novità europa – luglio/agosto
2003
asgi– ires piemonte-osservatorio per l'immigrazione in piemonte www.piemonteimmigrazione.it/IPO3.html
Il 10 luglio scorso la Convenzione per il futuro dell’Europa ha
concluso i lavori che hanno portato alla elaborazione del progetto
di Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa. Il progetto è
stato presentato lo scorso 18 luglio a Roma dal Presidente della Convenzione
europea, Valéry Giscard d’Estaing al Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio
Ciampi, e al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. è l’Italia, in quanto
Presidente di turno a dover convocare, probabilmente il prossimo 4 ottobre, la Conferenza
intergovernativa che avrà il compito di tradurre il progetto in un vero e
proprio Trattato.
Il Presidente della Convenzione, ha presentato il progetto al
Parlamento europeo in un dibattito tenutosi il 3 settembre 2003 nel quale sono
intervenuti anche il Presidente del Parlamento, Pat Cox, il Presidente della
Commissione, Romano Prodi e il Vicepresidente del Consiglio italiano,
Gianfranco Fini.
La commissione per
gli affari costituzionali del Parlamento europeo sta elaborando un parere in
merito alla convocazione della Conferenza intergovernativa e al progetto di
Trattato in modo che la plenaria del Parlamento possa discuterne nella seconda
sessione di settembre. Romano Prodi ha espresso le maggiori critiche sul
progetto di Trattato, chiedendo che la conferenza intergovernativa modifichi
alcune parti e criticando il ruolo configurato per la Commissione. La
Presidenza italiana, rappresentata dai Ministri Gianfranco Fini e Franco
Frattini, ha espresso la volontà di concludere i lavori entro dicembre in modo
da firmare il Trattato nel maggio 2004 dopo l’allargamento e prima delle
elezioni europee. La Presidenza ha assicurato che il progetto della Convenzione
non sarà stravolto e che, nonostante le critiche di Prodi, non sarà toccato
l’equilibrio istituzionale ivi raggiunto e che il Parlamento europeo
parteciperà attivamente ai lavori della Conferenza. Franco Frattini ha esposto
i tre principi che guideranno la Presidenza italiana: il rispetto del
calendario per arrivare ad un accordo globale e completo entro dicembre, il
rispetto del teso di progetto elaborato dalla Convenzione con miglioramenti
laddove è possibile, lasciando fero l’equilibrio istituzionali raggiunto dalla
Convenzione anche se dovranno essere affrontati di nuovo alcuni argomenti
conflittuali come il ricorso all’unanimità. Al fine di adottare decisioni di
grande importanza la Presidenza italiana auspica che la CIG sia composta al più
alto livello politico (Primi Ministri, Ministri degli esteri e rappresentanti
delle istituzioni europee).
La plenaria ha approvato, con 221 voti favorevoli, 195 contrari e 3
astensioni, la relazione
annuale 2002 sui diritti fondamentali nell’Unione europea elaborata da Fodé
Sylla. Nella relazione, che si basa sui valori enunciati nella Carta dei
diritti fondamentali, sono esaminate questioni come le condizioni di arresto e
di detenzione negli Stati membri dell’UE, il livello di protezione dei dati
personali, il diritto d’asilo e la concentrazione dei media. La relazione
afferma che il 2002 si è tradotto nei 15 Stati membri in limitati progressi e
sembra persino aver denotato un certo regresso in diversi settori. Particolare
attenzione è dedicata al tema del terrorismo, dei detenuti, dell’eutanasia, della protezione dei dati (con riferimento agli accordi che prevedono
la trasmissione di dati personali tra UE e USA) e dei media (con particolare riferimento alla situazione
italiana). Per quanto
riguarda la tratta degli esseri umani, i parlamentari insistono affinché l’UE adotti una
politica efficace contro la tratta degli esseri umani, che preveda, tra
l’altro, la creazione di una banca dati europea per le persone scomparse che si
ritiene ne siano vittime. I deputati chiedono anche una migliore protezione
giudiziaria mediante l’adozione della direttiva del Consiglio sui permessi di
residenza a breve termine rilasciati alle vittime dell’immigrazione illegale e
della tratta di esseri umani che cooperino con le autorità competenti. Quanto
all’asilo la commissione
condanna i ritardi nell’adozione degli strumenti necessari per la politica
comune di asilo e di immigrazione. I parlamentari sollecitano gli Stati membri
a limitare la detenzione dei richiedenti asilo a casi eccezionali e solo per
ragioni definite nelle direttive dell’Alto commissariato ONU per i rifugiati.
