Il volume
pubblicato dallUcsei (300 pagine) contiene lindagine realizzata da Istat e
Miur su 10 anni di presenza degli studenti stranieri negli atenei italiani,
alcuni commenti di esperti, i materiali del Ministero dell'Universit sul
diritto allo studio e del Ministero degli Esteri sulle borse di studio della
cooperazione allo sviluppo, un contributo sugli alunni stranieri nelle scuole
medie superiori, e una ricostruzione dellimpegno quarantennale dellUcsei a
sostegno degli studenti esteri perch fosse ben accolta la loro presenza e
riconosciuto e valorizzato il loro potenziale ruolo di soggetti dello sviluppo
dei loro paesi.
Lindagine,
voluta dallUcsei e realizzata da due ricercatori dellIstat (Paola Ungaro e Massimo Strozza) e uno del Miur (Paolo Turchetti), fornisce una serie di dati (in gran parte inediti)
sul periodo 1993-2003. Titolo dello studio : Studiare nelle
Universit italiane: la partecipazione, le scelte e i risultati degli studenti
stranieri. Breve analisi di un decennio di trasformazioni.
1.
Sono ancora
pochi gli studenti stranieri accolti nelle universit italiane. LItalia, dopo un periodo di forte attenzione
agli studenti esteri (anni 50 e 60 e parte dei 70), ha attuato politiche
restrittive. Il numero degli studenti stranieri, che aveva raggiunto i 30 mila
iscritti allinizio degli anni 80, diminuito costantemente nel corso degli
anni 80 e 90, stazionando tra i 20 e i 25.000. Ancora nel 2001 lItalia
figurava in coda ai paesi Ocse con una percentuale di studenti stranieri
dell1,6, contro circa il 10% di Germania, Regno Unito e Belgio, il 7,3 della
Francia, il 3,3 dellOlanda, il 2,2 della Spagna. Tra le cause si possono
segnalare: la fragile e breve esperienza coloniale dellItalia, la sua lingua
quasi per nulla parlata nel mondo, un sistema universitario poco flessibile e
poco attrattivo, un sistema di accesso e di accoglienza degli immigrati poco
efficiente e per lo pi restrittivo.
2.
La
provenienza degli studenti stranieri in Italia a confronto con gli altri paesi
Ocse: molti dallEuropa, pochi dagli altri continenti. Fino al 2001 (ultimi dati Ocse) 71 studenti esteri su
100 provenivano da paesi europei (contro i 48 del Regno Unito, i 50 della
Germania, i 28 della Francia, i 63 della Spagna, etc.). Solo 7,5 su 100
provenivano dallAfrica, l11,8 dal medio oriente e dallAsia, il 6,3 dalle
Americhe (il 4,2 dal solo Sud America). Dunque non solo un basso numero di
studenti esteri, ma un ancor pi basso numero di studenti provenienti dai paesi
in via di sviluppo.
3.
Cresce
rapidamente la presenza femminile: oggi le ragazze sono pi numerose dei
ragazzi. Le studentesse
straniere (anno di riferimento: 2002-03) sono il 56,3%. Erano il 42,9 dieci
anni fa, e il 24,3 venti anni fa. Ma le studentesse africane sono solo il 42%.
4.
Da tre anni
le presenze di studenti stranieri hanno ripreso ad aumentare. Nellanno accademico 2002-03 si raggiunto
il picco di 31.343 (e se si contano anche gli iscritti ai corsi post laurea il
numero sale a 34.398). La percentuale sul totale della popolazione
universitaria ha raggiunto l1,8 (ma aveva toccato il 3% allinizio degli anni
80). Si possono rilevare tre cause per questo incremento: 1) la presenza in
Italia di una componente di immigrazione per lavoro ormai radicata e stabile e,
dunque, linizio di iscrizioni alluniversit da parte di ragazzi di
cittadinanza straniera che hanno studiato in tutto o in parte nelle scuole
italiane (lipotesi Ucsei che circa un migliaio dei 31.000 studenti stranieri
iscritti nel 2002-03 siano studenti diplomatisi nella scuola secondaria
superiore in Italia); 2) lavvenuta riforma universitaria (1999) e dunque la
sua maggiore attrattivit - con lintroduzione dei cicli (il 3 + 2), che
consentono di accedere al diploma di laurea in 3 anni, e una forte
diversificazione dellofferta formativa; 3) la raggiunta parit di trattamento
con gli studenti italiani negli interventi per il diritto allo studio (grazie
alla legge sullimmigrazione n. 40 del 1998).
