RETATA AL CAMPO ROM DI PALERMO, ESPULSI0NI IN VISTA


Si precisano i contorni della retata che gioved 10 febbraio scorso stata effettuata dalla polizia nel campo rom della Favorita di Palermo. Il campo ospitava alcune centinaia di rom provenienti dalla Serbia, dal Montenegro e dal Kosovo. Alcune decine di rom appartenenti alle diverse comunit, intreri nuclei familiari, persino donne molto anziane, anche di 73 anni di et, bambini molto piccoli sono stati trattenuti dalla polizia presso lUfficio Stranieri del Commissariato San Lorenzo di Paleremo. Sembrerebbe che alcuni rom siano stati strattonati, al punto che una donna anziana caduta a terra, e che per lintera giornata sarebbero state fornite solo bevande fredde e alcuni biscotti.

Sempre negli stessi uffici della Questura sono stati notificati diversi provvedimenti di espulsione anche alle persone pi anziane. Due donne del Montenegro, una delle quali visibilmente portatrice di handicap, sono state deportate nel nuovo centro di permanenza temporanea per donne, da poco in funzione a Ragusa. Sembra che nei prossimi giorni, dopo lintervento di un avvocato saranno rimesse in libert.
Si teme adesso una nuova operazione di polizia, che ha schedato tutti gli abitanti del campo, numerando con pennello e vernice le loro fatiscenti abitazioni.

Si potrebbe verificare un accompagnamento forzato direttamente verso gli aeroporti per quanti risultino gi destinatari di una espulsione e dotati di documenti
di viaggio. Si tratta di persone da molti anni residenti a Paleremo, che in molti casi non hanno precedenti penali n precedenti espulsioni. Spesso sono interi nuclei familiari a rischiare la deportazione dellunico genitore che provvede alla sussistenza dellintera famiglia, ed altre volte si tratta di persone ormai apolidi di fatto, che hanno troncato da decenni i rapporti con il paese di origine.
L'operazione di polizia di Palermo sembrerebbe una chiara risposta data dall'esecutivo alle recenti sentenze della magistratura che avevano riguardato giovani
donne nomadi accusate di sottrazione di minore. Si vuole evidentemente dare un segnale all'opinione pubblica, e si sceglie il bersaglio pi facile, considerando come a seguito della lege Bossi Fini la maggior parte dei rom
-soprattutto a Palermo- capitale del lavoro nero- non ha trovato un lavoro contrattualizzato, ha perduto il permesso di soggiorno o non ha potuto convertire il precedente permesso di soggiorno per motivi umanitari.

Alcuni dei rom rastrellati questa mattina a Palermo provengono dal Kosovo e per loro si configura il rischio che venga violato il principio di non respingimento (refoulement) previsto anche dall'art. 19 del Testo Unico sull'immigrazione. I rom che saranno rimpatriati in Kosovo rischiano ancora la vita.

Per tutti si profila il rischio di una espulsione collettiva, vietata dalle convenzioni internazionali. E lo scorso anno l'Italia ha dovuto "patteggiare" con un gruppo di Rom espulsi collettivamente nel 2000 dal campo di Tor de cenci a Roma, offrendo un congruo risarcimento danni ed i visti di reingresso,e solo in questo modo ha evitato
una sentenza di condanna della Corte Europea dei diritti dell'uomo.
Per tutti i rom rastrellati a Palermo chiediamo che venga rispettato il diritto di difesa e che le loro cose non vengano distrutte, come avviene spesso durante questo tipo di retate.
Ricordiamo inoltre il divieto di espulsione per i minori di et e per le donne in stato di gravidanza, divieto che se violato comporta anche responsabilit civili e penali a carico di chi pone in essere i provvedimenti di espulsione.
Le associazioni di Palermo si sono gi mobilitate per garantire l'assistenza legale ai rom che subiranno i provvedimenti di espulsione e per stare accanto alle famiglie degli espulsi.


Auspichiamo che la presenza dei rom nel territorio italiano non venga sempre e soltanto considerata una questione di ordine pubblico, da strumentalizzare al momento pi opportuno, ma sia affrontata come una emergenza sociale,
offrendo a quanti lo richiedano le possibilit consentite dall'attuale ordinamento di legalizzare la loro presenza in Italia.

Chiediamo alle organizzazioni umanitarie internazionali, ai parlamentari, regionali, nazionali ed europei, di vigilare su quanto sta accadendo nel campo rom della Favorita di Paleremo e di intervenire immediatamente ove si dovessero verificare abusi da parte delle autorit di polizia.


Fulvio Vassallo Paleologo
ICS Consorzio italiano di solidariet - Palermo