T R I B U N A L E D I T R A P A N I

SEZ. PENALE

PROC. PEN. 386/01 R.G.

A CARICO DI CERENZIA LEONARDO

 

I L T R I B U N A L E

1 - DOTT. FRANCO MESSINA            PRESIDENTE

2 - DOTT. LUCIA FONTANA                      GIUDICE

3 DOTT. GIUSEPPE MECCARIELLO               GIUDICE    

                                             

DOTT. ROSARIO AITALA                PUBBLICO MINISTERO

SIG. MICHELE ADRAGNA OPER. CANCELLERIA

SIG. DANIELA MANZO OPERAT. REGISTRAZIONE

UDIENZA DEL 14/02/2002

 

Tenutasi presso Aula Penale del Tribunale di Trapani

Alternate Process: RICHIESTE  DI  PROVA DEL:			DA PAG.	       A PAG.
PUBBLICO  MINISTERO				   04			06

PARTE  CIVILE:
AVV.  BISAGNA			
RESPONS.  CIVILE:
AVV.  ARNONE					   06			07
DIFESA:  AVV.  CRESCIMANNO			   07			08

ESAME DEL TESTE:	
MARINO  ALBERTO					   08		           108
ANGELO  SALVATORE				 108		           164

 


 

 

 

 

RINVIO AL 10 MAGGIO 2002

 

PROC. N. 386/01 TRIB. UD. DEL 14/02/2002

A CARICO DI CERENZIA LEONARDO

 

....................

 

COSTITUZIONE DELLE PARTI

 

PRESIDENTE:     allora Cerenzia Leonardo libero presente, difeso di fiducia dall'Avvocato Crescimanno. E' presente l'Avvocato Bisagna per le parti civili. Allora preliminarmente il Tribunale dispone procedersi alla correzione dell'errore materiale, nel senso che l dove nel verbale scritto, nel verbale di udienza scritto 5 luglio 2001, deve leggersi ed intendersi 6 luglio 2001, c' stato un errore nella stesura del verbale di udienza, il cancelliere ha scritto 5 luglio, mentre in realt era 6 luglio, le parti su questa correzione?

P.M.:           nulla osserva.

AVVOCATO:       nulla.

PRESIDENTE:     le parti nulla, per la forma devo interpellarvi. Allora si dispone pertanto la correzione, nel senso che dove scritto 5 luglio, nel verbale di udienza dove scritto 5 luglio, deve leggersi ed intendersi 6 luglio.

P.M.:           preliminarmente mi da parola?

AVV. ARNONE:    avvocatura dello stato. 

PRESIDENTE:     avvocato?

AVV. ARNONE:    se mi consente formalizzo la costituzione di parte civile per il responsabile civile Ministero dell'Interno, cos il Ministro dell'Interno trova ingresso in questo processo. L'atto viene formalmente depositato agli atti.

PRESIDENTE:     c' il Ministero degli Interni che parte civile, come responsabile civile?

AVV. ARNONE:    certo.

PRESIDENTE:     allora diamo atto della presenza dell'Avvocato Arnone per il responsabile civile, che deposita atto di costituzione. Le parti su questo?

P.M.:           nulla osserva.

AVVOCATO:       nulla.

PRESIDENTE:     le parti nulla osservano. Allora i testi presenti. Pubblico Ministero? Abbiamo fatto tutto con la costituzione, abbiamo dato per letto il capo d'imputazione, le parti sono invitate ad indicare i fatti che intendono provare.

 

RICHIESTE DI PROVA

DEL PUBBLICO MINISTERO

.............

P.M.:           Signori del Tribunale, molto brevemente il Pubblico Ministero deve dire quanto segue: si intende provare con questo processo e mediante l'escussione dei testi di lista, i documenti gi agli atti del Tribunale, gli eventuali documenti che poi mi riservo di presentare nel corso del dibattimento, che i fatti drammatici che sono avvenuti nel notte tra il 28 e il 29 dicembre del 1999, e che hanno portato alla morte di sei giovani uomini che si trovavano presso il centro di accoglienza Serraino Vulpitta di Trapani, intende provare che questi fatti sono stati determinati dal concorso due ordini di cause, indipendenti l'una dall'altra, e vale a dire dalla condotta di un cittadino immigrato che ivi si trovava, e che stato separatamente giudicato, e dalla condotta dell'allora prefetto della provincia di Trapani. In particolare il Pubblico Ministero intende provare in questo dibattimento che il prefetto, il Dottor Cerenzia, all'epoca perfetto della provincia di Trapani, omise una serie di attivit che aveva il dovere di porre in essere, quale responsabile per legge del centro, Non mi soffermer neri particolari perch non voglio appesantire in questo momento il dibattimento, dico soltanto che si intender provare come il prefetto ag in modo negligente, non ponendo in essere una serie di azioni doverose che aveva il dovere di porre in essere, per garantire che il centro di accoglienza Serraino Vulpitta fosse una struttura sicura, tale da garantire la vita, l'incolumit delle persone che ivi si trovavano ristrette; perch di una firma di restrizione della libert si tratta, e dei lavoratori, di coloro che vi lavoravano in particolare dei lavoratori, degli agenti della Polizia di Stato. Si intende anche provare che vi fu una specifica inosservanza di leggi e di regolamenti che imponevano di adottare una serie di dispositivi per la sicurezza antincendio del centro. Questo non fu fatto, e intendiamo quindi provare che l'allora prefetto di Trapani, il Dottor Cerenzia responsabile dell'omicidio colposo delle persone che perirono a seguito di questo incendio, oltre che delle lesioni colpose che subirono i vice ispettori della Polizia di Stato Marino e Angelo. Mi fermo qui, chiedo che vengano ammessi i testi di cui alla lista, mi riservo eventuali ulteriore produzioni documentali integrative.

PRESIDENTE:     va bene. Arnone di parte civile?

 

RICHIESTE DI PROVA DELLA PARTE CIVILE

AVVOCATO BISAGNA

..........

AVV. BISAGNA:   la difesa di parte di parte civile nulla osserva sulle richieste di parte civile, alle quali si associa. Insiste nelle produzioni documentali gi versate in atti unitamente all'atto di costituzione di parte civile, e chiede l'esame dell'imputato.

 

RICHIESTE DI PROVA DEL RESPONSABILE CIVILE

AVVOCATO ARNONE

.........

AVV. ARNONE:    si dimette a tutte le valutazioni e le richieste che verranno successivamente fatte dal difensore dell'imputato.

PRESIDENTE:     avvocato?

 

RICHIESTE DI PROVA DELLA DIFESA

AVVOCATO CRESCIMANNO

............

AV.CRESCIMANNO: Presidente, Signori con assoluta sinteticit, perch credo che tutto il resto dovr formare oggetto dell'attivit di racconta della prova che andremo a svolgere, questa difesa prover l'assoluta estraneit del Prefetto Cerenzia rispetto ai fatti, e alle cause dei fatti di cui oggi in questa vicenda il processo si discute. Non vi dubbio che vi sono state delle responsabilit diverse da quelle del cittadino straniero, o che ha poi definito con la richiesta di applicazione di pena alla sua posizione processuale, assolutamente pacifico che altre responsabilit vi sono state, ma le stesse non sono ravvisabili nella condotta, e tanto nelle asserite omissioni del prefetto dell'epoca il Dottor Leonardo Cerenzia. Quelle responsabilit erano e sono da cercare con prove, e credo che questo dibattimento sar utile intanto per accertare la estraneit del prefetto, e poi per indirizzare correttamente la ricerca della verit di quei fatti che ovviamente sono gravissimi, perch sei uomini, a prescindere dal cittadino o non cittadini, sei uomini hanno perso la vita in quella circostanze. Quindi insisto nella richiesta di esame dei testi indicati nella lista testi che definisco principale, perch quella depositata il 28 giugno 2001, testi e consulente, per completezza, nonch in lista depositata successivamente, secondo quella giurisprudenza che fin quando non si apre un altro dibattimento siamo sempre in tempo, con cui ho aggiunto un consulente medico legale al consulente ingegnere che avevo gi a suo tempo indicato. Insisto quindi nell'esame dei testimoni e dei consulenti a suo tempo indicati in lista, e chiedo l'esame dell'imputato, grazie.

PRESIDENTE:     va bene. Signori del Tribunale ammette le prove documentali, quelle per testi richieste da tutte le parti, con chi vuole cominciare Pubblico Ministero?

P.M.:           Ispettore Marino.

PRESIDENTE:     Ispettore Marino.

 

ESAME DEL TESTE MARINO ALBERTO

........

PRESIDENTE:     prego, legga la formula d'impegno.

MARINO A.:      (assolta formula di rito).

PRESIDENTE:     si accomodi prego, lei si chiama?

MARINO A.:      Marino Alberto.

PRESIDENTE:     nato a?

MARINO A.:      ad Augusta, Siracusa il 25/11/52.

PRESIDENTE:     in atto in servizio?

MARINO A.:      s.

PRESIDENTE:     in atto in servizio presso?

MARINO A.:      presso la Questura.

PRESIDENTE:     Questura Trapani, il Pubblico Ministero pu esaminare il teste.

P.M.:           ispettore buonasera.

MARINO A.:      io volevo dire una cosa se mi concesso.

PRESIDENTE:     s.

MARINO A.:      purtroppo i gravi fatti del Serraino Vulpitta, mi hanno lasciato un po' il segno sia morale che un po', quindi io cercher di rispondere a tutte le domande che mi vengono poste, e spero di farcela.

PRESIDENTE:     e questa la sua funzione. Poi eventualmente l dove non dovesse ricordare qualcosa e ha atti a sua disposizione, io l'autorizzer a compulsarli, e poi vedremo se il Pubblico Ministero eventualmente le muover contestazioni proprio per, l dove dovessero esserci discrasie, quindi ispettore non si preoccupi.

MARINO A.:      d'accordo, grazie.

PRESIDENTE:     che adesso iniziamo l'esame. Pubblico Ministero?

P.M.:           ispettore buonasera.

MARINO A.:      s.

P.M.:           senta innanzitutto lei attualmente dov' in servizio?

MARINO A.:      sempre Ufficio Servizi della Questura e in atto al centro Serraino Vulpitta.

P.M.:           bene, senta nella notte tra il 28 e il 29 dicembre del 1999 lei era in servizio presso il centro, vuole riferire al Tribunale con quali compiti, e quali erano le sue funzioni? E quanti altri uomini della Polizia di Stato o delle Forze dell'Ordine erano presenti in quella occasione?

MARINO A.:      allora io effettuavo il turno 19.00/24.00 quella sera, in qualit di capo turno, ispettore responsabile del turno. Avevo a disposizione, adesso non ricordo bene, comunque circa otto uomini della Polizia e cinque Carabinieri, credo che era tutta questa la forza che avevo a disposizione.

P.M.:           ho capito, senta quando vi siete accorti dell'incendio? In che modo e quando ve ne siete accorti?

MARINO A.:      allora io devo fare una premessa se mi consentita. Io durante il turno come all'interno trovavasi diversi cittadini extracomunitari assuntori di medicinali diciamo, di farmaci. Allora quella sera, personale volontariato della Croce Rossa non si era presentato per dare questi farmaci, e quindi erano gi un po' in subbuglio perch non avevano assunto queste medicine. Io ho notiziato l'allora funzionario di turno ala Dottoressa D'Arpa di questo, ma ovviamente non c' stata nessuna direttiva da parte di quest'ultima. A mezzanotte i colleghi che erano con me, il personale che era con me ha ricevuto il cambio dal persona montante, io mi sono fermato per dare, per passare le consegne all'Ispettore, Collega Angelo montante, con turno 00.00/07.00 Diciamo che nel frattempo che avveniva il passaggio delle consegne c' stata la fuga, dei cittadini extracomunitari attraverso una finestra sono scappati, e io mi sono dovuto fermare ancora un po' per dare diciamo una mano al personale, ma il personale che aveva effettuato con me gi era andato via. Intorno alle, credo le due e mezzo, 3.00, adesso non ricordo l'ora esatta, mi trovavo assieme al collega Angelo all'interno della stanza adibita ad ufficio; io ho sentito una fiammata, per contemporaneamente ho sentito io colleghi che erano all'esterno, che avevano visto del fuoco fuoriuscire dalla porta che accede nella stanza numero 3, denominata con il numero 3. Allora a quel punto il collega Angelo si precipitava sul posto, e io immediatamente chiamavo i Vigili del Fuoco, la sala operativa, perch non avevamo collegamento telefonico. Ho chiamato la sala operativa per l'invio dei Vigili del Fuoco.

P.M.:           senta ispettore facciamo un attimo un passo indietro, questa che lei ha chiamato fuga, cio questo allontamento di alcuni immigrati quando era avvenuto?

MARINO A.:      allora dopo, dunque intorno a mezzanotte e cinque, mezzanotte e dieci, gi il cambio era stato effettuato, diciamo il cambio nostro, io ero gi smontante.

P.M.:           ho capito, di quante persone si trattava?

MARINO A.:      allora circa otto, dieci persone comunque.

P.M.:           ho capito. Vuole dunque precisare, non ho ben capito, come riuscirono ad allontanarsi, cio come hanno fatto ad allontanarsi questi?

MARINO A.:      allora loro hanno rotto, hanno staccato dal muro un termosifone, attraverso una stanza, cio sono entrati in una stanza che era adibita ad infermeria, ma non era stata mai usata come infermeria diciamo. Forse ai tempi prima di esserci il centro, quindi attraverso il termosifone hanno buttato gi la grata che racchiude la finestra di questa stanza adibita ad infermeria.

P.M.:           quindi sono passati in una stanza che non era chiusa?

MARINO A.:      s, che si accede dal corridoio interno dove sono loro.

P.M.:           ho capito, ma poi dico questo problema, questa falla stata sanata in qualche modo?

MARINO A.:      s loro, la fuga diciamo avvenuta da quella finestra, attraverso le lenzuola che loro hanno legato. Successivamente sono stati ripresi, in parte subito e in parte sono stati ripresi dal personale della Volante.

P.M.:           s ma io voglio capire, questa finestra da cui si allontanarono stata chiusa dopo? Cosa avete fatto dico per evitare che poi si ripetesse nel corso della notte? Dico qualche misura diversa da quella normale stata adottata?

MARINO A.:      no, successivamente quando sono stati ripresi, poich loro avevano messo a soqquadro, avevano rotto porte, avevano diciamo, quindi si rendeva pericolosa, era pericoloso pure per noi che lavoravamo all'interno diciamo, perch lanciavano contro di noi pezzi di vetro, diciamo tutto quello che loro avevano. Quindi poich sia nel corridoio che nella stanza adibita ad infermeria era impossibile diciamo utilizzarle, abbiamo fatto in modo in presenza ovviamente sia dal funzionario di turno che dal Dottor Cuciti, Dottor Pampillonia, accorsi sul posto, affinch venisse ripristinato diciamo quel locale dove stavano loro, perch diversamente si favoriva la fuga ancora.

P.M.:           ho capito.

MARINO A.:      di metterli in quelle tre stanze.

P.M.:           senta ma vuole spiegare al Tribunale che non ha visto i luoghi, come d'altronde quasi nessuno qui, queste stanze, quant'erano le stanze dove si trovavano gli immigrati, quante erano e com'erano formate? Cio c'erano finestre, porte, com'erano queste finestre, queste porte o le varie chiusure?

MARINO A.:      allora io descrivo un po' quello che il centro.

P.M.:           io parlo dell'area dove si trovavano gli immigrati quando poi successe il fatto, quante stanze erano?

MARINO A.:      allora loro erano in tre stanze, chiusi in tre stanze diciamo, racchiusi in tre stanze gli immigrati.

P.M.:           s. Le stanze erano comunicanti fra di loro o erano separate?

MARINO A.:      no, no singole, non comunicanti.

P.M.:           l'incendio dove si sviluppato? Solo in una di queste stanze?

MARINO A.:      nella stanza contrassegnata con il numero 3, quella centrale.

P.M.:           la numero 3.

MARINO A.:      s.

P.M.:           allora parliamo solo di questa stanza, quante aperture aveva questa stanza?

MARINO A.:      la stanza aveva un'apertura che si poteva accedere al corridoio centrale dov'era successo il fatto.

P.M.:           apertura come, con una porta?

MARINO A.:      con una porta in legno massiccio diciamo.

P.M.:           questa porta era chiusa?

MARINO A.:      s questa porta era assicurata con una barra all'esterno, ma non chiusa a chiave se io non ricordo male.

P.M.:           era chiusa con una barra all'esterno?

MARINO A.:      s.

P.M.:           vuol dire che quindi aveva un'apertura dall'interno verso l'esterno?

MARINO A.:      s.

P.M.:           cio la barra impediva che la porta si potesse aprire?

MARINO A.:      si apriva, la porta si apriva dall'interno verso l'esterno, quindi all'esterno era assicurata con una barra.

P.M.:           di metallo?

MARINO A.:      s in metallo, questo.

P.M.:           questa barra era come incastrata? Era fermata con dei lucchetti?

MARINO A.:      s era incastrata...

P.M.:           su due perni?

MARINO A.:      su due perni, esatto.

P.M.:           ho capito. Poi, quindi questa una prima apertura, quella sul corridoio, su cui si affacciava anche diciamo gli uffici vostri, dove vi trovavate voi, lo stesso corridoio quello?

MARINO A.:      s, questa l'apertura dove si affacciava sul corridoio adiacente agli uffici nostri.

P.M.:           poi c'erano altre aperture?

MARINO A.:      s dall'esterno c'era un'altra apertura che da sulla veranda.

P.M.:           s, ma cosa una porta o una finestra?

MARINO A.:      una porta socchiusa diciamo con una cancellata, un cancello.

P.M.:           con un cancello in metallo. E il cancello era chiuso a chiave, con dei lucchetti, com'era?

MARINO A.:      s quello era chiuso a chiave con dei lucchetti.

P.M.:           chiuso a chiave e con dei lucchetti. Lei diceva: "si affacciava sulla veranda vuol dire su un ballatoio"?

MARINO A.:      s su una verandina.

P.M.:           spieghi meglio al Tribunale, per rendere l'idea al Tribunale, questa apertura esterna chiusa con una cancellata dove dava?

MARINO A.:      questa su un corridoio che una verandina.

P.M.:           ah quindi non dava direttamente sull'esterno, su un corridoio sempre interno?

MARINO A.:      s, un corridoio esterno diciamo un corridoio esterno. Allora la stanza e c' un corridoio a fianco, all'esterno, e gi ovviamente c'.

P.M.:           no per intenderci esterno intende dire che sorpassata questa porta chiusa con la cancellata, "io mi trovavo direttamente",

MARINO A.:      s sulla balconata.

P.M.:           e poi entro direttamente fuori.

MARINO A.:      sulla balconata.

P.M.:           sulla balconata. E il piano qual era, a che piano?

MARINO A.:      dunque adesso il secondo piano.

P.M.:           va bene. Questo va bene, senta un'altra cosa, lei poco fa' stava dicendo: "io mentre mi trovavo a scrivere" stava redigendo degli atti, "ho sentito una fiammata".

MARINO A.:      s.

P.M.:           no deve farci capire, ha sentito qualcosa con l'udito, ha visto, ha odorato, cosa intende lei per: "ho sentito una fiammata"?

MARINO A.:      allora dalla stanza dove eravamo noi adibita ad ufficio, io quello che ho sentito, proprio con l'udito ho sentito una fiammata, e nello stesso tempo i colleghi che erano di servizio l notiziavano di questa fiamma che usciva fuori dalla porta.

P.M.:           fiamma?

MARINO A.:      fiamma, fiammella.

P.M.:           no fiamma o fumo?

MARINO A.:      io non che proprio, mi sono limitato subito a chiamare il 113, mentre il collega Angelo si precipitato sul posto.

P.M.:           s ma quello ci arriviamo, no ispettore soltanto per capire bene, quando lei dice: "ho sentito una fiammata", cosa ha sentito un botto o un rumore?

MARINO A.:      no, no proprio una fiammata.

P.M.:           un rumore tipico del fuoco che...?

MARINO A.:      uno scoppio, se una bomboletta di gas, un accendino, un qualcosa del genere, no proprio un botto.

P.M.:           un rumore tipico del fuoco che divampa?

MARINO A.:      del fuoco s.

P.M.:           senta i suoi colleghi, gli agenti che vi hanno dato questa notizia, parlarono di fiamme o, cio di fiamme, fuoco, o di fumo?

MARINO A.:      e allora subito si parlato diciamo di questa fiammella, che era susseguita da un fumo, si sprigionava un fumo dall'interno, per su questo pu essere pi preciso l'Ispettore Angelo, perch io mi sono subito limitato a chiamare il 113, lui andato sul posto all'interno.

P.M.:           ho capito. Lei allora quindi appena ha saputo questa notizia, andato a guardare o ha subito chiamato?

MARINO A.:      no ho subito chiamato.

P.M.:           per radio?

MARINO A.:      no ho chiamato sul telefono interno che abbiamo, quello collegato con la sala operativa.

P.M.:           ah dal telefono ha chiamato la vostra centrale?

MARINO A.:      s, s immediatamente.

P.M.:           ho capito. Senta e dopo avere chiamato cosa ha fatto lei?

MARINO A.:      allora dopo che ho notiziato il 113 per l'invio dei Vigili del Fuoco, sono andato l sul corridoio principale dando man forte all'Ispettore Angelo, per cercare di sfondare la porta, perch la porta, barra era gi stata tolta, per la porta non si apriva, all'esterno non era assicurata da alcuna maniglia per poterla tirare, per aprire. E quindi, forse non lo so il calore del fuoco, quello che , non si aperta pi.

P.M.:           quindi la sbarra lei l'ha trovata tolta?

MARINO A.:      s la sbarra gi tolta.

P.M.:           ho capito. La sbarra tolta, e come avete cercato di sfondarla, ha detto come, con che strumenti?

MARINO A.:      guardi noi non che avevamo tanti mezzi a disposizione, ovviamente quello che...

P.M.:           cosa avevate a disposizione?

MARINO A.:      allora a disposizione manganelli, pedate, tutto quello che potevamo diciamo adoperare per sfondare la porta stato adoperato.

P.M.:           senta nel frattempo, mentre voi cercavate di sfondare la porta lei vedeva il fuoco o solo il fumo, o tutti e due, cosa vedeva?

MARINO A.:      allora dall'esterno si vedeva quella fiammella che usciva dal lucendaio di quella porta diciamo che da all'interno.

P.M.:           perch questa porta aveva un lucernario?

MARINO A.:      s c'era un piccolo, non so come si chiama il lucernario, credo che sia...

P.M.:           ha dice lei uno spioncino come quello che c' sulle porte?

MARINO A.:      s, si vedeva quella fiammella che usciva.

P.M.:           nel senso che da quella lei guardava all'interno, oppure vedeva proprio il fuoco uscire da l?

MARINO A.:      no si vedeva il fuoco uscire da l.

P.M.:           ho capito.

MARINO A.:      e poi un fumo nero che non permetteva di respirare completamente.

P.M.:           senta mi scusi, un altro passo indietro, lei a quella data aveva gi fatto altre volte servizio presso il Serraino Vulpitta?

MARINO A.:      allora da premettere che io dall'apertura del Serraino Vulpitta presto servizio l.

P.M.:           ho capito. Senta quella stanza era sempre stata chiusa con una sbarra o c'erano altri meccanismi, cose diverse prima, sempre stata chiusa in questo modo?

MARINO A.:      allora soltanto in caso di emergenza, solo in questi casi. Ma questa non veniva mai chiusa cos, soltanto per ripristinare il luogo dov'era successo.

P.M.:           dice un'emergenza a causa della...

