MIGRANTI, DIRITTO DI VOTO ED
ALTRO
E-rassegna periodica delle
agenzie
(dal 22 al 29 gennaio 2004)
A cura del Servizio Politiche Territoriali della
Uil
Dipartimento Politiche Migratorie
Tel. 064753292-405 Fax: 064744751
E-Mail polterritoriali2@uil.it Rassegna
n. 12
Stranieri in Italia e diritto di voto, un traguardo possibile ma non
facile
Roma, 25 gen. - (Adnkronos) - Sono due milioni e
mezzo nel nostro paese gli immigrati regolari, secondo le piu' recenti stime
della Caritas. Due milioni e mezzo di potenziali elettori, almeno per
le amministrative, anche se per ora solo in
prospettiva. L'iter parlamentare delle proposte di legge presentate in
Parlamento e' stato appena avviato, alla Camera, in commissione Affari
costituzionali.
Ma l'eventuale apertura all'elettorato attivo e
passivo per gli extracomunitari non sara' comunque un traguardo a breve, dal
momento che l'intervento del legislatore dovra' essere di carattere
costituzionale. E questo significa quattro letture
parlamentari, con tempi prevedibilmente lunghi, come sottolinea Isabella
Bertolini, relatrice in commissione sulle proposte presentate alla Camera: ''se
c'e' una legge su cui non si deve avere fretta -spiega- e' questa. Speriamo che
il calendario dei lavori non sia deciso da scadenze elettorali''. Resta il
fatto che il via al processo legislativo e' stato dato, anche in virtu'
dell'input giunto dal Parlamento europeo, che il 15 gennaio scorso ha
approvato, con 255 voti a favore, 192 contrari e 20 astensioni, una risoluzione
a favore della
concessione del diritto di voto alle elezioni locali
ed europee agli immigrati che risiedono legalmente nell'Ue. E proprio in questi
giorni, il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ha sottolineato come
siano ''maturi i tempi'' perch il Parlamento affronti una questione ''che
riguarda tutta l'Europa''. Gli immigrati regolari in Italia rappresentano il
4,2% della popolazione residente e sono aumentati, a fine 2002, del 10,8%
rispetto all'anno precedente, sempre secondo l'ultimo rapporto della Caritas.
Nel Lazio l'incidenza degli stranieri tocca quota 7%; in Lombardia, in Umbria e
in Emilia Romagna arriva al 6%. L'Italia si colloca ad un livello fra i pi
bassi nell'Ue per
presenza di immigrati regolari, lontanissima dalla
quota-record del Lussemburgo che conta il 36,9% di extracomunitari regolari
rispetto alla popolazione complessiva. Molto pi in basso nella graduatoria ci
sono paesi come Austria, Belgio e Germania con una media tra l'8 e il 9% di
immigrati regolari. Fra gli extracomunitari, la nazionalit pi numerosa resta
quella marocchina (172.834), che precede di poco quella albanese (168.963). Di
rilievo anche il numero di romeni
(95.834), filippini (65.257) e cinesi (62.314). La quota maggiore di cittadini
stranieri, pari al 58,7% si concentra nel nord del paese, ed in particolare nel
nord-ovest. Nel centro la percentuale di stranieri regolari e' pari a 32,8
punti, nel sud e' dell'8,9% e nelle isole e' pari al 4,1%. A guidare la
graduatoria delle presenze e' proprio la Lombardia con ben 348.298 presenze,
seguita dalla provincia di Roma (213.834). A livello di regioni, dopo la
Lombardia ci sono il Lazio (238.918), il Veneto (154.632), l'Emilia Romagna
(150.628). In provincia di Milano gli immigrati regolari sono 170.737.
Il
diritto di voto agli immigrati nei paesi europei
Una scheda comparativa paese per paese e la posizione dell'Unione
europea da http://europa.tiscali.it
Paese
per paese
Alcuni paesi europei
hanno gi introdotto il diritto di voto agli immigrati alle elezioni
amministrative, sostituendo come criterio per il riconoscimento dei diritti
politici la residenza alla cittadinanza.
Danimarca
Dal 1981, in gli
immigrati hanno il diritto di voto a livello comunale e provinciale
Gran Bretagna
Riconosce il diritto di
voto per le elezioni politiche a tutti i cittadini del Commonwealth, agli
irlandesi e ai pachistani
Islanda
Il diritto
riconosciuto ai soli cittadini dell'area scandinava.
Olanda e Irlanda
Il diritto esteso
alle sole elezioni amministrative.
Italia
Fino al 1992, la
cittadinanza, e quindi il diritto di voto, potevano essere ottenuti dopo cinque
anni di residenza continuativa nel territorio dello Stato. Questo periodo con
la legge n. 91 del 16 agosto 1992, si innalzato a 10 anni. Gli immigrati
regolarmente residenti sono ammessi ai referendum consultivi locali nelle
seguenti citt italiane: Torino, Bologna e Roma. Anche le regioni Toscana e
Friuli Venezia-Giulia hanno intenzione di inserire nei loro statuti norme che
prevedono il diritto di voto agli immigrati.
