dal
7 al 10 ottobre 2003
1.
IMMIGRAZIONE: Giovanardi, per il voto attiviamoci in Europa sono da sempre
favorevole - lettera a premier, Fini, Frattini (ANSA)
2. MINORI -
Dossier di Save The Children: 615mila i bambini e gli adolescenti che lavorano
nei campi di cacao (Redattore Sociale)
3. Campagna nazionale di Cgil Cisl e Uil per i diritti dei lavoratori immigrati. (migranews.org)
4. MINORI –
Stranieri non accompagnati. Il caso del comune di Scurcola Marsicana che
rischia il dissesto finanziario. (Redattore Sociale)
5. MINORI – Stranieri non accompagnati. Ragonesi (Anci): ''Siamo in assenza di una politica nazionale'' (Redattore Sociale)
6. MINORI –
Stranieri non accompagnati, riunito un tavolo ad hoc. L'allarme dei Comuni:
''Fenomeno non governato''. (Redattore Sociale)
7. WELFARE –
Finanziaria 2004. Le critiche degli assessori: reddito di ultima istanza,
minori non accompagnati, assegni familiari (Redattore Sociale)
8. RIFUGIATI
- Preoccupano l'Acnur le direttive europee da adottare durante la Presidenza
italiana su asilo e rifugiati. (Redattore Sociale)
9. POVERTA' –
Giornata mondiale dell'Alimentazione. La Fao: ''Un'alleanza contro la fame'' (Redattore
Sociale)
10. AFRICA –
Da Comboni all'arte: a Roma una mostra per dimostrare che l'Africa non è solo
fame, malattia e guerre (Redattore Sociale)
11. IRAQ:
riunione alla Farnesina sulla ricostruzione. (AGI)
12.
CLANDESTINI: operazione «Bosforo» questura Trieste. (agi)
13. La
Russa: "Sul voto agli stranieri potremmo decidere di votare per
l'opposizione". (Stranierinitalia)
14.
IMMIGRATI: Sindacati, proposta Fini e' da appoggiare. (AGI)
15. Per
Berlusconi il voto agli immigrati "non è compreso nei piani del
governo". An presenterà una proposta di legge costituzionale. (Stranierinitalia)
16.
Immigrazione: Fassino, fare insieme legge non e' inciucio non significa andare
poi ad accordi di governo, basta equivoci. (Ansa)
17.
Immigrazione: Tremaglia, si'a voto ora che c'e' per emigrati 'Fini si e'
svegliato. da sue parole emerge l'anima di An. (Ansa)
18.
RIFUGIATI - Se l'Acnur incoraggia il reinsediamento, dopo l'11 settembre sono
molti gli Stati ad aver introdotto norme restrittive sull'asilo (Redattore
Sociale)
19. Rifugiati e richiedenti asilo. L’Acnur presenta i suoi dati. (Migranews.org)
20. IMMIGRAZIONE – Circolare del Ministero dell'Interno cambia l'attuazione
della Bossi-Fini. Maggiore discrezionalità alle questure ( Redattore Sociale)
21. IMMIGRAZIONE – Nel 2004 gli immigrati a Milano saranno 300mila. I nuovi
scenari secondo la questura. Gli arresti ingiusti e l’assenza di misure
alternative (Redattore
Sociale)
22. IMMIGRATI: Eurispes, 3 mln in Italia, 600mila i
clandestini. (AGI)
23. IMMIGRAZIONE - Mutuo agli stranieri: in molti sognano di comprar casa.
Ricerca della Fondazione Giordano dell'Amore. (Redattore Sociale)
24. Un progetto di microcredito sociale rivolto anche agli stranieri. (Migranews.org)
25. IMMIGRAZIONE - Ancora in calo gli studenti stranieri nelle università
italiane: su 5.394 iscritti quest'anno, 3.228 provengono da paesi non
comunitari. La denuncia dell'Ucsei. (Redattore Sociale)
26. IMMIGRAZIONE – Circa 600mila i clandestini in Italia. Fara (Eurispes):
''Meglio i porti di giorno che le spiagge di notte'' (Redattore Sociale)
27. MINORI - Preoccupano le condizioni di 1,2 miliardi di adolescenti: il
58% vive con meno di 2 dollari al giorno. L'allarme del Rapporto dell'Unfpa (Redattore Sociale)
28. BOSSI: voto a immigrati? Cosi' si va al voto anticipato interviste a
Corriere della sera, Repubblica, Stampa, Padania (ANSA)
29. IMMIGRAZIONE: Maroni, voto? ci sono problemi piu' urgenti in base alla
costituzione vota solo chi ha la cittadinanza (ANSA)
30. IMMIGRAZIONE: Mantovano, chi critica fini e' fermo al 2000 situazione
molto cambiata, si sta uscendo da emergenza (ANSA)
31. MINORI – Secondo l'Oil sono 246milioni i bambini sfruttati sul lavoro,
il 60% ha tra i 5 e i 14 anni. Primo congresso mondiale sul tema (Redattore Sociale)
32. IMMIGRAZIONE: CNEL, assicurare cittadinanza legale forum terzo settore,
troppe difficolta' per ricongiungimenti (ANSA)
33. ECONOMIA – Rapporto Social Watch: 24 Stati africani lontani dalla media
mondiale della speranza di vita; solo 4 su 157 paesi riescono a garantire
l'accesso all'acqua (Redattore
Sociale)
34. ECONOMIA - Un'economia mondiale alla rovescia, ''Hood Robin'', che
toglie ai poveri per dare ai ricchi. Il rapporto 2003 di Social Watch,
presentato oggi, analizza gli squilibri in circa 200 paesi (Redattore Sociale)
35. IMMIGRAZIONE - Ong europee chiedono al Parlamento di opporsi ad una
direttiva contraria ai diritti degli stranieri (Redattore Sociale)
36. IMMIGRAZIONE: Fini, quote potrebbero sparire (ANSA)
37. IMMIGRAZIONE: Fini, quote potrebbero sparire (2) (ANSA)
38. IMMIGRATI: Fini, tempi maturi per voto
amministrativo (ASCA)
1. IMMIGRAZIONE: Giovanardi, per il
voto attiviamoci in Europa sono da sempre favorevole - lettera a premier, Fini,
Frattini (ANSA),ROMA,
10 OTT - "Già nel 1997, parlando in aula, io mi schierai favorevolmente
alla soluzione del voto nelle amministrative agli extracomunitari. Ma dissi allora, e ho chiesto anche
oggi in una lettera mandata a Berlusconi, a Fini e al ministro degli Esteri
Frattini, che il Governo italiano si attivi nel suo semestre con i paesi
europei per rendere omogeneo questo diritto di voto agli extracomunitari perché
oggi l' Europa è ad Arlecchino. Ogni paese ha una normativa diversa mentre
invece ritengo giusto che in tutti i paesi europei ci si muova nella stessa
maniera". Lo afferma il ministro Carlo Giovanardi, intervistato dal Gr3.
"Secondo me - propone l'esponente dell'Udc - la proposta Fini si può
attuare, però in parallelo ad una iniziativa europea per arrivare in tutti i
paesi europei alle stesse soluzioni e ricordo che dal '97 in avanti, quando
proposi questo in aula, per sei anni non e' accaduto nulla. Cioé il
centrosinistra per sei anni non ha né fatto la legge costituzionale né assunto
queste iniziative verso l' Europa che credo invece possano essere fattivamente
portate avanti durante il semestre di presidenza italiana dell' Unione
Europea".
2. MINORI - Dossier di Save The Children:
615mila i bambini e gli adolescenti che lavorano nei campi di cacao (Redattore Sociale), ROMA,10 ottobre 2003. Sono 615mila i bambini e gli
adolescenti che lavorano nei campi di cacao di Costa d’Avorio, Nigeria, Ghana e
Camerun. Il 64% di loro ha meno di 14 anni, 12mila non hanno legami familiari
con i proprietari dei campi e solo 5mila sono pagati. Sono alcuni dei dati
contenuti nel primo dossier dell’Osservatorio nazionale sui cicli di produzione
del cioccolato e violazioni dei diritti dell’infanzia presentato stamani a
Perugia nell’ambito della campagna “Cioccolato Positivo: + diritti + cacao”.
L’Osservatorio, composto da membri di Save the Children, TransFair e Comune di
Perugia, si occupa della ricerca, dell'analisi, dell'elaborazione e della diffusione
di rapporti aventi ad oggetto i cicli produttivi del cioccolato e il loro
impatto sui diritti dell'infanzia. In Costa d’Avorio, primo produttore mondiale
di cacao, arrivano ogni anno migliaia di minori vittime di una tratta che
riguarda tutta l’Africa Occidentale e in particolare il Mali e il Burkina Faso.
I bambini vengono ingaggiati per compensare la caduta dei guadagni e lavorano
fino a 1424 ore in un anno. Nelle zone rurali della Costa d’Avorio quattro
bambini su cinque lavorano nei campi di cacao anche per 35 ore alla settimana,
non frequentando la scuola e svolgendo mansioni spesso pericolose e nocive per
la loro salute come usare attrezzi taglienti, applicare i pesticidi,
trasportare i sacchi con le cabosse. I fattori che incidono sulla domanda di
manodopera minorile sono vari. La statura e l’abilità manuale dei bambini li
renderebbero più efficienti per determinate tipologie di lavoro. Inoltre i
minori sono molto più disciplinati e poco inclini a ribellarsi e quindi più
facili da controllare. Save the Children lavora sul campo nei Paesi
direttamente interessati al rapporto tra produzione di cacao e violazioni dei
diritti dei minori. In Burkina Faso è attiva una casa di transito per i minori
che fuggono dal lavoro nelle piantagioni e cercano di ricongiungersi alle
famiglie d’origine. Save the Children svolge inoltre un lavoro di informazione
presso le popolazioni locali per far conoscere a quale realtà vanno incontro i
ragazzi che partono in per il lavoro nei campi. Sono infatti moltissimi i genitori
che, in buona fede, affidano i propri figli ai reclutatori di bambini per i
campi di cacao. Save the Children collabora con i governi di Costa d’Avorio,
Mali e Burkina Faso per promuovere azioni concrete che realizzino un’effettiva
tutela dei diritti dei minori.
3. Campagna nazionale di Cgil Cisl e Uil
per i diritti dei lavoratori immigrati. (migranews.org), 10 ottobre 2003. In un documento del 3 ottobre
2003 inviato a tutte le strutture di Cgil, Cisl e Uil, i responsabili nazionali
immigrazione delle tre confederazioni sindacali, rispettivamente Giuseppe
Casadio, Oberdan Ciucci e Guglielmo Loy aprono una campagna di informazione,
sensibilizzazione e mobilitazione sui diritti dei lavoratori immigrati. Il
documento sindacale parte dal carattere strutturale dell’immigrazione per
effetto del crescente divario tra “primo” e “terzo” mondo e delle condizioni
inumane dalle quali fuggono i migranti, dal fatto che in Italia il fenomeno
comincia ad essere consistente dato che, già oggi, vi è un immigrato ogni 20
persone e dal fatto che l’Italia e tutta l’Europa hanno un bisogno vitale di
migranti per arginare il declino demografico ed economico altrimenti
irreversibile. Ne consegue che le politiche per l’immigrazione rappresentano
uno dei capitoli più importanti e strategici per il governo economico sociale
della moderna globalizzazione, che l’immigrazione non va considerata un
problema emergenziale o affrontata, come accade sistematicamente in Italia ed
in Europa, nell’ambito del capitolo sicurezza lotta alla criminalità e
terrorismo e quindi con una impostazione proibizionista. Pertanto occorre una
diversa politica per l’immigrazione che la affronti distintamente dalle
politiche di contrasto alla criminalità ed al terrorismo, il che «gioverà ad
affrontare meglio tutti e due gli argomenti - dicono Cgil, Cisl e Uil - ed avrà
un effetto educativo sulle conoscenze e coscienze dell’opinione pubblica. Una
politica diversa da quella dei “flussi programmati” contemplata dalle
legislazioni più avanzate in Europa, prevista in Italia dalla legge Turco-
Napolitano, si è rivelata, dapprima insufficiente e poi, alla luce delle nuove
norme della Bossi-Fini che l’hanno completamente neutralizzata, totalmente
fallimentare. La riprova è nelle 700 mila domande di regolarizzazione che
vogliono dire circa 200 mila ingressi irregolari l’anno». Le due parole chiavi,
le due politiche al centro del documento dei sindacati confederali sono
regolarizzazione e integrazione. «La scelta obbligata da perseguire – scrivono Cgil,
Cisl e Uil - è quella di un profondo cambiamento dei meccanismi che permettono
l’arrivo legale nel nostro Paese di lavoratori stranieri, nel senso di
permettere realmente l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, separando
l’obbligo al contratto di lavoro dalla condizione preventiva di possedere un
permesso di soggiorno. La cosa sarebbe possibile introducendo un sistema più
flessibile di regolarizzazione attraverso l’istituzione di un permesso
temporaneo di 6 mesi per ricerca lavoro così come auspicato da un documento del
Parlamento Europeo». «Un’altra scelta chiave – proseguono i sindacati
confederali – è quella della integrazione, inclusione, sociale, culturale e
civile. Un percorso di diritti e responsabilità esigibili sul territorio con un
protagonismo degli Enti Locali nel contesto di legislazione nazionale di
sostegno, rispetto a Welfare, scuola, formazione, casa, ricongiungimento
familiare, sanità e previdenza». Il diritto al voto deve diventare un
architrave di questa nuova cittadinanza. «Finché gli immigrati – dicono Cgil,
Cisl e Uil - non si occuperanno di politica con la partecipazione democratica
al voto amministrativo, la politica non si occuperà di loro». La campagna
sindacale, inoltre, ha l’obbiettivo di rivendicare un riesame generale della
legge Bossi-Fini, alcune modifiche alla stessa legge Turco – Napolitano ed una
più aperta normativa europea a partire dalla ratifica della la convenzione ONU
sui diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie del 18.12.1990
entrata in vigore a luglio di quest’anno, ma mai sottoscritta dai paesi
europei. La mobilitazione sindacale avrà un importante appuntamento nella data
del 18 dicembre, giornata internazionale del migrante.
