INPS Monitoraggio dei flussi migratori
in collaborazione con il Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes
In Italia il modello di sostegno alle famiglie stato a carattere prevalentemente privato, imperniato cio sui rapporti stipulati dalle stesse famiglie. Nel Centro e nel Nord Europa si insistito maggiormente sui servizi sociali, nei quali lavora personale locale, che hanno offerto il sostegno necessario alle donne interessate ad un inserimento professionale (J. Andall, Gender, migration and domestic service. The politics of black women in Italy, Aldershot, Ashgate, 2002).
Linvecchiamento della popolazione e la necessit di un supporto alle donne che si inseriscono nel mercato occupazionale ha reso gi adesso di primaria importanza il settore della collaborazione familiare. Da una parte, lItalia assoggettata ad uno dei pi negativi andamenti demografici nel mondo: basti pensare che le famiglie con almeno un anziano ultrasessantacinquenne sono pi di un terzo del totale e che sono comprensibilmente maggiori le esigenze di assistenza da parte delle persone anziane (cf. ISTAT, Indagine multiscopo sulle famiglie, Roma 1998).
Daltra parte, le donne italiane, anche per la carenza dei servizi di sostegno per far fronte ai compiti di madri e di lavoratrici, quando ne hanno la possibilit assumono donne straniere: la loro linea di impegno non pi casalinga-madre-moglie bens lavoratrice-madre-moglie. Alcune di esse arrivano a lavorare anche 70 ore a settimana, e questo in un contesto in cui venuto meno il perno tradizionale dei familiari e dei parenti stretti e, specialmente nelle aree metropolitane, sussiste la difficolt di ritornare a casa in tempi celeri a causa della distanza dei posti di lavoro.
Secondo unindagine IREF-ACLI, condotta in collaborazione con lEurisko, nel 2002 erano 950.000 le famiglie italiane interessate ad avere maggiori servizi di cura e di assistenza per anziani e bambini e questo perch i servizi pubblici o non sono sufficienti o comunque non vengono ritenuti adeguati alle necessit (orari, ubicazione ecc.).
Nonostante le pi frequenti opportunit di inserimento nel settore, le prestazioni di collaborazione familiare sono considerate meno appetibili dal punto di vista contrattuale, economico e ancor di pi per quanto riguarda la considerazione sociale. Provvidenzialmente, a fronte della crescente carenza di manodopera italiana, vi stata in misura crescente la disponibilit di quella straniera, come si constatato in maniera eccezionalmente vistosa nella regolarizzazione del 2002, quando quello della collaborazione familiare diventato il primo per numero di stranieri.
Per collaboratrici familiari o colf si intendono sia le donne (in misura prevalente) che gli uomini: in questo caso prenderemo le donne come parte indicativa della totalit e parleremo di collaboratrici. Esse vengono chiamate badanti, ma dalla Caritas e da altre organizzazioni stato fatto osservare che sarebbe pi corretto utilizzare, al posto di questo termine, quello di assistente o aiutante domiciliare. La loro presenza sta operando come una ramificata agenzia di sostegno alle famiglie, che ha consentito, a basso costo, alle donne laffermazione professionale e agli anziani la possibilit di rimanere a casa. Esse sono riuscite a farsi apprezzare per le loro doti preziose di disponibilit, flessibilit e funzionalit.
Le donne immigrate prima erano considerate collaboratrici familiari quasi per antonomasia. Il loro inserimento, nella fase iniziale dellimmigrazione, veniva facilitato dalle organizzazioni cattoliche, alle quali le famiglie volentieri ricorrevano per avere garanzie in merito a questo rapporto fiduciario.
Fino a tutti gli anni 80 e anche ai primi anni 90 il lavoro domestico aveva una grande incidenza sul numero complessivo degli avviamenti, arrivando ad essere un sesto del totale, mentre per le donne rappresentava se non lunico quanto meno lo sbocco prevalente. Attualmente le donne immigrate stanno conoscendo una fase di maggiore emancipazione e iniziano a trovare nuovi rami di inserimento nei vari settori, dai pubblici esercizi e altre attivit del terziario fino allindustria e allagricoltura.
Nella regolarizzazione del 1996 ci fu un boom di assunzioni nel settore della collaborazione domestica, sia per esigenze reali sia perch venne ritenuta una buona copertura per essere regolarizzati: ad esempio vennero coinvolti anche i maschi africani, tradizionalmente poco portati a questo tipo di lavoro, e non a caso, ottenuto il permesso di soggiorno, si registr una fuoruscita dal settore.
Alla fine degli anni 90 (1999) le colf straniere raggiungevano il 50% del totale, mentre nel Lazio si arrivava al picco di tre straniere ogni quattro dichiarate allINPS.
Diverse indagini hanno posto in evidenza che non si tratta pi di ragazze (solo una minoranza ha meno di 30 anni), che solitamente hanno un buon livello di istruzione, sono spinte da motivazioni economiche finalizzate al sostegno dei propri famigliari, non pensano ad una immigrazione a corto respiro. Dal punto di vista della vita di relazione lorario di lavoro non daiuto, lasciando scarsi margini per incontrare i propri connazionali e pi raramente per attivit associative e di promozione professionale. Solo quando le collaboratrici familiari riescono a non dipendere in esclusiva da una stessa famiglia e a frazionare le ore di lavoro presso pi datori di lavoro diventa possibile affittare una casa per proprio conto e farsi raggiungere dai familiari, iniziando cos una vita normale (sono stati numerosi gli studi nellanno della regolarizzazione: CNEL, a cura di Maurizio Andolfi e Cristina Finocchiaro - Fondazione Andolfi, Le colf straniere: culture familiari a confronto, Milano, Franco Angeli, 2004 -la ricerca stata iniziata nel 2002-; Eurispes, Il lavoro domestico in Italia: regolare e sommerso, Rapporto Italia, 2002; G. Gori, Lassistenza privata agli anziani in Italia e in Europa, ricerca promossa dallo SPI-CGIL e realizzata dalla Fondazione Brodoloni e dal Politecnico di Milano, 2002).
Alla fine degli anni 90 i maschi, tra gli addetti stranieri a questo settore, rappresentavano un quinto del totale (con unincidenza superiore a quella dei maschi italiani nello stesso settore) e gi allora si vedeva come dalle ragazze colf si fosse gi arrivati alle donne colf. Queste, erano, infatti le classi di et (dati INPS 1999): fino a 30 anni 30%, tra 31 e 50 anni 62%, oltre 50 anni 17%. Comunque gi in quegli anni si constatava la scarsa disponibilit della popolazione locale per questo tipo di lavoro, perch gli addetti italiani con meno di 30 anni erano solo il 16% e quelli con pi di 50 anni il 30%.
Queste evidenze di natura socio-statistica indicano che, dai primi flussi di lavoratrici domestiche registrati negli anni 70, passato molto tempo e le persone coinvolte non sono pi giovani e sono segnate dal peso di 10-20-30 anni di lavoro; purtroppo, dopo aver assicurato le loro prestazioni lavorative, non sempre, ritirandosi dal lavoro, potranno avere le prestazioni pensionistiche perch per molte di loro la copertura contributiva stata intermittente.
Queste donne non si occupano solo di curare la casa o preparare i cibi ma, avendo spesso un elevato grado di istruzione ed essendo non di rado poliglotte, operano come educatrici, insegnanti di lingua, assistenti agli anziani e ai malati. Secondo il Ministero del Lavoro (decreto 30 maggio 2001) la voce collaboratore domestico e assimilati include diverse categorie: balia, bambinaia, collaboratore familiare, domestico, domestico famigliare, donna di servizio, fantesca, guardarobiere domestico, lavoratrice domestica, maestro di casa, servitore. La donna di pulizia e la donna tuttofare rientrano, invece, nella voce altri addetti non qualificati a servizi di pulizie nelle abitazioni. Nellindagine della Fondazione Andolfi si mostrano anche alcune preferenze nazionali per determinate mansioni della collaborazione domestica.
Mansioni nella collaborazione domestica (2003)
Collaborazione domestica |
35,7 |
Maggiore incidenza: eritree 38,8%, filippine 43,6% |
Cura alle persone (anziani) |
26,1 |
Maggiore incidenza: etiopi 41,7%, somale 47,4% |
Baby sitting |
9,0 |
Maggiore incidenza: etiopi 16,7% |
Ruolo tuttofare |
29,2 |
Maggiore incidenza: filippine 40,6%, capoverdiane 68,0% |
Fonte: INPS/Monitoraggio Flussi Migratori Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Indagine Fondazione Andolfi/CNEL
Gli addetti stranieri alla collaborazione familiare alla fine del 2002 incidevano per il 56% sul totale: 126.379 su 224.402. Leffettiva incidenza dei lavoratori stranieri va per al di l di quanto attestano le statistiche ed risaputo che nel settore lavorano sia molti immigrati regolari in nero che altri senza permesso di soggiorno.
Per aree geografiche il Centro a distinguersi con unincidenza di 2 colf straniere ogni tre complessivamente dichiarate e cio italiane e straniere (66%), mentre nel Sud e nelle Isole lincidenza degli immigrati scende a poco pi di un terzo (37%); il Nord, invece, sta vicino alla media nazionale (57%).
In generale si pu dire che quando si tratta di poche ore settimanali le lavoratrici italiane si mostrano pi disponibili (sono il 46% del totale), mentre la loro incidenza scende quando aumentano le ore di impiego: nei rapporti che comportano 35 ore le italiane sono solo il 32%.
La disponibilit delle famiglie italiane a pagare i contributi per le colf straniere inversamente proporzionale al numero delle ore da dichiarare: maggiore la disponibilit quando si tratta di 15 ore, considerato che questi rapporti sono il 55,6% del totale; invece ridottissima la disponibilit per i rapporti che prevedono 35 o pi ore di prestazioni e che non a caso costituiscono solo il 3,7% del totale. Pu, per, trattarsi di impegni frazionati presso pi datori di lavoro, con una sorta di microimprenditorialit tipica nel settore della collaborazione familiare. E andata indirizzandosi in tal senso la tendenza delle donne immigrate, sia per favorire il ricongiungimento delle loro famiglie e disporre di una casa propria che per appropriarsi del proprio tempo libero e poterlo dedicare alla cura delle relazioni amicali, allimpegno associativo e anche al proprio miglioramento scolastico professionale. Anche nelle colf italiane si riscontrano le stesse tendenze, anche se pi fortemente accentuate: i rapporti con meno di 15 ore sono il 62,2% e quelli con 35 ore e pi solo il 2,4%.
Per quanto riguarda il numero delle ore dichiarate troviamo delle differenziazioni territoriali. Il Centro larea dove sono pi diffusi i rapporti con un ridotto numero di ore (59,0% contro il 52,5% del Nord), mentre il Nord larea dove i rapporti con 26 ore e pi sono il 14,6% dei casi (contro il 9,1% del Centro). Probabilmente la microimprenditorialit per soddisfare pi datori di lavoro trova un riscontro statistico pi diffuso nel Centro, probabilmente perch ingloba la pi grande area urbana del paese e cio quella romana con circa 3 milioni di persone.
