KADEK

 

Kongra Azad Demokrasiya Kurdistan 

Kurdistan Freedom and Democracy Congress

Congrs pour la Dmocratie et la Libert du Kurdistan

 

 

 

Roadmap per una soluzione pacifica e democratica

della questione kurda in Turchia

 

La Turchia e il Kurdistan hanno sofferto molto a causa delle guerre. Nel corso degli ultimi trentanni, diecimila persone hanno perso la loro vita e tutti i segmenti della societ: destra, sinistra, islamismi, laici, alevi e kurdi, hanno preso parte al conflitto.

La Turchia ha un urgente bisogno di stabilit politica e sociale, ma non ha ancora trovato una soluzione democratica per il problema kurdo e per questo la crisi e latmosfera di conflitto permangono.

Il conflitto tra lo stato turco e il popolo kurdo, che dura da ottantanni, ha richiesto un grande sacrificio da parte di entrambe le parti, ma nessuno, n lo Stato n il popolo kurdo, ha ottenuto da questa guerra un risultato concreto.

Riconoscendo che labnegazione, la repressione e la ribellione non hanno potuto risolvere i problemi esistenti, il 2 agosto 1999, il Presidente Apo e il nostro movimento hanno deciso di dare il via ad un nuovo processo per aprire la strada ad una soluzione pacifica e democratica della questione kurda; per questo, dal 1 settembre 1999 in poi, abbiamo quindi trasferito le nostre forze fuori dai confini della Turchia, al fine di creare ununione libera e democratica con lappoggio di altre realt democratiche esistenti in Turchia.

Allo scopo di spiegare i nostri intenti ed avanzare suggerimenti per una soluzione pacifica e democratica del problema, abbiamo anche pubblicato e diffuso una serie di dichiarazioni: il Progetto di pace del 20 gennaio 2000, il Piano dazione urgente per la pace e la democrazia del 4 novembre 2000, la Richiesta urgente contro la guerra del 19 giugno 2001, la Dichiarazione urgente di pace del 22 novembre 2002, nonch lultima Dichiarazione di pace del 15 aprile 2003.

 Allinizio dellanno 2000 prima e alla fine del 2002 poi, abbiamo inviato una lettera al Presidente, al Primo Ministro, al Capo del Parlamento, al Capo di Stato Maggiore e ai capi di tutti i partiti politici di Turchia per esporre il nostro pensiero circa una possibile soluzione della questione kurda; attraverso tutti i media abbiamo continuato ad enfatizzare il nostro favore per una risoluzione di fratellanza entro i confini turchi, evidenziando la nostra volont di risolvere i problemi con il governo e la societ.

Prestando fede alla nostra decisione, a partire dal 2 agosto 1999, non solo abbiamo fermato le nostre azioni armate ma abbiamo anche cercato, attraverso ragionevoli suggerimenti e proposte, di giungere ad una pace reale, facendo tutto ci che era in nostro potere per creare unatmosfera favorevole alla conclusione del conflitto. Sebbene ancora in modo insufficiente, in alcune parti della Turchia, si sono avuti segnali di distensione e la qualit della discussione sulla necessit di risolvere la questione kurda migliorata, emergendo anche a livello dopinione pubblica. diventato evidente che primario che lo stato faccia dei passi avanti a riguardo.

Tuttavia, sebbene nel 2002 siano stati fatti dei limitati passi avanti, le decisioni prese non sono state attuate, al contrario la repressione aumentata e le operazioni militari sono diventate continue.

Al momento attuale, quando la societ kurda si sente pronta per una soluzione, quando le condizioni della Turchia possono considerarsi mature per attuare veri passi in avanti, quando gli sviluppi regionali esigono ancora di pi una risoluzione della questione kurda, insistere sulla mancanza di soluzione significa mettere fine ad un cessate il fuoco durato quattro anni.

Lultima Legge sul Pentimento, finalizzata di fatto alleliminazione del KADEK ha significato la fine del processo di pace, dato che, in realt, essa rappresenta chiaramente un attacco alle nostre forze. Inoltre, le recenti relazioni tra la Turchia, lIran e la Siria sono ancora basate sulla repressione del popolo kurdo, oltre che essere finalizzate alla soppressione del nostro movimento.

  Lo spiegamento di truppe turche in Iraq usato come strumento affinch gli USA attacchino militarmente il KADEK ed i suoi guerriglieri un altro segno che la Turchia preferisce il conflitto invece che risolvere la questione kurda.

Questo fatto, unito al recente aumento del livello di repressione contro la popolazione civile, mostra chiaramente che si sta conducendo, nei confronti del nostro movimento, una politica fatta di minacce e di ricatti. chiaro che la Turchia vuole farci capire che non accetta nessuna soluzione diversa dalla nostra resa definitiva.

di pubblico dominio che noi abbiamo numerose volte messo in guardia nei confronti di un simile approccio; nei suoi messaggi dallisola di Imrali e nella sua lettera al governo, il nostro Presidente Abdullah Ocalan ha ricordato che devono essere fatti dei passi in avanti per trovare una soluzione della questione kurda, altrimenti la missione di pace che per tanto tempo, stata portata avanti dovr essere considerata un fallimento.