Il Consiglio è invitato ad adottare quanto prima il progetto di direttiva che
prevede una tutela sussidiaria per le persone non protette dalla Convenzione di
Ginevra ma che non possono essere rinviate nel loro Paese d’origine. Preoccupati
per l’elevato numero di persone che nel 2002 hanno perso la vita nel tentativo
di cercare rifugio nell’UE, i deputati denunciano la grave situazione dei
minori non accompagnati richiedenti asilo, in particolare in Austria, Belgio,
Svezia e Italia. A loro avviso, poi, gli Stati membri dovrebbero rifiutare
l’estradizione di persone verso Paesi in cui potrebbero essere condannate alla
pena di morte o rischierebbero di essere torturate o sottoposte a trattamenti
disumani o degradanti. Infine rispetto alle discriminazioni gli Stati membri sono invitati a garantire che
tutti i bambini presenti sul loro territorio beneficino del diritto
all’istruzione, a prescindere dalla situazione amministrativa della loro
famiglia. Allo stesso modo, tutte le persone dovrebbero poter accedere alle
cure mediche. Gli Stati membri sono inoltre invitati a rendere più flessibile
la procedura di naturalizzazione in modo da garantire ai residenti di origine
straniera che la desiderino una cittadinanza a tutti gli effetti. I parlamentari
constatano la persistenza di violenze fisiche di carattere razziale, in
particolare in Spagna e in Francia, nonché la recrudescenza di un razzismo
verbale nei confronti dei musulmani sulla scena musicale, in Germania, e di
messaggi razzisti sui siti Internet e sui siti calcistici in Italia. Spagna,
Grecia, Francia, Portogallo e Italia sono quindi invitati a condurre una
politica più incisiva per eliminare i comportamenti razzisti. La relazione si
compiace delle iniziative adottate da diversi Stati membri per ridurre il
seguito dei partiti politici che diffondono una propaganda razzista e xenofoba;
Grecia, Danimarca, Paesi Bassi, Austria e Italia sono invitati ad essere più
attivi in tale settore. I deputati ribadiscono anche la richiesta agli Stati membri
di abolire qualsiasi forma di discriminazione di cui sono ancora vittime gli
omosessuali, in particolare in materia di diritto al matrimonio e all’adozione.
Essi raccomandano il riconoscimento dei rapporti non coniugali fra persone sia
di sesso diverso che dello stesso sesso, adottando inoltre le misure necessarie
per consentire alle coppie di esercitare il diritto alla libera circolazione.
Il Parlamento ha anche approvato la relazione
di Bob van den Bos (relazione di iniziativa dello stesso Parlamento) sulla
situazione del diritti umani nel mondo nel 2002, approvata dal Parlamento
europeo. Il testo si articola su due assi di riflessione: il dialogo politico e
l'intolleranza religiosa.
Il Parlamento
europeo ha approvato il 4 settembre una risoluzione (B5-0365/2003) che condanna
le flagranti violazioni di diritti umani, civili e politici a Cuba. I deputati
sollecitano l’immediato rilascio di tutti i prigionieri politici e affermano
che, non appena saranno messe in libertà le persone detenute e saranno cessate
le detenzioni arbitrarie, il Consiglio e la Commissione dovranno elaborare una
politica globale nei confronti del Paese. L’Aula critica la politica di scontro
condotta dagli Stati Uniti da più di 44 anni (embargo, leggi extraterritoriali,
ecc.), sostenendo invece una politica mirata all’adozione di misure positive,
come la firma e l’applicazione di strumenti internazionali nell’ambito dei
diritti umani, l’incoraggiamento alle autorità e all’opposizione democratica a
lavorare insieme per una transizione democratica pacifica. Tale politica
dovrebbe poi includere incentivi, come generosi programmi di cooperazione, in
modo da migliorare il rispetto dei diritti umani. I parlamentari deplorano gli
ultimi avvenimenti registrati nel Paese, come i numerosi arresti, le detenzioni
e le dure sentenze pronunciate dopo processi sommari nei confronti di oltre 70
dissidenti e attivisti per i diritti dell’uomo, nonché il ripristino della pena
di morte. Di conseguenza, l’UE ha deciso di limitare le visite governative
bilaterali ad alto livello, di ridurre il profilo della partecipazione degli
Stati membri ad eventi culturali, di invitare i dissidenti cubani alle
cerimonie organizzate in occasione delle feste nazionali e di procedere alla
rivalutazione della posizione comune nei confronti di Cuba. La Commissione ha
inoltre sospeso la relazione di valutazione sulla domanda di adesione di Cuba
all’accordo di Cotonou, domanda che Cuba ha deciso per la seconda volta di
ritirare. I deputati deplorano poi la decisione del regime cubano di rinunciare
agli aiuti concessi dall’Unione europea e l’assenza di riforme economiche e
sociali, il che rende più dura la realtà in cui vivono i cittadini cubani. Il
Parlamento chiede infine che il vincitore del Premio Sacharov 2002, Oswaldo
Payá Sardiñas, sia invitato al più presto per un visita ufficiale all'UE.