La difficile congiuntura economica che perdura dallinizio del 2000 porta anche ad interrogarsi se il frazionamento delle prestazioni risponda solo ad unesigenza di emancipazione delle lavoratrici interessate e non sia anche un indice della ridotta capacit economica delle famiglie, impossibilitate a coprire per intero gli oneri di un rapporto di collaborazione domestica a tempo pieno: tutto lascia pensare che anche questo fattore eserciti la sua influenza.
A lavorare oltre le 45 ore, e quindi in pratica a passare quasi tutto il tempo presso la famiglia datrice di lavoro, sono 1.319 persone in tutta Italia, tra le quali 893 con cittadinanza straniera (67,8%). Non sono disponibili i dati sulle mansioni di questi lavoratori, tra i quali sarebbe interessante distinguere se si tratti della collaborazione domestica di tipo classico oppure di mansioni pi specifiche (autisti, giardinieri, custodi ecc.).
Il settore della collaborazione familiare stato da sempre a prevalenza femminile. Nel periodo 1999-2002 le donne sono passate dai tre quarti del totale (77,2%) ai quattro quinti (81,8%) e questo perch andata diffondendosi il collocamento delle donne, oltre che come collaboratrici familiari, anche come assistenti degli anziani e dei malati, mansioni per le quali la figura femminile solitamente pi gradita.
Il pi alto tasso di femminilizzazione si riscontra tra gli assicurati dellEst Europa (91,5%) e quelli dellAmerica Latina (94,4%); tra i filippini (75,1%) il tasso inferiore alla media, essendo risaputo che anche gli immigrati di questo paese hanno trovato modo di collocarsi nel settore in misura crescente; lincidenza pi bassa, invece, contraddistingue gli altri paesi asiatici. Seppure con queste variazioni, rimane assodato che parlare di colf non necessariamente significa parlare di donne.
La provenienza continentale alla fine del 2002 ha visto prevalere lAsia (39,9%) seguita dallEuropa (28,2%), dallAmerica (18,6%) e dallAfrica (13,3%). Rispetto al 1999 tutte le aree continentali hanno perso in peso percentuale e anche in valori assoluti, ad eccezione dellEst Europa che ha guadagnato 10 punti percentuali e quasi 12.000 unit.
A questo proposito torna utile sottolineare un dato curioso. I lavoratori e le lavoratrici stranieri assicurati come colf sono stati 126.297 nel 1999, 136.619 nel 2000, 142.196 nel 2001 e, sorprendentemente, solo 126.379 nel 2002. Questa vistosa diminuzione non pu essere riferita solo ad una maggiore propensione ad evadere i contributi, per di pi nellanno di entrata in vigore della legge Bossi-Fini (n. 189/2002), bens come una maggiore difficolt normativa a rinnovare il permesso di soggiorno, senza il cui possesso vengono meno anche i presupposti per il pagamento dei contributi. Probabilmente, essendo nel frattempo aumentato il fabbisogno di personale per lassistenza in famiglia, le persone coinvolte, avendo continuato a lavorare in nero, avranno colto lopportunit di riottenere il permesso facendo presentare domanda di regolarizzazione ai sensi della legge 189/2002. Dal punto di vista contributivo indubbio che lINPS avrebbe tutto linteresse a poter contare su rapporti che non entrino in questo fenomeno di carsismo e anche lobiettivo dellintegrazione si rafforzerebbe di una maggiore stabilit.
ITALIA. Colf assicurati allINPS per ore settimanali di impiego (2002)
Ore sett |
Nord |
Centro |
Sud e Isole |
Italia |
|
||||||||||
|
Totale |
Di cui stranieri |
Totale |
Di cui stranieri |
Totale |
Di cui stranieri |
Totale |
Di cui stranieri |
|||||||
Fino a 14 |
59.280 |
32.337 |
55% |
46.315 |
29.150 |
63% |
25.467 |
8.650 |
34% |
131.062 |
70.137 |
54% |
|||
da 15 a 24 |
31.806 |
18.585 |
58% |
21.507 |
15.493 |
72% |
11.699 |
4.704 |
40% |
65.012 |
38.782 |
60% |
|||
25 |
3.226 |
1.677 |
52% |
1.154 |
742 |
64% |
1.354 |
551 |
41% |
5.734 |
2.970 |
52% |
|||
da 26 a 35 |
9.428 |
5.968 |
63% |
3.989 |
2.886 |
72% |
2.333 |
997 |
43% |
15.750 |
9.851 |
63% |
|||
da 36 a 45 |
3.572 |
2.460 |
69% |
1.233 |
915 |
74% |
720 |
371 |
52% |
5.525 |
3.746 |
68% |
|||
Oltre 45 |
839 |
586 |
70% |
281 |
215 |
77% |
199 |
92 |
46% |
1.319 |
893 |
68% |
|||
TOTALE |
108.151 |
61.613 |
57% |
74.479 |
49.401 |
66% |
41.772 |
15.365 |
37% |
224.402 |
126.379 |
56% |
|||
Fonte: INPS/Monitoraggio Flussi Migratori Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati INPS
Il protagonismo delle donne nella regolarizzazione del 2002
Le donne sono state protagoniste di 321.000 domande di regolarizzazione, su un totale di 702.000, pari al 45,7% del totale, rivelando unincidenza pressoch identica a quella che esse gi detengono sul totale dei soggiornanti.
Considerando le differenti tipologie della domanda, si rileva che (cf. Fondazione ISMU, Primi risultati della ricerca su Il processo di regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari in Italia, novembre 2003):
- appena 53.000 hanno riguardato il lavoro subordinato (16,5%);
- la quasi totalit delle istanze ha riguardato invece il lavoro domestico (45,8%) e lassistenza (37,7%).
La graduatoria delle prime 10 nazionalit vede un netto predominio di ucraine e romene, che insieme arrivano a costituire quasi la maggioranza delle beneficiarie (48,3%). In particolare, dai dati a disposizione si rileva che lUcraina risultata la 1 nazionalit richiedente in 14 regioni, la Romania in 4 (fra cui il Lazio), la Polonia e lEcuador in 1 ciascuna (rispettivamente in Sicilia e in Liguria). Segue, 3, la Polonia (8,4%), e poi, nellordine, lEcuador, la Moldavia (paese in forte crescita quanto a presenze femminili), la Cina, il Per, lAlbania, il Marocco e le Filippine.
Loperazione di regolarizzazione ha consentito dunque di prendere atto di una realt poco conosciuta: del forte incremento di nazionalit finora ufficialmente poco rappresentate (come lUcraina) o con una certa tendenza allo scivolamento nellirregolarit (come la Polonia e la Romania), che, grazie allesenzione dallobbligo del visto riuscivano ad arrivare in Italia ma non a conseguire un titolo valido e duraturo per il soggiorno.
La nazionalit maggiormente coinvolta stata lUcraina, con il 26,6% delle domande totali per lavoro domestico e ben il 35,7% per lassistenza. Al secondo posto, in entrambi i settori, risultata la Romania.
La Romania ha invece prevalso nel lavoro subordinato, con il 21,9% del totale, seguita dalla Cina (18%) e, successivamente, dallUcraina.
Altri tre paesi dai quali proviene il maggior numero di donne coinvolte nella regolarizzazione sono stati la Polonia (4 nel lavoro subordinato e 3 nellassistenza e nel lavoro domestico), lEcuador (4 nel lavoro domestico) e la Moldavia (4 nellassistenza).
Larea dellassistenza dunque apparsa caratterizzata fortemente dal coinvolgimento di donne dallest Europa (fra le prime 10 nazionalit di estranee a tale area ve ne sono solo 3: il Per, lEcuador e il Marocco), mentre in quella del settore domestico presente anche una significativa porzione di donne asiatiche (cinesi e filippine).
I dati registrati hanno reso anche possibile ricostruire let media delle richiedenti ed emerso che:
- let media delle richiedenti per il lavoro subordinato leggermente pi bassa di quella degli altri due ambiti (28,9 anni): la media per superata sia dalle ucraine (34,8) che dalle moldave e dalle bulgare, mentre le romene sono pi giovani (26,9);
- let media delle donne coinvolte nel settore domestico pi elevata, arrivando a 33,4 anni. Anche in tale settore le ucraine si pongono al di sopra, con 40,9 anni, seguite dalle moldave (36); pi giovani continuano a risultare le rumene (30,1) e le marocchine (29,4);
- nellambito assistenziale let media cresce ancora, giungendo a 38,3 anni. Di nuovo le ucraine superano il valore medio, giungendo a 43,4 anni, ma non risultano prime: le russe arrivano infatti a 43,7 anni. Seguono, tra i 39 e i 42 anni, le moldave, le polacche e le bulgare, mentre agli ultimi posti continuano a trovarsi le romene (32,1), con le peruviane (32), le albanesi (31,8) e le marocchine (30,6).
Per quanto riguarda lanzianit di soggiorno dei regolarizzandi, unindagine della Fondazione Andolfi - CNEL (2003) su 400 lavoratrici domestiche ha rilevato percentuali differenziate di irregolarit in dipendenza della minore o maggiore permanenza in Italia:
- in Italia da 2 anni: irregolarit del 68,3%;
- in Italia tra i 3 e i 5 anni: irregolarit del 38,8%;
- in Italia tra i 6 e i 10 anni: irregolarit del 12,6%.
La Fondazione ISMU ha calcolato i benefici prodotti in termini di emersione del reddito imponibile: conteggiando opportunamente le retribuzioni medie (il riferimento alla media aritmetica) e il numero di percettori, si stimata unemersione mensile di quasi 500 milioni di euro a livello nazionale, di cui il 67% nellambito del lavoro subordinato.
La Lombardia la regione ove si accentra pi di ¼ di tale recupero, seguita dal Lazio, dal Veneto, dallEmilia Romagna e dalla Toscana. Nel Mezzogiorno sostanzialmente la Campania, con un recupero mensile di 41 milioni di euro di cui 23 nellarea del lavoro subordinato, a primeggiare incontrastata. Un analogo conteggio potrebbe riguardare gli effetti dellemersione in termini di effetti contributivi e fiscali anche sul fronte dei datori di lavoro imprenditori.
La regolarizzazione per le colf e badanti stata disposta dalla legge 30 luglio 2002, n.189, Modifiche alla normativa in materia di immigrazione e di lavoro (nota come legge Bossi Fini, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 199 del 26 agosto 2002 ed entrata in vigore il 10 settembre 2002), quella sui lavoratori dipendenti dal decreto legge 9 settembre 2002, n. 195, convertito con modificazioni nella legge 9 ottobre 2002, n. 222, recante Disposizioni urgenti in materia di legalizzazione del lavoro irregolare di extracomunitari.