Norvegia
Dal 1993 consentito il
voto alle elezioni amministrative
Olanda
Dal 1985 il diritto
esteso alle sole elezioni
Portogallo
Possono votare i
peruviani, i brasiliani, gli argentini, gli uruguaiani, i norvegesi e gli
israeliani
Spagna
Votano alle elezioni
amministrative tutti i cittadini immigrati regolari
Svezia Dal 1975, dopo tre
anni di continuata permanenza, gli stranieri possono votare per le elezioni
comunali, regionali e per i referendum
Svizzera
Il diritto al voto alle
amministrative viene riconosciuto a tutti gli stranieri nei due cantoni
svizzeri di Jura e Neuchtel
Negli altri paesi
europei invece non previsto il diritto al voto per gli immigrati.
Francia
Possono votare per le
europee e le municipali i cittadini di paesi membri dell'Unione Europea. Questi
cittadini possono anche candidarsi nelle liste francesi per il Parlamento di
Strasburgo. Nel novembre 2002 l'assemblea nazionale ha respinto con 221 voti
contro 124 e senza nemmeno esaminarne gli articoli, una proposta di legge
costituzionale del deputato socialista Bernard Roman per la concessione del
diritto di voto agli extracomunitari, nelle elezioni locali.
La proposta di accordare il diritto di voto e l'eleggibilit ai cittadini non
comunitari era stata formulata precedentemente da un deputato di centro destra
Yves Lego, suscitando un vespaio di polemiche.
Germania
Gli immigrati che non
hanno la cittadinanza tedesca ma che sono cittadini dei paesi dell'Unione
Europea possono votare alle elezioni amministrative, in sostanza solo alle
comunali. Ci vuol dire che agli immigrati che non hanno la cittadinanza di un
paese dell'Ue non consentito votare in alcuna occasione.
Il diritto di voto
agli immigrati secondo l'Unione europea
L'elettorato, attivo e
passivo, per gli stranieri provenienti dai paesi dell'Unione Europea previsto
dall'articolo 8b del Trattato di Maastricht e dall'articolo 19 del trattato di
Amsterdam. La Convenzione di Strasburgo sulla partecipazione degli stranieri
alla vita pubblica a livello locale nel febbraio 1992, al capitolo C (ancora
non ratificato dal Parlamento italiano) prevede il diritto di voto - elettorato
attivo e passivo - per le elezioni amministrative. Gi in vigore dal 1996 il
riconoscimento del diritto di voto amministrativo per gli stranieri residenti
provenienti da paesi membri dell'Unione Europea. L'Unione europea nel 1997 con
una risoluzione invita gli stati membri a riconoscere il diritto di voto agli
immigrati regolari e residenti da almeno cinque anni. Lo scorso 15 gennaio 2003
a Strasburgo nell'ambito della Relazione annuale sui diritti umani nell'Unione,
il Parlamento europeo raccomanda agli Stati membri "di estendere il
diritto di voto e di eleggibilit alle elezioni comunali e del Parlamento
europeo a tutti i cittadini di paesi terzi che soggiornino legalmente
nell'Unione europea da almeno tre anni".
Immigrati e diritto di voto, le principali proposte di legge in
Parlamento
Scheda: anche se non esaustiva, riportiamo di
seguito una panoramica delle principali Pdl gi presentate in Parlamento in
materia di diritto di voto agli stranieri residenti nel nostro Paese.
DS- 1. Prima firmataria Livia Turco.
La proposta prevede, per gli stranieri regolarmente
residenti da oltre 5 anni, il diritto di voto e quello ad essere eletti nei
consigli comunali e provinciali e per altre elezioni locali. Gli stranieri
regolarmente residenti possono presentare petizioni alle Camere, accedere agli
uffici delle pubbliche amministrazioni che erogano servizi sanitari e sociali e
partecipare ai referendum nelle materie delle autonomie locali.
DS- 2. Primo firmatario Antonio Soda.
La proposta prevede che il diritto di elettorato
attivo e passivo nelle elezioni regionali, comunali e provinciali e nelle altre
elezioni locali, sia riconosciuto ''a tutti coloro che siano residenti in
Italia da oltre 3 anni, ancorche' non in possesso della cittadinanza''. Soda
propone di modificare l'articolo 49 della Costituzione: 'tutti hanno diritto di
associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo
democratico a determinare la politica nazionale'.
Dal testo originario dell'articolo e' scomparso, nella formulazione di Soda, la
parola 'cittadini'.
DS- 3. Primo
firmatario Walter Vitali.
La
proposta prevede che gli statuti dei Comuni possano prevedere che alle elezioni
degli organi delle circoscrizioni di decentramento comunale (previste
dall'articolo 17 del Testo Unico delle leggi
sull'ordinamento degli enti locali) possono
partecipare con diritto di elettorato attivo e passivo ''anche i cittadini
stranieri regolarmente soggiornanti in Italia da almeno tre anni e legalmente
residenti nel comune''. Il Disegno di legge presentato dalla Quercia a palazzo
Madama
non e' a carattere costituzionale, ma ha
l'obiettivo, attraverso una legge ordinaria, di aggiungere un comma
all'articolo 17 del Testo Unico sugli enti locali, con l'obiettivo di
consentire, qualora il
Ddl venisse approvato, agli stranieri di prendere
parte alle elezioni circoscrizionali fin dalle elezioni della primavera 2004.