Per cercare di sostenere gli sforzi del nostro Presidente, per raccogliere i frutti della pace, ad aprile di questanno abbiamo pubblicato la nostra Dichiarazione per una via duscita allimpasse della Turchia e abbiamo avanzato proposte per una soluzione complessiva.

Abbiamo anche reso nota la nostra contrariet nei confronti della Legge sul Pentimento, evidenziandone il carattere provocatorio e domandando insistentemente una legge per la pace sociale e la partecipazione democratica. Attraverso la nostra campagna per la pace sociale e la partecipazione democratica durante giugno e luglio, ci siamo sforzati di mettere un freno agli sviluppi negativi e abbiamo cercato di promuovere la riconciliazione, alimentati dal nostro senso di responsabilit verso tutta la popolazione di Turchia, senza distinzioni tra turchi e kurdi. Nonostante questo non abbiamo ottenuto nessuna risposta responsabile.    

Linsistenza del governo a mantenersi fermo sulle sue posizioni ha reso insignificante il cessate il fuoco, avviato nel tentativo di ottenere la pace. Non del resto giunto un minimo segno che ci possa incoraggiare a continuare il cessate il fuoco.

Ci siamo impegnati unilateralmente per la pace e per la soluzione e ci siamo battuti per creare le condizioni di un cessate il fuoco bilaterale, anche se fino ad ora non arrivata nessuna risposta ufficiale circa la nostra decisione di deporre le armi. Sebbene i nostri sforzi abbiano creato le condizioni per un leggero miglioramento della situazione, gli stessi non hanno consentito di evitare la tensione e gli scontri.

evidente che, a questo punto, dobbiamo rivedere la posizione che abbiamo assunto durante gli ultimi quattro anni, in unatmosfera in cui un cessate il fuoco unilaterale non ha pi alcun senso. necessario che giochiamo il nostro ruolo storico per il raggiungimento della pace e della democrazia. Laccettazione della negazione e della repressione, e la trasformazione in meri spettatori delle politiche che si attuano contro i popoli di Turchia, sono fuori discussione.

Il cessate il fuoco unilaterale che abbiamo mantenuto dal 1999 ha in qualche modo giocato il suo ruolo. Se ci fossero state le condizioni perch mantenesse la sua funzionalit, lavremmo proseguito anche nel futuro. Sfortunatamente, lo stato turco, con la sua mentalit e con il suo comportamento di repressione, ha considerato la nostra decisione di deporre le armi come unopportunit per annientare le forze democratiche, invece che sfruttarla come unoccasione di democratizzazione. Come si potuto vedere in questi ultimi mesi, abbiamo cercato in tutti i modi di evitare scontri e aggressioni sia politiche, sia militari, nei nostri confronti e per prevenire nuovi attacchi contro di noi e per evitare la morte dei nostri combattenti, siamo dovuti ricorrere alla sola arma della legittima difesa. I toni bassi del conflitto sono dipesi dalla nostra determinazione a lavorare per la pace e per la soluzione pacifica del conflitto, nellattesa che qualche passo in avanti venisse compiuto.

Tutto questo porta alla considerazione che il cessate il fuoco unilaterale dichiarato da parte nostra terminato. lo stato turco a rendere questo cessate il fuoco privo di senso e a porvi fine, continuando ad attuare politiche repressive nei nostri confronti. chiaro che un cessate il fuoco non pu essere mantenuto se non viene mantenuto da entrambe le parti.

Le politiche di annientamento e negazione da parte dello stato oligarchico, nonch lesperienza vissuta negli ultimi quattro anni, ci hanno dimostrato che linstaurarsi e il mantenersi di un cessate il fuoco bilaterale possibile solo tramite una roadmap utile a negoziare accordi che possano essere attuati gradualmente ed accettati da entrambi i lati.

divenuto chiaro come, senza una simile prospettiva, non sussistano pi motivi pratici o politici per il mantenimento del cessate il fuoco.

La tregua, durata quattro anni solo grazie ai grandi sacrifici che abbiamo affrontato, e il cessate il fuoco, mai accettato ufficialmente, hanno rappresentato, dopo quindici anni di cieco conflitto, unimportante possibilit di svolta per la Turchia ma dato che non vi stato alcun cambiamento politico e di mentalit, continuare su questa strada divenuto impossibile.

Tenendo a mente ci e con sentimento di responsabilit storica, abbiamo preparato una roadmap da presentare, per cominciare, allo Stato turco e poi a tutte le altre parti interessate.

