novità europa – 30 dicembre 2003
Regione Piemonte-
ires piemonte-ASGI
www.piemonteimmigrazione.it/IPO3.html
Gli scorsi 12 e 13 dicembre 2003 si è tenuto il Consiglio europeo che ha tra l’altro trattato degli sviluppi in materia di libertà, sicurezza e giustizia. In Particolare il Consiglio si è compiaciuto della conclusione dell’accordo politico sulla costituzione dell’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere comuni chiedendo che l’Agenzia sia operativa entro il 1 gennaio 2005. Il Consiglio ha anche espresso compiacimento per l’adozione del programma di contrasto dell’immigrazione clandestina via mare sollecitandone l’attuazione. Infine si è compiaciuto delle misure sul controllo delle frontiere tra gli Stati membri e gli Stati aderenti e sul sostegno di questi ultimi nel loro processo di allineamento con l’acquis per quanto riguarda le frontiere esterne. Alla Commissione ha richiesto di proporre l’introduzione di identificatori biometrici nei passaporti e al Consiglio di adottare quanto prima le decisioni necessarie per l’elaborazione del Sistema di informazione dei visti (VIS). Il Consiglio europeo ha esortato anche a compiere progressi più rapidi in materia di rimpatrio e invitato la Commissione a presentare all’inizio del 2004 uno strumento finanziario inteso a sostenere un approccio comune in tale materia. Rispetto all’asilo il Consiglio europeo ha sostanzialmente chiesto che le direttive sulle quali sussistono ancora divergenze siano approvate entro maggio 2004. Quanto alla cooperazione con i Paesi terzi il Consiglio europeo dopo aver ribadito la necessità di intensificare i rapporti con i paesi terzi nella gestione e contenimento dei flussi migratori ha apprezzato il raggiungimento dell’accordo tra Parlamento e Consiglio sul regolamento che istituisce un nuovo strumento finanziario relativo alla cooperazione con i Paesi terzi nel settore dell’asilo e dell’immigrazione. Apprezzamento è stato espresso anche per l’adozione da parte del Consiglio del meccanismo di monitoraggio e di valutazione dei Paesi terzi nel settore della lotta all’immigrazione clandestina e la Commissione è stata invitata a presentare la prima relazione sulla sua attuazione entro la fine del 2004.
Il Consiglio Affari generali del 9 dicembre ’03 ha adottato le seguenti conclusioni: "Il Consiglio ha preso atto delle linee direttrici aggiornate in materia di tutela consolare dei cittadini dell'UE in caso di crisi nei paesi terzi, elaborate dal Gruppo "Affari consolari" e approvate dal Comitato politico e di sicurezza il 28 novembre 2003, rilevando l'importanza di tutelare e assistere i cittadini dell'UE fornendo alle missioni diplomatiche e consolari raccomandazioni intese a rafforzare la tutela dei cittadini degli Stati membri nei paesi terzi in cui è minacciata la loro sicurezza. Il Consiglio si è in particolare compiaciuto della prospettiva di una più stretta cooperazione in materia - inclusi i piani di emergenza e un migliore sistema di comunicazione - sia a livello locale che di capitali, in vista di una migliore percezione della solidarietà europea da parte dei cittadini dell'UE."
Il programma congiunto delle Presidenze irlandese e olandese prevede che nel corso del 2004 saranno valutati i risultati del programma di Tampere e sarà prestata particolare attenzione all’integrazione dei 10 nuovi Stati membri in questo settore. Priorità è data alla lotta all’immigrazione clandestina e alla tratta degli esseri umani. Espressamente si indica la volontà di lavorare sulle direttive in materia in ingresso per motivi di lavoro e di studio. Sono poi ribadite le priorità già fissate nei Consigli: rimpatrio; frontiere; VIS; Asilo; riammissione. Si parla anche di impegno in materia di politica integrata delle migrazioni prestando attenzione all’integrazione degli immigrati residenti legalmente provenienti dai Paesi terzi. Sarà organizzata dalla Presidenza olandese una riunione ministeriale informale dedicata all’integrazione per sviluppare un contesto teorico europeo concernente l’integrazione. Particolare attenzione sarà data alla rete europea dei punti di contatto in materia di integrazione al fine di promuovere le iniziative di integrazione nell’Unione. Si prospetta l’istituzione di una struttura permanente per monitorare e analizzare i fenomeni pluridimensionali dell’immigrazione mentre la relazione annuale della Commissione sull’immigrazione e l’integrazione fornirà utili orientamenti per definire un approccio comune dell’integrazione. In tema di parità e lotta alla discriminazione il programma prevede che la Presidenza olandese opererà a favore di un approccio UE a favore delle donne appartenenti alle minoranze etniche. In campo legislativo si inizieranno i lavori sulla direttiva volta a combattere la discriminazione sessuale in settori diversi dalla occupazione e sulla revisione del Regolamento sull’Osservatorio europeo dei fenomeni del razzismo e xenofobia di Vienna.