Prc, primo firmatario Giuliano Pisapia.
La proposta prevede la modifica dell'articolo 48
della Costituzione, ma rimanda alla legge ordinaria l'individuazione dei
requisiti e delle modalita' per l'esercizio del diritto di voto degli
stranieri. I cittadini e gli stranieri possono accedere agli uffici pubblici ed
alle cariche elettive ''in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti
stabiliti dalla legge''.
Verdi,
primo firmatario Mauro Bulgarelli.
''Per le elezioni dei Consigli regionali, provinciali,
comunali e circoscrizionali prevede la proposta del Sole che ride- sono
elettori tutti i cittadini che hanno compiuto il sedicesimo anno di eta' e
tutti gli stranieri che hanno compiuto il sedicesimo anno di eta', residenti in
Italia da almeno cinque anni''.
Pdci, primo firmatario Oliviero Diliberto.
La proposta prevede che allo straniero regolarmente
residente sul territorio nazionale sia riconosciuto il diritto di voto ''nei
limiti, con i requisiti e secondo le modalita' stabilite dalla legge''.
An, primo firmatario Gianfranco Anedda.
E' la piu' articolata fra le proposte presentate
alla Camera, e quella che prevede il maggior numero di condizioni e limitazioni
rispetto a quelle presentate dai partiti di opposizione. Il diritto di voto attivo e passivo
nelle elezioni amministrative ''in conformita' alla disciplina prevista per i
cittadini comunitari'', e' riconosciuto agli stranieri ''non comunitari che
hanno raggiunto la maggiore eta', che soggiornano stabilmente e regolarmente in
Italia da almeno sei anni, che sono titolari di un permesso di soggiorno per un
motivo che consente un numero indeterminato di rinnovi, che dimostrano di avere
un reddito sufficiente per il sostentamento proprio e dei familiari e che non
sono stati rinviati a giudizio per reati per i quali e' obbligatorio o
facoltativo l'arresto''. L'esercizio del diritto di voto, tuttavia, non e'
'automatico', ma e' riconosciuto ''a coloro che ne fanno richiesta e che si
impegnano contestualmente a rispettare i principi fondamentali della
Costituzione italiana''.
Margherita, primo firmatario Giuseppe Fioroni.
La proposta prevede che allo straniero regolarmente
residente in Italia da oltre 5 anni sia riconosciuto il diritto di elettorato
attivo e passivo nelle elezioni amministrative e che sia la legge a garantire
''le risorse necessarie all'effettivo godimento di tale diritto'',
disciplinandone ''le modalita' di esercizio''.
Regione Sicilia.
La proposta dell'Ars prevede l'aggiunta di un comma
agli articoli 48 e 51 della Costituzione: ''all'elezione degli organi di
governo degli enti locali partecipano anche gli immigrati regolari residenti in
Italia da almeno sei anni, sulla base dei requisiti stabiliti dalla legge''.
Stesso diritto la proposta prevede per gli immigrati regolari residenti in
Sicilia da almeno 6 anni.
Calvisi (DS): su diritto di voto sfidiamo il centrodestra
Roma, 25 gen. - (Adnkronos) - ''Sul voto agli immigrati
lanciamo la sfida al centrodestra e in particolare a chi, come Gianfranco Fini,
ha detto che su tale importante argomento di confronto politico si sarebbe
speso fino in fondo con coraggio''. Lo afferma, in una intervista
all'ADNKRONOS, il responsabile dei Ds per i problemi dell'Immigrazione Giulio
Calvisi. ''Vedremo nelle prossime
settimane e nei prossimi mesi, se Fini vorra'
davvero andare avanti con coraggio o se la sua uscita sul voto agli immigrati
era propedeutica al suo viaggio in Israele'', aggiunge Calvisi. ''Forza italia
preferirebbe percorrere la strada di una riduzione dei tempi per l'acquisizione
della cittadinanza. Anche noi -dice Calvisi- siamo d'accordo su una simile
ipotesi, come confermano le nostre proposte. Ma sono due cose diverse, in
quanto una modifica della legge sulla cittadinanza risolverebbe solo in parte il problema del voto agli
immigrati regolari''. ''L'esperienza ci insegna -spiega l'esponente Ds- che
molti degli extracomunitari che vivono nel nostro paese tendono a
conservare la cittadinanza di origine. Il nostro
obiettivo e' per quello di garantire i diritti di elettorato attivo e passivo,
se pure limitatamente alle consultazioni amministrative, a prescindere dal
fatto che l'immigrato abbia acquisito o meno la cittadinanza italiana''. ''In Italia, inoltre, e' molto piu'
difficile che in altri paesi europei ottenere la cittadinanza: la Francia, ad
esempio, fa registrare ogni anno piu' di 100.000 acquisizioni di cittadinanza;
nel nostro paese si arriva a malapena a 10.000 l'anno. In ogni caso, questo non
risolverebbe del tutto il problema della integrazione, e noi -osserva Calvisi-
pensiamo che sia piu' idoneo un modello di integrazione 'mite', che comunque
consenta all'extracomunitario regolare di partecipare attivamente alle
decisioni ed alle scelte politiche in sede amministrativa''. Quanto ai numeri
in Parlamento, necessari per approvare una leghge che assicuri il diritto di
voto amministrativo agli immigrati regolari, Calvisi insiste sul ruolo che
potrebbero avere all'interno del centrodestra soprattutto An e Udc, ferma
restando la netta contrarieta' gia' espressa dalla Lega. ''Da parte di Forza
italia -spiega l'esponente Ds- non c'e' un no secco, ma il partito di
Berlusconi si mostra tiepido su questo argomento, in una posizione che puo'
definirsi 'difensiva' e di attesa. Se, al contrario, An e Udc si mostreranno
coerenti con quanto hanno fatto ma soprattutto detto fin qui, allora i numeri
potrebbero esserci''.
