Il tribunale di Trapani presieduto dal giudice Messina ha assolto l'ex prefetto della citt, Leonardo Cerenza, da tutti i capi d'accusa contestati (omicidio colposo plurimo, lesioni gravi e omessa cautela) in merito al tragico rogo del 28 dicembre 1999 in seguito al quale morirono sei immigrati trattenuti nel Centro di Permanenza Temporanea "Vulpitta" di Trapani.

Semplicemente, "il fatto non sussiste".

Immediatamente dopo l'emissione della sentenza (maturata dopo circa sei ore di camera di consiglio), l'accorata protesta degli antirazzisti presenti in aula ha trovato voce in unico grido: "vergogna!".

Funzionari di polizia e carabinieri non si sono lasciati scappare l'occasione di spintonare, redarguire e minacciare le compagne e i compagni fin verso l'uscita del palazzo di giustizia in un clima di forte provocazione.

Qui di seguito pubblichiamo il comunicato del Coordinamento per la Pace di Trapani:

 

INGIUSTIZIA E' FATTA

 

Nella notte tra il 28 e il 29 dicembre del 1999 scoppia un incendio all'interno del CPT "Vulpitta" di Trapani, il Centro di Permanenza Temporanea in cui vengono reclusi gli immigrati che lo Stato definisce "clandestini". Muoiono sei ragazzi: Rabah, Nashreddine, Jamel, Ramsi, Lofti e Nassim.

A quell'epoca non ci sono uscite di sicurezza, i corridoi della struttura sono troppo stretti per permettere il deflusso in caso di emergenza, e il numero di estintori insufficiente.

La campagna "Verit e Giustizia" lanciata dagli antirazzisti siciliani per fare luce su quella tragedia culmina nell'incriminazione dell'allora prefetto di Trapani, Leonardo Cerenza, per omissione di atti d'ufficio, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, omessa cautela.

A quattro anni di distanza, il prefetto Cerenza stato assolto dai capi d'imputazione e per quella tragedia non stato individuato nessun colpevole. Il processo ha evidenziato negligenze, omissioni e responsabilit molto gravi da parte di chi avrebbe dovuto evitare quel dramma: nonostante questo, il tribunale di Trapani ha preferito cancellare, con un colpo di spugna, la tragedia di quella notte e il dolore di chi c'era e si salvato. Eravamo preparati a una sentenza di questo tipo: la storia d'Italia dimostra che difficilmente lo Stato processa e condanna se stesso.

Al di l di questa sentenza indecente, consideriamo di per s una vittoria aver costretto un prefetto della Repubblica a rendere conto del proprio comportamento in un'aula di tribunale in merito alla gestione di un Centro di Permanenza Temporanea.

La nostra condanna politica e morale nei confronti dei Centri di Permanenza Temporanea rimane quella di sempre.

I CPT - massima espressione delle politiche discriminatorie e razziste dello Stato italiano; sono luoghi di segregazione che non devono esistere. Continueremo a vigilare, denunciare, protestare e intervenire per ottenere l'unico risultato possibile: la chiusura del "Serraino Vulpitta" di Trapani e di tutti i Centri di Permanenza Temporanea in Italia.

 

Coordinamento per la Pace - Trapani