Riassunto libero dellarticolo:

Visions of the Exceptional: Legal and Theoretical Issues Raised by Transit Processing Centres and Protection Zones.

di G. Noll

in European Journal of Migration and Law, 5/2003, 303 341

 

La storia.

 

Dal febbraio 2003, il governo inglese ha iniziato a presentare allopinione pubblica i propri progetti di trasferire i richiedenti asilo in Regional Processing Areas (RPAs) e Transit Processing Centres (TPCs).

 

Tali progetti dovevano essere il modo per realizzare la promessa di Blair di dimezzare per il 2003 il numero di richieste di richiedenti asilo presentate nel 2002.

 

Qualche mese prima, la Danimarca aveva iniziato a promuovere un revival europeo del dibattito sulla protezione nella regione, e il Regno Unito si era lasciato ispirare dai propri colleghi scandinavi.

Fin dallinizio, il Regno Unito aveva cercato il supporto degli altri Stati e organizzazioni internazionali.

 

Durante la primavera 2003, i governi olandese, danese e del Regno unito hanno tenuto un numero di incontri informali per sviluppare i concetti, mentre il Regno Unito iniziava ampie discussioni inter alia nel Consiglio EU e nella IGC.

 

Dal momento che lUK sta spingendo molto per la realizzazione di questo progetto in via pilota, le basi legali e teoretiche dei concetti suggeriti dovrebbero essere chiariti quanto prima possibile.

Comunque, deve essere enfatizzato che le proposte presentate dal Regno Unito e assecondate soprattutto dalla Danimarca rimangono degli obiettivi da realizzare in futuro, dal momento che il dibattito politico allinterno e fuori dallEuropa ancora in una fase iniziale.

Nella sua essenza, la versione ultima della proposta inglese fa riferimento a due concetti

quello di Regional Protection Zones

quello di Transit Processing Centers

 

Mentre le Regional Protection Zones sono collocate nella regione fonte della crisi, i Transit Processing Centers sono pi vicini alle frontiere esterne dellEuropa, e rappresentano un deterrente per la migrazione non voluta, inclusa quella dei richiedenti protezione.

Nel lungo periodo, la proposta UK pu rappresentare una sfida seria alle istituzioni dellasilo come le conosciamo.

 

Il presente articolo cerca di dimostrare che il Regno Unito, la Danimarca e altri sostenitori stanno intenzionalmente e attivamente creando uno stato di eccezione nel regime internazionale dei rifugiati, nel quale la protezione legale e fattuale di alcune classi di individui gradualmente superata.

 

Anche se la posizione dellUNHCR e lagenda della Commissione meriterebbero unanalisi dettagliata, questarticolo far riferimento esclusivamente agli elementi centrali delle proposte del Regno Unito.

Ci sono molte ragioni che motivano questa scelta.

 

- In primo luogo, gli Stati sono i padroni del diritto internazionale, e una proposta lanciata e supportata dagli Stati ha molte pi probabilit di avere un impatto sulla realt dei suggerimenti delle organizzazioni internazionali.

- In secondo luogo, le proposte del Regno Unito segnano il punto di rottura pi radicale con le norme internazionali che noi conosciamo.

Non unesagerazione dire che laccoglimento di queste proposte potrebbe davvero significare la fine della Convenzione di Ginevra del 1951.

- In terzo luogo, il Regno Unito ha reso chiaro di essere disposto ad attuare la riforma anche da solo, o in cooperazione con i pochi altri Stati che ne condividano le idee.

Dopo tutto, le risorse del fisco dellUE sono limitate, e limitata anche la competenza della Comunit europea in questa area.

Anche se il Regno Unito ha proposto un nuovo ambito di competenze, riguardanti limpegno dellUE nella ricezione dei richiedenti asilo nelle regioni di origine, il destino di questa proposta rimane incerto.

 

Il dissenso tra gli Stati membri e i dubbi della Commissione non sono garanzia che la visione inglese sia destinata a rimanere a livello di proposta.

Se dovesse essere attuata in modo unilaterale o in un gruppo di stati pi piccolo che comprendano la Danimarca e probabilmente uno o due altri Stati, la pratica di mandare i richiedenti protezione in centri di transito rischia di proliferare nella legislazione interna.

