Con 431 voti a
favore, 124 contrari e 49 astensioni, l'Aula, ha adottato la relazione
d'iniziativa di Patrick GAUBERT (PPE/DE, FR) che propone alcuni orientamenti
riguardo ad una nuova politica europea sull'immigrazione, cercando di fare un
bilancio sulle connessioni tra migrazione legale e illegale e l'integrazione
dei migranti.
La Plenaria,
innanzitutto, sottolinea che la politica di immigrazione dell'Unione europea
deve fondarsi su un approccio globale e non settoriale, basato non soltanto
sulle esigenze del mercato del lavoro negli Stati membri ma, soprattutto, su
politiche di accoglienza e di integrazione nonch sulla definizione di uno
status preciso e di diritti di cittadinanza, sociali e politici per i
migranti in tutta l'Unione europea. E' dunque necessario un orientamento
imperniato su strette sinergie fra le varie politiche coinvolte al fine di
creare un quadro comune di norme minime per l'ammissione dei cittadini di
paesi terzi per occupazioni salariate e indipendenti.
A tal fine
auspicabile che Commissione e Parlamento studino le misure per coordinare
meglio l'insieme delle strutture e degli agenti implicati nella gestione dei
flussi migratori oltre ad adoperarsi per il buon utilizzo e la diffusione dei
programmi finanziari in materia. A tal proposito si deplora che le misure
adottate ad oggi da Consiglio e Stati membri per il controllo delle ondate
migratorie siano state di tipo repressivo piuttosto che proattivo.
Infatti,
secondo l'Aula, le strategie miranti a ridurre la povert, a migliorare le
condizioni di vita e di lavoro, a creare posti di lavoro e a sviluppare la
formazione nei paesi d'origine contribuiscono a lungo termine alla
normalizzazione dei flussi migratori.
L'Unione
europea, pertanto, invitata ad inserire, in tutti gli accordi di associazione
e di cooperazione, clausole relative alla gestione comune dei flussi migratori
e alla riammissione obbligatoria in caso di immigrazione illegale. I deputati
ribadiscono, tuttavia, che la cooperazione allo sviluppo, pur essendo uno
strumento necessario per combattere le cause profonde dei flussi migratori,
rimane un mezzo complementare, non sostitutivo, delle politiche di integrazione
e di migrazione legale.
La Plenaria
ricorda poi le responsabilit di tutti gli Stati membri nella gestione dei
flussi migratori nord-sud. Sulla sponda meridionale si tratta di lottare
contro l'immigrazione clandestina e la tratta degli esseri umani, mentre su
quella settentrionale occorre creare le condizioni economiche per lo sviluppo
sociale del paese terzo nonch un'accoglienza adeguata e rispettosa della
dignit umana.
L'applicazione
del sistema integrato di gestione delle frontiere esterne, secondo i deputati,
dovrebbe basarsi su un'armonizzazione rapida in materia di visti, sul coinvolgimento
attivo dell'Agenzia europea per la gestione delle frontiere, con la creazione
di un fondo comunitario relativo alle frontiere, nonch sulla cooperazione
consolare rafforzata con conseguente creazione di posti consolari comuni.
L'Aula
ribadisce poi che la politica di migrazione dell'Unione non deve considerare
solo l'interesse economico, ma anche i motivi che obbligano le persone a
lasciare il proprio Paese. Quindi, qualsiasi misura di lotta contro
l'immigrazione clandestina e di controllo delle frontiere esterne deve
rispettare le garanzie e i diritti fondamentali degli individui secondo le
disposizioni figuranti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea
e nella Convenzione europea per i diritti dell'Uomo, soprattutto per quanto riguarda
il diritto di asilo e il diritto di non essere respinti alle frontiere.
Conseguentemente,
necessario rafforzare l'attenzione nei confronti della lotta contro la tratta
degli esseri umani, specialmente le persone vulnerabili come donne e minori, la
maggior parte delle quali non ha accesso al patrocinio legale o alla protezione
sociale. Gli Stati membri dovrebbero pertanto considerare la concessione di un
permesso di soggiorno permanente come mezzo idoneo a combattere il traffico
degli esseri umani.
