Grande
confusione sotto il cielo dei lavoratori immigrati nel nostro Paese dopo che
il decreto fiscale collegato alla legge finanziaria ha introdotto una serie
di vincoli alla possibilit di ottenere le dovute detrazione.
A denunciare una situazione ritenuta ingestibile la Cgil che, per bocca del
suo responsabile di settore, Piero Soldini, fa sapere che, impegnate nel
computo del conguaglio fiscale in busta paga dei propri dipendenti, quindi
anche dei lavoratori immigrati, le imprese italiane sono andate "nel
pallone" per l'assenza di una circolare esplicativa da parte del
ministero dell'economia che dia loro le indicazioni necessarie su come
applicare la nuova normativa.
Una situazione che le confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil avevano gi
denunciato nello scorso dicembre, non appena scoperta l'ennesima 'perla'
contenuta nel decreto fiscale, questa volta a danno dei lavoratori immigrati
caricati inutilmente dell'onere di presentare una ridondante e costosa
documentazione alle aziende per ottenere il riconoscimento delle detrazioni
fiscali per i figli a carico.
Sotto accusa , dunque, il comma 6 bis, dell'art.21 del decreto legislativo
n.269 che modificando la normativa precedente sottopone le aziende, e solo
per i lavoratori immigrati, alla richiesta di "una documentazione
validamente formata nel paese di origine, tradotta in italiano ed asseverata
come conforme all'originale dal consolato italiano del paese di
origine".
"Un'inutile anzi dannosa vessazione -afferma Sodini- tutta finalizzata a
racimolare qualche euro in pi dalla forzata rinuncia dei lavoratori
immigrati all'esercizio di un proprio diritto. Ad esempio -spiega il
sindacalista- un lavoratore immigrato con tre figli a carico, caso tutt'altro
che inusuale, corre il rischio di vedersi 'mangiare' quasi interamente lo
stipendio dovendo rimborsare 250 euro circa a figlio".
Il responsabile per l'Immigrazione della Cgil configura, inoltre, l'ipotesi
di una vera e propria discriminazione -dato che per i lavoratori italiani
vale l'autocertificazione- perpetrata ai danni di quanti, i lavoratori
immigrati, si vedono impossibilitati a produrre la documentazione richiesta,
se non in tempi incompatibili con quelli del conguaglio fiscale e con costi
che ne vanificherebbero i benefici.
Da ci la richiesta dei sindacati, indirizzata ai ministri Tremonti, Pisanu
e, Frattini, di intervenire per appianare questa situazione tenendo conto
anche dell'art. 41 del decreto del Presidente della Repubblica n.445 del 2000
sulla validit illimitata delle certificazioni.
"Sono le stesse aziende ad aver manifestato perplessit e
preoccupazione" sottolinea infine Soldini che invita le invita pertanto
ad una maggiore elasticit per il conguaglio del 2003 e ad attendere
circolari esplicative degli organi competenti.
vap
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