LÕUNHCR condanna gli omicidi dei leader degli sfollati colombiani

 

LÕAlto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) condanna gli omicidi di due esponenti di unÕassociazione di sfollati nella cittˆ di Apartado nella Colombia nord-occidentale. Marta Cecilia Aguirre, di 36 anni, madre di quattro bambini e Giovanni de Jesœs Montoya Molina, di 45 anni, padre di una bambina di un anno, sono stati uccisi domenica 8 febbraio di fronte alle loro case in due distinti attacchi da parte di uomini armati in abiti civili, la cui identitˆ  ancora ignota.

La signora Aguirre  stata uno dei fondatori dellÕAssociazione per la Comunitˆ degli Sfollati di Apartado (ASOCODEA) ed aveva ottenuto da ultimo lÕincarico di vice-presidente. Anche Montoya Molina, proveniente dalla provincia di Antioquia, aveva operato quale esponente dellÕassociazione dopo essere stato sfollato cinque mesi prima.

LÕUNHCR esprime le sue condoglianze alle famiglie delle vittime e fa appello alle autoritˆ colombiane perch avviino indagini sugli omicidi e perseguano i responsabili. LÕAlto Commissariato fa inoltre pressione sulle stesse autoritˆ perch sia assicurata, come in altre aree della Colombia, unÕeguale protezione ai leader degli sfollati. LÕUNHCR continuerˆ ad operare congiuntamente con lÕASOCODEA e con altre associazioni che tutelano gli sfollati, potenziando la loro azione sul territorio e sostenendole nella difesa dei loro diritti. EÕ necessario fermare gli atti di violenza.

Gli assassini della signora Aguirre e di Montoya Molina sono gli ultimi di una sequela di attacchi contro individui e gruppi coinvolti nella difesa dei diritti umani per gli sfollati colombiani. Lo scorso settembre,  stato ucciso Francis Gir—n Quilindo, esponente di unÕassociazione per donne sfollate della cittˆ meridionale di Puerto As’s. Un altra attivista, Esperanza Amaris Miranda,  stata uccisa il 16 ottobre nella cittˆ settentrionale di Barrancabermeja. Dopo lÕattacco di dicembre contro lÕorganizzazione non-governativa impegnata in favore delle donne Casa de la Mujer a Bogotˆ, lÕUNHCR ha pubblicamente condannato questi attacchi. La scorsa settimana, un esponente dellÕOrganizzazione Popolare delle Donne  stato brutalmente aggredito a Barrancabermeja.

LÕASOCODEA  stata istituita ad Apartado nel 2000 da famiglie sfollate e attualmente annovera tra i suoi membri circa 220 famiglie sfollate della cittˆ di Apartado. La maggioranza degli sfollati proviene dalle province nord-occidentali di C—rdoba, Antioquia e Choc—. LÕUNHCR ha sostenuto lÕassociazione fin dalla sua fondazione attraverso programmi di rafforzamento del tessuto sociale.

LÕoperato dellÕUNHCR in Colombia  finalizzato alla protezione e promozione dei diritti degli sfollati e al sostegno e rafforzamento della risposta del governo e della societˆ civile nei confronti del fenomeno dei trasferimenti forzati. LÕUNHCR lavora congiuntamente con le autoritˆ colombiane, i gruppi religiosi, le organizzazioni non governative, le associazioni per gli sfollati e altre agenzie delle Nazioni Unite.

Oltre un milione di sfollati risulta registrato presso il governo colombiano, ma secondo le stime delle organizzazioni non governative sarebbero circa 3 milioni gli sfollati attualmente presenti nel paese. Sulla base di fonti ufficiali, si tratta, per il 74 per cento di donne e bambini.

Quasi la metˆ degli sfollati sono donne adulte. Molte di loro sono state vittima di violenze sessuali e gran parte ha dovuto ricoprire il ruolo di capofamiglia a seguito della morte o scomparsa dei loro mariti. Oltre un terzo delle famiglie sfollate ha donne come capofamiglia. 

 

A quota 2.600 i rimpatri di rifugiati iracheni dallÕIran

 

Negli ultimi due giorni, 500 rifugiati iracheni hanno fatto ritorno in Iraq dai campi dellÕIran, a bordo di due convogli dellÕAlto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), portando ad oltre 2.600 il numero dei rifugiati rimpatriati dallÕIran dallÕavvio dellÕiniziativa di trasferimento lo scorso novembre.

Lo scorso luned“, 295 rifugiati hanno lasciato il campo di Jahrom, nei pressi di Shiraz, in sette bus e tredici camion diretti a Basra, facendo salire a 23 il numero dei convogli per il rimpatrio dallÕIran. Il giorno prima, 205 rifugiati avevano lasciato, a bordo di quattro bus e sedici camion, il campo di Ashrafi Esfahani nella provincia del Khuzestan. A tutti gli iracheni che rimpatriano viene impartito un addestramento volto a sensibilizzarli sul pericolo delle mine e, una volta raggiunta Basra, lÕUNHCR distribuisce loro teloni impermeabili, coperte, taniche, lanterne, articoli sanitari e, ove necessarie, tende. I rifugiati che tornano in patria ricevono inoltre una somma di denaro per la copertura dei costi di trasporto e vengono registrati nella rete di distribuzione alimentare nazionale.

