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sportello di informazione legale a cura dell'Avv. Marco Paggi

Ulteriori suggerimenti in vista della pubblicazione del decreto flussi 2005

20 gennaio 2005

Non vi sono ancora notizie ufficiali riguardo alla pubblicazione del nuovo decreto flussi. Secondo voci ufficiose, sembra che quest’anno il Ministero del Lavoro anticiperà la pubblicazione del decreto flussi con una circolare in cui sarà comunicata la data di successiva pubblicazione del medesimo; questo dovrebbe consentire a tutti di partire alla pari ai blocchi di partenza.
Ne discende che tutti saranno a conoscenza del giorno esatto in cui si potrà partecipare alla “gara a chi arriva prima” dell’inoltro, tramite gli uffici postali, delle domande di autorizzazione all’ ingresso dall’estero per motivi di lavoro. Si tratta di dichiarazioni ufficiose e, quindi, non è possibile dare garanzie al riguardo, ma confidiamo che effettivamente quest’anno il Ministero adotti un provvedimento all’insegna della trasparenza, impartendo chiare istruzioni a tutti gli uffici per evitare le difformità nella trattazione delle pratiche, o nella valutazione dei requisiti che si sono verificate per il decreto flussi 2004 e, soprattutto, per consentire a tutti di partire nello stesso momento, evitando così di rimettere l’inoltro della propria pratica a faccendieri più o meno privi di scrupoli, che chiedono molti soldi promettendo di fare passare o “infilare” la stessa tra le prime.

Gli uffici postali
È ormai confermato che le domande saranno presentate attraverso gli uffici postali. Resta da capire come si organizzeranno questi ultimi per far fronte ad un afflusso di domande che sarà più o meno massiccio, anche se distribuito sul territorio attraverso diversi uffici. C’è da augurarsi che il giorno utile per la partenza delle domande di autorizzazione all’ ingresso per lavoro non coincida con il pagamento delle pensioni, perché ciò potrebbe intasare gli uffici postali.
Gli uffici postali in questione sono quelli muniti di apposita macchina affrancatrice, ossia dotata di dispositivo che consente di registrare in tempo reale l’ora, il minuto e il secondo di spedizione; si precisa che non tutti gli uffici postali sono muniti di questa macchina. Come abbiamo verificato prendendo notizie attraverso qualche amico che lavora alle poste, può anche accadere che, dal punto di vista ufficiale, l’ufficio risulti munito della macchina, ma che, magari, questa sia momentaneamente disabilitata per motivi tecnici. Si tratta di un’altra valutazione che conviene fare, considerato che non tutti gli uffici hanno la stessa attrezzatura: ci possono essere uffici muniti di più macchine affrancatrici, e, quindi, in grado di smaltire più rapidamente le domande che arrivano e la normale coda che si può formare durante l’orario di apertura; altri, invece, ne hanno una soltanto e, quindi, sono in grado di smaltire più lentamente lo stesso numero di domande.

Abbiamo tentato di realizzare una sorta di mappatura degli uffici postali per avere, quanto meno, la certezza che tutti abbiano lo stesso orario di apertura e per verificare quali sono abilitati, in base alla disponibilità della macchina affrancatrice, e quali no. Ma è una verifica piuttosto difficoltosa.
Al momento, l’amministrazione delle poste non ha impartito direttive o disposizioni agli uffici periferici e, d’altra parte, anche attraverso il sito internet delle Poste Italiane abbiamo verificato che l’accesso ai vari indirizzi degli uffici postali è, per il momento, inabilitato e, quindi, non è possibile fare una verifica capillare e puntuale al tempo stesso. In linea generale gli uffici postali aprono tutti alle 8.00 per il personale e, per il pubblico, alle 8.30. Vi sono possibilità che per motivi di carattere sperimentale, o contingente, alcuni uffici abbiano un orario d’apertura diverso. Non è specificato se le domande dovranno essere necessariamente inoltrate attraverso l’ufficio postale del comune o della provincia di residenza del richiedente, o se invece, come sembrerebbe, possono essere inoltrate da qualsiasi ufficio postale a prescindere dal luogo in cui è ubicato.
Anche questo aspetto dell’orario di partenza della pratica e, quindi, dell’orario di apertura al pubblico dell’ufficio postale può avere una certa rilevanza. Per dare un esempio, ci è stato chiesto se l’ufficio postale del Senato apre prima e se, in questo caso, esistono particolari prerogative, ovvero se attraverso il CMP (Centro Meccanizzato Postale) è possibile far partire un’eventuale domanda prima dell’orario di apertura degli uffici postali. Sembra che ciò non sia possibile, ma anche a questo riguardo sarebbe bene che il Ministero del Lavoro e l’Amministrazione delle poste dessero istruzioni precise per evitare che taluni uffici, che, per motivi particolari, avessero la possibilità di far partire prima le pratiche, vengano poi intasati in ragione unicamente della ricerca di un invio prioritario.
L’ideale sarebbe che in tutto il territorio italiano tutte le domande partissero alla stessa ora e che, quindi, vi fosse un identico orario di apertura al pubblico per questo tipo di servizio. A questo riguardo, noi non possiamo dare alcuna assicurazione.

