Lavoratori immigrati e rischio infortunistico

 

Ricerca dellIstituto Italiano di Medicina Sociale

con la collaborazione del Dossier Statistico Immigrazione Caritas

 

Prima ricerca organica sullesposizione infortunistica degli immigrati

            E vero che i lavoratori stranieri operano in condizioni lavorativi pi difficili rispetto agli italiani e che, in particolari, sono esposti ad un rischio infortunistico pi elevato?

            Questo tema ricorrente, senza che finora si sia proceduto ad una quantificazione vera e propria delle sue implicazioni, che per quanto complessa non risulta impossibile, LIstituto Italiano di Medicina Sociale con la collaborazione del Dossier Statistico Immigrazione si voluto far carico di una ricerca innovativa al riguardo e i risultati sono stati pubblicati in un numero speciale della rivista Medicina Sociale.

            A imporre una certa cautela nella lettura dei risultati il fatto che i dati sugli infortuni riguardano indistintamente sia i lavoratori stranieri che i lavoratori nati allestero, includendo perci anche una quota di figli di italiani emigrati e perci la cautela dobbligo nei confronti di paesi quali Svizzera, Germania, Francia e diversi paesi americani che sono stati tradizionale sbocco per i nostri flussi migratori..

Inoltre, la ricorrenza infortunistica va calcolata con riferimento non alla popolazione in generale bens alle forze lavoro in attivit, e in particolare a quelle assicurate allINAIL, e queste distinzioni pongono una certa complessit nel caso dei lavoratori immigrati.

Unaltra distorsione consiste nel fatto che il numero degli infortuni rilevato statisticamente, come tale, sottodimensionato rispetto alla realt poich molti lavoratori, specialmente quando lavorano in nero, sono costretti a denunciare gli eventi come semplici malattie al fine di evitare ritorsioni da parte dei datori di lavoro.

            Nonostante queste difficolt la ricerca  offre spunti di grande rilevanza ai fini conoscitivi e operativi. Per fondare lanalisi su documentazione pi sedimentata, i dati infortunistici presi in esame si riferiscono al 2001, ma la loro interpretazione strutturale va al di l di tale anno. Nel 2001 sono stati indennizzati 641.106 infortuni: Di essi 58.494 hanno riguardato lavoratori nati all'estero con questa ripartizione: agricoltura 5,5%, industria 57,3%, servizi 28,0%, altri settori 9,2%.

 

Immigrati: maggiore rischiosit della categoria

La graduatoria delle regioni per numero di infortuni occorsi a lavoratori nati allestero sui 58.494 indennizzati nel 2001 vede in testa la Lombardia con 13.063 infortuni, il Veneto con 11.010 e lEmilia Romagna con 10.823. Seguono molto distanziate con 2.000/3.000 infortuni: Piemonte 3.658, Toscana 3.379, Marche 3.130, Friuli Venezia Giulia 2.979, Trentino Alto Adige 2.259. Con 1.000 infortuni troviamo il Lazio (1.650), lUmbria (1.602) e lAbruzzo (1.162).

            Tre le province, con oltre 3.500 infortuni troviamo solo la Provincia di Milano. Sei sono, invece, le province con un numero di infortuni compreso tra 2.000 e 3.000, tra queste: Treviso, Vicenza, Brescia, Bologna, Modena e Bergamo. Le province nelle quali si sono verificati tra 1.000 e 2000 infortuni sono invece undici: Verona, Padova, Perugia, Parma, Trento, Roma, Rimini, Udine, Bolzano, Ancona, Varese. In questa graduatoria non si trova alcuna provincia del Meridione.

Come si vede, la graduatoria degli infortuni non corrisponde esattamente alla graduatoria delle regioni e delle province per numero di soggiornanti stranieri e ci dipende, oltre che dal numero degli immigrati, dalla rischiosit delle lavorazioni svolte (industria e agricoltura lo sono di pi rispetto ai servizi) e dalla predisposizione dei datori di lavoro ad assicurare gli immigrati e a denunciare come tali i loro infortuni.

