COMMISSIONI 1ª e 2ª RIUNITE
1ª (Affari costituzionali)
2ª (Giustizia)

MERCOLEDÌ 6 OTTOBRE 2004
15ª Seduta

Presidenza del Presidente della 1ª Commissione
PASTORE
Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno D'Ali'.

La seduta inizia alle ore 8,40.

IN SEDE REFERENTE
(3107) Conversione in legge del decreto-legge 14 settembre 2004, n. 241, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione
(Seguito e conclusione dell'esame)

Prosegue l'esame, sospeso nella seduta notturna di ieri, con l'esame degli emendamenti pubblicati in allegato al resoconto di quella seduta.

Il presidente PASTORE, in attesa del parere della Commissione bilancio, propone di accantonare l'emendamento 1.11 e gli altri che presentano possibili profili di spesa che indicherà successivamente nel corso delle votazioni.

Le Commissioni riunite consentono.

L'emendamento 1.23 viene quindi posto in votazione e risulta accolto.

Sono accantonati, in attesa del parere della 5ª Commissione, gli emendamenti 1.21, 1.43 (testo 2) e 1.24.

Viene quindi posto in votazione e respinto l'emendamento 1.13, mentre risulta accolto l'emendamento 1.46.

Sull'emendamento 1.2 interviene il senatore ZANCAN (Verdi-U) ribadendo che lo svolgimento del procedimento di convalida in locali esterni a quelli del tribunale è, a suo avviso, non solo inutile ma anche pericoloso.

L'emendamento 1.2, posto in votazione, è respinto; con successive distinte votazioni sono quindi respinti anche gli emendamenti da 1.26 a 1.5.

Gli emendamenti 1.27 e 1.28 sono accantonati in attesa del parere della Commissione bilancio.

Il senatore FASSONE (DS-U) annuncia la propria astensione sull'emendamento 1.100: a suo avviso la previsione secondo cui, nel caso di permanenza sul territorio dello straniero già destinatario di un ordine di allontanamento impartito dal questore, si provvede all'adozione di un nuovo provvedimento di espulsione, consente un ulteriore periodo di trattenimento dello straniero che configura, sommandosi a quello precedente, una vera e propria vessazione.

Condividendo le valutazioni del senatore Fassone, il senatore ZANCAN (Verdi-U) annuncia il proprio voto contrario sull'emendamento in questione.

L'emendamento 1.100, inteso come subemendamento all'emendamento 1.47, viene quindi posto in votazione e approvato.

Il senatore ZANCAN (Verdi-U) annuncia il proprio voto contrario all'emendamento 1.47 che prevede, attraverso l'innalzamento delle pene edittali, una violazione e comunque un'elusione del dictum della sentenza della Corte costituzionale.

L'emendamento 1.47 viene quindi posto in votazione e approvato (nel testo come emendato dal precedente subemendamento), precludendo l'emendamento 1.6. Con successive, distinte votazioni sono quindi respinti gli emendamenti da 1.30 a 1.35.

Il senatore ZANCAN (Verdi-U), annuncia quindi il voto favorevole sull'emendamento 1.7, soppressivo del comma 7 dell'articolo 1, auspicandone l'approvazione in quanto la previsione dell'indennità da corrispondere al giudice di pace per le decisioni che attengono ai diritti di libertà appare norma non commendevole.

Posti ai voti, sono respinti gli identici emendamenti 1.7 e 1.10.

L'emendamento 1.45 viene accantonato, in attesa del parere della 5ª Commissione, come anche il successivo 1.0.13.

L'emendamento 1.0.2, posto in votazione, è respinto, mentre risulta accolto l'emendamento 1.0.14.

Con successive distinte votazioni sono quindi respinti gli emendamenti da 1.0.11 a 2.1, mentre sono accantonati l'emendamento 2.2 e l'emendamento x1.0.1, riferito al testo del disegno di legge di conversione.

Il presidente PASTORE, preso atto che non è pervenuto il parere della 5ª Commissione sul decreto legge in esame e sugli emendamenti ad esso riferiti e tenuta presente l'indicazione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari di consentire l'inizio dell'esame del decreto-legge n. 241 da parte dell'Assemblea a partire dalla seduta pomeridiana di oggi, propone di procedere alla votazione degli emendamenti accantonati.

Le Commissioni riunite concordano.

Con distinte votazioni sono quindi respinti gli emendamenti 1.11 e 1.21, mentre l'emendamento 1.43 (testo 2) viene approvato, precludendo il successivo emendamento 1.24. Con successive distinte votazioni sono quindi approvati gli emendamenti 1.27, 1.28, 1.45, 1.0.13, 2.2 e x1.0.1

