Da http://www.migranews.net/
27/02/2004
Naima
scrive alla Cgil perch non riesce a far venire la madre in Italia
di
Saleh Zaghloul
Naima D. cittadina marocchina regolarmente residente a Genova da 14 anni, in possesso di Carta di Soggiorno, ha scritto una lettera a Piero Soldini Responsabile Nazionale Immigrazione CGIL nella quale chiede il suo intervento presso il Ministero degli Esteri e presso il Consolato dItalia a Casablanca affinch sia rilasciato il visto dingresso in Italia alla madre per motivi di ricongiungimento familiare.
La signora marocchina scrive nella sua lettera che la madre avrebbe dovuto fare
ingresso in Italia a settembre del 2002 e che ancora oggi non riesce ad entrare
in Italia malgrado sia in possesso di regolare Nulla Osta allingresso in
Italia per motivi di ricongiungimento familiare rilasciato il 19/08/2002 dal
Questura di Genova. La storia di questa mancata unione familiare simile a
quella di centinaia di cittadini marocchini che avevano consegnato al Consolato
dItalia di Casablanca i Nulla Osta rilasciati nel 2002 dalle Questure
italiane. Dopo tanti mesi dattesa, a maggio del 2003, si sono sentite dire dai
responsabili del Consolato di Casablanca che i nulla Osta erano scaduti e che
occorre fare nuove domande alle questure per il rilascio di nuovi Nulla Osta.
Il problema stato oggetto di un incontro di CGIL, CISL e UIL con il direttore
del Ministero degli Affari Esteri il 9 giugno del 2003 in seguito al quale il
ministero ha dato disposizioni al Consolato affinch siano rilasciati i visti
dingresso anche quando i nulla-osta erano stati rilasciati nel 2002. Infatti,
la signora Naima cos scrive nella sua lettera: Al Consolato italiano di
Casablanca hanno detto, a mia madre, che occorre un nuovo nulla osta che la
sottoscritta deve richiedere di nuovo alla questura di Genova. Verso la fine di
luglio 2003, mi sono rivolta alla CGIL di Genova, la quale mi ha consegnato una
lettera del Ministero degli affari esteri nella quale si afferma che il
problema era risolto e che il nulla osta in possesso di mia madre era ancora
valido.
La signora marocchina riferisce che sua madre e sua sorella si sono presentate
varie volte davanti ai cancelli del Consolato a Casablanca ma che non sono
riuscite a entrare nel consolato. A questo punto, il 20 ottobre 2003, decido
di andare personalmente in Marocco scrive Naima - e fino al 15 dicembre 2003
sono andata al consolato ogni luned ed ogni venerd ma non riuscivo a entrare.
I due poliziotti di guardia davanti alla porta del Consolato continuavano a
ripetere che potevano entrare soltanto coloro che trovano i loro nomi scritti
nel tabellone davanti al portone del consolato e di fronte alla mia insistenza
mi dicevano che poteva entrare soltanto chi ha un passaporto italiano.
Il problema non era, infatti, risolto ed stato oggetto di un secondo incontro
luned 17 novembre tra i responsabili per limmigrazione di CGIL, CISL, UIL e
il Direttore generale del dipartimento immigrazione del Ministero degli Affari
Esteri, Adriano Benedetti. In quella sede il ministero ha riconosciuto che non
stato smaltito tutto larretrato; su circa 4.000 pratiche, ne erano state
lavorate 2.191, 1.390 erano andate a buon fine e cerano ancora circa 1.000
persone da convocare per le quali si doveva prorogare la scadenza del nulla
osta. A questi si dovevano aggiungere altri 1.000 casi circa che, pur
convocati, non si erano presentati e ai quali stato concesso ancora un
periodo di 90 giorni.
La difficolt, secondo il ministero, quella di rintracciarli in sperduti
villaggi senza indirizzo, ma la lettera della signora Naima segnala ulteriori
difficolt: Dopo la mia partenza dal Marocco il 25 dicembre 2003 mia sorella
si recata al consolato ogni luned ed ogni venerd fino ad ieri 23.02.2004
quando sul famoso tabellone ha trovato scritto che i nulla osta rilasciati
dalle questure nel 2002 sono scaduti e che occorre fare un'altra domanda per un
nuovo nulla osta.
Cos il problema si ripresenta da capo esattamente come un anno fa, ma nel
frattempo la legge cambiata e la questura di Genova non rilascia pi nulla
osta per il ricongiungimento familiare con i genitori.