I cittadini stranieri che hanno svolto un'occupazione regolare (741.562 permessi di soggiorno per lavoro alla fine del 2001, esclusi i disoccupati), pur rappresentando solo il 3,4% degli occupati in totale (21.514.000 nel 2001), detengono una quota del 9,1% sugli infortuni indennizzati, indice questo di un rischio pi elevato.

 Rispetto alla quota media nazionale del 9,1%, spettante ai lavoratori nati allestero sul totale degli infortuni indennizzati, si collocano al di sopra tutte le regioni del Nord Est (con il Friuli Venezia Giulia in testa: 15,0%) e altre regioni ad alta occupazione di immigrati (Lombardia, Marche, Umbria). Valori pi contenuti si riscontrano in regioni di grande immigrazione come la Toscana (6,5%) e il Lazio (5,1%) e valori ancora pi bassi (2-3%) in tutte le regioni del Meridione. L'incidenza infortunistica nei nati allestero assume, cos, una configurazione territoriale assai diversificata.

 

ITALIA. Incidenza infortuni nati allestero su totale infortuni indennizzati (2001)

Area

%

Area

%

Nord Est

13,6

Nord Ovest

9,2

Centro

7,7

Sud

3,4

Isole

2,6

ITALIA

9,1

Valori superiori

Valori inferiori

Trentino A.A.

13,3

Sardegna

1,8

Marche

11,4

Calabria

1,9

Lombardia

11,3

Campania

2,1

Umbria

10,5

Puglia

2,8

Istituto Italiano di Medicina Sociale / Dossier Statistico Immigrazione.  Elaborazioni su dati INAIL

 

I settori a pi alto rischio infortunistico per gli immigrati

I settori, nei quali si registra un numero relativamente pi alto di infortuni per i lavoratori nati allestero sono, quasi con lo stesso numero di eventi, le costruzioni e lindustria metalli (ciascuno con una quota del 14% del totale). Con quote del 4-5% troviamo lagrindustria, lindustria meccanica, il commercio, i trasporti e le attivit immobiliari/servizi di pulizia.

Da un confronto risulta che anche per gli italiani ledilizia il settore con il pi alto numero di infortuni, seppure non cos alto (9,7%) come avviene per gli immigrati, mentre il contrario avviene in agricoltura dove gli italiani sono pi esposti (8,5%). In agricoltura la minore rischiosit rilevata per i lavoratori extracomunitari probabilmente ricollegabile alla strutturazione del settore in piccole realt aziendali, che rendono pi facile lomissione delle denunce.

Quote di simili di concentrazione degli eventi infortunistici sia per gli italiani che per gli immigrati si realizzano nei trasporti e nel commercio, mentre nellindustria dei metalli il numero degli incidenti per gli immigrati molto pi alta. Meno rischioso invece per tutti  il settore degli alberghi e dei ristoranti.

 

ITALIA. Infortuni per settore dei lavoratori nati allestero e della totalit dei lavoratori (2001)

Settori

Infortuni  lavoratori nati allestero

%

% infortuni totalit lavoratori

Costruzioni

    8.492

      14,5

             9,7

Industria metalli

    8.387

      14,3

             6,4

att.immobiliari

    4.003

        6,8

             4,1

Trasporti

    3.558

        6,1

             6,1

Agrindustria

    3.223

        5,5

             8,5

Industria meccanica

    3.087

        5,3

             3,8

Commercio

    2.943

        5,0

             6,7

Totale

  58.494

    100,0

         100,0

Ricerca 2004 Istituto Italiano di Medicina Sociale/Dossier Statistico Immigrazione. Elaborazioni su dati INAIL

 

Pur con le dovute cautele interpretative fondato vedere in atto questo duplice meccanismo:

-       i lavoratori nati allestero sono addetti alle lavorazioni a pi alto rischio

-       e nellambito di queste lavorazioni essi vanno incontro ad un tasso di inforuni pi elevato rispetto a quello che colpisce i lavoratori italiani.

