale parametro in quanto l’Italia si colloca oggi intorno allo 0,13%”. Inoltre, si sottolinea come “nel fondo di riserva per le missioni internazionali di pace è necessario coinvolgere oltre la componente militare anche la sfera civile”.Le osservazioni degli assessori riguardano anche il maxi decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 settembre scorso. In particolare, le critiche riguardano il Capo IV (Società civile, famiglia, solidarietà), a partire dall’art.21, riguardante l’assegno previsto per il secondo figlio. “La gestione è affidata all’Inps che apre una speciale gestione con dotazione finanziaria di 308 milioni di euro. L’assegno è concesso dai Comuni che devono ‘informare gli interessati’. Sono ancora totalmente ignorate le Regioni. Accanto a questa misura si inserisce il finanziamento di 232 milioni di euro a favore della famiglia, che sembrano essere altra cosa rispetto all’assegno per il secondo figlio. Non si comprende come siano utilizzati e neanche in questo comma si citano le regioni”. Critiche anche all’art.22 sugli Asili nido condominiali (‘’si ignora completamente che la materia dei requisiti delle strutture per l’infanzia è di competenza regionale... L’attivazione dell’asilo nido deve essere concordata con l’ente locale di riferimento…’), nonché le disposizioni per l’invalidità civile.

 

8. RIFUGIATI - Preoccupano l'Acnur le direttive europee da adottare durante la Presidenza italiana su asilo e rifugiati. (Redattore Sociale), 10 ottobre 2003. Preoccupano l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati le due Direttive europee che dovrebbero essere adottate durante la Presidenza italiana, sulle procedure d’asilo e sulla definizione di rifugiato e protezione umanitaria: “Si rischia di adottare norme che annacquino il processo di armonizzazione o che riducano gli standard minimi di protezione dei rifugiati, esponendoli quindi a seri pericoli o anche a rischio di vita”. Oggi a Palazzo Rospigliosi l’Acnur ha voluto fare il punto su politica d’asilo dell’Unione Europea e Presidenza italiana durante una conferenza stampa. “L’Italia, che ha assunto la Presidenza in un momento critico per il futuro dell’asilo in Europa, dovrebbe portare a termine la prima fase del processo di armonizzazione delle politiche d’asilo iniziato con il Trattato di Amsterdam - entrato in vigore nel maggio 1999 - e avviarne una seconda mirata a creare un sistema d’asilo comune”, ha spiegato Michele Manca di Nissa, delegato ad interim dell’Acnur in Italia. Infatti il Trattato stabilisce il compimento della prima fase entro il maggio 2004, ma in questi 4 anni ci sono stati notevoli ritardi e a soli 6 mesi dalla scadenza dei termini, dei 5 provvedimenti previsti ne sono stati adottati solamente 3. Le 2 direttive che restano ancora in bozza riguardano le norme minime per la qualifica di rifugiato o beneficiario della protezione sussidiaria, e le norme minime per le procedure di asilo; entrambe “sono bloccate perché non c’è accordo tra i 15 paesi membri dell’Ue”, ha riferito Jurgen Humburg dell’Acnur. Tra i punti contesi, la valutazione delle situazioni di guerra civile e violenza generalizzata e i diritti da concedere a chi ha ottenuto la protezione umanitaria; la Germania, a questo proposito, “vorrebbe standard minori, mentre l’Acnur chiede che in materia di ricongiungimenti famigliari ci sia lo stesso trattamento adottato per i rifugiati”. Tuttavia “se l’Ue abbassa gli standard, questo è un pessimo segnale per tutti i paesi del mondo”. “È difficile contribuire a un processo di armonizzazione delle politiche senza averne una ben definita nel nostro paese – ha commentato Manca di Nissa -. L’Italia non è stata invasa da richiedenti asilo negli ultimi 12 anni: il problema può essere gestibile con impegno; gli sbarchi continueranno, sono ormai un fenomeno ordinario, ma bisogna varare delle norme per accogliere chi arriva”. Laura Boldrini, portavoce dell’Acnur, ha precisato che nel Regno Unito sono state presentate lo scorso anno 110mila domande di asilo, mentre “in Italia la stessa cifra è stata raggiunta in 10 anni. Si tratta quindi di un afflusso circoscritto e di facile gestione”.

 

9. POVERTA' – Giornata mondiale dell'Alimentazione. La Fao: ''Un'alleanza contro la fame'' (Redattore Sociale), 10 ottobre 2003. La creazione di un'Alleanza Internazionale contro la Fame sarà il tema centrale della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, il 16 ottobre. La Giornata segna l'anniversario della fondazione della Fao avvenuta il 16 ottobre 1945, e sarà celebrata in circa 150 paesi con eventi speciali. La cerimonia principale della giornata avrà luogo presso la sede della Fao a Roma. Interverranno il Presidente dell'Uruguay, S.E. Jorge Luis Balle Ibáñez, il Ministro Italiano dell'Agricoltura e delle Foreste, On Giovanni Alemanno ed il Direttore Generale della FAO, Jacques Diouf. Verrà anche letto un messaggio del Papa.Personalità del mondo dello spettacolo, della cultura, dello sport, nominati ambasciatori della Fao negli anni passati, s'incontreranno a Roma per discutere del problema della fame nel mondo. Parteciperanno tra gli altri Al Bano Carrisi, Magida al Roumi, Roberto Baggio, Debbie Ferguson, Mory Kanté, Rita Levi Montalcini, Gina Lollobrigida, Miriam Makeba, Youssou N'Dour, Massimo Ranieri, Dionne Warwick e la Nazionale Italiana di Calcio Cantanti. Negli Stati Uniti d'America giovedì 16 ottobre(alle 12 ora locale) verrà trasmessa una tele-conferenza in diretta dagli studi della George Washington University di Washington D.C. Il tema sarà "Collaborazione o Calamità: l'Africa a rischio. Parteciperà Catherine Bertini, ex Direttrice Esecutiva del Programma Alimentare Mondiale, che ha ricevuto il Premio Mondiale sull'Alimentazione. Ci sarà anche un messaggio registrato dell'Ambasciatore USA presso la Fao, Tony Hall. "L'Alleanza Internazionale contro la Fame è un modo per mettere da parte l'apatia e l'indifferenza ed entrare in una nuova era di cooperazione ed azione, per far diminuire, ed alla fine eliminare, la tragedia della fame nel mondo - dichiara la Fao in un documento -. In un periodo di abbondante produzione di cibo è inaccettabile che più di 840 milioni di persone soffrano la fame", ha affermato l'agenzia. Troppi bambini muoiono prima di raggiungere l'età adulta, troppi adulti muoiono senza riuscire mai a raggiungere le loro piene potenzialità, troppe nazioni sono bloccate sulla via dello sviluppo".Per l’organizzazione sono stati troppo lenti i progressi fatti sinora per dimezzare il numero delle persone che soffrono la fame entro il 2015, come deciso dal Vertice Mondiale sull'Alimentazione del 1996. "Ciò che manca è la volontà politica. I paesi dovranno adoperarsi di più per creare le condizioni politiche, fornire i finanziamenti e implementare i programmi per permettere alle persone di sottrarsi alla fame e alla povertà Per questo la comunità internazionale ha deciso di lavorare insieme nell'ambito di un'Alleanza Internazionale contro la Fame. È necessario un sodalizio globale per ridurre la povertà e garantire un diritto umano fondamentale: il diritto al cibo". L'Alleanza mette insieme gruppi diversi: produttori e consumatori alimentari, organizzazioni internazionali, governi, aziende agro-industriali, scienziati, accademici, cittadini privati, uomini politici, gruppi religiosi e organizzazioni non governative (Ong). L'Associazione Fao del Giappone terrà un Simposio sulla Giornata Mondiale dell'Alimentazione a Tokyo. Il Presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva terrà una cerimonia speciale a Brasilia dal tema: "Giornata Mondiale dell'Alimentazione: Fame Zero". In Irlanda l'associazione “Gorta”, la Campagna Irlandese per la Libertà dalla Fame, organizzerà un Seminario sulla Giornata Mondiale dell'Alimentazione. In Sudafrica si terrà un concorso nazionale per scegliere la Coltivatrice Donna dell'Anno. Infine, a New York, presso la sede delle Nazioni Unite il 17 ottobre si svolgerà la Cerimonia della Giornata Mondiale dell'Alimentazione.

