Cento nuove badanti potranno entrare regolarmente
in Italia passando per la porta del Centro diocesano Papa Luciani. Il progetto
speciale "Occupazione e servizi alla persona", che mette insieme
Patriarcato di Venezia, Regione Veneto e Italia Lavoro spa, ha infatti ricevuto
"in gestione" dalla Direzione generale dell'Immigrazione 100 quote di
ingressi per badanti di nazionalit romena. Si tratta del primo caso in Italia
di quote non assegnate alle Regioni ma a progetti speciali riguardanti le
assistenti familiari. Lo scorso 15 novembre il Ministero del Lavoro e delle
Politiche sociali aveva proceduto ad una ridistribuzione di 2.500 quote
residue, che andavano sotto la voce "futuri accordi", non utilizzate.
Di queste, 2.150 sono state riservate a badanti provenienti, in via
preferenziale, da Filippine, Ucraina e Romania, in considerazione della forte
richiesta manifestatasi. Il Veneto ha ricevuto cos una fetta di 250 permessi
di soggiorno, servita per attingere dalla lista d'attesa di quanti volevano
assumere una badante ma non potevano farlo perch le quote degli ingressi erano
gi esaurite.
In laguna il primo progetto pilota. In
quell'occasione il Ministero si era riservato 100 quote da usare per progetti
pilota. E la notizia, di questi giorni, che il progetto pilota in questione
quello veneziano: "Occupazione e servizi alla persona", che sta di
casa in via Querini 19/A, presso il Centro diocesano Papa Luciani.Si ricorder
che a giugno il Patriarcato di Venezia (attraverso la Caritas), la Regione
Veneto e Italia Lavoro avevano tenuto a battesimo il progetto, che ha il
compito di abbinare domanda e offerta nel campo dei servizi alla persona.
Sportelli in tutto il Veneto. Non basta dire
anziano, o dire badante, e metterli insieme come capita: occorre individuare i
problemi di quell'anziano e le potenzialit di quella badante perch tutto vada
per il meglio, spiega mons. Dino Pistolato, direttore della Caritas veneziana.
Attraverso il nostro staff si conosce la famiglia, si individua la badante e
si cerca di coniugare l'esigenza e la possibile risposta. In questo tempo
abbiamo preparato gli sportellisti per tutto il Veneto (apriranno a Venezia,
Padova, Vicenza, Verona, Treviso, Rovigo, Vittorio Veneto); e soprattutto
l'quipe centrale di Mestre, che coordina e supporta il lavoro degli
sportelli. Il progetto riguarda per ora il solo Veneto, in futuro sar
ampliato al Triveneto e alla Lombardia. L'obiettivo normalizzare e
ottimizzare il mercato dell'assistenza familiare.
Il primo risultato stato quello di ricevere la fiducia del Ministero del
Lavoro, dimostrato dall'assegnazione di queste 100 quote. Non solo: anche con le Province si sta preparando una convenzione,
perch ci sia stretta collaborazione tra gli sportelli del progetto e i centri
per l'impiego. Noi interveniamo su una fetta del mercato del lavoro non in
alternativa, ma in pieno accordo con gli sportelli provinciali, spiega Adriano
Fanzaga, responsabile di "Occupazione e servizi alla persona". Non per
niente il progetto piaciuto ad Alessandro Sabiucciu, assessore al Lavoro
della Provincia di Venezia.
Nessuno scopo di lucro, uniniziativa non profit.
Si sta pensando intanto alla forma che assumer il progetto nell'immediato
futuro. Sar - spiega mons. Pistolato - un consorzio non profit, di cui
faranno parte cooperative e realt che si occupano di formazione, senza quindi
alcuno scopo di lucro. E stiamo lavorando perch gli oneri previdenziali delle
assistenti familiari che assistono persone in stato di bisogno siano a carico
della pubblica amministrazione. In fondo nel 2000, quando le badanti erano 15
mila, avevamo calcolato che la Regione, per mancati ricoveri in residenze per
anziani, risparmiava 900 miliardi di lire.
Paolo Fusco Fonte : http://www.gvonline.it/leggi_id.php?id=699