4. MINORI – Stranieri non accompagnati.
Il caso del comune di Scurcola Marsicana che rischia il dissesto finanziario. (Redattore Sociale), ROMA, 10 ottobre 2003. Emblematico delle
difficoltà per gli enti locali di affrontare e gestire attualmente il fenomeno
dei minori stranieri non accompagnati è il caso del Comune di Scurcola
Marsicana, comune abruzzese di oltre 2300 abitanti. Un ragazzo di circa
diciassettenne anni, senza documenti di riconoscimento viene fermato, senza
biglietto, sull’autobus di linea che da Tagliacozzo va ad Avvezzano, esattamente
all’altezza del Comune di Scurcola Marsicana. L’autista lo affida alla stazione
dei Carabinieri del Comune; il ragazzo viene accompagnato in questura per gli
accertamenti ed il Tribunale per i minorenni dell’Aquila dispone che sia
affidato ad un centro di prima accoglienza per i minorenni di L’Aquila. La
retta a carico del Comune di Scurcola Marsicana è di 87 euro (al netto d’iva)
al giorno. Una cifra che all’amministrazione pare paragonabile “al soggiorno in
un albergo di lusso”, “sporpositata”, oltre che “socialmente ingiusta” perché
con la cifra spesa fino al compimento della maggiore età del ragazzo si
potrebbe far fronte a tante situazioni di disagio nel paese. La spesa annua da
sostenere per farsi carico del minore è di 38.106 euro. L’amministrazione ha
acceso mutui gravosi per la costruzione di opere pubbliche nel paese e questo
onere non atteso né previsto in bilancio rischia di procurare il dissesto
finanziario dell’ente. Viene avviata così la richiesta urgente di rimpatrio
assistito al Comitato Minori Stranieri. “Il Comune non ha la disponibilità
economica per il pagamento della retta – si legge nella delibera comunale -
soprattutto qualora questa dovesse prolungarsi fino alla maggiore età, né può
farvi fronte con le esigue risorse assegnate dalla Regione Abruzzo, peraltro
già destinate ad altri interventi”. Il rimpatrio assistito, come si spiega
anche la delibera, è l’unica strada percorribile in quanto in base alla legge
il minore straniero non accompagnato non può essere considerato un clandestino,
e quindi allontanato con le modalità previste in questi casi, inoltre non
esiste per legge l’obbligo di occuparsi di lui a tempo indeterminato. Quello
che più pare insensato al Sindaco di Scurcola Marsicana è proprio
l’obbligatorietà dell’accoglienza di un minore che non ha nessun legame, men
che meno culturale, con il territorio: “pare assurdo che fino a quando non si
definisca tale procedura, (il rimpatrio assistito n.d.r.) non di competenza
dell’ente, questo sia costretto a pagare la retta per l’accoglienza in base ad
una normativa centenaria, quella sul “domicilio di soccorso”, peraltro non
pensata per fattispecie del genere”. La delibera del giugno scorso chiama in
causa oltre al Comitato Minori Stranieri, la Presidenza del Consiglio dei
Ministri, il Ministero dell’Interno ed il Presidente della Regione e secondo
l’Anci essa è particolarmente preziosa perché mette in luce con chiarezza le
difficoltà attuali.
5. MINORI – Stranieri non accompagnati.
Ragonesi (Anci): ''Siamo in assenza di una politica nazionale'' (Redattore Sociale), ROMA, 10 ottobre 2003 ROMA – Comuni
impotenti, minori in stato di abbandono, politiche assenti a livello nazionale.
Sul tavolo del confronto tra Ministeri, Regioni e i Comuni, l’Anci porta
un’analisi del fenomeno che non lascia dubbi sulla necessità di trovare nuove
strategie comuni.“Siamo in assenza di una politica nazionale sui minori
stranieri non accompagnati - spiega Antonio Ragonesi dell'Anci - Dobbiamo
stabilire in linea di principio che è utile per il minore straniero non
accompagnato ritornare alla propria famiglia di origine. Un minorenne non può
che stare con la sua famiglia. Poi è logico che deve essere fatta una
valutazione caso per caso, perché sappiamo anche di famiglie che hanno venduto
i propri figli”. Questa acquisizione di principio che cambiamenti
comporterebbe sul piano pratico? “Attualmente un minore straniero intercettato sul territorio viene
segnalato al Comitato Minori Stranieri - che dovrà decidere se può rimane in
Italia o deve essere rimpatriato- dal Comune, che nel frattempo lo prende in
carico e lo inserisce in un progetto attivando per lui misure diverse
d’inserimento. Ma i tempi di decisione del Comitato sono lunghi: si deve
riunire, devono essere avviate le indagini familiari, poi ci si deve riunire
ancora per decidere sull’espellibilità. Invece se il principio che adottiamo è
quello che dicevamo, l’input è che l’indagine familiare scatti da subito e per
tutti, prima ancora di inserire il minore in un percorso di formazione che
comunque dovrà interrompere se viene espulso. Inoltre secondo noi dovrebbe
essere il Comune a farsi carico di avviare la documentazione necessaria per
l’indagine familiare e l’istruttoria per il rimpatrio. La decisione definitiva
poi spetterebbe sempre al Comitato”. I Comuni hanno sottolineato più volte
il peso economico della gestione del fenomeno. Questo rimane uno dei nodi
principali? “Si, ma non è
solo una questione economica. Il problema è che questi soldi vengono spesi
inutilmente, in servizi che non portano beneficio né al minore né alla comunità
perché manca una politica nazionale. Questo per noi è immorale e
insopportabile.” Dall’incontro
in Conferenza unificata è emerso qualche segnale in positivo rispetto alle
vostre richieste? “In sede
di confronto abbiamo sollevato le nostre perplessità, ma anche le nostre
proposte, tenuto conto delle legge vigente, per ripartire ruoli e
responsabilità tra Ministeri, Comuni e Regioni. Abbiamo riscontrato un
atteggiamento collaborativo dei Ministeri dell’Interno, Salute e Giustizia, ma
un ostacolo lo troviamo nel Welfare. Noi cerchiamo una collaborazione, non
vogliamo esprimere giudizio sul lavoro altrui, abbiamo solo fatto un’analisi
del fenomeno. Conosco bene anche il lavoro del Comitato Minori Stranieri, ma il
punto è che rischia di diventare un organo burocratico. L’Anci ora si farà
carico di stilare una bozza di accordo interistituzionale, di fare un’analisi
dei punti critici e una proposta operativa rispetto alla situazione attuale”.
6. MINORI – Stranieri non accompagnati,
riunito un tavolo ad hoc. L'allarme dei Comuni: ''Fenomeno non governato''. (Redattore Sociale), ROMA, 10 ottobre 2003. Un fenomeno
migratorio non governato a livello nazionale quello dei minori stranieri non accompagnati
e totalmente a carico delle autonomie locali che secondo un’indagine condotta
dall’Anci spendono circa 230mila euro all’anno per garantire servizi di
accoglienza e percorsi di inserimento e formativi. Trovare nuove linee per
definire una politica nazionale adeguata è dunque secondo i Comuni una
questione non più rinviabile, sia nell’interesse dei minori che delle comunità
che li accolgono. L’Anci ha
chiesto ed ottenuto un tavolo di confronto ad hoc presso la Conferenza
unificata che si è riunita il 7 ottobre scorso; ne fanno parte i ministeri
dell’Interno, della Salute, della Giustizia, degli Esteri e del Welfare,
insieme all’Anci e alla Regioni. L’obiettivo è arrivare ad esprimere una
strategia concertata. I Comuni chiedono prima di tutto che siano ridefiniti
ruoli e competenze a livello centrale e decentrato , visto che fino ad oggi
“l’assenza di una scelta politico–gestionale chiara e condivisa dalle
Amministrazioni centrali e locali sulla questione ha dato luogo a procedure
farraginose e inadatte ad esprimere un approccio coerente e complessivo al
fenomeno”: allo Stato il coordinamento interistituzionale, mentre ai Comuni la
responsabilità ma soprattutto gli strumenti per gestire i singoli casi. Uno di
questi riguarda la creazione di una rete di città, necessaria per condividere
le competenze acquisite dai Comuni maggiormente interessati al fenomeno. Lo
scopo è definire un sistema nazionale d’accoglienza, che garantisca, anche agli
enti locali non coinvolti in maniera forte e ai comuni più piccoli, un sostegno
nella presa in carico e certezze nell’istruttoria. Il fenomeno infatti riguarda
soprattutto alcune aree geografiche, una quindicina le zone più esposte tra
grandi città metropolitane del Centro Nord e centri di frontiera, marittima o
di confine. Conoscere la realtà di questa aree e cogliere le buone pratiche in
fatto di servizi consentirebbe di definire l’accoglienza in funzione dei
servizi esistenti su tutto il territorio, delle potenzialità ricettive ed
economiche dei Comuni e delle esigenze del minore stesso. Un’indagine condotta dall’Anci nel
maggio 2002 su un campione di 44 comuni ha evidenziato che dal 1999 al 2001 gli
enti locali hanno assistiti rispettivamente 1972, 3124 e 3008 minori e solo
nello scorso anno il 28% dei ragazzi assistiti sono stati a carico per almeno 6
mesi. Inoltre nei tre anni di riferimento questa percentuale è aumentata
progressivamente, cosi come è aumentata la spesa per minore straniero non
accompagnato a carico delle autonomie locali.
7. WELFARE – Finanziaria 2004. Le
critiche degli assessori: reddito di ultima istanza, minori non accompagnati,
assegni familiari (Redattore Sociale), ROMA, 10 ottobre 2003 ROMA – Entrando nel
merito degli articoli, gli assessori alle politiche sociali, riunitesi in
Conferenza, hanno evidenziato i punti critici e i nodi da rigettare.Il primo ad
essere affrontato è l’art.13, con cui viene istituito per legge il Dipartimento
nazionale per le politiche antidroga. “Lo Stato – affermano gli assessori in un
documento – oltre ad operare in una materia di competenza regionale, riaccentra
la gestione dei rapporti diretti con comunità terapeutiche e centri di
accoglienza, raccoglie informazioni e definisce metodologie e trasferimento
all’esterno delle informazioni sulle tossicodipendenze. Ciò crea confusione,
dispendio di risorse umane e finanziarie non tenendo conto dei complessi e
positivi rapporti creati e costruiti dalle Regioni e dagli enti locali con gli
enti autorizzati sulla materia. Inoltre, la materia viene scorporata dal
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per essere inserita nella
Presidenza del Consiglio, laddove sono trasferite anche le risorse finanziarie
strumentali ed umane con riappropriazione dei finanziamenti del Fondo di
intervento per la Lotta alla droga, che viene scorporato dal fondo sociale. Ciò
significa: ulteriore frammentazione delle competenze sociali tra diversi
Organi, riduzione del Fondo sociale con perdita delle economie di scala,
derivate da un’unica programmazione”.Critiche anche all’ormai famoso “Reddito
di ultima istanza”. “Con l’art.16 – affermano – si istituisce il Reddito di
Ultima Istanza. L’articolo non è chiaro, perché al primo comma fa riferimento
all’assunzione di tale misura nei limiti delle risorse preordinate, nell’ambito
del Fondo nazionale per le politiche sociali (con ulteriore sottrazione di
risorse). Nel secondo comma, invece, sembrerebbe che le risorse per il Rui
(Reddito Ultima Istanza, ndr) siano derivate dai contributi di solidarietà (3%)
a carico dei percettori di pensioni superiori a 80.397 euro annui. Sulla norma
si sono nutriti dubbi di incostituzionalità. Inoltre, non si comprende quale
sia la distribuzione territoriale della misura in quanto si fa riferimento ad
un generico concorso dello Stato alle Regioni che istituiscono tale reddito.