 

10. AFRICA – Da Comboni all'arte: a Roma una mostra per dimostrare che l'Africa non è solo fame, malattia e guerre (Redattore Sociale), 10 ottobre 2003 ROMA - "L’Altra Africa” è in mostra a Roma. Ospite dell’Istituto delle Maestre Pie Filippine, l’esposizione è stata allestita dall’Acse, l’Associazione di Servizio agli Emigranti, gestita dai missionari comboniani. “Per dimostrare, in occasione della canonizzazione del Comboni, che l’Africa non è solo fame, malattia e guerre, ma ha una cultura fiorente, un’anima ricca”, spiega padre Paolo Serra, presidente dell’ACSE. La mostra è divisa in tre parti: si inizia dalla vita di Comboni, illustrata a fumetti nella sala al piano terra; poi, sono ancora i fumetti a raccontare la storia di Ibrahim, un ragazzo egiziano immigrato a Roma, protagonista del libro di padre Giulio Albanese “Ibrahim amico mio”, “una delle tante storie di uomini e donne che vengono da lontano» (Sergio Zavoli): infine, al terzo piano, l’Africa si svela attraverso le sue svariate espressioni artistiche: maschere, batik, sculture, quadri, strumenti musicali… Padre Gianni Capaccioni, che ha trascorso buona parte della sua vita in diverse regioni dell’Africa, sa svelare il segreto nascosto in ogni oggetto. Perché nella cultura africana «non c’è spazio per l’arte in funzione di se stessa, ma tutto ha un valore simbolico». La donna, per esempio, motivo ricorrente nella pittura e nella scultura, non incarna la bellezza né la sensualità, ma è simbolo di fertilità, il che la pone in relazione con la Madre Terra.  “Salvare l’Africa con l’Africa” era il motto di Comboni. E questa mostra è, in un certo senso, la traduzione artistica di quell’insegnamento, perché gli organizzatori e i curatori sono per lo più africani, insieme ai missionari che di quel continente conoscono le lingue e le tradizioni. Gli oggetti esposti provengono tutti dal continente africano, molti sono giunti in Italia al seguito degli stessi comboniani, di ritorno dalle missioni.  Anche il piccolo bazar di artigianato africano, allestito all’ingresso della mostra, è costituito esclusivamente da oggetti che i comboniani hanno portato con sé dai luoghi delle missioni: oggetti di cui dunque possono raccontare la storia, la provenienza, il significato. Il ricavato delle vendite, naturalmente, è destinato alla stessa gente che ha prodotto i manufatti.  Durante il giorno, la mostra è animata soprattutto dalle visite delle scolaresche, guidate da volontari dell’ACSE o da scolastici e missionari comboniani. Quasi ogni sera, invece, si svolgono incontri e dibattiti sulla storia e la cultura dell’Africa e delle altre “Nigrizie”, attraverso le parole di testimoni e le esibizioni di gruppi musicali “etnici”.

 

11. IRAQ: riunione alla Farnesina sulla ricostruzione. (AGI), ROMA, 10 OTTOBRE 2003. Le prospettive di partecipazione di imprese italiane ai vari progetti di ricostruzione dell'Iraq sono stati esaminati alla Farnesina nel corso di una riunione speciale della task force interministeriale per la ricostruzione economica dell'Iraq. Alla riunione hanno partecipato l'ambasciatore Marek Belka, presidente del Comitato internazionale di coordinamento per la ricostruzione economica irachena e il vice ministro iracheno del Piano, Mohammed Ali Al-Hakim, a Roma nel quadro di una serie di visite nelle principali capitali europee in vista della Conferenza internazionale dei Donatori per la ricostruzione dell'Iraq che si terra' il 23 e 24 ottobre a Madrid. La riunione e' stata presieduta dal direttore generale per i paesi del Mediterraneo e del Medio oriente, Riccardo Sessa. Da parte italiana vi hanno partecipato rappresentanti di ministeri (Attivita' produttive, Economia e finanze, Politiche agricole e forestali), nonche' di enti ed associazioni di categoria (Confindustria, Ice, Unioncamere, etc.) e societa'. Nell'esprimere grande apprezzamento per il sostegno del Governo italiano all'Iraq, nelle varie fasi di assistenza umanitaria, riabilitazione e stabilizzazione, l'ambasciatore Belka e il vice ministro Al-Hakim hanno fornito alla task force un quadro aggiornato della situazione economica dell'Iraq e delle condizioni politiche e di sicurezza. Hanno inoltre sottolineato le opportunita' che comporteranno in futuro le misure di riforma e di liberalizzazione economica recentemente introdotte anticipando quelle che saranno presto varate dalle autorita' irachene.

 

12. CLANDESTINI: operazione «Bosforo» questura Trieste. (agi), TRIESTE, 10 ottobre 2003. Smantellata, al termine di una lunga indagine condotta dalle Squadre Mobile della Questura di Trieste, un'organizzazione criminale dedita al traffico di clandestini, con sede a Istanbul e diramazioni in vari paesi balcanici ed in Italia. Al vertice del sodalizio era collocato il turco Sukru Kurkcyan di 53 anni, che e' stato arrestato in Belgio dalla Polizia locale. L'uomo si occupava di pianificare la rotta marittima dei clandestini, approfittando delle carrette del mare, sulle quali faceva stipare centinaia di curdi (si presume non meno di 4 mila dal 2001 al 2003), che salpavano dai porti di Istanbul e Smirne ed approdavano sulle coste dell'Italia meridionale. Il successo dell'attivita' investigativa - si legge in una nota della Questura di Trieste - e' da ricercarsi anche dalla collaborazione intrapresa con alcuni paesi dell'Unione europea, quali Francia e Gran Bretagna, con scambi di informazioni vagliate dalla Procura della Repubblica di Trieste, che ha autorizzato attivita' rogatorie in territorio turco, dove grazie alle autorita' locali si sono ottenuti ottimi risultati. Al termine dell'operazione, denominata «Bosforo», sono state emesse 20 ordinanze di custodia cautelare a carico di cittadini turchi e italiani e rintracciati 50 clandestini ai quali il viaggio costava da 3 mila a 6 mila euro. Il volume d'affari dell'attivita' criminale e' stato stimato in 18 milioni di euro

 

13. La Russa: "Sul voto agli stranieri potremmo decidere di votare per l'opposizione". (Stranierinitalia), 10 ottobre 2003. Sulla questione del voto agli stranieri, il Governo potrebbe aprire all'opposizione. Lo ha spiegato stamattina il coordinatore di Alleanza Nazionale, Ignazio La Russa, in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Giornale: "Potremmo decidere di votare per l'opposizione. Credo che ci sia maggiore libertà quando si affronta un tema che non è nel programma di Governo. Ma lavorerò per avere i consensi della Lega". "Già oggi dopo 10 anni - spiega La Russa - gli immigrati possono votare. La proposta di Fini è farli votare tra il sesto e il nono anno e soltanto per le amministrative con una modifica costituzionale. Non dimentichiamo che l'Italia, tra i Paesi Ue, ha la legge in assoluto più severa per la concessione della cittadinanza". E precisa subito: "Ovviamente una scelta di questo tipo può essere fatta solo se è chiara la nostra volontà di essere inflessibili nei confronti dei clandestini. Questo è un punto fondamentale". Infine La Russa parla della sua posizione nei confronti di Gasparri: "Non mi imbarazza avere una posizione diversa dalla sua. Esprime una posizione pacata e ragionevole. Credo anzi che lui stia incanalando una fibrillazione emotiva che altrimenti si trasformerebbe in rissa".

 

14. IMMIGRATI: Sindacati, proposta Fini e' da appoggiare. (AGI), 10 OTTOBRE 2003. La proposta del vice premier, Gianfranco Fini, sul diritto di voto agli immigrati, trova il plauso incondizionato del sindacato. Cgil, Cisl e Uil sono d'accordo: si tratta di una posizione da appoggiare e realizzare in tempi brevi. «Fini - dice il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, a margine delle audizioni sulla Finanziaria in corso al Senato - e' d'accordo con quello che non solo la Cgil ma tutto il sindacato chiede da anni. D'altra parte - sottolinea - in tutti i paesi europei si affaccia ormai questa esigenza. E' giusto che un immigrato regolare che da molti anni risiede nel nostro paese posso avere diritto di voto alle amministrative. E' una scelta che difficilmente puo' essere protratta nel tempo: va realizzata subito». Il numero uno della Cisl, Savino Pezzotta, sostiene poi che «la proposta di Fini nasce al Cnel», dopo un suo intervento. «Quello che stupisce - osserva - e' il clamore di qualcuno, perche' se queste persone, che vengono qui a lavorare, sono in regola e pagano le tasse, hanno anche il diritto di voto, almeno alle amministrative». Insomma, sintetizza il segretario generale della Uil, Adriano Musi, si tratta di «una proposta da appoggiare, di buon senso, logica. Se una persona viene nel nostro Paese pagando le tasse, lavorando e versando i contributi - conclude - non riesco a capire perche' non possa esercitare anche i suoi diritti civili».

