In merito agli episodi di sbarchi clandestini sull'isola di Lampedusa, onde fornire informazioni corrette comunico che:

 

1. dal 13 al 21 marzo 2005, n. 1235 immigrati clandestini hanno raggiunto l'isola di Lampedusa a bordo di 9 imbarcazioni. Le operazioni di soccorso sono state particolarmente complesse e hanno richiesto grande impegno da parte della Marina Militare e delle Forze di Polizia italiane;

 

2. sin dall'arrivo sulla banchina portuale e, successivamente, all'interno del Centro di Lampedusa stata assicurata a ciascun immigrato assistenza sanitaria, in collaborazione con l'organizzazione "Medici senza frontiere" e con la confraternita "Misericordie d'Italia". Ad ogni immigrato stata altresi' garantita, oltre ai generi di prima necessit (vestiario, vitto, prodotti per l'igiene personale...) ogni altra possibile forma di assistenza;

Le obiettive situazioni di sovraffollamento del Centro, dovute al massiccio e contestuale sbarco di immigrati e alla posizione geografica dell'isola, non ha in alcun modo impedito che venisse prestata ogni forma di assistenza umanitaria;

 

3. a tutti gli stranieri stata data la possibilit di esprimere la propria situazione personale, far conoscere eventuali persecuzioni sofferte nel Paese di origine e richiedere asilo nel pieno rispetto delle Convenzioni internazionali;

 

4. 421 stranieri trasferiti presso il Centro di accoglienza di Crotone, dopo aver manifestato la volont di chiedere asilo politico, hanno abbandonato il Centro rendendosi irreperibili;

 

5. 101 stranieri hanno presentato richiesta formale di asilo politico;

 

6. 494 immigrati egiziani, nessuno dei quali aveva presentato richiesta d'asilo, sono stati sottoposti a provvedimento di respingimento in Libia, in conformit con la legislazione italiana e la normativa internazionale applicabile; 76 sono stati rimpatriati in Egitto, per altre 50 persone i provvedimenti di allontanamento sono in via di esecuzione e per gli altri le procedure sono ancora in corso. I provvedimenti di respingimento sono stati adottati a titolo individuale, sulla base dell'art. 10 del T.U. sull'immigrazione e la condizione dello straniero. L'Italia non ha in alcun caso effettuato rimpatri arbitrari di migranti sulla base della sola nazionalit o respinto richiedenti asilo;

 

7. quanto alla questione dell'accesso al centro di Lampedusa di un rappresentante dell'ACNUR, lo stesso stato differito per ragioni di sicurezza, anche a salvaguardia dell'incolumit della personalit in ragione dei complessivi delicati aspetti connessi alla contestuale presenza nel centro di un migliaio di immigrati. Il delegato ha visitato il Centro il 24 marzo, intrattenendosi con stranieri ivi ospitati per circa due ore;

 

8. sono stati presenti a Lampedusa alcuni investigatori libici per avviare, insieme alla polizia italiana, le indagini volte ad individuare i trafficanti di esseri umani che hanno organizzato i viaggi dei clandestini verso l'Italia. Cio' avvenuto sulla base degli accordi intercorsi con le autorit libiche per intensificare la lotta contro le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei clandestini dalla Libia;

 

9. gli sbarchi avvenuti sempre a Lampedusa dal 29 settembre all'8 ottobre 2004. Si ricorda che in quell'occasione arrivarono a Lampedusa 1787 immigrati clandestini a bordo di 20 piccole imbarcazioni anch'esse soccorse dalle Forze di Polizia e dalla Marina Militare. 544 stranieri sono stati trasferiti presso altri Centri di accoglienza per la presentazione delle domande di asilo. Di questi 181 hanno ricevuto subito un permesso di soggiorno temporaneo in attesa della pronuncia da parte della Commissione per il Riconoscimento dello Status di rifugiato e per altri 223 le procedure si sono svolte successivamente; 140 persone hanno abbandonato i Centri di accoglienza rendendosi irreperibili. In conformit con la legge italiana sull'immigrazione e nel pieno rispetto delle norme internazionali, 1153 stranieri sono stati respinti in Libia.

Su questi fatti il Ministro Pisanu ha reso una dettagliata informativa al Parlamento Italiano l'8 ottobre 2004.

 

10. non la prima volta che l'ACNUR e Amnesty International, esprimono ottenendo risalto mediatico, posizioni pregiudiziali nei confronti del Governo Italiano in occasione di situazioni di emergenza legate a sbarchi di immigrati clandestini, senza che le critiche rivolte trovino poi riscontro nei fatti. Si pensi ad esempio alla vicenda emblematica della CAP ANAMUR conclusasi con il pieno riconoscimento della correttezza dell'operato del Governo Italiano e con l'apertura di un procedimento penale a carico del Comandante, del Vice Comandante e dell'Armatore della nave;

 

11. la scorsa settimana i vertici dell'ACNUR a Ginevra, l'Acting High Commissioner Wendy Chamberlin e il Direttore dell'Ufficio per l'Europa Raymond Hall, hanno espresso le loro scuse al Rappresentante Permanente d'Italia  presso le organizzazioni internazionali a Ginevra per il danno ingiustamente arrecato al Governo italiano da parte dei responsabili ACNUR in Italia per le loro prese di posizione infondate sulla vicenda di Lampedusa, e hanno assicurato che l'Agenzia sarebbe andata a fondo sulla questione;

 

12. l'immigrazione non un problema che riguarda solo i paesi di frontiera esterna ma deve essere affrontato a livello europeo, tenendo conto che per combattere efficacemente l'immigrazione clandestina necessario mettere in atto una politica europea dell'immigrazione legale.

Come previsto nel Programma de l'Aja (doc. JAI 559 del 13 dicembre 2004) la politica europea dell'immigrazione "dovrebbe fondarsi sulla solidariet e su una ripartizione equa delle responsabilit, comprese le implicazioni finanziarie" e basarsi su uno stretto partenariato con i Paesi terzi. Gli orientamenti contenuti nel Rapporto della Commissione sulla Libia rappresentano un passo in questa direzione cui dovranno seguire interventi concreti.

 

13. si auspica che si realizzino progressi anche nella politica europea in materia di asilo definendo norme comuni sulle procedure di asilo che potranno orientare le scelte del Parlamento italiano in materia;

 

14. si concorda sulla possibilit che delegazioni di Parlamentari Europei si rechino presso i centri presenti nei vari paesi europei.