Basti pensare a come il concetto di Stato terzo sicuro sia proliferato dalla legislazione danese in quella di altri Stati e come si sia ora trasformata in una norma obbligatoria nella direttiva europea

 

 

I precedenti. Le nuove proposte: Dalla Tragedia alla Farsa?

 

Si parla di nuovo approccio, ma la verit che i transit processing centres sono stati inventati, attuati e valutati prima.

 

Questi gli esempi portati da Noll:

- la Danimarca gi nel 1986 proponeva di costruire dei centri delle Nazioni Unite per i rifugiati che arrivano irregolarmente. Proposta poi abbandonata.

 

- nel 1993, lOlanda nellagenda dellIGC del 1994 avanza lidea di mandare indietro i richiedenti asilo in uno Stato vicino a quello di origine.

 

Mentre le iniziative multilaterali sono regolarmente fallite, lidea stata utilizzata unilateralmente dagli Stati Uniti e dallAustralia.

 

A differenza degli Stati europei, entrambi questi Stati hanno tradizionalmente accolto un numero significativo di stranieri che presentavano domanda di asilo dai luoghi di origine.

Quando il numero dei cosiddetti arrivi spontanei inizi ad aumentare, venne a determinarsi la paura circa la sostenibilit dellintero sistema.

 

Gli Stati Uniti reagirono alle ondate di rifugiati da Haiti e Cuba permettendo alla Guardia costiera americana e alla Marina statunitense di interdire lingresso ai rifugiati che arrivavano via mare, ridirigendo quelli credibili prima in una nave ospedale della marina The USNS Comfort ancorata nel porto di Kingston in Jamaica, ed eventualmente nella base statunitense di Guantanamo, a Cuba, per valutare l le loro domande.

 

Un esempio dei nostri giorni la Pacific solution iniziata dallAustralia, e fatta conoscere in Europa attraverso lincidente della nave Tampa dellagosto 2001 (vedi per esempio, Human Rights Watch Solo su Invito: la politica australiana dellasilo).

 

Le navi sono sistematicamente rimosse fuori dalla giurisdizione australiana in stati terzi (Nauru e la Papua New Guinea) dove le richieste di asilo erano esaminate senza controllo giudiziario.

I candidati che ottengono il riconoscimento possono essere sistemati in Australia.

Nonostante le severe critiche, Australia non ha abbandonato il suo modello ed anzi lo promuove internazionalmente

 

Il dibattito della primavera 2003 dimostra che la soluzione australiana ha costituito una fonte di ispirazione per i governi britannico e danese.

Quello che appare strano ad un osservatore esterno che non siano stati esaminati gli studi dellIGC del 1994 1995.

Nei documenti relativi, emerge un considerevole scetticismo nei confronti dellidea di un sistema di asilo in cui le domande sono esaminate a livello esclusivamente regionale.

Il report riassuntivo del 1995 rigetta lidea, le conclusioni meritano di essere citate per intero.

 

Lidea della protezione in un luogo esclusivo incontra ostacoli significativi sul piano morale (politico e umanitario) e legale.

Politicamente, si tratta di uno schema controverso che potrebbe avere un pessimo effetto sulla pubblica opinione.

Inoltre, esso contravviene un numero significativo di previsioni di diritto internazionale e sembra essere incompatibile con le Costituzioni e i sistemi interni a molti Stati.

Da un punto di vista pratico, potrebbe incoraggiare i criminali del traffico internazionale a falsificare identit e nazionalit.

Un attento esame di questi rilievi porta alla conclusione che lopzione esclusiva sia inattuabile e, in quanto tale, non meriti ulteriore elaborazione.

 

CՏ una qualche ironia nel fatto che si sia di recente svolta una nuova discussione alla IGC sulle proposte inglesi in materia visto che proposte simili erano gi state in precedenza approfondite e scartate.

 

 

Protection but not migration: il Vision Paper inglese.

 

Per sostenere la necessit di un cambio nellattuale sistema di protezione, il Regno Unito nel proprio Vision Paper ha rilevato che lattuale sistema non va bene, dal momento che

-       laiuto ai rifugiati iniquamente distribuito tra il Nord e il Sud del mondo;

-       tra met ed i tre quarti di coloro che chiedono asilo in Europa non rientrano nei criteri dei veri rifugiati, mentre ci sono 12 milioni di rifugiati genuini nel mondo secondo lAcnur

-       il sistema richiede limmigrazione illegale e favorisce lo smuggling delle persone;

-       le difficolt nel rimuovere i richiedenti asilo una volta che la loro domanda sia rigettata mina la confidenza pubblica nel sistema e lo rende pi attrattivo per i migranti economici.