Tenendo in considerazione i seri problemi della Turchia e gli sviluppi regionali, riteniamo inevitabile attuare una roadmap in tre fasi, a partire dal primo settembre 2003 fino al primo settembre del 2004. Pensare di affrontare il problema gradualmente in un anno ci sembra un approccio ragionevole. Inoltre, dato che le trattative per entrare nellUE inizieranno alla fine del 2004, seguire una tale roadmap potrebbe facilitare lingresso della Turchia nellUE.

Oggi, le condizioni per lattuazione di una roadmap sono pi mature che mai.

Mantenere il problema irrisolto, ogni giorno che passa, accresce sempre di pi la possibilit di una ripresa dei combattimenti e il rischio di nuovi scontri, che cancellerebbero ogni possibilit di soluzione e porterebbero ad un escalation del conflitto. Questa roadmap ridurr le tensioni e fornir le possibilit e il tempo per la soluzione della questione.

 

Per questo:

 

PRIMA FASE

 

Bisogner portare a compimento una serie di passi per raggiungere il cessate il fuoco bilaterale. Questo processo dovrebbe iniziare il primo settembre 2003 e completarsi entro il primo dicembre 2003.

In primo luogo e prima di tutto dovrebbe esserci un dialogo tra le due parti riguardo alla roadmap e per la creazione di un Comitato per la pace e il dialogo che si occupi di seguire le modalit di attuazione della roadmap. Questo Comitato dovrebbe essere formato da rappresentanti delle organizzazioni civili, dei partiti politici e da intellettuali, artisti e personalit democratiche. fondamentale che le attivit del Comitato vengano sostenute e promosse dallo stato.

Il Comitato dovrebbe favorire lincontro tra le parti; consentire una continuit nel dialogo, con lo scopo di assicurare la reciproca comprensione; definire le varie fasi della roadmap; intervenire per risolvere nel momento appropriato problemi e spaccature. Inoltre, il Comitato per la pace e il dialogo dovrebbe instaurare relazioni con le istituzioni rappresentative dellopinione pubblica ed incoraggiare le stesse a partecipare al processo da una parte e a favorire il dialogo e la pace fra le parti, fortificandone il terreno dallaltra. Dovr inoltre mantenere un contatto regolare con la stampa, affinch dimostri la sua responsabilit e il suo ruolo al riguardo e perch siano condotti adeguati sforzi  per preparare appropriatamente lopinione pubblica.

Il Comitato deve lavorare a livello permanente fino alla piena attuazione della roadmap e fino a che la pace e la soluzione della questione kurda non vengano raggiunte.

La tappa pi urgente la trasformazione della precedente tregua unilaterale in un cessate il fuoco bilaterale e per questo e passi che entrambe le parti devono intraprendere sono:

 

da parte dello Stato 

 

1)    le operazioni militari devono essere fermate, perch aprono la strada, senza alcun via duscita, a scontri ed azioni di rappresaglia. Le operazioni militari, aprendo la strada agli scontri, giocano un ruolo che determina mancanza di fiducia e rompe la posizione di cessate il fuoco sabotando la linea di pace. La mancanza di fiducia non si crea solo nelle forze guerrigliere ma anche nel popolo. In molti ambienti stata avviata un percorso di antipropaganda che indebolisce la fiducia nella soluzione democratica e pacifica della questione;

2)    il sistema delle guardie di villaggio, prodotto del tempo della guerra, deve essere smantellato. Anche durante il periodo del cessate il fuoco, le guardie di villaggio, che sono state utilizzate come mezzo di pressione contro la popolazione, hanno avuto la funzione di portare il cessate il fuoco ad essere insignificante. Per questo pensiamo che la mancata eliminazione del sistema della guardie di villaggio corrisponda ad una mancanza di volont a porre fine alla guerra condotta contro di noi. La tirannia delle guardie di villaggio indebolisce la fiducia della popolazione nel cessate il fuoco e nella prospettiva di una soluzione pacifica della questione kurda, rafforzando al richiesta popolare di una ripresa delle attivit della nostra guerriglia per porre fine ai comportamenti oppressivi delle guardie di villaggio. Crediamo che debbano essere adottate misure economiche e sociali che consentano lo smantellamento del sistema delle guardie di villaggio, bisogna porre fine alla loro posizione di malviventi in Kurdistan;

3)    uno dei risultati pi gravi del conflitto stato la migrazione forzata dai villaggi. Per allontanare dalla cultura della guerra, abbassare il livello della tensione e per un cessate il fuoco affidabile, per quanto riguarda il ritorno ai villaggi bisogna avere una forte volont ed adottare le misure amministrative, economiche, legali e sociali necessarie. Lo stato su questo tema deve assumere un ruolo semplificativo e stimolante;

