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COMUNE DI ROMA Consulta Permanente Cittadina per i problemi penitenziari |
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Roma, 4 Maggio
2004,ore 10-13
CAMERA DEI DEPUTATI
PALAZZO MARINI SALA DELLE COLONNE
VIA POLI, 19
Prevedere una norma che dia la possibilit
al giudice di revocare l'espulsione dall'Italia delle detenute madri straniere
se si verificano, una volta scontata la pena, una serie di condizioni: questa
la richiesta che viene avanzata dall' Associazione di volontariato A Roma
Insieme e dalla Consulta Permanente di Roma per i problemi penitenziari che
hanno organizzato sul tema un incontro-dibattito.
In particolare, si chiede che si tenga
conto del lavoro di recupero e di inserimento svolto dagli operatori sociali
del territorio, dai volontari, dagli educatori penitenziari e delle scelte e
dei comportamenti delle singole detenute.
Per questo, si propone una norma che dia la
possibilit al giudice, in presenza di elementi chiari e certi, di poter
revocare l'espulsione delle detenute madri straniere nei casi in cui:
le donne
abbiano espiato la pena e computo un percorso di cambiamento comprovato dai
servizi sociali competenti;
le donne e i
bambini siano inseriti fortemente nella scuola e nella realt sociale
territoriale;
le donne
abbiano un contratto di lavoro;
le donne
abbiano un loro domicilio anche in case di accoglienza.
Le detenute madri in carcere oscillano, in
Italia, tra le 50 e le 60. Solo nel carcere femminile di Rebibbia sono detenute
20 donne nella sezione nidocon bambini da 0 a 3 anni che dividono con loro la
dura condizione della vita reclusa. Inoltre, nelle case di accoglienza romane
sono ospitate, con i propri figli, 10 donne in misura alternativa alla
detenzione. Nella quasi totalit non rappresentano un pericolo sociale; non hanno
pene lunghissime; solo in minima parte usufruiscono di pene alternative al
carcere ma, nonostante questo, da alcuni anni, il Tribunale iscrive, in
sentenza, l'espulsione a fine pena. Accade cos che, direttamente e
rapidamente, finita la pena, vengono espulse senza neppure un passaggioche
valuti ci che accaduto dalla sentenza di condanna a fine pena e, cosa ancor
pi sconvolgente, senza minimamente considerare cos' successo, cosa succede e
cosa succeder a loro figlio/figlia o figli.
In Italia gli istituti penitenziari - dati
al 31 marzo 2004 - accolgono complessivamente 55.789 detenuti di cui 53.211
uomini e 2.578 donne. Gli stranieri sono 17.746 di cui 16.603 uomini e 1.143
donne. Nel carcere romano di Rebibbia le donne detenute sono in totale 355. La
richiesta che pone un problema piccolo per dimensioni ma di grande impatto
umano, di quelli che segnano una civilt, il valore sociale che si d alla
maternit e la centralit che si d all'infanzia vuole salvaguardare il
percorso di recupero e di inserimento compiuto dalla donna, non solo per se
stessa ma anche per il proprio figlio (o i propri figli) durante il periodo di
esecuzione della pena.