IL GOVERNO ITALIANO COSTRETTO AD ACCOGLIERE I PROFUGHI CURDI RESPINTI A GIOIA TAURO.

 

Dopo che le trattative con lACNUR sembravano giunte ad un punto morto, il governo italiano stato costretto a consentire lingresso dei tredici profughi curdi imbarcati sulla nave tedesca Lydia Oldendorff. La nave aveva attraccato il 9 ottobre nel porto calabrese di Gioia Tauro. Al suo arrivo, 13 curdi erano stati trovati nascosti in uno dei container scaricati dalla nave. Dopo essere stati trovati allinterno del container gi a terra, dunque gi in territorio italiano, sarebbero stati condotti in una stazione di polizia a Gioia Tauro, dove avrebbero cercato di inoltrare domanda dasilo, senza riuscirvi. Dopo il successivo reimbarco forzato sulla stessa nave, questa si dirigeva a Malta, ultima tappa prima della Turchia, mentre il comandante avvertiva lACNUR che apriva una trattativa con il governo italiano, trattativa che si protratta per alcuni giorni senza che le notizie trapelassero.

 

Malgrado gli sforzi dellACNUR la situazione restava bloccata e la nave giunta a Malta una settimana fa era costretta a fermarsi in acque internazionali mentre Malta rifiutava lingresso dei profughi e la presentazione delle domande di asilo. Il comandante si dichiarava peraltro disponibile a ricondurre i profughi in Italia se il governo italiano lo avesse autorizzato.

 

Nella giornata di sabato 23 ottobre la situazione mutava per la mobilitazione delle associazioni antirazziste italiane, di parlamentari europei ed italiani che minacciavano di denunciare lItalia davanti al Parlamento europeo per i gravi abusi gi commessi ai danni dei profughi curdi in violazione della Convenzione di Ginevra, della Convenzione di Dublino, della Carta Costituzionale (art.10) e della Convenzione europea dei diritti delluomo (art.3).

 

Appariva evidente anche al governo che non sarebbe stato pi possibile fare calare una coltre di silenzio su quanto stava accadendo. La rappresentante dellACNUR Laura Boldrini, giunta nel frattempo a Malta, saliva a bordo della nave: a questo punto il governo italiano era costretto a riconoscere il diritto dei profughi, gi espulsi una prima volta, a fare rientro in Italia e la nave salpata da Malta giungeva alle ore 18 della stessa giornata nel porto di Augusta.

 

Ma lodissea dei profughi non sembra ancora finita. Come al solito, sono stati circondati dalle forze di polizia e condotti in un commissariato per la prima identificazione. Non stato consentito alcun accesso immediato alle associazioni ed agli interpreti di fiducia delle associazioni di curdi presenti sul posto, gli stessi interpreti che -gi presenti a Gioia Tauro- non avevano potuto parlare con i profughi.

Non si sa quale sorte toccher ai due minori che fanno parte del gruppo, n se sar avvertito il Tribunale dei minori competente per territorio, come dovere di ufficio per gli agenti di polizia in questi casi.

Appare adesso probabile un internamento dei profughi nel centro di detenzione di Pian del Lago, un settore del quale adibito a centro di identificazione.

Ci auguriamo che le prime dichiarazioni che verranno rese alla polizia non siano distorte, come successo altre volte in circostanze analoghe, e non costituiscano un ostacolo al riconoscimento del diritto di asilo.

Esprimiamo una grande riconoscenza nei confronti del comandante della nave che ha anteposto la vita dei profughi agli interessi economici del suo viaggio, facendo la spola tra lItalia e Malta per garantire ai richiedenti asilo laccesso alla procedura.

 

Apprezziamo limpegno dellACNUR in tutta questa vicenda, nella quale il governo italiano non ha concesso nulla, ma stato semplicemente costretto a rispettare la legge interna e le convenzioni internazionali. La trattativa dunque servita soltanto ad evitare una gravissima violazione del diritto di asilo. Continueremo a seguire la sorte dei profughi curdi dopo il loro internamento in Italia fino a quando non avranno recuperato la loro piena libert di circolazione.

 

Esprimiamo una grande preoccupazione per gli sviluppi di altre vicende simili a questa, come il caso della nave tedesca Cap Anamur, che sono rimaste avvolte in una cortina di dubbi e di contraddizioni, sulle quali siamo certi che presto potr farsi luce, individuando tutte le violazioni di leggi e convenzioni internazionali commesse dal governo italiano. Concentreremo tutti i nostri sforzi per impedire altri respingimenti collettivi, come quello tentato adesso ai danni dei profughi curdi, e come quelli purtroppo riusciti, ai danni dei migranti sbarcati a Lampedusa ai primi di ottobre, respingimenti collettivi per i quali lItalia stata gi censurata dalla Commissione Europea. Invitiamo ancora una volta i parlamentari europei ed italiani ad essere presenti nei luoghi di sbarco ed a vigilare sugli accordi di riammissione costituendo delegazioni che si rechino in Libia e negli altri paesi di transito.

 

Gli accordi di riammissione e la applicazione della Convenzione di Dublino non permettono a nessun governo di violare i diritti fondamentali della persona umana da riconoscere a tutti i migranti, quali che siano le condizioni di ingresso in Italia ed in Europa.

 

Fulvio Vassallo Paleologo

ASGI Associazione studi giuridici sullimmigrazione

ICS Consorzio italiano di solidariet - Trieste

AZAD Associazione per la libert del popolo curdo

ARCI Immigrazione Roma

Laboratorio Zeta Palermo

Laltro diritto Centro di documentazione su carcere, marginalit e devianza - Firenze

Rete Antirazzista Siciliana