MARINO A.:      s soltanto un'emergenza; perch noi avevamo due settori al Serraino Vulpitta, diciamo unico corridoio con una porta che a met del corridoio che divide i due settori. Purtroppo la loro religione a volte non permette di metterli tutti assieme, perch anche fra di loro litigano, e quindi non c'era altra soluzione, diciamo pi di questa di poterli sistemare, in attesa, in quell'oretta di potere ripristinare il luogo.

P.M.:           quindi erano messi l temporaneamente?

MARINO A.:      temporaneamente, perch non solito fare questo.

P.M.:           ho capito. Ma perch scusi, non ho capito, nelle altre stanze quelle normali.

MARINO A.:      s.

P.M.:           ordinariamente utilizzate, il sistema di chiusura com'?

MARINO A.:      sono liberi.

P.M.:           com'era ai tempi?

MARINO A.:      allora le stanze sono aperte, loro possono accedere all'interno della stanza, come possono uscire nel corridoio, sono liberi, insomma le porte sono aperte.

P.M.:           sulle stesso corridoio su cui si affaccia anche la stanza numero 3, lo stesso corridoio?

MARINO A.:      s.

P.M.:           ma dico in quella occasione questa chiusura con la sbarra chi l'ha disposta?

MARINO A.:      allora l sul posto si sono recati come ho detto prima il Vice Questore Dottor Cuciti, il Dottor Pampillonia e la Dottoressa D'Arpa, e credo l'ispettore Biagio Delio.

P.M.:           s.

MARINO A.:      quindi noi non che potevamo, cio le disposizioni realmente chi le abbia date io non lo so.

P.M.:           dico a lei chi l'ha data?

MARINO A.:      perch ripeto non era di turno poi.

P.M.:           s a lei chi l'ha data? Lei ha sentito se qualcuno dava questa disposizione? Lei ha detto: "normalmente questa sbarra non veniva messa".

MARINO A.:      non veniva messa.

P.M.:           se normalmente non veniva messa, io le chiedo, dico: quel giorno fu messa perch?

MARINO A.:      in occasione...

P.M.:           ho capito, ma chi l'aveva deciso?

MARINO A.:      pu essere pi preciso l'Ispettore Angelo.

P.M.:           non lo sa, va bene. Senta avevate a disposizione degli estintori?

MARINO A.:      allora adesso io non ricordo bene se erano quattro o cinque estintori, di cui sono stati tutti adoperati questi estintori.

P.M.:           ma dov'erano questi estintori?

MARINO A.:      questi estintori erano nella stanza adibita ad ufficio dove siamo noi.

P.M.:           dove lei si trovava diciamo a fare...?

MARINO A.:      s.

P.M.:           tutti insieme?

MARINO A.:      s.

P.M.:           perch io ispettore dico voglio ricordare...

MARINO A.:      preciso una cosa, che siccome poich si divide in due settori, quindi una parte era dove eravamo noi.

P.M.:           s.

MARINO A.:      una parte si trovava nel settore dov'erano i Carabinieri.

P.M.:           un settore separato?

MARINO A.:      s, nell'altro settore.

P.M.:           va bene. Io voglio sapere: quelli che aveva a disposizione lei dal suo lato, cio quando si accorto che c'era il fuoco, quanti ne avevate a a disposizione lei da suo lato?

MARINO A.:      credo che erano quattro, credo estintori, per non posso essere, perch non ricordo, con certezza non ricordo adesso.

P.M.:           senta, no intanto una cosa dico, ma questi due settori, ci faccia capire, sono due settori proprio separati, chiusi, c' possibilit d'accesso dall'uno all'altro o no, c'era? Parliamo sempre di allora.

MARINO A.:      allora inizialmente c'era possibilit, era unico corridoio con delle camere laterali dove alloggiavano loro. Poi diciamo stato separato, questo corridoio stato separato a met, quindi hanno fatto due settori, un lato era vigilato da noi diciamo della Polizia, e un lato vigilato dai Carabinieri.

P.M.:           ho capito. Senta dico, e allora quindi quando successo questo fatto era separato?

MARINO A.:      s separato.

P.M.:           cio lei ci poteva andare dall'altra stanza dei Carabinieri?

MARINO A.:      no, no.

P.M.:           non ci poteva andare?

MARINO A.:      no, no, dal corridoio esterno potevo andare io, dalla balconata esterna, chiamiamola cos.

P.M.:           ho capito, senta lei sta dicendo adesso quattro estintori, io per dico voglio leggere.

MARINO A.:      io non posso essere molto preciso perch ripeto...

PRESIDENTE:     relazione di servizio o sommarie informazioni?

P.M.:           no, no, un'assunzione di informazione da parte del...

PRESIDENTE:     allora proceda alla contestazione.

P.M.:           allora ispettore io le faccio tecnicamente una contestazione, cio le ricordo che quando lei era stato sentito dalla Dottoressa Macchiusi in Procura il 12 aprile del 2000, lei aveva parlato di due estintori, diceva esattamente: "l'Ispettore Angelo ritornava velocemente al corpo di guardia e prendeva uno dei due estintori che l si trovano".

MARINO A.:      allora erano quattro estintori in tutto, quattro o cinque avevo detto. Per io adesso non ricordo se erano...

P.M.:           no se lo ricorda, se non lo ricorda no.

MARINO A.:      no guardi...

P.M.:           va bene.

MARINO A.:      cercher di essere pi preciso possibile.

P.M.:           va bene ispettore, andiamo avanti. Va beh comunque non ricorda quindi quanti ce n'erano dal suo lato? Non se lo ricorda.

MARINO A.:      sono stati adoperati quattro o cinque estintori s, per diciamo in quei minuti ovvio che se ci sono estintori lato Carabinieri noi, perch si cercato di spegnere le fiamme con tutti i mezzi, addirittura anche con i cartoni dell'acqua minerale, questa qua una cosa che credo che stata pure accertata.

P.M.:           senta ispettore torniamo un attimo al momento dico in cui succedono questi fatti, lei dice: "allora io chiamo la centrale" e poi lei ha detto: "vado anch'io verso la porta" e sul lato esterno qualcuno andato?

MARINO A.:      allora s, questo lo voglio precisare, sul lato esterno sono andato io assieme ad un gruppo, due, tre credo dei colleghi che erano di servizio, il turno 00.00/07.00, e con l'intenzione di aprire la porta esterna e fare uscire loro. Per   quella sera non era, era una serata che diciamo c'era vento in quella sera, quindi quel venticello che entrava sul lato, sulla verandina, non faceva altro che un vortice di quella fiammata, di quei materassi che bruciavano dietro la porta, perch loro avevano barrato la porta con dei materassi, quindi quella fiamma ritornava nuovamente, a parte quello che usciva da quel lucernario della porta, ritornava nuovamente attraverso, del lato della veranda, quindi era impossibile.

P.M.:           verso...?

MARINO A.:      s faceva il vortice.

P.M.:           ho capito.

MARINO A.:      quindi stato impossibile, io ho cercato pi di una volta per cercare di aprire, per loro spingevano, lanciavano i letti contro questa cancellata che da sulla balconata. Quindi non appena noi cercavamo di avvicinarci, oltre quel calore che fuoriusciva da quella cancellata, era impossibile. Abbiamo tentato ma non...

P.M.:           lei non riuscito proprio ad aprire il lucchetto?

MARINO A.:      s.

P.M.:           era un lucchetto o delle chiavi di serratura?

MARINO A.:      allora dunque la cancellata era chiusa a chiave, poi era assicurata con un altro lucchetto. Quindi le chiavi, il problema diciamo si posto perch le chiavi non erano tutte uguali, con una chiave aprivamo tutte le cancellate com' adesso, allora ogni lucchetto aveva la sua chiave, quindi al buio, andando via la luce.

P.M.:           se n' andata via la luce nel frattempo?

MARINO A.:      s, s subito andata via la luce? Diciamo quasi all'istante, quando si verificato l'incendio andata via la luce.

P.M.:           ho capito. Quindi lei ha detto: "ho cercato di accedere all'esterno", non riuscito nemmeno ad aprire?

MARINO A.:      no, non stato possibile, perch era impossibile prima ad avvicinarci a loro, per cercare di aprire la cancellata, ed impossibile completamente.

P.M.:           ho capito. Senta i soccorsi poi, arrivarono dei soccorsi?

MARINO A.:      e allora io nel frattempo ho richiamato nuovamente la sala operativa per sollecitare i soccorsi. Mandare pure ambulanze e altro personale, i soccorsi credo che siano passati cinque, sette minuti, questo di preciso, non posso essere preciso, in quanto l un minuto sembrava un'ora.

P.M.:           no, no va beh, comunque i soccorsi chi intende, chi arrivato?

MARINO A.:      i soccorsi Vigili del Fuoco s, le Volanti sono arrivate subito.

P.M.:           s le Volanti.

MARINO A.:      successivamente sono arrivati i Vigili del Fuoco, e anche qui hanno trovato un po' di difficolt per entrare con il loro mezzo all'interno del Serraino Vulpitta.

P.M.:           perch?

MARINO A.:      perch il mezzo non entrava, diciamo passava appena, appena dal cancello che accede al Serraino Vulpitta.

P.M.:           quindi poi entrato il mezzo o non entrato?

MARINO A.:      s il mezzo entrato. Io tengo a precisare un altro particolare. Che nel frattempo che l'Ispettore Angelo tentava sempre di sfondare quella porta interna, che forse era l'unica possibilit che avevamo, io ho sentito la sirena dei Vigili del Fuoco, sono sceso gi, perch purtroppo gli estintori non sono bastati, quelli che avevamo l. Ho aperto uno sportello, non so come chiamarlo, del mezzo dei Vigili del Fuoco e mi sono preso un estintore molto pi grande di quello che avevamo noi in dotazione l. Sono entrato, sono andato all'interno del corridoio, l'abbiamo adoperato quell'estintore, nel frattempo siamo riusciti a potere accedere all'interno di quella stanza.

P.M.:           cio avete sfondato la porta?

MARINO A.:      s, abbiamo sfondato la porta, qualcuno uscito con i suoi piedi, qualcuno lo abbiamo tirato noi dall'interno. Poi sinceramente il fumo era tanto che io non, capivo di non farcela pi e sono andato verso l'uscita, l mi sono accasciato con un forte dolore a terra, poi mi sono trovato sopra una Volante che mi portava in ospedale, poi non so pi niente.

P.M.:           ho capito. Senta ispettore, tornando un attimo al mezzo dei Vigili del Fuoco, lei ha detto che il mezzo aveva difficolt ad entrare.

MARINO A.:      s.

P.M.:           e poi alla fine entrato?

MARINO A.:      s.

P.M.:           ha impiegato del tempo quindi per entrare mi sembra di capire da quello che lei dice? No se cos?

MARINO A.:      qualche minuto.

P.M.:           lei dice: "era difficoltoso, per entrato, cio passava a stento".

MARINO A.:      s qualche minuto ha impiegato per entrare. Io sono salito con l'estintore sopra e successivamente sono saliti i Vigili del Fuoco.

P.M.:           ho capito. Ma i Vigili del Fuoco sono saliti come?

MARINO A.:      sono saliti dalla scala, con altri estintori.

P.M.:           cio dall'interno?

MARINO A.:      dall'interno s, s; per quando siamo saliti noi gi noi avevamo...

P.M.:           non sono arrivati con gli idranti?

MARINO A.:      stato usato dopo l'idrante.

P.M.:           perch dopo?

MARINO A.:      cio loto erano gi tutti fuori, quelle persone che noi diciamo, ci siamo accorti che erano all'interno, era gi tutti fuori, quindi successivamente il fuoco che era rimasto all'interno, poi stato spento dai Vigili del Fuoco.

P.M.:           quindi scusi quando i Vigili arrivano, voi gi avevate sfondato la porta ed erano gi usciti tutti?

MARINO A.:      s.

P.M.:           ma erano usciti tutti?

MARINO A.:      tutti ad eccezione qui tre, che purtroppo il fumo, il calore, noi che non, non li abbiamo visti, perch diversamente, non lo so pu darsi...

P.M.:           quindi in quel momento noi non potevate, dico quando sono arrivati i Vigili nessuno poteva sapere se c'erano ancora persone dentro o meno?

MARINO A.:      no, no.

P.M.:           per i vigili salgono dalle scale e dal corridoio normale?

MARINO A.:      dal corridoio, poi con le maschere vanno all'interno e spengono diciamo quelle fiamme che sono rimaste.

P.M.:           ma senta questo con gli idranti o con gli estintori?

MARINO A.:      credo con l'idrante stato fatto questo.

P.M.:           con l'idrante dall'interno, stato passato l'idrante?

MARINO A.:      s, non posso essere preciso ripeto, perch l'ultima persona che noi abbiamo tirato fuori, poi addirittura io mi ricordo che l'ho lasciata sul corridoio per terra e sono corso verso l'uscita, diversamente...

P.M.:           si stava sentendo male?

MARINO A.:      no e cadevo pure io l.

P.M.:           certo. Ma si ricorda se i Vigili fecero accesso anche dall'esterno? Cio sono riusciti a fare accesso anche dall'esterno, dal lato del ballatoio, veranda? Se lo ricorda, se l'ha visto, se lo sa?

MARINO A.:      guardi io non posso dire se avvenuto dopo questo non lo so, per penso di no.

P.M.:           penso di no. Un'ultima cosa ispettore, lei ha detto che ha lavorato al Serraino Vulpitta sin dall'inizio della sua apertura?

MARINO A.:      s.

P.M.:           ha mai stazionato all'esterno del centro qualche mezzo di emergenza?

MARINO A.:      allora inizialmente c'era un mezzo dei Vigili del Fuoco che stazionava all'esterno, credo in occasione di alcuni disordini verificatesi inizialmente al centro.

P.M.:           dico stazionava per quanto tempo lei l'ha visto? Cio parliamo di ore, giorni, settimane?

MARINO A.:      credo un mesetto.

P.M.:           per un mesetto.

MARINO A.:      credo un mesetto.

P.M.:           questo cos'era un mezzo?

MARINO A.:      s un camion, un autobotte dei Vigili del Fuoco.

P.M.:           quindi soltanto per questo periodo, invece quando questo fatto successo il mezzo non c'era pi?

MARINO A.:      no.

P.M.:           va bene, non ho altre domande Presidente.

PRESIDENTE:     parte civile?

AVV. BISAGNA:   s, mi consente di rimanere seduto?

PRESIDENTE:     s.

AVV. BISAGNA:   grazie. S Avvocato Bisagna per la parte civile, buonasera ispettore.

MARINO A.:      buonasera avvocato.

AVV. BISAGNA:   volevo tornare di nuovo, scusi se la tedio, torniamo un attimo al momento della fuga di mezzanotte.

MARINO A.:      s.

AVV. BISAGNA:   mi pare di avere capito che avvenuta intorno a mezzanotte questa fuga, pu ripetere quali erano i funzionari intervenuti ha detto? Il Dottor Cuciti?

MARINO A.:      allora il Dottor Cuciti, la Dottoressa D'Arpa credo che si chiama, adesso non c' pi in Questura, funzionario di turno.

AVV. BISAGNA:   s.

MARINO A.:      il Dottore Pampillonia.

AVV. BISAGNA:   va bene.

MARINO A.:      e l'Ispettore Biagio Delio, Ispettore Superiore Biagio Delio.

AVV. BISAGNA:   sono stati loro che hanno dato le disposizioni immediate per l'azione ?

MARINO A.:      questo io non l'ho detto, non lo posso dire, pu essere pi preciso l'Ispettore Angelo per questo. Perch ripeto non che, io ero l in ausilio, non che era il turno mio.

AVV. BISAGNA:   cio lei non sa se hanno dato disposizione questi funzionari su come comportarsi?

MARINO A.:      ovviamente erano presenti.

AVV. BISAGNA:   erano presenti?

MARINO A.:      erano presenti, questo lo posso confermare.

AVV. BISAGNA:   hanno dato disposizione?

MARINO A.:      disposizione, non lo posso dire io questo qua, perch a me non mi hanno dato alcuna disposizione.

AVV. BISAGNA:   ah a lei non hanno dato disposizione!

MARINO A.:      quindi...

AVV. BISAGNA:   allora torniamo un attimo a questo, ha detto che sono stati messi nelle stanze, in quante stanze sono stati messi gli stranieri dopo la fuga?

MARINO A.:      in tre stanze.

AVV. BISAGNA:   in tre stanze. Quanti erano per stanza?

MARINO A.:      ma dieci, dodici per ogni stanza.

AVV. BISAGNA:   dieci, dodici per ogni stanza.

MARINO A.:      in quella centrale ce n'erano dodici.

AVV. BISAGNA:   ed erano tutti ospiti del centro in quel momento?

MARINO A.:      s.

AVV. BISAGNA:   perfetto. La capienza abituale di queste stanze quanto ?

MARINO A.:      allora anche qui non posso essere preciso, perch...

AVV. BISAGNA:   quanti letti ci sono?

MARINO A.:      cinque, sei, sette.

AVV. BISAGNA:   va bene.

MARINO A.:      non possiamo essere precisi, perch inizialmente il centro conteneva che so centosettanta, centottanta persone all'interno del centro inizialmente.

AVV. BISAGNA:   s.

MARINO A.:      quindi io non che sono un tecnico che stabilisco.

AVV. BISAGNA:   no, no.

MARINO A.:      poi non si poteva precisare in quanto tra di loro, magari quello aveva l'amico, quell'altro, allora cambiavano di letto e si spostavano.

AVV. BISAGNA:   voi comunque non avevate disposizioni su un quantitativo minimo di persone da tenere?

MARINO A.:      no, no.

AVV. BISAGNA:   c'erano disposizioni a riguardo?

MARINO A.:      no, no, cio i letti che andavano, erano letti a castello.

AVV. BISAGNA:   quelli che c'entravano letti?

MARINO A.:      i letti a castello.

AVV. BISAGNA:   s.

MARINO A.:      circa sette, otto, dieci, questi, in base alla grandezza della stanza.

AVV. BISAGNA:   lei non sa se le disposizioni erano di fare restare per tutta la notte in quelle tre stanze provvisorie, o provvisoriamente?

MARINO A.:      no, questo in attesa che si ripristinavano i luoghi, perch era impossibile far sostare l l'extracomunitari. Purtroppo altri locali non ce n'erano, quindi era forse l'unico modo per poterli...

AVV. BISAGNA:   ho capito. Le altre stanze erano bloccate da una sbarra?

MARINO A.:      questa una bella domanda a cui io non so rispondere, perch io non ero di turno, io mi sono trovato l per caso.

AVV. BISAGNA:   no io dico come ricordo visivo.

MARINO A.:      credo di s per.

AVV. BISAGNA:   ho capito. Si ricorda i materassi com'erano, di che materiale erano?

MARINO A.:      s era un materiale spugnoso.

AVV. BISAGNA:   avevano federa?

MARINO A.:      s.

AVV. BISAGNA:   ne sicuro?

MARINO A.:      per le federe non venivano, perch loro avevano l'abitudine che li strappavano, ne facevano corde per potere favorire la fuga eccetera, eccetera. Quindi quella sera non posso essere certo se avevano tutti le federe o meno.

AVV. BISAGNA:   un'altra cosa, andiamo agli estintori, quindi lei sicuro di ricordare che c'erano quattro estintori?

MARINO A.:      quattro estintori.

AVV. BISAGNA:   perch dico sempre per sollecitare la memoria, sempre nel verbale citato dal Pubblico Ministero, in un'altra parte lei ha precisato, in un'altra domanda del Pubblico Ministero Dottoressa Macchiusi, verbale del 12 aprile 2000, lei ha detto: "la dotazione antincendio del centro consisteva per quanto ci riguarda in due piccoli estintori posti nel corpo di guardia"

MARINO A.:      s, due e due erano, quattro estintori erano in tutto. Allora all'ingresso sono stati usati quattro estintori. Ovviamente due venivano posizionati nel lato Carabinieri, e due venivano posizionati sul lato nostro. Quindi io mi ricordo di quattro estintori usati, solo questo.

AVV. BISAGNA:   s.

MARINO A.:      sono stati usati questi quattro estintori e in pi diciamo quei cartoni di acqua, quelli disponibili per loro, quella da bere, acqua minerale per loro.

AVV. BISAGNA:   c'era un responsabile individuato per la sicurezza antincendio nel luogo?

MARINO A.:      questa una domanda che, no.

AVV. BISAGNA:   non c'era?

MARINO A.:      no. Noi abbiamo fatto i corsi antincendio successivamente.

AVV. BISAGNA:   quindi precedentemente c'erano state delle consegne specifiche antincendio, sulla normativa antincendio?

MARINO A.:      no.

AVV. BISAGNA:   non c'era niente?

MARINO A.:      no.

AVV. BISAGNA:   avevate consegne in relazione alla emergenza incendio?

MARINO A.:      no.

AVV. BISAGNA:   venuto qualche organo diverso dalla Polizia di Stato a effettuare delle ispezioni sulla sicurezza antincendio? Cio ovviamente quando lei prestava servizio.

MARINO A.:      in mia presenza no.

AVV. BISAGNA:   un'ultima cosa, arrivata prima l'ambulanza o i Vigili del Fuoco?

MARINO A.:      e allora prima sono arrivate le Volanti, successivamente, credo che contemporaneamente ambulanze e Vigili del Fuoco sono arrivate. Poi io non posso essere preciso su questo, perch ovviamente stavo sopra a dare soccorso.

AVV. BISAGNA:   va bene, no per sollecitare la memoria, sempre il verbale citato, lei ha detto che era arrivata prima l'ambulanza, potrebbe essere quindi?

MARINO A.:      probabile.

AVV. BISAGNA:   va bene.

MARINO A.:      perch a noi interessava dare soccorso a loro, non a vedere....

AVV. BISAGNA:   un'ultima cosa, la Dottoressa Loredana D'Arpa che diciamo stata la sua interlocutrice immagino alla sala operativa?

MARINO A.:      s.

AVV. BISAGNA:   sa dove presta servizio attualmente?

MARINO A.:      no.

AVV. BISAGNA:   grazie.

MARINO A.:      so che stata trasferita da Trapani, per non so dove.

AVV. BISAGNA:   va bene, grazie.

PRESIDENTE:     avvocato?

AVV. ARNONE:    nessuna domanda da parte del responsabile civile.

PRESIDENTE:     avvocato?

AV.CRESCIMANNO: grazie Presidente. Ispettore lei ha detto di essere stato in servizio al Serraino Vulpitta fin dall'inizio della adibizione di parte dello stesso al centro di accoglienza?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: temporalmente per quanto tempo prima del 29 dicembre, 28, 29 dicembre '99, cio quando fu inaugurato il Serraino Vulpitta?

MARINO A.:      allora dall'inaugurazione.

AV.CRESCIMANNO: s, e ricorda quanto tempo prima?

MARINO A.:      credo nel '98...

AV.CRESCIMANNO: parli al microfono, altrimenti non rimane nulla.

MARINO A.:      credo che nel '98 se non ricordo male.

AV.CRESCIMANNO: va bene, per quello che ricorda.

MARINO A.:      s proprio dall'apertura.

AV.CRESCIMANNO: nel corso del periodo di sua permanenza, ci sono stati altri episodi di tentativo di fuga o fuga di ospiti del Serraino Vulpitta?

MARINO A.:      allora disordine s, e credo tentativi di fuga pure, per non con il mio turno, io dovendo fare i turni, non che ero sempre presente l.

AV.CRESCIMANNO: certo.

PRESIDENTE:     per credo che ci siano stati, non posso essere anche in questo preciso.

AV.CRESCIMANNO: quindi non sa se mai qualcuno fuggito, o se ci sono stati altri episodi di ferimenti?

