Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01669 Atto n. 3-01669

Pubblicato il 6 luglio 2004
Seduta n. 627

MONTALBANO. - Ai Ministri dell'interno, degli affari esteri e della difesa. -

Premesso che:

il 20 giugno 2004 37 profughi del Sudan sono stati soccorsi in pieno Mediterraneo dalla nave "Cap Anamur", appartenente ad un’associazione umanitaria tedesca;

la nave si trova a 17 miglia al largo di Porto Empedocle, bloccata da una non meglio specificata decisione "dell'Autorità di Roma", in seguito all'impossibilità tecnica di attraccare a Lampedusa;

la permanenza in mare, per così lungo ed incerto periodo, determina il progressivo deterioramento delle condizioni igenico-sanitarie e della complessiva vivibilità dei profughi;

la complessa e delicata vicenda ha suscitato la presa di posizione di “Amnesty International” Italia, del "Consorzio italiano di solidarietà", di "Medici senza frontiere" e dell'appositamente costituito "Comitato Cap Anamur", che ha promosso un ricorso in via cautelare alla Corte europea dei diritti umani;

la decisione di impedire alla "Cap Anamur" di varcare le nostre acque territoriali e di attraccare in un porto italiano costituisce palese ed esplicita violazione delle norme, già restrittive, che regolano nel nostro Paese la concessione del diritto di asilo,

si chiede di sapere:

in base a quali decisioni e su ordine di chi una motovedetta della guardia costiera abbia notificato alla "Cap Anamur" l'assoluto divieto di accesso nelle acque territoriali italiane;

se non si ritenga, per porre immediatamente fine alla tragica odissea dei profughi sudanesi, di disporre tutti gli atti e le decisioni per consentire l'attracco della nave al porto più vicino;

se non si ritenga altresì di disporre che tutti i necessari controlli e gli accertamenti avvengano sul nostro territorio in condizioni umanitarie accettabili, al fine di esaminare le eventuali richieste di asilo ed evitare al nostro Paese, che è l'unico in Europa a non avere adottato una legge organica in materia, di essere esposto a inevitabili censure, considerato che si sta agendo in dispregio di un diritto che la nostra Costituzione recepisce tra i suoi principi fondamentali.