Un ulteriore approfondimento possibile confrontando la concentrazione degli infortuni in alcuni settori e la concentrazione negli stessi delle assunzioni di lavoratori extracomunitari. Viene confermato che i settori a pi alto rischio sono lindustria metalli (tasso differenziale + 9,4% e cio quota degli infortuni pi alta rispetto alla quota delle assunzioni), le costruzioni (+ 4,6%) e lindustria meccanica (+ 3,6%): peraltro queste indicazioni risultano abbastanza attendibili non solo sulla base della letteratura esistente ma anche con riferimento ai dati presi prima in considerazione.

Analizzando landamento infortunistico dei lavoratori nati allestero nelle singole regioni si rileva che il settore delle costruzioni in tutta Italia quello nel quale avviene il maggior numero di infortuni, in quanto si colloca solitamente al primo o al secondo posto.

 

Lavoratori nati all'estero: confronto tra infortuni e assunzioni per settore (2001)

Settori

Infortuni**

% vert.

Assunzioni*

% vert.

Diff.

 (Inf.-Ass.)

Industria metalli

  8.387

14,3

24.353

4,9

9,4

Costruzioni

  8.492

14,5

49.341

9,9

4,6

Industria meccanica

  3.087

5,3

8.228

1,7

3,6

Agrindustria

  3.223

5,5

60.147

12,1

-6,6

Alberghi e ristoranti

  2.516

4,3

87.426

17,6

-13,3

Pesca

         6

0,0

100

0,0

0,0

 Totale

58.494

100,0

496.861

100,0

0,0

* lavoratori extracomunitari ** lavoratori nati allestero

Ricerca 2004 Istituto Italiano di Medicina Sociale/Dossier Statistico Immigrazione. Elaborazioni su dati INAIL

 

Per gli infortuni occorsi nellindustria metalli e nel settore delle attivit immobiliari/pulizie hanno maggiore rilievo le regioni del Nord, mentre per lagrindustria e il commercio hanno maggior rilievo le regioni del Sud.

Il settore degli alberghi e dei ristoranti, a prescindere dalla collocazione territoriale, ha una maggiore rilevanza nelle regioni a vocazione turistica (Valle dAosta, Trentino Alto Adige, Liguria, Lazio, Sardegna).

 

Diverso rischio infortunistico per i gruppi nazionali e per le donne

I gruppi nazionali degli immigrati sono diversamente esposti al rischio infortunistico. La regola che quando la quota percentuale che un gruppo nazionale detiene sugli infortuni notevolmente al di sopra della quota percentuale che lo stesso gruppo ha sui permessi di soggiorno, sussiste un maggiore rischio.

 

ITALIA. Differenza per paesi tra quota dei soggiornanti e quota degli infortuni (2001)

Paese

% soggiorni

% infortuni

Paese

% soggiorni

% infortuni

Alta

 

 

Inferiore

 

 

Marocco

13,4

20,2

Romania

6,1

3,4

Tunisia

4,2

6,0

Egitto

2,4

2,0

Senegal

4,0

5,3

Bangladesh

1,9

1,7

Jugoslavia

2,7

3,8

 

 

 

Superiore

 

 

Uguale

 

 

Ghana

1,7

2,4

India

1,9

1,9

Algeria

1,2

1,6

Pakistan

1,8

1,8

Ricerca 2004 Istituto Italiano di Medicina Sociale/Dossier Statistico Immigrazione. Elaborazioni su dati INAIL

 

            Vi sono paesi soggetti a un rischio infortunistico pi alto con una differenza tra quota dei soggiornanti e quota degli infortuni di uno (Senegal e Jugoslavia), due (Tunisia) e addirittura sette punti percentuali (Marocco) tre o pi punti percentuali di differenza (Jugoslavia, Marocco) e paesi con una quota percentuale di infortuni o pi  elevata solo di qualche decimo di percentuale (Ghana e Algeria)  o uguale (india e Pakistan). Non mancano i paesi per i quali la quota di infortuni pi bassa rispetta alla percentuale dei soggiornanti (Romania, Egitto, Bangladesh).