MARINO A.:      disordine s, questi ci sono stati, inizialmente erano frequenti questi disordini.

AV.CRESCIMANNO: andiamo direttamente a quello che pi ci interessa. Lei ha detto di essere stato capo turno credo 19.00/24.00, 24.00 sono sicuro, non ricordo se disse 19.00/24.00.

MARINO A.:      s 19.00/24.00.

AV.CRESCIMANNO: e di avere avuto, di avere coordinato o comandato, come pi giusto dire.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: otto Poliziotti e cinque Carabinieri?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: nel turno successivo, quello 00.00/08.00, anche qui se non ricordo male, s 00.00/08.00, lei ricorda quanti Poliziotti e quanti Carabinieri ci fossero?

MARINO A.:      allora i turni diciamo di si basavano sempre su questi numeri, otto pi cinque, poi variava, ma poteva variare di una unit, questo di qua. Solamente che le disposizioni, credo che stata forse rafforzata la presenza del personale, dando nota alle Volanti di effettuare saltuarie puntate, vigilanza, diciamo sempre esterna. E comunque questo qua pu chiedere lei all'Ispettore Angelo successivamente.

AV.CRESCIMANNO: benissimo. S per le chiedo per quello che lei ricorda, poi appunto a questa differenza di posizione, e cio lei si trattiene, o l'Ispettore Angelo viceversa assume il comando.

MARINO A.:      s, s, e mezzanotte s.

AV.CRESCIMANNO: ma questo comunque chiaro in ogni caso evidentemente. Quando avvengo i disordini lei ha fatto gi pi volte riferimento ad alcuni funzionari che vengono al Serraino Vulpitta. Mi pare di avere capito tre funzionario e un ispettore capo?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: costoro arrivano soli o con loro arrivano uomini, e cio Poliziotti? Perch sono tutti funzionari di Polizia, quindi eventualmente Poliziotti?

MARINO A.:      allora quando ci sono stati questi disordini, con loro, era personale della Volante, tutto personale disponibile.

AV.CRESCIMANNO: ricorda grosso modo quanti Poliziotti si sono raccolti pi degli otto, sette, otto?

MARINO A.:      questo un altro particolare, posso dire che quando ci sono stati i disordini, inizialmente anche personale del Reparto Mobile che stazionava in albergo, loro liberi dal servizio, quindi tutto il personale si poteva reperire.

AV.CRESCIMANNO: s, io dico in concreto quella sera?

MARINO A.:      quella sera s.

AV.CRESCIMANNO: quando ci sono stati i disordini dice inizialmente, intende riferirsi ad altri episodi o a questo episodio?

MARINO A.:      no, no a questo episodio.

AV.CRESCIMANNO: siete intervenuti...

MARINO A.:      io mi riferisco alla fuga.

AV.CRESCIMANNO: s parliamo della fuga delle 12.00 e qualcosa.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: di mezzanotte e qualcosa per meglio dire. Quindi intervenuto anche il Reparto Mobile?

MARINO A.:      s personale del Reparto Mobile.

AV.CRESCIMANNO: ricorda grosso modo cinque agenti, venti agenti, cinquanta agenti, grosso modo?

MARINO A.:      sono momenti...

AV.CRESCIMANNO: s certo, per carit.

MARINO A.:      noi non possiamo...

AV.CRESCIMANNO: non stato a contarli, questo ci credo perfettamente, ma dico grossomodo erano pochi, erano molti?

MARINO A.:      so che erano parecchie.

AV.CRESCIMANNO: erano parecchie.

MARINO A.:      tutto il personale libero, a servizio, le Volanti del Pronto Intervento sono arrivati l sul posto. Poi ognuno aveva compiti ben diversi.

AV.CRESCIMANNO: certo.

MARINO A.:      da chi era responsabile del turno.

AV.CRESCIMANNO: e costoro hanno partecipato a ristabilire l'ordine?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: che lei ricordi quanto tempo c' voluto partendo da mezzanotte e dieci?

MARINO A.:      ma credo un paio d'ore, perch non tutti i fuggitivi sono stati presi subito, qualcuno stato preso successivamente fuori dalla Volante, qualcuno durante la fuga si fatto male, allora stato accompagnato da altro personale, si prestato soccorso a questi che si sono, quindi non posso essere preciso su questi particolari.

AV.CRESCIMANNO: no, ma no preciso, per carit, grosso modo lei dice un paio d'ore?

MARINO A.:      ma credo che sia un paio d'ore.

AV.CRESCIMANNO: chiaro, chiaro che indicazione orarie precise non gliene chiedo neanche...

MARINO A.:      non...

AV.CRESCIMANNO: perch ovvio che non ne pu avere...

MARINO A.:      non lo guardo mai l'orologio in questi casi.

AV.CRESCIMANNO: non li pu avere registrate, ci mancherebbe. Quando si ristabilito l'ordine, che sia stato due ore, un'ora e tre quarti, due ore e un quarto, due ore e mezzo, ha poca importanza. Quando si ristabilito l'ordine, tutto il personale che non fosse quello in servizio stabile al Serraino Vulpitta andato via? Cio personale delle Volanti, personale del Battaglione Mobile, del Reparto Mobile? Una volta si chiamava Battaglione, io sono vecchio e quindi lo chiamo Battaglione.

MARINO A.:      Reparto Mobile.

AV.CRESCIMANNO: del Reparto Mobile, i Carabinieri ne sono arrivati? Scusi questo non gliel'avevo chiesto poc'anzi, Carabinieri ne sono arrivati durante i disordini?

MARINO A.:      allora i Carabinieri sono arrivati quelli che erano all'altro settore, in ausilio durante i disordini; per ovviamente non si sono, io non che potevo lasciare il posto di lavoro scoperto, qualcuno di loro...

AV.CRESCIMANNO: lei parla dei cinque Carabinieri o quelli che erano?

MARINO A.:      s, dei cinque Carabinieri, questi di qua.

AV.CRESCIMANNO: s, non sono arrivati altri Carabinieri?

MARINO A.:      che io ricordo no.

AV.CRESCIMANNO: che lei ricordi no.

MARINO A.:      che io ricordo no.

AV.CRESCIMANNO: oh! Quando si ristabilito l'ordine, ritorno alla domanda di poc'anzi.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: quando si ristabilito l'ordine, il personale delle Volanti, il personale del Reparto Mobile, andato tutto via o no?

MARINO A.:      non posso mettere la mano sul fuoco, ma penso di s, penso.

AV.CRESCIMANNO: andiamoci da un altro lato, vediamo se la memoria, la memoria quella che , non c' fare ispettore. Quando scoppiato l'incendio.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: lei ricorda se oltre agli otto poliziotti, li chiamo otto per intenderci sul concetto, se fossero sette o nove cambia poco. Gli otto Poliziotti erano presenti soltanto loro, o c'era ancora personale delle Volanti?

MARINO A.:      no solo il personale in servizio.

AV.CRESCIMANNO: solo il personale di servizio?

MARINO A.:      solo il personale di servizio.

AV.CRESCIMANNO: quindi a quel punto sicuramente Volanti del Reparto Mobile avevano ripreso le loro posizioni?

MARINO A.:      normale servizio.

AV.CRESCIMANNO: perfettamente.

MARINO A.:      soltanto il personale in servizio e io che ero rimasto soltanto per dare...

AV.CRESCIMANNO: le consegne.

MARINO A.:      consegne, diciamo per fare la relazione di quello che era successo durante la fuga, e cercare di dare una mano pure all'Ispettore Angelo.

AV.CRESCIMANNO: va bene. Torniamo all'episodio che ovviamente no pi ci interessa, l'unico che ci interessa. Lei , ha gi chiarito su domanda del Pubblico Ministero cosa intende per avere sentito una fiammata.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: la sua espressione stata che alle due e mezza, le 3.00 lei ha sentito una fiammata, vuole essere se pu pi preciso, cosa ha sentito?

MARINO A.:      ho gi precisato prima, non uno scoppio, una fiammata, come se, un fruscio.

AV.CRESCIMANNO: va bene.

MARINO A.:      non uno scoppio comunque.

AV.CRESCIMANNO: cerco di immaginare. Le chiedo scusa, ma siccome sto lavorando sostanzialmente a braccio, faccio un altro piccolo passo indietro, lei ha descritto grossomodo lo stato dei luoghi.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: pu dirmi e pu dire al Tribunale rispetto al corridoio interno, anzi questo corridoio interno aveva stanze su un lato e sull'altro, o tutte su un unico lato?

MARINO A.:      allora le stanze sono tutte su unico lato.

AV.CRESCIMANNO: su unico lato. Entrando sul lato destro, sul lato sinistro nel primo corridoio dove successo il fatto...

MARINO A.:      s dove successo il fatto, l solamente una stanza che accede all'ex infermeria, da dove venuta la fuga.

AV.CRESCIMANNO: e questa era stata chiusa al momento del fatto?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: non c'erano extracomunitari in questa stanza?

MARINO A.:      no, no.

AV.CRESCIMANNO: perfetto. Questa ovviamente sul lato sinistro si trovano i bagni.

MARINO A.:      i servizi igienici.

AV.CRESCIMANNO: comunque le stanze dov'erano ristretti gli extracomunitari erano tutti sul lato destro del corridoio?

MARINO A.:      s intanto sul lato destro...

AV.CRESCIMANNO: provenendo dalla scala se ben capisco?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: allora la stanza dove si trovava lei e l'Ispettore Angelo, rispetto alla stanza 3, se ben capisco...

MARINO A.:      s, sul lato sinistro.

AV.CRESCIMANNO: la stanza sul lato sinistro?

MARINO A.:      all'esterno del corridoio.

AV.CRESCIMANNO: la stanza 3 all'interno e questa all'esterno?

MARINO A.:      la stanza dove siamo noi, adibita ad ufficio, dove eravamo noi.

AV.CRESCIMANNO: s.

MARINO A.:      all'esterno del corridoio, perch inizia con un ingresso, poi successivamente c' la cancellata e inizia con il corridoio successivamente.

AV.CRESCIMANNO: s.

MARINO A.:      quindi la stanza nostra sul lato sinistro prima della cancellata.

AV.CRESCIMANNO: benissimo. Mentre la stanza 3 sul lato destro?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: ho capito bene! Tra la stanza dove si trovavano loro, e la stanza 3, sono una di rimpetto all'altra, oppure che distanza c' tra l'una e l'altra?

MARINO A.:      allora saranno un dieci metri nemmeno.

AV.CRESCIMANNO: cio la stanza dove eravate voi prima o dopo alla stanza 3?

MARINO A.:      no la stanza dove eravamo noi...

AV.CRESCIMANNO: sempre percorrendo il corridoio?

MARINO A.:      la stanza dove eravamo noi proprio all'ingresso, salendo le scale a secondo piano.

AV.CRESCIMANNO: subito a sinistra?

MARINO A.:      entrando a sinistra.

AV.CRESCIMANNO: perfetto.

MARINO A.:      quindi la stanza dove avvenuto il fatto sar dalla stanza nostra un dieci metri, non pi di tanto.

AV.CRESCIMANNO: va bene, quindi sono due stanze.

MARINO A.:      non di rimpetto, per...

AV.CRESCIMANNO: benissimo, credo che sia chiaro a questo punto, almeno io riesco ad immaginarlo a questo punto. Quando lei ha sentito questo sibilo o qualcosa del genere...

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: che le ha richiamato la sensazione del fuoco che parte, per usare un termine molto poco proprio, ma non ha importanza, ci capiamo, io le chiedo di dire esattamente che cosa ha fatto.

MARINO A.:      allora da quella fiammata che abbiamo sentito, quella fiammata stata seguita dalla richiesta, cio dalla segnalazione di quella fiammella che fuoriusciva dalla porta, dai colleghi che erano di vigilanza l proprio all'ingresso, che avevamo come visibilit tutto il corridoio. In quel momento l'Ispettore Angelo si precipitato...

AV.CRESCIMANNO: all'Ispettore Angelo ci arriviamo dopo.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: lei cosa ha fatto?

MARINO A.:      s...

AV.CRESCIMANNO: perch altrimenti incrociamo due strade e poi...

MARINO A.:      l'ho detto gi prima, ho preso il telefono e ho chiamato subito la sala operativa, non ho visto nemmeno di che gravit poteva essere.

AV.CRESCIMANNO: benissimo, quindi lei ha chiamato senza ancora aver visto nulla?

MARINO A.:      s subito.

AV.CRESCIMANNO: sulla segnalazione?

MARINO A.:      dei colleghi.

AV.CRESCIMANNO: dei Poliziotti che hanno parlato di questo incendio?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e dopo avere allertato la sala operativa?

MARINO A.:      successivamente sono andato in ausilio all'Ispettore Angelo che gi era entrato all'interno, era all'interno del corridoio, cercando con l'estintore di potere fare qualcosa, ma dall'esterno si poteva fare ben poco.

AV.CRESCIMANNO: quindi dall'esterno, cio dal corridoio?

MARINO A.:      dal corridoio.

AV.CRESCIMANNO: esterno in questo senso?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: dal corridoio. Per la precisione, prima di proseguire, gli Agenti che vennero ad avvertirvi che era scoppiato un incendio, lei ricorda cosa dissero esattamente?

MARINO A.:      cio loro hanno segnalato la presenza di una fiammella e del fumo, soltanto questo.

AV.CRESCIMANNO: va bene. Potremmo verificarlo rispetto a ci che lei ha detto a suo tempo, per eventualmente sollecitarle la memoria, quindi parlarono di fumo?

MARINO A.:      s, di fumo, fiammella, parlarono di questo comunque.

AV.CRESCIMANNO: va bene, il pi non nuoce sicuramente. Lei ricorda se gli otto uomini, che grossomodo costituivano anche il nucleo dopo la mezzanotte.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: abbiamo detto uno pi, uno meno. Ma insomma gli otto uomini erano stati, si trovavano tutti nel corridoio o erano stati divisi in pi gruppi?

MARINO A.:      no, allora noi adoperiamo un sistema quando avvengono i cambi di turno. Ci atteniamo alle disposizioni di cui specificate nell'ordinanza del Signor Questore. Quindi quella sera il personale era con me smontante, io li avevo predisposti, dunque due sulla veranda, due all'ingresso che guardava l'ingresso del corridoio, quindi quello montante ha dato il cambio a queste persone, diciamo sia sulla veranda, sulla verandina che sul corridoio.

AV.CRESCIMANNO: s.

MARINO A.:      sull'ingresso. Quindi sicuramente, ovviamente poi su questo potr essere pi preciso l'Ispettore Angelo.

AV.CRESCIMANNO: benissimo, ma normalmente la vostra presenza era...

MARINO A.:      io non posso...

AV.CRESCIMANNO: s poi questo lo chiederemo meglio all'Ispettore Angelo.

MARINO A.:      non posso...

AV.CRESCIMANNO: nessun problema, mi pare chiaro. Dico comunque lo schema di servizio, che del resto proveniva da un provvedimento del Questore se ho ben capito...

MARINO A.:      s noi ci atteniamo scrupolosamente a quelle che sono le disposizioni, se no...

AV.CRESCIMANNO: dico lo schema del servizio prevedeva la presenza contemporanea sia nel corridoio che nella veranda?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: di personale della Polizia di Stato. Benissimo allora lei ha dato l'allarma, torniamo, ritorniamo a dove io mi ero fermato per fare un piccolo passo indietro. Ha dato l'allarme con il telefono se ho ben capito diretto?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: dopodich ha detto che andato sulla veranda o ho capito male io?

MARINO A.:      no sono andato all'interno all'interno del corridoio principale.

AV.CRESCIMANNO: nel corridoio.

MARINO A.:      per devo precisare una cosa, perch solitamente l'ordine di servizio prevede questo, per ci possono essere delle disposizioni date dall'Ispettore Capo turno, magari che pu spostare il personale di servizio, allora ritiene opportuno metterlo dove ritiene favorevole lui, questo qua pu avvenire in base all'esigenza.

AV.CRESCIMANNO: comunque dico, lei andato con l'Ispettore Angelo, ha raggiunto per meglio dire?

MARINO A.:      ho raggiunto l'Ispettore Angelo.

AV.CRESCIMANNO: ha raggiunto l'Ispettore Angelo nel corridoio?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: quale ricordo ha dello stato dei luoghi quando arrivato sul corridoio?

MARINO A.:      allora io appena entrato nel corridoio mi sono trovato davanti diciamo quella fiamma che usciva nella parte soprastante della porta.

AV.CRESCIMANNO: s.

MARINO A.:      quel fumo nero, andata via la luce, e noi avevamo solamente quella luce del fuoco che potevamo lavorare, che potevamo cercare di sfondare la porta. E quindi questo.

AV.CRESCIMANNO: insieme all'Ispettore Angelo lei ricorda se c'erano altri Poliziotti, l nel corridoio quando lei arrivato?

MARINO A.:      inizialmente s, s.

AV.CRESCIMANNO: ricorda uno, due, tre?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: se lo ricorda.

MARINO A.:      qualcuno che portava l'estintore addirittura, andato a prendere l'estintore dall'altra parte, lato Carabinieri, qualcuno s, comunque c'era.

AV.CRESCIMANNO: c'era qualche altro poliziotto?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: lo stato della porta in quel momento, la porta era chiusa se non ho mal capito?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: che lei sappia non era chiusa a chiave?

MARINO A.:      che io sappia no.

AV.CRESCIMANNO: ma chi le aveva chiuse queste stanze?

PRESIDENTE:     parliamo di quella interna, quella che da sul corridoio?

AV.CRESCIMANNO: s, s per ora siamo sul corridoio, Presidente chiedo scusa se ogni tanto ometto.

PRESIDENTE:     no, no.

AV.CRESCIMANNO: ma sono collocato sul corridoio.

MARINO A.:      io non posso rispondere su questo, su questa domanda non posso rispondere, non posso rispondere perch non sono in grado di rispondere.

AV.CRESCIMANNO: cio lei non ha partecipato alla segregazione nelle tre stanze degli extra comunitari?

MARINO A.:      non parliamo di segregazione, perch sembra una parola un po'...

AV.CRESCIMANNO: ma guardi segregazione, se li chiudiamo con una sbarra, sempre segregazione , cio non sono liberi di uscire, quindi sono segregati.

MARINO A.:      lo so, tenga presente sia per l'incolumit nostra, e anche per il loro bene.

AV.CRESCIMANNO: non sto dando giudizi di valore ispettore, assolutamente no.

MARINO A.:      lo so.

AV.CRESCIMANNO: se dovessi dare, ispettore se dovessi dare giudizi di valore li darei chiari, non attraverso...

MARINO A.:      va bene.

AV.CRESCIMANNO: dico erano chiusi? Ecco lasciamo stare la segregazione.

MARINO A.:      comunque non ero presente.

AV.CRESCIMANNO: non era presente. Quindi lei non sa chi li ha chiusi in quella stanza?

MARINO A.:      no.

AV.CRESCIMANNO: quindi se sia stata girata una chiave o meno lei non lo sa?

MARINO A.:      la sbarra io me ne sono accorto, perch intanto l ho visto che c'era la barra, quindi me ne sono accorto.

AV.CRESCIMANNO: scusi la barra, prima di andare avanti...

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: lei in grado di dire su cosa poggiava? Perch poc'anzi si parlato di perni.

MARINO A.:      s, diciamo su due ferri che sono collocati nel muro lateralmente della porta, poggiava l.

AV.CRESCIMANNO: poggiava?

MARINO A.:      ed era assicurata.

AV.CRESCIMANNO: una sbarra con due chiodi?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: all'estremit?

MARINO A.:      s all'estremit diciamo.

AV.CRESCIMANNO: che si inseriscono su questi ferri murato.

MARINO A.:      che si inseriva i due ferri l.

AV.CRESCIMANNO: esatto, e poi assicurata come?

MARINO A.:      assicurata con un lucchetto, perch loro attraverso...

AV.CRESCIMANNO: un lucchetto posto dove?

MARINO A.:      dunque all'estremit della barra sono stati fatti dei buchi.

AV.CRESCIMANNO: cio questi chiodi?

MARINO A.:      s all'estremit.

AV.CRESCIMANNO: questi chiodi che entrano il foro?

MARINO A.:      s esatto. Assicurata con un lucchetto, e che facilmente questa di qua, dall'interno, siccome la porta era, nella porta come dire? Era un tipo di porta con un foro rotondo sopra. Porte antiche diciamo.

AV.CRESCIMANNO: antiche.

MARINO A.:      quindi dall'interno si poteva alzare la sbarra.

AV.CRESCIMANNO: la sbarra. Allora se capisco bene...

MARINO A.:      per si poteva alzare, ma prima dell'incendio, ma dopo l'incendio non si poteva pi alzare.

AV.CRESCIMANNO: ma dico ora ci arriviamo subito evidentemente.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: volevo essere sicuro, io l'avevo immaginata in un certo modo che molto simile a quello che lei adesso sta dicendo. Quindi questa sbarra con due chiodi all'estremit, che si innestano su due fori.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: barre di metallo murate esatto? Era fermata in tutti e due i chiodi con lucchetti?

MARINO A.:      io al momento che sono entrato l a dare ausilio all'Ispettore Angelo, la barra gi era stata tolta, quindi non posso dire che era, direi una bugia.

AV.CRESCIMANNO: quando lei arrivato l?

MARINO A.:      la barra era stata gi tolta, per ho notato tracce di un lucchetto l a terra, ma non posso essere preciso su questo.

AV.CRESCIMANNO: lei sicuro che quando arrivato la barra era stata tolta?

MARINO A.:      s, diciamo per quello che io ho potuto vedere, perch io mi ricollego al fatto di prima, al momento che io sono entrato l, l dentro, andata via la luce, diciamo si vedeva soltanto con quella fiammella, per il fumo non permetteva di notare tutti questi particolari, ma credo che la barra sia stata tolta subito.

AV.CRESCIMANNO: lei poc'anzi, se io non ho capito male, ripeto tutto registrato, quando io poi l'ho interrotta per chiedergli di capire bene come fosse...

MARINO A.:      posso precisare che le chiavi le aveva in tasca custodite l'Ispettore Angelo, questo lo posso precisare.

AV.CRESCIMANNO: le chiavi di che cosa?

MARINO A.:      le chiavi di quel lucchetto che avevo parlato di prima.

AV.CRESCIMANNO: il lucchetto della barra?

MARINO A.:      della barra s.

AV.CRESCIMANNO: perfettamente.

MARINO A.:      li custodiva in tasca.

AV.CRESCIMANNO: se fosse due lei non lo ricorda?

MARINO A.:      no.

AV.CRESCIMANNO: ma lei in passato queste sbarre le aveva viste?

MARINO A.:      no, no.

AV.CRESCIMANNO: si ricorda com'erano...?

MARINO A.:      no, io le avevo viste, per non sono state mai adoperate perch non c'era stato motivo, bisogno insomma.

AV.CRESCIMANNO: allora le chiavi del lucchetto della sbarra li aveva in tasca l'Ispettore Angelo.

MARINO A.:      Angelo. Ho bisogno di controllare il cognome perch poi magari mi confondo.

AV.CRESCIMANNO: lei questo come lo sa?

MARINO A.:      allora lo so perch diciamo che lui era presente quando stata messa la barra, era presente lui e i funzionari, quindi le chiavi io non ce li avevo, e non erano nemmeno appese l. Poi queste chiavi, adesso io non ricordo il particolare, comunque credo che gli avr chiesto le chiavi dov'erano, un qualcosa del genere.

AV.CRESCIMANNO: ma lei perch le chiese le chiavi dov'erano se la sbarra era stata tolta?

MARINO A.:      io gliel'ho chiesto le chiavi, perch ovvio che anche se quelle persone dovevano andare in bagno, naturalmente dovevamo, una persona doveva sapere...