Con 428 voti favorevoli, 43 contrari e 41 astensioni, il Parlamento
europeo ha approvato lo scorso 4 dicembre ’03 la relazione
di Giacomo Santini sul programma di assistenza a paesi terzi in materia di
migrazione e di asilo. La proposta della Commissione prevede una dotazione
finanziaria di 250 milioni di euro per il periodo 2004-2008. Il programma è
destinato in particolare ai paesi terzi attivamente impegnati nella
preparazione o nell'attuazione di un accordo di riammissione siglato, firmato o
concluso con la Comunità europea. L'Aula ritiene che il programma debba
annoverare tra i suoi obiettivi quello della riammissione nel pieno rispetto
delle leggi e della reintegrazione durevole nel paese terzo interessato, di
persone che sono entrate o che sono rimaste illegalmente sul territorio degli
Stati membri; o di persone la cui richiesta d’asilo avviata nell’Unione europea
abbia avuto esito negativo o che abbiano beneficiato di un'altra forma di
protezione internazionale. I deputati hanno chiesto che l’organizzazione di
campagne informative riguardi anche la consulenza giuridica. Tra i possibili
beneficiari del sostegno finanziario vi dovrebbero essere le organizzazioni e
le agenzie regionali e internazionali, le ONG o altri soggetti non statali,
amministrazioni federali, nazionali, provinciali e locali, i loro dipartimenti
e agenzie, istituti, associazioni e operatori pubblici e privati, sia
nell'Unione europea sia nei paesi terzi beneficiari, privilegiandone il
partenariato.
È stata approvata il 6 novembre 2003 con 314 voti favorevoli, 15
contrari e 66 astensioni la relazione
Arie Oostlander sulla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento
europeo in vista della presentazione di un piano d'azione per la raccolta e
l'analisi di dati statistici comunitari nel campo dell'immigrazione.
Il Parlamento europeo ha approvato la relazione Martine Roure sull’iniziativa della Repubblica ellenica in vista dell’adozione di un regolamento del Consiglio relativo alla creazione di una rete di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione.
Il Parlamento europeo ha approvato lo scorso 20 novembre la Relazione
del deputato Pasqualina Napoletano su “Europa ampliata - Prossimità: Un nuovo
contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali” suscitata dalla Comunicazione della
Commissione europea sul nuovo contesto delle relazioni con i paesi vicini
all'indomani dell'ampliamento dell'Unione. La relazione afferma che la politica
«Europa ampliata – Prossimità» e il nuovo strumento di prossimità debbano
essere attuati nelle relazioni con tutti i vicini e che la dimensione
geografica del «vicinato» debba prendere in considerazione tutte le aree
essenziali per garantire effettiva continuità territoriale e sostenibilità
politica alla strategia dell’Unione, operando al contempo una netta
differenziazione tra le regioni e i paesi contemplati.