Queste differenze non sono tutte di facile interpretazione e, indubbiamente, dipendono anche dai settori prioritari di inserimento dei vari gruppi. Lanalisi degli infortuni evidenzia, in effetti, una maggiore concentrazione. La ripartizione per settori degli infortuni evidenzia, in effetti, queste concentrazioni:

-       i marocchini, i senegalesi, i ghanesi e i pakistani nellindustria metalli;

-       gli albanesi, gli jugoslavi e i rumeni nelle costruzioni (e cos anche i tunisini, rilievo questo che genera una certa sorpresa in quanto scarsamente conosciuto);

-       gli egiziani nel settore degli alberghi e dei ristoranti;

-       gli indiani nellagrindustria.

Per quanto riguarda la differenza di genere, gli infortuni denunciati nel 2001 attestano che le donne incidono per poco pi di un sesto sugli infortuni riguardanti i lavoratori nati allestero (8.868 su 58.494 pari al 15,2%) e quindi in misura inferiore rispetto alla loro presenza. Sappiamo che al 31.12.2001 le donne hanno costituito una parte cospicua sia della popolazione immigrata (46%) sia della popolazione immigrata occupata nei settori del lavoro dipendente (202.709 su 652.064, pari al 31,1%) e di quello autonomo (18.410 su 89.498 pari al 20,6%).

Per spiegare la ridotta incidenza infortunistica delle donne si deve senzaltro fare riferimento alla loro esclusione da quei lavori pesanti e pericolosi e si deve inoltre tenere presente che circa i tre quarti delle donne sono occupate nel settore della collaborazione domestica, notoriamente a pi basso rischio.

Anche per le donne landamento del rischio differenziato per gruppi nazionali. La loro incidenza supera il 20% tra chi nato in paesi occidentali (Germania, Belgio, Francia, Svizzera), in paesi dellEst Europa (Romania) e in diversi paesi extraeuropei (Argentina: Per e Nigeria superano la soglia del 30%. Invece tra chi viene da paesi di tradizione musulmana la percentuale delle donne a livello infortunistico, seppure in aumento, resta al di sotto del 10% (Marocco, Senegal, Egitto, Bangladesh, Pakistan). Tra questi due estremi si inserisce un gruppo di paesi con percentuali mediane, attorno al 15% (Ghana e Jugoslavia).

 

Calcolo del tasso infortunistico dei lavoratori immigrati

Per calcolare il tasso di rischio infortunistico degli immigrati necessario rapportare gli infortuni al totale dei lavoratori stranieri occupati. Sono disponibili i dati INAIL sulle assunzioni (467.304) effettuate nel corso del 2001, che per non rappresentano lintera popolazione di riferimento per diverse ragioni: un certo numero era occupato in maniera stabile prima del 2001, nelle statistiche dellINAIL non si tiene conto dei lavoratori interinali (secondo stime circa 100.000 lanno) e delle persone assunte con contratto di collaborazione coordinata e continuativa (anchessi, secondo le stime, in numero ragguardevole).

Si possono ipotizzare tre diversi indici di correzione, da aggiungere al numero delle assunzioni: 140.000 nella prima ipotesi (probabilmente insufficiente) e 280.000 nella seconda ipotesi (pi soddisfacente ma con residui margini di dubbio) e 420.000 nellipotesi terza (che tiene maggiormente conto delle persone gi in precedenza occupate). Nella prima ipotesi gli immigrati occupati aumenterebbero a 607.304, nella seconda a 747.304 e nella terza a 887.304. La media tra questi quattro serie di numeri pari a 677.304, risultanza che concorda grosso modo con i dati sui soggiornanti per motivi di lavoro, esclusi i disoccupati.

Lincidenza degli infortuni, rapportati alla popolazione straniera occupata cos calcolata,  va da un minimo di 6,6 infortuni ogni 100 lavoratori immigrati (terza ipotesi) ad un massimo di 9,6: a questo valore si avvicina il 9,1% che costituisce la media delle tre ipotesi e appare la pi realistica.