AV.CRESCIMANNO: ah quindi gliel'aveva chiesto prima?

MARINO A.:      s, prima gliel'ho chiesto, no gliel'ho chiesto dopo, sto facendo l un po' di confusione.

PRESIDENTE:     ispettore risponda solo se ricorda.

MARINO A.:      non posso essere preciso.

PRESIDENTE:     anche perch se lei quella sera era smontante...

MARINO A.:      non posso essere preciso su questo punto.

AV.CRESCIMANNO: io ho l'esigenza di capire.

PRESIDENTE:     l'abbiamo tutti, il problema ...

AV.CRESCIMANNO: lo so Presidente.

MARINO A.:      io vorrei, io s e loro no, ci mancherebbe, loro pi di me.

PRESIDENTE:     il problema vorremmo evitare che lui...

AV.CRESCIMANNO: perch ha il problema della responsabilit.

MARINO A.:      io vorrei rispondere, per ovviamente se non sono preciso.

AV.CRESCIMANNO: nessuna volont di creare difficolt a nessuno Presidente.

PRESIDENTE:     assolutamente.

AV.CRESCIMANNO: vediamo per quanto possibile di mettere ordine, nei limiti di ci che lei ricorda evidentemente. Quando lei fa le consegne all'Ispettore Angelo.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: avete fatto una sorta di sopralluogo?

MARINO A.:      io le consegne le ho fatte prima di succedere i disordini, quindi non che abbiamo fatto, ho detto: "vedi che stasera si sono comportati male", male nel senso che c' stata qualche lamentela, qualcuno in stato di agitazione, ho indicato un po' le persone chi potevano essere, per stare con gli occhi aperti, stare attento, solamente questo di qua, "cerca di sensibilizzare il personale".

AV.CRESCIMANNO: va bene.

MARINO A.:      queste sono le consegne.

AV.CRESCIMANNO: ancora prima degli episodi.

MARINO A.:      solo questo.

AV.CRESCIMANNO: perfetto, prima dei disordini questo?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: quindi prima del tentativo di fuga o della fuga per meglio dire?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: perch la fuga in qualche modo riesce.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: quando poi viene ristabilito l'ordine...

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e lei si porta di nuovo con l'Ispettore Angelo nella stanza a sinistra per intenderci.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: per fare la relazione di servizio se ho ben capito.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: su ci che avvenuto.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: lei dopo i disordini quindi, dopo che gli extracomunitari sono stati rinchiusi nelle tre stanze, ha avuto modo di vedere se queste stanze erano chiuse o no con la sbarra, o questa stanza? Quanto meno la stanza 3 che quella che ci interessa ovviamente.

MARINO A.:      no.

AV.CRESCIMANNO: e allora perch chiese all'Ispettore Angelo chi avesse le chiavi?

MARINO A.:      no guardi io, diciamo questa di qua stata una cosa che ho chiesto forse dopo. Adesso ho fatto un po' di confusione.

AV.CRESCIMANNO: cio dopo, dopo l'incendio?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: ma dopo l'incendio se la sbarra era stata tolta, a che servivano le chiavi?

MARINO A.:      diciamo una cosa che non posso rispondere con certezza.

AV.CRESCIMANNO: lei ricorda di avere chiesto delle chiavi, non ricorda...

MARINO A.:      io ricordo che le chiavi, io abbiamo una bacheca dove noi mettevamo tutte le chiavi.

AV.CRESCIMANNO: e dov' questa bacheca, in quale stanza ?

MARINO A.:      nella stanza adibita all'ufficio.

AV.CRESCIMANNO: cio quella dove vi trovavate con l'Ispettore Angelo?

MARINO A.:      s. Io ho preso le chiavi dall'esterno, dalla cancellata esterna per cercare di farla aprire. Per quelle chiavi, quelle chiavi l io ricordo che le chiavi non c'erano, quindi possiamo accedere soltanto noi ispettori o diciamo il personale in caso di bisogno. Quindi per questo diciamo ho detto questo.

AV.CRESCIMANNO: scusi questo non l'ho capito, non credo che abbia importanza, ma vorrei capirlo. Lei quando, per lo meno glielo domando.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: lei quand' che ha preso le chiavi dalla bacheca dell'ufficio?

MARINO A.:      allora io ho preso le chiavi della veranda.

AV.CRESCIMANNO: del cancello della veranda.

MARINO A.:      della cancellata esterna della veranda. Ho preso nel corso dell'incendio parlo io.

AV.CRESCIMANNO: nel corso dell'incendio, va bene.

MARINO A.:      nel corso dell'incendio, per cercare di andare nella parte esterna, per potere aprire, per cercare aprire.

AV.CRESCIMANNO: e questo logicissimo evidentemente.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e lei a quel punto le ha viste le chiavi delle sbarre interne nella bacheca o no?

MARINO A.:      no, non li ho viste.

AV.CRESCIMANNO: non li ha viste?

MARINO A.:      no.

AV.CRESCIMANNO: quindi dopo questo fatto che chiede all'Ispettore Angelo?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: dopo questo fatto che chiede all'Ispettore Angelo?

MARINO A.:      no, io non che ho chiesto...

AV.CRESCIMANNO: e lei si ricorda?

MARINO A.:      io ho pensato che li poteva avere lui, perch in quel momento...

AV.CRESCIMANNO: allora poc'anzi non ho capito bene io.

MARINO A.:      no.                      

AV.CRESCIMANNO: perch lei poc'anzi ha detto ha chiesto.

MARINO A.:      non che io ho tempo di chiedere avvocato, perch in quei momenti.

PRESIDENTE:     ha detto chiesto avvocato, lei ha capito perfettamente.

AV.CRESCIMANNO: lo sa Presidente, io con me stesso ho tanti problemi.

PRESIDENTE:     capisco avvocato, per...

AV.CRESCIMANNO: nel dialogo con me ci sono tante cose che non sempre vanno chiare.

PRESIDENTE:     avvocato le assicuro che ha capito benissimo.

AV.CRESCIMANNO: la ringrazio del conforto Presidente.

PRESIDENTE:     l'ispettore ha detto che ha chiesto le chiavi, e poi ha aggiunto chiss qualcuno... Era in quel momento penso che non stesse in nessun contesto.

MARINO A.:      lo ricordo perfettamente Presidente, grazie.

AV.CRESCIMANNO: quindi lei non ha chiesto delle chiavi, lei ha fatto una deduzione?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: se le chiavi non sono qui, li ha in tasca l'Ispettore Angelo, esatto?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: va bene. Ritorniamo in corridoio quando lei arriva, quindi se la sbarra fosse negli alloggiamenti o meno lei questo non lo sa? Non lo ricorda, non lo sa in questo senso.

MARINO A.:      io diciamo subito no, dopo ho visto che la barra quando sono entrato era tolta diciamo da l, era per terra, perch una barra che non che viene lasciata l all'interno questa.

AV.CRESCIMANNO: certo.

MARINO A.:      stata messa in occasione della, non una barra che viene lasciata l in quell'ambiente. Quindi...

AV.CRESCIMANNO: s, ma dico: lei questa barra quando l'ha vista allora?

MARINO A.:      io la barra l'ho vista al momento che ci sono stati, quando sono andato dentro diciamo per il fuoco.

AV.CRESCIMANNO: e dove l'ha vista, dov'era?

MARINO A.:      e prima io l'ho notata pure, per non sono, non posso dire se era assicurata, credo che era assicurata con un lucchetto, perch ho visto successivamente il lucchetto per terra, per non posso dire chi l'ha messa, non lo so avvocato.

AV.CRESCIMANNO: no questo non glielo chiedo neanche, se lei non ha assistito a chi l'ha messa, come faccio a chiederglielo, non glielo chiedo neanche.

MARINO A.:      non posso dire una cosa.

AV.CRESCIMANNO: ma ci mancherebbe ispettore, ma chi le vuole fare dire cose che non sono vere, sicuramente non io. Desidero per capire, con molta calma, perch non c' nessuna volont di creare difficolt a nessuno, cerchiamo di risolvere le nostre difficolt, non di crearle agli altri. Lei questa sbarra ha detto adesso che l'ha vista?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e se io ho ben capito da ci che lei ha detto l'ha vista in due minuti, in due momenti, un momento che quando la sbarra messa, e lei non sa se c' il lucchetto o meno?

MARINO A.:      no, perch non sono entrato all'interno, quindi non lo so.

AV.CRESCIMANNO: quindi lei la vede dalla veranda?

MARINO A.:      no dall'ingresso si vede.

AV.CRESCIMANNO: non ho capito.

MARINO A.:      abbastanza visiva.

AV.CRESCIMANNO: ah dall'ingresso del corridoio?

MARINO A.:      dall'ingresso del corridoio.

AV.CRESCIMANNO: benissimo.

MARINO A.:      abbastanza visibile, si vede.

AV.CRESCIMANNO: e questo in quale momento avviene che lei la vede dall'ingresso del corridoio?

MARINO A.:      questo stato nel momento in cui vi era la presenza dei signori funzionari.

AV.CRESCIMANNO: quindi dopo i disordini?

MARINO A.:      s dopo i disordini, esatto.

AV.CRESCIMANNO: evidentemente dopo che gli extracomunitari erano stati messi nella stanza numero 3?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: perch se c'era la sbarra, dietro la porta dovevano esserci gli extracomunitari evidentemente?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e a quel punto comunque lei non sicuro che ci fosse il lucchetto?

MARINO A.:      allora gli extra comunitari in quelle stanze, h partecipato pure io a farli accomodare in quelle stanze. L successivamente...

AV.CRESCIMANNO: poc'anzi mi era parso di capire che lei non aveva partecipato.

MARINO A.:      no, no, io cercher quanto meno di essere pi chiaro possibile. Diciamo questi sono stati sistemati in queste tre stanze gli extra comunitari. Per per quanto riguarda la barra, io poi non so niente chi che gliel'ha messa diciamo, chi ha dato disposizione, queste qua.

AV.CRESCIMANNO: va benissimo.

MARINO A.:      successivamente, ho visto che c'era questa barra dietro, forse hanno tentato, la porta non chiudeva, non si poteva chiudere, ma ripeto, non che io posso dare poi, perch non ero io l'ispettore di turno.

AV.CRESCIMANNO: che poi c'erano pure i funzionari, quindi ovvio che non toccava a lei.

MARINO A.:      no ma non so chi l'ha disposto.

AV.CRESCIMANNO: chiarissimo, comunque c' un momento quando ancora ci sono l i funzionari, in cui lei la sbarra al suo posto per intenderci, sugli anelli che la sorreggono l'ha vista.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: non sa se con un lucchetto o meno. Per poi lei il lucchetto lo vede?

MARINO A.:      il lucchetto, io ho visto un lucchetto a terra, quindi...

AV.CRESCIMANNO: l'ha visto quando?

MARINO A.:      quando stata, dopo l'incendio diciamo.

AV.CRESCIMANNO: dopo l'incendio?

MARINO A.:      s subito dopo l'incendio, il collega, la barra credo che l'ha tolta il collega Angelo, perch lui c'era sul posto, e ho visto un lucchetto a terra.

AV.CRESCIMANNO: quindi il lucchetto era a terra?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: mentre non c'era la sbarra? Il lucchetto lei ha visto?

MARINO A.:      la barra era pendente, di un lato era ancora agganciata che io ricordi e da un lato era aperta, da un lato. Ho visto un lucchetto a terra.

AV.CRESCIMANNO: s.

MARINO A.:      ed era alzata diciamo, per un altro lato, era ancora inserita nell'alloggio.

AV.CRESCIMANNO: nell'anello?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: chiamiamolo anello per intenderci.

MARINO A.:      s, diciamo cos vagamente, perch non permetteva nemmeno di rimanere all'interno, perch il fumo era una cosa pazzesca.

AV.CRESCIMANNO: scusi che lei sappia, avendo prestato servizio a lungo l, l'aveva gi detto, glielo chiedo per comodit di ragionamento. La porta oltre che ad essere assicurata con la sbarra aveva una sua, oltre che potere essere assicurata con la sbarra, aveva una sua serratura?

MARINO A.:      allora s aveva le serrature, per loro, non posso dire se era funzionante o meno, perch loro queste serrature li otturavano con le molliche di pane, li otturavano, la maggiorparte non erano funzionanti.

AV.CRESCIMANNO: e quella sera se fu chiusa a chiave la serratura della porta o meno lei...?

MARINO A.:      no, no, questo non lo so.

AV.CRESCIMANNO: le chiavi delle serrature delle porte dov'erano custodite? Perch le chiavi ci saranno state, anche se poi non si potevano chiudere.

MARINO A.:      allora le chiavi, queste non venivano mai utilizzate, diciamo le chiavi delle serrature, per venivano custodite sempre in quella bacheca.

AV.CRESCIMANNO: dell'ufficio?

MARINO A.:      s, ma non venivano mai utilizzate quelle chiavi.

AV.CRESCIMANNO: lei quando ha preso le chiavi del cancello della veranda?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e il lucchetto che chiude?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: se non sbaglio anche quello un lucchetto?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: o comunque le chiavi del cancello, poi ci andiamo, andiamo un po' sulla veranda adesso, va bene? Ha visto che non c'erano le chiavi dei lucchetti o del lucchetto della sbarra?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: ha visto se le chiavi delle serrature delle porte c'erano o non c'erano?

MARINO A.:      allora in quella bacheca ci sono, allora era composta che ci sono due file di chiavi diciamo sopra. E adesso io non ricordo preciso, per nella prima fila mi sembra che si trovavano tutte le chiavi delle cancellate esterne, una diversa dall'altra. Le chiavi del lucchetto credo che erano, diciamo delle porte, credo che erano nell'ultima fila della bacheca, nell'ultima fila sistemate. Ma sinceramente non posso essere preciso.

AV.CRESCIMANNO: non ricorda se c'erano o non c'erano?

MARINO A.:      non ricordo.

AV.CRESCIMANNO: evidentemente se la porta fosse stata chiusa a chiave, aveva senso mettere la sbarra?

MARINO A.:      allora io posso dire che dall'interno loro se era chiusa a chiave, la potevano sfondare facilmente la porta; perch la serratura non che consentiva diciamo di, io penso che la potevano sfondare, si sarebbe rotta la serratura se spingevano dall'interno, non lo so.

AV.CRESCIMANNO: quando stata tolta, se a un certo punto stata tolta la sbarra.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e la porta non era chiusa a chiave, perch si dovuto sfondarla?

MARINO A.:      allora perch dall'esterno...

AV.CRESCIMANNO: la porta era di legno o sbaglio?

MARINO A.:      la porta era di legno. Dall'esterno la porta non aveva alcuna maniglia, chiamiamola cos, per potere cercare di tirarla.

AV.CRESCIMANNO: tirarla perch si apriva verso il corridoio?

MARINO A.:      si apriva verso il corridoio. Loro dall'esterno, io penso, questo un mio, penso che avendo accumulato tutti i materassi all'interno, non potevano nemmeno spingere, perch avevano una barra di fuoco. E quindi si cercava in tutti i modi di poterla sfondare, anche dall'esterno, di cercare di romperla. Anche perch con il fuoco questo legno, forse questa vernice che era sul legno, non lo so, forse impediva di aprire.

AV.CRESCIMANNO: va bene. Dico lei sicuro che non stata lasciata la sbarra l chiusa mentre c'era in corso un incendio?

MARINO A.:      no, io non l'ho vista la barra l, quando io sono entrato, la prima cosa che ha fatto, il collega ha tolto la barra, poi ha aperto le porte.

AV.CRESCIMANNO: lei come fa a sapere che ha tolto la barra il collega?

MARINO A.:      perch ho trovato a lui l, io ho trovato a lui quando sono entrato.

AV.CRESCIMANNO: e ad altri Poliziotti?

MARINO A.:      s altri Poliziotti. Dico il collega, per dire, ma pu darsi anche gli altri.

AV.CRESCIMANNO: ho capito.

MARINO A.:      non che, personale civile non ce n'era, eravamo noi poliziotti.

AV.CRESCIMANNO: certo, no per carit, no, ma non dico, credevo che lei dicendo il collega intendesse dire anche l'Ispettore Angelo.

MARINO A.:      no, no io non mi riferisco soltanto a lui, pu darsi anche gli altri, per carit.

AV.CRESCIMANNO: avevo capito male io, per carit, assolutamente. Quindi lei sicuro, quando arrivato che la sbarra non c'era?

MARINO A.:      no, io quando sono arrivato la sbarra non l'ho vista, ossia l'ho visto appesa, per pendeva da un lato. Ma la porta..., non impediva ad aprire, diciamo non impediva la chiusura per aprire la porta.

AV.CRESCIMANNO: ispettore lei, ovviamente, riferisce ci che ricorda. Le faccio presente che lei ha affermato che la sbarra non c'era, e soltanto poi dopo di averla vista agganciata da un lato.

MARINO A.:      l'ho vista agganciata, a terra.

AV.CRESCIMANNO: quindi lei l'ha vista fin da quando arrivato, non dopo l'incendio?

MARINO A.:      allora la barra io l'ho vista prima dell'incendio.

AV.CRESCIMANNO: prima dell'incendio, ha detto che era chiusa da fuori.

MARINO A.:      poi io l'ho vista, successivamente, durante l'incendio, ho visto che qualcuno l'ha tolta questa sbarra qua. Perch ho visto che a terra c'era un lucchetto, quindi qualcuno ha aperto questo lucchetto, perch a terra c'era un lucchetto, ed era sganciata da un lato.

AV.CRESCIMANNO: benissimo. Come faceva a pendere, se era ancora agganciata dall'altro lato?

MARINO A.:      s, cio la barra...

AV.CRESCIMANNO: io queste sbarre, per fortuna, o purtroppo, le conosco perfettamente perch in un locale, che ho frequentato per anni, c'erano identiche sbarre, e quindi le conosco a meraviglia.

MARINO A.:      perfetto.

AV.CRESCIMANNO: vorrei capire se la sbarra imperniata cos.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: se la sbarra imperniata cos, con un chiodo che innesta su un anello.

MARINO A.:      allora il chiodo.

AV.CRESCIMANNO: se si sgancia da un lato, perch non si sgancia dall'altro lato. Tenendo anche conto che per sganciarla da un lato se le si fa fare curva, se le si fa fare angolo non esce. Per uscire deve uscire dritta. E quando esce dritta esce tutta.

MARINO A.:      no, mi scusi avvocato.

AV.CRESCIMANNO: prego.

MARINO A.:      quel tipo di barra si poteva sganciare da un lato, rimanendo agganciata dall'altro lato. Quindi anche se noi la sganciamo...

AV.CRESCIMANNO: mi scusi, lei come fa a dirlo? Lei mi ha detto che prima di allora queste sbarre non erano state mai usate.

MARINO A.:      s, non stata mai usata.

AV.CRESCIMANNO: e come fa a sapere che un tipo di sbarra che si pu agganciare a sganciare da un lato.

MARINO A.:      uno basta che vede la sbarra. La sbarra la vede, avvocato. Quella sbarra l era agganciata con il gancio da un lato. Per se si sollevava, ovviamente, si sarebbe sganciata pure dall'altro lato.

AV.CRESCIMANNO: e com' che era agganciata da un lato solo?

MARINO A.:      o era appoggiata. Agganciata non assicurata, questo. Da un lato era sganciata la sbarra.

AV.CRESCIMANNO: benissimo. E quindi pendeva diciamo cos, grosso modo, pendeva.

MARINO A.:      pendeva s. Pendeva, una parte pendeva per terra, e una parte o era appoggiata o era agganciata sull'altro anello diciamo, sull'altro gancio.

AV.CRESCIMANNO: ho capito. Lei ricorda, grosso modo, lo spessore della barra? Era rotonda, rettangolare?

MARINO A.:      rotonda.

AV.CRESCIMANNO: rotonda. A sezione rotonda.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e quanto poteva essere spessa, un centimetro, due centimetri, tre centimetri?

MARINO A.:      diciamo cos.

AV.CRESCIMANNO: cos, traduciamolo in centimetri.

MARINO A.:      in centimetri, sar un centimetro e mezzo, non lo so.

AV.CRESCIMANNO: quindi un diametro di un centimetro e mezzo.

MARINO A.:      s, o un centimetro.

AV.CRESCIMANNO: grosso modo. Non era cinque centimetri, era grosso modo un centimetro e mezzo. E i perni che consentivano...

MARINO A.:      le due punte girate erano.

AV.CRESCIMANNO: ah le due punte girate.-

MARINO A.:      le due punte girate, con un foro all'estremit della punta, dove poteva andare il lucchetto.

AV.CRESCIMANNO: per mettere il lucchetto. Chiarissimo. E quindi anche le due punte erano di un centimetro e mezzo?

MARINO A.:      s, unico ferro , quindi.

AV.CRESCIMANNO: perfettamente. Lei ricorda se erano ad angolo retto o ad angolo arrotondato. Diciamo se era ad angolo a punta, se finivano a punta o avevano un angolo arrotondato?

MARINO A.:      credo che ad angolo arrotondato. Perch era sempre lo stesso ferro girato. Quindi non poteva essere angolo retto, perch non si pu fare, ad angolo arrotondato.

AV.CRESCIMANNO: oggi queste sbarre ci sono ancora al Serraino Vulpitta?

MARINO A.:      io non le ho viste pi.

AV.CRESCIMANNO: i sostegni a muro ci sono?

MARINO A.:      no, sono stati tolti.

AV.CRESCIMANNO: sono stati tolti. Peccato. Comunque, per carit.

MARINO A.:      avvocato, non dipende da lei.

AV.CRESCIMANNO: no, da lei, ci mancherebbe. Ma neanche da me, guardi, siamo assolutamente pari in proposito. Lei ha fatto riferimento uno spioncino, era uno spioncino sulla porta, attraverso il quale si poteva vedere all'interno.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: ma era uno spioncino di questi che vediamo su tutte le porte dei nostri appartamenti, cio questi telescopici?

MARINO A.:      no, no, era uno spioncino, diciamo un foro, cos, di questa grandezza, che si trovava in tutte le porte l, quel tipo di porte.

AV.CRESCIMANNO: e a che altezza era questo foro?

MARINO A.:      credo intorno a un metro e venti. Perch da quel foro fuoriusciva pure una fiamma.

AV.CRESCIMANNO: rispetto alla sbarra era pi in alto pi in basso dalla sbarra?

MARINO A.:      pi in alto.

AV.CRESCIMANNO: pi in alto della sbarra.

MARINO A.:      pi in alto, s, sar un venti centimetri pi in alto.

AV.CRESCIMANNO: quindi dal foro uscivano fiamme?

MARINO A.:      s, s, fumo e fiamme.

AV.CRESCIMANNO: fumo e fiamme. Il foro, abitualmente, era coperto da un vetro o no?

MARINO A.:      no.

AV.CRESCIMANNO: libero?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: quando poc'anzi ha parlato, appunto, di una qualche cosa attraverso la quale si poteva alzare la sbarra faceva riferimento quindi a questo spioncino?

MARINO A.:      s, s.

AV.CRESCIMANNO: proprio per essere sicuro. Quindi lei arriva sul corridoio, vede l'ispettore Angelo ed altro personale della Polizia di Stato, che fa lei a questo punto?

MARINO A.:      allora io cerco di sfondare quella porta, quella maledetta porta che non si apriva. Sono rimasto l qualche minuto, in quanto non mi permetteva pi di respirare.

AV.CRESCIMANNO: qualche minuto, grosso modo che cosa vuole dire?

MARINO A.:      che so, un minuto, non preciso, perch non so...

AV.CRESCIMANNO: no, no, grosso modo.

