Nota per la Stampa
ITALIA: DIRITTO D’ASILO E INTEGRAZIONE SOSTENIBILE

Iniziativa comunitaria Equal 2000/2006 nell’ambito del Progetto Integ.r.a.

Il 9 novembre ne discutono a Roma Fabio Sturani (presidente commissione immigrazione Anci), Laura Boldrini (portavoce Unhcr), l’on. Gian Franco Anedda (presidente del gruppo di AN alla Camera), l’on. Michele Saponara (capogruppo di FI alla Camera), l’on. Antonio Soda (Ds-L’Ulivo) e altri rappresentanti parlamentari di Camera e Senato. Conclude Carla Collicelli (vicedirettore Censis).

 

Sottratti al rischio dall’azione legislativa dello Stato, i richiedenti asilo che ottengono il riconoscimento dello status di rifugiati, o quello di titolari di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, hanno bisogno di essere accolti, anche in Italia, da un sistema territoriale che consenta loro d’integrarsi a pieno titolo nella società civile.

Il testo unificato della proposta di legge “Disposizioni in materia di protezione umanitaria e di diritto di asilo” (Pdl n° 1238) è stato inserito nell’Agenda Parlamentare per essere discusso dalle Camere. Si tratta di un’azione legislativa nazionale raccomandata anche dalle Direttive europee in materia (in particolare dalla 2004/83/CE).

Oltre alle norme atte a regolamentare il caso specifico dei richiedenti asilo per motivi di fede, opinione, nazionalità, razza, appartenenza a determinati gruppi sociali o di pensiero, il Pdl 1238 affronta al Capo III “Misure di Assistenza e Integrazione” (Artt. 18-20) il tema dei diritti e delle risorse che dovranno essere stanziate per agevolare l’accoglienza dei richiedenti asilo e l’integrazione dei rifugiati o dei titolari di altre forme di protezione umanitaria.

La parola chiave del confronto politico promosso nell’ambito del Progetto Integ.r.a. il 9 novembre è, dunque, l’integrazione, comprese le misure più adeguate per darne attuazione.

È su questo tema che s’intende sviluppare apertamente un ampio confronto d’idee e pareri fra i parlamentari di Camera e Senato, alla presenza dei media.

“Nel 2001 l’Anci, l’Acnur e il Censis – spiega Fabio Sturani (presidente commissione immigrazione Anci) – hanno iniziato a lavorare alla sperimentazione del Progetto Integ.r.a., un progetto italiano dentro una cornice europea, volto a facilitare l’integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati con la collaborazione di sette Comuni (Roma, Ancona, Bergamo, Bitonto, Catania, Forlì e Genova) e di 25 organizzazioni facenti parte di istituzioni accademiche, Terzo Settore, Associazioni di categoria, sindacati e altri referenti locali per l’accesso al mercato del lavoro e all’alloggio”.

“L’integrazione, come la intendiamo nel Progetto Integ.r.a. – prosegue Sturani - non ha alcuna connotazione di tipo assistenziale. È, al contrario, una possibilità di accesso a strumenti utili al fine di agevolare l’inserimento sociale nel rispetto e nella valorizzazione delle capacità del singolo individuo. È infatti necessaria l’attivazione di politiche attive, mirate a creare e offrire servizi di orientamento, accompagnamento e sostegno durante il percorso d’integrazione. Come si può, infatti, prevedere che un cittadino - solo perché ha ottenuto un riconoscimento formale - possa, da lì in avanti, poter usufruire realmente delle stesse possibilità di un cittadino italiano che conosce la lingua, ha relazioni parentali e amicali sul territorio, conosce i servizi che la società italiana


gli può offrire e le condizioni per usufruirne? Integ.r.a. rappresenta, in questa direzione, una sfida importante per l’Anci e le amministrazioni pubbliche: una sfida basata sulla consapevolezza che solo realizzando un governo multilivello ci potrà essere del fenomeno una gestione condivisa ed efficace. La rete locale che si è sviluppata in senso orizzontale, mettendo in comune risorse e strumenti, dovrà necessariamente essere accompagnata dallo sviluppo di una rete verticale che coinvolga le istituzioni e che comporti la condivisione di responsabilità tra i diversi attori, ciascuno per le proprie competenze”.