Si tratta di un andamento molto differenziato rispetto a quello riguardante gli italiani, soggetti a un tasso infortunistico del 4,2% derivante dal rapporto tra 641.106 infortuni indennizzati nel 2001 rapportati rispetto a poco pi di 15 milioni di assicurati (anzi, depennando i lavoratori stranieri e i relativi infortuni il tasso infortunistico diminuirebbe ulteriormente di qualche punto percentuale).

La ricerca condotta, per quanto bisognosa di essere perfezionata, mette chiaramente in evidenza che tra i lavoratori italiani avviene un infortunio ogni 25 persone al lavoro, tra quelli extracomunitari uno ogni 10: questo il differenziale di rischio, pi che raddoppiato rispetto agli italiani,  al quale va incontro chi viene dallestero. Gli immigrati non solo vivono sulla loro pelle poco meno di un decimo del totale degli infortuni indennizzati ma anche, al loro interno, sanno che in un caso su dieci sono destinati ad infortunarsi. Per giunta i casi mortali (111) sono stati uno ogni 500 infortuni indennizzati e ci attesta una incidenza altamente drammatica.

Nasce da qui lurgenza del discorso sulla prevenzione e sulla tutela. Ogni infortunio, per quanto occasionale, di grave pregiudizio alla salute di chi si adopera per il benessere della societ: eliminarli del tutto impossibile, ma contenerli indispensabile perch hanno assunto una dimensione non accettabile.

 

Tasso infortunistico e aree territoriali

            Il rischio , naturalmente, molto differenziato per aree territoriali: ci atteniamo sempre allipotesi media fondata su un tasso infortunistico  del 9,1%,

            Il Nord Est si colloca al di sopra della media con 11 infortuni indennizzati ogni 100 lavoratori: questi sono i valori del Veneto, mentre gli infortuni salgono a 14 nel Friuli Venezia Giulia e in Emilia Romagna e scendono a 5 nel Trentino Alto Adige.

            Il Nord Ovest ha allincirca gli stessi valori della media nazionale: 9,4 infortuni per 100 lavoratori addetti. In realt questa incidenza si riscontra solo in Piemonte e in Lombardia, mentre pi bassa in Valle dAosta e in Liguria.

            Il Centro unarea dalla disomogeneit molto accentuata, con regioni che rivelano un tasso infortunistico superiore al 10% (Umbria e Marche) e altre regioni che si collocano al di sotto della media (Toscana con il 6,8%) o notevolmente al di sotto della media (Lazio con il 3,4%).

            Il Sud e le Isole hanno rispettivamente 6/5 infortuni ogni 100 lavoratori immigrati addetti: peraltro si discostano da questo andamento, con 8/9 infortuni ogni 100 addetti, lAbruzzo, il Molise, la Sardegna, e con 10 infortuni la Basilicata.


ITALIA. Infortuni lavoratori nati allestero: incidenza sul totale e tasso di rischio (2001)

Regioni

Totale infortuni

Indennizzati nel 2001

Assunzioni 2001 e ipotesi su forza lavoro immigrata occupata nel 2001

 

Assunzioni 2001

1 ipot. forze lavoro

2 ipot. forze lavoro

3 ipot. forze lavoro

Ipotesi media

Regioni

Infortuni

Ital + imm.

Inc. %

Inf  imm

Numero inf. Immi.

Assunzioni

immigrati

% inf. su assunti

Lavoratori

assicurati

% inf. su imm. occupati

Lavoratori

assicurati

% inf. su imm. occupati

Lavoratori

assicurati

% inf.

su imm. occupati

% inf.

su imm. occupati

Piemonte

54.850

6,7

     3.658

      27.085

13,5

    35.199

10,4

    43.314

8,4

    51.428

7,1

9,9

Valle Aosta

1.848

7,1

        132

        1.489

8,9

       1.935

        6,8

       2.381

5,5

      2.827

4,7

6,5

Lombardia

115.111

11,3

   13.063

    100.770

13,0

 130.960

      10,0

   161.150

8,1

  191.339

6,8

9,5

TrentinoA a

17.045

13,3

     2.259

      35.881

6,3

   46.631

        4,8

    57.380

3,9

    68.130

3,3

4,6

Veneto

78.420

14

   11.010

      70.697

15,6

     91.877

      12,0

   113.057

9,7

  134.238

8,2

11,4

Friuli-V. G.