4)    si devono ritirare dal Kurdistan le forze operative come le Squadre speciali e le Forze speciali di polizia. Non deve restare alcuna forza di sicurezza se non le normali unit di polizia, la gendarmeria e lesercito regolare. Si visto che dopo il terremoto che ha distrutto la citt di Bingol, le forze speciali hanno assunto comportamenti di chiusura nei confronti della popolazione locale, attaccando i civili per ogni minimo pretesto. La presenza delle forze non allenta la tensione e contribuisce alla continua sfiducia tra la popolazione. Dato che le forze dassalto risalgono al periodo della guerra e sono quelle che hanno portato avanti le operazioni della guerra speciale, la loro esistenza contraria al cessate il fuoco, essendo viste dalla popolazione come segno di guerra imminente. Se queste non verranno ritirate, molto difficile arrivare ad un cessate il fuoco bilaterale;

5)    le bande irregolari ed extra legali che vengono usate nella guerra psicologica e speciale devono essere disciolte perch, traendo profitto dalla guerra possono svolgere atti provocatori. Nel caso che queste bande continuino ad esistere naturale e chiaro che guerriglieri e popolazione possano credere che non ci sia volont di costruire la pace. Lesistenza di queste forze, durante il cessate il fuoco, che sono state attori del persistere della guerra sporca e speciale, un fattore importante per porre fine e togliere senso al cessate il fuoco. Mentre le operazioni militari sono state tenute sotto controllo nel corso del tempo, queste squadre non hanno mai smesso la loro attivit. Per questo nellambito di un cessate il fuoco bilaterale. Le stesse devono essere disciolte e ai loro membri deve essere proibito lingresso in Kurdistan. Fra laltro queste giocano un ruolo che deteriora lo stato e sono diventate un peso per lo stato stesso;

6)    preparare lopinione pubblica alla risoluzione del problema e creare una cultura di pace, sono fattori fondamentali per la riuscita del processo. Se non cՏ antipropaganda, non abbiamo dubbi che anche la popolazione turca vorr una soluzione in termini dunit. La popolazione kurda pronta per una soluzione genuina del problema. Per questo il governo dovrebbe portare sulla linea di questa responsabilit tutte le istituzioni dello stato.

7)    lo stato non deve porre in nessun modo ostacoli alle attivit legali e riconoscere come diritto democratico ogni attivit democratica legittima.

 

 

da parte del KADEK e delle sue forze guerrigliere

1)    deve fermare totalmente le sue attivit militari e mantenere la sua attuale posizione. Nessun gruppo di guerriglieri deve entrare in Turchia. Se non attaccate, le forze non devono prendere le armi e devono posizionarsi in modo tale da non far sentire la propria esistenza. Non devono scendere nelle citt, nei villaggi e nelle province.

2)    nellattivit di propaganda e stampa non deve adottare posizioni che incitino alla guerra o contro lo stato. Deve condividere la pace con la popolazione della Turchia, comportarsi in modo da non svolgere alcuna attivit contro la Turchia e difendere lunit politica della Turchia. Le trasmissioni televisive e radiofoniche e le pubblicazioni, non devono avere altro scopo che contribuire alla democratizzazione della Turchia e difendere i diritti naturali del popolo kurdo, seguendo una linea di trasmissione che dia fiducia al popolo della Turchia.

3)    deve realizzare azioni popolari che siano totalmente in ambito democratico e che non portino allesaltazione.

 

 

SECONDA FASE

                       

Deve essere quella delladozione di misure di accrescimento della fiducia, come passaggio pratico verso la soluzione.

 

Da parte dello Stato

1)    la questione kurda dovrebbe essere considerata come una questione chiave per la democratizzazione.

2)    tutte le restrizioni alla libert di parola e dorganizzazione dovrebbero essere abolite e dovrebbe essere consentita una libert dazione politica. Queste libert dovrebbero essere totalmente riconosciute per tutte le questioni riguardanti il problema kurdo. La possibilit di esprimere liberamente le proprie opinioni, la libert di organizzazione, cos come quella di impegnarsi politicamente, sono fattori chiave per la creazione di una situazione in cui non sussistano ragioni per la presenza di forze armate.

3)    dopo aver raggiunto quanto previsto al punto 2 dovrebbe essere approvata una legge per la pace sociale e la partecipazione democratica. Con questa legge dovrebbe essere consentito a tutti i membri della guerriglia, ai prigionieri politici e agli esiliati la partecipazione incondizionata alla vita politica democratica. Per questo, tutti i loro diritti politici, civili e sociali dovrebbero essere reintegrati e dovrebbero essergli cancellate tutte le imputazioni.

4)    secondo quanto disporr la legge per la pace sociale e la partecipazione democratica, in questa fase. Le relazioni del nostro leader Abdullah Ocalan con il mondo esterno, le sue condizioni di vita e di salute dovrebbero essere nuovamente regolate e i suoi legali e parenti dovrebbero essere liberi di fargli visita. Dovrebbe essere facilitata la divulgazione al pubblico dei suoi pensieri, che contribuiscono alla soluzione della questione kurda e alla democratizzazione della Turchia.

