BOZZE NON CORRETTE

Stenografico Aula in corso di seduta

Seduta n. 495 del 21/7/2004

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(Misure per fronteggiare i problemi connessi al vuoto normativo conseguente alla sentenza della Corte costituzionale sul testo unico dell'immigrazione - n. 3-03597)

PRESIDENTE. L'onorevole Didonè ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cè n. 3-03597 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2), di cui è cofirmatario.

GIOVANNI DIDONÈ. Signor Presidente, signor ministro, la sentenza della Corte Costituzionale n. 223 del 15 luglio 2004 ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 14, comma 5-quinquies, del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione, nella parte in cui prevede l'arresto obbligatorio dello straniero colto nella flagranza della contravvenzione di cui all'articolo 14, comma 5-ter, del medesimo testo unico, per essersi trattenuto senza giustificato motivo nel territorio dello Stato, in violazione dell'ordine del questore di lasciare il territorio nazionale entro il termine di cinque giorni.
Vorremmo sapere se il ministro interrogato intenda utilizzare, al fine di fronteggiare l'emergenza legislativa creatasi in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale, gli strumenti previsti dall'articolo 13, comma 1, del citato testo unico, vale a dire la possibilità di espulsione dello straniero per motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato.

PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, onorevole Pisanu, ha facoltà di rispondere.


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BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Signor Presidente, la Corte Costituzionale, ha dichiarato illegittimo il comma 5-quinquies dell'articolo 14 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione, come hanno giustamente sottolineato gli onorevoli interroganti, nella sola parte in cui esso prevede l'arresto obbligatorio dello straniero trattenutosi nel territorio dello Stato anche dopo il provvedimento di espulsione.
Preciso, innanzitutto, che anche prima di questa sentenza alla convalida dell'arresto non poteva mai seguire la custodia cautelare in carcere, trattandosi di reato contravvenzionale. La decisione della Corte, dunque, lascia integro il procedimento di espulsione, previsto del citato articolo 14, e incide soltanto sulla misura cautelare dell'arresto che, comunque, aveva un'innegabile funzione deterrente. La sentenza, infatti, non ha intaccato né il comma 5-ter, che dispone l'obbligo dell'espulsione con accompagnamento, né quella parte del comma 5-quinquies che prevede la facoltà del trattenimento in un centro di permanenza temporanea.
Rimane salva anche la norma del comma 5-quater dello stesso articolo 14, che prevede l'arresto dello straniero già espulso e nuovamente sorpreso sul territorio nazionale.
Non siamo, dunque, di fronte ad un'emergenza legislativa e neppure ad una situazione che consenta il ricorso all'espulsione prevista dall'articolo 13 del testo unico. Ricordo, infatti, che l'adozione di questo particolare provvedimento amministrativo è affidata alle valutazioni e determinazioni dell'autorità politica e presuppone, comunque, una situazione di grave pericolo per l'ordine pubblico e la sicurezza dello Stato. Un uso diverso rischierebbe di vanificare l'efficacia dello strumento, perché lo esporrebbe ad un sicuro contenzioso.

PRESIDENTE. L'onorevole Didone ha facoltà di replicare per l'interrogazione n. 3-03597, di cui è cofirmatario.

GIOVANNI DIDONÈ. Signor ministro, in un periodo di voto amministrativo le chiediamo di utilizzare da subito gli strumenti previsti dal testo unico e, quindi, di espellere gli immigrati clandestini particolarmente pericolosi e a cui carico risultino precedenti penali.
A mio giudizio, la Corte Costituzionale ha privato nei fatti lo Stato italiano della sua sovranità territoriale e ha impedito,


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o almeno reso molto difficoltosa, ogni politica orientata al controllo delle frontiere e dei flussi migratori. Potrebbero essere vanificati i risultati delle nuove politiche dell'immigrazione, da valutare fino ad oggi in maniera sicuramente positiva.
In base ai dati forniti dalla Ministero dell'interno, le espulsioni, relativamente ai clandestini sbarcati nel primo quadrimestre del 2003, ammontano a circa 20 mila unità, con un aumento del 57,5 per cento rispetto al 2002. Gli arrivi regolari, invece, sono scesi, dai circa 50 mila dello stesso periodo del 2002, a 33.470: siamo, quindi, riusciti ad espellere quasi tutti i clandestini sbarcati sul nostro territorio.


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I risultati raggiunti sono indubbiamente positivi, anche sul piano della sicurezza, e ciò fa sì che i cittadini abbiano riacquistato fiducia nello Stato. Ci permettiamo di suggerire l'utilizzazione di tali facoltà concesse al ministro, in modo da consentire che gli individui più pericolosi e con precedenti penali siano quotidianamente rispediti nei paesi di origine: 25, 50 o 100 espulsioni al giorno sarebbero molto ben viste da parte dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana).

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