materiali di
lavoro e rassegna stampa sullimmigrazione 2005
giugno
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20 giugno 2005
GIORNATA MONDIALE
DEL RIFUGIATO
Servizio Rifugiati e
Migranti
Federazione delle
Chiese Evangeliche in Italia
Indirizzo:
Via Firenze, 38 - 00184
Roma
Tel.: 06 48905101 Fax: 06 48916959
E-mail: srm@fcei.it
Orario di
apertura al pubblico:
Luned, mercoled,
venerd ore 10.00 - 12.30
Tavolo
Cittadino dei Richiedenti Asilo e Rifugiati
Giornata Mondiale del Rifugiato
20 Giugno 2005
IL CORAGGIO
DI CERCARE ASILO
Roma e i rifugiati, insieme per i diritti
Ogni anno il 20 giugno si celebra la giornata mondiale
del rifugiato.
I rifugiati sono persone che non scelgono, bens sono
costrette a fuggire e ad abbandonare il proprio paese perch la loro vita e la loro libert sono
minacciate a causa di persecuzione, guerre o situazioni di violenza
generalizzata.
Il percorso di ricerca di protezione
internazionale che i richiedenti asilo intraprendono richiede coraggio, a partire dalla decisione di
affrontare un viaggio in cui lunica certezza lincognita dellarrivo e quando, oltrepassati i confini
del proprio stato di appartenenza, ci sono troppo spesso ad attenderli
diffidenza e severe politiche di controllo delle frontiere. Oggi nel mondo ci sono circa 17 milioni di
persone in fuga dal loro paese d'origine, ma solo una piccola percentuale arriva fino ai paesi
industrializzati. La maggior parte rimane all'interno del paese d'origine o in
quelli limitrofi: l'Africa e l'Asia ospitano, infatti, circa il 70% dei rifugiati e l'Europa poco pi del 20%.
All'inizio del 2004 erano presenti nell'Unione
europea meno di 2 milioni di rifugiati, con forti differenze e disomogeneit nei sistemi di
protezione ed accoglienza all'interno dei
paesi dell'Unione.
Questa situazione si rispecchia anche nel numero di
domande d'asilo presentate nei singoli stati. Il Regno Unito e la Francia hanno
ricevuto nel 2004 circa 60000 domande, mentre in Italia ne sono state
presentate meno di 15000 smentendo cos la paura di invasione manifestata pi
volte da politici e mass media.
In Italia, il
diritto di chiedere asilo garantito dall'art. 10 della Costituzione: Lo straniero, al quale sia impedito nel suo
paese l'effettivo esercizio delle libert democratiche garantite dalla
Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica
secondo le condizioni stabilite dalla legge.
L'Italia rimane tuttavia l'unico paese dell'Unione
europea privo di una legge organica sul diritto d'asilo.
La legislazione attuale in materia di asilo, pur prevedendo una
procedura pi snella, attraverso listituzione di sette commissioni territoriali
per lesame delle domande di asilo e che verr nel prossimo futuro integrata
con il recepimento della direttiva europea in materia di accoglienza dei
richiedenti asilo, resta frammentaria e non permette di assicurare una piena
protezione alle persone in fuga da situazioni di
persecuzione e di drammatiche violazioni dei diritti umani.
La legge Bossi Fini, infatti, prevede due articoli fortemente
restrittivi in materia d'asilo che, entrati in vigore lo scorso aprile,
prevedono, tra le altre cose, il trattenimento nei centri di identificazione
della quasi totalit dei richiedenti con gravi limitazione della libert
personale; lintroduzione di una procedura semplificata per lesame della
domanda; limpossibilit di presentare un ricorso contro il diniego dello
status di rifugiato che sospenda lespulsione. Tra
breve, infine, verr introdotto il diritto, proprio attraverso il recepimento
della direttiva europea sullaccoglienza, per i richiedenti asilo di accedere
al mercato del lavoro sei mesi dopo la presentazione della propria domanda di
asilo.
Oggi in Italia i rifugiati riconosciuti e residenti sono circa 12mila, cio 1 rifugiato ogni 4.600 residenti.
I principali paesi di provenienza dei richiedenti
asilo nel 2004 sono stati: Liberia, Eritrea, Sudan, Somalia, Nigeria, Serbia,
Romania, Iraq e Turchia, paesi con gravi conflitti interni e documentate
violazioni dei diritti umani.
