Inchiesta
flussi 2004
Quattro richieste nominative per ogni posto disponibile!
Il divario tra ci che chiede il mercato del lavoro e quanto concesso dal
decreto flussi di dimensioni spaventose...
Alle Direzioni
Provinciali del lavoro sono arrivate quattro richieste nominative per ogni
ingresso previsto dal decreto flussi. un verdetto senza appello: il divario
tra ci che chiede il mercato del lavoro e quanto concesso dal decreto flussi
di dimensioni spaventose.
Gi dalla pubblicazione del decreto era chiaro che anche quest'anno le quote
non avrebbero soddisfatto le esigenze di aziende e famiglie. Volevamo per fare
un passo in pi, cercando di quantificare questo "errore".
A un mese dalla pubblicazione del decreto flussi abbiamo chiesto alle DPL di
tutta Italia come procedeva la corsa alle quote.
Non tutte ci hanno risposto: in molti casi dovevano ancora mettere ordine nella
valanga di richieste, e non potevano iniziare a farlo con centinaia di persone
ancora in fila agli sportelli.
Chi ha trovato il tempo di fare i conti ha per fotografato per noi lo
scenario, pi che preoccupante, che vi proponiamo nella tabella qui sotto.
un viaggio illuminante sui limiti del decreto flussi.
Da situazioni (relativamente) meno gravi come quelle di Forl e Roma, poco pi
del doppio delle domande rispetto alla disponibilit, si precipita in altre
assolutamente spaventose.
A Milano ci sono gi tre richieste per ogni ingresso autorizzato, a Brescia il
rapporto di 5 a 1, a Torino 8 a 1, a Bologna hanno una montagna di domande
nove volte pi alta della quota concessa.
Complessivamente, nelle province che abbiamo preso in esame sono state
presentate trentaduemila domande per poco pi di ottomila posti disponibili:
quasi 4 a 1.
Questo rapporto pu darci il numero di domande presentate in tutta Italia:
almeno 120mila a fronte di solo 29mila ingressi autorizzati. E non
dimentichiamo che una stima al ribasso, perch quasi ovunque si continuano a
presentare richieste nominative, e il divario tra domanda e "offerta"
cresce di giorno in giorno.
Prenotazioni e lotterie
Il fatto che le quote vengano assegnate in base all'ordine di presentazione
delle domande, ha scatenato anche quest'anno la corsa all'accaparramento dei
pochi posti disponibili.
Di fronte alle Dpl si sono snodate per giorni (e notti) le code di aspiranti
datori di lavoro, o, il pi delle volte, di immigrati delegati dai loro
principali a presentare le domande.
In alcuni casi si cercato di limitare i danni.
Alla Dpl di Roma, per ridurre i tempi d'attesa in fila, al posto di accettare
subito domande e documenti hanno preso solo le prenotazioni dei datori di
lavoro, fissando degli appuntamenti per la presentazione.
"Abbiamo appuntamenti fino ad aprile - spiega la dott.ssa Anna Maria
Miraglia - ma almeno la fila scorreva pi velocemente, e l'emergenza di fronte
agli sportelli non durata pi di qualche giorno".
A Milano hanno invece eliminato le file agli sportelli accettando solo le domande
spedite per raccomandata.
"Anche qui ci sono state file, - racconta la dott.ssa Valentini - ma solo
quando abbiamo distribuito i modelli per le domande" .
Anche questo metodo ha per delle controindicazioni: "se mancano dei
documenti - spiega la Valentini - dobbiamo contattare i datori di lavoro per
chiedere un'integrazione, e questo allunga i tempi". A volte inoltre
nell'affrancatura c' la data ma non l'orario di spedizione, e quindi la
domanda viene messa in coda a quelle della giornata, anche se magari il datore
di lavoro si presentato alle Poste alle 8 di mattina
A Verona, dove la corsa alle quote iniziata solo il 17 febbraio, le notizie
che arrivavano dal resto d'Italia hanno gettato nel panico il sindaco Paolo
Zanotto che ha proposto "estraiamo a sorte i posti disponibili". Alla
legge del pi forte (quanto tempo riesco a rimanere in fila) si doveva secondo
il sindaco preferire quella del pi fortunato.