Che il Parlamento debba esprimersi sul voto agli
immigrati comunque indispensabile secondo i Ds: ''anche il presidente della
Camera Casini -ricorda Calvisi- ha sottolineato come i tempi siano maturi per
un pronunciamento delle assemblee parlamentari. E se la legislatura finisse in
via ordinaria, cosa che, ovviamente, come opposizione non ci auguriamo dedl
tutto, i tempi 'tecnici' per approvare la legge vi sarebbero, anche se si
tratta di una legge costituzionale''.
Ce (Lega): non vogliamo rischiare partito mussulmano in Italia.
Roma, 25 gen. - (Adnkronos) - E' netta la chiusura
della Lega all'ipotesi di concedere il diritto di voto, seppure per le sole
elezioni amministrative, agli extracomunitari regolari. Ne' il Carroccio
voterebbe una legge che riducesse i tempi per ottenere la cittadinanza, come
invece sembra intenzionata a fare Forza italia. ''La legge attuale -dice il
capogruppo alla Camera Alessandro Ce' in
una intervista all'ADNKRONOS- stabilisce un termine
congruo, che addirittura, in certi casi, si rivela persino inadeguato''.
''Spesso, anche dopo i 10 anni previsti dalle norme oggi in vigore -aggiunge
Ce'- l'immigrato non ha ancora acquisito quel'idem sentire che caratterizza
l'integrazione. E vive in un certo senso 'segregato' nella sua comunit,
all'interno di una comunit pi ampia''. ''Se poi si abbreviassero i tempi per
la cittadinanza, e se non riusciremo a frenare il massiccio ingresso nel nostro
paese di extracomunitari mussulmani, correremmo il rischio di ritrovarci con un
partito mussulmano del 10-20% con gravi conseguenze sul nostro equilibrio
politico''. ''Ma anche il voto amministrativo -sottolinea il presidente dei
deputati del Carroccio- ha ricadute consistenti sulla vita collettiva, come nel
caso della scelta sull'assegnazione delle case popolari, che si fa nelle sedi
amministrative'' ''Siamo favorevoli all'integrazione -prosegue Ce'- ma occorre
essere certi che questa sia effettiva. Ecco perche' sarebbe giusto prevedere
una 'verifica', una sorta di esame di idoneita', come gia' avviene in altri
paesi, per capire se per davvero l'immigrato si e' integrato nel tessuto
sociale e culturale del nostro paese''. Quanto alla 'voce in capitolo' degli
extracomunitari a livello locale, secondo la Lega ''e' sufficiente creare le
consulte degli immigrati per garantire alle loro comunita' una partecipazione
alle decisioni delle amministrazioni comunali''. Il Parlamento europeo ha
votato a maggioranza, proprio nelle scorse settimane, una risoluzione a favore
del voto agli immigrati per le elezioni locali e le europee. ''Tutti sanno
-ribatte Ce'- che le risoluzioni dell'Ue non hanno un valore vincolante, ma
sono piuttosto legate alle maggioranze che di volta in volta si creano o, in
alcuni casi, a fattori 'emozionali'''. Sul versante italiano, la polemica e'
con Alleanza nazionale, che ha presentato una proposta di legge costituzionale
per il voto agli extracomunitari regolari. ''La manovra di Fini -risponde Ce'-
e' chiara: vuol mettere ai margini la Lega ed insidiare la leadership di
Berlusconi dando al suo partito una parvenza di moderazione. Inoltre, il
tentativo di An e' anche quello di acquisire consensi elettorali tra gli
extracomunitari nel nord, dove e' in difficolta' nei confronti della Lega. Ci
sono citta', come Brescia o Torino, in cui gli extracomunitari rappresentano
ormai il 10-15% della popolazione ''. ''Chi pensa di poter strumentalizzare gli
immigrati conclude Ce'- si sbaglia di grosso. Non glielo permetteremo,
soprattutto se i passi che si vogliono compiere sono in contrasto con la
Costituzione''.
Bertolini (FI), per gli stranieri meglio agire su cittadinanza che
su voto
Roma, 25 gen. - (Adnkronos) - Il diritto di voto per
gli immigrati regolari in Italia esiste gia' ed e' legato alla cittadinanza.
