COMUNE DI ROMA
alle Politiche della Multietnicità
COMUNICATO STAMPA
Per il ciclo Roma città della pace
Il Sindaco di Roma
Walter Veltroni
e la Consigliera delegata alle politiche della Multietnicità
Franca Eckert Coen
invitano a
scritture migranti.
Scrittori del mondo che hanno scelto di esprimersi in italiano.
Incontri in Campidoglio per una poetica del futuro
Secondo incontro: Lunedì 15 novembre, ore 11.00: Marcia Theophilo, presentata dalla poetessa e saggista Mia Lecomte
SALA DEL CARROCCIO, Campidoglio. Ingresso libero.
Organizzazione: Laura Mincer
Laura.querciolimincer@fastwebnet.it
Márcia
Theóphilo è nata a Fortaleza, in Brasile. E’
stata candidata al Nobel per la Letteratura.
Vive a Roma dal 1982.
Tutta la sua opera si ispira alla foresta amazzonica, ai suoi popoli, miti, alberi e animali. E' un'opera di impegno per la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale della foresta e di denuncia della sua distruzione.
In un'intervista dice: "Nel mio lavoro ho cercato di fare una fusione tra memoria emotiva e memoria culturale, tra poesia e documentazione, tra mondo arcaico e mondo contemporaneo, creando un tutt'uno in cui tutte queste materie si compenetrano. Penso però, che senza la poesia non si può arrivare all'anima della foresta. L'antropologia è una disciplina che ha finito con il privilegiare gli oggetti e la cultura materiale. Io ho privilegiato il soggetto più leggero, l'anima, la poesia."
Nota biografica
Dal 1968 al 1971 Márcia Theóphilo lavora come giornalista a San Paolo e pubblica il suo primo libro di racconti. Nel 1972 lascia il Brasile, sottraendosi con l’esilio alla repressione di una dittatura militare. Conosce a Roma il poeta spagnolo in esilio Rafael Alberti, con cui stabilisce un importante rapporto di lavoro e amicizia.
Tra il 1973 e il 1979 pubblica, in Italia i libri di poesia: “Siamo pensiero”, “Basta che parlino le voci” e “Canções de Outono”; i saggi “Massacro degli indios nel Brasile d’oggi” e “Gli indios del Brasile”; la piéce teatrale “Arapuca”.
Quando in Brasile il processo di democratizzazione inizia, nel 1979, Márcia Theóphilo torna a San Paolo dove partecipa al Movimento per la Democrazia. È corrispondente della rivista italiana “Noi Donne”.
Torna a Roma nel 1981 dove continua a lavorare nello scmabio culturale tra Italia e Brasile. Fra il 1983 e il 1991 pubblica i libri di poesia: “Catuetê Curupira” che vince il premio “Minerva” 1983 e “O rio, o pássaro e as nuvens/Il fiume, l’uccello e le nuvole” e la piéce teatrale “Dica a quelli che è da parte di Dulce”.
Partecipa attivamente alla vita culturale italiana contribuendo alla fondazione
della rivista “Minerva”, dirigendo, assieme a Amanda Knering, il Centro
Culturale “Donna Poesia”, rappresentando il Brasile nel “Centro Internazionale
Alberto Moravia”.
Dal 1986 è rappresentante dell’ Unione Brasiliana degli Scrittori (U.B.E.) nel Sindacato Italiano degli Scrittori.
Tra il 1991 e il 2003 pubblica i libri di poesia: “Io canto l’Amazzonia/Eu canto Amazonas”, “Os meninos jaguar/I bambini giaguaro” patrocinato dal W.W.F. Italia, che vince il premio Fregene 1996; “Kupahuba - albero dello Spirito Santo” edito da Tallone, che vince il premio “San’Egidio” 2000; “Foresta mio dizionario” che vince il premio Nazionale Histonium 2003 e il premio “Parco Majella” 2003.
Riceve i premi “Nuove Scrittrici”1997, “Carsulae” 2001 e “F.I.Te.l Nazionale” dos sindicatos CGIL-CISL-UIL 2002 per la carriera.
La sua poesia entra a far parte di varie antologie tra le quali: “Quel dio che non avemmo - 20 poeti dell'Europa e del mondo” (Roma, 1999); “Poesie d'amore. In segreto e in passione” (Roma, 1999); “Antologia de Poetas Bralileiros” (Lisbona, 2000); “Antologia da Poesia Brasileira” (Santiago de Compostela, 2001); “Per amore” (Roma, 2002).
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Dal libro "I Bambini Giaguaro" (ed. De Luca, 1995)
È immobile la terra, quando la dea Giaguaro
entra
di notte nel villaggio
e con
lei Urucú, Pajurá Jupicahy,
Tauarí,
Ararí, Mangalô
i volti
illuminati, un fascio di luce
balla
un guerriero dentro ognuno
II
è lei la divinità Giaguaro.
Apre
l'universo chiuso scuro
la conchiglia,
nido di tutti gli esseri Murucú Maracá
III
i bambini guerrieri
-
ciascuno incarna un mito -
hanno
cinture di paglia intrecciata
ornate
di penne di arara
orecchini
di Penne di arara
collane
di unghie di giaguaro
bracciali
di conchiglie di fiume
VII
il
bambino giaguaro
si
trasforma in tutte le cose
che
vivono nell'acqua
si
trasforma in tutte le cose
che
vivono sulla terra
non c'è
differenza tra animali
e
piante ciò che vive nella foresta è dentro la dea
VIII
cominciano a danzare in girotondo i bambini, danza in loro la pelle di animali kaiku-si ma gelê tapé-wai lo dicevo che questo era un giaguaro che esce dal cerchio kaiku-sí ma gelê tapé-wai lo dicevo che questo era un giaguaro IX è lei la divinità Giaguaro come la foresta antica è la sua vita
Márcia Theóphilo - 1994