 

Secondo Noll, lidea che una modifica del sistema di protezione possa limitare limmigrazione a casi qualificati realistica tanto quanto lidea che un sistema di tassazione operi senza errori o tentativi di frode.

Quindi, lidea che una modifica nel sistema inglese di asilo permetta di risparmiare del denaro che possa essere trasferito ai 12 milioni di veri rifugiati che si trovano altrove senza sostanza.

 

Per rimediare al fallimento dellattuale sistema, il Vision Paper propone un Pacchetto protezione che consiste in quattro elementi:

 

1.     Per prima cosa, devono essere creati dei centri di protezione da realizzarsi nelle regioni di origine. LAcnur sarebbe responsabile di provvedere alla protezione e al supporto umanitario dei rifugiati, e gli standards dovrebbero essere relativi allart. 3 Cedu.

2.     In tali aree dovrebbero essere automaticamente rinviati coloro che arrivano spontaneamente nel Regno Unito o nei Paesi che cooperano ad unarea di protezione regionale. Tale ritorno scoraggerebbe i migranti economici dallusare abusivamente le domande di asilo con conseguente diminuzione del numero di applications nel Regno Unito.

3.     A diminuire il numero dei rifugiati dovrebbe contribuire allo stesso tempo il necessario riconoscimento internazionale del bisogno di ridurre le cause che determinano i flussi di rifugiati genuini ed impediscono ai rifugiati di tornare a casa, con varie opzioni che vanno dallassistenza ai paesi fonti di rifugiati allintervento militare.

4.     Coloro ai quali sar riconosciuto lo status di rifugiato nelle aree di protezione regionale verranno mandati in uno Stato membro. In questo modo potr realizzarsi pi facilmente anche una divisione degli oneri economici in materia tra gli Stati europei.

 

I possibili problemi riguardano:

-       la difficolt di dare un livello di protezione sufficiente nelle aree di protezione regionale in modo da convincere le Corti europee che linvio in queste aree dei richiedenti asilo arrivati in Europa spontaneamente legale.

-       leventuale mancanza di volont delle regioni fonte di rifugiati di ospitare aree di questo genere

-       una divisione inadeguata dei costi fiscali e di accoglienza tra gli Stati cooperanti.

 

 

Il Discussion Paper.

 

I contributi inglesi ai dibattiti dellIGC, al Consiglio Europeo e al Comitato europeo su immigrazione ed asilo hanno introdotto unimportante distinzione tra

- i centri di cui si appena parlato, da attuarsi nella regione di origine e

- i Transit Processing Centres, che dovrebbero essere realizzati vicino alle frontiere esterne dellEuropa.

Nel Discussion Paper, lelemento controllo migratorio stato enfatizzato pi chiaramente che nei documenti precedenti.

 

Il funzionamento dei Transit Processing Centres (TPC) trattato con abbastanza precisione.

Ad eccezione di alcune categorie come quella dei disabili o dei minori, coloro che arrivano spontaneamente in Europa saranno trasferiti in tali centri collocati fuori Europa, che secondo le previsioni, dovrebbero essere diretti dallOIM e finanziati dagli Stati partecipanti con lassistenza della Commissione europea.

In tali centri le domande di protezione dovrebbero essere esaminate dallUNHCR.

I rifugiati riconosciuti dovrebbero essere distribuiti nei diversi Stati europei, su una base di condivisione di responsabilit.

Coloro che si vedranno rigettare la domanda dovranno ritornare a casa e comunque non potranno pi rimanere nel TPC.

Nei casi in cui non fosse possibile disporre il ritorno dei richiedenti asilo per la mancanza di sicurezza nei rispettivi Stati di origine, i medesimi potranno ottenere lo status della protezione temporanea in Europa, finch la situazione di insicurezza non fosse migliorata.

Il Discussion Paper si occupa anche della questione se i TPC dovrebbero accogliere anche gli immigrati illegali intercettati in viaggio verso lEuropa prima che facciano una domanda dasilo, quando abbiano una chiara intenzione di farlo.