MARINO A.:      ed stato allora che sono andato a prendere le chiavi nella bacheca, e sono andato all'esterno, per vedere se all'esterno potevo farli uscire. Poi non ci riuscendo all'interno, ritorno nuovamente all'interno.

AV.CRESCIMANNO: non riuscendo all'esterno.

MARINO A.:      all'esterno cio. Ritorno nuovamente all'interno, collaborando ancora una volta con l'ispettore con Angelo che si trovava ancora l.

AV.CRESCIMANNO: scusi. Torniamo un istante all'esterno. Quindi lei prende le chiavi e va all'esterno. Le chiavi avrebbero dovuto aprire che cosa?

MARINO A.:      le chiavi all'esterno, la cancellata all'esterno.

AV.CRESCIMANNO: sia la serratura della cancellata, che...

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: lei ha fatto riferimento, se non sbaglio, pure a un lucchetto pure. Se non ricordo male.

MARINO A.:      serratura e lucchetto.

AV.CRESCIMANNO: serratura e lucchetto, quindi due chiavi diverse, ovviamente.

MARINO A.:      che ancora sono esistenti.

AV.CRESCIMANNO: benissimo. Il lucchetto chiude la cancellata come? Con una catena, con degli occhiavite?

MARINO A.:      allora il lucchetto chiude con un asse di ferro, e due..., comunque tipo un grosso chiodo che passa e chiude.

AV.CRESCIMANNO: ci sono diversi anelli che sono saldati alle due parti della cancellata?

MARINO A.:      esatto.

AV.CRESCIMANNO: ho capito. Quindi questo chiodo, e sul chiodo ci sar un buco.

MARINO A.:      c' un buco.

AV.CRESCIMANNO: sul quale viene messo il lucchetto e chiuso.

MARINO A.:      s, s.

AV.CRESCIMANNO: le due parti della cancellata sono scorrevoli, si aprono a libro?

MARINO A.:      no, si aprono all'esterno. Si apre la cancellata verso l'esterno, verso la balconata diciamo.

AV.CRESCIMANNO: mi scusi, prima di proseguire su questo, le dimensioni della stanza, contrassegnata con il numero 3, grosso modo, con riferimento a questo locale, per esempio?

MARINO A.:      avvocato lei mi fa domande per...

AV.CRESCIMANNO: no, per carit, non che pretendo che lei mi dica i centimetri.

MARINO A.:      ma credo, che so, quattro metri e mezzo per quattro metri e mezzo.

AV.CRESCIMANNO: benissimo, va benissimo.

MARINO A.:      per non mi faccia queste domande, perch...

AV.CRESCIMANNO: ma no, ma non che..., vede non che io mi sorprendo se poi sono cinque metri e mezzo o sei metri.

MARINO A.:      io gi tanto che sto rispondendo qua, perch diversamente non rispondo pi, perch lei mi deve capire...

AV.CRESCIMANNO: no, no...

PRESIDENTE:     ispettore lei...

AV.CRESCIMANNO: io ho la massima comprensione, ma lei deve rispondere per legge, no per me.

PRESIDENTE:     ispettore...

MARINO A.:      io inizialmente ho detto io ci sto soffrendo a stare qua, in questo momento, perch ancora psicologicamente che moralmente ne porto le conseguenze.

PRESIDENTE:     Ispettore, se lei vuole ci fermiamo un attimo. Per tenga del fatto che lei ha l'obbligo di rispondere, e non rimessa la sua volont, e che qua l'avvocato sta facendo il suo lavoro. L'avvocato non vuole sapere il centimetro. Ma se orientativamente era trenta metri o era quindici o era cento metri. Quindi nell'ambito di questo, si sforzi, perch non un piacere per nessuno stare qui a questa ora. E per di pi rievocare episodi che certamente non fanno piacere.

MARINO A.:      in particolare per me.

PRESIDENTE:     e noi ce ne rendiamo conto. Ed ha tutta la nostra comprensione. Dopo di che l'Avvocato le ha posto una domanda, la stanza numero 3, dove successo l'incendio, orientativamente, quant'era? Cento metri, cinquanta metri?

MARINO A.:      un quattro metri e mezzo per quattro metri e mezzo, questo.

PRESIDENTE:     va bene, un venticinque metri grosso modo.

MARINO A.:      un venticinque metri, venti metri quadrati, non lo so io di preciso.

PRESIDENTE:     va bene.

AV.CRESCIMANNO: grosso modo una dimensione, io questo solo volevo sapere, Ispettore, niente pi di questo. Perch ovvio che lei non solo non stato a misurarla, ma neanche ora va a misurare la stanza.

MARINO A.:      assolutamente.

AV.CRESCIMANNO: perch ovviamente non le interessa.

PRESIDENTE:     proseguiamo.

AV.CRESCIMANNO: la veranda, la cancellata che d sulla veranda, cio la porta, se ho ben capito cio la porta, un balcone immagino.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: un balcone chiuso da che cosa? Da una porta in legno?

MARINO A.:      un balcone chiuso da una ringhiera in muratura.

AV.CRESCIMANNO: no, no, scusi, ho sbagliato io a farle la domanda. Tra la stanza e la veranda, l dove c' la cancellata, se ho ben capito, che cosa c'?

MARINO A.:      c' una balconata, sar circa un sessanta metri di lunghezza tutto il corridoio per, che so, un tre metri.

AV.CRESCIMANNO: va bene, questa una balconata esterna.

PRESIDENTE:     la domanda era un'altra, ispettore. Da dentro alla stanza ad arrivare alla balconata cosa c'? Da che cosa sono separati stanza dal balcone?

MARINO A.:      allora la classica porta in legno, e dopo c' la cancellata.

AV.CRESCIMANNO: questa porta in legno simile alla porta che d sul corridoio della stessa stanza?

MARINO A.:      no, no, molto pi leggera. La solita porta con vetrate eccetera, eccetera.

AV.CRESCIMANNO: c'erano le vetrate all'epoca?

MARINO A.:      s, credo di s, s, s, c'erano.

AV.CRESCIMANNO: va bene. Quindi lei va l, con le chiavi, per aprire la cancellata.

MARINO A.:      la porta era aperta, quella all'interno era aperta.

AV.CRESCIMANNO: evidentemente quindi si apriva verso l'interno questa porta.

MARINO A.:      s, questa si apriva verso l'interno, questa rimaneva sempre aperta diciamo. Quella della cancellata, il calore che usciva, loro che con i letti a castello, perch allora io ricordo avevano i letti a castello nelle stanze, diciamo che al centro Serraino Vulpitta pi persone si potevano mettere allora si mettevano. Quindi i letti a castello loro li lanciavano contro quella veranda.

AV.CRESCIMANNO: contro quella cancellata.

MARINO A.:      cio contro la cancellata, mi scusi.

AV.CRESCIMANNO: no, no, chiaro.

MARINO A.:      contro la cancellata. Tra il calore, tra i letti che loro lanciavano, erano impossibile avvicinare, fra l'altro si doveva sempre trovare la chiave giusta, quella appartenente a quella porta per potere aprire.

AV.CRESCIMANNO: perch le chiavi erano conservate tutte insieme?

MARINO A.:      ogni porta aveva la sua chiave.

AV.CRESCIMANNO: s, s, d'accordo. Ma dico le chiavi erano conservate tutte insieme?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: quindi non c'era, per dire...

MARINO A.:      no, no.

AV.CRESCIMANNO: stanza tre, stanza quattro, stanza cinque.

MARINO A.:      erano in una fila, in una fila della bacheca, ma non erano numerate allora.

AV.CRESCIMANNO: quindi lei prese tutte le chiavi.

MARINO A.:      s. Anche perch, ripeto, con la piccola luce che potevamo avere l per..., solo questo, per potere. Io ho preso un bel po' di chiavi e ho cercato di andare l per tentare, fare questo altro tentativo, vedendo che non si riusciva all'interno.

AV.CRESCIMANNO: quando lei andato l il fuoco era ancora vivo o si era spento? Quando + andato sulla veranda?

MARINO A.:      ancora vivo. E' stato nella fase, diciamo, iniziale.

AV.CRESCIMANNO: dove era rispetto alla stanza questo fuoco, dal lato della veranda, dal lato della porta?

MARINO A.:      dal lato della porta, c' il vortice, loro erano raggruppati quasi nella cancellata che d sulla veranda. Per il fuoco, diciamo quei materassi ammassati erano tutti dietro alla porta. Dall'esterno si vedeva, era un cumulo di fuoco. E quella fiamma si girava...

PRESIDENTE:     quando parliamo di porta parliamo della porta del corridoio interno.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: s, la porta verso il corridoio interno. Lei solo ha fatto il tentativo di aprire la cancellata?

MARINO A.:      assieme..., eravamo quattro, cinque di quelli che effettuavano il turno l, altri Poliziotti.

AV.CRESCIMANNO: i Carabinieri in tutto questo non sono intervenuti, niente?

MARINO A.:      lei mi chiede troppo perch io, sinceramente...

AV.CRESCIMANNO: le chiedo, "s, no, non lo ricordo" le chiedo.

MARINO A.:      non posso essere..., se i Carabinieri..., ma sicuramente c'erano, ma quel fumo nero, l eravamo tutte persone nere, proprio tutti africani sembravamo, quindi.

AV.CRESCIMANNO: questo assolutamente intuitivo, ma glielo chiedo per una semplice ragione, Ispettore. Lei mi dice che c'era il fuoco vivo, quindi, da questo punto di vista ci si vedeva, che quel fuoco sia stato una maledizione non c' dubbio.

MARINO A.:      s, sicuramente qualcuno di loro c'era.

AV.CRESCIMANNO: ma comunque...

MARINO A.:      non dico che..., perch anche loro non che si sono stati con le mani in tasca, assolutamente.

AV.CRESCIMANNO: per carit.

MARINO A.:      collaboravamo tutti.

AV.CRESCIMANNO: ma io non sto accusando nessuno di essere stato con le mani in tasca, non ho motivo in atto di ritenere che qualcuno sia stato con le mani in tasca. Chiedo, quindi ha tentato lei, e hanno tentato altri di aprire la cancellata.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: non siete riusciti perch? Vorrei capirlo.

MARINO A.:      allora non siamo riusciti, lo ripeto ancora una volta, perch fuoriusciva un forte calore da quella cancellata. E loro, ovviamente, la disperazione, tentavano di sfondare quella cancellata lanciando i letti a castello contro la cancellata. Quindi non permetteva, non appena noi ci avvicinavamo l loro o lanciavano i letti a castello o diversamente..., cio impedivano di avvicinarci, impedivano a noi di avvicinarci, era la disperazione.

AV.CRESCIMANNO: s lo capisco.

MARINO A.:      sia loro che, diciamo, il forte calore che fuoriusciva l.

AV.CRESCIMANNO: s. Ma dico, questo per carit, me ne rendo conto la disperazione, ci mancherebbe, in quelle condizioni. Per lei andava l per aprire il cancello?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e non le consentivano di aprire il cancello?

MARINO A.:      loro cercavano di ammassarsi, diciamo di lanciare questi letti, o cercare di spingere il cancello, ma non permettevano, diciamo, a me o al collega cercare di, che so, di vedere quale chiave apriva, non lo permettevano completamente.

AV.CRESCIMANNO: dico le serrature, ovviamente, o per lo meno, ovviamente, glielo chiedo, non voglio cambiare il metodo di esame. Le serrature del cancello e il lucchetto erano poste all'esterno?

MARINO A.:      all'esterno s, nella veranda.

AV.CRESCIMANNO: lei le chiavi, ovviamente, le aveva in mano.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e questi signori avranno visto che lei aveva delle chiavi in mano?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e non le hanno consentito di aprire?

MARINO A.:      no, non davano il tempo. Perch loro lanciavano questi letti, quindi dal momento che lanciavano questi letti contro di noi, fra l'altro fuoriusciva pure il forte calore all'interno, impedivano, addirittura, addirittura, io l'ho dichiarato anche in verbale questo qua, i colleghi per cercare di farli allontanare avevano preso i manganelli dicendo "allontanatevi un pochettino", per permettere di potere aprire un po' l. Per non ci siamo riusciti.

AV.CRESCIMANNO: Siete riusciti a provare alcune chiavi?

MARINO A.:      s, a provare, ma qualche chiave, proprio qualche chiave cos.

AV.CRESCIMANNO: quindi non ci siete riusciti perch? Perch non avete trovato la chiave giusta o per altri motivi?

MARINO A.:      non ci siamo riusciti perch, ovviamente, la chiave giusta non l'abbiamo trovata, e poi non si permetteva, diciamo rubava qualche minuto per poter..., ci voleva qualche minuto per potere individuare la chiave esatta pure.

AV.CRESCIMANNO: e perch non l'avete individuata?

MARINO A.:      perch, ripeto, quel forte calore, diciamo con l'agitazione di loro non si poteva...

AV.CRESCIMANNO: s, ma gli extracomunitari erano pi vicini al calore di voi, e ci stavano l per necessit.

MARINO A.:      e avvocato...

PRESIDENTE:     il teste sta dicendo, poi valuteremo se lo facessero volutamente o perch erano presi dal panico, che bench loro tentassero di aprire non ci riuscivano perch questi si ammassavano e lanciavano i letti. Capisco che illogico, ma questa la realt.

AV.CRESCIMANNO: a questo punto mi fermo, Presidente.-

PRESIDENTE:     logico, capisco.

AV.CRESCIMANNO: siamo d'accordo...

PRESIDENTE:     il problema il panico, il problema da cosa forse armata l'azione, se da dolo contro di loro o se dal panico perch ci avevano le fiamme dietro.

AV.CRESCIMANNO: Signor presidente, scusi, ma io mi permettevo di fare questa ulteriore indagine per una ragione ben precisa, e cio, intanto, ci sono degli uomini al di l della cancellata pi vicini al calore di come sono io al di qua della cancellata, primo elemento. Secondo elemento, fra il letto a castello lanciato contro la cancellata e me c' una cancellata, quindi io, ma per carit, io ragiono oggi tranquillamente seduto a un tavolo, sia chiaro. Questo non lo dico per modo di, lo dico perch, ovviamente, cambia tutto. Io sono assolutamente protetto.

PRESIDENTE:     avvocato, questa...

AV.CRESCIMANNO: no, no, ma infatti, era un'ulteriore..., come dire, incalzare per avere conferma del fatto.

PRESIDENTE:     e il teste irremovibile.

AV.CRESCIMANNO: questa interpretazione, ci mancherebbe..., e questa non dobbiamo farla...

MARINO A.:      non protetto dal forte calore che fuoriusciva l.

PRESIDENTE:     Ispettore, non si inserisca in questo istante.

AV.CRESCIMANNO: lascio il tema. Quindi lei fa questi tentativi con gli altri Poliziotti, non riuscite a trovare la chiave giusta, ad aprire.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: lasciamo stare che cosa, insomma non si riesce ad aprire, e lei, se non sbaglio, ha poc'anzi detto che ritorna sul corridoio, dove c'era l'Ispettore Angelo.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e a questo punto che succede?

MARINO A.:      allora si riesce a sfondare la porta. E dopo di che si inizia a tirare fuori, diciamo qualcuno uscito con i suoi piedi. Qualcuno l'abbiamo tirato noi, pi di uno. Siamo entrati all'interno e l'abbiamo tirato fuori. L'ultima persona, che ho cercato, diciamo ho tirato fuori, io mi sono accorto che era per terra, sembrava addirittura un pezzo di carbone, per ovviamente l'abbiamo trascinato fuori, a noi interessava toglierli da quella fornace. L'abbiamo trascinata fuori, ed stato in quel momento che io mi sono sentito male, e l'ho lasciato sul corridoio, poi stato soccorso da colleghi della volante.

AV.CRESCIMANNO: questa operazione, lei l'ha gi accennato poc'anzi, per questo lo dico, per avere conferma se ho capito bene. Questa operazione avviene perch si spaccata la parte bassa della porta? Od ho capito male io poc'anzi.

MARINO A.:      diciamo che stata sfondata. E' rimasto proprio qualche pezzo di telaio della porta. Non posso precisare.

AV.CRESCIMANNO: ma la porta una porta a una sola anta, o a due ante?

MARINO A.:      una sola anta.

AV.CRESCIMANNO: una sola anta. Quindi c' il telaio e una parte.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: non c' altro. Quando si spaccata la parte bassa, o quella che della porta. La porta comunque rimasta chiusa?

MARINO A.:      la porta, che io ricordi il telaio, parte del telaio rimasto appeso diciamo.

AV.CRESCIMANNO: il telaio, ovviamente, murato, e quindi rimane...

MARINO A.:      s, il telaio, stato sfondato l'interno diciamo della porta. Parte del telaio rimasto ancora appeso.

AV.CRESCIMANNO: a me interessa capire una cosa soltanto.

MARINO A.:      per...

AV.CRESCIMANNO: s, per quello che ricorda, ispettore. Stabilito che questa la porta, che si apriva verso l'esterno, qui c' il corridoio, qui c' la stanza. Questa porta si sfondata, pi o meno, nella parte bassa, probabilmente era una rottura della porta nella parte bassa.

MARINO A.:      s, diciamo stata sfondata per prima nella parte bassa.

AV.CRESCIMANNO: benissimo. Ma la porta si potuta aprire a questo punto, o parte della porta rimasta chiusa?

MARINO A.:      allora pezzi della porta rimasta chiusa, nella parte soprastante. Dunque si creato un foro, dove noi abbiamo potuto accedere all'interno e tirare fuori quelli che...

AV.CRESCIMANNO: e questo lei l'ha detto con molta chiarezza. Per parte della porta rimasta chiusa.

MARINO A.:      la parte..., io non posso essere preciso l, perch credo che sia, che so, un venti centimetri di sopra e rimasta su.

AV.CRESCIMANNO: andiamoci da un altro lato, se lo ricorda, per carit, la parte della serratura della porta rimasta chiusa o no?

MARINO A.:      non posso essere preciso.

AV.CRESCIMANNO: va bene. Scusi Presidente un secondo, prima di fermarmi. Lei ha parlato di questa operazione di sfondamento della porta.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: lei stato presente a questa operazione o l'ha avuto raccontata?

MARINO A.:      se ero io che davo soccorso, stavo presente.

AV.CRESCIMANNO: c' il momento in cui lei sulla veranda.

MARINO A.:      no, no. Al momento dello sfondamento della porta ero l presente.

AV.CRESCIMANNO: era l, no volevo capire questo.

MARINO A.:      s, s, questo avvenuto successivamente dopo che noi...

AV.CRESCIMANNO: quando lei torna dalla veranda.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: quindi era presente, quindi quello che lei narra lo narra perch lo ha visto, no perch le stato raccontato.

MARINO A.:      no, no.

AV.CRESCIMANNO: come normale, insinuare che lei...

MARINO A.:      non posso dire chi era altro presente, altro personale, perch al buio non si vedeva.

AV.CRESCIMANNO: non ha nessuna importanza. Volevo capire, perch poc'anzi mi era parso di capire che questo avviene mentre lei sulla veranda.

MARINO A.:      no, no.

AV.CRESCIMANNO: allora le volevo chiedere se, lei mi dice che avviene dopo al suo ritorno dalla veranda. Perfettamente. Il corpo di guardia rispetto al luogo dove avviene l'incendio dove si trova?

MARINO A.:      allora entrando, salendo la scala, a secondo piano, entrando nell'ingresso sul lato sinistro.

AV.CRESCIMANNO: quindi quell'ufficio di cui ha parlato lei?

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: chiedo scusa.

MARINO A.:      non abbiamo corpo di guardia, l non ne abbiamo, completamente.

AV.CRESCIMANNO: credo che lei a un certo punto abbia parlato di corpo di guardi, se non ho capito male io.

MARINO A.:      va be', lo chiamiamo corpo di guardia perch purtroppo la struttura offre quella e quindi...

AV.CRESCIMANNO: benissimo. E io, istintivamente, ho immaginato che fossero due diversi luoghi, ufficio e corpo di guardia. E' l'unici luogo, quindi le ho fatto una domanda assolutamente inutile. Pazienza. L'ultima cosa, da quando lei avverte quel rumore di fiamma, se cos possiamo dire, quel rumore di fuoco, e le si viene a dire, perch arrivano i poliziotti e parlano di fuoco e fumo, a quando poi arrivano i Vigili del Fuoco, perch mi scusi facciamo una breve pausa, tutto questo che lei ha narrato finora non vede presente i Vigili del Fuoco, o sbaglio?

MARINO A.:      no.

AV.CRESCIMANNO: i Vigili del Fuoco arrivano dopo. Esatto? perfetto. Da quando lei avverte lo scoppio della fiamma, per intenderci, a quando arrivano i Vigili del Fuoco, grosso modo, che tempo passato?

MARINO A.:      allora io rispondo come ho risposto gi prima. Credo cinque, sei, sette minuti, non posso essere certo. In quanto un minuto sembrava un'ora, e quindi l non posso essere..., non posso dare una risposta con precisione.

AV.CRESCIMANNO: va be', le chiedo di quantificarlo in termini..., ma non solo non lo posso pretendere, ma non mi meraviglio neanche.

MARINO A.:      sono momenti che purtroppo..., avvocato.

AV.CRESCIMANNO: ispettore, ripeto, ho il massimo rispetto per chi vive determinate vicende, cerchiamo di capirle. E ci che dobbiamo fare in questa sede. Quindi quando i Vigili del Fuoco arrivano al secondo piano, alla stanza tre, per intenderci, gli extracomunitari erano gi tutti usciti. Sappiamo che poi qualcuno non era uscito, e non poteva uscire, perch era carbonizzato dentro.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: ma dico, quelli che sono stati tirati fuori, sono stati tirati fuori tutti prima dell'arrivo dei Vigili del Fuoco.

MARINO A.:      s.

AV.CRESCIMANNO: quand' che lei sta poco bene e va via?

MARINO A.:      allora l'ultima persona che ricordo di avere notato all'interno, buttata per terra, diciamo sono riuscito a prenderla per le braccia e trascinarla verso fuori, ho lasciato questa persona sul corridoio, poi io ho mi accorgo che non riuscivo pi a respirare, anzi..., cio vado verso l'uscita, all'uscita un fortissimo dolore qua e io cado per terra, e poi successivamente..., l non ho capito pi niente. Mi sveglio ed ero sopra una volante che mi stavano accompagnando in ospedale.

AV.CRESCIMANNO: ho capito. E i Vigili del Fuoco ancora non erano arrivati?

MARINO A.:      i Vigili del Fuoco erano gi arrivati, per non erano ancora operativi all'interno per spegnere. Sicuramente hanno spento poi quella fiammella, quel poco che rimaneva.

AV.CRESCIMANNO: in quale fase dell'operazione che lei ha narrato, e cio la prima fase che la vede sul corridoio interno, la seconda fase che la vede sulla veranda, la terza fase che la vede sul corridoio interno di nuovo. In quale fase lei va a prendere l'estintore dai mezzi?

MARINO A.:      allora nella fase in cui, diciamo, si sfondata la porta. Allora si sfondata la porta, io sento la sirena dei Vigili del Fuoco, scendo gi, la porta ancora..., non eravamo entrati all'interno. Ancora, diciamo, trovavasi pezzi di porta, era quasi sfondata. Io scendo gi, vado a prendere l'estintore dei Vigili del Fuoco e salgo sopra. Questo qua quello che a noi a permesso di potere entrare all'interno, spegnendo, diciamo, quel fuoco che era rimasto, questo estintore. Successivamente sono intervenuti loro, i Vigili del Fuoco.

AV.CRESCIMANNO: va bene Ispettore, un'ultima cosa, io la ribadisco, lei sicuro che quando arrivato nel corridoio interno, nella prima fase, cio dopo che ha avvertito la sala operativa, sicuro che la sbarra non fosse messa e chiusa?