Per dichiarazione di voto ha quindi la parola il senatore ZANCAN (Verdi-U) il quale contesta che il decreto in esame possa essere giudicato una riscrittura coerente con la decisone della Corte costituzionale n. 222 del 15 luglio scorso, che aveva dichiarato l'illegittimità costituzionale delle norme vigenti in materia di convalida del provvedimento di espulsione. Assegnare alla competenza del giudice di pace il procedimento giurisdizionale della convalida risulta del tutto incongruo sia rispetto alla qualità del giudice in ordine alla materia dei diritti alla libertà personale sia rispetto alla inadeguatezza del suo ufficio a reggere la pressione della nuova incombenza. Se poi si considera che il ricorso avverso le decisioni del giudice di pace può esclusivamente essere di legittimità, ben si comprende come la decisione di prima istanza risulti essere in sostanza quella definitiva. Pertanto, pur considerando positivamente l'approvazione di taluni emendamenti che hanno attenuato gli effetti negativi del procedimento di convalida, il suo giudizio non può che essere contrario sulla normativa in questione.
I rilievi della Corte in materia di arresto erano stati poi inequivoci nel senso di consentirlo solo qualora lo stesso risultasse funzionale allo svolgimento del procedimento penale. Con l'approvazione dell'emendamento 1.47, rischiando seriamente di incorrere in nuove censure di incostituzionalità, si è voluto rispondere semplicemente elevando i limiti edittali delle pene detentive previste per gli stranieri che si trattengono nel territorio italiano, in violazione dell'ordine impartito dal questore di allontanamento. Le modalità adottate appaiono del tutto arbitrarie e configurano un surrettizio aggiramento del dictum della Corte costituzionale, tanto da giustificare un voto contrario da parte del Gruppo Verdi-l'Ulivo.

Interviene quindi il senatore GUERZONI (DS-U) denunciando l'atteggiamento della maggioranza e del Governo, che hanno respinto la quasi totalità delle proposte di modifica che l'opposizione aveva avanzato con spirito costruttivo; la normativa risultante con l'approvazione del decreto in esame sbilancia ancora di più la disciplina dell'immigrazione verso una politica autoritaria e repressiva, senza che sia assicurata peraltro una reale efficacia. La legge Bossi-Fini si è dimostrata infatti, a suo avviso, di difficile applicazione e contiene, in materia di lavoro, elementi di forte rigidità che contrastano con la generalizzata flessibilità del mercato del lavoro in Italia, con l'effetto di impedire una concreta integrazione degli immigrati e di arrecare un grave danno all'economia del Paese. Quanto alla scelta di affidare al giudice di pace il procedimento di convalida, sottolinea che la maggior parte delle attuali sedi sono collocate in centri minori e sono concentrate nel Mezzogiorno, mentre i giudici che saranno più direttamente coinvolti dall'applicazione del provvedimento d'urgenza sono quelli che hanno sede in poche grandi città. Si tratta, a suo avviso, di una scelta errata, che non trova fondamento nemmeno nella asserita ratio di snellimento e di alleggerimento del carico di lavoro dei giudici ordinari. Il Governo non è stato in grado, per il disaccordo tra alcune componenti della maggioranza, di modificare la legge Bossi-Fini come pure aveva annunciato; ha così adottato un provvedimento non condivisibile, in un momento in cui nel susseguirsi degli sbarchi di clandestini sulle coste italiane si registrano ripetute condanne in sede europea e internazionale per il comportamento del Governo italiano, il quale non ha peraltro ritenuto di dover riferire sul punto in Parlamento.
Nell'auspicare che il dibattito presso l'altro ramo del Parlamento e soprattutto quello nel paese facciano emergere una forte contrarietà alla normativa così posta in essere, annuncia il proprio voto contrario sul decreto-legge in esame.

Interviene quindi per dichiarazione di voto il senatore BATTISTI (Mar-DL-U), il quale esprime la contrarietà del suo Gruppo al decreto-legge n. 241; tale provvedimento si inserisce nella politica "miope" del Governo che anziché raccogliere la sfida e governare il fenomeno dell'immigrazione ha scelto di osteggiarlo ciecamente con provvedimenti di polizia destinati a soddisfare gli impulsi demagogici purtroppo presenti nel Paese, che percepiscono l'immigrato come problema, anziché come valore e risorsa. Sono rimaste inascoltate le richieste di modifica della legge Bossi-Fini provenienti dai rappresentanti dei lavoratori e delle imprese, mentre si susseguono le condanne in sede europea e internazionale per le violazioni delle norme internazionali in materia di asilo compiute negli ultimi giorni a Lampedusa. La situazione dei centri di permanenza è vergognosa, sia sotto il profilo giuridico che logistico; si registra inoltre l'incapacità di gestire la presenza dei lavoratori immigrati, la cui posizione è stata sanata, non riuscendo l'amministrazione a garantire il rinnovo dei loro permessi di soggiorno nei tempi previsti dalla legge. Considera, infine, una risposta polemica alla sentenza della Corte costituzionale la scelta che il Governo ha compiuto di affidare ai giudici di pace - i quali pur meritando la massima considerazione non sono equiparabili a un giudice ordinario - la convalida del provvedimento del questore; ricorda che i giudici di pace operano attualmente in una situazione di assoluta carenza di risorse logistiche e umane. Conclude ribadendo il voto contrario del suo Gruppo al provvedimento in esame.

Le Commissioni riunite conferiscono, infine, mandato ai relatori a riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge in titolo, con le modifiche accolte, autorizzandoli a richiedere di poter svolgere la relazione orale.

La seduta termina alle ore 9,25.