 

15. Per Berlusconi il voto agli immigrati "non è compreso nei piani del governo". An presenterà una proposta di legge costituzionale. (Stranierinitalia), ROMA, 9 ottobre 2003. Berlusconi frena sul voto agli immigrati ("è un tema di cui non si è mai parlato, non è compreso nei piani del governo"), ma An presenterà a breve una proposta di legge in materia. Il presidente del Consiglio è intervenuto ieri nella discussione aperta da Gianfranco Fini, raffreddando gli entusiasmi di chi per due giorni ha sperato di portare presto gli stranieri alle urne.Berlusconi di fatto non si è espresso contro la proposta del vicepremier, ma il richiamo al programma esclude che il voto agli stranieri possa entrare a breve nell'agenda di questo governo. Per Berlusconi il problema più urgente è ricomporre l'ennesima rissa scoppiata all'interno della Casa delle Libertà. "La coalizione non ha modo di non essere compatta", ha sottolineato, quindi tirare troppo la corda "sarebbe una prova di irresponsabilità che certamente nessuno ha in testa". Intanto, dopo aver trovato l'appoggio dell'Udc e del centro sinistra, ieri Fini ha dovuto fare i conti con l' opposizione interna al suo partito. Una sessantina di parlamentari di An hanno anche firmato una lettera, poi non consegnata, in cui si dicevano "in imbarazzo" di fronte alla proposta del loro leader. I dissapori sembrano però essersi ufficialmente ricomposti nel corso di un forum, convocato dal coordinatore Ignazio La Russa, a cui hanno preso parte i capigruppo alla Camera e al Senato Anedda e Nania, il portavoce Landolfi, il responsabile immigrazione Landi Di Chiavenna e i sottosegretari all'Interno e agli Esteri Mantovano e Mantica. Dal forum è uscito un orientamento ancora più concreto di quello espresso da Fini: An preparerà un progetto di legge costituzionale, che secondo Anedda potrebbe essere depositato in Parlamento già alla fine della settimana prossima. "Di questo progetto - ha detto La Russa - intendiamo discutere con tutto il partito", che ad ogni modo, sottolinea il coordinatore "non è mai stato un partito xenofobo". Non si può dire lo stesso della Lega, che ieri ha messo in scena l'ennesima commediaccia sul "non passa lo straniero". Protagonista assoluto sul palco il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, che ha dichiarato: "è' incredibile che le aperture di Fini all'immigrazione siano venute proprio il 7 ottobre, giorno in cui cade la ricorrenza della battaglia di Lepanto, dove la flotta padana e pontificia sconfissero il musulmano. Da allora le campane di tutte le chiese suonano ogni giorno a mezzogiorno a memoria della vittoria. "Fini e Follini -ha consigliato Calderoli - ascoltino quelle campane che hanno suonato anche ieri proprio mentre loro rilasciavano dichiarazioni di apertura ad un mondo che per fortuna nostra e di tutto il mondo occidentale fu sconfitto in quella battaglia".

 

16. Immigrazione: Fassino, fare insieme legge non e' inciucio non significa andare poi ad accordi di governo, basta equivoci. (Ansa), ROMA, 9 ottobre 2003. "Occorre sgombrare il campo da un equivoco: se siamo pronti a discutere insieme ad una parte del centrodestra una buona legge per il diritto di voto agli immigrati, questo non vuol dire che dopo due minuti ci andiamo a fare un governo insieme". Insomma, secondo Piero Fassino, bisogna porre fino ai teoremi dell'inciucio, per cui ogni tentativo di dialogo tra poli, su singole questioni, viene interpretato come un disegno per cementare alleanze di governo.Il segretario dei Ds interviene alla trasmissione di RadioUno "Il baco del millennio" e risponde così a chi gli pone l'annosa questione 'dialogo si', dialogo nò, sostenendo che "l'equivoco" è "spesso alimentato dal sistema mediatico".

 

17. Immigrazione: Tremaglia, si'a voto ora che c'e' per emigrati 'Fini si e' svegliato. da sue parole emerge l'anima di An. (Ansa), MILANO, 9 ottobre 2003. Accordo con Gianfranco Fini sul voto agli immigrati (ma con "qualche paletto") da parte del ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia (An), che in un'intervista all'emittente Radio Lombardia si è detto favorevole alla concessione del diritto di voto agli immigrati regolari in Italia. Tremaglia, riferisce Radio Lombardia, ha detto: "Sono sempre stato contrario al voto per gli stranieri fino a quando c'é stata la discriminazione vergognosa nei confronti dei cittadini italiani residenti all' estero". "Il voto agli italiani nel mondo - ha spiegato il ministro - è stato concesso dopo 46 anni di battaglie politiche con la storica data del 20/12/2001. Adesso che questa discriminazione non c'é più, l' iniziativa di Fini mi trova favorevole, mettendo qualche paletto. In primis vi è un fatto di natura costituzionale da affrontare. Poi c'é da dire che il voto agli stranieri per le elezioni amministrative dovrebbe essere deciso anche nel resto d' Europa. E soprattutto, gli stranieri devono essere integrati, regolari, rispettosi delle leggi, avere un posto di lavoro e una residenza da almeno dieci anni". Mirko Tremaglia è poi entrato nel merito della posizione di Alleanza Nazionale di fronte alla proposta di Gianfranco Fini: "Il principio dell' accoglienza, anche di tutti quei disperati che arrivano sulle nostre coste, è un fatto di civiltà, di umanità. Dalle parole di Fini emerge l' anima di Alleanza Nazionale e il suo senso vero della giustizia sociale, dopo che é stata resa giustizia ai diritti degli italiani nel mondo. In parecchi avevamo detto che Fini non c'era più, che Fini era assente, denunciando il silenzio di Fini. Evidentemente Fini si é svegliato ed è un bene anche per Alleanza Nazionale".

 

18. RIFUGIATI - Se l'Acnur incoraggia il reinsediamento, dopo l'11 settembre sono molti gli Stati ad aver introdotto norme restrittive sull'asilo (Redattore Sociale)9 ottobre 2003 ROMA - Se l'Acnur incoraggia il reinsediamento (il trasferimento dei rifugiati in paesi terzi), dopo l'11 settembre sono molti gli Stati - Usa in testa, che nel 2001 contava 68.430 reinsediati scesi l'anno successivo a 26.317 - ad aver introdotto norme restrittive sull'asilo. A evidenziarlo è Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, che oggi ha promosso una conferenza stampa a Palazzo Rospigliosi per fare il punto su politica d’asilo nell’Unione europea e Presidenza italiana. Il sistema del reinsediamento “combatte le vie illegali” e consente di trasferire rifugiati riconosciuti in altri paesi attraverso i canali consentiti dalla legge, ha precisato Boldrini, auspicando che questa proceduta sia “rafforzata”; invece lo scorso anno il numero globale di reinsediamenti è calato vertiginosamente di oltre il 50%, passando dai quasi 100mila del 2000 e i 92mila del 2001 ai 40mila del 2002. Inoltre l’Acnur appoggia “il ritorno nel paese di primo asilo solo a condizioni di sicurezza e integrazione per la persona: deve avere garanzie di una efficace protezione”. Invece il ritorno nella regione di origine “è mirato a categorie speciali di rifugiati: coloro che provengono da crisi protratte o attraverso grandi flussi”; per loro l’Agenzia Onu auspica “un pacchetto economico che consenta l’inserimento in un paese della regione”. Si può prevedere anche il rimpatrio alla fine dell’emergenza; tuttavia occorre “investire di più nella ricostruzione e reintegrazione nel paese di origine. Due milioni e mezzo di afgani sono già tornati nella loro terra”. “Occorre rafforzare i sistemi di asilo e ridurre i tempi dell’attesa e dell’appello”, ha proseguito Boldrini, illustrando una delle proposte dell’Acnur: la creazione di un team europeo che comprenda i rappresentanti dell’Agenzia umanitaria e sia operativo in centri nell'Ue per l'esame delle domande "a rischio di infondatezza" di richiedenti asilo provenienti da paesi con un grande numero di migranti economici. In questi centri “avverrebbero le audizioni delle persone che hanno presentato la domanda di asilo: chi ha presentato una richiesta strumentale verrà rimpatriato”. Secondo l’Acnur questo sistema “sgraverebbe i paesi europei di un numero notevole di domande di asilo”.

 