Con 414 voti a favore, 9 contrari e 22 astensioni, il Parlamento
europeo ha approvato il 20 novembre 2003 una risoluzione comune sulla
Conferenza Euromed che si è tenuta a Napoli all'inizio di dicembre. L'Aula, nel
sottolineare la necessità del rafforzamento del dialogo politico ha lanciato un
appello a tutti gli Stati membri affinché contribuiscano allo sviluppo del
dialogo parlamentare euromediterraneo, per il quale lo strumento più idoneo
sarebbe l'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM). I deputati chiedono
quindi che la Conferenza ministeriale di Napoli approvi la trasformazione del
Forum parlamentare euromediterraneo in un’Assemblea parlamentare dotata di un
potere consultivo. I deputati esortano i paesi di accoglienza ad introdurre
misure di integrazione in grado di instaurare un collegamento tra la politica
dell’immigrazione e quella della cooperazione e dell’aiuto allo sviluppo. La
lotta contro l’immigrazione clandestina e le organizzazioni mafiose che
l’incoraggiano deve rimanere una priorità, tenendo sempre conto del principio
della corresponsabilità solidale fra i paesi partner del Mediterraneo. L’Aula
esprime la propria preoccupazione per le tragedie che si compiono quasi
quotidianamente nel Sud del Mediterraneo, in particolare in Spagna sul litorale
andaluso e in alcune regioni costiere dell’Italia meridionale. Essa ritiene che
il partenariato euromediterraneo debba migliorare la gestione dei flussi
migratori e dei controlli delle frontiere e promuovere gli sforzi in materia di
riammissione nei paesi di origine e di transito.
La Commissione ha pubblicato la Comunicazione COM (2003) 771 del
11.12.03 sullo sviluppo del Sistema informazione Schengen II e le possibili
sinergie con il futuro VIS (Visa Information System). L’attuale SIS è stato ideato per un massimo di 18
Stati. Con l’allargamento si richiede invece l’operatività per un numero
maggiore di Stati oltre all’adattamento ad altre funzioni. SIS II dovrebbe
inoltre poter contenere un numero maggiore di informazioni e poter essere
adattato senza ulteriori cambiamenti tecnici alle future esigenze. Poiché si
tratta di dati personali sensibili provenienti dalle polizie nazionali e altre
autorità aventi tali dati particolare attenzione sarà data alla protezione dei
dati sia fisica sia informatica. Il documento analizza anche la possibilità
dell’inserimento dei dati biometrici reso possibile dall’evoluzione tecnologica
incorsa a partire dalla fine degli anni ’80 quando è stato ideato il primo SIS.
Attualmente la base legale non prevede l’inserimento di tali dati ma il sistema
dovrebbe essere secondo la Commissione idoneo ad un loro successivo inserimento
anche in rapporto all’istituendo VIS. Nella Comunicazione la Commissione
prospetta il possibile funzionamento congiunto dei due sistemi come richiesto
da ultimo dal Consiglio europeo di Salonicco. Inoltre la Commissione auspica
che la necessità dell’adozione di una nuova base giuridica per il SIS II sia
l’occasione per adottare nuovi atti normativi che sostituiscano gli atti della
Convenzione Schengen basati sul titolo IV. Infine dovrà esserci una
consultazione periodica con le autorità garanti della protezione dei dati
personali. Sul tema è intervenuto anche il Parlamento europeo che ha adottato
una Raccomandazione
approvata il 20 novembre 2003.
Il Consiglio dell’Unione affari generali (p. XV) ha adottato lo scorso 9 dicembre ’03 le conclusioni in materia di immigrazione clandestina con le quali ha stabilito il meccanismo di valutazione delle relazioni con i Paesi terzi che non cooperano nella lotta all’immigrazione clandestina come concordato nei Consigli europei di Siviglia e Salonicco.
È stata pubblicata in GUUE
L 321 del 6.12.2003 la direttiva 2003/110 del Consiglio relativa
all’assistenza durante il transito nell’ambito di provvedimenti di espulsione
per via aerea (pp. 26-31). In particolare la direttiva concerne la reciproca
assistenza degli Stati membri in casi di espulsione non eseguibile attraverso
un volo diretto verso lo Stato di origine e, quindi, con la necessità di
transitare in un aeroporto di un Paese membro con o senza scorta. La Direttiva
dovrà essere recepita negli Stati membri entro il 6 dicembre 2005. La direttiva
non si applica a Regno Unito e Irlanda salvo il diritto di opt in esercitatile in qualsiasi momento; non si
applica anche alla Danimarca salvo il diritto di opt in esercitatile entro 6 mesi costituendo
sviluppo dell’Acquis di Schengen; infine si applica a Norvegia e Islanda sempre
perché costituisce sviluppo dell’Acquis di Schengen.