Il Parlamento europeo ha adottato lo scorso 2 settembre la relazione
di Maurizio Turco che
approva, con emendamenti, l’iniziativa della Grecia per l’elaborazione di una
decisione quadro sull’applicazione del principio del “ne bis in idem” a livello comunitario. In base a tale
principio, nessuno può essere perseguito o condannato due volte per lo stesso
reato.
Il Parlamento europeo ha approvato la relazione
di Jean Lambert che
approva, con emendamenti, la proposta di regolamento che modifica,
semplificandolo, il regolamento n. 1408/71 sul coordinamento dei sistemi di
sicurezza sociale. In base alla proposta della Commissione, il regolamento
dovrebbe applicarsi a tutte le persone coperte dalla normativa nazionale in materia
di sicurezza sociale. Altre modifiche importanti introdotte dalla Commissione e
accettate dai deputati riguardano l’introduzione, nel campo d’applicazione del
regolamento, dei sistemi di prepensionamento, l’aumento dei diritti per i
disoccupati e per i lavoratori frontalieri.
Con la relazione
di Ilda Figueiredo sul quadro di valutazione dei progressi compiuti
nell’attuazione dell’agenda per la politica sociale, il Parlamento europeo
constata la notevole flessione dell’attività economica e rilevano che le
recenti previsioni di primavera aggravano i timori di crescita di
disoccupazione, povertà ed emarginazione sociale. Essi chiedono, quindi, alla
Commissione di rendere operative le iniziative politiche annunciate nell’agenda
per la politica sociale, indicando per ogni elemento lo strumento politico
utilizzato (legislazione, metodo aperto di coordinamento, negoziati con le
parti sociali, indicatori, segnali d’allarme ecc.), nonché i responsabili e le
scadenze. La relazione presenta anche una serie di proposte in merito ad
aspetti su cui i deputati attendono maggiori progressi da parte della
Commissione, soprattutto per quanto concerne l’integrazione della dimensione
sociale nella politica di concorrenza, la revisione della direttiva
sull’istituzione del comitato d’impresa europeo e di quella sul tempo di
lavoro, l’elaborazione di un Libro verde sull’analfabetismo e l’esclusione
sociale, la proposta di una direttiva basata sull’articolo 13 del Trattato per
combattere le discriminazioni basate sulla disabilità. I deputati sperano che
la seconda tavola rotonda sulla povertà e l’emarginazione sociale, in programma
a Torino il 16 e 17 ottobre, costituisca un momento importante per la
valutazione dei risultati dell’applicazione dei primi piani nazionali
d’integrazione e abbia effetti positivi sull’attuazione di un’effettiva
politica d’integrazione sociale, che i piani nazionali dovrebbero privilegiare.