ITALIA. Incidenza delle istanze di regolarizzazione per lavoro domestico sui colf dichiarati allINPS (2002)
Aree territoriali |
Istanze regolarizzazione 2002 |
Colf immigrati iscritti iscrittiallINPS al 31.12.2001 |
Incid. domande regolar. su 100 domestici soggiornanti |
Nord-Ovest |
98.533 |
46.306 |
212,8 |
Nord-Est |
58.608 |
16.620 |
352,6 |
Centro |
112.045 |
53.294 |
210,2 |
Sud |
60.287 |
11.368 |
530,3 |
Isole |
11.648 |
9.031 |
129,0 |
ITALIA |
341.121 |
*136.619 |
249,7 |
* Una successiva verifica ha portato ad aumentare il totale a 1412.197, mentre nel 2002 gli assicurati sono stati 147.328)
FONTE: INPS/Monitoraggio Flussi Migratori Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati del Ministero dellInterno
Il Ministro del Lavoro, con decreto 28 ottobre 2002 (G.U. 22 gennaio 2003, n. 17) ha subordinato lammissibilit della dichiarazione di emersione al pagamento previo allINPS, mediante bollettini di conto corrente postale di 700 euro, di cui 669 euro calcolati con laliquota del 32,70 sul minimale contributivo per le competenti gestioni previdenziali pensionistiche per i tre mesi antecedenti la sanatoria (con riferimento, quindi, al 10 settembre 2002) e 31 euro per assicurare la copertura delle spese necessarie per far fronte allorganizzazione ed allo svolgimento delle operazioni di regolarizzazione, da assegnare per due terzi al Ministero dellInterno e per un terzo al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Nel 2001 i collaboratori e le collaboratrici domestiche sono stati 137.000. Per ogni unit dichiarata allINPS ci sono state 2,5 istanze di regolarizzazione (341.121 registrate complessivamente a seguito della regolarizzazione disposta dalla legge Bossi Fini).
Il Nord, mentre nelle regolarizzazioni del settore aziendale ha mostrato un andamento pi contenuto rispetto alle altre aree del paese, nel settore domestico risultato soggetto a una maggiore pressione migratoria per motivi di collaborazione famigliare ed stato superato solo dal Sud.
Infatti, per ogni colf in servizio si registrano
- 2 domande di regolarizzazione: in Valle dAosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Liguria;
- 3 domande di regolarizzazione: in Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Piemonte.
Nel Veneto si arriva a 4 domande di regolarizzazione per ogni colf dichiarata.
A livello provinciale si raggiungono le 5 istanze di regolarizzazione per lavoratore dichiarato a Mantova, Belluno, Venezia, Forl Cesena, Piacenza, Reggio Emilia, mentre le istanze sono addirittura 10 a Rovigo e Ferrara.
Con 2 istanze ogni colf dichiarata, il Centro ha unincidenza pi bassa sia rispetto alle due aree del Nord (tuttavia, le Marche e lUmbria superano la media dellarea con 3,3 e 3,7 istanze per ogni unit dichiarata). A livello territoriale vi sono province con valori pi alti (Grosseto e Terni 5, Pesaro-Urbino e Viterbo 4, Latina 7, Frosinone 8, Roma 6).
Dati pi contenuti si riscontrano nelle Isole: 1,2 istanze in Sicilia e 2,1 in Sardegna, con punte di 3,6 a Siracusa, 4,9 a Ragusa e 4,4, a Sassari.
I valori sono invece pi alti nelle regioni del Sud: 2,3 istanze in Puglia, 3 in Molise, 4,4 in Abruzzo, 5,1 in Calabria, 6,7 in Campania, 9,4 in Basilicata e 10 o pi istanze in numerose altre province (Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, Potenza, Crotone, Vibo Valentia e Foggia, con 15).
Nellinsieme la regolarizzazione ha evidenziato che il lavoro domestico stato negli ultimi anni nella maggior parte dei casi effettuato in nero, non solo a causa di quote non sempre adeguate ma anche perch i requisiti reddituali per far venire un lavoratore o una lavoratrice domestica tramite chiamata nominativa sono troppo alti e, inoltre, perch le famiglie preferiscono conoscere prima le persone da assumere.
La situazione del Veneto stata radiografata nel 2003 in una indagine quantitativa e qualitativa condotta dalla Tolomeo Studi e Ricerche (intervista a 417 assistenti sociali a un gruppo di immigrate) su incarico dellAssociazione dei comuni del Veneto (cf. settimanale diocesano di Pordenone Il Popolo 13 aprile 2003 e Migranti-press n. 18/2003).
In Veneto si ipotizzata la presenza di 21.000 badanti straniere. Infatti, secondo le stime ISTAT, nel Veneto ci sono circa 360 mila persone con pi di 74 anni, e di queste circa 90 mila soffrono di qualche forma di invalidit. Tolte le circa 20 mila che sono assistite direttamente dalla famiglia, le restanti 70 mila si appoggiano a diverse strutture di assistenza: 20 mila circa ricorrono a strutture residenziali con contributo regionale, 10 mila circa ricorrono alle stesse strutture con pagamento dellintera retta, 21 mila ricorrono allassistenza domiciliare integrata (servizi offerti dai Comuni), infine altrettante sono assistite da badanti.
Le badanti del Veneto sono nel 99% dei casi donne, provenienti quasi tutte (81%) dai paesi dellEst Europa (Ucraina 22%, Romania 19%, Russia europea e Bielorussia 14%). Hanno unet che oscilla tra i 30 e i 40 anni, con punte anche pi alte, sono sposate e con figli, hanno un titolo di studio medio (61%) e decidono di venire a lavorare in Italia per qualche anno.
Lindagine conclude che la cura domiciliare mediante il supporto della badante comporta dei vantaggi notevoli in termine di costi, visto che si calcola che la retta in casa di riposo costi mediamente tra i 1.000 e i 1.150 euro, mentre il costo dello stipendio di una badante si aggira sugli 826 euro. Non mancano i vantaggi di natura non finanziaria: secondo le famiglie intervistate il vantaggio principale comunque la possibilit di mantenere lautonomia abitativa (69%).
Il rapporto Nord Est. Poveri ed emarginati in un mondo di ricchi (novembre 2001), curato dalla Delegazione Caritas Nord Est con il supporto scientifico dellOsservatorio Socio-religioso Triveneto (OSRET), ipotizzava che nel 2001 le aiutanti domiciliari fossero 15.000 in Veneto, 3,3 aiutanti domiciliari ogni 1000 abitanti e che il risparmio, rispetto al sistema della istituzionalizzazione, fosse di 540 miliardi di lire lanno.
Nel 2003 , per effetto della regolarizzazione dellanno precedente, si arrivati a circa mezzo milione di lavoratori domestici, triplicato quindi rispetto allanno precedente.
A seguito di questo provvedimento straordinario si verificato un vero e proprio sconvolgimento del settore, sia in termini di consistenza numera che di provenienze continentali.
Bisogner ora accertare la tenuta della copertura assicurativa in questi rapporti, essendo risaputo che la grande emersione registrata nella regolarizzazione del 2002 stata dovuta anche alla disponibilit dei lavoratori di pagare in proprio i contributi, pur facendoli figurare come versati dal datore di lavoro.
Le domande di regolarizzazione presentate per lavoro domestica e assistenza familiare sono state poco meno di 350.000: 233.034 per lEst Europa, 50.171 per lAmerica Latina, 32.101 per lAfrica e 30.610 per lAsia.
Il quadro territoriale dei domestici assicurati allINPS si scosta abbastanza da quello dei dipendenti dellindustria e vede al primo posto il Lazio, una concentrazione pi rilevante nelle aree urbane.
Nel 2002 la ripartizione degli addetti per provenienza continentale vedeva prevalere lAsia con il 42%, mentre ad Europa, America e Africa spettava allincirca il 20% (rispettivamente 21,5%, 20,7% e 15,8%). Nel 2003 gli europei hanno superato la maggioranza assoluta (57%), Asia e America si sono attestati su valori simili (rispettivamente 17% e 16%) e lAfrica si fermata al 10%. Per incremento percentuale al primo posto viene lEuropa (755%), America e Africa si collocano nella fascia intermedia (329% e 259%), mentre da ultimo viene lAsia (161%).
Alla fine del 2003 il panorama delle provenienze si presenta radicalmente modificato, essendo stata la regolarizzazione del 2002 caratterizzata da un protagonismo maggioritario dei Paesi dellEst Europa, con complessive 233.034 domande e un aumento di 7,5 volte: Ucraina 90.247, Romania 65.638, Polonia 26.256, Moldavia 23.020, Albania 11.609 e con un numero ridotto, comunque superiore alle 1.000 unit, nel caso di Russia, Bulgaria e Bielorussia (5.262, 4.324 e 1.013). Queste presenze, aggiungendosi alle 33.068 gi registrate nel 2004, portano ad un numero complessivo di 286.662 presenze. I paesi dellEst sono quelli che hanno conosciuto il maggiore aumento per quanto riguarda gli addetti al settore della collaborazione familiare: aumento di 7 volte per Ucraina, di 6 volte per Bulgaria, di 5 volte per Romania, Moldavia, Russia, di 4 volte per Polonia, di 3 volte per Albania e Croazia, di 2 volte per Jugoslavia. Un riscontro di un aumento cos consistente, cos come avvenuto per alcuni paesi dellEst, si trovano solo per un numero ristretto di nazionalit: Cina aumento di 8 volte, Bolivia aumento di 6 volte ed Ecuador aumento di 5 volte.
Al secondo posto per numero di domande (50.171), seppure molti distanziati, vengono gli americani, o pi esattamente i latino americani: le domande di regolarizzazione per lavoro domestico presentate da canadesi e statunitensi sono, infatti, appena 126 e anche in precedenza questi due paesi erano rappresentati in misura minimale. Il continente americano triplica la sua presenza e da 23.386 unit passa a 73.683, con unincidenza del 15,6% sul totale. I paesi maggiormente protagonisti per numero di domande di regolarizzazione sono stati lEcuador con 25.785, seguito da Per (13.919), Brasile (3.263) e Colombia (2.823).
LAsia, pur avendo conosciuto un aumento pi contenuto rispetto allAmerica, rimane al secondo posto: 81.137 addetti e incidenza del 17,2% sul totale. Alle persone gi dichiarate nel 2002 (50.527) se ne sono aggiunte altre 30.610 a seguito della regolarizzazione: Filippine 10.709 domande, Sri Lanka 5.709, Cina 5.830, Bangladesh 3.571, India 2.160, Pakistan 1.119. Questo continente e specialmente il gruppo filippino perdono il ruolo di protagonisti principali nel settore: le domande presentate da filippini sono nove volte di meno di quelle presentate dallUcraina e questo d unidea della portata dei cambiamenti intervenuti.
Al quarto posto troviamo gli africani con 48.743 addetti alla fine del 2003, dei quali solo 16.822 prima della regolarizzazione, per cui anchessi hanno triplicato la loro consistenza. Le 32.101 domande di regolarizzazione hanno come principali protagonisti il Marocco (9.915), il Senegal (4.621), la Nigeria (3.978) e la Tunisia (1.201). Queste nazioni sono dei nuovi protagonisti rispetto a quelli tradizionali, che una volta venivano dai paesi del Corno dAfrica, dalle Isole Mauritius e da Capoverde.