MARINO A.:      io ricordo che la barra di una parte era tolta e da una parte era appesa, la sbarra. Di una parte era tolta, di una parte era appesa la barra. Io questo, diciamo, che lo ricordo. Ma stato..., non so se la barra poi stata aperta dal collega, se stata aperta dai colleghi, questo non posso...

AV.CRESCIMANNO: va be', va be'.

MARINO A.:      diciamo stato...

AV.CRESCIMANNO: io ho ritenuto di chiederglielo di nuovo, per il semplice fatto che l dietro c'erano una serie di uomini. Basta. Nessun'altra domanda, grazie Presidente.

PRESIDENTE:     deve chiudere l'esame Pubblico Ministero?

P.M.:           s, soltanto una domanda, anche perch vedo che il teste molto provato, quindi forse a questo punto davvero ulteriori domande sarebbero del tutto inutili. Solo una cosa Ispettore, mi scusi.

MARINO A.:      prego, dica.

P.M.:           lei poco fa ha detto, una delle ultime cose, ha detto: "quando io poi sono uscito, e mi sono sentito male, i Vigili del Fuoco erano gi arrivati, ma non erano operativi". Perch non erano operativi?

MARINO A.:      no, non erano operativi con i tubi, con l'acqua.

P.M.:           perch il mezzo non riusciva ad entrare?

MARINO A.:      allora il mezzo, gi quando io mi sono sentito male, il mezzo gi era entrato. E loro erano saliti sopra. Per non avevano..., forse avevano degli estintori, che io non ricordo di preciso questo qua.

P.M.:           cio non avevano ancora, diciamo, montato le apparecchiature.

MARINO A.:      non avevano collegato i tubi, questo di qua.

P.M.:           e allora, dico, le chiedo solo una cosa, se riesce a ricordarselo, pi o meno, dico, ribadito che davvero i minuti hanno poco senso. Ma dico quanto hanno impiegato i Vigili per entrare dentro questo varco, pochi secondi o qualche secondo, qualche minuto?

MARINO A.:      qualche minuto sicuro.

P.M.:           qualche minuto. Grazie, non ho altre domande, Presidente.

PRESIDENTE:     adesso vediamo all'esito, anche per fare intervento cumulativo. Proprio due secondi.

MARINO A.:      va bene.

PRESIDENTE:     ci sono questi extra comunitari che scappano, voi li prendete, alcuni li prendete subito, alcuni dopo.

MARINO A.:      s.

PRESIDENTE:     quando li prendete lei ha gi finito il turno o ancora no?

MARINO A.:      allora io il turno l'ho finito prima della fuga addirittura.

PRESIDENTE:     prima della fuga.

MARINO A.:      prima della fuga.

PRESIDENTE:     quindi lei si trattiene l.

MARINO A.:      quindi con il mio turno non successo nulla.

PRESIDENTE:     quindi il referente non pi lei dei funzionari?

MARINO A.:      no, no.

PRESIDENTE:     ma il collega che le subentra.

MARINO A.:      il collega Angelo.

PRESIDENTE:     quindi lei non sa dire chi prese la decisione, chi deliber "metteteli l dentro e mettete la sbarra dietro", non lo sa dire?

MARINO A.:      questo no.

PRESIDENTE:     Avvocato, diceva che voleva porre una domanda.

AV.CRESCIMANNO: S, su questo punto. Lei ha detto, pi di una volta, che scese quando sent arrivare i Vigili del Fuoco, scese e apr uno sportello e prese un estintore. Ma lei come faceva a sapere che sul camion dei Vigili del Fuoco vi uno sportello dentro al quale vi era un estintore? Glielo disse qualche Vigile del Fuoco?

MARINO A.:      io tengo a precisare che ho venticinque anni di volante, squadra volante.

AV.CRESCIMANNO: capisco.

MARINO A.:      e che collaboriamo, spesso, con i Vigili del Fuoco, quindi.

PRESIDENTE:     appartiene al suo bagaglio.

AV.CRESCIMANNO: nessun Vigile del Fuoco le disse nulla?

MARINO A.:      no, no, addirittura stata un'iniziativa mia.

AV.CRESCIMANNO: dico e nessun Vigile del Fuoco, a questo punto, le disse...?

MARINO A.:      no, no, assolutamente.

AV.CRESCIMANNO: "ci siamo noi"?

MARINO A.:      no, assolutamente, era un'emergenza, io ero in divisa, quindi non...

AV.CRESCIMANNO: nessun'altra domanda.

PRESIDENTE:     pu andare. Cinque minuti di pausa, ne sentiamo uno. E l'altro, ovviamente, non ce la facciamo.

AV.CRESCIMANNO: Presidente, io chiedo che venga sentito l'altro ispettore e intanto venga isolato.

PRESIDENTE:     ufficiale Giudiziario allora adempie a quello che il suo compito istituzionale, di evitare che i testi conferiscano tra di loro. Dieci minuti di pausa e sentiamo l'altro Ispettore.

SOSPENSIONE

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ALLA RIPRESA

PRESIDENTE:     introduciamo l'Ispettore.

 

ESAME DEL TESTE ANGELO SALVATORE

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PRESIDENTE:     legga la formula.

ANGELO S.:      (assolta la formula di rito).

PRESIDENTE:     ha delineato le sue generalit?

ANGELO S.:      sono l'Ispettore Angelo Salvatore e sono in Forza alla Questura di Trapani.

PRESIDENTE:     e ci dice anche quando nato.

ANGELO S.:      sono nato a Custonaci, il 5 febbraio del '59.

PRESIDENTE:     va bene. Pubblico Ministero.

P.M.:           buonasera. Senta lei nella notte tra il 28 e il 29 dicembre del 1999 era in servizio presso il Serraino Vulpitta.

ANGELO S.:      s.

P.M.:           con che turno era in servizio?

ANGELO S.:      allora il mio turno di servizio era 0:00 - 7:00.

P.M.:           00:00 - 7:00. Quindi dalla mezzanotte, quindi nel corso del giorno 29. Senta, vuole dirci intanto quanti uomini erano presenti, intendo come Forze dell'ordine nel centro in quella notte?

ANGELO S.:      allora nel centro in quella notte, con il mio turno, erano presenti cinque carabinieri, lato nord, pi sei, sette Poliziotti, con me otto, lato sud. Lato sud intendo ingresso principale, dove si accede proprio, o almeno allora si accedeva al centro.

P.M.:           quindi voi eravate in otto.

ANGELO S.:      otto della Polizia di Stato, dislocati sei sopra e due sotto.

P.M.:           sei sopra, cio dove...

ANGELO S.:      al piano, dove c'...

P.M.:           dove alloggiavano?

ANGELO S.:      s, esattamente.

P.M.:           le persone trattenute.

ANGELO S.:      e due sotto, che facevano la vigilanza all'esterno.

P.M.:           quindi di fronte al cancello, al cancello esterno.

ANGELO S.:      non al cancello esterno, bens nella parte posteriore, dove era stata divelta una finestra durante il tumulto. Questo discorso va a risalire in mezzo fra il mio turno e il turno dell'Ispettore Marino.

P.M.:           ho capito. L'Ispettore Marino era in pi rispetto a questi otto, a voi otto.

ANGELO S.:      s.

P.M.:           quindi otto pi l'Ispettore Marino, nove.

ANGELO S.:      nove. Era temporaneamente l con me, perch stavamo relazionando su quelli che erano stati i tumulti occorsi intorno alle due di notte.

P.M.:           ho capito. Senta, quando ci sono stati questi tumulti lei era gi in servizio?

ANGELO S.:      io ero gi arrivato, s.

P.M.:           ho capito. Senta, lasciando da parte esattamente il problema su cosa successe durante questi tumulti, vuole dirci soltanto in che stanze si sono verificati questi tumulti?

ANGELO S.:      allora i tumulti si sono verificati in tutto il corridoio antistante gli alloggi. Cio a dire gli alloggi erano divisi in quattro camerate, quanto meno nella nostra ala, nell'ala in cui si occupava la polizia della vigilanza. Allora i tumulti sono caduti nel corridoio antistante, nella parte interna. In questo corridoio loro erano riusciti ad accedere ad una stanza adibita a riposto e a mezzo di un termosifone aveva divelto la grata, che proteggeva, cio che impediva l'uscita all'esterno. E da l si erano poi alcuni lanciati, si erano fatti male, soccorsi, eccetera. Per altro, in questa circostanza uno o due si erano gi allontanati dal centro.

P.M.:           ho capito. Senta, quante persone erano rimaste poi ospiti, per cos dire, del centro, dopo l'allontanamento di coloro che erano fuggiti?

ANGELO S.:      allora circa una settantina di persone. Divise sempre nelle due ale.

P.M.:           nella vostra ala quante ce ne erano?

ANGELO S.:      trentaquattro, credo.

P.M.:           le due ale sono totalmente separati?

ANGELO S.:      le due ale sono totalmente separate, e sono separate da due cancelli in ferro.

P.M.:           ho capito, che erano chiusi e sono rimasti chiusi durante tutti questi avvenimenti.

ANGELO S.:      e sono rimasti chiusi. L'unica parte comunicante dal lato esterno, dove c' la veranda.

P.M.:           ho capito. Queste trentaquattro persone, prima che succedessero i tumulti, dico, dove si trovavano? Lei dice il fatto avvenuto nel corridoio, quindi questo corridoio era un corridoio di libero accesso per gli ospiti del centro?

ANGELO S.:      s.

P.M.:           finch non ci sono stati tumulti era un corridoio di libero accesso per gli ospiti di quell'ala. Dopo i tumulti siccome c'erano le finestre divelte, c'era quella porta che accedeva a quel ripostiglio che era divelta, c'era la finestra senza grata, per evitare che tentassero nuovamente la fuga, anche perch il personale a disposizione non avrebbe comunque impedito la fuga di trenta persone, a fronte di cinque, sei, quelli che si potevano avere l. Allora il Dottore Cuciti, insieme al Dottore Pampillonia hanno deciso anche per sedare gli animi, e per dare, diciamo, una forma di calma apparente, quanto meno, a questi ospiti, di dividerli in tre stanze. Per cui sono stati divisi in quote di dieci, dodici persone per ogni stanza.

P.M.:           ho capito. E queste stanze erano chiuse poi?

ANGELO S.:      perfetto. Queste stanze sono quelle stanze che accedendo dalla scala principale, di fronte c' il corridoio, e sulla destra ci sono queste stanze, la prima, la seconda e la terza seconda, quella occupata dagli ospiti. Sia la prima, che la seconda, che la terza stanza sono state assicurate, cio a dire chiuse anche perch avevano distrutto le chiusure della porta.

P.M.:           cio le serrature?

ANGELO S.:      le serrature. Sono state chiuse a mezzo di barre di ferro con dei fori finali, fatti a forma di doppia L alla fine, e incastonati in due occhielli che erano al muro. Alla fine di questi due occhielli sono stati messi due lucchetti.

P.M.:           questo vale per tutte e tre le stanze?

ANGELO S.:      per tutte e tre le stanze, esattamente.

P.M.:           mi corregga se sbaglio, i fatti poi, l'incendio, la tragedia si verificata solo in una di queste stanze?

ANGELO S.:      nella terza stanza, entrando dalla scala, sulla destra.

P.M.:           contrassegnata dal numero tre. Lei dice terza perch aveva un numero..?

ANGELO S.:      s, prima, seconda, la terza stanza.

P.M.:           la terza stanza. Torniamo un attimo a queste sbarre. Queste sbarre metalliche lei dice erano infilate dentro dei fermi.

ANGELO S.:      dentro degli occhielli.

P.M.:           degli occhielli.

ANGELO S.:      che erano fissati a muro.

P.M.:           ho capito. E quindi c'erano poi due catenacci.

ANGELO S.:      due catenacci, due lucchetti che nella parte finale fermavano queste barre.

P.M.:           lei, quando sono successi questi fatti era gi stato, altre volte, in servizio al Serraino Vulpitta?

ANGELO S.:      no.

P.M.:           era la prima volta?

ANGELO S.:      no, io sono arrivato a Trapani il 19 di dicembre di quell'anno. E dopo di che, dopo qualche giorno sono stato assegnato ai turni al Serraino Vulpitta. Quindi ero al terzo o quarto turno.

P.M.:           terzo o quarto turno. Nei turni precedenti si era gi verificata questa evenienza, cio quella dell'uso di questo sbarre?

ANGELO S.:      no. L'uso delle sbarre stato disposto, semplicemente, perch le finestre esterne del lato del corridoio e quelli dello stanzino erano state divelte. Quindi per impedire che loro si lanciassero dalle finestre sono state messe queste barre. Solo, ed esclusivamente per questo motivo.

P.M.:           ho capito. Lei ha avuto un ordine, in questo senso, per la prima volta quella sera, quella notte.

ANGELO S.:      s.

P.M.:           da parte di chi l'ha avuto?

ANGELO S.:      l'ordine partito dai due funzionari. Erano tre, per i due funzionari pi alto in grado erano il Dottore Pampillonia, nelle veci di capo di gabinetto, e il Dottore Cuciti nelle veci di vice Questore Vicario.

P.M.:           a lei chi l'ha detto?

ANGELO S.:      guardi...

P.M.:           se lo ricorda.

ANGELO S.:      non glielo so dire dei due chi impartito ordini.

P.M.:           ho capito. Comunque il pi alto in grado..

ANGELO S.:      era il dottore Cuciti.

P.M.:           era il Vice Questore Vicario.

ANGELO S.:      s.

P.M.:           senta, ancora parlando di queste sbarre, l'apertura di uno dei due lucchetti, solo di uno dei lucchetti consentiva poi l'apertura della porta, cio lo spostamento della sbarra e l'apertura della porta, o era necessario toglierli entrambi per potere aprire la porta?

ANGELO S.:      assolutamente no, bastava togliere il lucchetto per alzare la barra e girarla.

P.M.:           ho capito. Quindi restava, come dire, penzolante da una parte.

ANGELO S.:      s, pendeva...

P.M.:           da una parte assicurata...

ANGELO S.:      restava incastonato da un lato, ma poteva benissimo essere girato fuori, diciamo, dallo spazio della porta.

P.M.:           bene. Andiamo specificamente alla stanza tre, quella dove poi successa la disgrazia. Che porta aveva? La porta cio che dava su questo corridoio, che lei ha descritto, che tipo di porta era?

ANGELO S.:      era una porta in legno, del tipo antico, presumo tamburato, non lo so che tipo di legno fosse esattamente, con un obl di circa venti centimetri all'altezza dei miei occhi. Sar un metro e settanta, non lo so.

P.M.:           s.

ANGELO S.:      ed era chiusa, tra l'altro chiusa, fermata proprio, perch non c'era la serratura, quindi l'unico modo per impedire che si aprisse era proprio questa sbarra.

P.M.:           senta, dicendo lei che era fermata, intende dire quindi, se non ho capito male, che l'apertura della porta era verso l'esterno, cio verso il corridoio?

ANGELO S.:      s, l'apertura della porta era verso l'esterno.

P.M.:           di quante ante era formata la porta?

ANGELO S.:      di una sola anta.

P.M.:           una sola anta. Scusi se ritorno sullo stesso punto. Lei diceva di tipo antico, in legno, intende una porta di queste di uso domestico, di quelle che ci sono all'interno degli appartamenti, per intenderci?

ANGELO S.:      non proprio, un po' pi alta, con un, credo avesse un sopraluce, nella parte alta.

P.M.:           e quindi faceva passare...

ANGELO S.:      anche l'aria.

P.M.:           l'aria e la luce.

ANGELO S.:      s.

P.M.:           quindi dico questo sopra luce era protetto da sbarre, o da vetro o altro?

ANGELO S.:      no, no, da nulla.

P.M.:           ho capito.

ANGELO S.:      Non ricordo se c'era vetro o c'era plexglass, perch l i vetri erano stati tolti, da quello che so, per mettere delle cose in plastica, per evitare che fossero facili a frantumarsi.

P.M.:           no, quindi, scusi, se c'era il plexglass allora l'aria non passava? Passava solo la luce?

ANGELO S.:      guardi, non glielo so dire esattamente.

P.M.:           non se lo ricorda.

ANGELO S.:      assolutamente.

P.M.:           no, dico se non se lo ricorda perch adesso, dico lei ha detto..., prima ha detto...

ANGELO S.:      perch nelle finestre...

P.M.:           "passava anche l'aria". Ora ha detto: "mi pare che c'era il plexglass".

ANGELO S.:      allora nelle finestre c'era il plexglass, per evitare che fosse facilmente rotto. L sopra non ricordo se era aperto o chiuso da questo plexglass.

P.M.:           va bene. Senta e questo obl era protetto da una sbarra, dal vetro, dal plexglass?

ANGELO S.:      no, l'obl era completamente libero.

P.M.:           era un buco, quindi per intenderci?

ANGELO S.:      era un buco.

P.M.:           un buco. Cio un buco al di l del quale io potevo fare passare anche una mano?

ANGELO S.:      infatti ho fatto passare la mia mano.

P.M.:           ho capito. Va bene. Senta, andiamo ai fatti, dico quando e come lei, gli altri vi siete accorti dell'incendio?

ANGELO S.:      allora quella sera, visto i tumulti che c'erano stati, avevo dato disposizioni esplicite al personale operante sul posto di vigilare in due la parte esterna e due la parte interna, altri due da collegamento, interno ed esterno.

P.M.:           i due esterni sono gli stessi, scusi, si cui parlava prima, cio due che stanno proprio fuori dall'edificio?

ANGELO S.:      no, no, fuori dall'edificio stavano due persone per la vigilanza esterna.

P.M.:           esterna. Ma come erano appiedati, o su un'autovettura?

ANGELO S.:      con un mezzo.

P.M.:           ah con un mezzo. Ecco, quindi due seduti nel mezzo erano fuori.

ANGELO S.:      fuori, completamente fuori dall'edificio.

P.M.:           bene.

ANGELO S.:      i due esterni intendo sulla veranda posteriore alle camerate, agli alloggi.

P.M.:           adesso la descriviamo. Quindi allora sono due completamente esterni, due stanno su questa parte...

ANGELO S.:      all'interno.

P.M.:           poi vedremmo di definirlo meglio. Due all'interno dove? In questo corridoio?

ANGELO S.:      in questo corridoio antistante, dove ci sono gli...

P.M.:           due, quattro, sei..

ANGELO S.:      e io e l'Ispettore Marino che eravamo all'interno della stanza che stavamo relazionando.

P.M.:           voi stavate relazionando. Ecco, allora che succede?

ANGELO S.:      in questo..., poco prima che succedessero i fatti arrivata una volante che aveva rintracciato uno dei fuggitivi durante i tumulti.

P.M.:           s.

ANGELO S.:      allora quando stato portato questo extracomunitario io ho dato disposizione ai due uomini che si trovavano all'interno di accompagnarlo nella seconda ala, cio nell'ala dei Carabinieri. Quindi quella in fondo, dal ballatoio dopo la nostra. Per far s che non fossero messi assieme, per evitare che magari messi assieme potessero aizzare...

P.M.:           va be', una sua scelta diciamo di ordine pubblico.

ANGELO S.:      stata una scelta di ordine pubblico.

P.M.:           s.

ANGELO S.:      nel momento in cui questi due uomini si sono allontanati con l'ospite verso la seconda ala, nella stanza dove eravamo io e l'ispettore Marino sentiamo dire ai due uomini che stavano fra l'esterno "Ispettore c' fumo". Dal fumo a quando io e l'Ispettore Marino siamo usciti dalla stanza, quindi cinque, sei metri, non lo so quanto ci pu essere dalla scrivania alla porta, per vedere il corridoio.

P.M.:           quindi frazioni di secondi, o secondi.

ANGELO S.:      quasi immediatamente, non so quanto ci possa stare una persona. Cio io penso pochissimo.

P.M.:           va bene. Immediatamente dopo?

ANGELO S.:      immediatamente dopo mi affaccio dalla porta, verso il corridoio, e vedo una fiammella che esce dall'obl della terza porta. A questo punto corro a prendere l'estintore, e ritorno indietro. Cerco di...

P.M.:           scusi, la fermo un attimo. L'estintore dove si trovava?

ANGELO S.:      nella stanza dove avevamo gli uffici e la cosiddetta infermeria.

P.M.:           quanti estintori avevate?

ANGELO S.:      all'interno di quella stanza c'erano due estintori. Il primo l'ho usato subito, in quella circostanza, quando ho visto la fiammella che usciva. Tant' che avevo addirittura inserito la mano all'interno dell'obl per spegnere il fuoco.

P.M.:           mi scusi, mi scusi, ha inserito la mano...

ANGELO S.:      la manichetta...

P.M.:           il beccuccio dell'estintore.

ANGELO S.:      beccuccio, manichetta, non lo so come si chiama, dell'estintore, all'interno del buco per spegnere il fuoco. In quel momento il fumo era diventato eccessivo. Quindi si riusciva a vedere pochissimo. Ci nonostante quando io ho finito di fare questa operazione, pensando che il fuoco fosse spento, ritorno indietro, vado a prendere le chiavi delle porte, per fare uscire tutti gli ospiti dalle stanze.

P.M.:           le chiavi dei lucchetti intende?

ANGELO S.:      le chiavi dei lucchetti, dei ferma porta.

P.M.:           aveva in animo di fare uscire tutti da tutte le stanze, o solo da quella stanza?

ANGELO S.:      da tutte le stanze.

P.M.:           da tutte le stanze.

ANGELO S.:      perch il fumo era tale che l'aria era diventata irrespirabile.

P.M.:           ho capito.

ANGELO S.:      per cui oltre avere dato ordini di aprire tutte le finestre, ho, addirittura, dato ordine di preparare la sala mensa per ospitare tutti gli extracomunitari. Proprio in quel momento, quando io stavo facendo questa operazione saltata la luce. E il fumo cominciato a diventare ancora pi intenso. Allora io visto che la prima porta era quella che mi veniva, stata la prima che ho aperto, ho aperto la seconda, arrivato alla terza, visto che il fuoco aveva cominciato a divampare nuovamente, ed era come se l'avessero alimentato, non so che con che cosa. Perch c'era stato come quando c'era una fiammata con dell'alcol, si accende un fuoco con qualcosa. In quel momento non mi sono preoccupato di aprire entrambi i lucchetti, ne ho aperto solo uno.

P.M.:           delle altri invece aveva aperto entrambi i lucchetti?

ANGELO S.:      s, s, degli altri, perch il tempo, tecnicamente c'era.

P.M.:           ed erano gi usciti gli ospiti?

ANGELO S.:      s, s, gli altri erano gi usciti dalle stanze, e assicurati dentro la sala mensa.

P.M.:           quindi erano tutti nella sala mensa.

ANGELO S.:      cio la mia preoccupazione era la loro incolumit in quel momento. Non mi interessavano le altre cose. Io mi sono preoccupato solo ed esclusivamente della loro incolumit, pensando che il fuoco fosse spento non avevo motivo di andare alla terza porta, avevo motivo di iniziare dalla prima, in modo che non si intossicare pure loro dal fumo. Perch il fumo, ripeto, era tale e tanto che non si vedeva. Poi si tolta pure la luce, e io non riuscivo pi a vedere a un palmo dal naso. Sono riuscito a vedere la terza porta, semplice, mente perch c'era il fuoco. Quindi quando io ho staccato il lucchetto dalla prima parte, cio dalla parte destra della porta, guardandola di fronte, e tolto la sbarra e girata. In quel momento ho tentato di aprire la porta, o meglio ho forzato pure la porta, ma non sono riuscito ad aprirla.