Riducendo i tempi per ottenere la cittadinanza si darebbe agli extra
-comunitari la possibilit di votare, ed essere eletti, anche alle politiche.
E' la linea di Forza Italia sulla questione del diritto di voto agli immigrati,
illustrata, in una intervista all'ADNKRONOS, da Isabella Bertolini, vice
presidente dei deputati azzurri e relatrice in commissione Affari
costituzionali
della Camera delle proposte di legge sul voto agli
stranieri. ''La cittadinanza
-sottolinea Bertolini- e' un diritto soggettivo importante, anche per quel che
riguarda l'elettorato attivo e passivo. Concedendo agli extracomunitari
regolari il diritto di voto solo amministrativo, paradossalmente, si
creerebbero due tipi di cittadinanza, su due diversi livelli. Si creerebbe un
sistema di doppio binario, che vedrebbe gli extracomunitari divisi in due
categorie: quelli che hanno ottenuto la cittadinanza e possono votare in tutte
le elezioni, e quelli che hanno visto riconosciuto loro il diritto di voto ma
possono votare solo per le amministrative''. ''C'e' poi da chiedersi se sia piu' importante poter
esprimere il voto per il sindaco, o per il presidente di una Regione, se le
regionali sono considerate elezioni amministrative, oppure per un candidato
alle politiche, magari in un collegio di 100.000 abitanti. Per questo, forse,
sarebbe meglio intervenire sulla cittadinanza, per garantire agli
extracomunitari una gamma piu' ampia di diritti''. Per Bertolini, dunque, anche
il nostro paese dovrebbe seguire il modello tedesco per quel che riguarda il
voto agli immigrati regolari, ''basato proprio su una modifica delle norme
sulla cittadinanza. Ed e' del resto la linea espressa anche dal presidente
Berlusconi, anche perche' appare la piu' idonea a risolvere il problema''. ''Va pero' detto -sottolinea Bertolini-
che oggi in Italia le norme per ottenere la cittadinanza sono farraginose, e i tempi,
gia' lunghi perche' la legge parla di 10 anni, assai di rado vengono
rispettati. Ecco perche' occorrerebbe abbreviare i tempi, magari a 6 o a 8
anni, e soprattutto snellire le procedure burocratiche''. Il confronto politico
sul voto agli immigrati e' stato avviato dalla commissione Affari
costituzionali della Camera, chiamata ad esaminare le 7 proposte di legge in
materia presentate dai gruppi parlamentari e quella depositata dalla Regione
Sicilia. Un confronto che nella sua prima fase e' soprattutto 'tecnico', con la
comparazione tra i testi, ''che hanno si' punti in comune, ma che in alcuni
casi evidenziano anche differenze sostanziali'', spiega Bertolini. ''Le forze politiche, in ogni caso
-aggiunge- sono concordi nell'affermare che sara' opportuno procedere con una
legge costituzionale e non ordinaria. Ne' si puo' nascondere il fatto che, con
il netto dissenso, ampiamente prevedibile, della Lega, coerente
con le proprie convinzioni, la maggioranza potra'
attraversare qualche passaggio difficile''. Si arrivera' comunque ad un testo
unificato. E gia', rileva Bertolini, c'e' chi si muove in cerca di
'trasversalita'': ''nel suo intervento, Livia Turco ha lanciato chiari segnali
ad Alleanza nazionale. Un tentativo di speculazione politica, si', ma anche
questo fa parte del confronto politico'', conclude Bertolini.
Quali spazi sono riservati dai media per gli stranieri in Italia? I
dati dell'Osservatorio media etnici 2003
In
Italia ci sono 30 giornali in lingua straniera, 70 programmi radio e 11
trasmissioni televisive dedicate in maniera esclusiva agli stranieri residenti.
Questi i dati censiti dall'Osservatorio media etnici 2003 della Isi
Etnocommunication. A partire dai settori:
Carta stampata
Conta 33 testate, 24 delle quali in lingua straniera. Gli editori sono 22. La
lingua pi rappresentata il cinese (4 testate), seguono spagnolo e inglese
(3), albanese, arabo, francese e portoghese (2), romeno, cingalese, tagalog,
ucraino, russo e urdu (1). La maggior parte dei giornali mensile (23), ma ci
sono anche bimestrali (3), quindicinali (3), bisettimanali (2), un settimanale
e un trimestrale. La tiratura di 10 mila copie.
Radio
Le emittenti sono 35, 2 nazionali e 33 regionali, con 70 programmi (52
settimanali e 18 quotidiani). Le lingue pi in onda sono lo spagnolo (20
programmi) e il francese (13). Seguono il tagalog e il cingalese (3 programmi
ciascuno), il portoghese (2), il romeno e il polacco (1 ciascuno). Tra gli
argomenti trattati, guidano la classifica musica e news (15 programmi
ciascuno), seguono i programmi culturali e quelli che trattano di immigrazione
e legge (4). C' anche un programma di cucina.
Televisione
Le emittenti etniche sono dieci, di cui due nazionali, 7 regionali e una
satellitare. I programmi dedicati agli immigrati sono 11, 9 settimanali e 2
quotidiani. Anche in televisione si parla molto lo spagnolo (4 programmi),
seguono i programmi in francese e portoghese (2), e quelli in pi lingue (2).