La principale funzione del TPC individuata nel suo essere un deterrente contro labuso del sistema dasilo.

 

 

Allincontro del Comitato europeo su immigrazione ed asilo del 7 aprile 2003, la delegazione inglese ha aggiunto un altro elemento importante fondendo RPA e TPC in un solo e stesso modello per il controllo migratorio e la protezione dei rifugiati.

I richiedenti non riconosciuti rifugiati potranno anche essere inviati nei RPA, ma per motivi umanitari, gli spostamenti potrebbero andare anche nella direzione opposta, con trasferimento da RPA ai TPC.

 

The Danish Memorandum.

 

Alla fine dellaprile del 2004, il Memorandum danese documenta i risultati raggiunti in seguito alle discussioni informali tra i governi danese, olandese ed inglese.

Esso riflette uno spostamento della riflessione da questioni generali di principio a questioni di tipo operativo, e alla preparazione per la realizzazione di un progetto pilota.

Il Memorandum passa dal termine Regional Protection Area a quello di Protection Zone definito come una zona in uno Stato nella regione vicina ad uno specifico Stato di origine che offre effettiva protezione ai rifugiati e alle persone displaced.

Il termine Transit Processing Centre invece mantenuto e definito come centro di ricezione chiuso che valuta le richieste di asilo, collocato fuori dallo Stato di destinazione.

 

Si discute sui criteri in base ai quali assumere la decisione su dove il processo di esame della singola domanda di asilo dovr essere condotto (nel centro di protezione, nella zona nel Paese o nel Paese di destinazione?).

Si dice che un criterio potrebbe essere quello relativo alla cooperazione del richiedente asilo alla propria identificazione: una indisponibilit alla cooperazione potrebbe renderlo immediatamente trasferibile in un Transit Centre.

Ma si parla pure di lottery selection come uno dei possibili criteri.

 

Transit processing Centres.

 

LUNHCR ha da sempre sostenuto che i TPC dovrebbero essere messi in Europa.

Comunque, i tre Stati non si sono lasciati convincere e hanno detto che sulla questione si potr tornare in futuro.

Se gli standard sono accettabili, secondo tali Stati, lUNHCR non sar molto preoccupato del fatto che i centri siano collocati dentro o fuori dall'Europa. Non si capisce se questa conclusione sia stata raggiunta sulla base di segnali dell'UNHCR oppure dalla debolezza dello stesso di fronte ad importanti donatori.

 

Quanto alla procedura:

 

La procedura di determinazione dello status di rifugiato nei centri di transito non ha bisogno di essere assolutamente identica a quella presente a livello nazionale finch conforme agli standard dellAcnur.

Ad esempio, nel caso del programma australiano di esame offshore, la giurisdizione australiana non si applica ai richiedenti asilo e una sistema pi veloce basato sulladministrative review stato stabilito ed attuato.

 

 

 

 

 

Joint considerations.

 

Con riguardo alle Zone di protezione e ai Transit Processing Centres, sembra esserci accordo sul fatto che prima della loro realizzazione, devono essere adottati degli accordi di riammissione tra lo Stato di destinazione e lo Stato ospitante, cosi come tra lo Stato ospitante e il paese di origine.

 

Quanto ai costi, il Memorandum reitera le precedenti analisi inglesi quando dice che il costo per persona pu inizialmente apparire non proporzionato, ma tale costo dovrebbe essere visto considerando i risparmi che si potrebbero ottenere nel medio e nel lungo termine.

Secondo Noll, dubbio che questi risparmi si materializzeranno dubbio, e dovremmo dedicare attenzione a questa questione sotto.

Il Memorandum comunque presume che ci sar un notevole risparmio richiamando le esperienze americane e australiana.

 

 

Le idee di Noll (riassunte) su alcuni problemi di natura giuridica e pratica che potr porre lapertura dei centri extraterritoriali.

 

Per chiarirci le idee sulla possibilit e la legalit dei progetti indicati, dobbiamo chiederci qual il vero e dichiarato obiettivo alla base di tali progetti.

Esso quello di ridurre il numero degli arrivi spontanei negli Stati di destinazione.

 

Gli Stati che hanno proposto questi costosi progetti non lhanno fatto per garantire pi protezione, ma per garantire meno arrivi, per cui per diminuire i costi, sar inevitabile che nei centri extraterritoriali si finisca per offrire un grado di protezione inferiore.