Il Parlamento europeo denuncia, con l’approvazione della relazione
d’iniziativa elaborata da Michl Ebner e approvata con 27 voti favorevoli e
2 astensioni, l’assenza di disposizioni giuridiche a livello comunitario sulle
lingue europee meno diffuse e regionali. In base a stime ufficiali, 40 milioni
di cittadini dell’UE usano regolarmente una lingua minoritaria o regionale,
nella stragrande maggioranza dei casi assieme alla lingua ufficiale o alle
lingue ufficiali dello Stato rispettivo. Con l’allargamento, nel 2004 tale
cifra aumenterà di circa 6 milioni di persone. Una linea di bilancio introdotta
dal Parlamento negli anni ’80 per sostenere le lingue regionali e minoritarie è
rimasta lettera morta: la Commissione non è riuscita a utilizzare quei fondi a
seguito di una sentenza della Corte di giustizia del 1998 in base alla quale
non vi è una base giuridica appropriata per tale politica. Per uscire dall’impasse, i deputati chiedono che la Conferenza
intergovernativa, che dovrà negoziare il progetto di Costituzione proposto
dalla Convenzione, includa tra le disposizioni sulla politica culturale
dell’Unione un riferimento esplicito alla promozione della diversità
linguistica, comprese le lingue regionali e minoritarie, quale espressione di
diversità culturale. I parlamentari formulano inoltre una serie di
raccomandazioni alla Commissione, chiedendo la realizzazione di uno studio di
fattibilità sulla creazione di un’Agenzia europea per la pluralità linguistica
e l’apprendimento delle lingue. La Commissione dovrebbe inoltre elaborare un
programma pluriennale per la diversità linguistica (comprese le lingue
regionali e minoritarie, nonché i linguaggi gestuali), accompagnato da misure
finanziarie concrete per la promozione di progetti miranti a creare un contesto
favorevole alle lingue, ovvero alla coesistenza di lingue ufficiali e co-ufficiali.
Il Parlamento
europeo ha approvato la relazione
elaborata da Lissy Gröner sulla seconda fase del programma «Daphne»
(2004-2008), in un’ottica di continuità con l’attuale programma mirante a
prevenire le violenze contro bambini, adolescenti e donne. La Commissione ha
proposto per «Daphne II» un importo di riferimento di 41 milioni di euro per il
periodo 2004-2008, con la possibilità di una cifra aggiuntiva per il periodo
2004-2006, in vista dell’allargamento. L’importo totale di riferimento
risulterebbe così pari a 49,2 milioni di euro.
Il Parlamento ha approvato la relazione
di Elizabeth Lynne relativa
all’iniziativa sorta nell’ambito del comitato speciale delle Nazioni Unite creato
in applicazione della risoluzione n. 56/168, di “esaminare proposte in vista
dell’elaborazione di una convenzione internazionale globale e integrata per la
promozione e la tutela dei diritti e della dignità delle persone disabili”. In
questo contesto e alla luce della comunicazione presentata dalla Commissione,
il Parlamento europeo insiste sulla necessità di una convenzione giuridicamente
vincolante, dotata di un meccanismo di monitoraggio efficace, analoga alle sei
convenzioni sui diritti umani che sono già state adottate dall’ONU.
La presidenza greca si è conclusa con l’adozione di alcune proposte da
parte del Consiglio relative alla costruzione dello spazio di libertà,
sicurezza e giustizia non ancora sufficienti però a garantire il rispetto del
termine del 1 maggio 2004 previsto dal Titolo IV T Ce e dal programma di
Tampere. Spetta ora all’Italia, Presidente di turno, garantire l’accordo sulle
proposte in fase di negoziazione. La Presidenza prevede di concludere
sull’immigrazione lavorerà sul tema della gestione dei flussi migratori e della
lotta all’immigrazione illegale e intende concludere i negoziati sulle
direttive in materia di ingresso per studio e lavoro. Sarà anche esaminata la
proposta sull’ingresso per motivi di ricerca prevista per la seconda metà del
2003. Tra le misure di contrasto dell’immigrazione clandestina la Presidenza
intende approvare la direttiva sull’assistenza ai provvedimenti di espulsione
via aerea; il regolamento sulla costituzione di una rete di uffici di
collegamento sull’immigrazione; una decisione sull’organizzazione di operazioni
di rimpatrio comuni.
La Presidenza è
determinata a promuovere la distribuzione dei costi di gestione delle frontiere
esterne e prevede di mettere in agenda la riforma del Manuale comune e il
regolamento sul traffico transfrontaliero locale.
Sull’asilo la Presidenza intende lavorare all’adozione della direttiva
sugli standard minimi
sulle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato e della direttiva status di rifugiato o
di benficiario di altra protezione internazionale. Sulla prima, dopo che il
Consiglio del 5-6 giugno ha raggiunto l’accordo su alcuni aspetti come la
questione della detenzione dei richiedenti asilo e la procedura da seguire in
caso di implicito rifiuto della richiesta di asilo, i lavori stanno adesso
procedendo nei gruppi di lavoro con lo scopo di approvare il testo per la fine
del 2003 in conformità con le conclusioni di Siviglia. La seconda proposta è
stata bloccata sino ad oggi per la deroga richiesta dalla Germania sui diritti
delle persone che godono di protezione sussidiaria.