5)    si dovrebbe avviare una mobilitazione per lo sviluppo economico del Kurdistan e dovrebbero effettuarsi investimenti dove le infrastrutture lo consentono. Una riduzione delle tasse previste per le imprese private e pi bassi interessi per laccesso al credito dovrebbero incentivare ulteriori investimenti.

6)    come in ogni guerra, obbligatorio fare indagini sui crimini commessi al di fuori di quelli dovuti agli scontri militari, politici, economici ed amministrativi e portare i colpevoli davanti alla giustizia. Solo cos si potranno superare i traumi e la crisi profonda che questa guerra ha prodotto. Lattuazione di questo obiettivo molto importante per costruire un clima di fiducia tra la popolazione turca e quella kurda e tra lo stato e i kurdi. I casi di esecuzione illegali, rapimenti, sparizioni, decessi presso i posti di polizia e stupri sono argomenti fondamentali devono essere oggetto di indagine i cui colpevoli devono essere identificati. Per tutti i paesi che dalla guerra sono passati alla pace questi sono stati argomenti di ricerca, diventati fondamento di una pace definitiva. Per questo dovrebbe essere creato subito un Comitato di indagine delle verit, di giustizia e di amnistia. Un Comitato costituito da rappresentanti delle organizzazioni per i diritti umani e altre organizzazioni operanti in ambito giuridico, oltre che da membri di ONG porter avanti questo lavoro. Questo Comitato non dovrebbe limitarsi solo ad investigare sui crimini commessi dagli agenti statali e dagli organismi ad essi collegati ma anche, se ce ne sono, quelli commessi dai guerriglieri e dal KADEK. A tal fine, sia lo stato, sia il KADEK dovrebbero essere a disposizione per facilitare le indagini. Consegnando al Comitato tutta la documentazione e le informazioni sui fatti. Dopo di che, questi colpevoli dovranno essere processati in tribunali equi ed imparziali appositamente istituiti da una legge speciale, che una volta esaurito il loro compito saranno sciolti.   

7)    la popolazione kurda ha sofferto dolori terribili a causa della repressione politica e del regime e tantissime persone sono rimaste traumatizzate. Per non far rimanere alcuna ferita e alcun segno nei cuori e nella memoria del popolo kurdo importante che chieda perdono per i comportamenti del passato. Chiedere perdono in questo modo giocher un ruolo importante per rafforzare la pace e la fraternit.

8)    il governo dovrebbe impegnarsi a raggiungere gli obiettivi previsti in questa seconda fase entro aprile 2004 e ad attuarli rapidamente.

 

Da parte del KADEK e delle forze guerrigliere

1)               dopo che lo Stato avr adottato le necessarie misure legislative previste in questa fase del processo di pace, i gruppi guerriglieri e gli attivisti in esilio ritorneranno in Turchia, a gruppi di 500 per volta, per partecipare alla vita politico-democratica. I guerriglieri porteranno le armi e lequipaggiamento di cui sono dotati.

2)               tutti coloro che faranno ritorno in Turchia si impegneranno in quei lavori che rafforzano la pace sociale. Applicheranno i loro diritti democratici. Non svolgeranno attivit a scapito dello stato.

3)               anche il KADEK, da parte sua, per tutti i reati commessi nei confronti del popolo, creer un Comitato di indagine delle verit, di giustizia e di amnistia  e far luce sui colpevoli. Processer questi colpevoli secondo le regole universali di diritto escludendo la pena di morte li condanner, rendendone pubbliche le sentenze.

 

TERZA FASE

 

quella della piena democratizzazione, della soluzione democratica della questione kurda e del raggiungimento della pace.

 

Gli impegni dello Stato in questa fase:

1)                kurda dovrebbe essere legalmente e costituzionalmente salvaguardata e i kurdi dovrebbero essere accettati costituzionalmente come intrinseci cittadini della repubblica democratica. In questo modo con la partecipazione dei kurdi alla repubblica, il cui stato di diritto, sociale, democratico e laico, nel suo vero significato la Turchia diventer la patria comune di turchi e di kurdi. Il popolo kurdo avr lincarico di mettere in lidentit pratica gli impegni e ogni responsabilit nei confronti di questo paese democratico.

2)                i diritti culturali e linguistici dovranno essere riconosciuti e garantiti da apposite disposizioni di legge. Nessuna restrizione dovr essere imposta alla diffusione radiotelevisiva e alla carta stampata. Le stesse disposizioni di legge e le procedure, cui sono sottoposte le trasmissioni radio televisive in turco, dovranno regolare le attivit di trasmissione in lingua kurda o in ogni altra lingua. Lo stesso deve essere per tutte le altre attivit culturali.

3)                si user la lingua kurda per leducazione elementare. Chi vorr potr far studiare i propri figli in queste scuole. Invece nei licei sinseriranno lezioni di lingua, cultura e letteratura kurda. Nella procedura ministeriale di decisione degli insegnamenti si dovr permettere che queste lezioni siano a scelta individuale. Invece nelle universit si creeranno dipartimenti di lingua, letteratura, cultura e storia kurda.

