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Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo

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IMMIGRAZIONE 14.5717/05/2004
Meno stranieri nello sport. Lo ha deciso il Coni (secondo disposizioni della Bossi-Fini), che ha ritoccato verso il basso il numero di atleti extracomunitari tesserabili dalle differenti federazioni di sport professionistici
MILANO - Meno stranieri nello sport italiano. Lo ha deciso il Consiglio nazionale del Coni (Comitato olimpico nazionale italiano) che ha ritoccato verso il basso il numero di atleti extracomunitari tesserabili dalle differenti federazioni italiane per attività professionistica. Dal tetto dei 1850 atleti del 2003, infatti, la quota di atleti extracomunitari che potranno giocare e gareggiare nelle squadre italiane, passa a 1691. Un taglio significativo, motivato con la necessità di "incentivare sempre di più i vivai" e che, è già stato annunciato, è destinato a proseguire anche in futuro.

La decisione del Coni, fissa nel dettaglio il numero massimo di tesserati extracomunitari che ogni federazione potrà iscrivere quest'anno. Saranno 186 per la pallacanestro, 180 per la pallavolo, 165 per l'atletica leggera. Queste le discipline che potranno tesserare il numero più alto di atleti stranieri. Per il calcio, tale cifra è di 60 atleti. Ultimi il triathlon, il tiro con l'arco e il taekwondo: un solo atleta extracomunitario potrà essere tesserato per svolgere questa disciplina in Italia a livello professionistico.

Per il secondo anno, quindi, il Coni si occupa di una questione fino a poco tempo fa al di fuori di qualunque regolamentazione. La decisione di fissare "quote di ingresso" per gli atleti extracomunitari, infatti, fa parte delle disposizioni previste dalla legge sull'immigrazione Bossi-Fini. Nel dettaglio, la normativa sugli stranieri approvata nel 2002, prevede che annualmente il Coni decida il numero massimo di stranieri extracomunitari ammissibili nel nostro Paese per svolgere attività sportiva retribuita. Una norma introdotta per salvaguardare la "tutela dei vivai giovanili e del patrimonio sportivo nazionale". In particolare, la legge prevede che gli stranieri tesserati in Italia soddisfino "un livello tecnico di accertato valore". In tre anni, veniva inoltre previsto di approdare a un sistema di "rigida limitazione dei tesseramenti degli sportivi stranieri per ogni società affiliata", per arrivare a un numero complessivo stabilito secondo un calcolo per cui la quota annuale assegnata ad ogni Federazione sportiva nazionale corrisponda al numero di tesseramenti consentito per ogni società moltiplicato per il numero delle società stesse. (mch)
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