RETATA AL CAMPO ROM DI PALERMO, ESPULSI0NI IN VISTA Si precisano i contorni della retata che allalba di gioved
10 febbraio scorso stata effettuata dalla polizia nel campo rom La polizia ed i carabinieri in accordo con il Tribunale dei minorenni alle cinque del mattino, quando era ancora buio, hanno circondato il campo bloccando le uscite ed hanno quindi proceduto a controllare lidentit di tutte le persone che vi si trovavano dentro, segnando con la vernice e con un numero le baracche e quindi accompagnando in Questura interi nuclei familiari, anche con bambini molto piccoli e donne anziane e malate. Motivo ufficiale di questa operazione un censimento dei bambini per accertare lappartenenza ai vari nuclei familiari.
Una banale operazione amministrativa che avrebbe potuto svolgersi di giorno e da parte di personale civile si trasformata nel pretesto per un rastrellamento vero e proprio. I rom sono stati costretti a lasciare le loro abitazioni e portati via dalle forze di polizia impegnate nelloperazione. Alcune decine di rom appartenenti alle diverse comunit, interi nuclei familiari, persino una vecchia di 73 anni di et, e bambini molto piccoli sono stati trattenuti dalla polizia per un intera giornata presso lUfficio Stranieri del Commissariato San Lorenzo di Palermo. E qualcuno si pure lamentato sulla stampa ( La Repubblica- edizione locale) che i rom avrebbero sporcato i locali della Questura. Sembrerebbe invece che alcuni rom che chiedevano il rispetto dei loro diritti siano stati minacciati verbalmente e in un qualche caso strattonati, al punto che una donna anziana caduta a terra. Per tutto il giorno ad intere famiglie costrette a restare nei locali della polizia sarebbero state fornite solo bevande fredde e pochi biscotti. Molti uomini sono rimasti senza cibo.
Malgrado le rassicurazioni fornite nei primi giorni, il giudice di Ragusa ha convalidato il provvedimento di espulsione ed adesso entrambe le donne, ancora internate nel cpt di Ragusa, rischiano di essere rimpatriate in Montenegro. Lavvocato che le difende sta proponendo ricorso contro la espulsione, ma dopo la legge Bossi-Fini i ricorsi non sono sospensivi del provvedimento di espulsione. Una delle donne in particolare assisteva una nipotina che dopo la separazione dei genitori era rimasta con il padre, gravemente malato, a sua volta raggiunto da un provvedimento di espulsione notificatogli dopo essere stato condotto con tutta la famiglia nei locali dellufficio stranieri della Questura di Palermo. Adesso la bambina cerca disperatamente la zia, detenuta nel centro di permanenza temporanea di Ragusa, che rischia di essere deportata in Montenegro. Una situazione gravissima, che gi era seguita da una equipe medica di volontari che assisteva la famiglia S. e che adesso per effetto dei provvedimenti di espulsione seguiti al censimento rischia di avere effetti devastanti proprio su alcuni di quei minori che si volevano tutelare.
Si teme adesso una nuova operazione della polizia, che ha schedato tutti gli abitanti del campo, notificando numerosi provvedimenti di espulsione con lordine di lasciare il territorio nazionale entro cinque giorni. Un ordine che nessuno potr eseguire per lassenza di passaporto e di mezzi necessari per affrontare il viaggio.
Si potrebbe comunque verificare un accompagnamento forzato
direttamente verso gli aeroporti per quanti risultino gi destinatari di una
espulsione e dotati di documenti Si tratta di persone da molti anni residenti a Paleremo, che in molti casi non hanno precedenti penali n precedenti espulsioni. Spesso sono interi nuclei familiari a rischiare la deportazione dellunico genitore che provvede alla sussistenza dellintera famiglia, ed altre volte si tratta di persone ormai apolidi di fatto, che hanno troncato da decenni i rapporti con il paese di origine.