La proposta non stata accolta, ma almeno il preallarme ha fatto spostare la
raccolta delle domande dai locali della Dpl a quelli pi ampi della Fiera.
Per lo pi si trattato di palliativi: quasi ovunque non si riusciti ad
evitare la vergogna delle code. Quel che peggio, come risulta dalla nostra
inchiesta, tre persone su quattro si sono messe in fila inutilmente!
Gli esclusi
Che fine faranno gli esclusi?
Andranno ad ingrossare le fila degli irregolari, arricchendo chi lucra sul
lavoro nero e vivendo una vita senza diritti in questo Paese.
Parte di loro ancora all'estero.
Quando si vedranno chiudere in faccia la porta dell'Italia non si toglieranno
per dalla testa che in questo Paese c' posto anche per loro. Hanno ragione.
Che senso avrebbe altrimenti quel contratto gi firmato con il datore di
lavoro?
Prima o poi risponderanno comunque alla chiamata, entreranno in Italia e
saranno ingoiati dal sommerso.
Ad aspettarli troveranno il resto degli esclusi.
Buona parte delle richieste nominative, inutile prenderci in giro, riguarda
lavoratori gi irregolarmente in Italia, che utilizzano il decreto flussi per
prendere un permesso di soggiorno.
Bocciati dalla lotteria del decreto flussi non faranno altro che tornare
invisibili nelle imprese e nelle famiglie italiane, aspettando il prossimo
decreto o la prossima sanatoria per ritentare la sorte.
Per quanto scomodi o poco popolari, su questi dati che si dovrebbe ragionare.
O si definiscono i flussi di ingresso in base alla logica della domanda e
dell'offerta oppure non ci sar altro da fare che mettere in cantiere un'altra
maxi-regolarizzazione.
Presto l'esercito degli esclusi sar di nuovo un pugno in faccia anche per chi
non li vuole vedere.
DPL |
Quote |
|
Domande |
|
Rapporto |
Perugia |
389 |
|
1403 |
|
3,6 |
Treviso |
555 |
|
2500 |
|
4,5 |
Aquila |
37 |
|
150 |
|
4,1 |
Forl-Cesena |
1560 |
|
3000 |
|
1,9 |
Modena |
795 |
|
2900 |
|
3,6 |
Como |
30 |
|
240 |
|
8,0 |
Messina |
43 |
|
245 |
|
5,7 |
Firenze |
189 |
|
700 |
|
3,7 |
Livorno |
150 |
|
430 |
|
2,9 |
Napoli |
60 |
|
250 |
|
4,2 |
Padova |
735 |
|
2200 |
|
3,0 |
Prato |
20 |
|
91 |
|
4,6 |
Torino |
379 |
|
3000 |
|
7,9 |
Bologna |
523 |
|
4500 |
|
8,6 |
Bergamo |
271 |
|
800 |
|
3,0 |
Potenza |
60 |
|
300 |
|
5,0 |
Brescia |
807 |
|
4300 |
|
5,3 |
Nuoro |
50 |
|
150 |
|
3,0 |
Milano |
700 |
|
2500 |
|
3,6 |
Roma |
1007 |
|
2300 |
|
2,3 |
Reggio Calabria |
30 |
|
240 |
|
8,0 |
Totale |
8390 |
|
32199 |
|
3,8 |
|
Espulsioni
convalidate dai giudici di pace e reclusione fino a quattro anni anche per chi
non rispetta la prima espulsione. Il governo pronto a modificare la Bossi-Fini.
ROMA - gi
pronto il decreto
legge che dovrebbe modificare la Bossi-Fini per quanto riguarda l'arresto
obbligatorio e l' espulsione amministrativa, salvandola cos da una probabile
bocciatura da parte della Consulta.