19.Rifugiati e richiedenti asilo. L’Acnur presenta i suoi dati. (migranews.org), 9 ottobre 2003. In Italia i rifugiati sono diecimila, mentre in Europa sono 4 milioni e quattrocentomila. Ma la loro distribuzione all’interno dei “Quindici” (i Paesi membri dell’Unione) non è assolutamente omogenea. Qualche esempio? La Svezia ospita 16 rifugiati ogni mille abitanti, Danimarca, Norvegia e Germania circa 12 rifugiati ogni mille abitanti, e in Italia un rifugiato ogni 6300 abitanti. Questi i dati presentati dall’Acnur (l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) in una conferenza stampa che si è tenuta a Roma nel corso della mattinata. Secondo l’Acnur siamo in una fase cruciale, per rifugiati e richiedenti asilo proprio per l’obbligo che hanno i Paesi che chiedono di far parte dell’Unione, di dotarsi di una normativa a proposito. In questo panorama spicca l’Italia che è l’unico Paese dell’Unione privo di una legge organica sul diritto di asilo.Un legge che come fa rilevare Laura Boldrini, «trova un forte appoggio nell’articolo 10 della Costituzione secondo cui l’Italia dovrebbe concedere l’asilo a coloro che non godono dei diritti civili e politici nei loro Paesi». Come emerge dai dati in possesso dell’Acnur, l’Italia dunque, presenta cifre molto basse per quanto riguarda il numero dei rifugiati rispetto ad altri Paesi europei. Tuttavia, le risposte negative da parte della Commissione centrale alle richieste di asilo, sono aumentate progressivamente. Nell’anno 2002, su1 17162 richieste inoltrate, le decisioni negative sono state ben 15746. In mancanza di una legge organica sull’asilo e di un sistema nazionale di accoglienza e protezione, nonostante due proposte di legge di maggioranza e di opposizione giacciono in parlamento, nel 2001 l’Acnur il Ministero dell’interno e l’Anci (Associazione comuni italiani) hanno varato il Pna (Programma nazionale di asilo) finalizzato alla costituzione di una rete di accoglienza in favore dei richiedenti asilo. L’Acnur inoltre, esprime perplessità rispetto alla legge 189 detta Bossi-Fini, che affronta il problema dell’asilo insieme a quello dell’immigrazione. La nuova legge infatti influisce notevolmente sulla materia d’asilo, modificandone alcune procedure, senza però apporvi le adeguate garanzie. Un esempio in questo senso è dato dall’abolizione del sostegno economico che veniva concesso ai richiedenti asilo e ancor più dalla sostituzione della Commissione centrale con le commissioni territoriali di forte stampo “prefettizio”. La debolezza costituzionale in materia di asilo intrinseca alla Bossi-Fini emerge come sottolinea Jurgen Hamburg, commissario dell’Acnur, «dal fatto che in tutto l’impianto della legge solo due articoli sono dedicati al diritto di asilo».Altra preoccupazione emersa durante la conferenza stampa riguarda il delicato tema della riunificazione familiare. Riserve e perplessità vengono espresse rispetto alla nuova direttiva europea che stabilisce le condizioni in base alle quali rifugiati e migranti possono essere riuniti alle loro famiglie. Secondo i commissari dell’Acnur gli standard minimi sui ricongiungimenti si sarebbero notevolmente abbassati e la direttiva discrimina alcune categorie di rifugiati impedendoli di fatto di vivere insieme ai propri famigliari. Secondo l’Alto commissariato anche la definizione di nucleo familiare è restrittiva poiché permette ai singoli stati di ridurre arbitrariamente il numero dei componenti del nucleo familiare. «L’Acnur, sottolinea Laura Boldrini, non deve avere una funzione solo di sentinella della Convenzione di Ginevra, ma ha anche l’obbligo di avanzare proposte e indicare possibili soluzioni. Per questo abbiamo presentato all’Unione europea una proposta articolata su tre punti fondamentali per una migliore gestione del diritto di asilo». Secondo questa proposta il primo punto prevede una “componente regionale” che dovrebbe promuovere soluzioni per i richiedenti asilo nella regione di origine, il secondo una “componente nazionale” finalizzata al miglioramento del sistema di asilo nel Paese di destinazione e infine il terzo, una componente Europea che armonizzi i criteri con cui si determinano i casi “manifestamente infondati” che solitamente sono definiti”migranti economici”. Un altro tema affrontato dai commissari Acnur è quello di costruire nuovi centri di identificazione per coloro che richiedono asilo. Quali sono le intenzioni dei governi? Si tratterà di centri di detenzione che ricalcano lo schema dei Cpt (Centri di permanenza temporanea), o al contrario saranno centri aperti? E come considerare coloro che richiedono l’asilo in un Paese dell’Unione nel quale sono dovuti per forza di cose entrare clandestinamente? Come garantire a queste persone il diritto di vedere esaminate le loro richieste?

 

20. IMMIGRAZIONE – Circolare del Ministero dell'Interno cambia l'attuazione della Bossi-Fini. Maggiore discrezionalità alle questure ( Redattore Sociale) 9 ottobre 2003 MILANO - Una nuova circolare del ministero dell’Interno cambia l’attuazione della Legge Bossi-Fini e apre inediti spiragli per il rinnovo del permesso di soggiorno agli immigrati con problemi legali. Lo ha ricordato Pietro Ostuni, dirigente dell’ufficio stranieri della Questura di Milano, in un incontro pubblico a cui è intervenuto ieri (vedi lancio precedente). Secondo la legge Bossi-Fini infatti agli immigrati condannati o denunciati per gli articoli 380 e 381 del codice penale, non è possibile rinnovare il permesso di soggiorno (art.4, comma 3). Tuttavia la circolare del ministero dell’Interno n.300 del 9 settembre scorso cambia decisamente il criterio di applicazione della legge: “(...) Si ritiene che la condanna - recita la circolare - non comporti direttamente il rigetto della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno, rappresentando la stessa uno degli elementi di valutazione, unitariamente ad altri, quali la condotta complessiva del soggetto, il livello del suo inserimento sociale, la sua condizione familiare nel nostro Paese (...)”. In definitiva, se prima della circolare scattava l’automatismo: denuncia e/o condanna, uguale espulsione; ora non è più così e l’eventuale diniego del permesso dipende da una complessa valutazione della questura. “Se però è il magistrato che ha emesso un decreto di espulsione la questura non può che applicarlo”, ha ricordato Ostuni. La circolare è sul sito:

http://www.stranieriinitalia.com/briguglio/immigrazione-e-asilo/2003/settembre/circ-interno-non-retroatt.htm

 

21. IMMIGRAZIONE – Nel 2004 gli immigrati a Milano saranno 300mila. I nuovi scenari secondo la questura. Gli arresti ingiusti e l’assenza di misure alternative ( Redattore Sociale) 9 ottobre 2003 MILANO - All'inizio del prossimo anno, nella Provincia di Milano, gli immigrati regolari potrebbero arrivare a quota 300 mila. In termini burocratici si tratta di un aggravio di lavoro che le Questure non riescono più sostenere. Si può immaginare, in futuro, una situazione per cui i permessi di soggiorno siano rilasciati direttamente dall’amministrazione pubblica e non dalle Questure; in questo modo la Polizia potrebbe dedicarsi solo a perseguire chi commette reati. Una situazione simile è già in atto in diversi Paesi d’Europa. A dipingere inediti scenari nella gestione del fenomeno migratorio è Pietro Ostuni, dirigente dell’ufficio stranieri della Questura di Milano. Ostini è intervenuto ieri, 8 ottobre, ad un incontro dal titolo “La nuova normativa sull’immigrazione e l’esecuzione della pena” organizzato dalla Caritas Ambrosiana a cui hanno partecipato duecento attentissimi addetti ai lavori (direttori di istituti di pena, educatori, assistenti sociali, dipendenti dell’amministrazione penitenziaria, volontari di associazioni cattoliche e non). Tutti impazienti di capire meglio il criterio di applicazione della legge Bossi-Fini, nel caso in cui l’immigrato sia arrestato e condannato. Secondo Francesco Borroni, presidente dell1associazione Sesta Opera, che si occupa di volontariato nelle carceri, gli immigrati detenuti scontano due gravi ingiustizie: “Molti extracomunitari spesso vengono arrestati in retate - spiega Borroni -: non si tratta di criminali ma solo di persone che vivono in ambienti degradati. E infatti spesso, dopo il processi vengono giudicati innocenti e liberati”. Secondo problema, l’accesso alle misure alternative: “L’immigrato detenuto, o perché gli è scaduto il permesso di soggiorno, o perché non ha una residenza dove poter scontare una pena alternativa, non usufruisce di permessi di alcun tipo. Questo diniego è visto da molti immigrati come un atteggiamento razzista da parte del sistema giuridico italiano”. La questione dell’applicazione delle misure alternative e del trattamento nei confronti degli immigrati irregolari è il problema centrale che attanaglia gli operatori carcerari. Da una parte c’è la legge prevede come diritto di ogni cittadino detenuto, anche degli immigrati, la rieducazione e il reinserimento - ha spiegato Annunziata Passannante, vice direttore del carcere di San Vittore -; dall’altra, gli operatori carcerari investono molte energie con detenuti immigrati che al termine della pena, verranno di certo espulsi. Cosa dobbiamo fare? Smettere di preoccuparci dei detenuti immigrati?”. Secondo Paolo Bonetti, docente di diritto costituzionale all’università Bicocca, intervenuto all’incontro: “Il 75 per cento per cento dei detenuti stranieri è sprovvisto di permesso si soggiorno. Per loro non ci sono speranze per un reinserimento e a fine pena scatterà l’espulsione”. Secondo Francesco Maisto, sostituto procuratore di Milano: “Il trattamento nei confronti dei detenuti stranieri va fatto comunque, nonostante la Boss-Fini, perché la legge lo prevede”.

