Comunitˆ di SantĠEgidio

Alcune osservazioni e proposte sul rinnovo dei permessi di soggiorno

 

Poche cifre valgono a dare la misura dellĠampiezza e delle conseguenze che il rinnovo dei permessi di soggiorno sta determinando ormai in maniera evidente, almeno laddove al popolazione immigrata raggiunge le concentrazioni pi alte, quindi prima di tutto nelle aree metropolitane di Roma o Milano.

Pi di un fattore concorre a determinare una drammatizzazione del problema, di dimensioni inedite rispetto al passato, destinata per giunta ad aggravarsi con il tempo se non si adottano subito contromisure tempestive.

Intanto aumenta complessivamente il totale della popolazione immigrata regolare (attualmente circa 2.300.000 unitˆ) a fronte della quale i titolari di carta di soggiorno (circa 150.000 secondo le cifre fornite dal Ministero dellĠInterno), gli unici che non debbono richiedere il periodico rinnovo del titolo di permanenza nel paese, restano una quota del tutto irrisoria.

Mentre aumenta la popolazione straniera regolarmente presente, anche in virt del provvedimento certamente opportuno di regolarizzazione mirata dellĠottobre 2002 (poco pi di 700.000 richiedenti), si infittisce il sistema dei controlli e, con questo, la frequenza dei rinnovi dei permessi di soggiorno, anche in conseguenza delle modifiche introdotte allĠart.5 del D. Lgs n. 286 / 1998 dalla legge n. 189 / 2002 (cd. Bossi - Fini) che stabilisce che la durata del rinnovo non possa comunque eccedere il periodo precedente.

Questo divieto impedisce che permessi di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, anche se rinnovati a soggetti presenti in Italia da molti anni, possano superare il limite del biennio attualmente previsto in questi casi, come anche nei casi di lavoro autonomo e ricongiungimento familiare.

In pratica la gran parte degli immigrati in questo momento deve rinnovare il permesso di soggiorno con una frequenza che non supera il biennio, per di pi sottoponendosi, se non lĠha giˆ fatto al momento del rilascio iniziale, anche ai rilievi dattiloscopici.

Il risultato  la sostanziale paralisi del sistema, con le prenotazioni a Roma degli appuntamenti ad una distanza tra i 10 ed i 14 mesi secondo il carico di lavoro dei diversi commissariati; ormai nella maggioranza dei casi il tempo necessario al rinnovo quasi eguaglia quello di validitˆ del permesso di soggiorno.

Il risultato  che la vita dellĠimmigrato regolare viene continuamente interrotta nel suo svolgersi, costretta per lunghi periodi ad una stasi forzosa : per un verso non pu˜ uscire dallĠItalia (il transito in altri paesi gli sarebbe impedito dallĠassenza di un titolo valido e comunque una volta uscito non potrebbe far rientro regolarmente), per altro verso le incertezze anche nella vita in Italia si moltiplicano (per esempio: come regolare il cambiamento del lavoro, la contribuzione previdenziale per periodi e datori di lavoro diversi, lĠiscrizione ad un corso di formazione professionale pubblico o convenzionato, la partecipazione agli esami per il rilascio della patente di guida, lĠapertura di un conto bancario, lĠacquisto  di beni immobili o autoveicoli, ... ).

Senza proposte immediate, la situazione in futuro pu˜ solo peggiorare, visto che tutti gli indicatori depongono in tal senso (aumento dei richiedenti, delle domande giacenti e quindi dei tempi medi di attesa).

Due le proposte possibili per uscire, subito e senza alcuna necessitˆ di modifiche normative, dalla situazione attuale:

a)lĠamministrazione pu˜ esercitare la facoltˆ di proroga del titolo di soggiorno in scadenza di cui dispone, commisurando la proroga proprio al tempo che le occorre per pronunciarsi sulla richiesta di rinnovo. Potrebbe essere decisa con la semplice apposizione di un timbro sul titolo in scadenza, con il quale venga fissata la diversa e successiva data di validitˆ del permesso proprio a seguito del provvedimento di proroga. Si tratta di una facoltˆ che allĠamministrazione certamente spetta per i principi generali che ne regolano lĠazione e che  anche espressamente prevista dalla normativa attuale che appunto individua a quali condizioni sia possibile per lĠamministrazione procedere al rinnovo o alla proroga (art.13 comma 4Ħ del DPR. 31.8.1999 n.394). La proroga eviterebbe qualsiasi soluzione di continuitˆ nella validitˆ del soggiorno, evitando tutti i problemi che sorgono proprio in presenza della discontinuitˆ dei periodi. Per questa ragione quindi la proroga viene incontro alle esigenze degli immigrati ed al tempo stesso risponde ad esigenze di buon andamento dellĠamministrazione, evitando in particolare che proprio lĠamministrazione possa risultare esposta ad azioni risarcitorie promosse per eventuali danni dagli immigrati subiti per la mancanza di titolo valido nel lungo periodo di attesa del rilascio (non  di poco conto a questo riguardo il fatto che il comma 9 dellĠart.5 del D Lgs n.286 / 1998 preveda un termine massimo di giorni 20 per il rilascio). 

b)al momento del deposito della richiesta di rinnovo allĠimmigrato pu˜ essere rilasciato una ricevuta a cui, contrariamente a quanto attualmente avviene, venga riconosciuto, seppure a titolo provvisorio, lo stesso valore del titolo per il quale il rinnovo  richiesto. Questa procedura, per essere utile anche ai fini dellĠespatrio, richiede comunque che questa scelta dellĠamministrazione sia comunicata agli altri paesi di transito che frequentemente esercitano i controlli sulle frontiere dello spazio comune europeo.

Le due proposte mirano a determinare finalmente ed in breve tempo unĠinversione di tendenza in una situazione a questo punto non pi sostenibile.

Roma, 25 Giugno 2004