LOceania ha un numero minimo di addetti: ai 41 addetti del 2002 si sono aggiunti altri 65 lavoratori a seguito della regolarizzazione.
In conclusione, gli immigrati dellEst Europa sono diventati i grandi protagonisti nel settore della collaborazione familiare fino a raggiungere da soli la maggioranza assoluta. Davanti a tutti si colloca lUcraina con pi di 100.000 addetti, 20.000 in pi rispetto alla Romania, il doppio rispetto alle Filippine, cinque volte di pi rispetto alla Polonia e allEcuador, 4 volte di pi rispetto alla Moldavia, 6 volte di pi rispetto allAlbania e allo Sri Lanka. A seguito delladesione allEuropa di nuovi Stati membri, e segnatamente della Polonia, la collaborazione domestica coinvolge ormai un numero rilevante di lavoratori comunitari, i quali fino al 2002 erano poche migliaia.
ITALIA. Stima addetti stranieri alla collaborazione familiare nel 2003
|
Totale M+F stranieri nel 2002 |
% F su totale stranieri nel 2002 |
Regolarizzati fine 2003 |
M+F stranieri fine 2003 |
Aumento 2003/2002 |
Rip. % 2003 |
EUROPA |
35.603 |
91,5 |
232.862 |
268.490 |
754,6 |
54,7 |
Europa Ovest |
2.535 |
91,5 |
2.535 |
*2.535 |
- |
0,5 |
Europa Est |
33.068 |
91,5 |
**233.059 |
**265.955 |
804,1 |
54,2 |
AMERICA |
23.386 |
90,4 |
51.972 |
73.683 |
329,1 |
15,6 |
America Nord |
1.612 |
88,3 |
126 |
*1.738 |
107,8 |
0,4 |
America Latina |
21.774 |
90,5 |
51.846 |
73.620 |
338,1 |
15,0 |
ASIA |
50.527 |
69,4 |
30.687 |
81.214 |
160,7 |
17,2 |
Filippine |
37.547 |
75,1 |
10.709 |
48.256 |
135,3 |
9,8 |
AFRICA |
16.822 |
86,3 |
27.749 |
44.571 |
289,8 |
9,1 |
Marocco |
4.767 |
84,5 |
9.915 |
14.682 |
308,0 |
3,0 |
Totale *** |
147.328 |
81,8 |
343.350 |
490.678 |
364,5 |
100,0 |
*stimato pari allanno precedente ** inclusi 25 di altri Paesi europei ***incluse anche le aree qui non menzionate
Fonte: INPS/Monitoraggio Flussi Migratori Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elab. su dati Ministero dellInterno
Il quasi mezzo milione di addetti stranieri al settore della collaborazione domestica, determinatosi nel 2003 a seguito della regolarizzazione, pu essere esaminato sotto due aspetti distinti e complementari: la consistenza numerica di questi lavoratori e lavoratrici per regioni e per provincia da una parte, la loro incidenza sulla popolazione residente dallaltra.
Per grandi aree territoriali si riscontra una diffusione differenziata rispetto a quella della generalit degli immigrati. Questi lavoratori si trovano per il 47% nel Nord (231.000), per il 34% nel Centro (169.000) e per il 19% nel Meridione (91.000); invece la generalit della popolazione straniera cos ripartita: Nord 59%, Centro 27% e Meridione 14%.
La minore concentrazione nel Nord desta una certa sorpresa non solo perch in quellarea le donne italiane sono inserite nel mondo del lavoro in misura percentualmente pi alta rispetto alla media della popolazione e quindi dovrebbero di per s avere bisogno di maggiore sostegno ma anche perch linvecchiamento della popolazione fa sentire in termini pi acuti i suoi effetti: del resto, prima della regolarizzazione, gli stranieri assicurati in questo settore sfioravano la met del totale (49%).
Nel Centro, invece, lelevata concentrazione di colf desta minori sorprese non solo per motivi demografici e occupazionali ma anche perch risaputo che una grande area urbana come quella romana attira in misura cospicua gli addetti alla collaborazione.
Nel Meridione, invece, la presenza di circa un quinto di colf straniere, oltre a rispondere a reali necessit dellarea, dove per il modello di famiglia meno atomizzata in comparazione con quanto avviene nelle altre aree, in qualche misura deve essere considerato un accesso facilitato al mercato lavorativo italiano, che poi continuer con lo spostamento al Nord. Questa annotazione sembra trovare conferma nella percentuale pi bassa (12,5%) che nel Meridione avevano gli stranieri assicurati come addetti alla collaborazione familiare (12,5%): le tendenze effettive emergeranno nel corso dei prossimi anni e si potranno desumere dagli stessi dati INPS sugli assicurati.
Le due regioni con un numero di addetti sulle 100.000 unit sono il Lazio (112.000) e la Lombardia (94.000), mentre per quanto riguarda la totalit dei lavoratori la Lombardia di gran lunga al primo posto.
Con 30.000/50.000 addetti troviamo la Campania (48.000), lEmilia Romagna (40.000), il Piemonte (38.000) e il Veneto (35.000).
Segue un gruppo di regioni con 8.000/15.000 addetti: Liguria 13.000, Sicilia 12.000, Umbria, Marche e Calabria 11.000, Puglia 8.000.
Le altre regioni si collocano a livello inferiore, o con 4.000/6.000 addetti (Abruzzo 6.000, Friuli Venezia Giulia 5.000, Trentino Alto Adige 3.900 concentrati in prevalenza nella provincia autonoma di Trento che ne detiene 2.762), o con numeri pi bassi (Sardegna 2.400, Basilicata 1.400, Molise 918 e Valle dAosta 579).
Lincidenza degli addetti alla collaborazione familiare dell8,5 per mille abitanti: vi un addetto ogni 118 residenti. Loscillazione territoriale notevole: si va da 1 addetto ogni 46 residenti nel Lazio ad 1 addetto ogni 714 residenti in Sardegna.
In alcune regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana) lincidenza di questa categoria sui residenti si aggira attorno al 10 per mille (1 ogni 100 residenti). Si va oltre in Umbria (incidenza del 12,7 per mille e quindi 1 addetto ogni 79 residenti) e specialmente nel Lazio, dove come abbiamo citato lincidenza del 21,6 per mille.
In una fascia intermedia (incidenza tra il 5 e il 9 per mille) si collocano la Campania (8,4), il Veneto (7,5) e le Marche (7,1).
Scendono al di sotto di una incidenza del 5 per mille lAbruzzo (4,8), la Valle dAosta (4,7), il Friuli (4,5), il Trentino Alto Adige (4,0), la Sicilia (2,5), la Basilicata (2,3), la Puglia (2,0) e la Sardegna (1,4).
A livello di aree territoriali prevale il Centro (incidenza del 15,2 per mille e 1 addetto ogni 66 residenti). Segue, notevolmente distaccato, il Nord-Ovest (incidenza del 9,6 per mille, 1 addetto ogni 104 residenti). Nel Nord-Est lincidenza del 7,8 per mille, nel Sud del 5,4 e nelle Isole del 2,3. Questa graduatoria attesta che il Sud e ancor di pi le Isole sono le aree con minore bisogno di addetti nel settore.
ITALIA. Lavoratori domestici extracomunitari: serie storica (1994-2003)
Anno |
Totale colf |
Di cui lavoratori extracomunitari |
||
|
|
% stranieri su totale |
Numero stranieri |
% donne su extracom. |
1994 |
190.994 |
26,8 |
51.110 |
72,7 |
1995 |
192.212 |
30,7 |
59.006 |
72,8 |
1996 |
237.593 |
46,2 |
109.795 |
69,1 |
1997 |
241.407 |
47,2 |
114.176 |
74,1 |
1998 |
208.407 |
45,6 |
95.184 |
75,7 |
1999 |
247.450 |
51 |
126.297 |
77,2 |
2000 |
256.539 |
53,2 |
136.619 |
78,8 |
2001 |
261.425 |
54,4 |
142.196 |
78,8 |
2002 |
224.402 |
56,3 |
126.379 |
81,8 |
2003 (stima) |
588.701 |
83,3 |
490.678 |
N.D. |
FONTE: INPS/Monitoraggio Flussi Migratori Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati INPS
La professione di colf immigrata, spesso inquadrata con una tonalit negativa, merita la pi attenta rivalutazione perch si tratta delle persone che sono di grande sostegno alle donne italiane e hanno il contatto pi ravvicinato con la famiglia italiana e i suoi valori pi intimi per cui, al rapporto professionale, si aggiunge una importante funzione di mediazione culturale (cf. CNEL, I servizi alle famiglie, alle persone sono un costo o possono essere un fattore di sviluppo delloccupazione e di emersione del lavoro nero?, Roma, marzo 1999; Anna Casella Paltrinieri, Collaboratrici domestiche straniere in Italia. Linterazione culturale possibile, in Studi Emigrazione, n. 143/2001, pp. 515-538).
Le politiche sociali territoriali sono chiamate a farsi carico delle notevoli difficolt incontrate da queste donne nella cura dei bambini (che spesso permette di lavorare solo la mattina quando i figli sono a scuola), nel trovare casa ad affitti bassi (gli unici compatibili con il proprio reddito), nel mantenere il posto di lavoro in caso di gravidanza ( solitamente scontato il licenziamento), nel potersi assentare dal lavoro per curare i figli: questi sono anche i motivi per cui queste donne, che spesso sono il sostegno economico della famiglia, sono costrette a mandare i figli in patria, per farli crescere tra i parenti, con gravi inconvenienti per lequilibrio familiare che costringe ad essere delle madri a distanza.
Sul piano della tutela previdenziale spesso stato proposto di estendere pi compiutamente a questa categoria le prestazioni in materia di malattia e maternit, mentre a livello fiscale stato ipotizzata la deducibilit delle retribuzioni corrisposte ai collaboratori familiari e delle relative contribuzioni obbligatorie, dal reddito dei datori di lavoro (sulle ipotesi di regolamentazione del settore e sulla positivit degli incentivi fiscali e contributivi cf.: EURISPES, Il lavoro sommerso in Italia: regolare e sommerso, Roma, febbraio 2002). Sul piano contributivo continua ad essere drammatico quello che abbiamo chiamato il fenomeno carsico, di pagare cio i contributi per un certo periodo, sospendendoli poi, o di non calcolare i contributi su tutte le ore lavorative effettivamente prestate.
Il settore della collaborazione domestica rischia di essere di grave pregiudizio alle donne immigrate. Laccentuata canalizzazione delle donne immigrate verso il lavoro domestico presenta queste conseguenze (L. Zanfrini, I lavori delle donne, in E. Zucchetti (a cura), Milano 2001. Rapporto sulla citt, Milano, Angeli, 2001, pp. 47-77):
- segregazione in una ristretta cerchia di mestieri cui funzionale la convinzione che la donna sia naturalmente predisposta per i lavori di cura;
- salari bassi e comunque non commisurati alle prestazioni richieste;
- sottovalutazione della precedente formazione delle persone coinvolte;
- difficolt di conciliare il ruolo lavorativo con quello materno, con la conseguenza che i figli vengono affidati in patri ai nonni o si ricorre spesso allinterruzione volontaria della gravidanza.