Non viene fatta menzione dell’Ente che provvede all’erogazione”.In merito al
reperimento di fondi per i minori stranieri non accompagnati, le Regioni
chiedono “che siano utilizzate aliquote dello 0,8 per mille per attuare quanto
sottoscritto dai Ministri responsabili per l’Infanzia, nella riunione europea
che si è svolta a Lucca nei giorni 25 e 26 settembre, in cui si è evidenziata
la necessità di ‘porre particolare attenzione ai bambini che sono maggiormente
a rischio di sfruttamento economico, incluso ad esempio le bambine ed i minori
migranti”. Inoltre, in termini generali di sviluppo delle Politiche Sociali, si
fanno presenti anche altri aspetti che coinvolgono l’Italia in ambito
internazionale. “Lo Stato italiano – viene evidenziato – nel Consiglio europeo
di Barcellona del marzo 2002 si era impegnato insieme agli altri Paesi d’Europa
a raggiungere per i Paesi in via di sviluppo, un sostegno nella misura dello
0,33% del Pil fino al 2006. Si chiede l’avvicinamento a tale parametro in
quanto l’Italia si colloca oggi intorno allo 0,13%”. Inoltre, si sottolinea
come “nel fondo di riserva per le missioni internazionali di pace è necessario
coinvolgere oltre la componente militare anche la sfera civile”.Le osservazioni
degli assessori riguardano anche il maxi decreto pubblicato in Gazzetta
Ufficiale il 30 settembre scorso. In particolare, le critiche riguardano il
Capo IV (Società civile, famiglia, solidarietà), a partire dall’art.21,
riguardante l’assegno previsto per il secondo figlio. “La gestione è affidata
all’Inps che apre una speciale gestione con dotazione finanziaria di 308
milioni di euro. L’assegno è concesso dai Comuni che devono ‘informare gli
interessati’. Sono ancora totalmente ignorate le Regioni. Accanto a questa
misura si inserisce il finanziamento di 232 milioni di euro a favore della
famiglia, che sembrano essere altra cosa rispetto all’assegno per il secondo
figlio. Non si comprende come siano utilizzati e neanche in questo comma si
citano le regioni”. Critiche anche all’art.22 sugli Asili nido condominiali
(‘’si ignora completamente che la materia dei requisiti delle strutture per
l’infanzia è di competenza regionale... L’attivazione dell’asilo nido deve
essere concordata con l’ente locale di riferimento…’), nonché le disposizioni
per l’invalidità civile.
8. RIFUGIATI - Preoccupano l'Acnur le
direttive europee da adottare durante la Presidenza italiana su asilo e
rifugiati. (Redattore Sociale), 10 ottobre 2003. Preoccupano l'Alto Commissariato
Onu per i rifugiati le due Direttive europee che dovrebbero essere adottate
durante la Presidenza italiana, sulle procedure d’asilo e sulla definizione di
rifugiato e protezione umanitaria: “Si rischia di adottare norme che annacquino
il processo di armonizzazione o che riducano gli standard minimi di protezione
dei rifugiati, esponendoli quindi a seri pericoli o anche a rischio di vita”.
Oggi a Palazzo Rospigliosi l’Acnur ha voluto fare il punto su politica d’asilo
dell’Unione Europea e Presidenza italiana durante una conferenza stampa.
“L’Italia, che ha assunto la Presidenza in un momento critico per il futuro
dell’asilo in Europa, dovrebbe portare a termine la prima fase del processo di
armonizzazione delle politiche d’asilo iniziato con il Trattato di Amsterdam -
entrato in vigore nel maggio 1999 - e avviarne una seconda mirata a creare un
sistema d’asilo comune”, ha spiegato Michele Manca di Nissa, delegato ad
interim dell’Acnur in Italia. Infatti il Trattato stabilisce il compimento
della prima fase entro il maggio 2004, ma in questi 4 anni ci sono stati
notevoli ritardi e a soli 6 mesi dalla scadenza dei termini, dei 5
provvedimenti previsti ne sono stati adottati solamente 3. Le 2 direttive che
restano ancora in bozza riguardano le norme minime per la qualifica di
rifugiato o beneficiario della protezione sussidiaria, e le norme minime per le
procedure di asilo; entrambe “sono bloccate perché non c’è accordo tra i 15
paesi membri dell’Ue”, ha riferito Jurgen Humburg dell’Acnur. Tra i punti contesi,
la valutazione delle situazioni di guerra civile e violenza generalizzata e i
diritti da concedere a chi ha ottenuto la protezione umanitaria; la Germania, a
questo proposito, “vorrebbe standard minori, mentre l’Acnur chiede che in
materia di ricongiungimenti famigliari ci sia lo stesso trattamento adottato
per i rifugiati”. Tuttavia “se l’Ue abbassa gli standard, questo è un pessimo
segnale per tutti i paesi del mondo”. “È difficile contribuire a un processo di
armonizzazione delle politiche senza averne una ben definita nel nostro paese –
ha commentato Manca di Nissa -. L’Italia non è stata invasa da richiedenti
asilo negli ultimi 12 anni: il problema può essere gestibile con impegno; gli
sbarchi continueranno, sono ormai un fenomeno ordinario, ma bisogna varare
delle norme per accogliere chi arriva”. Laura Boldrini, portavoce dell’Acnur,
ha precisato che nel Regno Unito sono state presentate lo scorso anno 110mila
domande di asilo, mentre “in Italia la stessa cifra è stata raggiunta in 10
anni. Si tratta quindi di un afflusso circoscritto e di facile gestione”.
9. POVERTA' – Giornata mondiale
dell'Alimentazione. La Fao: ''Un'alleanza contro la fame'' (Redattore Sociale), 10 ottobre 2003. La creazione di
un'Alleanza Internazionale contro la Fame sarà il tema centrale della Giornata
Mondiale dell'Alimentazione, il 16 ottobre. La Giornata segna l'anniversario
della fondazione della Fao avvenuta il 16 ottobre 1945, e sarà celebrata in
circa 150 paesi con eventi speciali. La cerimonia principale della giornata
avrà luogo presso la sede della Fao a Roma. Interverranno il Presidente
dell'Uruguay, S.E. Jorge Luis Balle Ibáñez, il Ministro Italiano
dell'Agricoltura e delle Foreste, On Giovanni Alemanno ed il Direttore Generale
della FAO, Jacques Diouf. Verrà anche letto un messaggio del Papa.Personalità
del mondo dello spettacolo, della cultura, dello sport, nominati ambasciatori
della Fao negli anni passati, s'incontreranno a Roma per discutere del problema
della fame nel mondo. Parteciperanno tra gli altri Al Bano Carrisi, Magida al
Roumi, Roberto Baggio, Debbie Ferguson, Mory Kanté, Rita Levi Montalcini, Gina
Lollobrigida, Miriam Makeba, Youssou N'Dour, Massimo Ranieri, Dionne Warwick e
la Nazionale Italiana di Calcio Cantanti. Negli Stati Uniti d'America giovedì
16 ottobre(alle 12 ora locale) verrà trasmessa una tele-conferenza in diretta
dagli studi della George Washington University di Washington D.C. Il tema sarà
"Collaborazione o Calamità: l'Africa a rischio. Parteciperà Catherine
Bertini, ex Direttrice Esecutiva del Programma Alimentare Mondiale, che ha
ricevuto il Premio Mondiale sull'Alimentazione. Ci sarà anche un messaggio
registrato dell'Ambasciatore USA presso la Fao, Tony Hall. "L'Alleanza
Internazionale contro la Fame è un modo per mettere da parte l'apatia e
l'indifferenza ed entrare in una nuova era di cooperazione ed azione, per far
diminuire, ed alla fine eliminare, la tragedia della fame nel mondo - dichiara
la Fao in un documento -. In un periodo di abbondante produzione di cibo è
inaccettabile che più di 840 milioni di persone soffrano la fame", ha
affermato l'agenzia. Troppi bambini muoiono prima di raggiungere l'età adulta,
troppi adulti muoiono senza riuscire mai a raggiungere le loro piene
potenzialità, troppe nazioni sono bloccate sulla via dello sviluppo".Per
l’organizzazione sono stati troppo lenti i progressi fatti sinora per dimezzare
il numero delle persone che soffrono la fame entro il 2015, come deciso dal
Vertice Mondiale sull'Alimentazione del 1996. "Ciò che manca è la volontà
politica. I paesi dovranno adoperarsi di più per creare le condizioni
politiche, fornire i finanziamenti e implementare i programmi per permettere
alle persone di sottrarsi alla fame e alla povertà Per questo la comunità
internazionale ha deciso di lavorare insieme nell'ambito di un'Alleanza
Internazionale contro la Fame. È necessario un sodalizio globale per ridurre la
povertà e garantire un diritto umano fondamentale: il diritto al cibo".
L'Alleanza mette insieme gruppi diversi: produttori e consumatori alimentari,
organizzazioni internazionali, governi, aziende agro-industriali, scienziati,
accademici, cittadini privati, uomini politici, gruppi religiosi e
organizzazioni non governative (Ong). L'Associazione Fao del Giappone terrà un
Simposio sulla Giornata Mondiale dell'Alimentazione a Tokyo. Il Presidente
brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva terrà una cerimonia speciale a Brasilia
dal tema: "Giornata Mondiale dell'Alimentazione: Fame Zero". In
Irlanda l'associazione “Gorta”, la Campagna Irlandese per la Libertà dalla
Fame, organizzerà un Seminario sulla Giornata Mondiale dell'Alimentazione. In
Sudafrica si terrà un concorso nazionale per scegliere la Coltivatrice Donna
dell'Anno. Infine, a New York, presso la sede delle Nazioni Unite il 17 ottobre
si svolgerà la Cerimonia della Giornata Mondiale dell'Alimentazione.
10. AFRICA – Da Comboni
all'arte: a Roma una mostra per dimostrare che l'Africa non è solo fame,
malattia e guerre (Redattore Sociale), 10 ottobre 2003 ROMA - "L’Altra
Africa” è in mostra a Roma. Ospite dell’Istituto delle Maestre Pie Filippine,
l’esposizione è stata allestita dall’Acse, l’Associazione di Servizio agli
Emigranti, gestita dai missionari comboniani. “Per dimostrare, in occasione della
canonizzazione del Comboni, che l’Africa non è solo fame, malattia e guerre, ma
ha una cultura fiorente, un’anima ricca”, spiega padre Paolo Serra, presidente
dell’ACSE. La mostra è divisa in tre parti: si inizia dalla vita di Comboni,
illustrata a fumetti nella sala al piano terra; poi, sono ancora i fumetti a
raccontare la storia di Ibrahim, un ragazzo egiziano immigrato a Roma,
protagonista del libro di padre Giulio Albanese “Ibrahim amico mio”, “una delle
tante storie di uomini e donne che vengono da lontano» (Sergio Zavoli): infine,
al terzo piano, l’Africa si svela attraverso le sue svariate espressioni
artistiche: maschere, batik, sculture, quadri, strumenti musicali… Padre Gianni
Capaccioni, che ha trascorso buona parte della sua vita in diverse regioni
dell’Africa, sa svelare il segreto nascosto in ogni oggetto. Perché nella
cultura africana «non c’è spazio per l’arte in funzione di se stessa, ma tutto
ha un valore simbolico». La donna, per esempio, motivo ricorrente nella pittura
e nella scultura, non incarna la bellezza né la sensualità, ma è simbolo di
fertilità, il che la pone in relazione con la Madre Terra. “Salvare l’Africa con l’Africa” era il
motto di Comboni. E questa mostra è, in un certo senso, la traduzione artistica
di quell’insegnamento, perché gli organizzatori e i curatori sono per lo più
africani, insieme ai missionari che di quel continente conoscono le lingue e le
tradizioni. Gli oggetti esposti provengono tutti dal continente africano, molti
sono giunti in Italia al seguito degli stessi comboniani, di ritorno dalle
missioni. Anche il piccolo bazar
di artigianato africano, allestito all’ingresso della mostra, è costituito
esclusivamente da oggetti che i comboniani hanno portato con sé dai luoghi
delle missioni: oggetti di cui dunque possono raccontare la storia, la
provenienza, il significato. Il ricavato delle vendite, naturalmente, è
destinato alla stessa gente che ha prodotto i manufatti. Durante il giorno, la mostra è animata
soprattutto dalle visite delle scolaresche, guidate da volontari dell’ACSE o da
scolastici e missionari comboniani. Quasi ogni sera, invece, si svolgono
incontri e dibattiti sulla storia e la cultura dell’Africa e delle altre
“Nigrizie”, attraverso le parole di testimoni e le esibizioni di gruppi musicali
“etnici”.