Anche un programma in cinese, uno in ucraino e uno in arabo.
Internet
La realt pi significativa rappresentata da www.stranieriinitalia.it. (Da,
Stranieri in Italia, 13 dicembre 2003)
Rapporto 2001 dell' Ocse sui flussi migratori: Italia tra i paesi
con meno immigrazione
L'ultimo rapporto Ocse (L'Organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico) sui "Flussi nell'immigrazione internazionale" ha
evidenziato come l'Italia, insieme all' Inghilterra, Belgio e Norvegia e' nel
gruppo di Paesi Ocse dove si e' registrata una lieve riduzione dei flussi
migratori nel corso del 2001. Fino
al 2000 si era avuta un'immigrazione piu' che doppia in Gran Bretagna, Belgio e
Norvegia e triplicata in Portogallo e in Italia. Il calo degli immigrati, viene
comunque considerato piu' come una stabilizzazione del trend dopo un periodo di
forte crescita che una vera e propria inversione di tendenza. Tre gruppi I
Paesi Ocse sono stati divisi in tre gruppi a seconda della consistenza dei
flussi migratori. Al primo gruppo, caratterizzato da un incremento molto
massiccio, appartengono Austria, Canada, Rep.Ceca, Finlandia, Francia, Irlanda,
Nuova Zelanda, Svizzera e Stati Uniti.
Nella maggior parte di questi la crescita dell'immigrazione ha raggiunto
i massimi degli ultimi 20 anni: +31% negli Usa nel 2000 sul '99, in Nuova
Zelanda +36,5% e in Canada +10,2%. Al secondo gruppo, caratterizzato da un
incremento moderato, appartengono Giappone, Olanda, Svezia, Lussemburgo e
Danimarca: in tutti questi l'aumento si e' attestato intorno al 3,5%. Nel terzo
gruppo, quello dell'Italia, l'Ocse evidenzia come l'ingresso di lavoratori
stagionali sia molto alto in Germania (277.900 nel 2001) e in Svizzera
(54.900). Seguono l'Italia (30.300), gli Stati Uniti (27.700), la Gran Bretagna
(15.200) e la Francia (10.800). Il nostro Paese e' nella fascia bassa anche
guardando alla percentuale di stranieri sulla popolazione residente con un
2,4%. Ai primi posti, ma bisogna anche considerare il particolare impatto nei
Paesi con polazione ridotta, troviamo il Lussemburgo con una quota di immigrati
del 37,5%, la Svizzera con il 19,7%, l'Austria (9,4%) e la Germania (8,9%).
Seguono, tra gli altri, Francia (5,6%), Svezia (5,3%), Olanda (4,3%) e Gran
Bretagna (4,4%). Sotto il 3% troviamo la Spagna (2,7%) l'Italia (2,4%), il
Portogallo (2,2%,) la Rep.Ceca(2,0%), la Finlandia (1,9%), il Giappone (1,4%),
l'Ungheria (1,1% e ultima la Polonia con lo 0,1%. Sul piano generale il
rapporto Ocse evidenzia come l'evoluzione delle emigrazioni rifletta da un lato
la crescita di chi viene per cercare lavoro o per ricongiungersi ai familiari e
dall'altro la persistente difficolta' d'integrazione. Cambia anche la geografia
dei flussi che si traduce spesso in una nuova emergenza. Aumentano, in
particolare, gli arrivi dall'Asia, in particolare da Cina e Filippine, dalla
Russia e dall'Ucraina. (Da, Stranieri in Italia, 26 gennaio 2004)
28 marzo proposto come giornata
del migrante
(ANSA) - BOLOGNA, 26 GEN - La proposta di istituire la 'Giornata del
migrante e del profugo' il 28 marzo - data in cui, nel 1997, una motovedetta
albanese con circa 130 persone a bordo che si stava avvicinando alle coste
italiane fu speronata e affondata da una nave della Marina Militare italiana
(solo 34 albanesi si salvarono) - sara' avanzata al Parlamento per iniziativa
dell' associazione Skanderbeg, che a Bologna si occupa dei problemi degli
albanesi. ''Chiediamo che,
sul modello della Giornata della Memoria - si legge in una nota del comitato
promotore - in occasione della 'Giornata del migrante e del profugo' siano
organizzati incontri, iniziative e momenti comuni di narrazione dei fatti, in
particolare nelle scuole, su quanto e' accaduto e sta accadendo a una umanita'
che e' dovere dell' Italia e degli Italiani soccorrere e ospitare''. La nota si chiude con il motto
dei sans papier francesi:''quiconque e' ici, est d' ici'', vale a dire,
''chiunque e' qui, e' di qui''.