Ashrafi Esfahani rappresentava un tempo il pi grande campo per rifugiati dellÕIran, ospitando oltre 12mila persone. EÕ stato chiuso alla fine della settimana scorsa durante la visita di Jean-Marc Boulgaris, presidente del Comitato Esecutivo dellÕUNHCR e ambasciatore svizzero presso le Nazioni Unite a Ginevra. LÕambasciatore Boulgaris ha visitato la scorsa settimana la missione dellÕUNHCR in Iran, prima di recarsi in visita in Sry Lanka per valutare in quel paese i progetti di rimpatrio. LÕUNHCR prevede che altri campi iracheni chiuderanno nelle prossime settimane, come quello di Beheshti che offre attualmente alloggio a soli 28 rifugiati.

LÕUNHCR non incoraggia il rimpatrio dei rifugiati iracheni, in considerazione dei problemi legati alla sicurezza e della precaria situazione umanitaria che tuttora caratterizzano lÕIraq. Un anno fa erano circa 202mila i rifugiati iracheni in Iran, la maggior parte dei quali esiliati al tempo della prima guerra Iran-Iraq, mentre gli altri sono sfuggiti alle repressioni governative nel periodo successivo alla guerra del Golfo del 1991. Secondo le stime dei funzionari iraniani, oltre 50mila rifugiati iracheni sarebbero rimpatriati spontaneamente negli ultimi mesi.

 

Si intensificano i trasferimenti di rifugiati sudanesi nellÕentroterra del Ciad. Convogli quotidiani da Tine a Touloum

 

Quasi 800 rifugiati sudanesi sono stati trasferiti dalla cittˆ di Tine, alla frontiera con il Ciad, in un centro di transito a Touloum, a 80 chilometri dalla frontiera. Nella giornata di ieri, lÕAlto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e i suoi partner hanno trasferito 490 rifugiati da Tine. Nel corso del fine settimana, due convogli hanno consentito il trasferimento di altri 372 rifugiati. Da Tine dovrebbero partire convogli quotidiani Š tranne il venerd“ Š finch tutti i 4.361 rifugiati registrati nella cittˆ saranno tutti al sicuro nel centro di transito.

Il primo trasferimento  avvenuto sabato in condizioni particolarmente difficili, poich, durante il viaggio, una tempesta di sabbia e vento ha ridotto notevolmente la visibilitˆ per le strade. Una squadra dellÕUNHCR, a bordo di un convoglio diretto allÕaeroporto per imbarcare l“ i rifugiati, ha descritto scene di capre e asini che giacevano morti sulla sabbia, mentre le famiglie di rifugiati si proteggevano da vento e sabbia dietro ai bus. Molti rifugiati hanno perso il loro bestiame a causa del freddo e della mancanza di foraggio. I rifugiati, pur in buona salute, vivono in condizioni di precarietˆ. Oltretutto, la vicinanza della frontiera con il Sudan Š distante solo qualche centinaio di metri Š e la presenza di miliziani dallÕaltro lato del confine rende quanto pi urgente il trasferimento dei rifugiati nellÕentroterra del Ciad.

Le squadre dellÕUNHCR che hanno organizzato il convoglio di ieri riferiscono di aver incrociato durante il viaggio molti rifugiati che stavano procedendo a piedi da Tine in direzione del centro di transito.

In seguito allÕarrivo a Touloum, i rifugiati ricevono una razione di cibo sufficiente per 15 giorni fornita dal Programma Alimentare Mondiale (WFP), coperte, taniche e sapone forniti dallÕUNHCR. Un camion dellÕUNHCR assicura in loco il rifornimento regolare di acqua dalla cittˆ di Iriba. LÕUNHCR sta operando congiuntamente con GTZ, SECADEV, CNAR, MSF Belgio e NCA per il trasferimento dei rifugiati da Tine a Touloum.

Un team dellÕUNHCR dovrebbe partire alla fine di questa settimana per Bamina Š situata a 30 chilometri a nord di Tine Š dove le autoritˆ locali e le organizzazioni non governative hanno registrato lÕarrivo di 2mila nuovi rifugiati. Secondo quanto riferito, i rifugiati sarebbero in buone condizioni di salute, ma gli insediamenti spontanei nei quali sono riparati li renderebbero esposti alle tempeste di sabbia e vento.

 

Ventesimo meeting del Gruppo Consultivo sullÕAIDS nella sede UNHCR di Ginevra

 

LÕAlto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sta ospitando nella sede centrale di Ginevra il ventesimo meeting del Gruppo Consultivo sullÕAIDS, cui prendono parte pi agenzie delle Nazioni Unite. LÕincontro di due giorni si concentrerˆ principalmente sullÕHIV/AIDS nelle aree di conflitto e tra le popolazioni sradicate, cos“ come sullÕHIV nei luoghi di lavoro. LÕAlto Commissario Ruud Lubbers terrˆ un discorso al meeting luned“ prossimo.