 

22. IMMIGRATI: Eurispes, 3 mln in Italia, 600mila i clandestini. (AGI), roma, 9 OTTOBRE 2003. Sono piu' di 3 milioni gli immigrati presenti in Italia: ai 2,5 milioni censiti 'ufficialmente', vanno sommati infatti almeno 600mila clandestini che non hanno la possibilita' o la volonta' di regolarizzare la loro presenza nel nostro Paese. La stima e' dell'Eurispes, che all'indomani dell'apertura al diritto di voto agli stranieri del vicepremier Fini aggiorna la contabilita' dell'immigrazione straniera in Italia. Incrociando gli archivi di Polizia, Inps e Inail, e depurando i dati delle doppie e triple iscrizioni - spiegano i ricercatori dell'Istituto - si ha un totale di 1.877.180 extracomunitari ai quali vanno aggiunti i 700mila che hanno presentato domanda di regolarizzazione in base all'ultima sanatoria varata dal Governo: la colonia piu' numerosa e' quella marocchina con 257.513 unita', seguita dagli albanesi (138.653), dai filippini (113.621) e dai rumeni (84.830). «All'appello, tuttavia - afferma il presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara - mancano ancora circa 600mila clandestini: per lo piu' persone impegnate nei settori dell'agricoltura, dei servizi, dell'edilizia ma anche una quota non irrilevante di persone che ritengono transitoria la loro permanenza in Italia, che giudicano cioe' il nostro Paese un ponte di passaggio o perche' hanno deciso di trasferirsi in Canada, Usa o in Nord Europa, o perche' giudicano non conveniente dal punto di vista economico essere assoggettati alle leggi giuslavoristiche e fiscali italiane». Per l'Eurispes, la posizione assunta dall'onorevole Fini «e' in linea con le esigenze sociali ed economiche del Paese e costituisce una vera e propria svolta in direzione di una moderna politica dell'accoglienza e dell'integrazione». Secondo Fara, in particolare, il passo successivo dovrebbe essere quello di liberalizzare gli ingressi degli immigrati: riceverli non sulle spiagge di notte, ma nei porti di giorno«. Un provvedimento che »avrebbe l'immediato effetto di impoverire le organizzazioni criminali che spesso creano un vero e proprio bisogno indotto di emigrare verso l'Italia«. Il »fabbisogno annuo di immigrati«, per la nostra economia, puo' essere stimato in almeno 100mila unita', avverte l'Istituto. Mentre il livello di presenze degli immigrati in altri Paesi Ue resta decisamente superiore a quello italiano. Risultato: »quand'anche i flussi immigratori assumessero davvero dimensioni preoccupanti, l'ufficialita' e la trasparenza degli ingressi consentirebbe l'immediato riconoscimento degli immigrati, anche attraverso il rapido rilascio di una carta di identita' e la possibilita' di selezionarli identificando gli indesiderabili

 

23. IMMIGRAZIONE - Mutuo agli stranieri: in molti sognano di comprar casa. Ricerca della Fondazione Giordano dell'Amore. (Redattore Sociale), MILANO, 9 ottobre 2003. Sogno quasi impossibile per gli italiani, figurarsi per gli stranieri. Acquistare una casa è impresa difficile, eppure, anche nei giorni in cui a Milano si parla e si litiga sulla mancanza di alloggi per stranieri, di strutture di prima accoglienza e appartamenti a prezzi accessibili, c’è una realtà poco conosciuta: quella degli immigrati che vogliono comprar casa. Una ricerca della Fondazione Giordano dell’Amore, condotta nel 2002, ha rivelato che oltre il 34 per cento degli immigrati provvisti di conto in banca hanno chiesto di accedere a un mutuo. E nelle agenzie immobiliari è in crescita il numero di stranieri che cercano informazioni sulle possibilità di acquistare un alloggio. Una realtà che cede il passo alle esigenze di quanti un tetto non ce l’hanno, ma che mette in luce anche l'esistenza di un potenziale mercato immobiliare che ha per protagonisti gli extracomunitari da più tempo in Italia. Secondo i dati della ricerca, però, oltre un terzo degli stranieri che vorrebbero comprar casa, si sono sentiti rispondere ‘no’ dalle banche, come accade a quanti, molti, non possano offrire le onerose garanzie richieste. ”Bisogna individuare sistemi di accesso al credito, diversi dai normali istituti bancari che chiedono troppe garanzie prima di concedere un mutuo”, sostiene Giuseppe Sala, direttore della Fondazione San Carlo che da anni si occupa di interventi a sostegno di persone svantaggiate. Intanto opera da tempo, a Verona, la cooperativa “La casa per gli extracomunitari”. Molte associazioni fanno da intermediari per la stipula di contratti d’affitto, mentre la Casa dà una mano anche a quanti vogliano comprare un’abitazione, ma non possegga i requisiti sufficienti per ottenere un mutuo. A partire da questa esperienza, la cooperativa, che si occupa anche di alloggiare persone svantaggiate in abitazioni ristrutturata e affittate a prezzi vantaggiosi, ha stabilito un'alleanza con Banca popolare etica (Bpe). In questo modo chi vuole acquistare una casa, ma per le banche non ha i ‘requisiti’, può ottenere le garanzie richieste grazie a Bpe (l’impegno di Banca etica si è aggirato finora intorno ai 90mila euro di crediti), che si impegna a ‘coprire’ quella parte di mutuo (secondo l’esperienza circa il 30 per cento) che l'acquirente non può garantire in anticipo

 

24. Un progetto di microcredito sociale rivolto anche agli stranieri. (migranews.org), 8 ottobre 2003. Nella mattinata di oggi si svolgerà a Torino, presso la sede di rappresentanza della Compagnia di San Paolo, la presentazione ufficiale del Progetto di microcredito sociale finanziato dalla Compagnia stessa. Si tratta di un'iniziativa che riguarderà quattro aree del Paese e i destinatari dell'intervento saranno giovani alla prima occupazione, uomini e donne che vorrebbero entrare o rientrare nel mercato del lavoro e migranti, tutti/e cittadini/e con grandi difficoltà nell'accesso al credito. L'intento è di offrire l'opportunità di creare una micro-impresa o di frequentare corsi di orientamento professionale finalizzati all'occupabilità.  Al progetto collaborano le banche Sanpaolo IMI e Sanpaolo Banco di Napoli, col compito di erogare il credito, oltre a quattro enti territoriali di riferimento, con il ruolo di seguire l'attività istruttoria, di verifica e di tutoraggio. Si tratta della più ampia iniziativa di microcredito in Italia, visto che riguarderà i territori delle province di Genova, Roma e Napoli e dell'Arcidiocesi di Torino (che comprende parte delle province di Torino, Cuneo ed Asti).  In particolare a Roma il progetto interesserà la Fondazione risorsa donna che, insieme ad alcune associazioni di donne migranti, ha già monitorato "la potenziale domanda di microcredito e la reale offerta, ricostruendo il percorso di vita dell'immigrato e le specifiche esigenze di sostegno finanziario per inserirsi, lavorare, riunire la famiglia, mettersi in proprio" come aveva già spiegato Silvia Costa, presidente del comitato scientifico della Fondazione, nel corso del convegno "Sostenibilità d'impresa: il modello italiano" svoltosi quest'anno all'Università Luiss.  Nella capitale è prevista per la fine di ottobre una presentazione del progetto che in questo caso riguarderà le donne migranti, secondo gli obiettivi principali perseguiti dall'organizzazione risorsa donna, come la centralità della presenza femminile nel sistema sociale ed economico e la diffusione della cultura del risparmio consapevole e del finanziamento etico.

 

25. IMMIGRAZIONE - Ancora in calo gli studenti stranieri nelle università italiane: su 5.394 iscritti quest'anno, 3.228 provengono da paesi non comunitari. La denuncia dell'Ucsei. (Redattore Sociale), ROMA, 8 ottobre 2003. Su 5.394 studenti stranieri che si sono iscritti quest'anno all'Università, 3.228 provengono da paesi non comunitari: in testa gli albanesi, in coda gli africani. "I numeri più bassi in Europa, che diminuiscono rispetto al passato, perché manca una considerazione attenta e positiva nei confronti di questi universitari da parte delle autorità italiane", denuncia mons. Remigio Musaragno, presidente dell'Ucsei (Ufficio centrale studenti esteri in Italia). “L’Italia è ancora prevalentemente occupata in politiche di accoglienza e di primo inserimento – prosegue – e lo fa con un certo affanno. Coloro che emigrano in Italia per ragioni di studio vengono da qualche tempo considerati come una esigua minoranza di privilegiati di cui non vale la pena occuparsi”. Di fatto, constata il presidente dell’Ucsei, “nessuna legge è mai stata fatta per dare un’identità più precisa allo studente internazionale e per valorizzarne il ruolo di ponte tra le culture, di soggetto rilevante per i progetti di collaborazione interuniversitaria e di cooperazione allo sviluppo, di attore di interventi di educazione allo sviluppo nelle scuole italiane e nelle nostre comunità civili”. Inoltre sono in drastico calo le borse di studio: 600, di cui 400 rinnovi; a questo proposito il Ministero degli Esteri ha dichiarato – riferisce Musaragno – che “non si giustificherebbe un impegno italiano in questo senso perché si è riscontrata la tendenza degli studenti a non fare ritorno nei paesi di origine: come se il ritorno stesso non fosse reso più possibile proprio da una politica di valorizzazione dello studente internazionale, capace di promuovere e sostenere percorsi personalizzati di rientro, in un quadro di cooperazione con il suo paese di origine”. Ancora troppe, secondo il presidente dell’Ucsei, “le pastoie burocratiche, i tempi e le procedure per riconoscere i titoli di studio, la carenza di opportunità di accedere a un alloggio a prezzi contenuti, l’obbligo di rinnovare il permesso di soggiorno anno per anno, le peripezie per ottenere il permesso di rientrare nel proprio paese durante l’arco degli studi, con il rischio di non riuscire più a rientrare”. Ostacoli collegati anche alla “completa mancanza di coordinamento tra i 3 ministeri interessati: Esteri, Istruzione-Università e Ricerca, Interno”. Invece, conclude Musaragno, offrire possibilità di studio negli atenei italiani a giovani stranieri “è un investimento straordinario per sviluppare i percorsi di integrazione delle culture, dei saperi e delle stesse comunità locali e nazionali, per ridurre le distanze e le diffidenze”.