19.815

15

    2.973

      15.463

19,2

     20.096

      14,8

     24.728

12,0

    29.361

10,1

14,0

Liguria

21.314

4,4

       943

        8.813

10,7

     11.453

        8,2

     14.094

6,7

    16.734

5,6

7,8

Emilia Rom

83.570

13

  10.823

       58.290

18,6

     75.753

      14,3

     93.216

11,6

   110.679

9,8

13,6

Toscana

51.790

6,5

    3.379

       36.388

9,3

     47.290

        7,1

     58.191

5,8

    69.093

4,9

6,8

Umbria

15.192

10,5

    1.602

      10.423

15,4

     13.546

      11,8

     16.668

9,6

     19.791

8,1

11,2

Marche

27.351

11,4

     3.130

      16.908

18,5

     21.973

      14,2

     27.039

11,6

     32.104

9,7

13,5

Lazio

32.379

5,1

     1.656

       36.204

4,6

     47.050

        3,5

     57.897

2,9

    68.743

2,4

3,4

Abruzzo

16.341

7,1

    1.162

        9.397

12,4

     12.212

        9,5

     15.028

7,7

     17.843

6,5

9,0

Molise

3.251

3

          97

           938

10,3

       1.219

        8,0

       1.500

6,5

       1.781

5,4

7,6

Campania

22.501

2,1

       469

        8.556

5,5

     11.119

        4,2

     13.683

3,4

    16.246

2,9

4,0

Puglia

29.080

2,8

        825

      12.544

6,6

     16.302

        5,1

     20.060

4,1

    23.818

3,5

4,8

Basilicata

5.588

3,2

        180

         1.279

14,1

       1.662

      10,8

       2.045

8,8

      2.429

7,4

10,2

Calabria

9.455

1,9

       183

        2.574

7,1

       3.345

        5,5

       4.116

4,4

     4.887

3,7

5,2

Sicilia

22.934

3,1

       712

       11.629

6,1

     15.113

        4,7

     18.597

3,8

    22.081

3,2

4,5

Sardegna

13.271

1,8

       238

         1.976

12,0

       2.568

        9,3

       3.160

7,5

       3.752

6,3

8,8

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nord Ovest

 

9,2

   17.796

     138.157

12,9

   179.548

        9,9

   220.938

8,1

  262.329

6,8

9,4

Nord-Est

 

13,6

  27.065

    180.331

15,0

   234.357

      11,5

   288.382

9,4

  342.408

7,9

11,0

Centro

 

7,7

     9.767

       99.923

9,8

   129.859

        7,5

   159.795

6,1

   189.731

5,1

7,1

Sud

 

3,4

     2.916

       35.288

8,3

    45.860

        6,4

     56.432

5,2

     67.004

4,4

6,1

Isole

 

2,6

        950

      13.605

7,0

     17.681

        5,4

     21.757

4,4

     25.833

3,7

5,1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ITALIA

641.106

9,1

   58.494

     467.304

12,5

   607.304

        9,6

   747.304

7,8

   887.304

6,6

9,1

Ricerca 2004 Istituto Italiano di Medicina Sociale/Dossier Statistico Immigrazione. Elaborazioni su dati INAIL


 


ITALIA- Concentrazione degli infortuni dei lavoratori nati allesteroper regioni e  per settori (2001)