Tra le priorità della Presidenza non è contemplata l’adozione della
decisione quadro in materia di razzismo che, si ricorderà, era stata bloccata
proprio dal Governo italiano.
Per il dettaglio delle priorità si veda infra e l’apposita sezione del
sito della Presidenza italiana, il discorso
del Ministro Pisanu e del Ministro
Castelli tenuti al Parlamento europeo lo scorso 9 luglio.
Il Ministro Pisanu ha tenuto una serie di incontri con i corrispondenti
Ministri di Spagna, Germania, Regno Unito e Malta. L’incontro
con il Ministro spagnolo si è tenuto ad Alghero lo scorso 20 luglio ed ha
confermato uniformità di vedute dei due Paesi in tema di contrasto
dell’immigrazione clandestina in particolare sulle azioni di pattugliamento
delle coste del Mediterraneo. Sempre ad Alghero si è tenuto l’incontro
con il ministro tedesco Schily dopo il quale sulla linea del “progetto
Nettuno”, illustrato a Schily, i due ministri hanno concordato che per
controllare le frontiere marittime e terrestri. A questo scopo saranno
realizzati due centri di controllo marittimo in Spagna e in Grecia, e uno in
Italia per il controllo delle frontiere aeroportuali. A Londra, il Ministro
Pisanu ha avuto lo scorso 22 luglio un
incontro con il Ministro dell’Interno britannico, David Blunkett centrato sulla
lotta all’immigrazione clandestina, al terrorismo e alla criminalità
organizzata. Blunkett - ha detto Pisanu – “ha aderito all’impegno che l’Italia
ha assunto per promuovere la più ampia mobilitazione possibile di uomini e
forze nel controllo delle frontiere europee, sia terrestri che marittime”.
Pisanu ha avuto anche un incontro con il Ministro
dell’Interno di Malta che può, secondo il Ministro, svolgere un ruolo importante per la gestione
integrata delle frontiere esterne dell'Europa al fine di combattere i traffici
clandestini e per la pacificazione e lo sviluppo dell’area mediterranea”.
Secondo il Ministro Pisanu occorre definire
quote di ingresso europee da una parte per fermare la tragedia umana che si
consuma quotidianamente a danno di chi vuole entrare nel territorio europeo e,
dall’altra, per rispondere al bisogno di immigrazione dell’Europa. Ha affermato
il Ministro che “Se l’Europa negli ultimi 10 anni non avesse avuto immigrazione
avrebbe perso il 2% del suo tasso di popolazione attiva e se l’Italia non avrà
l’immigrazione nei prossimi anni perderà una fascia di 4 milioni di cittadini
attivi tra i 30 e i 40 anni”.
A fine ottobre si terrà, su
iniziativa del Ministro dell’Interno Pisanu, un incontro tra i 25 ministri
dell’Interno dell’Ue allargata e i leader religiosi
di diverse confessioni. L’incontro di ottobre sarà
introdotto dagli interventi dei leader delle chiese cristiane,
della comunità musulmana e di quella ebraica.
Con una Comunicazione
dello scorso 5 agosto 2003, la Commissione rende noti i risultati della
valutazione esterna compiuta sull’attività dell’Osservatorio sino al 2001.
Sulla base dei risultati di tale valutazione la Commissione ha presenta, in
coda alla comunicazione, una proposta di modifica del regolamento istitutivo
dell’Osservatorio.
Lo scorso 3 luglio l’Italia ha presentato una proposta
di direttiva relativa all’assistenza durante il transito via terra
nell’ambito dei provvedimenti di allontanamento adottati dai Paesi membri.
Sempre del 3 luglio è la proposta di incaricare un gruppo di lavoro di
elaborare un
manuale per l’organizzazione di voli congiunti destinati all’esecuzione
degli allontanamenti.
La Commissione ha
presentato lo scorso 14 agosto 2003 due proposta di regolamento
sull’attraversamento delle frontiere esterne da parte di persone che abitano
legalmente nella zone di frontiera. Una relativa alla circolazione
tra paesi Ue e paesi terzi e l’altra
invece fra due Stati membri nel caso in cui, come per i Paesi
dell’allargamento, nonostante l’adesione, non potranno applicare subito le
disposizioni di Schengen.