Violazione dei diritti: in
preparazione libro bianco sui CPT
(ANSA) - ROMA, 27 GEN - Un libro bianco sulle denunce di diritti
violati nei centri di permanenza temporanei e una mozione parlamentare per
impegnare il governo a rendere conto pubblicamente sulle condizioni di vita
negli stessi centri. Sono due degli obiettivi di una campagna promossa da
alcuni senatori dell' opposizione (Francesco Martone dei Verdi e Tana de
Zulueta dei Ds) della Commissione diritti umani e di ong del settore (come il
Social Forum Migranti, Msf e l'Ics) per segnalare le condizioni di vita degli
ospiti dei centri. In un
seminario che si e' svolto al Senato, preceduto da una rappresentazione
teatrale di un gruppo di attori e di richiedenti asilo (compagnia 'Teatro di
nascosto') sulle storie di vita dei migranti, Martone ha espresso
''preoccupazione per quello che sta avvenendo nei cpt dove sono violati i
diritti fondamentali delle persone. Il nostro obiettivo, insieme al gruppo di
lavoro che abbiamo costituito insieme agli operatori, e' denunciare questa
situazione, modificare dove e' possibile le cose se non chiudere addirittura
gli stessi centri''. Il libro bianco, che sara' pronto in primavera - ha
proseguito - ha questa finalita': ''sistematizzare tutte le denunce ed
analizzare le responsabilita' politiche a partire dalla legge Turco-Napolitano.
Se esiste un approccio sbagliato con la Bossi-Fini questo e' stato
accentuato''. Il libro
bianco riportera' i risultati delle visite che i parlamentari stanno
effettuando all'interno dei centri. La mozione parlamentare - ha proseguito
Martone - e' un'iniziativa congiunta dei senatori e deputati dell'opposizione
per impegnare il governo a rendere conto sui centri, in particolare sulle
questioni degli appalti e dei regolamenti interni. ''Cercheremo anche - ha
sottolineato il senatore - di avere il sostegno della maggioranza''. Per la
senatrice De Zulueta, che e' anche vice-presidente della Commissione
Emigrazione e rifugiati del Consiglio d'Europa, i cpt ''sono una zona d'ombra,
i diritti sono incerti e le regole non chiare. E' compito del legislatore far
conoscere e tutelare le eventuali disfunzioni al fine di proporre modifiche. Il
nostro lavoro non e' solo di denuncia ma vuole affiancarsi a quello degli
operatori''. De Zulueta ha sottolineato che i cpt, ''i luoghi di non diritto,
stanno sorgendo in tutta Europa''.
UE:
con allargamento lAja fissa tetto a manodopera straniera
L'Aja, 27 gen. - (Adnkronos) - Al massimo 22mila persone. Questo il
tetto fissato dall'Aja per l'entrata in Olanda di lavoratori provenienti dai
dieci paesi che dal primo maggio entreranno nella Ue come nuovi stati membri.
Dopo mesi di discussioni la decisione del governo di centro-destra di Peter
Balkenende, che prevede questa limitazione inizialmente per un biennio, e'
arrivata alla fine della settimana scorsa. E, secondo il quotidiano francese
'Le Monde', sarebbe una mossa per prevenire l'arrivo massiccio di manodopera
polacca su un mercato del lavoro fortemente deteriorato negli ultimi mesi. Il
tasso di scioperi oggi e' al 5,5%, mentre negli anni scorsi non ha mai
raggiunto il 3%. E secondo l'Ufficio centrale della pianificazione olandese, in
assenza di misure limitative agli ingressi, sarebbero dai 5mila ai 10mila i
lavoratori dell'Europa centrale a tentare ogni anno di stabilirsi in Olanda.
Dei 16 milioni di olandesi, il 19% sono immigrati; originari principalmente
della Turchia, Marocco e Antille. Arriva cosi', per chi cerca lavoro e proviene
dai nuovi paesi membri della Ue, il permesso di soggiorno che verra' accordato
senza problemi dalle autorita' olandesi, fino a quando non si arrivera' a quota
22mila. Contemporaneamente,
riporta infine il quotidiano francese 'Le Monde', il governo olandese ha
indicato che mentre verra' regolarizzata, con un'amnistia, la posizione di 2300
immigrati, altri 26mila verranno riaccompagnati nel loro paese entro il 2007.
L'anno scorso le domande di ingresso sono state 13mila, in forte calo rispetto
agli anni precedenti, 19mila nel 2002 e 32mila nel 2001.
Cassa
Edile di Roma: sono quasi 12 mila i lavoratori stranieri regolarizzati
Roma, 28 gen. (Adnkronos) - Aumentano a Roma i lavoratori stranieri
regolarizzati e iscritti alla Cassa edile, ente di mutualita' per operai edili.
''Sono 11.911 - informa in una nota il segretario generale della Filca Cisl di
Roma, Stefano Macale gli operai immigrati che lavorano in regola nella
Capitale ed i rumeni sono quasi il 60% degli iscritti''. ''I dati comunque -
continua - non devono darci false illusioni. Nonostante l'aumento delle
regolarizzazioni, sono infatti oltre 40.000 gli operai che lavorano nei
cantieri di Roma e provincia non in regola, di cui 20.000 stranieri con una
giornata di lavoro che puo' durare anche 15 ore''. Macale sottolinea anche
l'importanza della sicurezza sul lavoro: ''Nel 2003 sono morti 9 operai a Roma
e 15 nel Lazio''. ''Non daremo tregua - conclude- a chi non fa rispettare le
regole, ma siamo costretti ad osservare che le ispezioni ed i controlli sui
antieri promosse da dichiarazioni roboanti di politici e dal prefetto ricordano
'Chi l'ha visto?'.