4)                il nostro Presidente Abdullah Ocalan dovr essere rilasciato in piena libert e gli si dar la possibilit di svolgere attivit politica e di contribuire alla libera unione dei due popoli e alla vita politica democratica.

5)                dovranno essere approvate leggi democratiche per le autorit locali, in modo da aumentarne i poteri, diffondendo ed approfondendo intrinsecamente la democrazia.

6)                si rifaranno secondo criteri democratici la legge elettorale e quella sui nuovi partiti. Entro 6 mesi si andr a nuove elezioni.

7)                questi passi dovranno essere realizzati senza che passi troppo tempo, entro il primo settembre 2004.

 

Gli impegni del KADEK in questa fase:

1)                     i dirigenti, compresi i comandanti, tutta la struttura organizzativa e i guerriglieri torneranno in Turchia, con le loro armi, sotto la protezione delle organizzazioni internazionali e degli stati.

2)                     tutti i media operanti fuori dalla Turchia si devono organizzare per il periodo della pace e faranno trasmissioni fondate a contribuire allunione democratica tra i popoli e quelli che non devono pi svolgere le attivit dei mass-media fuori dallo stato, ritorneranno in Turchia continuando a svolgere i propri lavori secondo la legge.

3)                     tutte le associazioni e le organizzazioni fuori dal paese si uniranno sotto un tetto comune con le organizzazioni e associazioni democratiche. Fuori dal paese non creeranno nessuna organizzazione, che non sia in linea con la pace in Turchia.. Fuori dal paese non parteciperanno ad attivit  - politiche e diplomatiche a scapito della Turchia.

4)                     nei rapporti con i kurdi che si trovano fuori dal paese e nelle altre parti del Kurdistan si muoveranno secondo gli interessi della Turchia democratica.   

 

In conclusione, la Turchia ormai giunta ad un bivio. Non pu continuare a lungo con la politica n guerra, n pace. Il suo comportamento nei confronti della roadmap da noi presentata, dimostrer su quale strada si avvier. Ci aspettiamo che rispondendo positivamente alla roadmap preferir la strada della pace. Scegliendo questo percorso, la Turchia si avvier verso una trasformazione democratica e diventer una forza guida per tutta la regione mediorientale. La questione kurda non sar pi fonte di preoccupazione, ma diventer un fattore di forza per la Turchia. Diventer un paese dattrazione per tutti i kurdi e per tutte le popolazioni della regione, non solo per i kurdi che vivono dentro i confini.

Assumendo questa posizione, oltre ad esercitare un controllo politico della regione, diventer un centro economico; come forza principale dellasse economico e politico della regione, la Turchia potr dare il via ad un grande sviluppo che potr garantire il benessere economico. I popoli della regione raggiungeranno la stabilit politica, impiegando le risorse economiche della regione.

Con la roadmap che abbiamo elaborato diamo occasione alla Turchia di abbandonare i comportamenti di negazione adottati da sempre nei confronti dei kurdi e di appropriarsi di un futuro diverso; in caso contrario insistendo sulle vecchie politiche entrer in un perenne circolo vizioso.

Attuando questa roadmap e creando la pace, la Turchia e i kurdi otterranno molto. Per questo motivo, sostenuti anche dalla responsabilit che sentiamo verso il nostro popolo, pensiamo che il progetto da noi preparato sia positivo e ci aspettiamo che avvii in Turchia e in Medioriente una nuova era.

A cominciare dai kurdi che si trovano in Turchia, tutti i kurdi diventeranno parte e solido alleato strategico della Turchia, se il governo si comporter positivamente.

Essere al servizio di una Turchia cos per noi sar fonte dorgoglio e donore.

 

 

 

 

 

Compiti di vari paesi ed organismi per lattuazione della roadmap

 

Unione Europea

La Turchia da 50 anni in stretta relazione con lEuropa. diventata paese membro del Consiglio dEuropa e oggi fa parte di tutti i suoi organismi. un paese candidato allUnione Europea. Se lUE accetta la Turchia come paese membro, vuol dire che anche i kurdi verranno a far parte dellUnione. Purtroppo nei documenti relativi alla partecipazione e nella loro roadmap non si fa esplicita menzione dellidentit del popolo kurdo, facendo solo riferimento in termini generali ai diritti linguistici e culturali. Questo costituisce unimplicita accettazione della politica di negazione portata avanti dalla Turchia contro i kurdi. La Turchia, da parte sua, prendendo coraggio da questo, non nominando lidentit kurda, ha fatto delle leggi il cui uso impossibile, cercando nel contempo di salvare la faccia davanti allUE. In questo senso, sono un esempio le leggi dellagosto 2002 e 2003 riguardanti le diversit culturali e linguistiche: tutte le richieste dapplicazione che sono state fatte per riconoscere e promuovere lidentit kurda sono infatti state respinte.

