19 gennaio  2004

 

 

Immigrazione:Detrazioni fiscali
Cgil denuncia "situazione ingestibile per immigrati dopo decreto fiscale"

 

Grande confusione sotto il cielo dei lavoratori immigrati nel nostro Paese dopo che il decreto fiscale collegato alla legge finanziaria ha introdotto una serie di vincoli alla possibilit di ottenere le dovute detrazione.
A denunciare una situazione ritenuta ingestibile la Cgil che, per bocca del suo responsabile di settore, Piero Soldini, fa sapere che, impegnate nel computo del conguaglio fiscale in busta paga dei propri dipendenti, quindi anche dei lavoratori immigrati, le imprese italiane sono andate "nel pallone" per l'assenza di una circolare esplicativa da parte del ministero dell'economia che dia loro le indicazioni necessarie su come applicare la nuova normativa.
Una situazione che le confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil avevano gi denunciato nello scorso dicembre, non appena scoperta l'ennesima 'perla' contenuta nel decreto fiscale, questa volta a danno dei lavoratori immigrati caricati inutilmente dell'onere di presentare una ridondante e costosa documentazione alle aziende per ottenere il riconoscimento delle detrazioni fiscali per i figli a carico.
Sotto accusa , dunque, il comma 6 bis, dell'art.21 del decreto legislativo n.269 che modificando la normativa precedente sottopone le aziende, e solo per i lavoratori immigrati, alla richiesta di "una documentazione validamente formata nel paese di origine, tradotta in italiano ed asseverata come conforme all'originale dal consolato italiano del paese di origine".
"Un'inutile anzi dannosa vessazione -afferma Sodini- tutta finalizzata a racimolare qualche euro in pi dalla forzata rinuncia dei lavoratori immigrati all'esercizio di un proprio diritto. Ad esempio -spiega il sindacalista- un lavoratore immigrato con tre figli a carico, caso tutt'altro che inusuale, corre il rischio di vedersi 'mangiare' quasi interamente lo stipendio dovendo rimborsare 250 euro circa a figlio".
Il responsabile per l'Immigrazione della Cgil configura, inoltre, l'ipotesi di una vera e propria discriminazione -dato che per i lavoratori italiani vale l'autocertificazione- perpetrata ai danni di quanti, i lavoratori immigrati, si vedono impossibilitati a produrre la documentazione richiesta, se non in tempi incompatibili con quelli del conguaglio fiscale e con costi che ne vanificherebbero i benefici.
Da ci la richiesta dei sindacati, indirizzata ai ministri Tremonti, Pisanu e, Frattini, di intervenire per appianare questa situazione tenendo conto anche dell'art. 41 del decreto del Presidente della Repubblica n.445 del 2000 sulla validit illimitata delle certificazioni.
"Sono le stesse aziende ad aver manifestato perplessit e preoccupazione" sottolinea infine Soldini che invita le invita pertanto ad una maggiore elasticit per il conguaglio del 2003 e ad attendere circolari esplicative degli organi competenti.

vap

 

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