La famiglia dove si lavora non , infatti, come la fabbrica che gi di per s un fattore di socializzazione. Anche i ricongiungimenti familiari sono stati atipici, perch stata la donna occupata come colf a far venire successivamente il proprio partner e i figli.
Sul piano dellorganizzazione del lavoro stato ipotizzato di incentivare le forme di lavoro associato, che potrebbero garantire una maggiore continuit per le interessate e un abbattimento dei costi per i beneficiari.
Va curato fin da ora, e le iniziative in tal senso non mancano, il perfezionamento professionale di queste figure professionali che, per le delicate mansioni che svolgono, iniziano ad essere apprezzate in misura adeguata.
Nel periodo di permanenza i loro orari lavorativi sono cos lunghi fino a coprire, spesso, lintera giornata. Ci permette loro di spendere cifre relativamente modeste per il sostentamento e quindi di risparmiare ancora di pi.
Ricerca condotta dalla Direzione Centrale INPS/Monitoraggio Flussi Migratori (curatori Francesco Di Maggio e Angela Fucilliti) e dal Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes (curatori Franco Pittau e Leonardo Sam Redazione chiusa il 30 novembre 2004)
Al termine di ogni anno (o anche prima se viene interrotto il rapporto di lavoro) il datore di lavoro deve rilasciare ai lavoratori e questi devono esigere il certificato dei redditi corrisposti, perch questa documentazione serve per presentare la dichiarazione dei redditi e per rinnovare il permesso di soggiorno.
Contratto. I lavoratori devono chiedere il contratto individuale di assunzione, firmato dal datore di lavoro, che deve indicare: la data di assunzione, la prova, la qualifica (gli assistenti familiari sono 2 categoria), la convivenza parziale o totale, lorario di lavoro e la retribuzione pattuita, calcolata sui minimi nazionali, sul superminimo individuale e sugli scatti di anzianit.
Orario di lavoro. Va concordato tra le parti rispettando questi valori massimi:
per i lavoratori conviventi: 54 ore settimanali, ripartite in 10 ore giornaliere non consecutive, con un riposo di 2 ore pomeridiane e almeno 8 ore consecutive nellarco della stessa giornata; riposo settimanale di 36 ore di: 24 ore la domenica e 12 ore in altro giorno;
per i lavoratori non conviventi: 44 ore settimanali dal 01/01/04.
Ferie. 26 gg. lavorativi (escluse le domeniche e le festivit infrasettimanali). Le ferie, cos come la 13a mensilit e il trattamento di fine rapporto vanno maggiorati dellindennit sostitutiva di vitto e alloggio e non possono essere liquidati mensilmente. Le ferie devono essere effettivamente godute; la 13a mensilit va pagata a Natale di ogni anno, il trattamento di fine rapporto va corrisposto alla fine del rapporto di lavoro.
Malattia. La prestazione di malattia va pagata dal datore di lavoro nella misura del 50% della retribuzione i primi 3 giorni; dal 4 giorno va corrisposta nella misura del 100% secondo una durata variabile, corrispondente a 8, 10 o 15 giorni lanno in base allanzianit del rapporto di lavoro.
Infortunio. La retribuzione a carico del datore di lavoro con il 100% della retribuzione fino al 3 giorno; dal 4 giorno subentra lINAIL, che corrisponde direttamente lindennit ai lavoratori.
Maternit. Quando la gravidanza intervenuta durante il rapporto di lavoro, fino alla fine della astensione obbligatoria, la lavoratrice non pu essere licenziata. Lindennit di maternit a carico dellINPS.
I lavoratori devono fare dichiarazione di disponibilit a rioccuparsi al Centro per limpiego e presentare la domanda di disoccupazione.
Adempimenti del datore di lavoro allinizio e alla fine del rapporto di lavoro:
Comunicazione a INPS e Centro per lImpiego. Il rapporto di lavoro va denunciato, con appositi moduli allINPS e, entro cinque giorni dallinizio, al Centro per limpiego, allegando al modulo una fotocopia del permesso di soggiorno.
Comunicazione allINAIL. Il rapporto di lavoro va denunciato allINAIL con apposito modulo da trasmettere in fax entro 24 ore dallinizio della prestazione.
Comunicazioni alla Questura. La comunicazione va fatta entro 48 ore (24 ore se il rapporto di lavoro in convivenza); in caso di ospitalit connessa al rapporto di lavoro, la cessione di fabbricato va comunicata, distintamente dallassunzione, entro 48 ore dallingresso in casa del/della lavoratore/lavoratrice extracomunitaria, alla Questura (ufficio cessione fabbricati) o al Commissariato. Nei comuni sprovvisti di Commissariato la comunicazione va fatta ai vigili urbani o allufficio anagrafe. In generale e contestualmente va sempre verificato presso lUfficio Anagrafe se il comune dove si vive richieda o meno la comunicazione.
Comunicazioni per la cessazione del rapporto di lavoro. La comunicazione va fatta allINPS con i bollettini postali entro 10 giorni; allINAIL entro 24 ore con lapposita modulistica via fax; alla Questura entro 48 ore (se convivente, entro 24 ore); al Centro per limpiego entro 5 giorni.
Disposizioni in materia di soggiorno
Il rinnovo permesso di soggiorno va chiesto anticipatamente. Lanticipo deve essere di almeno 90 giorni per contratto a tempo indeterminato, di 60 giorni per contratto a tempo determinato, di 30 giorni per gli altri casi.
Per lassistenza delle pratiche possibile rivolgersi:
ai sindacati di categoria, ai patronati e anche agli sportelli informativi pubblici per gli immigrati
SITUAZIONE NEL 2003
ITALIA. Addetti stranieri alla collaborazione familiare e incidenza sulla popolazione (stima 2003)
Province/Regioni |
Ass. INPS 2002 |
Regolarizzati 2002 |
Somma |
Variazione % |
Ripart.% su totale |
Popolazione (31.12.2003) |
Colf/badanti ogni 1000 ab. |
Alessandria |
982 |
2.267 |
3.249 |
330,9 |
0,7 |
423.118 |
7,7 |
Asti |
258 |
1.133 |
1.391 |
539,1 |
0,3 |
212.219 |
6,6 |
Biella |
316 |
670 |
986 |
312,0 |
0,2 |
188.421 |
5,2 |
Cuneo |
1.711 |
2.083 |
3.794 |
221,7 |
0,8 |
566.062 |
6,7 |
Novara |
1.793 |
2.056 |
3.849 |
214,7 |
0,8 |
350.689 |
11,0 |
Torino |
5.431 |
17.018 |
22.449 |
413,3 |
4,6 |
2.191.960 |
10,2 |
Verbania |
727 |
831 |
1.558 |
214,3 |
0,3 |
160.697 |
9,7 |
Vercelli |
437 |
628 |
1.065 |
243,7 |
0,2 |
177.049 |
6,0 |
Piemonte |
11.655 |
26686 |
38.341 |
329,0 |
7,8 |
4.270.215 |
9,0 |
Aosta |
327 |
252 |
579 |
177,1 |
0,1 |
122.040 |
4,7 |
Valle DAosta |
327 |
252 |
579 |
177,1 |
0,1 |
122.040 |
4,7 |
Bergamo |
1.264 |
4.889 |
6.153 |
486,8 |
1,3 |
1.003.808 |
6,1 |
Brescia |
390 |
7.655 |
8.045 |
2062,8 |
1,6 |
1.149.768 |
7,0 |
Como |
2.670 |
2.383 |
5.053 |
189,3 |
1,0 |
551.655 |
9,2 |
Cremona |
934 |
1.039 |
1.973 |
211,2 |
0,4 |
342.844 |
5,8 |
Lecco |
701 |
1.165 |
1.866 |
266,2 |
0,4 |
318.824 |
5,9 |
Lodi |
415 |
899 |
1.314 |
316,6 |
0,3 |
205.449 |
6,4 |
Mantova |
1.008 |
1.867 |
2.875 |
285,2 |
0,6 |
385.900 |
7,5 |
Milano |
21.180 |
36.224 |
57.404 |
271,0 |
11,7 |
3.775.765 |
15,2 |
Pavia |
950 |
2.690 |
3.640 |
383,2 |
0,7 |
504.761 |
7,2 |
Sondrio |
188 |
322 |
510 |