In anticipo rispetto alla data dell’incontro, i politici che lo animeranno hanno segnalato alcune delle dichiarazioni che saranno più ampiamente dibattute il 9 novembre. Qui di seguito le loro anticipazioni.

“Il lungo cammino dell’Italia e del mondo verso la libertà – afferma l’on. Gian Franco Anedda, presidente di AN alla Camera - ha travolto, seppur non ancora sconfitto, gli egoismi degli Stati. Ha fatto assumere come dovere, giuridico e morale, la solidarietà nei confronti di coloro i quali fuggono dai paesi d’origine perché perseguitati e privati delle libertà. L’asilo per motivi politici è giustamente definito un diritto. Indubbio altresì che occorrano delle regole. Il Parlamento non è in ritardo, già la legge dell’immigrazione si è occupata del problema: certo non in maniera esauriente”.

“Oggi il tema - prosegue l’onorevole Anedda - non è il diritto d’asilo, non è il problema dell’immigrazione, bensì quello d’offrire una traccia e una indicazione al parlamento che si accinge a varare la legge di regolamentazione con riferimento al modo, vorrei dire allo status, che l’Italia offre al rifugiato. La proposta di legge oggi all’esame della Camera dei Deputati pone una prima distinzione tra colui che ha richiesto il diritto d’asilo e colui che abbia avuto riconosciuto tale diritto. Quanto ai primi è apparso ovvio che debbano essere interessati i Comuni nei quali il richiedente risiede. A tal fine, è prevista la costituzione presso il Ministero dell’Interno di un apposito Fondo ed è stato anche previsto il riconoscimento di uno speciale status giuridico per coloro i quali, non avendo ancora ottenuto la qualifica di rifugiato, non possono rientrare temporaneamente nel loro paese d’origine. I rifugiati sono equiparati ai cittadini italiani quanto a tutela della salute, accesso agli studi, accesso al lavoro”.

“Questa proposta di legge è un risultato politico importante – afferma l’on. Antonio Soda del gruppo Ds-L’Ulivo, relatore del Pdl sul diritto d’asilo – poiché è volta a introdurre una disciplina organica del diritto d’asilo in attuazione non solo delle convenzioni internazionali, bensì dell’articolo 10, terzo comma, della Costituzione. Si vuole così colmare una grave lacuna del nostro ordinamento, peraltro rimasto l’unico in Europa a non avere una legge in materia. La regolazione legislativa del diritto d’asilo deve necessariamente trovare equilibrio tra due dimensioni in conflitto potenziale: la garanzia dei diritti umani e la solidarietà, da un lato, e il governo della sicurezza, dall’altro. Il testo unificato approvato dalla Commissione Affari Costituzionali, frutto della mediazione tra le diverse parti politiche, esprime il tentativo di trovare un punto di equilibrio tra queste due dimensioni. Il mio personale giudizio non è completamente soddisfacente: la proposta presenta tuttora delle insufficienze sul versante delle garanzie che mi auguro possano essere risolte nel corso dei lavori in assemblea”.

“La proposta di legge – conclude Soda – conferma alcune disposizioni importanti della cosiddetta Bossi-Fini, quali: l’istituzione di un Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo per il finanziamento delle misure d’accoglienza e d’integrazione dei richiedenti asilo disposte dagli enti locali; la possibilità per gli enti locali di avvalersi del sostegno finanziario dei servizi d’accoglienza fino all’80 per cento del costo complessivo. Ovviamente, la dotazione di questo Fondo di risorse appropriate è responsabilità del Governo e deve essere necessariamente incrementato”.