 

26. IMMIGRAZIONE – Circa 600mila i clandestini in Italia. Fara (Eurispes): ''Meglio i porti di giorno che le spiagge di notte'' (Redattore Sociale) 8 ottobre 2003 ROMA - Liberalizzare gli ingressi degli immigrati: riceverli non sulle spiagge di notte, ma nei porti di giorno: è la convinzione del presidente di Eurispes Gian Maria Fara, secondo cui all’apertura dell’on. Fini ora occorre far seguire i fatti. “Tale provvedimento – ha spiegato – avrebbe l’immediato effetto di impoverire le organizzazioni criminali che spesso creano un vero e proprio “bisogno indotto” di emigrare verso l’Italia. Un accesso ben regolato e alla luce del sole, provocherebbe una caduta della domanda di immigrazione, almeno per quanto riguarda la componente indotta, ma non solo”.Per Fara la clandestinità per chi vive in Italia senza alcuna “vocazione” criminale non avrebbe più ragione d’essere, “per cui lo stato sarebbe pienamente legittimato ad usare un atteggiamento ancora più “deciso” nei confronti di una clandestinità residuale”. Diverso la questione profughi politici che nella loro fuga impiegano “mezzi di trasporto non convenzionali” ma si chiede il presidente di Eurispes “non si vede cosa impedisca un arrivo nei porti e cosa suggerisca loro un approdo sulle spiagge”.Gli extracomunitari in Italia ammontano a circa 2,5 milioni, ma secondo le stime dell’Eurispes sono circa 600mila i clandestini, dato che innalza la cifra degli immigrati presenti nel nostro Paese a più di 3milioni di unità. Sono soprattutto lavoratori irregolari impegnate nei settori dell’agricoltura (soprattutto nel Mezzogiorno), dei servizi (ristorazione e bar), dell’edilizia (manovali) e da una quota non irrilevante di persone che ritengono transitoria la loro permanenza in Italia.

 

27. MINORI - Preoccupano le condizioni di 1,2 miliardi di adolescenti: il 58% vive con meno di 2 dollari al giorno. L'allarme del Rapporto dell'Unfpa (Redattore Sociale) 8 ottobre 2003 ROMA - Preoccupano le condizioni di vita di 1,2 miliardi di adolescenti nel mondo (10-19 anni): il 58% vive con meno di 2 dollari al giorno, 1 ogni 14 secondi contrae l’Hiv/Aids; 153 milioni sono analfabeti, il 62% sono femmine; tra i 100 e 250 milioni vivono in strada. A lanciare l'allarme è il “Rapporto sullo stato della popolazione nel mondo 2003” dell’Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione. Lo studio, pubblicato in Italia dall'Aidos, è stato presentato stamani alla Sala della Stampa Estera. Appare prioritario investire nella salute e nei diritti degli adolescenti, la più grande generazione di giovani mai esistita nella storia dell'umanità. L'Unfpa li "definisce la più grande sfida del XXI secolo", fotografando in dettaglio il quadro completo delle loro condizioni di vita. Il rapporto fornisce dati il più esaustivi possibile - a livello mondiale - su quanto riguarda giovani e povertà, analfabetismo, mutilazioni sessuali, matrimoni forzati e precoci, violenza. In particolare, risulta drammatica la condizione delle giovani donne: 82 milioni di ragazze sono costrette sposarsi tra i 10 e i 17 anni; 5 milioni di ragazze tra i 15 e i 19 anni sono rimaste incinte e hanno abortito in condizioni a rischio e senza assistenza sanitaria. Quindi “la salute sessuale e riproduttiva non è soltanto una scelta individuale: è una questione di sviluppo e un fondamentale diritto umano. Investire nella salute e nei diritti degli adolescenti è una scelta necessaria ma anche, dati alla mano, economicamente vantaggiosa”. Se quasi la metà dei nuovi casi di infezione da Hiv avvengono tra giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, solo 44 paesi sui 107 monitorati hanno incluso la prevenzione dell’Aids nei programmi scolastici. In Uganda, invece, l’istruzione si è dimostrata efficace nel ritardare l’inizio dell’attività sessuale: nel 2001 in un distretto scolastico solo il 5% degli studenti tra i 13 e i 16 anni ha affermato di aver avuto rapporti sessuali: una percentuale che nel 1994 saliva al 64%. In Ghana un programma di educazione sull’Aids ha coinvolto 75mila ragazzi dentro e fuori dalle scuole, compresi i ragazzi di strada.(lab)

 

28. BOSSI: voto a immigrati? Cosi' si va al voto anticipato interviste a Corriere della sera, Repubblica, Stampa, Padania (ANSA) - ROMA, 8 OTT - "Faccio molta fatica a seguire questo Fini - confessa il leader della Lega Umberto Bossi nell'intervista al CORRIERE DELLA SERA - Che ragione c'é di mettere in discussione una legge che insieme abbiamo concordato e firmato? Vallo a capire. Le sue frasi mi imbarazzano"."Fini sa bene - continua il senatur - che sono cose per niente realizzabili. E allora per quale motivo simili uscite? (...) Il patto elettorale prevede cose molto chiare in tema di immigrazione, cose che abbiamo persino ammorbidito ed emendato per accontentare quanti hanno venduto il loro Gesù Cristo. E io dovrei mettermi a discutere. Sono contrarissimo"."Se davvero si insiste su una strada del genere rispondo così: andiamo in Parlamento - dice Bossi - e Fini e l'Udc votino con la sinistra. E' chiaro che la Lega se ne va, c'é la crisi e il giorno dopo ci sono le elezioni anticipate".Anche su REPUBBLICA il ministro per le Riforme Istituzionale minaccia la crisi di governo e le elezioni anticipate se si dovesse votare in Parlamento la legge che prevede il voto agli immigrati. "Chi non è stato eletto dal popolo non deve andare al governo - sottolinea Bossi che poi aggiunge: "Non c'é nessun presidente che possa fare un governo tecnico con vecchi ammennicoli. (...) Se questo sono prove di ciò che potrebbe accadere a gennaio-febbraio, si ricordino che Berlusconi è gagliardo e Bossi non crolla per quattro colpi. E che al governo c'é gente gagliarda".Nell'intervista alla STAMPA, Bossi ritorna sulla dichiarazione di Fini: "A me sembra ansiosa di qualcosa, roba da Rotary o da Vaticano, il vecchio desiderio di fare politica in doppiopetto. (...) Quello che vedo è che da mesi c'é una rissosità che definisco indotta. Prima l'Udc, adesso questa roba qui. E' una rissosità che vuol far passare l'immagine di un governo che non ce la fa. E Berlusconi ha vinto per l'immagine". "Mi pare evidente - dice il leader della Lega nell'intervista alla PADANIA - che l'uscita di Fini sia concordata con altri partiti anche della coalizione di governo". (ANSA)

 

29. IMMIGRAZIONE: Maroni, voto? ci sono problemi piu' urgenti in base alla costituzione vota solo chi ha la cittadinanza (ANSA) - ROMA, 8 OTT - "Ci sono tanti altri problemi più urgenti da affrontare che riguardano gli immigrati". Così il ministro del Lavoro, Roberto Maroni, risponde ai giornalisti che gli chiedono se è d' accordo sull' idea di far votare gli immigrati alle elezioni amministrative, come proposto da Gianfranco Fini. Maroni ricorda: "C'é un articolo della Costituzione, il 48, che stabilisce il diritto di voto per i cittadini italiani. Se si vuol dare il voto agli immigrati bisogna cambiare la Costituzione". Ai giornalisti che gli ricordavano che a suo tempo aveva parlato della possibilità di far votare gli immigrati, Maroni nega ricordando che alla università Bocconi aveva detto solo "un'assoluta ovvietà: chi diventa cittadino italiano acquisisce anche il diritto a votare". "La nostra posizione - sottolinea il ministro leghista - è che solo ai cittadini italiani, così come prevede la Costituzione, sia dato il diritto di voto. C'é già una legge che disciplina l'ottenimento della cittadinanza italiana e ci sono dei cittadini extracomunitari che sono diventati italiani e ora hanno acquisito il diritto a votare". "Comunque - ribadisce Maroni - ci sono tanti altri problemi più urgenti anche solo rimanendo nell' ambito dei cittadini extracomunitari. C'é il problema della casa, che spesso non hanno, c'é il problema della perdita del lavoro e il problema della delinquenza, che ovviamente non riguarda solo loro". "Insomma - conclude il ministro - ci sono tanti altri problemi prima di parlare del tema del diritto di voto. Ci sono tutti i problemi dei cittadini italiani, quali l' inflazione, il caro-vita, le pensioni... Di questo mi pare ci dobbiamo occupare prima di ogni altra cosa".