P.M.:           c'erano delle maniglie?

ANGELO S.:      no, non c'era niente. La mia mano l'ho inserita nell'obl.

P.M.:           e tirava dall'obl.

ANGELO S.:      tiravo dall'obl. La porta non si aperta, non so come, ma non si aperta. Da quel momento iniziata la battaglia contro la porta. Battaglia che abbiamo usato tutto quello che era a nostra disposizione. Tra l'altro ho usato, addirittura, uno degli estintori, perch nel frattempo, quando iniziato di nuovo il fuoco, uno dei colleghi, non so chi, perch al buio non l'ho visto, mi ha porto il secondo estintore, e io col secondo estintore ho cercato di spegnere le fiamme sempre dall'obl. Per non ci sono...

P.M.:           l'estintore, nel frattempo, che fine aveva fatto? Si era esaurito?

ANGELO S.:      il primo s, il primo si esaurito subito dopo che avevo spento il fuoco.

P.M.:           dopo pochi secondi?

ANGELO S.:      dopo pochi attimi, perch era un estintore di quelli piccolini, da cinque chili, da quattro chili, non lo so quanto era.

P.M.:           quindi fermiamoci un attimo qui. Dal momento in cui gli agenti vengono a dirle: "ispettore c' del fumo", al momento in cui lei gi riuscito ad aprire la prima e la seconda porta, cio le stanze numero uno e numero due, e ha fatto accompagnare gli ospiti nella sala mensa, ha un'idea di quanto tempo possa essere passato?

ANGELO S.:      pochissimo tempo. Pochissimo, non so quantificarlo, ma penso meno di un minuto.

P.M.:           meno di un minuto. Quindi lei, dopo...

ANGELO S.:      anche perch quelli che gi si trovavano all'interno delle prime due stanze forzavano per uscire, perch il fumo era diventato tale e tanto.

P.M.:           certo, erano spaventati.

ANGELO S.:      erano sicuramente spaventati, ma avevano la fretta di uscire, perch non sapevano cosa stesse succedendo.

P.M.:           ho capito. Quindi...

ANGELO S.:      precisiamo che in questo frattempo si era tolta la luce, quindi eravamo al buio.

P.M.:           ecco, la luce quando ...?

ANGELO S.:      la luce si tolta, esattamente non lo so se quando ho aperto la prima porta o quando stavo per aprire la seconda. Comunque in quel frangente si tolta la luce. Quindi siamo rimasti totalmente al buio. Questo importante, almeno per le operazioni, perch poi al buio non si riusciva pi a guardarsi in faccia neanche fra di noi.

P.M.:           l'unica fonte di luce...

ANGELO S.:      era il fuoco.

P.M.:           era quella del fuoco.

ANGELO S.:      in quel momento era il fuoco.

P.M.:           quella del fuoco. Senta, nel frattempo qualcuno aveva..., si era adoperato per chiamare i soccorsi?

ANGELO S.:      io personalmente ho fatto una chiamata, in questo frattempo, o due, non lo ricordo bene. Comunque sono state fatte al 113, perch era la linea diretta, e sicuramente saranno registrate. E l'ispettore Marino, da quanto mi risulta, anche lui, ha chiamato soccorsi. Tant' che nel momento in cui io mi sono ritrovato di fronte alla porta che non si apriva, so che arrivato altro personale, che non era quello in servizio l, per se mi dice chi era il personale non lo so. Personale di Polizia, non sto parlando di personale di vigili del Fuoco, eccetera. Io i Vigili del Fuoco non ho avuto la possibilit neanche di vederli arrivare. Perch? A questo punto giusto che precisi. Quando io mi sono soffermato nell'apertura della porta, vedendo che questa porta non si apriva a tirarla, mi sono messo con questa persona, con queste persone che sono arrivate subito dopo, per sfondarla. La porta si sfondata nella parte inferiore, e immediatamente ne uscita una persona, un extra comunitario, che abbiamo aiutato ad uscire da sotto la porta. Poi non so se con l'estintore, non so con che cosa, un altro collega riuscito ad abbattere la parte superiore della porta, che caduta sulla sinistra. In quel momento c'era un extracomunitario che era in mezzo alle fiamme e abbiamo tirato fuori. Dopo di che io non sono pi nelle condizioni di raccontare nulla. Perch mi sono ritrovato sveglio in ospedale. Questo fino al punto un cui io ho seguito le operazioni.

P.M.:           ho capito. Senta, un attimo ancora un passo indietro. La parte inferiore della porta come riuscite a sfondarla? Cio come creata questa breccia?

ANGELO S.:      guardi questa breccia stata creata a mezzo di estintori vuoti, a mezzo di calci e a mezzo di manganelli che, qualcuno, tra l'altro, si bruciato pure.

P.M.:           ho capito. Ha sentito lei, in qualche momento, uno scoppio, una deflagrazione, un rumore?

ANGELO S.:      definire scoppio o deflagrazione, non lo so. Io ho sentito come quando si alimenta il fuoco, non so se mai... Cio normalmente quando si fa il fuoco, si accende il fuoco si mette dell'alcol si sente una vampata, come se ci fosse un botto, ma non un vero botto, come se qualcosa alimentasse il fuoco.

P.M.:           e questo quando avviene?

ANGELO S.:      questo    avviene nell'intervallo fra quando io pensavo di avere spento le fiamme, e quando le fiamme poi sono divampate in modo incontenibile. Proprio in quell'intervallo.

P.M.:           ho capito. Senta, quando, dico gli ultimi ricordi che lei ha sono comunque antecedenti all'arrivo dei Vigili del Fuoco?

ANGELO S.:      s.

P.M.:           cio lei riusciva a vederli o sentirli?

ANGELO S.:      no, no, io ho sentito delle sirene, ma non posso dirle se erano i vigili del fuoco o erano le ambulanze.

P.M.:           senta un'altra cosa, pu descrivere al Tribunale, la struttura di questa stanza, la stanza numero 3, se ricorda pi o meno, in modo orientativo le dimensioni e quali aperture aveva?

ANGELO S.:      allora, questa stanza, per quelli che sono i miei ricordi, aveva un ingresso centrale, dal corridoio grande, cio dal grande corridoio dove erano ubicate tutte queste stanze, c'era un ingresso centrale, che era...

P.M.:           la porta sbarrata.

ANGELO S.:      la porta che non si poteva aprire, di fronte a questa porta c'era una cancellata di circa, non so, un metro e venti, un metro e quaranta, che si apriva a due ante, poi sulla destra e sulla sinistra della cancellata, ci sono due finestre, a due ante, credo che siano le finestre.

P.M.:           scusi la cancellata all'interno della stanza o all'esterno, rispetto agli infissi?

ANGELO S.:      allora rispetto agli infissi all'esterno. Rispetto agli infissi all'esterno della stanza, cio allocata con dei punzoni laterali alla porta interna.

P.M.:           quindi allora ci sono due finestre, dico, all'interno della stanza ci sono due finestre, e poi esternamente c' una cancellata che le protegge entrambe?

ANGELO S.:      no, protegge la porta soltanto, allora, c' la porta centrale e le due finestre, le due finestre sono protette...

P.M.:           la porta centrale non stiamo parlando della porta che da sul corridoio che da sull'altro lato?

ANGELO S.:      no, no, non quella del corridoio, quella che danno sulla veranda, allora guardandolo dall'interno, abbiamo degli infissi in legno, sia per le finestre che per la porta, all'esterno di queste finestre e questa porta, sul ballatoio, su quella che la veranda, chiamiamola come vogliamo, ci sono a destra e a sinistra, cio nelle finestre delle cancellate fisse, quella centrale della porta, sempre esternamente, che da sul ballatoio, e una cancellata, credo che sia a due ante, che si apre all'esterno.

P.M.:           ho capito, senta queste finestre e questa porta di che materiale sono fatte?

ANGELO S.:      allora le porte e le finestre sono in legno.

P.M.:           hanno dei vetri?

ANGELO S.:      sono questo plex glass (come da pronuncia) come lo chiamo io, che tipo un plastificato che duro a rompersi.

P.M.:           quindi c' la cornice, il plex glass al posto del vetro?

ANGELO S.:      c' allora, io telaio, le due cornici delle finestre, e il plex glass al posto del vetro.

P.M.:           e la finestra, e la porta si possono comunque aprire dall'interno?

ANGELO S.:      s, certamente.

P.M.:           voi in quella sera, almeno quando poi avete rinchiuso dentro gli ospiti, queste porte le avevate lasciate aperte o chiuse?

ANGELO S.:      queste porte erano aperte, c'erano solo i cancelli, i cancelli e le inferriate che non potevano togliersi.

P.M.:           quindi l'aria passa dalle inferriate?

ANGELO S.:      s, certamente che passa.

P.M.:           senta queste inferriate sono chiuse come?

ANGELO S.:      allora, le inferriate esterne erano chiuse...

P.M.:           lei ha detto sue sono fisse, cio non si possono aprire.

ANGELO S.:      s, fisse non si possono aprire.

P.M.:           sono delle grate.

ANGELO S.:      grate, esattamente.

P.M.:           la terza, quella centrale, quella vicino alla porta?

ANGELO S.:      quella centrale era chiusa con la serratura normale, e in pi c'era una catena, con lucchetto.

P.M.:           le chiavi di questa serratura?

ANGELO S.:      erano nella bacheca, bacheca che si trova entrando dalla scala principale, nella stanza sulla sinistra che adibita ad ufficio e ad infermeria.

P.M.:           i questa bacheca, quali chiavi si trovavano, anzi facciamo ancora un passo indietro, diciamo, parlando solo, parlando di tutte le stanze, dico, quante chiavi c'erano e a cosa corrispondevano, e se erano distinte per singola stanza e infissi?

ANGELO S.:      no, le chiavi non erano distinte per singola stanza ed infisso, le chiavi quelle principali erano le chiavi dei cancelli di ingresso e di passaggio cio a dire il cancello di ingresso principale, il cancello di passaggio per la sala mensa, il cancello di passaggio per la veranda, per quanto riguarda il nostro lato.

P.M.:           scusi il cancello di passaggio per la veranda, dai vostri uffici?

ANGELO S.:      dai nostri uffici.

P.M.:           che permette di andare sulla ...

ANGELO S.:      sulla veranda.

P.M.:           sulla stessa veranda su cui si affacciano le stanze?

ANGELO S.:      s, esatto. Per cui queste chiavi erano diverse da tutte le altre, erano chiavi di sicurezza cosiddette per cui erano a portata di mano messe distintamente l'una dall'altra.

P.M.:           diverse e riconoscibili anche se messe...

ANGELO S.:      s, riconoscibili tra di loro.

P.M.:           diverse. Per quanto riguarda invece le chiavi dei lucchetti.

ANGELO S.:      per quanto riguarda le chiavi dei lucchetti e delle serrature dei cancelli, erano messi tutti insieme nella stessa bacheca.

P.M.:           ho capito, se io volevo andare ad aprire una singola, un singolo lucchetto, o una singola porta esterna, sapevo quali chiavi andare a prendere o dovevo provarle?

ANGELO S.:      dovevo provarle, diciamo che la situazione si semplificata per me, perch quando sono stati messi i lucchetti nelle barre, le chiavi, me li ero prese e messe sulla scrivania a portata di mano.

P.M.:           quali chiavi aveva a portato di mano?

ANGELO S.:      quelle dei lucchetti che chiudevano le porte dalla parte del corridoio interno.

P.M.:           dalla parte interna, invece quelle esterne erano?

ANGELO S.:      quelle esterne erano in bacheca con tutto il mazzo di chiavi in bacheca.

P.M.:           lei ce li aveva a portata di mano, quindi lei ha subito prese quando...

ANGELO S.:      s, tant' che ho fatto prestissimo ad aprire le porte, quelle che ho potuto aprire, quelle che non si sono aperte, non ci sono riuscito, non...

P.M.:           non c' riuscito. Senta lei da questo, questo obl quant' grande, pi o meno?

ANGELO S.:      ripeto un diametro di circa venti centimetri, 25, non lo so.

P.M.:           lei dall'obl cos riesce a vedere, quando, innanzitutto nell'immediatezza, cio nel momento in cui viene chiamato dai suo collaboratori?

ANGELO S.:      non riesco a vedere quasi niente, nel senso che riesco solo ad inserire il boccaglio, come si chiama, dell'estintore e tra l'altro c'era un materasso messo sopra, quindi il boccaglio ha lavorato sotto il materasso tra porta e materasso.

P.M.:           quindi questo materasso era poggiato, era in piedi poggiato sulla porta?

ANGELO S.:      era stato buttato sulla porta.

P.M.:           ho capito, quindi dico, per lungo, cio era in piedi sulla porta?

ANGELO S.:      esatto, in piedi, nella parte verticale.

P.M.:           quindi dall'obl lei cosa vede, solo fumo?

ANGELO S.:      solo fumo e la fiammella nient'altro.

P.M.:           se invece non ci fosse stato il fumo, avrebbe visto il materasso, cio questo voglio dire, il materasso era proprio a contatto dell'obl?

ANGELO S.:      s, ma non, cio io ho sentito questo coso con la mano, non l'ho proprio visto.

P.M.:           ah, ha capito che era...

ANGELO S.:      posso presumere che sia il materasso perch era di quella morbidezza, per non so se fosse un materasso o fosse uno straccio molto morbido. Debbo presumere che sia il materasso, perch dalla morbidezza doveva essere il materasso.

P.M.:           lei vede anche fiamme o c' solo il fumo?

ANGELO S.:      io vedo il fumo e una fiammella, da prima, poi successivamente quando sento quel, non so definirlo, se una, quel divampare proprio, forse il termine esatto dire, divampare del fuoco, ho visto le fiamme proprio che avvolgevano la porta.

P.M.:           le fiammelle che avvolgevano la porta.

ANGELO S.:      ma questo stato in un secondo tempo, nel primo tempo ho visto solo la fiammella e il fumo.

P.M.:           senta lie sa se in giorni precedenti a quello della disgrazia, vi fosse un mezzo di emergenza dei vigili del fuoco nei pressi del Centro Serraino Vulpitta?

ANGELO S.:      personalmente no.

P.M.:           non l'ha mai visto.

ANGELO S.:      no.

P.M.:           n ne ha saputo. Senta lei diceva, era, giunto in servizio alla questura di Trapani pochi giorni prima di questo fatto?

ANGELO S.:      esatto.

P.M.:           nove giorni prima di questo fatto, stato assegnato dall'ufficio servizi e quindi poi distaccato l?

ANGELO S.:      s.

P.M.:           le sono state date delle indicazioni, delle linee di comportamento, delle spiegazioni su cosa lei avrebbe dovuto fare in caso di incendio e anche in caso di altro tipo di incidenti o di possibili problemi?

ANGELO S.:      no, diciamo che si lascia all'istinto e alla professionalit dell'operatore.

P.M.:           esistevano delle circolari scritte nell'ordinanza del questore si diceva qualcosa a proposito di questo?

ANGELO S.:      no, che io ricordi no.

P.M.:           lei l'ordinanza l'aveva letta?

ANGELO S.:      s.

P.M.:           e ricorda, grosso modo, dico, cosa diceva l'ordinanza?

ANGELO S.:      ma l'ordinanza parlava solo di ordine pubblico, non citava case di sicurezza pubblica.

P.M.:           di ordine pubblica, cio evitare che potessero allontanarsi.

ANGELO S.:      evitare tumulti, evitare che si allontanassero, evitare che autolesionassero, ma non parlava n di incendi, n di calamit naturali, di nessun'altra cosa. Per quello che io ricordi.

P.M.:           senta dopo che si verificano gli incidenti, il tentativo parzialmente riuscito di allontamento di alcuni degli ospiti degli immigrati ospiti, chi ha coordinato, chi ha effettuato le operazioni di smistamento, lei diceva, c' stato necessit di smistare gli ospiti in stanze diverse, perch ...

ANGELO S.:      perfetto. Ha coordinato tutto questo il dottore Cuciti, personalmente.

P.M.:           e lei ha eseguito le disposizioni che venivano date rispetto all'allocazione...

ANGELO S.:      diciamo che io indirettamente perch in quel momento erano presente, i ragazzi di rinforzo del reparto mobile. Io ho coadiuvato, visto che c' un funzionario, e quando si tratta di ordine pubblico solo l'ufficiale di pubblica sicurezza che pu dare delle disposizioni e prendere delle iniziative, in quel caso io ho ottemperato a quello che era stato disposto, nient'altro.

P.M.:           senta il personale del reparto mobile, poi c'era quando successo questo fatto, non ho capito, o poi and via?

ANGELO S.:      no, no, poi and via, il personale...

P.M.:           intervenuto solo per questi disordini?

ANGELO S.:      venuto solo per i disordini.

P.M.:           tutto l'altro personale dio cui lei parlava, personale, dell'ufficio sevizi, cio in servizio presso la questura di Trapani?

ANGELO S.:      il personale che venuto dopo le nostre telefonate, sia le mie che quelle dell'ispettore Marino, non so se fosse dell'ufficio servizi, dell'ufficio volanti.

P.M.:           no, no, io dico gli uomini che aveva a disposizione lei all'inizio del turno?

ANGELO S.:      no, all'inizio del turno io avevo a disposizione personale del reparto mobile, perch il personale del reparto mobile, veniva assegnato proprio per questo specifico servizio di ordine pubblico.

P.M.:           quindi i sei uomini che lei aveva a disposizione erano del reparto mobile di Palermo?

ANGELO S.:      reparto mobile di Palermo.

P.M.:           un'ultima cosa, l'impianto elettrico, gi gliel'avevo chiesto ma forse non ho ben capito, in che momento salta, cio quando viene a mancare la luce?

ANGELO S.:      la luce viene a mancare proprio quando io stavo, cio avevo iniziato ad aprire le porte per fare uscire i cittadini extracomunitari.

P.M.:           quindi lei sta, apre la prima porta e ancora la luce c'era?

ANGELO S.:      non ricordo, credo che sia stato nel frangente, fra l'apertura della seconda porta, perch alla prima porta ricordo che c'era luce, alla seconda porta poi non ricordo pi la presenza della luce.

P.M.:           lei comunque riuscito ad aprire e queste persone si sono confluite ordinatamente nella sala mensa?

ANGELO S.:      di corsa ordinatamente.

P.M.:           senza disordini, senza problemi?

ANGELO S.:      senza disordini perch gi avevo detto, cio in questi attimi, avevo disposto di aprire, tutte le finestre possibili, avevo disposto di sistemare la sala mensa, e nello stesso tempo andavo aprendo le porte, quindi stata diciamo una questione cos breve, i tempi sono stati cos brevi che neanche io so come sono riuscito a farcela, pi che altro, perch gli uomini quelli che erano, erano.

P.M.:           senta la stanza numero 3, gliel'avevo chiesto prima, per poi c' sfuggito, che dimensioni aveva pi o meno?

ANGELO S.:      allora le dimensioni della stanza, per quelle che possono essere le mie conoscenze, saranno un cinque metri per cinque.

P.M.:           cinque metri per cinque.

ANGELO S.:      e l'altezza...

P.M.:           e quante persone erano state sistemate dentro quella stanza?

ANGELO S.:      dodici credo.

P.M.:           dodici persone, quindi erano state ripartite in modo pari nelle tre stanze?

ANGELO S.:      in modo anomalo, diciamo, non uguale, perch in uno ce n'erano dieci, in uno dodici, in una altri dodici, quindi, perch magari uno non voleva andare con l'altro, cio avevano problemi di colloquio, di convivenza, non lo so, perch purtroppo non facile farli stare insieme.

P.M.:           un'ultima, domanda, lei ha quantificato in pochissimi minuti questi attimi sino al momento in cui lei si dedica a cerare di aprire la terza porta, per quanto lei possa ricordare, in totale, dal momento in cui scatta l'emergenza, le dicono c' il fumo, al momento in cui poi lei non ricorda pi niente, quanto tempo pu essere passato, se in grado di riferirlo?

ANGELO S.:      non glielo so dire. Per me passato una eternit, per non lo so quanto passato realmente.

P.M.:           un'ultimissima cosa, mentre, dico, lei cercava di aprire la porta interna, le venuto, o vi venuto in mente di provare a fare uscire gli ospiti dalla parte esterna?

ANGELO S.:      per quanto ne so c'era l'ispettore Marino che ci ha provato.

P.M.:           quindi diciamo che vi eravate in qualche modo...

ANGELO S.:      divisi i compiti, per sommi capi.

P.M.:           ci pu descrivere questo che lei, questo esterno che lei dice, ballatoio, cos' esattamente?

ANGELO S.:      allora questo ...

P.M.:           come si presenta?

ANGELO S.:      essendo una palazzina molto antica, questo ballatoio funge da veranda coperta con dei pilastri equi distanti, poi si affaccia sul giardino prospiciente al Serraino Vulpitta.

P.M.:           quindi che coperto, per davanti aperto?

ANGELO S.:      davanti c' una grata in ferro, alta circa due metri e cinquanta, per impedire che gli extracomunitari quando sono in passeggiata o sono liberi di circolare l dentro, perch tra l'altro ogni giorni c'era la possibilit di farli uscire per passeggiare, per evitare che lo si lanciassero dal secondo piano.

P.M.:           quindi , come dire, un balcone, con la differenza rispetto al normale, balcone, che invece di avere delle ringhiere a un'altezza di un metro, un metro e mezzo, aveva invece delle inferriate molto pi alte?

ANGELO S.:      delle grate, pi che inferriate.

P.M.:           delle grate, queste grate si possono aprire o sono chiuse?

ANGELO S.:      no, sono fisse.

P.M.:           cio sono delle grate fisse.

ANGELO S.:      delle grate fisse, fissate, bullonate ai pilastri.

P.M.:           e pi o meno a che altezza si trovano dalla, rispetto al suolo, cio a che piano siamo per capirci?

ANGELO S.:      ma siamo al secondo...

PRESIDENTE:     scusi, Pubblico Ministero solo per evitare, temo che ci sia un equivoco, le grate a cui lei fa riferimento, in che senso non si possono aprire?

ANGELO S.:      nel senso che sono fissate.

PRESIDENTE:     s, ma dico, si possono aprire?

ANGELO S.:      no.

PRESIDENTE:     allora...

ANGELO S.:      queste sono le grate che danno all'esterno proprio, non nelle stanze, quelle esterne, quelle che sono balcone.

P.M.:           proteggono il balcone, signor Giudice.

ANGELO S.:      proteggono il balcone, il parapetto del balcone.

PRESIDENTE:     dentro c' quella in legno, e poi c' la cancellata?

ANGELO S.:      s.

PRESIDENTE:     anche perch diversamente non capivamo cosa ci facesse il Marino con le chiavi, va bene, d'accordo ispettore.

P.M.:           quindi allora, dico, abbiano allora, all'interno c', prima la finestra, e la porta, poi la grata, poi un balconcino...

ANGELO S.:      un ballatoio.

P.M.:           un ballatoio e poi delle grate al posto delle usuali ringhiere.

ANGELO S.:      che sono all'interno delle ringhiere. Sono all'interno della ringhiere e sono alte in moda da far s che non si lanciano dal secondo piano.

P.M.:           secondo piano quindi insomma ad una altezza, a una consueta altezza di secondo piano?

ANGELO S.:      no, assolutamente no, perch ogni piano di circa, forse un cinque metri.

P.M.:           senta ma se io voglio accedere a quel ballatoio, come faccio, cio se io voglio andare in quel ballatoio?

ANGELO S.:      i passaggio per accedere a quel ballatoio, era dato dal cancello che faceva accedere alla mensa e poi al ballatoio.

P.M.:           quindi sempre dall'interno, dall'esterno io non posso accedere.

ANGELO S.:      no, dall'esterno no.