5.
Nel decennio
sono aumentati gli iscritti, aumentano ancor di pi gli immatricolati, ma
diminuiscono i laureati.
Landamento del decennio indica che gli iscritti stranieri hanno iniziato ad
aumentare alla fine degli anni 90 (sono 18 su 1.000; erano 14,5); i nuovi
iscritti (cio le matricole degli ultimi tre anni accademici) sono aumentati
pi marcatamente (sono 21,9 su 1.000; erano il 10,1); ma gli studenti che
arrivano alla laurea diminuiscono (sono 11,9 su 1.000; erano 18,1). La domanda
viene spontanea: gli studenti stranieri stanno incontrando pi difficolt di
dieci anni fa? Hanno perso pi fiducia?
6.
Nelle
provenienze i paesi europei sono aumentati rispetto a 10 anni fa, ma
diminuiscono i paesi dellUnione europea e crescono gli studenti dellEst
Europa e dei Balcani. Sono
diminuiti anche africani e asiatici, e di poco aumentati i latino-americani. Complessivamente, la presenza di studenti
dallEuropa aumentata nettamente (+ 50% rispetto al 1993-94; sono il 71,8%).
Ma gli studenti dellUnione europea sono lievemente calati (soprattutto la
Grecia, che ha sempre avuto una forte presenza, fino quasi alla met del totale
degli studenti stranieri presenti in Italia), mentre gli studenti degli altri
paesi europei sono aumentati del 187% (in particolare dallAlbania). Gli
studenti che provengono dallEuropa balcanica e centro-orientale sono oggi il
40% del totale degli studenti stranieri. LAfrica ha poco pi di 3.000
iscritti, pari all8,9% (- 5% sul 93-94); e i paesi capofila sono Camerun e
Marocco. Le Americhe hanno l8,2%, sono in aumento sul 93-94 (+ 12%), e
diminuiscono gli studenti di Stati Uniti e Canada rispetto a quelli del centro
e sud America (capofila sono Per, Colombia e Brasile). LAsia ha il 10,5% (in
diminuzione sul 93-94, ma in ripresa nellultimo anno); resta importante la
presenza storica degli studenti israeliani e libanesi, calano gli iraniani,
crescono gli indiani (pur se con numeri assoluti ancora molto bassi).
7.
Gli atenei
dellItalia del centro-nord sono i preferiti. Le regioni che ospitano il maggior numero di studenti
stranieri sono lEmilia Romagna, il Lazio e la Lombardia. I primi quattro
atenei sono Bologna (3.301), Roma La Sapienza (3.231), Padova (1.674) e
Firenze (1.615). Questi quattro atenei, da soli, accolgono il 30% degli
studenti stranieri. In proporzione al numero totale dei propri studenti le
universit che accolgono pi stranieri sono, per, quelle di Trieste e di
Camerino.
8.
Le facolt
pi scelte restano Medicina e Farmacia, seguono Lingue e letterature straniere,
Architettura e Scienze Politiche. Medicina e chirurgia accoglie 52 stranieri su 1.000 (rispetto alla
media di 18); Farmacia ne accoglie 46,8; Architettura 24,1. Scienze Politiche
18,6. Medicina e Farmacia sono sempre state in testa (1 studente su 4 sceglie
Medicina o Farmacia, oggi come dieci anni fa). Le novit, rispetto a dieci anni
fa, sono costituite dallaumento di iscrizioni a Lingue e a letterature
straniere, a Scienze Politiche e ad Economia. Diminuisce Agraria. LAfrica
sembra avere una particolare predilezione per Ingegneria (1 studente africano
su 5 la sceglie). LAsia ha una predilezione per Architettura. I paesi europei
non comunitari (almeno non tali fino al maggio 2004) scelgono pi degli altri
Economia e Scienze Politiche.
9.
Cala il
numero degli studenti stranieri che arriva alla laurea. Nel 1993-94 si sono laureati 1.787 studenti
stranieri (18,1 su 1.000 laureati totali), nel 2002-03 se ne sono laureati
2.388 (solo l11,9 su 1.000). Fanno pi fatica a laurearsi gli studenti dei
paesi europei non comunitari (a differenza di quelli provenienti dallUnione
europea). Africa, America latina e Asia sono abbastanza in media con la
popolazione universitaria complessiva.