 LUnione Europea non riconoscendo lidentit kurda, considerando queste leggi che non consentono lo sviluppo della lingua e della cultura kurda come  passi importanti per la soluzione della questione kurda, diventa complice della politica di negazione del popolo kurdo messa in atto dalla Turchia.

La popolazione kurda non certo contraria allentrata nellUnione Europea fondata sulla realizzazione di ununione libera e democratica. Ma sarebbe inaccettabile un comportamento che consideri risolto il problema kurdo e cos come risulta improponibile laccesso di una Turchia che non concede ai kurdi i diritti linguistici, culturali ed identitari e ne impedisce lesercizio.

Nel caso in cui non si arrivi a una soluzione, continuer la legittimazione della lotta di liberazione kurda. Se lEuropa si metter al fianco della Turchia potr mettere il popolo kurdo e lUE luno contro laltra.

Per questo, lappoggio che lUnione Europea dar alla roadmap, che segue gli stessi tempi dei negoziati di adesione della Turchia, sar un indicatore importante.

La roadmap che abbiamo preparato allo stesso tempo anche una roadmap di preparazione delladesione della Turchia allUE. Da questo punto di vista, il sostegno dellUE alla roadmap necessit legata ai suoi principi fondanti.

La questione kurda, ormai non solo pi un problema della Turchia, ma dellintera Unione Europea. Per questo motivo, la forza politica pi adatta a fare da intermediario lUE. Serve che lUnione Europea chieda alla Turchia di risolvere la questione e faccia anche da intermediario.

Il problema kurdo non ha meno importanza di quella di Cipro e non si potr non vederlo. Nel XX secolo lEuropa, invece di giocare un ruolo positivo nella soluzione democratica della questione kurda, come richiederebbero i suoi valori, sfuggendo le sue responsabilit morali e politiche, ha contribuito a fare in modo che la situazione rimanesse invariata..

LUnione Europea deve smettere di farsi strumento di una Turchia che insiste a non risolvere il problema e che, entrando nellUE legittimer le sue negazioni e il concetto di liquidazione della lotta di liberazione del popolo kurdo.

Non si deve rivedere la decisione di far aderire la Turchia allUE ma, considerato che anche i kurdi ne fanno parte, occorre risolvere i problemi attraverso vie democratiche.

Il nostro Presidente recandosi in Europa era intenzionato a risolvere la questione kurda, ma lEuropa diventata complice del complotto internazionale perpetrato proprio contro di lui.

Per questo lEuropa ha una storica responsabilit e per questo deve contribuire alla realizzazione della roadmap che abbiamo elaborato. Accettiamo quindi lUE come intermediaria e la chiamiamo ad assumersi una responsabilit simile a quella assunta per la questione di Cipro.

 

Stati Uniti dAmerica

Intervenendo in Iraq, gli Stati Uniti si sono insediati in Medio Oriente. Con al caduta del regime di Baath diventato possibile creare un Iraq federale e democratico. Un sistema federale e democratico la struttura politica pi adatta alle ricchezze nazionali e culturali dellIraq. Sviluppare ed esprimere liberamente le culture e le identit di arabi, siriani, kurdi e turchi in un Iraq cos, sar un modello di sviluppo della democrazia per tutto il Medio Oriente.

Lottenimento dei diritti culturali, linguistici ed identitari dei kurdi senza il cambiamento dei confini di Siria, Iran e Turchia, il loro diventare soggetto attivo nella vita sociale e politica, sar la chiave dello sviluppo della democrazia in tutto il Medio Oriente. Su questo tema gli USA sono nella posizione di poter giocare un ruolo positivo.

Gli Stati Uniti sono nella posizione di poter giocare un ruolo positivo in tal senso. Visti i loro rapporti con la Turchia per realizzare le libert espresse nella roadmap in nord Kurdistan potranno giocare un ruolo costruttivo. Una Turchia che abbia risolto la questione kurda, diventando il motore della democratizzazione del Medio Oriente, accelerer e rafforzer lobiettivo della democratizzazione del Medio Oriente, che ha giustificato lintervento degli Stati Uniti in Iraq.

Far scontrare luno contro laltro gli USA e il KADEK serve solo a sabotare la democratizzazione del Medio Oriente e a proteggere il vecchio status quo. Questa politica che da decine danni dimostra di non essere a favore della Turchia, nel periodo dellintervento stato causa di antagonismi tra gli stessi.

In Turchia la soluzione del problema kurdo non pu quindi essere raggiunta mantenendo i contrasti tra USA e KADEK, ma deve basarsi sulla cooperazione tra USA e Turchia necessaria per risolvere democraticamente la questione. Su questo argomento gli Stati Uniti entrando in dialogo con il KADEK e la Turchia potranno attuare insieme la roadmap da noi ragionevolmente elaborata.

