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CS n.22/2004

 

Le religioni degli immigrati allinizio del 2004:

gli effetti della regolarizzazione

 

La regolarizzazione del 2002, caratterizzata dal protagonismo dellEst Europa, ha visto arrivare in Italia quasi 400.000 cristiani (di cui due su tre ortodossi) e 180.000 musulmani.

Un forte impatto dunque non solo sul mercato del lavoro ma anche sul panorama religioso, come confermano i risultati di una ricerca che il Dossier Statistico Immigrazioneha curato per conto di Caritas Italiana, Fondazione Migrantes e Caritas diocesana di Roma.

 

In sintesi due le linee di tendenza: la progressiva crescita dei cristiani, e in particolare degli ortodossi, e  larrivo in Italia di musulmani di antico insediamento europeo. Vediamo qualche dato.

 

Dei due milioni e mezzo di immigrati regolarmente soggiornanti in Italia i cristiani sono 1.281.000 e raggiungono per la prima volta la met del totale, con gli ortodossi che, gi cinque volte pi numerosi dei protestanti, tendono prevedibilmente ancora ad un forte aumento.

I musulmani sono 824.000 (un terzo del totale), mentre il terzo gruppo quello dei fedeli di religioni orientali con 110.000 presenze.

 

Negli ultimi 14 anni sono aumentati tutti i gruppi, essendo limmigrazione quasi quadruplicata: da 657.000 persone nel 1991 agli attuali 2.548.000. In termini percentuali, per, i cristiani sono passati dal 44,6% al 50,3% e i musulmani dal 38,0% al 32,4%, in entrambi i casi con una differenza di 6 punti. Nello stesso periodo di tempo e questo il dato pi eclatante gli ortodossi sono aumentati di ben 11 volte, passando da 43.000 a 515.000.

 

Nellislam il riferimento arabo rimane importante (47%) ma non esclusivo e inizia ad avere una notevole consistenza (26%) la provenienza europea.

 

Dati che fanno riflettere. Un invito a valorizzare la dimensione religiosa e il retroterra spirituale del proprio continente  - secondo mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana - per poter essere meglio preparati ad accogliere la freschezza dellesperienza di fede delle giovani Chiese e al dialogo interreligioso. Per mons. Guerino Di Tora, direttore della Caritas diocesana di Roma Bisogna superare unaccoglienza superficiale degli immigrati cristiani e tenere conto sia dei cattolici che provengono dallEst Europa che degli ortodossi. La medesima insistenza sulla necessit del dialogo da parte di padre Bruno Mioli della Fondazione Migrantes, che per invita anche a non sottovalutare differenze e difficolt. Desta perci sorpresa  - egli aggiunge che il recente documento vaticano sulla pastorale dei migranti sia stato da alcuni interpretato come una chiusura allislam solo perch ha evidenziato  i seri problemi che si pongono in fatto di  matrimoni misti.

Solo pochi giorni fa (18 maggio 2004), proprio ai partecipanti allAssemblea plenaria del Pontificio Consiglio della pastorale per i Migranti e gli itineranti, il Santo Padre, dopo aver parlato di testimonianza cristiana e di impegno missionario, ha aggiunto: I processi di mondializzazione non solo chiamano la chiesa al dialogo interculturale, ma anche a quello interreligioso. Infatti lumanit del terzo millennio ha urgente bisogno di ritrovare comuni valori spirituali, su cui fondare il progetto di una societ degna delluomo.

 

 

 

Roma, 24 maggio 2004