Regione

Settori ad alta concentrazione

Piemonte

Costruzioni 16,2 Metalli 13,9 Attivit Immobiliari 9,0

Valle dAosta

Costruzioni 47,7 Alberghi e ristoranti 11,4 Attivit immobiliari 8,3

Lombardia

Industria metalli 18,6  - Costruzioni 12,0 Trasporti 7,2

Trentino Alto Adige

Costruzioni 19,4 Alberghi e ristoranti 10,9 Agrindustria 8,4

Veneto

Industria metalli 16,7 Costruzioni 12,8 Industria meccanica 6,4

Friuli Venezia Giulia

Industria metalli 17,5 Costruzioni 14,7 Attivit immobiliari 7,9

Liguria

Costruzioni 31,2 Alberghi e ristoranti 8,8 Trasporti 6,5

Emilia Romagna

Industria metalli 14,6 Costruzioni 12,1 Attivit immobiliari 8,9

Toscana

Costruzioni 20,9 Agrindustria 12,0 Trasporti 6,6

Umbria

Costruzioni 26,5 Industria metalli 11,8 Agrindustria 9,4

Marche

Industria metalli 15,5 - Costruzioni 14,6 -  Industria conciaria 6,6

Lazio

Costruzioni 15,3 Alberghi e ristoranti 11,7 Commercio 9,7

Abruzzo

Costruzioni 17,4 Industria metalli 10,1 Commercio 8,4

Molise

Agrindustria 18,6 Costruzioni 12,4 Commercio 12,4

Campania

Agrindustria 11,7 Costruzioni 10,7 Trasporti 8,5

Puglia

Agrindustria 13,5 Costruzioni 11,8 Commercio 9,7

Basilicata

Agrindustria 17,2 Costruzioni 13,9 -  Ind. Mezzi trasporto 10,6

Calabria

Costruzioni 15,8 Commercio 15,3 Agrindustria 14,8

Sicilia

Agrindustria 23,9 Costruzioni 14,3 Commercio 11,8

Sardegna

Agrindustria  11,8 Costruzioni 11,3 Alberghi e ristoranti 9,7

Italia

Costruzioni 14,5 - Industria metalli 14,3 -  Attivit immobiliari 6,8

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ITALIA. Infortuni dei lavoratori nati allestero rpartiti per gruppi nazionali e per settore (2001)

Gruppo Nazionale

Primo settore

Secondo settore

Terzo settore

Marocco

Metalli 17,4

Costruzioni 13,5

Att. Immob./pulizie 8,7

Albania

Costruzioni 27,7

Metalli 13,3

Agrindustria 7,1

Tunisia

Costruzioni 24,6

Metalli 12,5

Trasporti 6,5

Jugoslavia

Costruzioni 26,4

Metalli 13,1

Trasporti 8,8

Senegal

Metalli 26,3

Meccanica 5,7

Trasporti 5,0

Romania

Costruzioni 18,7

Metalli 12,4

Att. Immob./pulizie 6,1

Ghana

Metalli 23,4

Meccanica 8,3

Trasporti 7,9

Egitto

Alberghi/ristoranti 15,5

Costruzioni 13,9

Metalli 8,4

India

Agrindustria 21,2

Metalli 17,5

Industria alimentare 5,2

Pakistan     

Metalli 28,1

Meccanica 7,7

Tessile 7,3

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ITALIA. Quote percentuali infortuni indennizzati e soggiornanti per paese di nascita (2001)

Paese di nascita

Quota infortuni

Quota soggiornati

Paese di nascita

Quota infortuni

Quota soggiornati

Marocco

20,2

11,6

Ghana

2,4

1,3

Albania

10,7

10,6

Egitto

2,0

1,9

Tunisia

6,0

3,4

India

1,9

2,2

Jugoslavia

5,8

2,7

Pakistan

1,8

1,4

Svizzera

5,6

1,2

Bangladesh

1,7

1,5

Senegal

5,3

2,6

Algeria

1,6

0,9

Germania

4,1

2,6

Macedonia

1,6

1,7

Romania

3,4

5,5

Tutti i paesi

100,0

100,0

Francia

3,0

1,9

(58.496)

(1.362.630)

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