11. IRAQ: riunione alla Farnesina
sulla ricostruzione. (AGI), ROMA, 10 OTTOBRE 2003. Le prospettive di partecipazione di imprese
italiane ai vari progetti di ricostruzione dell'Iraq sono stati esaminati alla
Farnesina nel corso di una riunione speciale della task force interministeriale
per la ricostruzione economica dell'Iraq. Alla riunione hanno partecipato
l'ambasciatore Marek Belka, presidente del Comitato internazionale di
coordinamento per la ricostruzione economica irachena e il vice ministro
iracheno del Piano, Mohammed Ali Al-Hakim, a Roma nel quadro di una serie di
visite nelle principali capitali europee in vista della Conferenza
internazionale dei Donatori per la ricostruzione dell'Iraq che si terra' il 23 e
24 ottobre a Madrid. La riunione e' stata presieduta dal direttore generale per
i paesi del Mediterraneo e del Medio oriente, Riccardo Sessa. Da parte italiana
vi hanno partecipato rappresentanti di ministeri (Attivita' produttive,
Economia e finanze, Politiche agricole e forestali), nonche' di enti ed
associazioni di categoria (Confindustria, Ice, Unioncamere, etc.) e societa'.
Nell'esprimere grande apprezzamento per il sostegno del Governo italiano
all'Iraq, nelle varie fasi di assistenza umanitaria, riabilitazione e
stabilizzazione, l'ambasciatore Belka e il vice ministro Al-Hakim hanno fornito
alla task force un quadro aggiornato della situazione economica dell'Iraq e
delle condizioni politiche e di sicurezza. Hanno inoltre sottolineato le
opportunita' che comporteranno in futuro le misure di riforma e di
liberalizzazione economica recentemente introdotte anticipando quelle che
saranno presto varate dalle autorita' irachene.
12.
CLANDESTINI: operazione «Bosforo» questura Trieste. (agi), TRIESTE, 10 ottobre 2003. Smantellata, al termine di una lunga indagine
condotta dalle Squadre Mobile della Questura di Trieste, un'organizzazione
criminale dedita al traffico di clandestini, con sede a Istanbul e diramazioni
in vari paesi balcanici ed in Italia. Al vertice del sodalizio era collocato il
turco Sukru Kurkcyan di 53 anni, che e' stato arrestato in Belgio dalla Polizia
locale. L'uomo si occupava di pianificare la rotta marittima dei clandestini,
approfittando delle carrette del mare, sulle quali faceva stipare centinaia di
curdi (si presume non meno di 4 mila dal 2001 al 2003), che salpavano dai porti
di Istanbul e Smirne ed approdavano sulle coste dell'Italia meridionale. Il
successo dell'attivita' investigativa - si legge in una nota della Questura di
Trieste - e' da ricercarsi anche dalla collaborazione intrapresa con alcuni
paesi dell'Unione europea, quali Francia e Gran Bretagna, con scambi di
informazioni vagliate dalla Procura della Repubblica di Trieste, che ha
autorizzato attivita' rogatorie in territorio turco, dove grazie alle autorita'
locali si sono ottenuti ottimi risultati. Al termine dell'operazione,
denominata «Bosforo», sono state emesse 20 ordinanze di custodia cautelare a
carico di cittadini turchi e italiani e rintracciati 50 clandestini ai quali il
viaggio costava da 3 mila a 6 mila euro. Il volume d'affari dell'attivita'
criminale e' stato stimato in 18 milioni di euro
13. La Russa: "Sul voto agli stranieri potremmo decidere di
votare per l'opposizione". (Stranierinitalia), 10 ottobre 2003.
Sulla questione del voto agli stranieri, il Governo potrebbe aprire
all'opposizione. Lo ha spiegato stamattina il coordinatore di Alleanza
Nazionale, Ignazio La Russa, in un'intervista rilasciata al quotidiano Il
Giornale: "Potremmo
decidere di votare per l'opposizione. Credo che ci sia maggiore libertà quando
si affronta un tema che non è nel programma di Governo. Ma lavorerò per avere i
consensi della Lega". "Già oggi dopo 10 anni - spiega La Russa - gli immigrati
possono votare. La proposta di Fini è farli votare tra il sesto e il nono anno
e soltanto per le amministrative con una modifica costituzionale. Non
dimentichiamo che l'Italia, tra i Paesi Ue, ha la legge in assoluto più severa
per la concessione della cittadinanza". E precisa subito: "Ovviamente
una scelta di questo tipo può essere fatta solo se è chiara la nostra volontà
di essere inflessibili nei confronti dei clandestini. Questo è un punto
fondamentale". Infine La Russa parla della sua posizione nei confronti di
Gasparri: "Non mi imbarazza avere una posizione diversa dalla sua. Esprime
una posizione pacata e ragionevole. Credo anzi che lui stia incanalando una
fibrillazione emotiva che altrimenti si trasformerebbe in rissa".
14.
IMMIGRATI: Sindacati, proposta Fini e' da appoggiare. (AGI), 10 OTTOBRE 2003. La proposta del vice premier, Gianfranco
Fini, sul diritto di voto agli immigrati, trova il plauso incondizionato del
sindacato. Cgil, Cisl e Uil sono d'accordo: si tratta di una posizione da
appoggiare e realizzare in tempi brevi. «Fini - dice il segretario generale
della Cgil, Guglielmo Epifani, a margine delle audizioni sulla Finanziaria in
corso al Senato - e' d'accordo con quello che non solo la Cgil ma tutto il sindacato
chiede da anni. D'altra parte - sottolinea - in tutti i paesi europei si
affaccia ormai questa esigenza. E' giusto che un immigrato regolare che da
molti anni risiede nel nostro paese posso avere diritto di voto alle
amministrative. E' una scelta che difficilmente puo' essere protratta nel
tempo: va realizzata subito». Il numero uno della Cisl, Savino Pezzotta,
sostiene poi che «la proposta di Fini nasce al Cnel», dopo un suo intervento.
«Quello che stupisce - osserva - e' il clamore di qualcuno, perche' se queste
persone, che vengono qui a lavorare, sono in regola e pagano le tasse, hanno
anche il diritto di voto, almeno alle amministrative». Insomma, sintetizza il
segretario generale della Uil, Adriano Musi, si tratta di «una proposta da
appoggiare, di buon senso, logica. Se una persona viene nel nostro Paese
pagando le tasse, lavorando e versando i contributi - conclude - non riesco a
capire perche' non possa esercitare anche i suoi diritti civili».
15. Per Berlusconi il voto agli
immigrati "non è compreso nei piani del governo". An presenterà una
proposta di legge costituzionale. (Stranierinitalia), ROMA, 9 ottobre 2003. Berlusconi
frena sul voto agli immigrati ("è un tema di cui non si è mai parlato, non
è compreso nei piani del governo"), ma An presenterà a breve una proposta
di legge in materia. Il presidente del Consiglio è intervenuto ieri nella
discussione aperta da Gianfranco Fini, raffreddando gli entusiasmi di chi per
due giorni ha sperato di portare presto gli stranieri alle urne.Berlusconi di
fatto non si è espresso contro la proposta del vicepremier, ma il richiamo al
programma esclude che il voto agli stranieri possa entrare a breve nell'agenda
di questo governo. Per Berlusconi il problema più urgente è ricomporre
l'ennesima rissa scoppiata all'interno della Casa delle Libertà. "La
coalizione non ha modo di non essere compatta", ha sottolineato, quindi
tirare troppo la corda "sarebbe una prova di irresponsabilità che
certamente nessuno ha in testa". Intanto, dopo aver trovato l'appoggio
dell'Udc e del centro sinistra, ieri Fini ha dovuto fare i conti con l'
opposizione interna al suo partito. Una sessantina di parlamentari di An hanno
anche firmato una lettera, poi non consegnata, in cui si dicevano "in imbarazzo"
di fronte alla proposta del loro leader. I dissapori sembrano però essersi
ufficialmente ricomposti nel corso di un forum, convocato dal coordinatore
Ignazio La Russa, a cui hanno preso parte i capigruppo alla Camera e al Senato
Anedda e Nania, il portavoce Landolfi, il responsabile immigrazione Landi Di
Chiavenna e i sottosegretari all'Interno e agli Esteri Mantovano e Mantica. Dal
forum è uscito un orientamento ancora più concreto di quello espresso da Fini:
An preparerà un progetto di legge costituzionale, che secondo Anedda potrebbe
essere depositato in Parlamento già alla fine della settimana prossima.
"Di questo progetto - ha detto La Russa - intendiamo discutere con tutto
il partito", che ad ogni modo, sottolinea il coordinatore "non è mai
stato un partito xenofobo". Non si può dire lo stesso della Lega, che ieri
ha messo in scena l'ennesima commediaccia sul "non passa lo
straniero". Protagonista assoluto sul palco il vicepresidente del Senato
Roberto Calderoli, che ha dichiarato: "è' incredibile che le aperture di
Fini all'immigrazione siano venute proprio il 7 ottobre, giorno in cui cade la
ricorrenza della battaglia di Lepanto, dove la flotta padana e pontificia
sconfissero il musulmano. Da allora le campane di tutte le chiese suonano ogni
giorno a mezzogiorno a memoria della vittoria. "Fini e Follini -ha
consigliato Calderoli - ascoltino quelle campane che hanno suonato anche ieri
proprio mentre loro rilasciavano dichiarazioni di apertura ad un mondo che per
fortuna nostra e di tutto il mondo occidentale fu sconfitto in quella
battaglia".
16. Immigrazione: Fassino, fare insieme legge non e' inciucio non
significa andare poi ad accordi di governo, basta equivoci. (Ansa), ROMA, 9
ottobre 2003. "Occorre sgombrare il campo da un equivoco: se siamo pronti
a discutere insieme ad una parte del centrodestra una buona legge per il
diritto di voto agli immigrati, questo non vuol dire che dopo due minuti ci
andiamo a fare un governo insieme". Insomma, secondo Piero Fassino, bisogna
porre fino ai teoremi dell'inciucio, per cui ogni tentativo di dialogo tra
poli, su singole questioni, viene interpretato come un disegno per cementare
alleanze di governo.Il segretario dei Ds interviene alla trasmissione di
RadioUno "Il baco del millennio" e risponde così a chi gli pone
l'annosa questione 'dialogo si', dialogo nò, sostenendo che
"l'equivoco" è "spesso alimentato dal sistema mediatico".
17. Immigrazione:
Tremaglia, si'a voto ora che c'e' per emigrati 'Fini si e' svegliato. da sue
parole emerge l'anima di An. (Ansa), MILANO, 9 ottobre 2003. Accordo con Gianfranco
Fini sul voto agli immigrati (ma con "qualche paletto") da parte del
ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia (An), che in un'intervista
all'emittente Radio Lombardia si è detto favorevole alla concessione del
diritto di voto agli immigrati regolari in Italia. Tremaglia, riferisce Radio
Lombardia, ha detto: "Sono sempre stato contrario al voto per gli
stranieri fino a quando c'é stata la discriminazione vergognosa nei confronti
dei cittadini italiani residenti all' estero". "Il voto agli italiani
nel mondo - ha spiegato il ministro - è stato concesso dopo 46 anni di
battaglie politiche con la storica data del 20/12/2001. Adesso che questa discriminazione
non c'é più, l' iniziativa di Fini mi trova favorevole, mettendo qualche
paletto. In primis vi è un fatto di natura costituzionale da affrontare. Poi
c'é da dire che il voto agli stranieri per le elezioni amministrative dovrebbe
essere deciso anche nel resto d' Europa. E soprattutto, gli stranieri devono
essere integrati, regolari, rispettosi delle leggi, avere un posto di lavoro e
una residenza da almeno dieci anni". Mirko Tremaglia è poi entrato nel
merito della posizione di Alleanza Nazionale di fronte alla proposta di
Gianfranco Fini: "Il principio dell' accoglienza, anche di tutti quei
disperati che arrivano sulle nostre coste, è un fatto di civiltà, di umanità.