“La proposta di legge sull’asilo – dichiara l’on. Michele Saponara, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati - è condivisa sia dalla maggioranza che dall’opposizione, tanto che la relazione è stata affidata a un esponente della stessa, l’onorevole Soda. Detta proposta tende ad attuare l’art. 10 della Costituzione tenendo conto, naturalmente, anche dei principi della Costituzione europea, nonché delle leggi sull’immigrazione. Ovviamente ci si augura che gli accertamenti circa i requisiti per essere ammessi al diritto d’asilo siano seri. E ciò per evitare che venga favorita l’immigrazione clandestina. Comunque, l’integrazione sarà assicurata anche dall’approvazione delle proposte di legge sulla cittadinanza e sul diritto di visto agli stranieri in corso d’esame da parte della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati”.

La portavoce per l’Italia dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Laura Boldrini, ha dichiarato che “l’integrazione rappresenta un passaggio fondamentale perché il rifugiato diventi una risorsa per la società che lo accoglie”. Tuttavia, prosegue la Boldrini, la normativa dell’Unione Europea a questo riguardo sottrae a molti rifugiati, soprattutto coloro che fuggono da guerre o violenza generalizzata, reali opportunità d’integrazione, consentendo ai singoli governi di negare loro il diritto di lavorare e, quindi, di sentirsi in una “nuova casa”. “Bisogna favorire e legittimare i canali legali dell’immigrazione – conclude la portavoce Unhcr - per sottrarre migliaia di persone al controllo dei trafficanti, anziché, come accade oggi, approfittarne celatamente, sfruttandone il lavoro irregolare nelle campagne, nelle fabbriche o nelle nostre case”.

Carla Collicelli, vicedirettore del Censis, che concluderà il confronto del 9 novembre, ha così sintetizzato lo spirito di questa iniziativa: “L’impegno con cui gli enti locali hanno lavorato nell’ambito del Progetto Integ.r.a. per realizzare strategie d’inserimento territoriale per i richiedenti asilo e per i rifugiati ha dimostrato la capacità di andare oltre la mera accoglienza. Infatti, fin dall’inizio sono stati coinvolti diversi attori, secondo le specificità del territorio e degli individui che vi sono stati accolti. Da una parte, il tessuto locale ha confermato una volontà non solo di accogliere questo soggetti, ma anche d’inserirli nel sistema produttivo e di passare dall’assistenza al loro coinvolgimento nella vita economica locale. Dall’altra parte, si è verificata una disponibilità dei richiedenti asilo ad andare oltre la passività dell’accoglienza e dell’inattività forzata, dedicandosi con grande impegno allo studio, alla formazione e alla crescita personale, persino quando la loro permanenza in Italia non era ancora affatto assicurata. Lo stimolo di un’iniziativa nazionale e la ripartizione di risorse centrali sulla base di una progettualità locale hanno indotto diversi stakeholder a farsi parte attiva nella pianificazione locale. “

“Il progetto – conclude la Collicelli - sta dimostrando di fatto, quindi, che l’integrazione è possibile. In un contesto di restringimento delle disponibilità finanziarie di tutte le autonomie locali, le reti locali nate nel Progetto Integ.r.a. hanno avuto il pregio di razionalizzare le risorse e di moltiplicare l’effetto del contributo statale”.

Il nuovo documento del Progetto Integ.r.a., che prende il titolo dall’incontro “Italia: diritto d’asilo e integrazione sostenibile”, descrivendo nel dettaglio i modelli socioeconomici, gli strumenti e le soluzioni intrapresi nelle realtà territoriali, sarà divulgato fra i partecipanti il 9 novembre. Il documento sarà, inoltre, pubblicato online sul sito www.integra-anci.it.

 

I media interessati a partecipare all’incontro di martedì 9 novembre ore 11.45, Grand Hôtel de la Minerve, Sala Olimpo, piazza della Minerva 69, Roma, sono invitati ad accreditarsi preventivamente all’ufficio stampa del Censis:

 

 

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