10.
Si alza let
della laurea. Prendendo come
riferimento lanno solare 2002 si sono laureati in Italia 187.665 studenti. Di
essi 2.230 erano stranieri. La percentuale di coloro che si sono laureati dopo
i 30 anni pari al 23% del totale; ma, tra gli stranieri, sale al 37%. La
percentuale pi alta per gli africani (si laureano dopo i 30 anni il 59,1%);
per gli studenti del Medio Oriente e dellAsia il 57,4; per le Americhe il
44,2%; per i paesi europei non comunitari il 34,4%; per i paesi UE il
28,4%. (Ma si tratta di un dato di non facile interpretazione: tra i tedeschi
ben il 47,5% si laurea dopo i 30 anni).
11.
Ai corsi post
laurea aumentano gli iscritti provenienti dai Pvs. Dei poco pi di 3.000 iscritti a corsi post laurea,
gli europei sono il 46,1% degli iscritti ai corsi di dottorato (che in tutto
sono 927), il 50,6% degli iscritti alle scuole di specializzazione (su un
totale di 716), e il 47% degli iscritti ai master o altri corsi brevi (su un
totale di 1.412). Gli africani sono particolarmente presenti nelle scuole di
specializzazione (17,3%). Gli studenti delle Americhe sono numerosi nei corsi
di dottorato (22,5%) e nei master (25%). Gli asiatici sono numerosi nei corsi
di dottorato (18,4%) e nelle scuole di specializzazione (21,8%).
ALCUNE PROPOSTE CONTENUTE NEL LIBRO
1.
Superare la
confusione normativa, dovuta allassenza di uno statuto dello studente
straniero. La regolamentazione anche solo dellaccesso degli studenti
stranieri risente della stratificazione di successive normative di diversa
origine: regolamentazione dellimmigrazione, cooperazione allo sviluppo,
principi comunitari di libera circolazione, convenzioni internazionali,
riconoscimento dei titoli di studio, politica dei visti, politiche di
realizzazione del diritto allo studio, politiche in materia di borse di studio.
2.
Istituire una
Agenzia nazionale per la mobilit e le borse di studio, che svolga una
politica attiva nei confronti dei flussi studenteschi internazionali e della
concessione delle borse di studio governative.
3.
Istituire un
Fondo nazionale per borse di studio allo scopo di attrarre studenti esteri
verso lItalia (gli importi attualmente sono molto limitati e sono dispersi nei
bilanci delle diverse amministrazioni; pertanto non hanno un impatto
significativo nel promuovere lafflusso di studenti dallestero.
4.
Modificare la
normativa relativa alla cooperazione allo sviluppo, favorendo lapporto
degli studenti dei Pvs, presenti in Italia, nei progetti di cooperazione
italiana che riguardano i loro paesi; e attivare itinerari di sostegno per
favorire un rientro qualificato degli studenti stranieri nei loro paesi, al
termine dei loro studi (con unattenzione anche a coloro che si sono laureati e
che fanno attualmente lavori dequalificati in Italia).
5.
Modificare la
normativa di accesso alle universit: maggiore informazione nelle
Rappresentanze diplomatiche rispetto alle opportunit di studio in Italia e sui
problemi di alloggio; maggiore rapidit delle Rappresentanze stesse
nellesaminare la documentazione per liscrizione degli studenti; possibilit
di studiare la lingua italiana allestero e di sostenere la prova di ammissione
presso le Rappresentanze; offrire una seconda opportunit agli studenti che non
superano la prova di ammissione una volta che sono giunti in Italia
(attualmente, se non superano la prova, debbono tornare nel loro paese ed
eventualmente fare una nuova domanda lanno successivo).
6.
Rendere pi
rapida la pratica di rinnovo del permesso di soggiorno (oggi i tempi sono
scandalosi), ad esempio coinvolgendo le universit stesse.
7.
Istituire un
tavolo permanente di consultazione, interministeriale, aperto ad alcune
associazioni di o per
studenti stranieri, al fine di migliorare gli aspetti contraddittori e
iperburocratici delle attuali normative e della loro stessa attuazione.
UCSEI Ufficio Centrale Studenti Esteri in Italia
Roma, Lungotevere dei Vallati 14
tel. 06.68804062; fax 06.68804063; e-mail: ucsei@ucsei.org; web: www.ucsei.org