Dalle parole di Fini emerge l' anima di Alleanza Nazionale e il suo senso vero
della giustizia sociale, dopo che é stata resa giustizia ai diritti degli
italiani nel mondo. In parecchi avevamo detto che Fini non c'era più, che Fini
era assente, denunciando il silenzio di Fini. Evidentemente Fini si é svegliato
ed è un bene anche per Alleanza Nazionale".
18. RIFUGIATI - Se
l'Acnur incoraggia il reinsediamento, dopo l'11 settembre sono molti gli Stati
ad aver introdotto norme restrittive sull'asilo (Redattore Sociale)9 ottobre 2003 ROMA - Se l'Acnur
incoraggia il reinsediamento (il trasferimento dei rifugiati in paesi terzi),
dopo l'11 settembre sono molti gli Stati - Usa in testa, che nel 2001 contava
68.430 reinsediati scesi l'anno successivo a 26.317 - ad aver introdotto norme
restrittive sull'asilo. A evidenziarlo è Laura Boldrini, portavoce dell’Alto
Commissariato Onu per i Rifugiati, che oggi ha promosso una conferenza stampa a
Palazzo Rospigliosi per fare il punto su politica d’asilo nell’Unione europea e
Presidenza italiana. Il sistema del reinsediamento “combatte le vie illegali” e
consente di trasferire rifugiati riconosciuti in altri paesi attraverso i
canali consentiti dalla legge, ha precisato Boldrini, auspicando che questa
proceduta sia “rafforzata”; invece lo scorso anno il numero globale di
reinsediamenti è calato vertiginosamente di oltre il 50%, passando dai quasi
100mila del 2000 e i 92mila del 2001 ai 40mila del 2002. Inoltre l’Acnur
appoggia “il ritorno nel paese di primo asilo solo a condizioni di sicurezza e
integrazione per la persona: deve avere garanzie di una efficace protezione”.
Invece il ritorno nella regione di origine “è mirato a categorie speciali di
rifugiati: coloro che provengono da crisi protratte o attraverso grandi
flussi”; per loro l’Agenzia Onu auspica “un pacchetto economico che consenta
l’inserimento in un paese della regione”. Si può prevedere anche il rimpatrio
alla fine dell’emergenza; tuttavia occorre “investire di più nella
ricostruzione e reintegrazione nel paese di origine. Due milioni e mezzo di
afgani sono già tornati nella loro terra”. “Occorre rafforzare i sistemi di
asilo e ridurre i tempi dell’attesa e dell’appello”, ha proseguito Boldrini,
illustrando una delle proposte dell’Acnur: la creazione di un team europeo che
comprenda i rappresentanti dell’Agenzia umanitaria e sia operativo in centri
nell'Ue per l'esame delle domande "a rischio di infondatezza" di
richiedenti asilo provenienti da paesi con un grande numero di migranti
economici. In questi centri “avverrebbero le audizioni delle persone che hanno
presentato la domanda di asilo: chi ha presentato una richiesta strumentale
verrà rimpatriato”. Secondo l’Acnur questo sistema “sgraverebbe i paesi europei
di un numero notevole di domande di asilo”.
19.Rifugiati e richiedenti asilo. L’Acnur presenta i suoi dati. (migranews.org), 9 ottobre 2003. In Italia i rifugiati sono
diecimila, mentre in Europa sono 4 milioni e quattrocentomila. Ma la loro
distribuzione all’interno dei “Quindici” (i Paesi membri dell’Unione) non è
assolutamente omogenea. Qualche esempio? La Svezia ospita 16 rifugiati ogni
mille abitanti, Danimarca, Norvegia e Germania circa 12 rifugiati ogni mille
abitanti, e in Italia un rifugiato ogni 6300 abitanti. Questi i dati presentati
dall’Acnur (l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) in una
conferenza stampa che si è tenuta a Roma nel corso della mattinata. Secondo
l’Acnur siamo in una fase cruciale, per rifugiati e richiedenti asilo proprio
per l’obbligo che hanno i Paesi che chiedono di far parte dell’Unione, di dotarsi
di una normativa a proposito. In questo panorama spicca l’Italia che è l’unico
Paese dell’Unione privo di una legge organica sul diritto di asilo.Un legge che
come fa rilevare Laura Boldrini, «trova un forte appoggio nell’articolo 10
della Costituzione secondo cui l’Italia dovrebbe concedere l’asilo a coloro che
non godono dei diritti civili e politici nei loro Paesi». Come emerge dai dati
in possesso dell’Acnur, l’Italia dunque, presenta cifre molto basse per quanto
riguarda il numero dei rifugiati rispetto ad altri Paesi europei. Tuttavia, le
risposte negative da parte della Commissione centrale alle richieste di asilo,
sono aumentate progressivamente. Nell’anno 2002, su1 17162 richieste inoltrate,
le decisioni negative sono state ben 15746. In mancanza di una legge organica
sull’asilo e di un sistema nazionale di accoglienza e protezione, nonostante
due proposte di legge di maggioranza e di opposizione giacciono in parlamento,
nel 2001 l’Acnur il Ministero dell’interno e l’Anci (Associazione comuni italiani)
hanno varato il Pna (Programma nazionale di asilo) finalizzato alla
costituzione di una rete di accoglienza in favore dei richiedenti asilo.
L’Acnur inoltre, esprime perplessità rispetto alla legge 189 detta Bossi-Fini,
che affronta il problema dell’asilo insieme a quello dell’immigrazione. La
nuova legge infatti influisce notevolmente sulla materia d’asilo, modificandone
alcune procedure, senza però apporvi le adeguate garanzie. Un esempio in questo
senso è dato dall’abolizione del sostegno economico che veniva concesso ai
richiedenti asilo e ancor più dalla sostituzione della Commissione centrale con
le commissioni territoriali di forte stampo “prefettizio”. La debolezza
costituzionale in materia di asilo intrinseca alla Bossi-Fini emerge come sottolinea
Jurgen Hamburg, commissario dell’Acnur, «dal fatto che in tutto l’impianto
della legge solo due articoli sono dedicati al diritto di asilo».Altra
preoccupazione emersa durante la conferenza stampa riguarda il delicato tema
della riunificazione familiare. Riserve e perplessità vengono espresse rispetto
alla nuova direttiva europea che stabilisce le condizioni in base alle quali
rifugiati e migranti possono essere riuniti alle loro famiglie. Secondo i
commissari dell’Acnur gli standard minimi sui ricongiungimenti si sarebbero
notevolmente abbassati e la direttiva discrimina alcune categorie di rifugiati
impedendoli di fatto di vivere insieme ai propri famigliari. Secondo l’Alto
commissariato anche la definizione di nucleo familiare è restrittiva poiché permette
ai singoli stati di ridurre arbitrariamente il numero dei componenti del nucleo
familiare. «L’Acnur, sottolinea Laura Boldrini, non deve avere una funzione
solo di sentinella della Convenzione di Ginevra, ma ha anche l’obbligo di
avanzare proposte e indicare possibili soluzioni. Per questo abbiamo presentato
all’Unione europea una proposta articolata su tre punti fondamentali per una
migliore gestione del diritto di asilo». Secondo questa proposta il primo punto
prevede una “componente regionale” che dovrebbe promuovere soluzioni per i
richiedenti asilo nella regione di origine, il secondo una “componente
nazionale” finalizzata al miglioramento del sistema di asilo nel Paese di
destinazione e infine il terzo, una componente Europea che armonizzi i criteri
con cui si determinano i casi “manifestamente infondati” che solitamente sono
definiti”migranti economici”. Un altro tema affrontato dai commissari Acnur è
quello di costruire nuovi centri di identificazione per coloro che richiedono
asilo. Quali sono le intenzioni dei governi? Si tratterà di centri di
detenzione che ricalcano lo schema dei Cpt (Centri di permanenza temporanea), o
al contrario saranno centri aperti? E come considerare coloro che richiedono
l’asilo in un Paese dell’Unione nel quale sono dovuti per forza di cose entrare
clandestinamente? Come garantire a queste persone il diritto di vedere
esaminate le loro richieste?
20. IMMIGRAZIONE – Circolare del Ministero dell'Interno cambia
l'attuazione della Bossi-Fini. Maggiore discrezionalità alle questure ( Redattore Sociale) 9 ottobre 2003 MILANO - Una nuova
circolare del ministero dell’Interno cambia l’attuazione della Legge Bossi-Fini
e apre inediti spiragli per il rinnovo del permesso di soggiorno agli immigrati
con problemi legali. Lo ha ricordato Pietro Ostuni, dirigente dell’ufficio
stranieri della Questura di Milano, in un incontro pubblico a cui è intervenuto
ieri (vedi lancio precedente). Secondo la legge Bossi-Fini infatti agli
immigrati condannati o denunciati per gli articoli 380 e 381 del codice penale,
non è possibile rinnovare il permesso di soggiorno (art.4, comma 3). Tuttavia
la circolare del ministero dell’Interno n.300 del 9 settembre scorso cambia
decisamente il criterio di applicazione della legge: “(...) Si ritiene che la
condanna - recita la circolare - non comporti direttamente il rigetto della
domanda di rinnovo del permesso di soggiorno, rappresentando la stessa uno
degli elementi di valutazione, unitariamente ad altri, quali la condotta complessiva
del soggetto, il livello del suo inserimento sociale, la sua condizione
familiare nel nostro Paese (...)”. In definitiva, se prima della circolare
scattava l’automatismo: denuncia e/o condanna, uguale espulsione; ora non è più
così e l’eventuale diniego del permesso dipende da una complessa valutazione
della questura. “Se però è il magistrato che ha emesso un decreto di espulsione
la questura non può che applicarlo”, ha ricordato Ostuni. La circolare è sul
sito:
21. IMMIGRAZIONE – Nel 2004 gli immigrati
a Milano saranno 300mila. I nuovi scenari secondo la questura. Gli arresti
ingiusti e l’assenza di misure alternative (
Redattore Sociale) 9 ottobre 2003 MILANO - All'inizio del prossimo
anno, nella Provincia di Milano, gli immigrati regolari potrebbero arrivare a
quota 300 mila. In termini burocratici si tratta di un aggravio di lavoro che
le Questure non riescono più sostenere. Si può immaginare, in futuro, una
situazione per cui i permessi di soggiorno siano rilasciati direttamente
dall’amministrazione pubblica e non dalle Questure; in questo modo la Polizia
potrebbe dedicarsi solo a perseguire chi commette reati. Una situazione simile
è già in atto in diversi Paesi d’Europa. A dipingere inediti scenari nella
gestione del fenomeno migratorio è Pietro Ostuni, dirigente dell’ufficio
stranieri della Questura di Milano. Ostini è intervenuto ieri, 8 ottobre, ad un
incontro dal titolo “La nuova normativa sull’immigrazione e l’esecuzione della
pena” organizzato dalla Caritas Ambrosiana a cui hanno partecipato duecento
attentissimi addetti ai lavori (direttori di istituti di pena, educatori,
assistenti sociali, dipendenti dell’amministrazione penitenziaria, volontari di
associazioni cattoliche e non). Tutti impazienti di capire meglio il criterio
di applicazione della legge Bossi-Fini, nel caso in cui l’immigrato sia
arrestato e condannato. Secondo Francesco Borroni, presidente dell1associazione
Sesta Opera, che si occupa di volontariato nelle carceri, gli immigrati
detenuti scontano due gravi ingiustizie: “Molti extracomunitari spesso vengono
arrestati in retate - spiega Borroni -: non si tratta di criminali ma solo di
persone che vivono in ambienti degradati. E infatti spesso, dopo il processi
vengono giudicati innocenti e liberati”. Secondo problema, l’accesso alle
misure alternative: “L’immigrato detenuto, o perché gli è scaduto il permesso
di soggiorno, o perché non ha una residenza dove poter scontare una pena
alternativa, non usufruisce di permessi di alcun tipo. Questo diniego è visto
da molti immigrati come un atteggiamento razzista da parte del sistema
giuridico italiano”. La questione dell’applicazione delle misure alternative e
del trattamento nei confronti degli immigrati irregolari è il problema centrale
che attanaglia gli operatori carcerari. Da una parte c’è la legge prevede come
diritto di ogni cittadino detenuto, anche degli immigrati, la rieducazione e il
reinserimento - ha spiegato Annunziata Passannante, vice direttore del carcere
di San Vittore -; dall’altra, gli operatori carcerari investono molte energie
con detenuti immigrati che al termine della pena, verranno di certo espulsi.