 

Quali saranno gli stranieri oggetto di invio nei centri extraterritoriali?

 

Nella sezione dedicata ai Transit Processing Centres, il Memorandum si riferisce esclusivamente ai casi considerati manifestamente infondati.

 

Il Memorandum suggerisce di seguire la proposta dellUNHCR: nel suo suggerimento relativo alla creazione di processing centres allinterno dellUnione europea, lUNHCR fa riferimento ai richiedenti asilo che provengono da paesi designati o di origine che sono principalmente fonte di migranti economici che entrano nel canale asilo (Geneva , Marzo 2003).

Il criterio in particolare potrebbe essere quello di includere nazionalit in generale con una percentuale di rigetto (delle domande di asilo) molto alta, ad es. superiore al 90 per cento.

Nel Memorandum non si dice a quale percentuale di rigetto si fa riferimento se alla percentuale relativa al numero dei rigetti relativi ai richiedenti di una certa nazionalit allinterno di un singolo Stato di destinazione o allinsieme delle percentuali di rigetto delle domande presentate dagli stranieri di una determinata nazionalit nel sistema globale di protezione dei rifugiati.

Per Noll, questultimo dovrebbe essere lapproccio corretto, dal momento che esso minimizzerebbe il rischio di distorsioni dovute alle pratiche di una certa giurisdizione.

Uno sguardo alle statistiche dellAcnur dimostra che pochissime nazionalit integrano il criterio percentuale suggerito nel Memorandum danese.

Soltanto Algeria, Ex Yugoslavia, Macedonia, Mali, Messico, Sierra Leone, Ucraina, Vietnam, infatti, attualmente vi rientrano.

E chiaro che la riduzione nel numero totale di richieste spontanee indicato dal Regno Unito non pu essere raggiunto applicando questo criterio.

Senza contare che lefficienza dei centri di transito sarebbe ulteriormente ridotta, dal momento che i richiedenti provenienti dagli Stati di origine sicura indicati sarebbero avvisati dai loro smugglers di cambiare nazionalit nel richiedere asilo allinterno dellEuropa.

Ad ogni modo, il Memorandum danese indica tre criteri per scegliere le persone per la rimozione: la nazionalit, larrivo senza documenti, il luogo della richiesta. Non chiaro se questi criteri governino la rimozione verso le zone di protezione, i centri di transito o entrambi.

 

Il criterio della nazionalit sar presumibilmente rilevante per lo spostamento verso i Centri di Transito e potr governare lo spostamento verso la zone di protezione, insieme allultimo criterio il possibile luogo della presentazione della richiesta.

 

Il criterio dellarrivo senza documenti causa di problemi, dal momento che noto che un largo numero di stranieri chiedono lasilo in Europa senza la documentazione necessaria.

Chi arriva via mare potrebbe non avere alcun documento dal momento che non passa controlli migratori.

Mandare le persone ai TPC dando loro meno protezione materiale e procedurali per motivi legati allassenza della documentazione necessaria potrebbe violare lart. 31 della Convenzione di Ginevra, che proibisce limposizione di penalit, sulla base dellingresso o della presenza irregolare, ai rifugiati, se essi si presentano senza ritardo e spiegano il motivo del loro ingresso irregolare.

 

Da un punto di vista dottrinale, la questione di quali standard devono essere applicati in PZ e in TPOC non pu essere determinata in una lista enumerata ed esaustiva.

 

 

Il problema della discriminazione.

 

Se certe nazionalit sono mandate nei centri che offrono meno protezione di fatto e di diritto, mentre costano di pi dei procedimenti territoriali, ci sono ragioni per avanzare argomenti relativamente alla loro discriminazione.

Dal momento che le nazionalit selezionate per i centri sono trattate differentemente dalle altre, la proporzionalit di questa discriminazione di trattamento pu essere posta in dubbio.

Una norma che potrebbe essere richiamata in materia lart. 14 della Cedu, che obbliga le Parti contraenti ad assicurare il godimento tra gli altri dellart. 3 della Cedu senza alcuna discriminazione dovuta tra le altre, allorigine nazionale.

 

 

Si potrebbe poi configurare la decisione di mandare degli stranieri in un centro extra territoriale come unespulsione collettiva:

 

Contro lart. 4 del Quarto protocollo annesso alla Cedu.