Nuovi orientamenti per l'immigrazione legale

 

Patrick GAUBERT (PPE/DE, FR)

Relazione sulle connessioni tra migrazione legale e illegale e l'integrazione dei migranti

Doc.: A6-0136/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 7.6.2005

Votazione: 9.6.2005

 

Con 431 voti a favore, 124 contrari e 49 astensioni, l'Aula, ha adottato la relazione d'iniziativa di Patrick GAUBERT (PPE/DE, FR) che propone alcuni orientamenti riguardo ad una nuova politica europea sull'immigrazione, cercando di fare un bilancio sulle connessioni tra migrazione legale e illegale e l'integrazione dei migranti.

 

La Plenaria, innanzitutto, sottolinea che la politica di immigrazione dell'Unione europea deve fondarsi su un approccio globale e non settoriale, basato non soltanto sulle esigenze del mercato del lavoro negli Stati membri ma, soprattutto, su politiche di accoglienza e di integrazione nonch sulla definizione di uno status preciso e di diritti di cittadinanza, sociali e politici per i migranti in tutta l'Unione europea. E' dunque necessario un orientamento imperniato su strette sinergie fra le varie politiche coinvolte al fine di creare un quadro comune di norme minime per l'ammissione dei cittadini di paesi terzi per occupazioni salariate e indipendenti.

 

A tal fine auspicabile che Commissione e Parlamento studino le misure per coordinare meglio l'insieme delle strutture e degli agenti implicati nella gestione dei flussi migratori oltre ad adoperarsi per il buon utilizzo e la diffusione dei programmi finanziari in materia. A tal proposito si deplora che le misure adottate ad oggi da Consiglio e Stati membri per il controllo delle ondate migratorie siano state di tipo repressivo piuttosto che proattivo.

Infatti, secondo l'Aula, le strategie miranti a ridurre la povert, a migliorare le condizioni di vita e di lavoro, a creare posti di lavoro e a sviluppare la formazione nei paesi d'origine contribuiscono a lungo termine alla normalizzazione dei flussi migratori.

 

L'Unione europea, pertanto, invitata ad inserire, in tutti gli accordi di associazione e di cooperazione, clausole relative alla gestione comune dei flussi migratori e alla riammissione obbligatoria in caso di immigrazione illegale. I deputati ribadiscono, tuttavia, che la cooperazione allo sviluppo, pur essendo uno strumento necessario per combattere le cause profonde dei flussi migratori, rimane un mezzo complementare, non sostitutivo, delle politiche di integrazione e di migrazione legale.

 

La Plenaria ricorda poi le responsabilit di tutti gli Stati membri nella gestione dei flussi migratori nord-sud. Sulla sponda meridionale si tratta di lottare contro l'immigrazione clandestina e la tratta degli esseri umani, mentre su quella settentrionale occorre creare le condizioni economiche per lo sviluppo sociale del paese terzo nonch un'accoglienza adeguata e rispettosa della dignit umana.

 

L'applicazione del sistema integrato di gestione delle frontiere esterne, secondo i deputati, dovrebbe basarsi su un'armonizzazione rapida in materia di visti, sul coinvolgimento attivo dell'Agenzia europea per la gestione delle frontiere, con la creazione di un fondo comunitario relativo alle frontiere, nonch sulla cooperazione consolare rafforzata con conseguente creazione di posti consolari comuni.

 

L'Aula ribadisce poi che la politica di migrazione dell'Unione non deve considerare solo l'interesse economico, ma anche i motivi che obbligano le persone a lasciare il proprio Paese. Quindi, qualsiasi misura di lotta contro l'immigrazione clandestina e di controllo delle frontiere esterne deve rispettare le garanzie e i diritti fondamentali degli individui secondo le disposizioni figuranti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e nella Convenzione europea per i diritti dell'Uomo, soprattutto per quanto riguarda il diritto di asilo e il diritto di non essere respinti alle frontiere.