Cosa dobbiamo fare? Smettere di preoccuparci dei detenuti immigrati?”. Secondo
Paolo Bonetti, docente di diritto costituzionale all’università Bicocca,
intervenuto all’incontro: “Il 75 per cento per cento dei detenuti stranieri è
sprovvisto di permesso si soggiorno. Per loro non ci sono speranze per un
reinserimento e a fine pena scatterà l’espulsione”. Secondo Francesco Maisto,
sostituto procuratore di Milano: “Il trattamento nei confronti dei detenuti
stranieri va fatto comunque, nonostante la Boss-Fini, perché la legge lo
prevede”.
22. IMMIGRATI: Eurispes, 3 mln in Italia,
600mila i clandestini. (AGI), roma, 9 OTTOBRE
2003. Sono piu' di 3 milioni
gli immigrati presenti in Italia: ai 2,5 milioni censiti 'ufficialmente', vanno
sommati infatti almeno 600mila clandestini che non hanno la possibilita' o la
volonta' di regolarizzare la loro presenza nel nostro Paese. La stima e'
dell'Eurispes, che all'indomani dell'apertura al diritto di voto agli stranieri
del vicepremier Fini aggiorna la contabilita' dell'immigrazione straniera in
Italia. Incrociando gli archivi di Polizia, Inps e Inail, e depurando i dati
delle doppie e triple iscrizioni - spiegano i ricercatori dell'Istituto - si ha
un totale di 1.877.180 extracomunitari ai quali vanno aggiunti i 700mila che
hanno presentato domanda di regolarizzazione in base all'ultima sanatoria
varata dal Governo: la colonia piu' numerosa e' quella marocchina con 257.513
unita', seguita dagli albanesi (138.653), dai filippini (113.621) e dai rumeni
(84.830). «All'appello, tuttavia - afferma il presidente dell'Eurispes, Gian
Maria Fara - mancano ancora circa 600mila clandestini: per lo piu' persone
impegnate nei settori dell'agricoltura, dei servizi, dell'edilizia ma anche una
quota non irrilevante di persone che ritengono transitoria la loro permanenza
in Italia, che giudicano cioe' il nostro Paese un ponte di passaggio o perche'
hanno deciso di trasferirsi in Canada, Usa o in Nord Europa, o perche'
giudicano non conveniente dal punto di vista economico essere assoggettati alle
leggi giuslavoristiche e fiscali italiane». Per l'Eurispes, la posizione
assunta dall'onorevole Fini «e' in linea con le esigenze sociali ed economiche
del Paese e costituisce una vera e propria svolta in direzione di una moderna
politica dell'accoglienza e dell'integrazione». Secondo Fara, in particolare,
il passo successivo dovrebbe essere quello di liberalizzare gli ingressi degli
immigrati: riceverli non sulle spiagge di notte, ma nei porti di giorno«. Un
provvedimento che »avrebbe l'immediato effetto di impoverire le organizzazioni
criminali che spesso creano un vero e proprio bisogno indotto di emigrare verso
l'Italia«. Il »fabbisogno annuo di immigrati«, per la nostra economia, puo'
essere stimato in almeno 100mila unita', avverte l'Istituto. Mentre il livello
di presenze degli immigrati in altri Paesi Ue resta decisamente superiore a
quello italiano. Risultato: »quand'anche i flussi immigratori assumessero
davvero dimensioni preoccupanti, l'ufficialita' e la trasparenza degli ingressi
consentirebbe l'immediato riconoscimento degli immigrati, anche attraverso il
rapido rilascio di una carta di identita' e la possibilita' di selezionarli
identificando gli indesiderabili
23. IMMIGRAZIONE - Mutuo agli
stranieri: in molti sognano di comprar casa. Ricerca della Fondazione Giordano
dell'Amore. (Redattore
Sociale), MILANO, 9 ottobre
2003. Sogno quasi impossibile per gli italiani, figurarsi per gli stranieri.
Acquistare una casa è impresa difficile, eppure, anche nei giorni in cui a
Milano si parla e si litiga sulla mancanza di alloggi per stranieri, di
strutture di prima accoglienza e appartamenti a prezzi accessibili, c’è una
realtà poco conosciuta: quella degli immigrati che vogliono comprar casa. Una
ricerca della Fondazione Giordano dell’Amore, condotta nel 2002, ha rivelato
che oltre il 34 per cento degli immigrati provvisti di conto in banca hanno
chiesto di accedere a un mutuo. E nelle agenzie immobiliari è in crescita il
numero di stranieri che cercano informazioni sulle possibilità di acquistare un
alloggio. Una realtà che cede il passo alle esigenze di quanti un tetto non ce
l’hanno, ma che mette in luce anche l'esistenza di un potenziale mercato
immobiliare che ha per protagonisti gli extracomunitari da più tempo in Italia.
Secondo i dati della ricerca, però, oltre un terzo degli stranieri che
vorrebbero comprar casa, si sono sentiti rispondere ‘no’ dalle banche, come
accade a quanti, molti, non possano offrire le onerose garanzie richieste.
”Bisogna individuare sistemi di accesso al credito, diversi dai normali
istituti bancari che chiedono troppe garanzie prima di concedere un mutuo”,
sostiene Giuseppe Sala, direttore della Fondazione San Carlo che da anni si
occupa di interventi a sostegno di persone svantaggiate. Intanto opera da
tempo, a Verona, la cooperativa “La casa per gli extracomunitari”. Molte
associazioni fanno da intermediari per la stipula di contratti d’affitto,
mentre la Casa dà una mano anche a quanti vogliano comprare un’abitazione, ma
non possegga i requisiti sufficienti per ottenere un mutuo. A partire da questa
esperienza, la cooperativa, che si occupa anche di alloggiare persone svantaggiate
in abitazioni ristrutturata e affittate a prezzi vantaggiosi, ha stabilito
un'alleanza con Banca popolare etica (Bpe). In questo modo chi vuole acquistare
una casa, ma per le banche non ha i ‘requisiti’, può ottenere le garanzie
richieste grazie a Bpe (l’impegno di Banca etica si è aggirato finora intorno
ai 90mila euro di crediti), che si impegna a ‘coprire’ quella parte di mutuo
(secondo l’esperienza circa il 30 per cento) che l'acquirente non può garantire
in anticipo
24. Un progetto di microcredito sociale rivolto anche agli stranieri. (migranews.org), 8 ottobre 2003. Nella mattinata di oggi si
svolgerà a Torino, presso la sede di rappresentanza della Compagnia di San
Paolo, la presentazione ufficiale del Progetto di microcredito sociale
finanziato dalla Compagnia stessa. Si tratta di un'iniziativa che riguarderà
quattro aree del Paese e i destinatari dell'intervento saranno giovani alla
prima occupazione, uomini e donne che vorrebbero entrare o rientrare nel
mercato del lavoro e migranti, tutti/e cittadini/e con grandi difficoltà
nell'accesso al credito. L'intento è di offrire l'opportunità di creare una
micro-impresa o di frequentare corsi di orientamento professionale finalizzati
all'occupabilità. Al progetto
collaborano le banche Sanpaolo IMI e Sanpaolo Banco di Napoli, col compito di
erogare il credito, oltre a quattro enti territoriali di riferimento, con il
ruolo di seguire l'attività istruttoria, di verifica e di tutoraggio. Si tratta
della più ampia iniziativa di microcredito in Italia, visto che riguarderà i
territori delle province di Genova, Roma e Napoli e dell'Arcidiocesi di Torino
(che comprende parte delle province di Torino, Cuneo ed Asti). In particolare a Roma il progetto
interesserà la Fondazione risorsa donna che, insieme ad alcune associazioni di
donne migranti, ha già monitorato "la potenziale domanda di microcredito e
la reale offerta, ricostruendo il percorso di vita dell'immigrato e le
specifiche esigenze di sostegno finanziario per inserirsi, lavorare, riunire la
famiglia, mettersi in proprio" come aveva già spiegato Silvia Costa,
presidente del comitato scientifico della Fondazione, nel corso del convegno
"Sostenibilità d'impresa: il modello italiano" svoltosi quest'anno
all'Università Luiss. Nella capitale
è prevista per la fine di ottobre una presentazione del progetto che in questo
caso riguarderà le donne migranti, secondo gli obiettivi principali perseguiti
dall'organizzazione risorsa donna, come la centralità della presenza femminile
nel sistema sociale ed economico e la diffusione della cultura del risparmio
consapevole e del finanziamento etico.
25. IMMIGRAZIONE - Ancora in calo
gli studenti stranieri nelle università italiane: su 5.394 iscritti quest'anno,
3.228 provengono da paesi non comunitari. La denuncia dell'Ucsei. (Redattore Sociale), ROMA, 8 ottobre 2003. Su 5.394 studenti
stranieri che si sono iscritti quest'anno all'Università, 3.228 provengono da
paesi non comunitari: in testa gli albanesi, in coda gli africani. "I
numeri più bassi in Europa, che diminuiscono rispetto al passato, perché manca
una considerazione attenta e positiva nei confronti di questi universitari da
parte delle autorità italiane", denuncia mons. Remigio Musaragno,
presidente dell'Ucsei (Ufficio centrale studenti esteri in Italia). “L’Italia è
ancora prevalentemente occupata in politiche di accoglienza e di primo
inserimento – prosegue – e lo fa con un certo affanno. Coloro che emigrano in
Italia per ragioni di studio vengono da qualche tempo considerati come una
esigua minoranza di privilegiati di cui non vale la pena occuparsi”. Di fatto,
constata il presidente dell’Ucsei, “nessuna legge è mai stata fatta per dare
un’identità più precisa allo studente internazionale e per valorizzarne il ruolo
di ponte tra le culture, di soggetto rilevante per i progetti di collaborazione
interuniversitaria e di cooperazione allo sviluppo, di attore di interventi di
educazione allo sviluppo nelle scuole italiane e nelle nostre comunità civili”.
Inoltre sono in drastico calo le borse di studio: 600, di cui 400 rinnovi; a
questo proposito il Ministero degli Esteri ha dichiarato – riferisce Musaragno
– che “non si giustificherebbe un impegno italiano in questo senso perché si è
riscontrata la tendenza degli studenti a non fare ritorno nei paesi di origine:
come se il ritorno stesso non fosse reso più possibile proprio da una politica
di valorizzazione dello studente internazionale, capace di promuovere e
sostenere percorsi personalizzati di rientro, in un quadro di cooperazione con
il suo paese di origine”. Ancora troppe, secondo il presidente dell’Ucsei, “le
pastoie burocratiche, i tempi e le procedure per riconoscere i titoli di
studio, la carenza di opportunità di accedere a un alloggio a prezzi contenuti,
l’obbligo di rinnovare il permesso di soggiorno anno per anno, le peripezie per
ottenere il permesso di rientrare nel proprio paese durante l’arco degli studi,
con il rischio di non riuscire più a rientrare”. Ostacoli collegati anche alla
“completa mancanza di coordinamento tra i 3 ministeri interessati: Esteri,
Istruzione-Università e Ricerca, Interno”. Invece, conclude Musaragno, offrire
possibilità di studio negli atenei italiani a giovani stranieri “è un
investimento straordinario per sviluppare i percorsi di integrazione delle
culture, dei saperi e delle stesse comunità locali e nazionali, per ridurre le
distanze e le diffidenze”.
26. IMMIGRAZIONE – Circa 600mila
i clandestini in Italia. Fara (Eurispes): ''Meglio i porti di giorno che le
spiagge di notte'' (Redattore Sociale)
8 ottobre 2003 ROMA - Liberalizzare gli ingressi degli immigrati: riceverli non
sulle spiagge di notte, ma nei porti di giorno: è la convinzione del presidente
di Eurispes Gian Maria Fara, secondo cui all’apertura dell’on. Fini ora occorre
far seguire i fatti. “Tale provvedimento – ha spiegato – avrebbe l’immediato
effetto di impoverire le organizzazioni criminali che spesso creano un vero e
proprio “bisogno indotto” di emigrare verso l’Italia. Un accesso ben regolato e
alla luce del sole, provocherebbe una caduta della domanda di immigrazione,
almeno per quanto riguarda la componente indotta, ma non solo”.Per Fara la
clandestinità per chi vive in Italia senza alcuna “vocazione” criminale non
avrebbe più ragione d’essere, “per cui lo stato sarebbe pienamente legittimato
ad usare un atteggiamento ancora più “deciso” nei confronti di una
clandestinità residuale”. Diverso la questione profughi politici che nella loro
fuga impiegano “mezzi di trasporto non convenzionali” ma si chiede il
presidente di Eurispes “non si vede cosa impedisca un arrivo nei porti e cosa
suggerisca loro un approdo sulle spiagge”.Gli extracomunitari in Italia
ammontano a circa 2,5 milioni, ma secondo le stime dell’Eurispes sono circa
600mila i clandestini, dato che innalza la cifra degli immigrati presenti nel
nostro Paese a più di 3milioni di unità. Sono soprattutto lavoratori irregolari
impegnate nei settori dell’agricoltura (soprattutto nel Mezzogiorno), dei
servizi (ristorazione e bar), dell’edilizia (manovali) e da una quota non
irrilevante di persone che ritengono transitoria la loro permanenza in Italia.