Naturalmente l’occasione è buona per rinnovare l’invito a tutti gli utenti del sito di contribuire al lavoro che stiamo cercando di fare nel senso della trasparenza dell’inoltro delle domande di autorizzazione all’ ingresso dall’estero, fornendo eventuali notizie relative al funzionamento degli uffici postali sul territorio.

Quesiti sul decreto flussi

Rispondendo ad alcuni quesiti pervenuti relativamente alla possibilità di utilizzare il decreto flussi, cogliamo l’occasione per ribadire il fatto che non si tratta di una sanatoria o di una regolarizzazione. Benché sia noto a tutti che la maggioranza delle persone che utilizzano il decreto flussi sono già presenti sul territorio italiano, dal punto di vista formale la domanda di autorizzazione di ingresso dall’estero di lavoratori stranieri, viene presentata sul presupposto che il lavoratore non sia presente in Italia al momento dell’inoltro della richiesta stessa. Peraltro, non si può tacere che, quantomeno in linea teorica, il datore di lavoro che chiede di poter assumere una persona irregolarmente presente in Italia rischia di essere processato per false dichiarazioni rese alla pubblica amministrazione; ciò in quanto, sottoscrivendo la modulistica, fa propria anche la dichiarazione prestampata in essa contenuta circa la presenza del lavoratore interessato nel proprio paese. Nel caso in cui, invece, l’interessato si trovi in Italia regolarmente, perché munito di permesso di soggiorno di tipo diverso (es.: lavoro stagionale, lavoro ex art.27, studio, tirocinio formativo, turismo, ecc.), il modulo potrà essere corretto da chi lo compila precisando che l’interessato è legalmente soggiornante ad altro titolo (per massimo scrupolo si potrà allegare la fotocopia del p.s.), a prescindere se poi sarà possibile o meno, a seconda dei casi, ottenere la conversione direttamente in Italia, o se invece sarà necessario rientrare in patria per il rilascio dello specifico visto.
Anche per quanto riguarda l’inoltro della domanda attraverso l’ufficio postale, si presuppone che questo sia effettuato da parte del datore di lavoro o di una persona da questi delegata, munita di delega scritta - meglio se accompagnata dalla fotocopia del documento di identità del delegante -, ma non dal diretto interessato (salvi i casi particolari sopra menzionati), visto che il lavoratore straniero dovrebbe essere ancora nel suo paese.
Peraltro è bene far presente che anche i titolari di un permesso di soggiorno per studio possono utilizzare il decreto flussi e, in questo caso, in quanto legalmente soggiornanti in Italia, perché ciò è espressamente specificato dalla normativa sull’immigrazione (si vedano gli artt. 6 e 22 del Testo Unico sull’Immigrazione - D.Lgs.25 luglio 1998, n. 286) che prevede la possibilità di convertire il permesso di soggiorno per studio in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, a condizione che vi sia un utilizzo in tempo utile delle quote. In questo caso, la domanda di autorizzazione con il sistema delle quote viene inoltrata alle stesse condizioni delle altre e non si presenta in termini diversi rispetto ad una domanda che riguarda una persona che si trova (quantomeno ufficialmente) all’estero. L’unica differenza è che, successivamente, non sarà necessario recarsi nel paese di provenienza per ottenere il visto di ingresso, ma si potrà, con l’autorizzazione della direzione provinciale del lavoro, recarsi direttamente in questura per la conversione del permesso di soggiorno. Raccomandiamo a tutti i titolari di un permesso di soggiorno per motivi di studio di non attendere la scadenza del permesso di soggiorno e la fine degli studi per porsi il problema di come fare a rimanere regolarmente in Italia, visto che questo comporta l’impossibilità di rinnovare il permesso di soggiorno. Infatti nel periodo in cui il permesso di soggiorno è ancora valido, sempre se c’è una disponibilità di occupazione regolare, bisogna approfittare del decreto flussi ed utilizzarlo al fine di convertire la propria posizione di soggiorno da studio a lavoro subordinato. Ciò perché quando il permesso di soggiorno per studio è già scaduto, l’ex studente si trova in una situazione irregolare e non può più confidare in una possibilità di conversione.

Decreto flussi – E’ possibile utilizzarlo anche per chi è già in Italia con pds per lavoro sportivo?

Decreto flussi – Per la conversione del pds la modulistica è diversa?

Decreto flussi – Quali nazionalità partecipano alle quote?

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