271,3 |
0,1 |
178.393 |
2,9 |
Varese |
1.814 |
3.643 |
5.457 |
300,8 |
1,1 |
829.629 |
6,6 |
Lombardia |
31.514 |
62776 |
94.290 |
299,2 |
19,2 |
9.246.796 |
10,2 |
Genova |
940 |
6.695 |
7.635 |
812,2 |
1,6 |
871.733 |
8,8 |
Imperia |
160 |
957 |
1.117 |
698,1 |
0,2 |
207.997 |
5,4 |
La Spezia |
597 |
956 |
1.553 |
260,1 |
0,3 |
218.209 |
7,1 |
Savona |
1.018 |
1.406 |
2.424 |
238,1 |
0,5 |
279.535 |
8,7 |
Liguria |
2.715 |
10014 |
12.729 |
468,8 |
2,6 |
1.577.474 |
8,1 |
Bolzano |
288 |
833 |
1.121 |
389,2 |
0,2 |
471.635 |
2,4 |
Trento |
867 |
1.895 |
2.762 |
318,6 |
0,6 |
490.829 |
5,6 |
Trentino |
1.155 |
2728 |
3.883 |
336,2 |
0,8 |
962.464 |
4,0 |
Belluno |
99 |
908 |
1.007 |
1017,2 |
0,2 |
211.493 |
4,8 |
Padova |
3.955 |
5.895 |
9.850 |
249,1 |
2,0 |
871.190 |
11,3 |
Rovigo |
604 |
928 |
1.532 |
253,6 |
0,3 |
243.829 |
6,3 |
Treviso |
740 |
4.219 |
4.959 |
670,1 |
1,0 |
824.500 |
6,0 |
Venezia |
1.265 |
4.936 |
6.201 |
490,2 |
1,3 |
822.591 |
7,5 |
Verona |
2.223 |
4.079 |
6.302 |
283,5 |
1,3 |
849.999 |
7,4 |
Vicenza |
856 |
4.033 |
4.889 |
571,1 |
1,0 |
819.297 |
6,0 |
Veneto |
9.742 |
24.998 |
34.740 |
356,6 |
7,1 |
4.642.899 |
7,5 |
Gorizia |
154 |
254 |
408 |
264,9 |
0,1 |
139.407 |
2,9 |
Pordenone |
433 |
1.337 |
1.770 |
408,8 |
0,4 |
294.395 |
6,0 |
Trieste |
434 |
493 |
927 |
213,6 |
0,2 |
239.366 |
3,9 |
Udine |
489 |
1.789 |
2.278 |
465,8 |
0,5 |
525.019 |
4,3 |
Friuli Venezia G. |
1.510 |
3.873 |
5.383 |
356,5 |
1,1 |
1.198.187 |
4,5 |
Bologna |
2.766 |
6.403 |
9.169 |
331,5 |
1,9 |
934.983 |
9,8 |
Ferrara |
1.066 |
2.084 |
3.150 |
295,5 |
0,6 |
347.360 |
9,1 |
Forl-Cesena |
973 |
1.778 |
2.751 |
282,7 |
0,6 |
366.805 |
7,5 |
Modena |
1.042 |
3.977 |
5.019 |
481,7 |
1,0 |
651.996 |
7,7 |
Parma |
2.772 |
2.934 |
5.706 |
205,8 |
1,2 |
399.738 |
14,3 |
Piacenza |
1.296 |
1.887 |
3.183 |
245,6 |
0,6 |
270.946 |
11,7 |
Ravenna |
384 |
2.213 |
2.597 |
676,3 |
0,5 |
355.395 |
7,3 |
Reggio Emilia |
2.484 |
3.332 |
5.816 |
234,1 |
1,2 |
471.912 |
12,3 |
Rimini |
627 |
2.549 |
3.176 |
506,5 |
0,6 |
281.344 |
11,3 |
Emilia Romagna |
13.410 |
27.157 |
40.567 |
302,5 |
8,3 |
4.080.479 |
9,9 |
Arezzo |
991 |
2.230 |
3.221 |
325,0 |
0,7 |
330.123 |
9,8 |
Firenze |
4.056 |
7.246 |
11.302 |
278,6 |
2,3 |
957.949 |
11,8 |
Grosseto |
271 |
1.607 |
1.878 |
693,0 |
0,4 |
215.834 |
8,7 |
Livorno |
1.027 |
1.863 |
2.890 |
281,4 |
0,6 |
328.957 |
8,8 |
Lucca |
2.051 |
1.803 |
3.854 |
187,9 |
0,8 |
377.036 |
10,2 |
Massa Carrara |
351 |
848 |
1.199 |
341,6 |
0,2 |
198.647 |
6,0 |
Pisa |
1.417 |
2.154 |
3.571 |
252,0 |
0,7 |
391.145 |
9,1 |
Pistoia |
1.418 |
1.504 |
2.922 |
206,1 |
0,6 |
274.167 |
10,7 |
Prato |
445 |
1.237 |
1.682 |
378,0 |
0,3 |
233.392 |
7,2 |
Siena |
580 |
1.713 |
2.293 |
395,3 |
0,5 |
258.821 |
8,9 |
Toscana |
12.607 |
22.205 |
34.812 |
276,1 |
7,1 |
3.566.071 |
9,8 |
Perugia |
1.595 |
5.590 |
7.185 |
450,5 |
1,5 |
622.699 |
11,5 |
Terni |
1.271 |
2.302 |
3.573 |
281,1 |
0,7 |
225.323 |
15,9 |
Umbria |
2.866 |
7892 |
10.758 |
375,4 |
2,2 |
848.022 |
12,7 |
Ancona |
772 |
2.267 |
3.039 |
393,7 |
0,6 |
457.611 |
6,6 |
Ascoli Piceno |
1.201 |
1.539 |
2.740 |
228,1 |
0,6 |
376.329 |
7,3 |
Macerata |
856 |
1.323 |
2.179 |
254,6 |
0,4 |
309.493 |
7,0 |
Pesaro e Urbino |
609 |
2.174 |
2.783 |
457,0 |
0,6 |
361.394 |
7,7 |
Marche |
3.438 |
7.303 |
10.741 |
312,4 |
2,2 |
1.504.827 |
7,1 |
Frosinone |
232 |
1.974 |
2.206 |
950,9 |
0,4 |
487.504 |
4,5 |
Latina |
105 |
2.731 |
2.836 |
2701,0 |
0,6 |
512.136 |
5,5 |
Rieti |
375 |
1.104 |
1.479 |
394,4 |
0,3 |
151.782 |
9,7 |
Roma |
36.116 |
66.907 |
103.023 |
285,3 |
21,0 |
3.758.015 |
27,4 |
Viterbo |
566 |
2.119 |
2.685 |
474,4 |
0,5 |
295.702 |
9,1 |
Lazio |
37.394 |
74.835 |
112.229 |
300,1 |
22,9 |
5.205.139 |
21,6 |
Chieti |
363 |
801 |
1.164 |
320,7 |
0,2 |
384.398 |
3,0 |
L'aquila |
503 |
1.642 |
2.145 |
426,4 |
0,4 |
302.256 |
7,1 |
Pescara |
268 |
1.020 |
1.288 |
480,6 |
0,3 |
305.725 |
4,2 |
Teramo |
632 |
895 |
1.527 |
241,6 |
0,3 |
293.517 |
5,2 |
Abruzzo |
1.766 |
4.358 |
6.124 |
346,8 |
1,2 |
1.285.896 |
4,8 |
Campobasso |
263 |
361 |
624 |
237,3 |
0,1 |
231.742 |
2,7 |
Isernia |
130 |
164 |
294 |
226,2 |
0,1 |
89.955 |
3,3 |
Molise |
393 |
525 |
918 |
233,6 |
0,2 |
321.697 |
2,9 |
Avellino |
581 |
1.930 |
2.511 |
432,2 |
0,5 |
436.051 |
5,8 |
Benevento |
192 |
1.064 |
1.256 |
654,2 |
0,3 |
287.563 |
4,4 |
Caserta |
598 |
7.178 |
7.776 |
1300,3 |
1,6 |
868.517 |
9,0 |
Napoli |
5.543 |
24.701 |
30.244 |
545,6 |
6,2 |
3.085.447 |
9,8 |
Salerno |
662 |
5.918 |
6.580 |
994,0 |
1,3 |
1.082.775 |
6,1 |
Campania |
7.576 |
40.791 |
48.367 |
638,4 |
9,9 |
5.760.353 |
8,4 |
Bari |
1261 |
2.348 |
3.609 |
286,2 |
0,7 |
1.571.689 |
2,3 |
Brindisi |
134 |
191 |
325 |
242,5 |
0,1 |
400.569 |
0,8 |
Foggia |
49 |
1.307 |
1.356 |
2767,3 |
0,3 |
688.001 |
2,0 |
Lecce |
963 |
1.327 |
2.290 |
237,8 |
0,5 |
801.035 |
2,9 |
Taranto |
134 |
393 |
527 |
393,3 |
0,1 |
579.696 |
0,9 |
Puglia |
2541 |
5566 |
8.107 |
319,0 |
1,7 |
4.040.990 |
2,0 |
Matera |
189 |
275 |
464 |
245,5 |
0,1 |
204.246 |
2,3 |
Potenza |
108 |
795 |
903 |
836,1 |
0,2 |
392.754 |
2,3 |
Basilicata |
297 |
1.070 |
1.367 |
460,3 |
0,3 |
597.000 |
2,3 |
Catanzaro |
437 |
1.302 |
1.739 |
397,9 |
0,4 |
368.970 |
4,7 |
Cosenza |
706 |
2.291 |
2.997 |
424,5 |
0,6 |
734.073 |
4,1 |
Crotone |
28 |
608 |
636 |
2271,4 |
0,1 |
173.140 |
3,7 |
Reggio Calabria |
1.402 |
3.645 |
5.047 |
360,0 |
1,0 |
565.262 |
8,9 |
Vibo Valentia |
26 |
670 |
696 |
2676,9 |
0,1 |
169.893 |
4,1 |
Calabria |
2.599 |
8.516 |
11.115 |
427,7 |
2,3 |
2.011.338 |
5,5 |
Agrigento |
213 |
514 |
727 |
341,3 |
0,1 |
456.818 |
1,6 |
Caltanissetta |
210 |
223 |
433 |
206,2 |
0,1 |
275.908 |
1,6 |
Catania |
61 |
1.954 |
2.015 |
3303,3 |
0,4 |
1.067.307 |
1,9 |
Enna |
91 |
162 |
253 |
278,0 |
0,1 |
175.328 |
1,4 |
Messina |
1.434 |
2.225 |
3.659 |
255,2 |
0,7 |
658.924 |
5,6 |
Palermo |
104 |
3.592 |
3.696 |
3553,8 |
0,8 |
1.238.571 |
3,0 |
Ragusa |
97 |
537 |
634 |
653,6 |
0,1 |
304.297 |
2,1 |
Siracusa |
188 |
741 |
929 |
494,1 |
0,2 |
397.362 |
2,3 |
Trapani |
150 |
216 |
366 |
244,0 |
0,1 |
428.747 |
0,9 |
Sicilia |
2.548 |
10.164 |
12.712 |
498,9 |
2,6 |
5.003.262 |
2,5 |
Cagliari |
467 |
783 |
1.250 |
267,7 |
0,3 |
765.027 |
1,6 |
Nuoro |
81 |
111 |
192 |
237,0 |
0,0 |
263.993 |
0,7 |
Oristano |
28 |
55 |
83 |
296,4 |
0,0 |
153.392 |
0,5 |
Sassari |
151 |
692 |
843 |
558,3 |
0,2 |
460.684 |
1,8 |
Sardegna |
727 |
1.641 |
2.368 |
325,7 |
0,5 |
1.643.096 |
1,4 |
Provincia Assente |
548 |
- |
548 |
100,0 |
0,1 |
- |
- |
ITALIA |
147.328 |
343.350 |
490.678 |
333,1 |
100,0 |
57.888.245 |
8,5 |
FONTE: INPS/Monitoraggio Flussi Migratori Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati Ministero dellInterno, ISTAT e INPS
ITALIA. Primi 40 gruppi nazionali per addetti alla collaborazione familiare (stima 2003)
Paese |
Assicurati 2002 -A- |
Regolarizzati 2002 -B- |
Somma -C- (A + B) |
Incremento (C su A) |