Il 18 novembre 2003 il Parlamento europeo ha approvato la relazione Gérard Deprez sull'iniziativa della Repubblica ellenica in vista dell'adozione della decisione del Consiglio che determina le indicazioni minime da usare sulla segnaletica ai valichi di frontiera esterna.
La Commissione amministrativa delle Comunità europee per la sicurezza
sociale dei lavoratori migranti ha adottato la Raccomandazione
n. 22 del 18 giugno 2003 relativa alla giurisprudenza Gottardo secondo la
quale i vantaggi derivanti de una convenzione bilaterale di sicurezza sociale
tra uno Stato membro e uno Stato terzo prevista per i lavoratori nazionali
devono essere concessi ai lavoratori cittadini di altri Stati membri. La
Raccomandazione richiede così che le nuove convenzioni bilaterali espressamente
contengano un riferimento al principio di non discriminazione in base alla
nazionalità dei cittadini di un altro Stato membro e che gli Stati informino
adeguatamente le istituzioni degli Stati con i quali hanno firmato convenzioni
di sicurezza sociale in modo da avere da essi la massima cooperazione.
Il Parlamento europeo ha adottato il 4 dicembre ’03 la Relazione
Anne Elisabet Jensen sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e
del Consiglio che modifica il regolamento (CEE) n. 1408/71 del Consiglio
relativo all’applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori
subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano
all’interno della Comunità e il regolamento (CEE) n. 574/72 del Consiglio che
stabilisce le modalità di applicazione del regolamento (CEE) n. 1408/71, per
quanto riguarda l’allineamento dei diritti e la semplificazione delle
procedure. La proposta prevede l’introduzione a partire dal giugno 2004 di una
carta europea di assicurazione malattia. Attualmente, il cittadino europeo che
vuole garantirsi una copertura delle spese mediche durante il soggiorno in un
altro Stato membro, deve munirsi di uno dei numerosi modelli cartacei previsti:
E 111, E 128, E 110, E 119. Con la nuova carta europea di assicurazione
malattia, che dovrebbe venire introdotta gradualmente, non ci sarà più bisogno di
rivolgersi alla propria mutua per chiedere tali moduli. A partire dal giugno
2004, essa sostituirà il modello E 111, richiesto per soggiorni all'estero di
breve durata (es. per turismo). In seguito saranno sostituti gli altri moduli,
necessari ad esempio agli studenti o a chi è alla ricerca di occupazione. La
proposta prevede che entro il 2008 venga introdotta una carta dotata di un chip
elettronico in modo che possa essere letta da un computer.
Il Parlamento europeo ha approvato la relazione
d’iniziativa del deputato Michael CASHMAN sulla necessità di adottare norme
specifiche di armonizzazione sul rimpatrio delle salme di cittadini comunitari.
La proposta di programma che mira a sostenere gli organismi operanti
nel settore della cittadinanza europea attiva e a promuovere le azioni in tale
settore, è stata esaminata nella relazione
di Heide Rühle approvata dal Parlamento europeo con 371 voti favorevoli, 62
contrari e 10 astensioni lo scorso 20 novembre 2003. L’Aula ritiene che i
criteri di attribuzione delle sovvenzioni siano troppo importanti per essere
lasciati in un allegato. A causa della base giuridica, che prevede una semplice
consultazione, la proposta dell'Esecutivo non indica alcun importo di
riferimento. Dato però che il Parlamento intende esaminare la proposta in esame
nel quadro della codecisione, è stato introdotto un riferimento finanziario,
pari a 149,192 milioni di euro, importo calcolato sulla base della cifra
fornita dalla Commissione addizionata di una percentuale necessaria per tener
conto dell'ampliamento. I deputati chiedono infatti che anche le organizzazioni
appartenenti ai nuovi Stati membri partecipino a tutte le componenti del
programma. La relazione propone inoltre di ampliare la proposta affinché essa
possa assurgere a base giuridica anche per gli Info-Point Europa, avendo la
Commissione recentemente deciso di non concedere più una sovvenzione annuale di
funzionamento a loro favore.
