Universit degli Studi di Genova

 

Dipartimento di Scienze Antropologiche

 

Facolt di Scienze della Formazione

Seminario Internazionale

 

Citt-Frontiere, Violenze, Mobilit, Ibridizzazioni

 

27-28-29 Gennaio 2005

 

Aula Magna - corso Podest 2

 

Rete Tematica dei Centri di Ricerca Europei in Scienze Sociali della Regione Euromediterranea

Thematic Network of the European Research Centres in the Social Sciences on the Euro-Mediterranean Region - Rseau Thmatique des Centres de Recherche Europens en Sciences Sociales dans la Rgion Euro-Mditerranenne (REMSH) (Progetto del V progr. DGXII-CE - CT HPSE CT2002 50018)

 

 

Gioved 27, ore 14,30

Saluto del Magnifico Rettore, prof.

Saluto del Preside della Facolt, prof. Pino Boero 

 

Prima seduta:

Il MEDITERRANEO A SCALA MONDIALE

Presiede: Michel Peraldi (MMSH)

Interventi introduttivi di Robert Ilbert (MMSH) e Giovanni Levi (DSS-Unive); Alessandro Dal Lago (Disa-Unige): "Trasgredire le frontiere", Fulvio Vassallo (Unipa): "La Sicilia terra di frontiera"; Jorge Sant Ibanez (Fondazione Studi sulla Frontiera Messicana): "La frontiera Messico-Stati-Uniti all'ora della mondializzazione"

 

 

 

Venerd 28 ore 9,30 : VIOLENZE E FRONTIERE

Presiede: Augusta Molinari (SdF-UNIGE)

Alain Joxe (EHESS), "Frontiere fra discipline e articolazione imperiale dell'economia e della violenza"

Abderrhamane Moussaoui (IDEMEC-MMSH): "La violenza in Algeria"; Gilles De Rapper (MMSH): "Dinamiche e expriences frontalires dans les Balkans";

Salvatore Palidda (Disa-UNIGE): "Conflitsti su scala micro e macro"

 

 

Venerd 28 ore 14,30:

MOBILITA' E CAMBIAMENTI NELLE SOCIETA' URBANE

Presiede: Amalia Signorelli (Un. Napoli)

Henk Driessen (Un. dI Nimgue), discussant

Samuel Bordreuil (MMSH); Nabil Beyhoum (MSH-Paris): "Beyrouth e il Cairo"; Natalia Ribas Mateos (borsista Marie Curie) "Riflessioni sul concetto di citt-frontiera;

Myriam Catusse (MMSH): "Ambivalenze dei mutamenti nelle citt marocchine"; Yamina Dir (Ist. Soziologie Tbingen): "Questioni di genere e mutamenti urbani"

 

Sabato 29 ore 9,30: IBRIDIZZAZIONI CULTURALI

Presiede: Paul Sant Cassia (Un. Durham)

Elio Di Piazza (Un. Palermo) discussant

Federico Rahola (Disa-Unige): "Provincializzare il Mediterraneo"; Silvia Finzi (Un. di Tunisi):"Aspetti della storia sociale di Tunisi"; Lila Leontidou (Un. Atene): "E.U. Nuove frontiere, ibridizzazioni locali e ambiguit dell'esclusione culturale" 

 

Fanno parte delNetwork: la Maison Mditerranenne des Sciences de lHomme di Aix-en-Provence; l'Universit di Alicante; il Centre de Recherche No-hellnique di Athnes; il Disa-Universit di Genova, il Dipartimento di Studi Storici dell'Universit di Venezia; la Freie Universitt di Berlin, l'Eberhard Karls-Universitt di Tubingen; il SOAS di Londra, l'University di Durham; Universit di Nimgue; la Maison de lOrient Mditerranen di Lione, la Maison Ren Ginouvs di Nanterre; l'Universit di Losanna)


Le citt sono sempre state luoghi dove si manifestano in maniera pi marcata tutti i fatti e fenomeni sociali pi importanti: i conflitti, il controllo sociale e del territorio, le migrazioni vicine e lontane, lo sviluppo della socialit e le ibridizzazioni culturali. I cambiamenti iniziati negli anni '70 con lo sviluppo liberista e la sua globalizzazione hanno provocato nelle socit urbane nuove violenze ma anche nuovi momenti di mobilitazione per la pace e la solidariet, nuove mobilit a volte violentemente rigettate e tuttavia sempre pi integrate nella vita quotidiana come elemento significativo di una ibridizzazione culturale che va dal locale al nazionale sino al mondiale e viceversa.