Il primo risultato di questa operazione stato opposto rispetto a quello di un vero censimento:in molti casi la paura di una espulsione contribuisce alla fuga ed alla clandestinit di quanti temono una deportazione, e la rottura dei tenui legami sociali ed umani costruiti con anni di lavoro degli operatori volontari risulter dannoso per i minori che si volevano tutelare e per lintera collettivit cittadina.
Nella serata del 15 febbraio Z.S., un rom raggiunto da un provvedimento di espulsione emesso dopo la retata del 10 febbraio, non ha voluto abbandonare il campo della Favorita, per quanto vittima di fortissimi dolori allo stomaco, nel timore che anche un semplice ricovero, o il passaggio dal pronto soccorso potesse comportare la esecuzione della espulsione che aveva ricevuto cinque giorni prima. Saranno i volontari che dovranno accompagnarlo in ospedale in modo che gli vengano somministrate le cure pi urgenti, senza che questo comporti il rischio di una esecuzione immediata dellespulsione. In questo caso la notifica del provvedimento di espulsione ha messo a rischio la vita di una persona gi malata.
Ma forse anche questo lavoro oscuro e tenace dei volontari che d fastidio. Mediazione ed integrazione sono parole che nei confronti dei rom si pronunciano con un crescente fastidio. L'operazione di polizia di Palermo sembrerebbe una chiara risposta data dall'esecutivo alle recenti sentenze della magistratura che avevano riguardato giovani donne nomadi accusate di sottrazione di minore.
Anche in Sicilia, ogni volta che scompare un minore riemergono voci che danno la responsabilit ai rom, una sorta di colpa collettiva, senza che si sia mai trovata una prova che supporti queste tesi precostituite.
Si vuole evidentemente dare un segnale all'opinione pubblica, e
si sceglie il bersaglio pi facile, considerando come a seguito della lege
Bossi Fini la maggior parte dei rom
Alcuni dei rom rastrellati questa mattina a Palermo provengono
dal Kosovo e per loro si configura il rischio che venga violato il principio
di non respingimento (refoulement) previsto anche dall'art. 19 del Testo
Unico sull'immigrazione. I rom che saranno rimpatriati in Kosovo rischiano
ancora Per tutti i rom rastrellati a Palermo chiediamo che venga
rispettato il diritto di difesa ed il diritto alla salute ed allunita
familiare. Chiediamo in sostanza che i loro diritti non vengano calpestati,
come avviene spesso durante questo tipo di retate. Ricordiamo inoltre il
divieto di espulsione per i minori di et e per le donne in stato di
gravidanza, divieto che se violato comporta anche responsabilit civili e
penali a carico di chi pone in essere i provvedimenti di espulsione. Le associazioni di Palermo si sono gi mobilitate per garantire l'assistenza legale ai rom che subiranno i provvedimenti di espulsione e per stare accanto alle famiglie degli espulsi.
Auspichiamo che la presenza dei rom nel territorio italiano non
venga sempre e soltanto considerata una questione di ordine pubblico, da
strumentalizzare al momento pi opportuno, ma sia affrontata come una
emergenza sociale, Solo il rilascio di un permesso di soggiorno ai sensi dellart.31 del T.U. sullimmigrazione pu garantire la posizione dei minori, non certo le retate della polizia. Alle persone pi anziane, ai diversamente abili ed ai malati pi gravi devono essere rilasciati i permessi di soggiorno per motivi di salute.
Chiediamo alle organizzazioni umanitarie internazionali, ai parlamentari, regionali, nazionali ed europei, di vigilare su quanto sta accadendo nel campo rom della Favorita di Paleremo e di intervenire immediatamente ove si dovessero verificare abusi da parte delle autorit di polizia.
Chiediamo al Giornale di Sicilia di non riportare ancora una volta in modo distorto e fuorviante le prese di posizione a favore dei rom, nel tentativo di screditare anche chi rimane loro vicino.
ENAR Italia Network europeo contro la discriminazione razziale |
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