Questa proposta fa seguito ad una comunicazione del 9 settembre 2002 e prevede
in particolare il rilascio di visti speciali, detti visti “L” (traffico di
frontiera Locale) il cui ottenimento è meno rigido rispetto ai classici Visti
Schengen.
È stato pubblicato il primo
invito a presentare proposte finanziato con la linea B-667 e volto a
sostenere azioni preparatorie sul controllo alle frontiere, la sicurezza dei
documenti, la fuga dei cervelli e la politica dei visti. È volto anche alla
valutazione del progetto britannico della “zona di transito” e della creazione
di una task-force
regionale dell’Unione. I progetti devono essere presentati entro il 30
settembre 2003.
Come previsto nella Comunicazione sull’integrazione COM (2003) 336, del
3 giugno 2003, lo scorso 15 luglio la Commissione ha approvato il programma
INTI destinato a finanziare azioni per l’integrazione dei cittadini di
Paesi terzi nell’Unione. Il primo invito
a presentare proposte è stato pubblicato il 15 luglio scorso con una
disponibilità totale di 4 milioni di Euro per il 2003.
È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il secondo
invito a presentare proposte per l’anno 2003 nell’ambito del programma ARGO
identico a quello del maggio 2003.
È stato adottato dalla Commissione un rapporto
sullo stato dei rapporti con i Paesi terzi nella gestione dei flussi migratori.
La Comunicazione ha adottato una la comunicazione
COM (2003) 520 sulla diversità culturale in vista della prossima Conferenza
dell’Unesco nell’ambito della quale la Commissione europea auspica che si
adotti una convenzione internazionale sulla tutela della diversità culturale.
Il Consiglio affari generali ha adottato lo scorso 15 luglio il regolamento il rilascio di visti per i partecipanti ai giochi olimpici di Atene 2004. Il regolamento è stato pubblicato nella GUUE, L 183, del 22 luglio 2003, pp. 1-5.
È in linea il n. 6 di
“Social agenda”, pubblicazione della Direzione generale Occupazione e
affari sociali. Si segnalano due articoli uno sull’immigrazione e uno sulla
discriminazione.
È stato pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, L 181,
del 19 luglio 2003, pp. 25-42, l’accordo UE-USA sull’estradizione e sulla
mutua assistenza giudiziaria in materia penale.
L’Unione europea e
la Svizzera hanno iniziato le negoziazioni per l’estensione dell’accordo sulla
libera circolazione delle persone in vista dell’allargamento dell’Unione ai 10
nuovi Stati membri. L’Unione auspica una modifica della clausola di
salvaguardia che permette alla Svizzera di imporre delle quote in caso di
arrivo massiccio di lavoratori sul suo territorio. Auspica anche un aumento
della quota del 20% per a partire da maggio 2004. I negoziati dovrebbero
concludersi entri la fine del 2003.
È entrato in vigore il 1 luglio 2003 il
regolamento sui documenti facilitanti il transito tra la Russia e Kaliningrad.
La Polonia ha firmato il 23 luglio 2003 un accordo con la Russia che autorizza
i cittadini russi a viaggiare per un anno a partire dal 1 ottobre 2003 con un
visto gratuito oltre a permettere di poter transitare attraverso la Polonia per
i possessori di un visto Schengen, Ceco o Slovacco. Il capo delegazione dell’Ue
a Mosca, ha annunciato che l’Unione è disposta a discutere la possibilità di
non richiedere più il visto ai cittadini russi per l’ingresso nell’Unione. Il
Presidente della Commissione Romano Prodi ha stimato che occorreranno 5 anni
per arrivare a tale risultato. La Finlandia ha affermato che si tratta di un
obiettivo necessariamente di lungo termine.
La Commissione europea ha
proposto al Consiglio di ratificare per la Comunità europea la Convenzione delle
Nazioni Unite contro il crimine internazionale, il protocollo sulla
prevenzione, la soppressione e la repressione del traffico di persone, in
particolare donne, bambini e il protocollo contro il traffico di migranti via
terra, aria e mare. La Convenzione entrerà in vigore il prossimo 29 settembre
2003.