A seguito del Libro bianco sulla governance europea presentato dalla
Commissione nel 2001, il Parlamento ha approvato il 4 dicembre ’03 la relazione
di Margrietus van den Berg con cui si rallegra delle proposte sulle norme
minime per la consultazione della società civile organizzata (settori
professionali, sindacati, imprese e cittadini in generale) da parte della
Commissione. Ciò, però, non può sostituire l’accesso dei cittadini ai poteri
pubblici attraverso procedure elettorali aperte e sempre più democratiche:
secondo i deputati, il miglioramento del vincolo tra i cittadini e le
istituzioni comunitarie può essere ottenuto attraverso il rafforzamento dei
poteri legislativi del Parlamento, una legislazione elettorale uniforme che
garantisca la comunicazione sempre più diretta tra i deputati e i loro elettori
e un’autentica trasparenza dei lavori del Consiglio, per lo meno quando agisce
in funzione di legislatore. Per facilitare la partecipazione dei cittadini, i
deputati invitano le istituzioni comunitarie a far confluire i vari siti
Internet in un portale unico. D’altra parte, essi deplorano che non esista
ancora un elenco univoco dei comitati e dei gruppi di lavoro che assistono la
Commissione, elenco annunciato per il giugno 2001.
Il Consiglio europeo di Bruxelles ha deciso che l’Osservatorio di Vienna sul razzismo e la xenofobia diventerà agenzia europea per la protezione dei diritti umani.
L’Osservatorio di Vienna ha reso pubblico la bozza di rapporto sull’antisemitismo che aveva suscitato
notevole clamore sui media in quanto l’Osservatorio aveva preso le distanze
dallo studio commissionato ad un istituto di ricerca esterno.
L’osservatorio di Vienna ha pubblicato il rapporto annuale relativo agli sviluppi, tendenze e buone
prassi negli Stati membri nel 2002. il rapporto affronta i progressi compiuti
dagli Stati nell’attuazione delle direttive 2000/43 e 2000/78 e analizza la
discriminazione nei settori dell’istruzione e del lavoro.
L’Osservatorio europeo ha pubblicato il bando per la selezione dei 15 focal points per
gli Stati già membri e dei 10 focal points per
gli Stati in adesione
L’ECRI ha adottato un nuovo rapporto sulla situazione di San Marino. Nel rapporto si constatano i miglioramenti incorsi negli ultimi anni pur rimanendo aspetti di forte preoccupazione. Esistono infatti forme latenti di razzismo, pregiudizi e stereotipi sugli stranieri. ECRI raccomanda quindi che vengano adottate misure per sollevare l’attenzione del pubblico e combattere i pregiudizi tra il pubblico. Inoltre certi aspetti della legislazione sulla cittadinanza di San Marino sono motivo di preoccupazione specialmente riguardo la trasmissione della cittadinanza ai figli oltre alla naturalizzazione. ECRI nota anche che una chiara affermazione della mission e della strategia per integrare i non cittadini e per assicurargli piena partecipazione devono essere ancora elaborate e attuate.
Malgrado le ripetute dichiarazioni delle autorità vietnamite, la
situazione delle libertà fondamentali in Vietnam e, in particolare, della
libertà di culto permangono estremamente preoccupanti. Il Venerando Thich Huyen
Quang, 86 anni, Patriarca della chiesa buddista unificata del Vietnam (UBCV),
che ha già passato 21 anni in carcere, è stato recentemente posto agli arresti
domiciliari, mentre altri monaci sono stati condannati a pene di detenzione. Il
Parlamento europeo ha adottato una risoluzione comune in cui chiede alle
autorità vietnamite di porre immediatamente fine alle politiche di repressione
nei confronti della chiesa buddista unificata, della chiesa cattolica, dei
cristiani Montagnard e dei buddisti Hoa Hao e di adottare senza indugi tutte le
riforme necessarie a garantire a tali chiese uno status giuridico. I deputati
esortano il governo vietnamita a liberare immediatamente tutti i cittadini
detenuti a causa della loro fede e a rispettare la libertà di culto di tutti i
gruppi religiosi. L’Aula chiede alla Commissione di iscrivere la questione
della libertà di culto in Vietnam in cima all’ordine del giorno della riunione
della commissione mista UE-Vietnam che si terrà il 21 novembre a Bruxelles. Il
Consiglio e la Commissione sono invitati a ricorrere a tutti gli strumenti
politici e diplomatici al fine di assicurare che la libertà di culto divenga
realtà in Vietnam, nonché a vegliare affinché le clausole in materia di diritti
dell’uomo iscritte negli accordi e nei trattati siano rigorosamente rispettate.