 

Conseguentemente, necessario rafforzare l'attenzione nei confronti della lotta contro la tratta degli esseri umani, specialmente le persone vulnerabili come donne e minori, la maggior parte delle quali non ha accesso al patrocinio legale o alla protezione sociale. Gli Stati membri dovrebbero pertanto considerare la concessione di un permesso di soggiorno permanente come mezzo idoneo a combattere il traffico degli esseri umani.

 

In particolare occorrono sforzi maggiori nel campo dei servizi domestici e dell'assistenza familiare, settori che danno lavoro ad un gran numero di donne migranti. E' quindi necessaria una nuova formula che consenta alle famiglie che le occupano di trovare una soluzione giuridica che consenta la copertura sociale di dette persone.

 

Inoltre il Parlamento reputa fondamentale che la politica d'integrazione definisca norme chiare che disciplinino lo status legale dei residenti e garantiscano il loro diritto a buone prassi amministrative. E' altres auspicabile obbligare i cittadini di paesi terzi a seguire corsi di formazione della lingua nazionale o delle lingue nazionali organizzati dagli Stati membri d'accoglienza. Si dovrebbe, poi, conferire loro il diritto di accedere all'istruzione e ai servizi sociali e sanitari, nonch la partecipazione alla vita sociale, culturale e politica.

 

Parte integrante della lotta contro l'immigrazione clandestina la cooperazione fra gli organi di polizia e giudiziari nonch la responsabilizzazione adeguata dei trasportatori e delle autorit dei paesi d'origine e il rafforzamento del quadro penale repressivo contro le reti di trafficanti.

 

I deputati invitano pertanto gli Stati membri ad adottare una serie di sanzioni repressive nei confronti delle imprese che sfruttano illegalmente il potenziale umano degli immigrati, ma anche a incrementare le risorse umane di controllo nonch la protezione delle vittime.

 

La Plenaria reitera poi l'opposizione dei deputati a centri di accoglienza o di ritenzione per gli immigrati senza documenti o i richiedenti asilo, al di fuori delle frontiere dell'UE, nelle regioni di origine dell'immigrazione. A tale proposito anche espressa preoccupazione riguardo all'allestimento nei paesi mediterranei di "centri di prima accoglienza" per immigrati che mirano a entrare nel territorio dell'Unione, considerandoli centri che non offrono alle persone interessate le garanzie minime in termini di diritti fondamentali.

 

E' rammentato poi che la gestione dei flussi migratori non pu essere improntata esclusivamente a esigenze di sicurezza, ma deve altres basarsi sulla gestione di uno sviluppo sostenibile e sociale.

 

D'altro canto, per, l'Aula condivide l'opinione della Commissione secondo cui la regolarizzazione di massa degli immigrati illegali non costituisce una soluzione al problema dell'immigrazione illegale e, in mancanza di un sistema comune, dovrebbe mantenere un carattere eccezionale e unico poich non risolve i veri problemi di fondo. I deputati, peraltro, ritengono che la regolarizzazione di massa degli immigrati illegali debba tenere conto di valutazioni economiche, demografiche e culturali e, in tale ottica, chiedono un'analisi degli effetti prodotti dalle regolarizzazioni effettuate dagli Stati membri.

 

Il Parlamento, inoltre, incoraggia gli Stati membri a firmare con i paesi a forte emigrazione, nell'ambito della loro politica nazionale per l'immigrazione, accordi bilaterali volti a rispondere al fabbisogno europeo di manodopera o ad aprire nuove vie legali di immigrazione onde rendere meglio organizzato e pi trasparente il processo migratorio e promuovere le relazioni con i paesi.

Infine, per impedire che il mercato del lavoro interno sia deregolamentato per i lavoratori a basso costo e clandestini, i deputati ritengono urgente elaborare politiche d'immigrazione pi adattabili ai mercati del lavoro.

 

In tale contesto invitano gli Stati membri ad associare alla decisione sul numero di lavoratori stranieri da ammettere le amministrazioni regionali e locali, le agenzie regionali per l'occupazione e le parti sociali, le organizzazioni sindacali e di categoria, le associazioni di volontariato impegnate nel territorio e le comunit di accoglienza.