Ripartizione % sul tot. generale |
1. Ucraina |
13.700 |
90.247 |
103.947 |
758,7 |
21,2 |
2. Romania |
15.019 |
65.638 |
80.657 |
537,0 |
16,4 |
3. Filippine |
36.029 |
10.709 |
46.738 |
129,7 |
9,5 |
4. Polonia |
8.372 |
26.256 |
34.628 |
413,6 |
7,1 |
5. Ecuador |
5.538 |
25.785 |
31.323 |
565,6 |
6,4 |
6. Moldavia |
5.049 |
23.020 |
28.069 |
555,9 |
5,7 |
7. Per |
11.219 |
13.919 |
25.138 |
224,1 |
5,1 |
8. Albania |
6.493 |
11.609 |
18.102 |
278,8 |
3,7 |
9. Sri Lanka |
9.903 |
5.709 |
15.612 |
157,6 |
3,2 |
10. Marocco |
4.767 |
9.915 |
14.682 |
308,0 |
3,0 |
11. Cina Popolare |
871 |
5.830 |
6.701 |
769,3 |
1,4 |
12. Russia |
1.210 |
5.262 |
6.472 |
534,9 |
1,3 |
13. Nigeria |
1.184 |
3.978 |
5.162 |
436,0 |
1,1 |
14. Senegal |
534 |
4.621 |
5.155 |
965,4 |
1,1 |
15. Bulgaria |
784 |
4.324 |
5.108 |
651,5 |
1,0 |
16. Brasile |
1.679 |
3.263 |
4.942 |
294,3 |
1,0 |
17. Colombia |
1.231 |
2.823 |
4.054 |
329,3 |
0,8 |
18. Bangladesh |
409 |
3.571 |
3.980 |
973,1 |
0,8 |
19. Rep. Domin. |
2.911 |
979 |
3.890 |
133,6 |
0,8 |
20. India |
886 |
2.160 |
3.046 |
343,8 |
0,6 |
21. Etiopia |
1.909 |
694 |
2.603 |
136,4 |
0,5 |
22. Croazia |
710 |
1.719 |
2.429 |
342,1 |
0,5 |
23. El Salvador |
1.284 |
1.051 |
2.335 |
181,9 |
0,5 |
24. Jugoslavia |
1.174 |
1.009 |
2.183 |
185,9 |
0,4 |
25. Ghana |
581 |
1.586 |
2.167 |
373,0 |
0,4 |
26. Bolivia |
302 |
1.641 |
1.943 |
643,4 |
0,4 |
27. Tunisia |
700 |
1.201 |
1.901 |
271,6 |
0,4 |
28. Capo Verde |
1.632 |
188 |
1.820 |
111,5 |
0,4 |
29. Eritrea |
1.350 |
350 |
1.700 |
125,9 |
0,3 |
30. Maurizio |
1.185 |
394 |
1.579 |
133,2 |
0,3 |
31. Costa Avorio |
400 |
1.114 |
1.514 |
378,5 |
0,3 |
32. Somalia |
1.346 |
59 |
1.405 |
104,4 |
0,3 |
33. Pakistan |
175 |
1.119 |
1.294 |
739,4 |
0,3 |
34. Bielorussia |
193 |
1.013 |
1.206 |
624,9 |
0,2 |
35. Argentina |
499 |
643 |
1.142 |
228,9 |
0,2 |
36. Algeria |
192 |
816 |
1.008 |
525,0 |
0,2 |
37. Egitto |
236 |
510 |
746 |
316,1 |
0,2 |
38. Macedonia |
186 |
521 |
707 |
380,1 |
0,1 |
39. Camerun |
177 |
469 |
646 |
365,0 |
0,1 |
40. Slovacchia |
134 |
489 |
623 |
464,9 |
0,1 |
FONTE: INPS/Monitoraggio Flussi Migratori Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati del Ministero dellInterno
STATISTICHE SULLA REGOLARIZZAZIONE DEL 2002
ITALIA. Domande di regolarizzazione: lavoratori domestici (2002)
Regioni |
Domestici extrac. 2001 |
Domande di Regolar. 2002 |
% verticali |
Domande per 100 domestici |
|
lavoratori |
domande |
||||
Piemonte |
9.355 |
26.470 |
6,85 |
7,76 |
283,0 |
Valle d'Aosta |
137 |
251 |
0,10 |
0,07 |
183,2 |
Lombardia |
32.192 |
61.897 |
23,56 |
18,15 |
192,3 |
Liguria |
4.622 |
9.915 |
3,38 |
2,91 |
214,5 |
Nord-Ovest |
46.306 |
98.533 |
33,89 |
28,89 |
212,8 |
Trentino Alto Adige |
1.002 |
2.758 |
0,73 |
0,81 |
275,2 |
Veneto |
6.121 |
24.959 |
4,48 |
7,32 |
407,8 |
Friuli Venezia Giulia |
1.694 |
3.843 |
1,24 |
1,13 |
226,9 |
Emilia Romagna |
7.803 |
27.048 |
5,71 |
7,93 |
346,6 |
Nord-Est |
16.620 |
58.608 |
12,17 |
17,18 |
352,6 |
Toscana |
11.688 |
22.197 |
8,56 |
6,51 |
189,9 |
Umbria |
2.091 |
7.823 |
1,53 |
2,29 |
374,1 |
Marche |
2.206 |
7.264 |
1,61 |
2,13 |
329,3 |
Lazio |
37.309 |
74.761 |
27,31 |
21,92 |
200,4 |
Centro |
53.294 |
112.045 |
39,01 |
32,85 |
210,2 |
Abruzzo |
1.009 |
4.419 |
0,74 |
1,30 |
438,0 |
Molise |
150 |
455 |
0,11 |
0,13 |
303,3 |
Campania |
6.020 |
40.201 |
4,41 |
11,78 |
667,8 |
Puglia |
2.413 |
5.632 |
1,77 |
1,65 |
233,4 |
Basilicata |
111 |
1.039 |
0,08 |
0,30 |
936,0 |
Calabria |
1.665 |
8.541 |
1,22 |
2,50 |
513,0 |
Sud |
11.368 |
60.287 |
8,32 |
17,67 |
530,3 |
Sicilia |
8.266 |
10.020 |
6,05 |
2,94 |
121,2 |
Sardegna |
765 |
1.628 |
0,56 |
0,48 |
212,8 |
Isole |
9.031 |
11.648 |
6,61 |
3,41 |
129,0 |
ITALIA |
* 136.619 |
*341.121 |
100,00 |
100,00 |
249,7 |
* Rispettivamente141.197 e 343.350 secondo il successivo aggiornamento degli archivi1
Regioni |
Tipologia di contratto |
Totale |
||
Lavoro subordinato |
Lavoro domestico |
Assistenza |
||
Piemonte |
24,9 |
6,6 |
5,5 |
37,1 |
Valle d'Aosta |
0,4 |
0,1 |
0,1 |
0,6 |
Lombardia |
86,7 |
18,6 |
12,2 |
117,5 |
Liguria |
7,2 |
2,7 |
2,4 |
12,3 |
Nord-Ovest |
119,2 |
28 |
20,2 |
167,5 |
Trentino Alto Adige |
2,7 |
0,6 |
0,8 |
4,1 |
Veneto |
34,7 |
6 |
6,1 |
46,9 |
Friuli Venezia Giulia |
4,3 |
0,9 |
1 |
6,2 |
Emilia Romagna |
27,6 |
6,7 |
7,1 |
41,3 |
Nord-Est |
69,3 |
14,2 |
15 |
98,5 |
Toscana |
26,5 |
5,7 |
5 |
37,2 |
Umbria |
5,4 |
1,9 |
1,9 |
9,1 |
Marche |
7,2 |
1,7 |
1,9 |
10,7 |
Lazio |
40 |
18,9 |
14,1 |
73 |
Centro |
79,1 |
28,2 |
22,9 |
130 |
Abruzzo |
7 |
1,4 |
1,4 |
9,8 |
Molise |
0,5 |
0,1 |
0,1 |
0,7 |
Campania |
22,8 |
10,6 |
7,3 |
40,8 |
Puglia |
7 |
1,7 |
0,9 |
9,5 |
Basilicata |
1,1 |
0,2 |
0,3 |
1,6 |
Calabria |
5,1 |
2,1 |
1,4 |
8,6 |
Sud |
43,5 |
16,1 |
11,4 |
71 |
Sicilia |
6,2 |
3,1 |
1,2 |
10,5 |
Sardegna |
1,3 |
0,5 |
0,2 |
2 |
Isole |
7,5 |
3,6 |
1,4 |
12,5 |
ITALIA |
318,6 |
90,1 |
70,9 |
479,5 |
(a) I valori monetari ottenuti dal prodotto tra il totale dei regolarizzati di ogni categoria/area per lammontare medio mensile delle retribuzioni- FONTE: INPS/Osservatorio sui flussi migratori Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes |
\ITALIA. Paesi asiatici: regolarizzazioni nel settore della collaborazione familiare (2002)
Regioni |
Banglad. |
Cina |
Filippine |
India |
Pakistan |
Sri Lanka |
Altri |
Tot. Asia |
% su tot. |
Piemonte |
26 |
415 |
324 |
52 |
11 |
30 |
63 |
921 |
3,01 |
Valle d'Aosta |
0 |
2 |
1 |
0 |
0 |
1 |
0 |
4 |
0,01 |
Lombardia |
182 |
1.443 |
5.570 |
204 |
302 |
1.367 |
224 |
9.292 |
30,36 |
Liguria |
57 |
173 |
67 |
27 |
23 |
41 |
24 |
412 |
1,35 |
Nord-Ovest |
265 |
2.033 |
5.962 |
283 |
336 |
1.439 |
311 |
10.629 |
34,72 |
Trentino-Alto Adige |
6 |
24 |
2 |
5 |
8 |
0 |
11 |
56 |
0,18 |
Veneto |
137 |
366 |
289 |
70 |
19 |
494 |
91 |
1.466 |
4,79 |
Friuli-Venezia Giulia |
13 |
41 |
6 |
12 |
0 |
3 |
12 |
87 |
0,28 |
Emilia Romagna |
86 |
470 |
698 |
76 |
86 |
97 |
111 |
1.624 |
5,31 |
Nord-Est |
242 |
901 |
995 |
163 |
113 |
594 |
225 |
3.233 |
10,56 |
Toscana |
99 |
494 |
908 |
150 |
79 |
283 |
181 |
2.194 |
7,17 |
Umbria |
7 |
56 |
55 |
30 |
3 |
6 |
46 |
203 |
0,66 |
Marche |
52 |
150 |
20 |
25 |
10 |
23 |
36 |
316 |
1,03 |
Lazio |
1.846 |
964 |
2.241 |
885 |
231 |
688 |
332 |
7.187 |
23,48 |
Centro |
2.004 |
1.664 |
3.224 |
1.090 |
323 |
1.000 |
595 |
9.900 |
32,34 |
Abruzzo |
10 |
93 |
9 |
13 |
4 |
3 |
35 |
167 |
0,55 |
Molise |
1 |
1 |
0 |
0 |
1 |
2 |
4 |
9 |
0,03 |
Campania |
106 |
654 |
131 |
83 |
229 |
1.315 |
207 |
2.725 |
8,90 |
Puglia |
66 |
124 |
20 |
143 |
14 |
49 |
23 |
439 |
1,43 |
Basilicata |
2 |
5 |
0 |
7 |
0 |
0 |
6 |
20 |
0,07 |
Calabria |
9 |
69 |
81 |
223 |
9 |
16 |
62 |
469 |
1,53 |
Sud |
194 |
946 |
241 |
469 |
257 |
1.385 |
337 |
3.829 |
12,51 |
Sicilia |
842 |
233 |
273 |
152 |
57 |
1.289 |
38 |
2.884 |
9,42 |
Sardegna |
24 |
53 |
14 |
3 |
33 |
2 |
6 |
135 |
0,44 |
Isole |
