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il manifesto - 15 Dicembre 2004 SOCIETÀ pagina 07
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Immigrazione, prove di dialogo
Un'alternativa alla Bossi-Fini. Confronto associazioni e centrosinistra
CINZIA GUBBINI
ROMA
«Nel centrosinistra manca una discussione programmatica. Dobbiamo trovare una strada comune anche sul tema dell'immigrazione». Parola di Fulvio Fammoni, della segretria nazionale della Cgil, sindacato che insieme all'Arci ieri ha organizzato un dibattito per mettere a confronto le diverse culture che animano il centrosinistra su questo tema. Occasione, la manifestazione indetta da confederali per sabato 18, (alle 14 da piazza della Repubblica). Non sfuggirà che si tratta della seconda manifestazione nazionale nel giro di due settimane dopo quella organizzata il 4 dai movimenti, una divisione che ha lasciato l'amaro in bocca a molti nonostante il fiume di parole sul fatto che più iniziative ci sono e meglio è. In realtà le due piattaforme parlano lingue diverse. Interessanti gli interventi del senatore della Margherita, Giannicola Sinisi e quello del responsabile delle politiche migratorie dei Ds, Giulio Calvisi, molto schietti nel segnare la loro posizione: chiusura dei centri di permanenza temporanea? «Nessuno ha intenzione di farne un vessillo - ha detto Sinisi - ma l'intervento dello stato deve essere serio e le espulsioni efficaci. Se qualcuno ha in mente qualche altro sistema siamo pronti a discuterne». Secondo Sinisi d'altronde il tema delle espulsioni «non può essere la priorità: sono circa 10 mila all'anno, nello stesso periodo molte più persone entrano in Italia e ci rimangono. E' di loro che dobbiamo parlare». Anche il tema della libera circolazione, tirato in ballo nell'introduzione da Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell'Arci, che aveva auspicato il «superamento del concetto di frontiera» è stato rimesso al suo posto. «La libera circolazione è un proceso - ha spiegato Calvisi - E' chiaro che anche nella prossima legislatura parleremo di programmazione dell'immigrazione. Il problema è capire come». Eliminando le quote? «Attenzione a non scatenare una guerra al ribasso del costo della manodopera - ha detto Sinisi - Non si possono scrivere le norme se poi non siamo in grado di garantire i necessari controlli per assicurare che i diritti sul lavoro siano garantiti per tutti». D'accordo Calvisi, secondo cui il centrosinistra dovrà avere un grande obiettivo. Dobbiamo adottare l'Africa», aggiunge Sinisi. E Calvisi riprende sostenendo che con l'avvio dell'area di libero scambio del Mediterraneo srà possibile garantire la libera circolazione delle persone se non ovunque almeno «in una parte importante del mondo».

Diverso il tono di altri interventi, come quello di Francesco Martone, senatore dei Verdi, o quello conclusivo del presidente dell'Arci Paolo Beni, i quali certamente guardano con un incontenibile sospetto qualsiasi area di libero scambio quando sottolineano che «l'immigrazione non può essere un tema a parte rispetto alle ineguaglianze sociali e all'ingiustizia globale». Ma non è certamente questo il tema che divide di più. Questo si chiama cpt: «Finché il centrosinistra non dirà che la detenzione amministrativa non è accettabile, tutte le distanze rimarranno», dice Stefano Galieni, responsabile immigrazione del Prc. La piattaforma che convoca la manifestazione del 18 parla di «umanizzazione» dei centri, un brutto termine (frutto di una mediazione con Cisl e Uil) che però fa capire quanto il problema cpt sia ancora aperto.

Non mancano, ovviamente, punti di vicinanza. Tutti d'accordo sul fatto che la legge Bossi-Fini e la legge 30 sul lavoro si muovono nella stessa ottica di precarizzazione delle esistenze, e quindi vanno cambiate. Tutti d'accordo sul fatto che il centrosinistra dovrà fare qualcosa sul fronte del diritto di voto legato alla residenza e su quello della cittadinanza, soprattutto per chi è nato in Italia. Oppure sulla necessità che gli enti locali abbiano più voce in capitolo e più finanziamenti - come ha spiegato Luca Pacini dell'Anci (l'associazione dei comuni aderisce alla manifestazione del 18). D'accordo anche sul fatto che è necessario approvare una legge sul diritto d'asilo. Sergio Briguglio, esperto di migrazioni, ha suggerito alcuni «aggiustamenti» legislativi che potrebbero segnare un cambiamento di rotta - come permettere l'ingresso in Italia per ricerca di lavoro. Piccoli passi, il problema è trovare la strada.


 
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