Secondo il Corriere della Sera, il testo approntato dai tecnici del
Viminale e del Ministero della Giustizia sarebbe gi stato portato in Consiglio
dei Ministri venerd scorso, ma, complici gli attentati di Madrid e la forzata
assenza del ministro Bossi, se ne sarebbe rimandata la discussione a tempi pi
sereni.
Espulsione amministrativa e arresto obbligatorio dei recidivi sono al centro
della maggior parte delle eccezioni di costituzionalit (pi di 600) sollevate
dai giudici italiani.
Molti di loro fino ad oggi si sono chiesti se l'accompagnamento alla frontiera,
con la conseguente limitazione della libert personale, possa essere disposto
da un prefetto senza l'avallo di un magistrato.
I dubbi verranno spazzati via dal decreto, secondo cui anche l'ordine di
espulsione dovr essere firmato da un giudice.
Per non pesare sulla gi oberata magistratura ordinaria e garantire tempi pi
veloci verranno chiamati in causa i giudici di pace, che sono 4700, distribuiti
capillarmente sul territorio in 848 uffici giudiziari.
A molti giudici l'arresto obbligatorio sembrato spropositato per un reato
contravvenzionale che ( il caso di chi non lascia l'Italia dopo la prima
espulsione) viene punito al massimo con un anno di carcere.
Questa obiezione ha portato fino ad oggi alla mancata convalida di una
rilevante percentuali degli arresti.
A quanto pare si interverr aggravando la posizione di chi non rispetta il
primo decreto di espulsione equiparandola a quella di chi non lo fa per una
seconda volta: reato di permanenza in clandestinit, punibile con la reclusione
fino a quattro anni.
All'interno della CdL gli unici dubbi su questa modifica arriverebbero
dall'Udc, che gi si era opposta all'introduzione del reato di permanenza
clandestina durante l'iter parlamentare della Bossi-Fini.
Pur di non fare i conti con l'altol della Consulta, il ministro Buttiglione
sembra per rassegnato a mandare gi il boccone: " una misura che
vorremmo evitare - ha dichiarato al Corriere- l'abbiamo gi detto e
dimostrato in passato. Ma se questo l'unico modo di evitare la bocciatura
della legge non c' altro da fare"
(16 marzo 2004)
Libro
bianco dei Ds sulla Bossi-Fini. Livia Turco: "precarizzata la presenza dei
lavoratori immigrati, cancellato il tema dell' integrazione..."
ROMA - A un anno
e mezzo dalla sua approvazione, la legge Bossi-Fini "ha mostrato tutto il
suo carattere demagogico perch non ha prodotto risultati significativi e
positivi nel governo dell' immigrazione": il Libro Bianco dei Ds sulla
"politica delle destre in materia di immigrazione" punta il dito
contro la legge approvata l' 11 luglio 2002 e rivendica l' operato dei governi
di centrosinistra e in particolare la legge Turco-Napolitano.
Il volume, oggi in edicola insieme al quotidiano 'L'Unita", stato curato
dal responsabile immigrazione dei Ds, Giulio Calvisi e da Aly Baba Faye, del
Forum Fratelli d' Italia, con il contributo di Livia Turco, di associazioni e
sindacati.
Nella prefazione, il segretario della Quercia, Piero Fassino, afferma che la
Bossi-Fini ha "complicato e reso difficile il soggiorno in Italia di tanti
stranieri regolarmente residenti nel nostro Paese". La responsabilit pi
grave del governo Berlusconi, rincalza Livia Turco, quella di "aver
precarizzato la presenza dei lavoratori immigrati, di aver cancellato il tema
dell' integrazione, di aver confinato tali politiche a un generoso 'fai da te'
degli enti locali, degli imprenditori, del volontariato".