Entrato in vigore il protocollo
di Palermo contro il traffico di migranti
(AGI) - Palermo, 28 gen. - E' entrato in vigore oggi il Protocollo di
Palermo contro il traffico illegale di migranti via terra, mare e aria,
documento aggiuntivo alla Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine
organizzato transnazionale, svoltasi tre anni fa nel capoluogo siciliano. Un
mese fa era entrato in vigore del Protocollo contro la tratta di persone. Ne
da' notizia l'Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni, un'agenzia
dell'Onu con sede a Ginevra). "Il Protocollo rappresenta una tappa
significativa e positiva verso una piu' pregnante protezione dei diritti dei
migranti e una riduzione del potere e dell'influenza del crimine organizzato
che sfrutta i migranti", si legge in una nota dell'Oim che sottolinea la
"necessita' di garantire ai migranti un trattamento umano e di adottare un
approccio globale e internazionale contro il traffico illegale di migranti, che
includa misure socio-economiche che agiscano sulle cause all'origine delle
migrazioni". Da molti anni l'Oim e' impegnata in attivita' di cooperazione
tecnica e servizi per migranti, e secondo le finalita' del Protocollo nel
novembre scorso a Colombo e in dicembre alle Barbados seminari per funzionari
di servizi migratori sui temi del traffico di migranti e immigrazione
irregolare, mentre questo mese sono state avviate in Kirghizistan attivita' di
assistenza al governo nella elaborazione di nuovi passaporti e documenti
d'identita' nazionali e sessioni di lavoro sul traffico di migranti per
funzionari di servizi migratori di Afghanistan, Caucaso, Asia Centrale,
Federazione Russa, Europa del Sud-Est e Pakistan. In programma per le prossime
settimane e' la fornitura di assistenza al governo indonesiano per la creazione
di un'unita' investigativa nell'ambito della Direzione all'Immigrazione sul
traffico di migranti, la tratta di esseri umani e altre attivita' criminali
connesse. (AGI)
Scuola: Con decreto Moratti, i
bambini immigrati sono pi soli
(ANSA) - ROMA, 28 GEN -
L'associazione 'Nessun luogo e' lontano' esprime ''preoccupazione'' per
i contenuti del decreto Moratti sulla scuola.. ''Se come privati cittadini riteniamo che tale riforma
accresca le gia' molteplici difficolta' della grande maggioranza delle famiglie
italiane, abolendo di fatto l'istituzione preziosa e spesso felicemente
applicata del tempo pieno, come associazione da anni impegnata nei servizi
educativi soprattutto rivolti a minori stranieri - rileva una nota della Onlus
- esprimiamo una critica radicale e la massima preoccupazione per la sparizione
di figure professionali di sostegno formate appositamente per gli alunni in
disagio e per alunni immigrati''. ''L'istituzione della figura del Tutor poi -
continua - ci lascia perplessi per piu' d'un motivo: non c'e' dubbio alcuno che
le figure individuate per ricoprire questo ruolo saranno dotate di
professionalita', tuttavia crediamo che la creazione di una figura di docente
di fatto prevalente sulle altre possa creare squilibri e disparita''. ''Inoltre
riteniamo - rileva la nota - che, cosi' operando, tutte le agenzie educative
(associazionismo, volontariato, cooperazione), si ritrovino improvvisamente
unici soggetti disponibili nel settore, con un improprio aumento di
responsabilita' educative e sociali, oltretutto con l'impossibilita' di un
confronto, a volte serrato ma sempre proficuo, con l'attore principale
dell'azione educativa, che resta la scuola''.
ONU, senza immigrati lEuropa
perderebbe 52 milioni di abitanti entro il 2050
(ANSA) - BRUXELLES, 29 GEN - ''E' diritto sovrano di tutti gli stati
decidere quali migranti volontari accetteranno e a quali condizioni, ma non
possiamo chiudere le porte e gli occhi davanti a questa tragedia umana''. Lo ha
affermato il segretario generale delle Nazioni Unite, durante la sessione
solenne dell'Europarlamento per la consegna del premio Sakharov. ''La
situazione e' ancora piu' tragica dato che molti stati che chiudono le loro
porte effettivamente hanno bisogno di immigrati'', ha osservato Annan, il quale
ha citato l'Italia fra i paesi che sono piu' a rischio invecchiamento. ''Qui in
Europa il vostro tasso di nascita e' sceso drammaticamente. Le vostre
popolazioni stanno diventando piu' piccole e piu' vecchie. Senza immigrazione
la popolazione di quella che sara' presto l'Europa a 25, 452 milioni nel 2000,
scenderebbe a sotto i 400 milioni per il 2050''. ''Alcuni stati come l'Italia, l'Austria, la Germania e
la Grecia - ha sottolineato - vedrebbero le loro popolazioni ridursi di circa
un quarto''. ''Questo vorrebbe dire che uno su tre italiani avrebbe piu' di 65
anni, quasi il doppio della proporzione attuale''.