 

30. IMMIGRAZIONE: Mantovano, chi critica fini e' fermo al 2000 situazione molto cambiata, si sta uscendo da emergenza (ANSA) - ROMA, 8 OTT - "Sorprende che i critici della proposta di Fini siano ancora fermi all'album fotografico del 2000 e non colgano gli effetti positivi che la 'Fini-Bossi' ha già iniziato a provocare". Così il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano commenta all'Ansa le polemiche nate in seguito alle dichiarazioni del vicepremier Gianfranco Fini che ha parlato di tempi maturi per discutere di diritto di voto per gli immigrati. "La vicenda dell'immigrazione - ha proseguito Mantovano - in Italia come in tutto il mondo, non è mai sintetizzabile in una fotografia; può essere percepita nei suoi tratti essenziali se si fa riferimento a un filmato". E nel filmato, ha aggiunto, "é inevitabile che cambino le immagini e le scene: anche grazie alla nuova legge, oggi rispetto a un anno fa, ci sono molti più immigrati regolari e molti clandestini in meno; dunque, si sta progressivamente uscendo da quella situazione di quotidiana emergenza che in passato rendeva improponibili discorsi diversi dal contrasto alla clandestinità ". (ANSA).08-OTT-03 12:08

 

31. MINORI – Secondo l'Oil sono 246milioni i bambini sfruttati sul lavoro, il 60% ha tra i 5 e i 14 anni. Primo congresso mondiale sul tema (Redattore Sociale) 7 ottobre 2003  FIRENZE - Cinquecento bambini “ex lavoratori” per dire che la piaga del lavoro minorile può essere sconfitta. Saranno loro – bambini e ragazzi da più di 100 stati del mondo tra i 13 e il 17 anni che hanno conosciuto schiavitù e violazioni dei diritti e ne sono usciti – i protagonisti del I° Congresso Mondiale sullo sfruttamento del lavoro minorile, presentato oggi a Firenze, che avrà luogo nel capoluogo toscano dal 10 al 12 maggio 2004. Organizzato dalla ong Manitese (dal 2000 coordinatore europeo del movimento internazionale “Global March against Child Labour”), in collaborazione con i sindacati Cgil, Cisl, Uil, e con il patrocinio di Regione Toscana e Comune di Firenze, l’iniziativa vedrà coinvolti insieme ai bambini rappresentanti dei governi, dell’Unione Europea e, fra gli altri, Onu, Unicef, Banca Mondiale e Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL).E’ proprio l’Oil che lancia dati ad illustrare un fenomeno dalle proporzioni vaste e che necessita di azioni incisive da parte della comunità internazionale. Sono almeno 246 milioni i minori sfruttati a tempo pieno nel mondo, e di questi almeno 186 milioni hanno un’età compresa tra i 5 ed i 14 anni. La maggior parte di loro si concentra in Asia (61%) - in particolare India, Pakistan, Bangladesh, Thailandia – il 32% in Africa ed il 7% in America Latina. Ben 80 milioni di bambini lavorano nelle miniere, nell’edilizia, in attività tessili e secondo le stesse stime Oil il 5% dei bambini sotto i 15 anni lavora per le multinazionali. Il quadro si completa facendo riferimento alle possibilità di accesso al diritto all’istruzione, ritenuta l’arma più efficace per combattere il coinvolgimento dei minori nella spirale che porta allo sfruttamento. Nel mondo sono almeno 115 milioni i bambini che non hanno mai frequentato la scuola (37% nell’Africa Sub-Sahariana), mentre 150 milioni hanno iniziato la scuola primaria ma hanno abbandonato gli studi prima di imparare a leggere e scrivere e i due terzi sono bambine. Il Congresso sarà l’occasione per consentire la partecipazione attiva dei bambini, che faranno proposte e presenteranno quesiti alle autorità internazionali presenti, ribadire ai governi le promesse fatte ratificando le Convenzioni Oil (in particolare la 182 del 1999 sulle forme peggiori di lavoro minorile), fare pressione sulle Organizzazioni internazionali perché sostengano i programmi di lotta allo sfruttamento in modo concreto, stabilire un comitato permanente di bambini e ragazzi per facilitare l’attuazione dei risultati prodotti dalla conferenza. A conclusione del congresso, il 13 maggio, si svolgerà a Firenze la marcia dei bambini, che dal 14 al 16 maggio saranno ospitati dagli enti locali del territorio regionale.

 

32. IMMIGRAZIONE: CNEL, assicurare cittadinanza legale forum terzo settore, troppe difficolta' per ricongiungimenti (ANSA) - ROMA, 7 OTT - La Costituzione europea deve assicurare una cittadinanza legale ai cittadini extracomunitari: é il messaggio del Cnel, elaborato sulla base delle istanze emerse nella conferenza europea sulle politiche per l' immigrazione, che si è conclusa oggi e che ha visto a confronto istituzioni centrali e locali, forze sociali e ong. "Occorre un cambiamento profondo di indirizzo politico - ha affermato Giorgio Alessandrini, vicepresidente dell'organismo nazionale di coordinamento delle politiche di integrazione sociale degli stranieri del Cnel - che recuperi un giusto equilibrio tra politiche di accoglienza civile e politiche di sicurezza. E' necessario rafforzare la politica dell' Ue su altri punti". In particolare, "la necessità di una politica estera fortemente orientata al riequilibrio dello sviluppo dei paesi vicini, nel mediterraneo e a est, e dei paesi del sud del mondo, con l'affermazione dei diritti umani e democratici". Per il Cnel, inoltre, serve un quadro giuridico comune che tenga conto dei caratteri strutturali della nuova immigrazione, escludendo precarietà di diritti e di status e assicurando una cittadinanza legale, rigorosamente fondata sui valori e principi della Costituzione europea. Alla conferenza, il portavoce del Forum del terzo settore, Edo Patriarca, ha criticato la legge Bossi-Fini per le difficoltà che incontrano gli immigrati sui ricongiungimenti familiari (elemento ritenuto fondamentale per l'integrazione) e per la mancata convocazione dei tavoli di confronto su questi temi. Ha, fra l'altro, invitato il governo a investire maggiormente sui giovani immigrati, circa 150 mila

 

33. ECONOMIA – Rapporto Social Watch: 24 Stati africani lontani dalla media mondiale della speranza di vita; solo 4 su 157 paesi riescono a garantire l'accesso all'acqua (Redattore Sociale) 7 ottobre 2003  ROMA – In Africa 24 paesi restano lontani dalla media mondiale della speranza di vita (60 anni), a causa di Aids, malnutrizione e conflitti; solo 61 paesi su 192 hanno raggiunto l'obiettivo di non superare il 70 per mille di bambini che non arrivano a 5 anni. In Iraq, Yugoslavia e Ungheria l'assunzione delle calorie si è ridotta della metà nell'ultimo anno. Soltanto 4 su 157 paesi riescono a garantire l'accesso universale all'acqua. Sono alcune delle cifre raccolte nel Rapporto 2003 di Social Watch, presentato oggi alla Sala Gonzaga del Campidoglio nel corso del Forum internazionale “L’Europa e il debito dei paesi poveri”, promosso da Sdebitarsi e Movimondo.Per quanto riguarda l’accesso universale all’istruzione, misurato sulla base del tasso di iscrizione dei bambini in età scolare, su 132 paesi di cui si hanno dati 24 sono in regressione, 36 stanno progredendo ma non in modo sufficiente e appena 19 sono in rapida progressione. Il completamento dell’istruzione primaria, invece, è valutato sulla percentuale dei bambini che concludono il quinto anno di scuola. Su 130 paesi, meno della metà sono in grado di fornire dati successivi al ’97; circa il 30% registrano un regresso, al contrario il 37% sta progredendo (ma il 10% a ritmo insufficiente). Tuttavia in molti paesi africani “si notano arretramenti”, come in India; in 24 paesi che avevano raggiunto l’obiettivo nel ’90 si sono verificati alcuni peggioramenti e in alcuni casi la percentuale è scesa sotto l’80%, come in Ungheria, Gibuti, Zimbabwe e Senegal. Per definire la sicurezza alimentare si è considerata l’assunzione giornaliera di calorie: il 70% dei 155 paesi di cui sono disponibili i dati registrano dei progressi. Invece sull’accesso universale ai servizi sanitari i dati sono disponibili solo per 55 paesi, in 19 dei quali si è registrato qualche progresso. Sul controllo e sradicamento delle malattie, il parametro preso come riferimento è quello delle vaccinazioni infantili, mentre le malattie considerate sono tubercolosi, difterite, poliomielite e morbillo. Su 152 paesi, la metà ha avuto un progresso a un ritmo sufficiente per raggiungere l’obiettivo della vaccinazione per tutti i bambini, ma restano 46 i paesi con un miglioramento insufficiente, mentre 30 stanno regredendo.Sull’accesso universale all’acqua potabile, 8 paesi segnano un arretramento: tra questi Argentina, Haiti, Burkina Faso ed Etiopia dichiarano un peggioramento grave.