Le citt euromediterranee sono state fra le pi segnate da tali cambiamenti. Esse hanno vissuto e a volte vivono ancora momenti assai difficili se non tragici: si pensi a Beyrouth, ad Algeri, a Gerusalemme, alle citt dei Balcani e, pi recentemente, a Madrid. Anche che con una gravit molto pi limitata, quasi tutte le citt in certi momenti sono diventate luoghi di frontiera, luoghi di persecuzione dei pi deboli, cio degli zingari, dei migranti, degli esclusi. La violenza che accompagna spesso lo sviluppo liberista globalizzato si manifesta nella dstrutturazione brutale che spinge parte della popolazione nell'esclusione sociale sino a farne, a volte, "eccedente umano". Quasi sempre le citt euromediterranee sono state luoghi di forte mobilit d'ogni sorta; ma nel corso degli ultimi vent'anni esse sono a volte diventate frontiere invalicabili e violente. Basti pensare alle citt greche, italiane, francesi e spagnole dove l'accesso agli originari dei paesi "terzi" non pi libero, e dove l'assetto economico e sociale precedente, legato alle mobilit, ha subito un declino considerevole. Allo stesso tempo, il business del sicuritarismo violento a volte trionfato insieme a mobilitazioni reazionarie e razziste a favore di una ricomposizione sociale eurocentrica che oggi si si tinge dell'antiarabismo in nome dell'antiterrorismo.

Tuttavia, gli scambi fra le citt euromediterranee non si sono indeboliti. La "guerra" alle migrazioni ha fatto e non cessa di fare migliaia di vittime, espulsioni e deportazioni collettive manu militari, ma le migrazioni continuano a perpetuarsi contribuendo a rivitalizzare buona parte delle societ urbane nei paesi d'arrivo e anche nei luoghi di partenza. Le citt dei paesi "terzi" sono diventate degli importanti snodi dello sviluppo turistico e delle delocalizzazioni di ogni sorta di attivit dei paesi dell'Unione europea. I flussi dei containers che attraversano il mare e le strade di tutti i nostri paesi hanno acquisito dimensioni mai conosciute. Tutte le citt sono diventate luoghi d'arrivo e di partenza di una nuova noria: il va-e-vieni delle persone che circolano al pari delle comunicazioni, delle merci e dei saperi, malgrado la globalizzazione liberista pretenda impedire tale mobilit umana.

La guerra attualmente in corso non solo in Irak sembra carattrizzare l'ambizione di un dominio violento del disordine permanente e si ripercuote sulle citt euromediterranee attraverso meccanismi e pratiche che non favoriscono la soluzione negoziata e pacifica dei malesseri e dei problemi sociali accentuati dallo sviluppo liberista. L'asimmetria fra dominanti e dominati sembra accrescersi con l'erosione dei diritti fondamentali di tutti gli esseri umani e con lo smantellamento dei diritti civili conquistati dai movimenti sociali. Cosa diventano allora le nostre citt in un contesto dove i margini di negoziazione pacifica sembrano estinguersi? Quali sono le possibilit non di una resistenza che difenda il passato, ma di una mobilitazione che possa approfittare della globalizzazione e dell'allargamento dell'Unione europea a favore di una prospettiva effettivamente pacifica e di reale affermazione dei diritti di tutti gli esseri umani? Queste domande non saranno retoriche e inutili se si cerca di rispondervi attraverso una riflessione critica effettivamente libera e comune a persone di tutti i paesi euromediterranei.

 

Responsabili del Progetto REMSH per il Disa-Unige:

proff. Alessandro Dal Lago e Salvatore Palidda

 

Per ogni informazione:

palidda@unige.it; luca.guzzetti@unige.it;

(++ 39 010 20953731/2)

 

http://periples.mmsh.univ-aix.fr/REMSH/seminaires/Genes/Genes.htm

Sito del Bollettino REMSH: http://periples.mmsh.univ-aix.fr/REMSH/REMSH_NEWS/remsh_0.htm