I Paesi dell’Europa Centrale e orientale (e gli Stati dell’EFTA) hanno
annunciato il loro sostegno alla posizione comune del Consiglio annunciata il
23 giugno 2003 sulla Corte penale internazionale. Questa posizione segue la
lettera congiunta mandata dal Commissario per le relazioni esterne Chris Patten
e il Presidente del Consiglio George Papandreou chiedendo a tali Paesi di non
firmare gli accordi bilaterali con gli Stati Uniti al fine di garantire
l’immunità alle forze di peacekeeping. L’iniziativa europea è dovuta anche alla
firma di tali accordi da parte di Albania, Bosnia-Herzegovina e Romania (la
Croazia e il Montenegro stanno per firmarli). In una nota trasmessa agli Stati
membri, gli Stati Uniti hanno dichiarato il gesto “unfriendly” e hanno detto che potrebbe avere
“conseguenze spiacevoli” sulle future relazioni transatlantiche. Questo tema è
stato uno dei punti di disaccordo nel Summit UE-USA di giugno.
La Commissione ha deciso di perseguire con una procedura di infrazione
il Belgio per non aver garantito il diritto di voto a più di 100 cittadini
europei non belgi residenti nel comune di Honnelles dove non erano stati correttamente iscritti
nelle liste elettorali delle elezioni del 2000, in contrasto con l’art. 19 del
Trattato Ce. La Commissione ha inviato al Belgio un parere motivato il 9 luglio
2003 che costituisce la seconda fase della procedura di infrazione prevista
dall’art. 226 del Trattato. Il Belgio potrà ora rispondere al parere entro due
mesi ai termini dei quali la Commissione potrà ricorrere alla Corte di
Giustizia.
Secondo l’Institute
of Race Relations di Londra negli ultimi 18 mesi sono state oltre 742 le persone
decedute nel tentativo di varcare illegalmente le frontiere dell’Ue.
Oltre 670
persone sono morte viaggiando su imbarcazioni di fortuna, molte delle quali
sono affondate. La maggior parte delle vittime proveniva dall’Africa ma ci sono
anche molti iracheni, curdi, afgani, albanesi e asiatici del sud.
Il numero di
morti è certamente molto più alto, poiché nella cifra calcolata sono
considerati solo i decessi ufficiali.
L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha adottato una raccomandazione
affinché il Comitato dei Ministri crei un ufficio del pubblico Ministero della
Corte europea dei diritti umani per le zone di conflitto. Il Pubblico Ministero
che potrebbe agire in Transnistria, Abkhazia e Cecenia, dovrebbe avere il
compito di perseguire quei casi per i quali l’accesso alla giustizia è di fatto
impossibile.
L’ECRI ha pubblicato cinque nuovi rapporti Paese
relativi a: Armenia, l’Islanda, il Lussemburgo; la Slovenia e la Spagna. La
Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa,
ha pubblicato 5 nuovi rapporti Paese relativi all’Armenia, all’Islanda, al
Lussemburgo, alla Slovenia e alla Spagna.
Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha confermato che
l’Italia sta lavorando per alleviare l’embargo europeo in vigore da anni contro
la Libia, per aiutare il governo di Tripoli a combattere efficacemente il
flusso di immigrazione verso l’Italia anche con l’invio di apposite
apparecchiature (escluse “attrezzature militari strategiche” e altro attinente
la “strategia di sicurezza”. In sostanza, l’Italia sta lavorando perché ci sia
un’apertura dell’embargo contro la Libia affinché sia aiutata con mezzi tecnici
come “camionette, divise militari e cannocchiali per la visione notturna”, a
pattugliare i suoi 1500 chilometri di deserto.
Con i Decreti
legislativi 9 luglio 2003, n. 215, in GU n. 186, del 18 agosto
2003, e 9
luglio 2003, n. 216, in GU n. 187, del 19 agosto 2003, sono state recepite,
rispettivamente, le direttive 2000/43 sulla parità di trattamento tra le
persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica e alla direttiva
2000/78 sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni
di lavoro. Entrambi i provvedimenti rimandano al testo unico per l’immigrazione
relativamente agli articoli sull’azione civile contro la discriminazione.
Ungheria, Bulgaria, Serbia-Montenegro, Macedonia e Repubblica Ceca,
Croazia e Romania hanno adottato il 1 luglio 2003 un programma destinato a migliorare le sorti
delle minoranze nomadi. Questo progetto è stato concordato nel corso di una
conferenza internazionale tenutasi a Budapest organizzata con il patrocinio
dell’Open Society Institute (fondazione Soros) sulla situazione dei Rom. Gli 8
Paesi hanno fondato una fondazione gitana dell’educazione finanziata dalla Banca
mondiale.