866 |
286 |
287 |
155 |
90 |
1.291 |
44 |
3.019 |
9,86 |
ITALIA |
3.571 |
5.830 |
10.709 |
2.160 |
1.119 |
5.709 |
1.512 |
30.610 |
100,00 |
% su tot. Asia |
11,67 |
19,05 |
34,99 |
7,06 |
3,66 |
18,65 |
4,94 |
100,00 |
- |
Fonte: INPS/Monitoraggio Flussi Migratori Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elab. su dati Ministero dellInterno
ITALIA. Paesi latinoamericani: regolarizzazioni nel settore della collaborazione familiare (2002)
Regioni |
Argent. |
Brasile |
Colombia |
Ecuador |
Per |
Rep.Domin |
Altri |
Tot. Am. |
% su tot. |
Piemonte |
60 |
428 |
158 |
1.444 |
1.884 |
47 |
175 |
4.196 |
8,36 |
Valle d'Aosta |
1 |
5 |
2 |
7 |
15 |
3 |
1 |
34 |
0,07 |
Lombardia |
123 |
951 |
596 |
10.621 |
6.044 |
250 |
1.242 |
19.827 |
39,52 |
Liguria |
20 |
77 |
179 |
5.579 |
460 |
118 |
152 |
6.585 |
13,13 |
Nord-Ovest |
204 |
1.461 |
935 |
17.651 |
8.403 |
418 |
1.570 |
30.642 |
61,08 |
Trentino-Alto Adige |
7 |
21 |
40 |
161 |
43 |
5 |
17 |
294 |
0,59 |
Veneto |
40 |
293 |
201 |
302 |
120 |
73 |
126 |
1.155 |
2,30 |
Friuli-Venezia Giulia |
15 |
15 |
66 |
14 |
16 |
9 |
18 |
153 |
0,30 |
Emilia Romagna |
60 |
259 |
159 |
1.157 |
427 |
56 |
138 |
2.256 |
4,50 |
Nord-Est |
122 |
588 |
466 |
1.634 |
606 |
143 |
299 |
3.858 |
7,69 |
Toscana |
36 |
330 |
182 |
544 |
1.631 |
91 |
196 |
3.010 |
6,00 |
Umbria |
8 |
43 |
75 |
1.109 |
158 |
23 |
27 |
1.443 |
2,88 |
Marche |
27 |
55 |
57 |
148 |
307 |
21 |
44 |
659 |
1,31 |
Lazio |
142 |
493 |
758 |
4.218 |
2.523 |
96 |
382 |
8.612 |
17,17 |
Centro |
213 |
921 |
1.072 |
6.019 |
4.619 |
231 |
649 |
13.724 |
27,35 |
Abruzzo |
16 |
27 |
34 |
29 |
23 |
17 |
40 |
186 |
0,37 |
Molise |
2 |
3 |
3 |
2 |
0 |
2 |
2 |
14 |
0,03 |
Campania |
21 |
123 |
162 |
125 |
190 |
142 |
144 |
907 |
1,81 |
Puglia |
19 |
55 |
45 |
84 |
28 |
1 |
17 |
249 |
0,50 |
Basilicata |
4 |
3 |
5 |
2 |
4 |
2 |
7 |
27 |
0,05 |
Calabria |
13 |
29 |
14 |
43 |
9 |
2 |
10 |
120 |
0,24 |
Sud |
75 |
240 |
263 |
285 |
254 |
166 |
220 |
1.503 |
3,00 |
Sicilia |
27 |
43 |
77 |
163 |
21 |
20 |
15 |
366 |
0,73 |
Sardegna |
2 |
10 |
10 |
33 |
16 |
1 |
6 |
78 |
0,16 |
Isole |
29 |
53 |
87 |
196 |
37 |
21 |
21 |
444 |
0,88 |
ITALIA |
643 |
3.263 |
2.823 |
25.785 |
13.919 |
979 |
2.759 |
50.171 |
100,00 |
% su tot. Am. Lat. |
1,28 |
6,50 |
5,63 |
51,39 |
27,74 |
1,95 |
5,50 |
100,00 |
- |
Fonte: INPS/Monitoraggio Flussi Migratori Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elab. su dati Ministero dellInterno
ITALIA. Paesi africani: regolarizzazioni nel settore della collaborazione familiare (2002)
Regioni |
Algeria |
Egitto |
Marocco |
Nigeria |
Senegal |
Tunisia |
Altri |
Tot. Africa |
% su tot. |
Piemonte |
28 |
33 |
1.686 |
509 |
234 |
37 |
802 |
3.329 |
10,37 |
Valle d'Aosta |
0 |
0 |
43 |
2 |
1 |
0 |
6 |
52 |
0,16 |
Lombardia |
43 |
201 |
1.733 |
622 |
1.195 |
164 |
1.816 |
5.774 |
17,99 |
Liguria |
11 |
10 |
349 |
110 |
85 |
33 |
156 |
754 |
2,35 |
Nord-Ovest |
82 |
244 |
3.811 |
1.243 |
1.515 |
234 |
2.780 |
9.909 |
30,87 |
Trentino-Alto Adige |
5 |
1 |
88 |
19 |
17 |
8 |
27 |
165 |
0,51 |
Veneto |
20 |
5 |
616 |
504 |
412 |
33 |
1.088 |
2.678 |
8,34 |
Friuli-Venezia Giulia |
3 |
0 |
31 |
39 |
96 |
3 |
155 |
327 |
1,02 |
Emilia Romagna |
20 |
9 |
931 |
450 |
440 |
104 |
912 |
2.866 |
8,93 |
Nord-Est |
48 |
15 |
1.666 |
1.012 |
965 |
148 |
2.182 |
6.036 |
18,80 |
Toscana |
25 |
15 |
647 |
248 |
438 |
54 |
510 |
1.937 |
6,03 |
Umbria |
17 |
4 |
151 |
69 |
7 |
15 |
165 |
428 |
1,33 |
Marche |
8 |
4 |
225 |
85 |
73 |
10 |
146 |
551 |
1,72 |
Lazio |
95 |
217 |
702 |
658 |
284 |
147 |
1.775 |
3.878 |
12,08 |
Centro |
145 |
240 |
1.725 |
1.060 |
802 |
226 |
2.596 |
6.794 |
21,16 |
Abruzzo |
0 |
1 |
63 |
29 |
63 |
8 |
71 |
235 |
0,73 |
Molise |
0 |
0 |
8 |
11 |
3 |
0 |
15 |
37 |
0,12 |
Campania |
395 |
3 |
675 |
455 |
197 |
158 |
1.458 |
3.341 |
10,41 |
Puglia |
56 |
3 |
265 |
35 |
556 |
39 |
239 |
1.193 |
3,72 |
Basilicata |
0 |
0 |
33 |
4 |
1 |
4 |
12 |
54 |
0,17 |
Calabria |
27 |
0 |
542 |
17 |
34 |
19 |
42 |
681 |
2,12 |
Sud |
478 |
7 |
1.586 |
551 |
854 |
228 |
1.837 |
5.541 |
17,26 |
Sicilia |
60 |
4 |
1.002 |
70 |
168 |
358 |
1.171 |
2.833 |
8,83 |
Sardegna |
3 |
0 |
125 |
42 |
317 |
7 |
494 |
988 |
3,08 |
Isole |
63 |
4 |
1.127 |
112 |
485 |
365 |
1.665 |
3.821 |
11,90 |
ITALIA |
816 |
510 |
9.915 |
3.978 |
4.621 |
1.201 |
11.060 |
32.101 |
100,00 |
% su tot. Africa |
2,54 |
1,59 |
30,89 |
12,39 |
14,40 |
3,74 |
34,45 |
100,00 |
- |
Fonte: INPS/Monitoraggio Flussi Migratori Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elab. su dati Ministero dellInterno
ITALIA. Paesi dellEuropa dell'Est: regolarizzazioni nel settore della collaborazione familiare (2002)
Regioni |
Polonia |
Romania |
Albania |
Russia |
Ucraina |
Moldavia |
Altri |
Tot. Eur. |
% su tot. |
Piemonte |
222 |
12.086 |
1.013 |
244 |
2.861 |
1.777 |
191 |
18.627 |
7,99 |
Valle d'Aosta |
13 |
97 |
11 |
2 |
16 |
14 |
5 |
161 |
0,07 |
Lombardia |
1.151 |
5.839 |
1.626 |
629 |
13.500 |
3.092 |
906 |
27.172 |
11,66 |
Liguria |
226 |
677 |
416 |
76 |
652 |
122 |
74 |
2.318 |
0,99 |
Nord-Ovest |
1.612 |
18.699 |
3.066 |
951 |
17.029 |
5.005 |
1.176 |
48.278 |
20,72 |
Trentino Alto Adige |
184 |
257 |
73 |
38 |
1.011 |
504 |
79 |
2.220 |
0,95 |
Veneto |
891 |
4.521 |
504 |
353 |
6.425 |
6.025 |
1.146 |
20.178 |
8,66 |
Friuli Venezia Giulia |
164 |
463 |
121 |
78 |
1.457 |
299 |
630 |
3.339 |
1,43 |
Emilia Romagna |
3.496 |
2.510 |
784 |
586 |
8.922 |
3.799 |
397 |
20.828 |
8,94 |
Nord-Est |
4.735 |
7.751 |
1.482 |
1.055 |
17.815 |
1.062 |
2.252 |
46.565 |
19,98 |
Toscana |
2.611 |
5.320 |
1.289 |
425 |
4.078 |
829 |
480 |
15.254 |
6,55 |
Umbria |
670 |
1.207 |
376 |
157 |
2.562 |
622 |
219 |
5.882 |
2,52 |
Marche |
1.255 |
959 |
323 |
237 |
2.089 |
711 |
175 |
5.836 |
2,50 |
Lazio |
6.603 |
28.168 |
1.734 |
517 |
12.473 |
3.950 |
1.791 |
55.658 |
23,88 |
Centro |
11.139 |
35.654 |
3.722 |
1.336 |
21.202 |
6.112 |
2.665 |
82.630 |
35,46 |
Abruzzo |
553 |
865 |
249 |
85 |
1.611 |
125 |
228 |
3.805 |
1,63 |
Molise |
65 |
70 |
37 |
17 |
235 |
26 |
12 |
473 |
0,20 |
Campania |
4.796 |
690 |
799 |
1.169 |
25.388 |
736 |
541 |
34.273 |
14,71 |
Puglia |
532 |
396 |
1.093 |
79 |
1.219 |
91 |
231 |
3.706 |
1,59 |
Basilicata |
123 |
113 |
72 |
35 |
500 |
25 |
104 |
973 |
0,42 |
Calabria |
1.181 |
501 |
405 |
357 |
3.860 |
192 |
676 |
7.293 |
3,13 |
Sud |
7.250 |
2.635 |
2.655 |
1.742 |
32.813 |
1.195 |
1.792 |
50.523 |
21,68 |
Sicilia |
1.437 |
749 |
656 |
147 |
881 |
49 |
152 |
4.124 |
1,77 |
Sardegna |
83 |
150 |
28 |
31 |
507 |
32 |
28 |
914 |
0,39 |
Isole |
1.520 |
899 |
684 |
178 |
1.388 |
81 |
180 |
5.038 |
2,16 |
ITALIA |
26.256 |
65.638 |
11.609 |
5.262 |
90.247 |
23.020 |
8.065 |
233.034 |
100,00 |
% su tot. Eur. Est |
11,27 |
28,17 |
4,98 |
2,26 |
38,73 |
9,88 |
3,46 |
100,00 |
- |
Fonte: INPS/Monitoraggio Flussi Migratori Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elab. su dati Ministero dellInterno