I deputati invitano le rappresentanze diplomatiche dell’Unione europea e dei
suoi Stati membri in Vietnam a seguire i casi dei dignitari della chiesa
buddista unificata incarcerati o detenuti agli arresti domiciliari e a prestare
particolare attenzione alla situazione della libertà di culto nel paese. Si
raccomanda infine l’invio di una delegazione del Parlamento europeo in Vietnam
per valutare la situazione religiosa, in particolare per quanto concerne la
chiesa buddista unificata.
In Sri Lanka è in atto da vent’anni una guerra civile che ha causato la
morte di più di 60.000 persone e bloccato le prospettive di sviluppo del paese.
Il rispetto del cessate il fuoco da oltre 21 mesi alimenta forti speranze circa
la conclusione della guerra. La Norvegia ha svolto un ruolo chiave di
mediazione nei negoziati, ma ha dovuto sospendere la sua partecipazione al
processo di pace. Il Parlamento europeo il 20 novembre 2003 ha adottato una
risoluzione comune con cui riconosce i passi compiuti dal governo dello Sri
Lanka e dalle LTTE per creare le condizioni atte a far sì che i negoziati
possano portare a una soluzione politica e a una pace duratura. Si esprime
tuttavia profonda preoccupazione per i recenti sviluppi che minacciano il
processo di pace sostenuto dalla comunità internazionale, nella fattispecie la
decisione del Presidente Chandrika Kumaratunga di sospendere dall’incarico i
ministri della difesa, dell’interno e dell’informazione e di sciogliere il
Parlamento. I deputati esortano il Presidente, nell’interesse della nazione, a
collaborare con il governo democraticamente eletto e con il suo Primo ministro.
Inoltre invitano il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a continuare a
monitorare i progressi conseguiti nella ricerca di una soluzione politica equa
e duratura.
Lo scorso 20 novembre 2003 il Parlamento europeo ha adottato una Risoluzione comune sul dodicesimo vertice UE-Russia tenutosi il 6 novembre 2003 a Roma. Pur accogliendo con favore la promozione di un maggiore ravvicinamento e l'integrazione globale delle strutture socioeconomiche dell'UE allargata e della Russia, il Parlamento ha espresso profonda preoccupazione per le reiterate notizie di gravi violazioni dei diritti dell'uomo in Cecenia e per i ritardi da parte della Russia nella ratifica del Protocollo di Kyoto. I deputati sostengono la dichiarazione del Presidente del Parlamento in merito all'inadeguato trattamento dei temi della Cecenia e di Kyoto nella dichiarazione congiunta scaturita dal Summit. L'Aula, inoltre, «deplora le dichiarazioni fatte dal Presidente in carica del Consiglio UE alla fine del Vertice UE-Russia, nelle quali ha espresso il proprio sostegno alla posizione del governo russo per quanto concerne la situazione dei diritti dell'uomo in Cecenia e della democrazia nella Federazione russa». Il Parlamento esorta le autorità russe a consentire senza condizioni un controllo della situazione dei diritti dell'uomo in Cecenia, a cessare immediatamente ogni tentativo di costringere i rifugiati e gli sfollati ceceni al rimpatrio e ad adoperarsi da subito per consegnare alla giustizia i responsabili dei gravi crimini commessi durante il conflitto ceceno. Le autorità russe sono poi invitate a riaprire i negoziati con tutte le parti in causa per arrivare a una soluzione politica immediata del conflitto, che non può essere considerato solo come un elemento della lotta contro il terrorismo. Il Consiglio e la Commissione, dal canto loro, dovrebbero mantenere la questione della Cecenia come punto specifico, in testa all’ordine del giorno delle relazioni tra UE e Russia, esprimendo con chiarezza la disponibilità dell’UE ad agire in veste di mediatore. Consiglio e Commissione sono anche invitati ad esprimere nuovamente la propria preoccupazione in merito al caso di Arjan Erkel, l'operatore olandese di «Médecins sans Frontières» rapito. I deputati chiedono il totale ritiro delle truppe russe dalla Moldova nel rispetto del calendario fissato dall'OSCE, quale condizione essenziale per la soluzione politica del problema della Trans-Dniestria. Essi sollecitano inoltre la Duma a ratificare il Protocollo di Kyoto. Quanto a Yukos e all'Open Society Institute (Istituto per la società aperta), i parlamentari hanno parlato di «attività poco trasparenti intraprese dalla magistratura russa». È stato quindi chiesto al Consiglio e alla Commissione di continuare a sostenere il processo democratico e soprattutto l'attuazione delle riforme giudiziarie in Russia. Il mancato rispetto di questi principi fondamentali non solo comprometterebbe i progressi compiuti da Mosca verso la creazione di un ambiente favorevole allo sviluppo del commercio e degli investimenti, ma potrebbe anche ostacolare l'integrazione della Russia nello spazio economico europeo comune.
