EMERGENZA UMANITARIA E LIBERTA DI CIRCOLAZIONE.

 

Di fronte alle immagini trasmesse in queste ore dalle televisioni di tutto il mondo emerge ancora una volta nel modo pi crudele il divario tra le zone pi ricche e quelle pi svantaggiate della terra. Il disastro naturale si abbattuto su zone dove i diritti dei popoli e dei singoli erano gi violati da decenni. Proprio in quelle zone la povert nella quale quegli uomini e quelle donne erano stati tenuti, con la colpevole connivenza dei paesi pi ricchi, risulta adesso un fattore che ha moltiplicato le conseguenze del disastro, colpendo soprattutto le fasce pi deboli della popolazione.

Tra i parenti delle tante vittime che vediamo ancora ammucchiate senza sepoltura, e dei tanti che sono sopravissuti, ma che sono consegnati ad un destino tremendo, ci sono moltissimi migranti, persone che vivono da tempo tra noi, e che adesso sono ancora in attesa di notizie sulla loro famiglia, sulla loro casa. Molti di loro, come i Tamil di Palermo ( oltre cinquemila) piangono gi numerosi morti.

 

E certo importante che alle famiglie delle vittime del maremoto, a tutti i sopravissuti, giungano aiuti economici e materiali al pi presto. La cooperazione internazionale, boicottata da molti paesi che in questi anni hanno preferito le guerre umanitarie e le organizzazioni non governative embedded, alle dirette dipendenze dei poteri militari, deve ripartire dal basso, con progetti mirati, concreti, gestiti dalle organizzazioni non governative indipendenti, in collegamento con le associazioni, gi presenti in Italia, associazioni italiane e associazioni dei migranti provenienti dalle aree colpite.

 

Vanno inviate al pi presto delegazioni e corpi volontari costituiti dalle associazioni e dagli enti locali, in collegamento con le grandi agenzie umanitarie indipendenti. Le offerte vanno canalizzate sugli operatori no profit e devono corrispondere ad interventi concreti, verificabili da parte dei sovventori ed autogestiti con la partecipazione delle comunit locali.

 

Una particolare attenzione va alle popolazioni delle zone che sono ancora in una situazione di guerra civile o ne sono appena uscite ( come il caso dei Tamil e dei Cingalesi nello Sri Lanka).

Le inondazioni hanno spazzato decine di campi minati ed ora, in paesi gi dilaniati da anni di conflitto interno si rischiano altre disgrazie per colpa delle mine made in Italy. Tra i compiti dei soccorritori dovr esserci anche lo sminamento e la bonifica delle aree dove sono state disseminate migliaia di mine antiuomo.

 

Ma i doveri di solidariet non si esauriscono portando ( o ritenendo di portare) aiuti direttamente nelle zone colpite dal maremoto.

Occorre elevare la soglia di solidariet nei confronti dei migranti provenienti da quelle zone, e delle loro famiglie, evitando che le normative e le prassi in materia di immigrazione, attualmente in vigore nel nostro paese, possano produrre altre vittime.

 

-Bisogna innanzitutto sospendere tutte le espulsioni ed i respingimenti verso i paesi colpiti dal maremoto, consentendo alle persone provenienti da quei paesi, e che si trovano a qualunque titolo nel nostro paese, di spostarsi per ritornare nel paese di provenienza, o di restare in Italia con un permesso di soggiorno straordinario.

 

- Occorre stabilire immediatamente una moratoria per la scadenza dei permessi di soggiorno di quanti abbiano bisogno di interrompere il rapporto di lavoro in Italia per tornare nel proprio paese a ritrovare i propri cari, ad aiutare i familiari sopravvissuti, a seppellire le vittime. Quando queste persone potranno rientrare in Italia dovranno potere contare sul proprio lavoro, od avere il tempo necessario per trovarsi un'altra occupazione ( ben oltre i sei mesi previsti dalla legge Bossi-Fini).

 

-Occorre attuare nella maniera pi estesa tutti i ricongiungimenti familiari che saranno richiesti, con il concorso degli enti locali per il reperimento di un alloggio idoneo e semplificando le pratiche burocratiche, attualmente lunghissime.

Il concetto di ricongiungimento familiare va esteso oltre i figli minori e gli ascendenti non autosufficienti, fino a ricomprendere anche i figli minori ed i parenti di terzo grado ( cugini, zii). Un favore particolare dovr essere rivolto ai minori che sono rimasti senza genitori, ma che hanno parenti prossimi che vivono in Italia.

 

Va garantita libert di circolazione nel paese di provenienza anche a chi gode o ha fatto richiesta di asilo, senza che questo comporti la decadenza dallo status di asilante. Per queste persone occorre costituire gruppi di supporto che li accompagnino, se necessario, fino ai confini dei paesi di provenienza, con lobiettivo della ricostituzione dei nuclei familiari allargati.

 

-Il Governo italiano per consentire a quanti provengono dalle aree colpite il rilascio di uno speciale visto dingresso e del relativo permesso di soggiorno per motivi umanitari, deve emanare un decreto ai sensi dellart.20 del T.U. sullimmigrazione, dintesa con i principali partner europei, ma senza attendere un accordo tra tutti i paesi UE ( allo stato impensabile).

 

Occorre in definitiva portare gli aiuti, nella misura del necessario ed oltre, l dove servono, con il coinvolgimento diretto della societ civile, delle organizzazioni umanitarie indipendenti e degli enti locali che si sono gi in passato distinti per queste forme di intervento. Altrettanto necessaria la libert di circolazione da garantire ai migranti che si trovano nei nostri paesi, in entrambe le direzioni, mettendo una volta per tutte da parte quelle disposizioni legislative e quelle prassi applicative che negli ultimi anni hanno sbarrato, anche per i richiedenti asilo, ogni canale legale dingresso in Europa.

Fulvio Vassallo Paleologo

Consorzio italiano di solidariet- Palermo