In particolare
occorrono sforzi maggiori nel campo dei servizi domestici e dell'assistenza
familiare, settori che danno lavoro ad un gran numero di donne migranti. E'
quindi necessaria una nuova formula che consenta alle famiglie che le occupano
di trovare una soluzione giuridica che consenta la copertura sociale di dette
persone.
Inoltre il
Parlamento reputa fondamentale che la politica d'integrazione definisca norme
chiare che disciplinino lo status legale dei residenti e garantiscano il loro
diritto a buone prassi amministrative. E' altres auspicabile obbligare i
cittadini di paesi terzi a seguire corsi di formazione della lingua nazionale o
delle lingue nazionali organizzati dagli Stati membri d'accoglienza. Si
dovrebbe, poi, conferire loro il diritto di accedere all'istruzione e ai
servizi sociali e sanitari, nonch la partecipazione alla vita sociale,
culturale e politica.
Parte
integrante della lotta contro l'immigrazione clandestina la cooperazione fra
gli organi di polizia e giudiziari nonch la responsabilizzazione adeguata dei
trasportatori e delle autorit dei paesi d'origine e il rafforzamento del
quadro penale repressivo contro le reti di trafficanti.
I deputati
invitano pertanto gli Stati membri ad adottare una serie di sanzioni repressive
nei confronti delle imprese che sfruttano illegalmente il potenziale umano
degli immigrati, ma anche a incrementare le risorse umane di controllo nonch
la protezione delle vittime.
La Plenaria
reitera poi l'opposizione dei deputati a centri di accoglienza o di ritenzione
per gli immigrati senza documenti o i richiedenti asilo, al di fuori delle
frontiere dell'UE, nelle regioni di origine dell'immigrazione. A tale
proposito anche espressa preoccupazione riguardo all'allestimento nei paesi mediterranei
di "centri di prima accoglienza" per immigrati che mirano a entrare
nel territorio dell'Unione, considerandoli centri che non offrono alle persone
interessate le garanzie minime in termini di diritti fondamentali.
E' rammentato
poi che la gestione dei flussi migratori non pu essere improntata
esclusivamente a esigenze di sicurezza, ma deve altres basarsi sulla gestione
di uno sviluppo sostenibile e sociale.
D'altro canto,
per, l'Aula condivide l'opinione della Commissione secondo cui la
regolarizzazione di massa degli immigrati illegali non costituisce una
soluzione al problema dell'immigrazione illegale e, in mancanza di un sistema
comune, dovrebbe mantenere un carattere eccezionale e unico poich non risolve
i veri problemi di fondo. I deputati, peraltro, ritengono che la
regolarizzazione di massa degli immigrati illegali debba tenere conto di
valutazioni economiche, demografiche e culturali e, in tale ottica, chiedono
un'analisi degli effetti prodotti dalle regolarizzazioni effettuate dagli Stati
membri.
Il Parlamento,
inoltre, incoraggia gli Stati membri a firmare con i paesi a forte emigrazione,
nell'ambito della loro politica nazionale per l'immigrazione, accordi
bilaterali volti a rispondere al fabbisogno europeo di manodopera o ad aprire
nuove vie legali di immigrazione onde rendere meglio organizzato e pi
trasparente il processo migratorio e promuovere le relazioni con i paesi.
Infine, per
impedire che il mercato del lavoro interno sia deregolamentato per i lavoratori
a basso costo e clandestini, i deputati ritengono urgente elaborare politiche
d'immigrazione pi adattabili ai mercati del lavoro.
In tale
contesto invitano gli Stati membri ad associare alla decisione sul numero di
lavoratori stranieri da ammettere le amministrazioni regionali e locali, le
agenzie regionali per l'occupazione e le parti sociali, le organizzazioni
sindacali e di categoria, le associazioni di volontariato impegnate nel
territorio e le comunit di accoglienza.