27. MINORI - Preoccupano le
condizioni di 1,2 miliardi di adolescenti: il 58% vive con meno di 2 dollari al
giorno. L'allarme del Rapporto dell'Unfpa (Redattore Sociale) 8 ottobre 2003 ROMA - Preoccupano le
condizioni di vita di 1,2 miliardi di adolescenti nel mondo (10-19 anni): il
58% vive con meno di 2 dollari al giorno, 1 ogni 14 secondi contrae l’Hiv/Aids;
153 milioni sono analfabeti, il 62% sono femmine; tra i 100 e 250 milioni
vivono in strada. A lanciare l'allarme è il “Rapporto sullo stato della
popolazione nel mondo 2003” dell’Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la
popolazione. Lo studio, pubblicato in Italia dall'Aidos, è stato presentato
stamani alla Sala della Stampa Estera. Appare prioritario investire nella
salute e nei diritti degli adolescenti, la più grande generazione di giovani
mai esistita nella storia dell'umanità. L'Unfpa li "definisce la più
grande sfida del XXI secolo", fotografando in dettaglio il quadro completo
delle loro condizioni di vita. Il rapporto fornisce dati il più esaustivi
possibile - a livello mondiale - su quanto riguarda giovani e povertà,
analfabetismo, mutilazioni sessuali, matrimoni forzati e precoci, violenza. In
particolare, risulta drammatica la condizione delle giovani donne: 82 milioni
di ragazze sono costrette sposarsi tra i 10 e i 17 anni; 5 milioni di ragazze
tra i 15 e i 19 anni sono rimaste incinte e hanno abortito in condizioni a
rischio e senza assistenza sanitaria. Quindi “la salute sessuale e riproduttiva
non è soltanto una scelta individuale: è una questione di sviluppo e un
fondamentale diritto umano. Investire nella salute e nei diritti degli adolescenti
è una scelta necessaria ma anche, dati alla mano, economicamente vantaggiosa”.
Se quasi la metà dei nuovi casi di infezione da Hiv avvengono tra giovani di
età compresa tra i 15 e i 24 anni, solo 44 paesi sui 107 monitorati hanno
incluso la prevenzione dell’Aids nei programmi scolastici. In Uganda, invece,
l’istruzione si è dimostrata efficace nel ritardare l’inizio dell’attività
sessuale: nel 2001 in un distretto scolastico solo il 5% degli studenti tra i
13 e i 16 anni ha affermato di aver avuto rapporti sessuali: una percentuale
che nel 1994 saliva al 64%. In Ghana un programma di educazione sull’Aids ha
coinvolto 75mila ragazzi dentro e fuori dalle scuole, compresi i ragazzi di
strada.(lab)
28. BOSSI: voto a immigrati?
Cosi' si va al voto anticipato interviste a Corriere della sera, Repubblica,
Stampa, Padania (ANSA)
- ROMA, 8 OTT - "Faccio
molta fatica a seguire questo Fini - confessa il leader della Lega Umberto
Bossi nell'intervista al CORRIERE DELLA SERA - Che ragione c'é di mettere in
discussione una legge che insieme abbiamo concordato e firmato? Vallo a capire.
Le sue frasi mi imbarazzano"."Fini sa bene - continua il senatur -
che sono cose per niente realizzabili. E allora per quale motivo simili uscite?
(...) Il patto elettorale prevede cose molto chiare in tema di immigrazione,
cose che abbiamo persino ammorbidito ed emendato per accontentare quanti hanno
venduto il loro Gesù Cristo. E io dovrei mettermi a discutere. Sono
contrarissimo"."Se davvero si insiste su una strada del genere
rispondo così: andiamo in Parlamento - dice Bossi - e Fini e l'Udc votino con
la sinistra. E' chiaro che la Lega se ne va, c'é la crisi e il giorno dopo ci
sono le elezioni anticipate".Anche su REPUBBLICA il ministro per le
Riforme Istituzionale minaccia la crisi di governo e le elezioni anticipate se
si dovesse votare in Parlamento la legge che prevede il voto agli immigrati.
"Chi non è stato eletto dal popolo non deve andare al governo - sottolinea
Bossi che poi aggiunge: "Non c'é nessun presidente che possa fare un
governo tecnico con vecchi ammennicoli. (...) Se questo sono prove di ciò che
potrebbe accadere a gennaio-febbraio, si ricordino che Berlusconi è gagliardo e
Bossi non crolla per quattro colpi. E che al governo c'é gente gagliarda".Nell'intervista
alla STAMPA, Bossi ritorna sulla dichiarazione di Fini: "A me sembra
ansiosa di qualcosa, roba da Rotary o da Vaticano, il vecchio desiderio di fare
politica in doppiopetto. (...) Quello che vedo è che da mesi c'é una rissosità
che definisco indotta. Prima l'Udc, adesso questa roba qui. E' una rissosità
che vuol far passare l'immagine di un governo che non ce la fa. E Berlusconi ha
vinto per l'immagine". "Mi pare evidente - dice il leader della Lega
nell'intervista alla PADANIA - che l'uscita di Fini sia concordata con altri
partiti anche della coalizione di governo". (ANSA)
29. IMMIGRAZIONE: Maroni, voto?
ci sono problemi piu' urgenti in base alla costituzione vota solo chi ha la
cittadinanza (ANSA) - ROMA, 8 OTT - "Ci sono tanti altri
problemi più urgenti da affrontare che riguardano gli immigrati". Così il
ministro del Lavoro, Roberto Maroni, risponde ai giornalisti che gli chiedono
se è d' accordo sull' idea di far votare gli immigrati alle elezioni
amministrative, come proposto da Gianfranco Fini. Maroni ricorda: "C'é un
articolo della Costituzione, il 48, che stabilisce il diritto di voto per i
cittadini italiani. Se si vuol dare il voto agli immigrati bisogna cambiare la
Costituzione". Ai giornalisti che gli ricordavano che a suo tempo aveva
parlato della possibilità di far votare gli immigrati, Maroni nega ricordando
che alla università Bocconi aveva detto solo "un'assoluta ovvietà: chi
diventa cittadino italiano acquisisce anche il diritto a votare". "La
nostra posizione - sottolinea il ministro leghista - è che solo ai cittadini
italiani, così come prevede la Costituzione, sia dato il diritto di voto. C'é
già una legge che disciplina l'ottenimento della cittadinanza italiana e ci
sono dei cittadini extracomunitari che sono diventati italiani e ora hanno
acquisito il diritto a votare". "Comunque - ribadisce Maroni - ci
sono tanti altri problemi più urgenti anche solo rimanendo nell' ambito dei
cittadini extracomunitari. C'é il problema della casa, che spesso non hanno,
c'é il problema della perdita del lavoro e il problema della delinquenza, che
ovviamente non riguarda solo loro". "Insomma - conclude il ministro -
ci sono tanti altri problemi prima di parlare del tema del diritto di voto. Ci
sono tutti i problemi dei cittadini italiani, quali l' inflazione, il
caro-vita, le pensioni... Di questo mi pare ci dobbiamo occupare prima di ogni
altra cosa".
30. IMMIGRAZIONE: Mantovano, chi
critica fini e' fermo al 2000 situazione molto cambiata, si sta uscendo da
emergenza (ANSA) - ROMA, 8 OTT - "Sorprende che i
critici della proposta di Fini siano ancora fermi all'album fotografico del
2000 e non colgano gli effetti positivi che la 'Fini-Bossi' ha già iniziato a
provocare". Così il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano commenta
all'Ansa le polemiche nate in seguito alle dichiarazioni del vicepremier
Gianfranco Fini che ha parlato di tempi maturi per discutere di diritto di voto
per gli immigrati. "La vicenda dell'immigrazione - ha proseguito Mantovano
- in Italia come in tutto il mondo, non è mai sintetizzabile in una fotografia;
può essere percepita nei suoi tratti essenziali se si fa riferimento a un
filmato". E nel filmato, ha aggiunto, "é inevitabile che cambino le
immagini e le scene: anche grazie alla nuova legge, oggi rispetto a un anno fa,
ci sono molti più immigrati regolari e molti clandestini in meno; dunque, si
sta progressivamente uscendo da quella situazione di quotidiana emergenza che
in passato rendeva improponibili discorsi diversi dal contrasto alla
clandestinità ". (ANSA).08-OTT-03 12:08
31. MINORI – Secondo l'Oil sono
246milioni i bambini sfruttati sul lavoro, il 60% ha tra i 5 e i 14 anni. Primo
congresso mondiale sul tema (Redattore Sociale)
7 ottobre 2003 FIRENZE -
Cinquecento bambini “ex lavoratori” per dire che la piaga del lavoro minorile
può essere sconfitta. Saranno loro – bambini e ragazzi da più di 100 stati del
mondo tra i 13 e il 17 anni che hanno conosciuto schiavitù e violazioni dei
diritti e ne sono usciti – i protagonisti del I° Congresso Mondiale sullo
sfruttamento del lavoro minorile, presentato oggi a Firenze, che avrà luogo nel
capoluogo toscano dal 10 al 12 maggio 2004. Organizzato dalla ong Manitese (dal
2000 coordinatore europeo del movimento internazionale “Global March against
Child Labour”), in collaborazione con i sindacati Cgil, Cisl, Uil, e con il
patrocinio di Regione Toscana e Comune di Firenze, l’iniziativa vedrà coinvolti
insieme ai bambini rappresentanti dei governi, dell’Unione Europea e, fra gli
altri, Onu, Unicef, Banca Mondiale e Organizzazione Internazionale del Lavoro
(OIL).E’ proprio l’Oil che lancia dati ad illustrare un fenomeno dalle
proporzioni vaste e che necessita di azioni incisive da parte della comunità
internazionale. Sono almeno 246 milioni i minori sfruttati a tempo pieno nel
mondo, e di questi almeno 186 milioni hanno un’età compresa tra i 5 ed i 14
anni. La maggior parte di loro si concentra in Asia (61%) - in particolare
India, Pakistan, Bangladesh, Thailandia – il 32% in Africa ed il 7% in America
Latina. Ben 80 milioni di bambini lavorano nelle miniere, nell’edilizia, in
attività tessili e secondo le stesse stime Oil il 5% dei bambini sotto i 15
anni lavora per le multinazionali. Il quadro si completa facendo riferimento
alle possibilità di accesso al diritto all’istruzione, ritenuta l’arma più
efficace per combattere il coinvolgimento dei minori nella spirale che porta
allo sfruttamento. Nel mondo sono almeno 115 milioni i bambini che non hanno
mai frequentato la scuola (37% nell’Africa Sub-Sahariana), mentre 150 milioni
hanno iniziato la scuola primaria ma hanno abbandonato gli studi prima di
imparare a leggere e scrivere e i due terzi sono bambine. Il Congresso sarà
l’occasione per consentire la partecipazione attiva dei bambini, che faranno
proposte e presenteranno quesiti alle autorità internazionali presenti,
ribadire ai governi le promesse fatte ratificando le Convenzioni Oil (in
particolare la 182 del 1999 sulle forme peggiori di lavoro minorile), fare
pressione sulle Organizzazioni internazionali perché sostengano i programmi di
lotta allo sfruttamento in modo concreto, stabilire un comitato permanente di
bambini e ragazzi per facilitare l’attuazione dei risultati prodotti dalla
conferenza. A conclusione del congresso, il 13 maggio, si svolgerà a Firenze la
marcia dei bambini, che dal 14 al 16 maggio saranno ospitati dagli enti locali
del territorio regionale.