L’aula ha approvato il 6 novembre 2001 la relazione Jorge Salvador Hernandez Mollar
sulla proposta di raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio su norme
minime in materia di garanzie procedurali a favore di indagati ed imputati in
procedimenti penali nel territorio dell’Unione europea. La Commissione europea
ha presentato un Libro verde in materia di garanzie procedurali, che servirà
come base di un dibattito che porterà alla presentazione, da parte
dell’Esecutivo, di una proposta di decisione-quadro sulle norme minime comuni
nel campo del diritto processuale. Il Parlamento europeo, approvando con 410
voti favorevoli, 67 contrari e 4 astensioni la relazione sostiene che tale
decisione-quadro dovrebbe includere una clausola antiregressione, in modo che
gli Stati membri siano incoraggiati ad applicare norme nazionali ad un livello più
elevato e non possano utilizzare l’istituzione di norme minime comuni a livello
europeo quale pretesto per svalutare le esistenti norme nazionali. I deputati
affermano che una norma minima comune dovrebbe stabilire, a livello
comunitario, le condizioni relative alle risorse finanziarie dell’indagato e
dell’imputato, da cui dipende la concessione del diritto all’assistenza
gratuita. Secondo l’Aula, ogni Stato membro dovrebbe istituire un registro di
traduttori ed uno di interpreti giurati, consentendo l’accesso altri Stati
membri nella prospettiva di un unico registro su scala europea. a relazione
afferma che una norma minima comune dovrebbe obbligare gli Stati membri a
garantire che ad indagati e imputati venga consegnata, non appena entrino in
contatto con un responsabile dell’applicazione della legge e in una lingua che
essi comprendano, una «comunicazione dei diritti» scritta, contenente un elenco
dei loro diritti fondamentali e di facile comprensione. In alternativa, essi
dovrebbero essere comunque informati da una persona ufficialmente abilitata a
farlo dell’esistenza di un’imputazione a loro carico. Tale dichiarazione non
sostituirebbe ma si aggiungerebbe all’obbligo di avvertire l’indagato del fatto
che qualunque dichiarazione da parte sua potrebbe essere usata contro di lui.
Inoltre una norma minima comune dovrebbe stabilire la necessità di servizi
d’interpretariato per tutti i procedimenti orali, fin dal primo interrogatorio,
affinché l’indagato o l'imputato possa comprendere tutto ciò che viene detto.
Si dovrebbe inoltre stabilire che siano tradotti tutti i documenti che
l’imputato deve comprendere.
Il 4 dicembre ’03 con 455 voti favorevoli, 12 contrari e 42 astensioni,
il Parlamento europeo ha approvato la relazione
d’iniziativa “lotta contro la corruzione: strumenti e raccomandazioni”
elaborata da Francesco Rutelli che
esamina la comunicazione della Commissione europea sulla lotta alla corruzione.
Il relatore ha invitato gli Stati membri ad adoperarsi affinché la decisione
quadro sul mandato d'arresto europeo possa essere trasposta in diritto interno
entro il 1° gennaio 2004. Egli sottolinea che l'entrata in vigore del mandato
d'arresto europeo evidenzia la necessità di definire il concetto di corruzione
a livello europeo. L’Aula ha quindi formulato una serie di raccomandazioni al
fine di affrontare il problema nella sua globalità.