31 Maggio 2005

 

Gli Immigrati non mangiano i Bambini


Luigi Manconi


Gli stranieri (regolari) non delinquono. Non delinquono per nulla: ma proprio per nulla. Non delinquono affatto. Questa la notizia (di cui, tra un attimo, fornir le prove inoppugnabili): ed una notizia che nessuno ha riportato e nessuno ha commentato. Eppure, quella notizia straordinaria - nel senso letterale: fuori dall'ordinario - ha fatto bella mostra di s in un dispaccio dellAnsa del 13 maggio 2005 (esattamente alle ore 17 e 53), che cos recitava: delle persone arrestate e denunciate in Italia che, lo scorso anno, sono state 611.283 (...), gli extracomunitari con permesso di soggiorno sono stati 96.

Non un errore: non mancano uno o due o tre zeri. proprio cos: 96. Appena 96 su complessivamente 611.283 arrestati e denunciati nel corso di un anno. Appena 96 su oltre 2 milioni e mezzo di stranieri regolarmente presenti nel nostro territorio nazionale.
Andiamo con ordine: quel dato, presente - come si detto - in quel dispaccio dellAnsa, stato travolto, sopraffatto, annichilito da un altro dato, che ha costituito il titolo dei telegiornali di quel giorno e di molti quotidiani del giorno dopo. Ovvero: in alcune regioni italiane, gli immigrati (clandestini) rappresentano il 50% delle persone arrestate o denunciate. Anche questo dato corrisponde a verit. Ma non pi vero del primo: vero quanto il primo. Se, pertanto, il primo (gli stranieri regolari non delinquono) viene completamente rimosso e tacitato, il secondo (gli stranieri irregolari delinquono assai) che risulta potentemente enfatizzato, fino a manifestarsi come il solo dato pubblico. Dunque, quanto accaduto in quelle ventiquattrore, tra il 13 e il 14 maggio, un caso esemplare - possiamo definirlo cos - di manipolazione sistemica del sentimento collettivo. Difficile individuare il colpevole: proprio perch la prima responsabilit , piuttosto, di unattitudine mentale, di un conformismo psicologico, di uno spirito del tempo: tali da non indurre nemmeno a interrogarsi sullattendibilit del dato in questione. E, invece, tale dato cos abnorme (ripeto: appena 96 arrestati o denunciati su oltre due milioni e mezzo di immigrati regolari) da richiedere, in ogni caso, una verifica. Un controllo. Un ricorso alle fonti: per vagliare uninformazione tanto sorprendente da risultare non credibile. E cos abnorme anche ai miei occhi e - come si dice - cos al di l delle mie pi rosee aspettative, che ne ho chiesto conferma ai pi alti vertici della Polizia di Stato. E la conferma arrivata. Certo, quel 96 va aggiornato di settimana in settimana; e, forse, qualche elemento stato sottostimato e qualche altro sfuggito alla griglia della classificazione: ma, anche se lo allunghi pi che puoi e lo stiracchi a destra e a manca, puoi giusto arrivare a triplicarlo. Il che significa che - su oltre 2 milioni e mezzo di immigrati regolari - sono state arrestate o denunciate (a voler stare molto, molto larghi), toh!, 300... 400... 500 persone. Insomma, come mi ha detto un alto funzionario di polizia - e non si capiva se fosse molto preoccupato o molto divertito - basterebbe allontanare dallItalia qualche milione di indigeni (italiani, sintende) e sostituirli con qualche milione di immigrati regolari, e il tasso di criminalit del nostro Paese si ridurrebbe drasticamente. unidea. (Anche perch gli italiani rappresentano oltre il 60% delle persone arrestate o denunciate nel corso del 2004).
A ben vedere, tuttavia, quel dato (96) meno sorprendente di quanto si creda. Tutte le ricerche condotte nei Paesi di immigrazione dicono che la prima generazione di stranieri regolari (la considerazione vale anche per gli italiani in Germania e in altre nazioni europee) tende allintegrazione - se ce ne sono le condizioni giuridiche e sociali - e presenta, generalmente, un ridotto tasso criminale.
Diverso il discorso relativo a chi non regolare. I clandestini di cui si parla e straparla e di cui si evoca la minaccia, sono, in minima parte, delinquenti che vengono in Italia per delinquere: per essi il codice penale - che vale per tutti i residenti sul territorio italiano - sufficiente. Nella gran parte dei casi, invece, quei clandestini sono immigrati irregolari, responsabili di un mero illecito amministrativo in quanto privi di un permesso di soggiorno o titolari di un permesso scaduto. Quella condizione li avvia a un percorso accidentato, che pu portarli dalla marginalit sociale alla illegalit, fino al crimine. Dunque, da qui - non solo da qui, ma innanzitutto da qui - discende quell'altro dato: sono stati 237.229 gli extracomunitari irregolari e i cittadini di nazionalit ignota (il 38.81% del totale) arrestati o denunciati nello scorso anno in Italia. Sono indubbiamente cifre inquietanti, ma vanno lette, anchesse, con intelligenza. Innanzitutto perch, da quanto detto finora, si deduce, inequivocabilmente, che la riduzione dellirregolarit - attraverso politiche e procedure di legalizzazione e integrazione - possono produrre il contenimento e, in prospettiva, la diminuzione del tasso complessivo di criminalit. Non va dimenticato, infatti, che tra le cause della diffusione dei reati tra gli stranieri irregolari, hanno un peso rilevante le condizioni economiche e sociali e, in particolare, quelle culturali (difficolt di comunicazione, scarsa conoscenza del sistema giuridico, nessuna dimestichezza con strumenti e garanzie di difesa). Si tenga presente, poi, per quanto riguarda il ricorso alla custodia cautelare, che tra gli stranieri detenuti il 60% in attesa di giudizio, mentre tra gli italiani il dato scende al di sotto del 40%; e percentuali analoghe si registrano per quanto riguarda la detenzione dopo la sentenza. Inoltre, le statistiche giudiziarie registrano notevoli disparit anche nei dati relativi a denunce e condanne: la percentuale di stranieri sul totale delle popolazione detenuta , infatti, molto pi elevata di quella degli stranieri che subiscono una condanna. Infine, a parit di imputazione o di condanna, la permanenza in carcere degli stranieri mediamente assai pi lunga di quella degli italiani, sia in fase di custodia cautelare che dopo la sentenza.
Dunque, quei dati vanno manovrati con circospezione e con equilibrio. Altrimenti si rischia di farsi male, molto male: e - il che pu essere persino peggio - di non capire il mondo.