P.M.:           non ho altre domande Presidente.

PRESIDENTE:     Parte civile.

AVV. BISAGNA:   Avvocato Bisagna per la parte civile. Buonasera ispettore.

ANGELO S.:      buonasera.

AVV. BISAGNA:   gi ha parzialmente risposto, a questa mia precisazione, quindi voi per le cancellate delle finestre, queste qua, avevate un mazzo di chiavi unico, non era possibile, cio bisognava trovare, una ...

ANGELO S.:      s, bisognava ricercare...

AVV. BISAGNA:   ed era quello che prevedeva il piano di evacuazione?

ANGELO S.:      guardi, per quanto mi risulta non c'era un piano di evacuazione.

AVV. BISAGNA:   non c'era un piano di evacuazione. Ma, voi avete fatto un corso antincendio per esempio?

ANGELO S.:      assolutamente no.

AVV. BISAGNA:   neppure successivamente, fatto?

ANGELO S.:      successivamente per quanto ne so, qualcuno lo ha fatto, ma io no.

AVV. BISAGNA:   ah, neppure tutti!

ANGELO S.:      non lo so.

AVV. BISAGNA:   no, no, lei no per esempio, dico, voglio capire, appunto.

ANGELO S.:      anche perch non sono pi in servizio da parecchio tempo.

AVV. BISAGNA:   ho capito. Quindi non c'era un piano. C'erano delle ispezioni che prevedevano la verifica dei sistemi di sicurezza?

ANGELO S.:      non mi risulta, o meglio durante quei pochi turni che ho fatto, non ho ricevuto nessuna ispezione.

AVV. BISAGNA:   erano previste nelle consegne esercitazioni di evacuazione antincendio?

ANGELO S.:      no.

AVV. BISAGNA:   va bene, io non ho nessun'altra domanda.

PRESIDENTE:     prego Avvocato Crescimanno.

AV.CRESCIMANNO: ispettore, con un po' di sforzo di memoria, in grado di collocare, grosso modo, nel tempo l'inizio dei tumulti, rispetto all'inizio del suo turno evidentemente? SE non sbaglio lei ha detto che i tumulti si svolgono durante il suo turno.

ANGELO S.:      guardi, intorno alle mezzanotte durante il cambio turno, stato, quindi...

AV.CRESCIMANNO: quindi proprio all'inizio.

ANGELO S.:      mezzanotte, mezzanotte e cinque, mezzanotte meno cinque.

AV.CRESCIMANNO: chiaro che questo non ha nessuna rilevanza, ovviamente, il cinque...

ANGELO S.:      intorno alle mezzanotte.

AV.CRESCIMANNO: va be', quindi contemporaneamente all'inizio del suo turno, grosso modo.

ANGELO S.:      s.

AV.CRESCIMANNO: la durata di questi tumulti, intendo per durata, il momento in cui le altre forze di polizia che hanno sostenuto l'intervento o si ritirano?

ANGELO S.:      intorno all'una e cinquanta le 2:00.

AV.CRESCIMANNO: quindi un paio di ore?

ANGELO S.:      un paio di ore.

AV.CRESCIMANNO: un paio di ore. L'incendio grosso modo rispetto a questo momento, quanto tempo dopo scoppia, o comunque ne avete notizia?

ANGELO S.:      circa un'ora dopo.

AV.CRESCIMANNO: circa un'ora dopo. Se io non ho colto male, lei a quel punto ci ha, anzi lei chiedo una conferma, sei o sette uomini oltre lei?

ANGELO S.:      sono sei oltre me.

AV.CRESCIMANNO: quindi sette in totale, lei compreso?

ANGELO S.:      s.

AV.CRESCIMANNO: quindi sono a questo punto, i conti tornano.

ANGELO S.:      s, perch ho commesso un errore di numeri, perch effettivamente era uno di collegamento e poi due e due, e gli altri erano sotto.

AV.CRESCIMANNO: allora sette?

ANGELO S.:      sette uomini...

AV.CRESCIMANNO: pi lei otto.

ANGELO S.:      pi me otto.

AV.CRESCIMANNO: va bene, mi mancava, mi veniva meno una unit.

ANGELO S.:      il collegamento che in prativa...

AV.CRESCIMANNO: non due uomini ma uno.

ANGELO S.:      uno che era il capo squadra.

AV.CRESCIMANNO: perfetto i conti tornano, e quindi non ci sono problemi. Quando avete avuto notizia, avete perch con lei c'era l'ispettore Marino, esatto, con il quale stavate facendo?

ANGELO S.:      una, cio stavamo cercando di mettere per iscritto quello che era successo durante i tumulti.

AV.CRESCIMANNO: perfetto.

ANGELO S.:      relazionando, come si usa in gergo.

AV.CRESCIMANNO: relazione di servizio.

ANGELO S.:      perfetto.

AV.CRESCIMANNO: quando avete avuto notizia dell'incendio, lei ricorda se subito andato o ha prima fatto qualche telefonata o quando ha fatto le telefonate?

ANGELO S.:      allora, io ricordo che la prima cosa che ho fatto andato l con l'estintore, al ritorno ho fatto la telefonata, ho preso il mazzo, il mazzo, quelle chiavi dei lucchetti per aprire le porte, io ho fatto una o due telefonate, in questo frangente.

AV.CRESCIMANNO: l'ha fatto...

ANGELO S.:      all'andare vieni tra un viaggio e l'altro.

AV.CRESCIMANNO: cosa abbia fatto subito dopo l'arrivo della notizia di incendio dell'ispettore Marino, lei lo ha notato o non lo ha notato?

ANGELO S.:      no. Io so che l'ispettore Marino da prima venuto all'interno e poi si allontanato per l'esterno. Perch giustamente c'era da vedere anche all'esterno cosa si poteva fare.

AV.CRESCIMANNO: quindi lei prende l'estintore e va direttamente alla stanza 3 per semplificare il ragionamento?

ANGELO S.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e fa quella manovra che ha detto, e cio attraverso l'obl introduce la manichetta e...

ANGELO S.:      per spegnere il fuoco e ritengo, al momento ho avuto la sensazione di essere riuscito a spegnere il fuoco.

AV.CRESCIMANNO: quindi torna indietro e prende le chiavi?

ANGELO S.:      s, e in questo frattempo telefono.

AV.CRESCIMANNO: va bene, la telefonata, prende le chiavi. Poi se ho ben capito, lei tornando indietro adopera le chiavi innanzitutto per aprire le sbarre delle prime due stanze?

ANGELO S.:      s.

AV.CRESCIMANNO: non le chiedo il perch di questa scelta, lei ha gi detto poc'anzi, che ha ritenuto di fare cos.

ANGELO S.:      cio...

AV.CRESCIMANNO: in cosa consiste questa manovra di aperture per le altre due stanze?

ANGELO S.:      nel togliere i lucchetti e le sbarre.

AV.CRESCIMANNO: quindi le toglie materialmente tutte, completamente le sbarre?

ANGELO S.:      adesso non lo ricordo, ma io so di avere aperto le parte e di aver tolto quanto meno un lucchetto per aprire la porta.

AV.CRESCIMANNO: ma per capire, se lei toglie un lucchetto da una sbarra che poggiata su due occhielli a muro, abbiamo appreso da lei che bastava sollevarla per sganciarla da un lato.

ANGELO S.:      perfetto.

AV.CRESCIMANNO: perch dall'altro lato se non ha tolto il lucchetto non la si pu sganciare?

ANGELO S.:      perfetto.

AV.CRESCIMANNO: e dopodich, cosa ne fa di questa sbarra? La fa girare direi a bandiera?

ANGELO S.:      s.

AV.CRESCIMANNO: e non rimane a occupare il corridoio ad altezza l'uomo?

ANGELO S.:      no, assolutamente no, perch questa barra girando arriva fino al muro.

AV.CRESCIMANNO: e c' tanto spazio da non...

ANGELO S.:      s.

AV.CRESCIMANNO: interferire con le altre porte?

ANGELO S.:      s.

AV.CRESCIMANNO: ah, va bene, quindi lei la gira completamente?

ANGELO S.:      s, non anzi addirittura se non ricordo male, prima che si togliesse la luce io i due lucchetti li ho tolti, poi ho iniziato a non togliere uno dei due lucchetti per accelerare i tempi.

AV.CRESCIMANNO: quindi la prima porta dovrebbe essere stata liberata completamente dalla sbarra.

ANGELO S.:      s.

AV.CRESCIMANNO: la seconda porta...

ANGELO S.:      che io ricordi s, la prima porta stata completamente, poi si tolta la luce, e quindi in quel momento la fretta era tale che non mi interessava pi andare a togliere tutti e due lucchetti ma mi interessava aprire le porte.

AV.CRESCIMANNO: ho capito, arrivato alla terza porta.

ANGELO S.:      io ho tolto il primo lucchetto, quello di destra ho girato la barra, e ho cercato di aprire la porta. Quindi lei si limitato a togliere un lucchetto e a girare la barra?

ANGELO S.:      s.

AV.CRESCIMANNO: ispettore io debbo, per la sua memoria, darle lettura formalmente debbono contestarle, cos dobbiamo dire tecnicamente, quanto da lei dichiarato il 12 aprile 200 alla dottoressa Macchiusi sostituto procuratore della Repubblica di Trapani, nella seconda facciata, il secondo foglio di questo interrogatorio, dopo le prime righe, lei dice, parla dell'estintore: "tentavo introducendo il braccio" per inquadrare Presidente leggo anche queste righe, appena, appena pi indietro del punto che mi interessa, "tentavo introducendo il braccio, con l'estintore di spegnere il focolaio non riuscendovi, intanto il fumo aveva invaso tutto il corridoio interno ed era saltato l'impianto elettrico, resomi conto della gravit della situazione, capivo che l'unica possibilit di intervento consisteva nell'aprire la porta della stanza, provvedevo conseguentemente", quindi intanto dico che lei non ha parlato delle altre due stanze, non ha detto nulla sulle altre due stanze.

ANGELO S.:      s, vero.

AV.CRESCIMANNO: "provvedevo conseguentemente ad aprire il lucchetto che assicura la sbarra di ferro posta a sbarramento esterno della porta, che preciso si apriva verso l'esterno, e tentato di tirare quest'ultima, non riuscendovi a causa del forte calore che evidentemente aveva ingrossato il legno, incastrandolo con il telaio e per la mancanza di appigli, cominciavo unitamente agli altri agenti a dare colpi" e narra l'estintore, i piedi, eccetera, "riuscivo a creare la breccia" eccetera. IO ho sbagliato il punto di attacco, quindi adesso sto recuperando con qualche eccetera, per arrivare rapidamente al punto che intendevo ricordare all'ispettore. Domanda successiva, a domanda risponde: "la sbarra posta all'esterno della porta, dopo l'apertura del lucchetto stata divelta completamente perch impediva di intervenire sulla porta medesima".

ANGELO S.:      probabilmente, ma non ricordo questo, stata divelta, cio nel senso che stata tolta, non divelta, qualcuno l'ha divelta, ma non io.

AV.CRESCIMANNO: scusi se la sbarra poteva ruotare sul proprio...

ANGELO S.:      sicuramente.

AV.CRESCIMANNO: sul proprio perno.

ANGELO S.:      s, e ruotava sul perno.

AV.CRESCIMANNO: e togliersi, dico, poteva, nel senso che aveva questo spazio?

ANGELO S.:      s.

AV.CRESCIMANNO: per girare e poggiare sul muro, perch si doveva andare a divellerla dal muro?

ANGELO S.:      perch probabilmente nel momento in cui stavamo tentando di aprire la porta, qualcuno vedendo la sbarra si dato una mano a, proprio togliendo la sbarra, non cos strano.

AV.CRESCIMANNO: ma io credo che divellere dal muro una sbarra che , da un canto chiusa da un lucchetto e poi agganciata a un occhiello murato, sia una operazione...

ANGELO S.:      guardi che la cosa semplicissima, perch a parte tutto ritengo che non sia, non era murata cos bene, per essere divelta. Perch una cosa che murata bene, non la si toglie, quindi se qualcuno stato in grado di toglierla, dal muro vuole dire che facendo leva sulla sbarra riuscita a toglierla.

AV.CRESCIMANNO: ma dico fu divelta, o non fu divelta, partiamo da questo, perch lei oggi non ha parlato...

ANGELO S.:      s, stata divelta, confermo che stata divelta, ma non so da chi.

AV.CRESCIMANNO: quindi poc'anzi non lo ricordava questo?

ANGELO S.:      non che non lo ricordavo, cio ho descritto alcuni particolari, ho detto che stata girata, ma probabilmente ricordando il fatto che poi stata tolta, qualcuno del personale che mi venuto ad aiutare l'ha strappata dal muro per rompere la porta, semplice.

AV.CRESCIMANNO: insomma, che sia semplice...

PRESIDENTE:     a quel punto deve averla sradicata dal muro.

ANGELO S.:      no, ma basta...

AV.CRESCIMANNO: forse era pi semplice sradicare la porta.

ANGELO S.:      ma questo il principio banalissimo della leva, basta semplicemente fare leva su un lato che si toglie tutto.

PRESIDENTE:     per carit...

ANGELO S.:      no, attenzione, attenzione, questa sbarra all'interno di questo occhiello, poteva muoversi in tutti i modi, sia in verticale, che in orizzontale, attenzione, non che questa sbarra era fissata non aveva spazio, questa sbarra c'era qua l'occhiello, e qua la sbarra, questa sbarra poteva muoversi girando in verticale e...

PRESIDENTE:     ispettore ci rendiamo conto che difficile...

ANGELO S.:      s, ma cos.

PRESIDENTE:     per carit non stiamo dicendo di no, noi ci dobbiamo porre anche dei problemi di logicit. Siccome si parlato del fatto che la sbarra fosse assicurata alle due estremit con il lucchetto, allora ci diciamo che viene meno il gioco. Se all'estremit della barra c', assicurata con il lucchetto, come fa a dargli questo gioco, questo il problema che si ...

ANGELO S.:      ma il lucchetto...

PRESIDENTE:     no, non le stiamo dicendo che non possibile, ci stiamo chiedendo come possibile.

ANGELO S.:      io lo posso spiegare come possibile.

PRESIDENTE:     e siamo qui per questo.

ANGELO S.:      allora, siccome la barra aveva un gioco abbastanza ampio all'interno dei due occhielli, togliendo un lucchetto, la barra poteva rotarsi, sia in verticale che in orizzontale.

PRESIDENTE:     e fin qui ci siamo.

ANGELO S.:      quindi rotando la barra in verticale, e facendo leva sulla parete era semplicissimo staccarla dal muro, l'unico problema dei due lucchetti era proprio per questa semplicit di togliere la sbarra che venivano messi i due lucchetti perch anche dall'obl se uno voleva l'appendeva a una barra e l'alzava, questo era il discorso dei due lucchetti.

PRESIDENTE:     certamente su questo era stato chiaro l'ispettore Marino.

ANGELO S.:      se questa sbarra facendo leva sulla parete, diventa una leva a tutti gli effetti e si pu staccare pure la parete.

AV.CRESCIMANNO: comunque poi queste valutazioni, ognuno di noi le far.

ANGELO S.:      guardi sicuramente successo cos, perch non credo che in Polizia ci siamo persone cos capaci da togliere la sbarra dal muro con la sola forza delle braccia.

AV.CRESCIMANNO: infatti per questo mi meraviglio.

ANGELO S.:      ma anche io mi meraviglio, ma ritengo che facendo leva sulla parete siano riusciti a staccarla.

AV.CRESCIMANNO: avrei ritenuto pu proficuo usare questa forza per sradicare la porta.

ANGELO S.:      ma infatti!

AV.CRESCIMANNO: avrebbe stato molto pi diretto e produttivo.

ANGELO S.:      siccome la forza non stata fatta, ma stata la leva a fare forza.

AV.CRESCIMANNO: va bene.

PRESIDENTE:     atteniamoci ai fatti.

AV.CRESCIMANNO: la porta stata distrutta nella parte bassa, esatto?

ANGELO S.:      s.

AV.CRESCIMANNO: non trovo il termine giusto, quindi distrutta nella parte bassa.

ANGELO S.:      perfetto. E' stata fondata nella parte bassa, da prima, da prima.

AV.CRESCIMANNO: nella parte bassa. Per questo stato adoperato l'estintore, se ho ben capito?

ANGELO S.:      s, estintore, manganelli quello che c'era a portata di mano.

AV.CRESCIMANNO: stata adoperata questa spranga.

ANGELO S.:      e anche la sbarra presumo, visto che stata divelta dalla parete.

AV.CRESCIMANNO: io le chiedo di essere, per carit, nel momento in cui la memoria l'aiuta, pi preciso.

ANGELO S.:      allora, la sbarra non l'ho divelta io, ma debbo...

AV.CRESCIMANNO: ma lei era l?

ANGELO S.:      s, io ero l, il fatto che l ad un palmo da naso non si vedeva, quindi io on riesco neanche a ricordare i colleghi che mi si avvicinavano e si alternavano, tant' che se io non sono arrivato a finire le operazioni, perch ho ingerito tanto di quel fumo tossico, che sono andato a finire in ospedale, ne sto pagando la conseguenze ancora oggi di questo evento.

AV.CRESCIMANNO: chiaro quello che lei dice. Ma, dopo, poi lei andato in ospedale, le chiedo scusa, e quindi, quando sono arrivati i vigili del fuoco lei non ha visto nulla?

ANGELO S.:      io l'unica cosa che ricordo sono le sirene, poi non so se sono arrivati, non sono arrivati, quando sono arrivati.

AV.CRESCIMANNO: il quando, grosso modo dall'inizio dell'incendio l'ha gi detto poc'anzi non in grado di, ma parliamo di alcuni quarti d'ora o parliamo di alcuni minuti, ordine di grandezza?

ANGELO S.:      ma guardi in ordine di grandezza possiamo parlare di minuti, sicuramente non di quarto d'ora o di ore.

AV.CRESCIMANNO: lei ricorda, per caso, per carit, pu darsi che non un evento tale che necessariamente ricordarlo, ricorda che a un certo punto l'ispettore Marino sceso dopo che si sono sentite le sirene ed tornato con un estintore dei Vigili del fuoco?

ANGELO S.:      non ero nelle condizioni di guardare gli altri quello che facevano.

AV.CRESCIMANNO: no, e infatti per carit, non mi meraviglio assolutamente di questo. Il lucchetto comunque di quella sbarra, della terza stanza per intenderci lo ha aperto lei?

ANGELO S.:      s, del lato destra della barra.

AV.CRESCIMANNO: del resto logico che le viene, corridoio viene da destra e quindi!

ANGELO S.:      ho tolto il lucchetto del lato destro.

AV.CRESCIMANNO: il primo dei due quello. Un solo chiarimento, che, per carit, probabilmente assolutamente irrilevante, ma vorrei capire, lei poc'anzi ha detto che l'accesso alla veranda avviene dall'ufficio?

ANGELO S.:      no, l'accesso alla veranda...

AV.CRESCIMANNO: io penso che sia detto cos, per questo le chiedo infatti un chiarimento.

ANGELO S.:      allora l'accesso alla veranda avviene passando il cancello del corridoio principale.

AV.CRESCIMANNO: il primo cancello, quello che va verso la scala in uscita?

ANGELO S.:      no, fra la scala e il corridoio c' un cancello alla fine della scala, cio all'ingresso del centro, un secondo cancello all'ingresso delle camere, per cui per andare in veranda bisogna aprire il secondo cancello, il cancello che porta alla mensa e il cancello che porta all'esterno, sono tre cancelli che si attraversano.

AV.CRESCIMANNO: questi cancelli hanno delle chiavi sempre custoditi in quella bacheca, per hanno le chiavi di sicurezza?

ANGELO S.:      le chiavi di sicurezza facilmente riconoscibili.

AV.CRESCIMANNO: quando lei ha preso le chiavi, non quando andato ad aprire i lucchetti, ma quando le ha prese la prima volta, da dove le ha prelevate?

ANGELO S.:      mi sono state consegnate da uno dei colleghi del reperto mobile che avevano chiuso le porte.

AV.CRESCIMANNO: lei sa dove erano custodite le sbarre messe dietro le porte?

ANGELO S.:      no, no.

AV.CRESCIMANNO: non le aveva mai viste prima di quella sera?

ANGELO S.:      no, no ne so niente.

AV.CRESCIMANNO: quindi dove fossero barre e catenacci lei non lo sa?

ANGELO S.:      assolutamente.

AV.CRESCIMANNO: perch dico, per spiegare a me stesso perch le faccio questa domanda.

ANGELO S.:      non ho idea che esistessero queste sbarre.

AV.CRESCIMANNO: benissimo, perch faccio la domanda da dove provengono le chiavi, perch sembrerebbe che le chiavi siano nella bacheca custodite?

ANGELO S.:      no, probabilmente, non probabilmente, sicuramente erano insieme ai lucchetti che c'erano all'interno del cassetto vicino alla scrivania.

AV.CRESCIMANNO: quindi le chiavi dei cancelli se ben capisco sono custodite nella bacheca, anche dei cancelli esterni per le stanze, se ho ben capito?

ANGELO S.:      s. In pratica c'era, c', non lo so ora se c', perch, in quel tempo c'era sulla destra della scrivania, un cassetto con all'interno dei lucchetti con relative chiavi, quella sera sono stati usati quei lucchetti e quelle chiavi, che mi sono state consegnate, le sbarre dove erano messe non glielo so dire, perch non avevo idea che esistessero.

AV.CRESCIMANNO: i lucchetti lo sa da dove provenivano.

ANGELO S.:      s, i lucchetti provengono da quel cassetto.

AV.CRESCIMANNO: e quindi poi chi ha messo le sbarre le ha consegnato...

ANGELO S.:      le chiavi.

AV.CRESCIMANNO: le chiavi.

ANGELO S.:      infatti le chiavi erano a portata di mano perch se qualcuno magari dovesse andare in bagno, avevo le chiavi a portata di mano.

AV.CRESCIMANNO: chi fosse colui che ha messo le sbarre, o coloro che hanno messo le sbarre credo che sia...

ANGELO S.:      non glielo so dire.

AV.CRESCIMANNO: appunto, sia eccessivo chiederglielo.

ANGELO S.:      il tutto stato operato alla presenza di due funzionari che erano il capo di Gabinetto e il vice Questore vicario.

AV.CRESCIMANNO: nessun'altra domanda Presidente, grazie.

PRESIDENTE:     deve chiudere l'esame? Pu andare grazie. Allora Pubblico Ministero la prossima volta facciamo Foder, il suo consulente?

P.M.:           Presidente io direi, dico, per essere un po' pi realista di quanto non sono stato per questa udienza, io fisserei per prudenza solo l'ingegnere Foder, perch credo che ci vorr parecchio tempo, perch un esame molto tecnico.

PRESIDENTE:     noi avremmo individuato il 10 maggio.

P.M.:           Presidente di pomeriggio o di mattina?

PRESIDENTE:     di mattina.

P.M.:           se pensa di fare una prosecuzione al pomeriggio io posso anche citare l'ingegnere... altrimenti se deva fare solo una sessione...

PRESIDENTE:     no, noi non sappiamo, comunque dico non sappiamo quanto tempo lei, perch il problema.

P.M.:           allora guardi io per prudenza citerei soltanto l'ingegnere Foder e basta.

PRESIDENTE:     altri testi non ne ha?

P.M.:           io no.

PRESIDENTE:     ha i due consulenti?

P.M.:           no, va be', uno un consulente l'altro l'ingegnere Foder un teste.

PRESIDENTE:     va bene. Allora, si rinvia a questo punto all'udienza del 10 maggio, ore 9:30. L'udienza tolta.