Noi riteniamo che gli Stati Uniti, sfruttando la loro posizione attuale nella regione e dialogando con entrambe le parti, giocheranno il proprio ruolo per la realizzazione della roadmap. 

 

Gli stati della regione a cominciare da Iran e Siria

La mancanza di soluzione per la questione kurda come una condanna inflitta dagli Dei del male al Medio Oriente. Nel corso della storia, i kurdi hanno contribuito in modo importatne allo sviluppo di questarea.. Oggi invece a causa delle politiche di negazione e repressione subite, sono caduti in una posizione che gli ha fatto perdere la forza. Scontrarsi con i kurdi ha fatto perdere molto alle popolazioni della regione. La soluzione della questione kurda, inoltre, facendo venir meno la divisione tra Iran e Siria darebbe a questi due paesi grande forza. Per questo necessario appoggiare la roadmap prevista per la Turchia, tendo a mente che la stessa, potrebbe valere, con alcune variazioni dovute alle condizioni specifiche di ciascun paese, anche per Iran e Siria.

Analogamente gli altri paesi arabi della regione ed anche Israele appoggiando la roadmap presentata, che porter alla soluzione della questione kurda, dovrebbero assumersi la propria responsabilit per la democratizzazione del Medio Oriente in uno spirito di fratellanza.

 

Forze politiche kurde nel Kurdistan meridionale

Con il crollo del regime Baath, lIraq democratico si avviato al periodo di creazione di un Kurdistan federale libero. Tuttavia, la migliore garanzia di libert del popolo kurdo la democratizzazione dellintero Medio Oriente. I paesi della regione che non risolvono la questione kurda e che non vogliono che negli altri paesi si trovi una soluzione della stessa, sono dostacolo alla democrazia. Per questo la democratizzazione della Turchia un aspetto molto importante per la soluzione della questione kurda.

La roadmap che abbiamo presentato nellimmediato interesse anche delle organizzazioni e dei partiti presenti nel Kurdistan meridionale. In questo periodo in cui la soluzione della questione kurda diventata ancora pi possibile, per tutte le parti comportarsi responsabilmente ha valore storico. Lesistenza del KADEK d soltanto forza alle organizzazioni del Kurdistan meridionale. Bisogna essere attenti di fronte alle forzature della Turchia nei confronti degli USA a scontrarsi con il KADEK, cos come delle forze del sud.

Queste forzature contro la libert del popolo kurdo nel Kurdistan meridionale allo stesso tempo vanno viste come un attacco. I rapporti con la Turchia devono essere nellambito dellapplicazione della nostra roadmap. Aiutando la Turchia e il KADEK a questo riguardo si faciliter lapplicazione della roadmap.

Le forze del sud devono vedere la realizzazione di questa roadmap come garanzia della loro stessa libert e devono vederla come la strada del mettersi in relazione continuativa e di beneficio, per questo devono fare quanto di loro competenza ed appropriarsene.

 

Le forze democratiche in Turchia

Nellattuazione della roadmap il compito pi importante assegnato a queste forze. Gli ambienti a favore della stabilit politica ed economica della Turchia devono vedere questa roadmap come il progetto di stabilit, unit, democrazia e pace della Turchia.

Per quanto rischioso devono condividere la responsabilit dellattuazione della roadmap. Le forze politiche, se cՏ unatmosfera positiva, che incoraggia la posizione per la soluzione nellopinione pubblica, dovranno fare i loro passi. In caso contrario, seguendo le preoccupazioni politiche mancheranno alle loro responsabilit. Per questo i sindacati, le organizzazioni della societ civile, gli intellettuali, gli artisti, devono dichiarare il loro sostegno a questo progetto e devono assumersi le loro competenze. Questo atteggiamento influenzer in maniera rilevante la decisione dei partiti politici sul comportamento da assumere.

Nellopinione pubblica cՏ un alto livello di pregiudizio ed errore che pu mettere in difficolt la soluzione. In maggioranza le forze democratiche e la stampa potranno far superare questi ostacoli.

Nel mondo di oggi i media sono la forza pi importante nel preparare lopinione pubblica. Se si comportano responsabilmente, per quanto riguarda lapplicazione della roadmap, daranno coraggio ad ogni attore.

Riportando in comportamenti positivi dimostrati sia dal KADEK che dallo Stato la stampa deve dimostrare che una tale roadmap sar maggiormente di beneficio per la Turchia.

Se la stampa si mette a disposizione della soluzione democratica della questione kurda fortificherebbe lunione e lincontro dei popoli kurdo e turco. Quindi il comportamento dei media sar determinante nel preferire la scelta della realizzazione della pace o del riavviarsi degli scontri.

Noi, mossi dallidea che il destino di questa roadmap sia collegato al comportamento delle forze democratiche e dei media, li chiamiamo ad assumersi le loro storiche responsabilit appoggiando questa roadmap.

 

Assemblea direttiva del KADEK, 2 agosto 2003

 

 

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