Vediamo nei dettagli quali sono, secondo i Ds, gli errori e le manchevolezze
della legge Bossi-Fini:
I RITARDI - A tutt' oggi mancano ancora sia i Regolamenti attuativi della legge
sia il Documento di programmazione triennale. L' ultimo atto di programmazione
- dicono i Ds - stato fatto dal centrosinistra tre anni fa.
LA NUOVA UE - Dal 1 maggio prossimo, l' Ue avr altri 74 milioni di cittadini
provenienti da 10 nuovi Paesi: molti di loro passeranno direttamente dalla
condizione di 'immigrato clandestino' a quella di cittadino comunitario, anche
se per un periodo di tempo che potr variare da due a sette anni non avr gli
stessi diritti dei cittadini degli attuali Paesi Ue. A decidere tutto questo
saranno i singoli membri attuali dell' Unione, e l' Italia a questo proposito -
denunciano i Ds - non ha ancora espresso il suo orientamento.
LE QUOTE - I Ds denunciano innanzitutto la "confusione" nel
centrodestra tra chi vuole eliminare le quote e la legge che invece le
conferma; poi denunciano il 'blocco' anche per il 2004 sulla quota di 79.500
arrivi, divisa in 68.500 stagionali e 11 mila non stagionali, "senza che
sia stata fatta una sola analisi concreta del fabbisogno e senza la
programmazione triennale per il 2004-2006". Quanto poi alle quote
privilegiate, riservate a quei Paesi a maggiore pressione migratoria illegale,
"sono state drasticamente ridotte, nella misura dell' 80%, tra il 2001 e
il 2003".
I FLUSSI IRREGOLARI - I Ds citano l' esempio degli sbarchi di clandestini
provenienti dall' Albania, che dal 1999 in poi hanno registrato un progressivo
dimezzamento sino ad esaurirsi del tutto nel 2003, merito - sostengono - degli
accordi bilaterali avviati dai governi di centrosinistra. Percorso inverso,
invece, per i clandestini provenienti dal Nordafrica e sbarcati in Sicilia, che
hanno registrato un aumento progressivo.
LE ESPULSIONI - Secondo i Ds, le espulsioni di immigrati clandestini -
"uno degli scopi prioritari della Bossi-Fini" - si sono ridotte
rispetto a quando era in vigore la Turco-Napolitano: "in un solo anno, dal
2002 al 2003, si passati da 88 mila a 65 mila".
LA BOSSI-FINI E LA COSTITUZIONE - La legge, dicono i Ds, in procinto di
essere dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale, in riferimento
in particolare alla disciplina dei casi di espulsione, in quanto "viola il
diritto di difesa, in contraddizione con il codice penale e con i principi
generali del nostro ordinamento".
LA SANATORIA - I Ds definiscono la regolarizzazione scaturita dalla Bossi-Fini,
che ha coinvolto pi di 700 mila immigrati, "la pi imponente sanatoria
mai realizzata in Europa". Tuttavia, si lamenta il mancato riconoscimento
allo straniero di un ruolo attivo nella procedura di emersione del rapporto di
lavoro e i numerosi casi di sfruttamento degli stessi immigrati, che spesso
hanno dovuto pagare di tasca propria i contributi. Inoltre, il problema della
clandestinit non si pu ritenere risolto: a 6 mesi dalla conclusione della
sanatoria, secondo i Ds ci sono circa 500 mila clandestini; inoltre, un
immigrato su 5 lavora in nero.
Il Libro bianco denuncia, inoltre, i lunghi tempi di attesa per il rinnovo del
permesso di soggiorno, che si aggirano mediamente sui dieci mesi; la mancata
approvazione di una legge sulla libert religiosa, bloccata dalla Lega, e della
legge sul diritto d' asilo, che fa dell' Italia la 'pecora nera' dell' Ue; il
problema della tratta delle donne, che con la Bossi-Fini - "sono meno
tutelate". Infine, si denuncia la situazione dei minori non accompagnati,
circa 8 mila ogni anno, il 20% dei quali risulta nel tempo irreperibile.
(16 marzo 2004)