32. IMMIGRAZIONE: CNEL,
assicurare cittadinanza legale forum terzo settore, troppe difficolta' per
ricongiungimenti (ANSA) - ROMA, 7
OTT - La Costituzione europea deve assicurare una cittadinanza legale ai
cittadini extracomunitari: é il messaggio del Cnel, elaborato sulla base delle
istanze emerse nella conferenza europea sulle politiche per l' immigrazione,
che si è conclusa oggi e che ha visto a confronto istituzioni centrali e
locali, forze sociali e ong. "Occorre un cambiamento profondo di indirizzo
politico - ha affermato Giorgio Alessandrini, vicepresidente dell'organismo
nazionale di coordinamento delle politiche di integrazione sociale degli
stranieri del Cnel - che recuperi un giusto equilibrio tra politiche di
accoglienza civile e politiche di sicurezza. E' necessario rafforzare la
politica dell' Ue su altri punti". In particolare, "la necessità di
una politica estera fortemente orientata al riequilibrio dello sviluppo dei
paesi vicini, nel mediterraneo e a est, e dei paesi del sud del mondo, con
l'affermazione dei diritti umani e democratici". Per il Cnel, inoltre,
serve un quadro giuridico comune che tenga conto dei caratteri strutturali
della nuova immigrazione, escludendo precarietà di diritti e di status e
assicurando una cittadinanza legale, rigorosamente fondata sui valori e
principi della Costituzione europea. Alla conferenza, il portavoce del Forum
del terzo settore, Edo Patriarca, ha criticato la legge Bossi-Fini per le
difficoltà che incontrano gli immigrati sui ricongiungimenti familiari
(elemento ritenuto fondamentale per l'integrazione) e per la mancata
convocazione dei tavoli di confronto su questi temi. Ha, fra l'altro, invitato
il governo a investire maggiormente sui giovani immigrati, circa 150 mila
33. ECONOMIA – Rapporto Social
Watch: 24 Stati africani lontani dalla media mondiale della speranza di vita;
solo 4 su 157 paesi riescono a garantire l'accesso all'acqua (Redattore Sociale) 7 ottobre 2003 ROMA – In Africa 24 paesi restano lontani dalla media
mondiale della speranza di vita (60 anni), a causa di Aids, malnutrizione e
conflitti; solo 61 paesi su 192 hanno raggiunto l'obiettivo di non superare il
70 per mille di bambini che non arrivano a 5 anni. In Iraq, Yugoslavia e
Ungheria l'assunzione delle calorie si è ridotta della metà nell'ultimo anno.
Soltanto 4 su 157 paesi riescono a garantire l'accesso universale all'acqua.
Sono alcune delle cifre raccolte nel Rapporto 2003 di Social Watch, presentato
oggi alla Sala Gonzaga del Campidoglio nel corso del Forum internazionale
“L’Europa e il debito dei paesi poveri”, promosso da Sdebitarsi e Movimondo.Per
quanto riguarda l’accesso universale all’istruzione, misurato sulla base del
tasso di iscrizione dei bambini in età scolare, su 132 paesi di cui si hanno
dati 24 sono in regressione, 36 stanno progredendo ma non in modo sufficiente e
appena 19 sono in rapida progressione. Il completamento dell’istruzione
primaria, invece, è valutato sulla percentuale dei bambini che concludono il
quinto anno di scuola. Su 130 paesi, meno della metà sono in grado di fornire
dati successivi al ’97; circa il 30% registrano un regresso, al contrario il
37% sta progredendo (ma il 10% a ritmo insufficiente). Tuttavia in molti paesi
africani “si notano arretramenti”, come in India; in 24 paesi che avevano
raggiunto l’obiettivo nel ’90 si sono verificati alcuni peggioramenti e in
alcuni casi la percentuale è scesa sotto l’80%, come in Ungheria, Gibuti,
Zimbabwe e Senegal. Per definire la sicurezza alimentare si è considerata
l’assunzione giornaliera di calorie: il 70% dei 155 paesi di cui sono
disponibili i dati registrano dei progressi. Invece sull’accesso universale ai
servizi sanitari i dati sono disponibili solo per 55 paesi, in 19 dei quali si
è registrato qualche progresso. Sul controllo e sradicamento delle malattie, il
parametro preso come riferimento è quello delle vaccinazioni infantili, mentre
le malattie considerate sono tubercolosi, difterite, poliomielite e morbillo.
Su 152 paesi, la metà ha avuto un progresso a un ritmo sufficiente per
raggiungere l’obiettivo della vaccinazione per tutti i bambini, ma restano 46 i
paesi con un miglioramento insufficiente, mentre 30 stanno
regredendo.Sull’accesso universale all’acqua potabile, 8 paesi segnano un
arretramento: tra questi Argentina, Haiti, Burkina Faso ed Etiopia dichiarano
un peggioramento grave.
34. ECONOMIA - Un'economia
mondiale alla rovescia, ''Hood Robin'', che toglie ai poveri per dare ai
ricchi. Il rapporto 2003 di Social Watch, presentato oggi, analizza gli
squilibri in circa 200 paesi (Redattore Sociale)
7 ottobre 2003 ROMA - Un'economia alla rovescia, "Hood Robin", che
toglie ai poveri per dare ai ricchi. Il rapporto 2003 di Social Watch – dal
titolo "Privatizzare i servizi. Il costo sociale" - analizza gli
squilibri sociali e non solo in circa 200 paesi del pianeta. Lo studio è stato
presentato stamani alla Sala Gonzaga del Campidoglio, nel corso del Forum
internazionale “L’Europa e il debito dei paesi impoveriti”, promosso da
Sdebitarsi e Movimondo e patrocinato dal Comune e dalla Provincia di Roma.“Il
trasferimento annuale netto di risorse finanziarie ai paesi in via di sviluppo
è stato sempre negativo dal ’97, secondo la relazione del segretario generale
Onu Kofi Annan all’Assemblea generale del 2002 – dichiara nella Prefazione al
volume Roberto Bissio, coordinatore di Social Watch -. Le statistiche generali
e i rapporti nazionali del Rapporto 2003 mostrano chiaramente che le promesse
fatte in materia di sviluppo non sono state mantenute”.Costituita da 200 ong e
reti internazionali presenti in 60 paesi del nord e del sud del mondo, la rete
Social Watch nasce nel 1995 con l’impegno preciso di monitorare costantemente i
comportamenti dei governi, evidenziando progressi e regressi rispetto agli
obiettivi dichiarati in tema di sviluppo sociale. Un impegno che si traduce
nella pubblicazione annuale del Rapporto: sulla base di dati forniti dalle più
autorevoli fonti ufficiali, lo studio costituisce un dettagliato strumento di
conoscenza per la società civile sullo stato del pianeta. I promotori dell’edizione
italiana del Social Watch 2003 sono i membri della Coalizione italiana, formata
da Mani Tese, Movimondo, Acli, Arci, Sbilanciamoci, Unimondo, Fondazione
culturale responsabilità etica. Come evidenziano i dati raccolti, “oltre la
metà della popolazione mondiale vive in condizioni di povertà. Eppure le
risorse necessarie per eliminare questo grave problema sono abbondanti –
afferma il Rapporto -; un’adeguata alimentazione e istruzione di ogni bambino e
un’adeguata assicurazione dei servizi sanitari ad ogni madre richiederebbero
solo una minima percentuale delle fortune personali di alcuni degli uomini più
ricchi del pianeta”
35. IMMIGRAZIONE - Ong europee
chiedono al Parlamento di opporsi ad una direttiva contraria ai diritti degli
stranieri (Redattore
Sociale) 7 ottobre 2003 ROMA -
Il Parlamento europeo deve opporsi all'entrata in vigore di una direttiva
contraria ai diritti fondamentali degli stranieri. E’ quanto chiede un cartello
di Ong europee tra cui il Coordinamento europeo per i diritti degli stranieri a
vivere in famiglia, che hanno lanciato un appello al Parlamento europeo perché
chieda l’annullamento, davanti alla Corte di Giustizia delle Comunità europee,
della direttiva relativa al ricongiungimento famigliare degli stranieri appena
adottato dal Consiglio e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale (GUCE 03.10.03, L.
251, p.12). La direttiva iniziale, secondo i promotori approvata dalla maggior
parte delle Ong, si è man mano trasformata rispetto alla versione proposta dalla
Commissione europea il 1 dicembre 1999 (COM (1999) 638 finale) fino a svuotarsi
di contenuto. "La terza versione proposta dalla Commissione (COM (2002)
225 finale, 2 maggio 2002) - spiega il Coordinamento europeo - rimette in causa
il principio del diritto al ricongiungimento famigliare e viola un certo numero
di diritti fondamentali garantiti soprattutto dalla Convenzione europea dei
diritti dell’uomo e dalla Convenzione internazionale relativa ai diritti del
bambino. Nel nuovo avviso espresso nel mese di aprile 2003 (Parlamento europeo
A5-0086/2003, PE 319.245), il Parlamento europeo ha chiesto che i dispositivi
più sfavorevoli agli stranieri siano corretti nel testo. Ma la direttiva era
già stata oggetto di un accordo politico dei Quindici a partire già dal mese di
febbraio 2003 (Consiglio « Giustizia e Affari interni », 27-28 Febbraio 2003) e
i capi di Stato e di governo non hanno tenuto conto delle raccomandazioni del
Parlamento”. Il Parlamento europeo ha la possibilità di ricorrere in appello
alla Corte di Giustizia delle Comunità, qualora ritenga che un testo adottato
dal Consiglio sia contrario ai principi difesi dal Trattato sull’Unione europea
ed è quanto chiedono le ong e in particolale il Coordinamento che ha rivolto
un’argomentazione al Presidente e ai membri della commissione giuridica del
parlamento. Aderiscono all’appello Africa Faith and Justice Network (AEFJN),
Caritas Europe, Churches’ Commission for Migrants in Europe (CCME), December
18, European Network Against Racism (ENAR) e circa 90 associazioni nazionali e
locali della maggior parte dei 15 paesi dell’Unione sostengono questa
iniziativa.
36. IMMIGRAZIONE: Fini, quote
potrebbero sparire (ANSA) - ROMA, 7
OTT - "Non escludiamo affatto che in futuro, potrebbe essere questione di
mesi, si possa fare a meno del meccanismo delle quote di ingresso". Lo ha
detto il vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini nel corso delle
conclusioni alla Conferenza sull'immigrazione che si è tenuta ieri e oggi al
Cnel. Ricordando che la subordinazione tra lavoro e permesso di soggiorno è
ormai una tendenza europea, ha precisato: "Si può pensare di far entrare
in Italia tanti lavoratori quanti contratti sono disponibili. E' evidente che
in questa logica il sistema delle quote è un problema che si pone". Il
vicepremier ha aggiunto che la questione sarà esaminata al termine della
regolarizzazione che è ancora in corso.
37. IMMIGRAZIONE: Fini, quote
potrebbero sparire (2) (ANSA) -
ROMA, 7 OTT - Il vicepremier ha rivendicato il principio principale della legge
che porta anche il suo nome, che vincola il permesso di soggiorno con il
possesso di un lavoro. "Non è solo una questione economica - ha precisato
Fini - né una logica tardo capitalistica ma se vogliamo garantire la dignità
degli immigrati dobbiamo garantire loro il lavoro. E del resto chi viene qui da
paesi in cui fa la fame lo fa per lavorare".In tema di politiche
sull'immigrazione, Fini ha ribadito la validità degli accordi bilaterali e
delle iniziative di formazione nei paesi di origine. E - ha aggiunto -
"non possiamo non distinguere in modo cogente il lavoratore integrato dal
fenomeno dell'immigrazione clandestina. Non c'é più alcun paese che non faccia
questa distinzione".Per Fini, il tema dell'integrazione è come rendere
possibile, con la presenza di immigrati, "e come è accaduto in Canada e
Usa, una società profondamente diversa. La sfida - ha concluso - è che fra 30
anni in Italia anche gli immigrati siano al vertice della società
italiana".
38. IMMIGRATI:
Fini, tempi maturi per voto amministrativo (ASCA) - Roma, 7 ott - I tempi
''per discutere del voto amministrativo agli immigrati sono ormai maturi''.
Fini ha rivendicato la bonta' della legge che porta il suo nome tracciandone,
ad un anno dalla pubblicazione, un quadro sostanzialmente positivo. E questo
anche dal punto di vista della inclusione e dei diritti dei cittadini
immigrati. Il vicepremier ha, quindi, affermato che la strategia del governo e
della legge e' quella di ''riconoscere i pieni diritti degli immigrati'' e che
in questa ottica va vista anche la discussa parte nella quale si lega la
permanenza nel nostro Paese alla dimostrazione di svolgere un lavoro. ''La
legge puo' e deve essere migliorata, cosi' come accade in qualsiasi realta'
dinamica - ha detto Fini - ma credo che se si vuole legare davvero solidarieta'
e legalita' quest'ultima non possa essere vista solo come tutela degli italiani
ma come pari dignita' di chi viene nel nostro Paese non solo come un ospite''.
Secondo Fini la ''sfida'' del futuro per il nostro Paese sara' quella di ''fare
in modo che tra 25-30 anni in Italia anche gli immigrati possano essere al
vertice della nostra societa'. Il tema, quindi, - ha concluso - e' come far si'
che ci sia vera integrazione per determinare cio' che e' accaduto in Usa e
Canada, cioe' una piena integrazione e la costruzione di una societa'
profondamente diversa dall'attuale''
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