 

34. ECONOMIA - Un'economia mondiale alla rovescia, ''Hood Robin'', che toglie ai poveri per dare ai ricchi. Il rapporto 2003 di Social Watch, presentato oggi, analizza gli squilibri in circa 200 paesi (Redattore Sociale) 7 ottobre 2003 ROMA - Un'economia alla rovescia, "Hood Robin", che toglie ai poveri per dare ai ricchi. Il rapporto 2003 di Social Watch – dal titolo "Privatizzare i servizi. Il costo sociale" - analizza gli squilibri sociali e non solo in circa 200 paesi del pianeta. Lo studio è stato presentato stamani alla Sala Gonzaga del Campidoglio, nel corso del Forum internazionale “L’Europa e il debito dei paesi impoveriti”, promosso da Sdebitarsi e Movimondo e patrocinato dal Comune e dalla Provincia di Roma.“Il trasferimento annuale netto di risorse finanziarie ai paesi in via di sviluppo è stato sempre negativo dal ’97, secondo la relazione del segretario generale Onu Kofi Annan all’Assemblea generale del 2002 – dichiara nella Prefazione al volume Roberto Bissio, coordinatore di Social Watch -. Le statistiche generali e i rapporti nazionali del Rapporto 2003 mostrano chiaramente che le promesse fatte in materia di sviluppo non sono state mantenute”.Costituita da 200 ong e reti internazionali presenti in 60 paesi del nord e del sud del mondo, la rete Social Watch nasce nel 1995 con l’impegno preciso di monitorare costantemente i comportamenti dei governi, evidenziando progressi e regressi rispetto agli obiettivi dichiarati in tema di sviluppo sociale. Un impegno che si traduce nella pubblicazione annuale del Rapporto: sulla base di dati forniti dalle più autorevoli fonti ufficiali, lo studio costituisce un dettagliato strumento di conoscenza per la società civile sullo stato del pianeta. I promotori dell’edizione italiana del Social Watch 2003 sono i membri della Coalizione italiana, formata da Mani Tese, Movimondo, Acli, Arci, Sbilanciamoci, Unimondo, Fondazione culturale responsabilità etica. Come evidenziano i dati raccolti, “oltre la metà della popolazione mondiale vive in condizioni di povertà. Eppure le risorse necessarie per eliminare questo grave problema sono abbondanti – afferma il Rapporto -; un’adeguata alimentazione e istruzione di ogni bambino e un’adeguata assicurazione dei servizi sanitari ad ogni madre richiederebbero solo una minima percentuale delle fortune personali di alcuni degli uomini più ricchi del pianeta”

 

35. IMMIGRAZIONE - Ong europee chiedono al Parlamento di opporsi ad una direttiva contraria ai diritti degli stranieri (Redattore Sociale) 7 ottobre 2003 ROMA - Il Parlamento europeo deve opporsi all'entrata in vigore di una direttiva contraria ai diritti fondamentali degli stranieri. E’ quanto chiede un cartello di Ong europee tra cui il Coordinamento europeo per i diritti degli stranieri a vivere in famiglia, che hanno lanciato un appello al Parlamento europeo perché chieda l’annullamento, davanti alla Corte di Giustizia delle Comunità europee, della direttiva relativa al ricongiungimento famigliare degli stranieri appena adottato dal Consiglio e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale (GUCE 03.10.03, L. 251, p.12). La direttiva iniziale, secondo i promotori approvata dalla maggior parte delle Ong, si è man mano trasformata rispetto alla versione proposta dalla Commissione europea il 1 dicembre 1999 (COM (1999) 638 finale) fino a svuotarsi di contenuto. "La terza versione proposta dalla Commissione (COM (2002) 225 finale, 2 maggio 2002) - spiega il Coordinamento europeo - rimette in causa il principio del diritto al ricongiungimento famigliare e viola un certo numero di diritti fondamentali garantiti soprattutto dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dalla Convenzione internazionale relativa ai diritti del bambino. Nel nuovo avviso espresso nel mese di aprile 2003 (Parlamento europeo A5-0086/2003, PE 319.245), il Parlamento europeo ha chiesto che i dispositivi più sfavorevoli agli stranieri siano corretti nel testo. Ma la direttiva era già stata oggetto di un accordo politico dei Quindici a partire già dal mese di febbraio 2003 (Consiglio « Giustizia e Affari interni », 27-28 Febbraio 2003) e i capi di Stato e di governo non hanno tenuto conto delle raccomandazioni del Parlamento”. Il Parlamento europeo ha la possibilità di ricorrere in appello alla Corte di Giustizia delle Comunità, qualora ritenga che un testo adottato dal Consiglio sia contrario ai principi difesi dal Trattato sull’Unione europea ed è quanto chiedono le ong e in particolale il Coordinamento che ha rivolto un’argomentazione al Presidente e ai membri della commissione giuridica del parlamento. Aderiscono all’appello Africa Faith and Justice Network (AEFJN), Caritas Europe, Churches’ Commission for Migrants in Europe (CCME), December 18, European Network Against Racism (ENAR) e circa 90 associazioni nazionali e locali della maggior parte dei 15 paesi dell’Unione sostengono questa iniziativa.

 

36. IMMIGRAZIONE: Fini, quote potrebbero sparire (ANSA) - ROMA, 7 OTT - "Non escludiamo affatto che in futuro, potrebbe essere questione di mesi, si possa fare a meno del meccanismo delle quote di ingresso". Lo ha detto il vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini nel corso delle conclusioni alla Conferenza sull'immigrazione che si è tenuta ieri e oggi al Cnel. Ricordando che la subordinazione tra lavoro e permesso di soggiorno è ormai una tendenza europea, ha precisato: "Si può pensare di far entrare in Italia tanti lavoratori quanti contratti sono disponibili. E' evidente che in questa logica il sistema delle quote è un problema che si pone". Il vicepremier ha aggiunto che la questione sarà esaminata al termine della regolarizzazione che è ancora in corso.

 

37. IMMIGRAZIONE: Fini, quote potrebbero sparire (2) (ANSA) - ROMA, 7 OTT - Il vicepremier ha rivendicato il principio principale della legge che porta anche il suo nome, che vincola il permesso di soggiorno con il possesso di un lavoro. "Non è solo una questione economica - ha precisato Fini - né una logica tardo capitalistica ma se vogliamo garantire la dignità degli immigrati dobbiamo garantire loro il lavoro. E del resto chi viene qui da paesi in cui fa la fame lo fa per lavorare".In tema di politiche sull'immigrazione, Fini ha ribadito la validità degli accordi bilaterali e delle iniziative di formazione nei paesi di origine. E - ha aggiunto - "non possiamo non distinguere in modo cogente il lavoratore integrato dal fenomeno dell'immigrazione clandestina. Non c'é più alcun paese che non faccia questa distinzione".Per Fini, il tema dell'integrazione è come rendere possibile, con la presenza di immigrati, "e come è accaduto in Canada e Usa, una società profondamente diversa. La sfida - ha concluso - è che fra 30 anni in Italia anche gli immigrati siano al vertice della società italiana".

 

38. IMMIGRATI: Fini, tempi maturi per voto amministrativo  (ASCA) - Roma, 7 ott - I tempi ''per discutere del voto amministrativo agli immigrati sono ormai maturi''. Fini ha rivendicato la bonta' della legge che porta il suo nome tracciandone, ad un anno dalla pubblicazione, un quadro sostanzialmente positivo. E questo anche dal punto di vista della inclusione e dei diritti dei cittadini immigrati. Il vicepremier ha, quindi, affermato che la strategia del governo e della legge e' quella di ''riconoscere i pieni diritti degli immigrati'' e che in questa ottica va vista anche la discussa parte nella quale si lega la permanenza nel nostro Paese alla dimostrazione di svolgere un lavoro. ''La legge puo' e deve essere migliorata, cosi' come accade in qualsiasi realta' dinamica - ha detto Fini - ma credo che se si vuole legare davvero solidarieta' e legalita' quest'ultima non possa essere vista solo come tutela degli italiani ma come pari dignita' di chi viene nel nostro Paese non solo come un ospite''. Secondo Fini la ''sfida'' del futuro per il nostro Paese sara' quella di ''fare in modo che tra 25-30 anni in Italia anche gli immigrati possano essere al vertice della nostra societa'. Il tema, quindi, - ha concluso - e' come far si' che ci sia vera integrazione per determinare cio' che e' accaduto in Usa e Canada, cioe' una piena integrazione e la costruzione di una societa' profondamente diversa dall'attuale''

 

 

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