Le difficolt che le persone in cerca di
protezione incontrano sono molte, prima fra tutte la possibilit effettiva
di presentare la domanda di asilo.
Da mesi, inoltre, si verificano a Lampedusa
espulsioni di massa verso la Libia
che coinvolgono anche persone in fuga da persecuzioni
o da situazioni di violenza generalizzata alle quali viene negato il diritto di chiedere asilo e protezione in Italia, diritto garantito dallart.
14 della Dichiarazione universale
dei diritti delluomo del 1948.
Tale situazione stata denunciata da tutti
gli enti di tutela in Italia e ha provocato laccesa protesta dellONU, nonch lintervento della
Corte europea dei diritti delluomo di Strasburgo e del Parlamento europeo.
Dalla relazione tecnica della Commissione europea,
redatta da un gruppo di esperti di ritorno da un viaggio in Libia negli ultimi
mesi del 2004 e pubblicata lo scorso aprile, emerge una situazione
agghiacciante di violazione dei diritti umani in Libia, paese che non ha ratificato la Convenzione
relativa allo status dei rifugiati del 1951.
Questanno il tema che lAlto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha scelto per celebrare il 20
giugno il coraggio. Il coraggio di mettersi in fuga verso lignoto, il
coraggio di lasciare la propria casa, i propri affetti, il proprio lavoro per
mettere in salvo la vita; il coraggio di affrontare un viaggio spesso lungo e
pericoloso; il coraggio di raccontare la propria storia.
Ma il coraggio dei rifugiati oggi in
Europa ed in Italia incontra sempre pi ostacoli e barriere: ogni giorno pi
difficile ottenere protezione
e tutela dei diritti umani
fondamentali.
Oggi, 20 giugno 2005, le organizzazioni
che a Roma si occupano da anni di diritto di asilo chiedono con forza
all'Italia una scelta di coraggio e di civilt: una legge organica sull'asilo
ed una politica di accoglienza e protezione di persone che, in fuga dai loro
paesi, trovano il coraggio di ricominciare.
Per il Tavolo Cittadino per i
Richiedenti Asilo e i Rifugiati:
Acisel Associazione
Centro Astalli Associazione
CDS Focus Comunit
di Sant'Egidio Consiglio
Italiano per i Rifugiati Federazione
Chiese Evangeliche in Italia Medici
Senza Frontiere (Missione Italia)
Kofi Annan, Segretario Generale delle
Nazioni Unite
Perch una Giornata Mondiale del Rifugiato
Per anni, molti paesi e
regioni hanno celebrato le loro giornate, o anche settimane, del rifugiato. Di
queste celebrazioni, una delle pi famose era l'Africa Refugee Day, che gi in
diversi paesi del continente si celebrava il 20 giugno. Come espressione di
solidariet con l'Africa, che ospita milioni di rifugiati e che ha sempre
tradizionalmente mostrato grande generosit verso di loro, nel 2000 l'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite ha adottato all'unanimit una speciale Risoluzione
che ha designato il 20 giugno di ogni anno come la Giornata Mondiale del Rifugiato.
La Giornata Mondiale del Rifugiato dovrebbe costituire un momento per fermarsi
a riflettere sulla drammatica condizione dei rifugiati e sullinesauribile
coraggio che impiegano in ogni fase della loro personale vicenda: se gli stessi
rifugiati si rifiutano di abbandonare la speranza, come possiamo farlo noi?
Il Premio Nansen per i rifugiati
Una parte importante di ogni
celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato il Premio Nansen per i
Rifugiati, che viene consegnato in una cerimonia che si tiene in questa
speciale giornata. Conosciuto in precedenza come Medaglia Nansen, questo
premio, assegnato ormai da oltre 50 anni, ha preso il nome dell'esploratore
artico norvegese Fridtjof Nansen, che nel 1921 fu nominato dalla Societ delle
Nazioni precorritrice dellOrganizzazione delle Nazioni Unite - primo Alto
Commissario internazionale per i rifugiati. Il premio, che consiste in una
medaglia e in una somma in denaro di centomila dollari, assegnato ogni anno a
una persona o a un'organizzazione che si sia distinta nel sostenere la causa
dei rifugiati. Tra i recenti vincitori vi sono la signora Graa Machel, il
Maestro Luciano Pavarotti e loperatrice umanitaria Annalena Tonelli.
Celebriamo!
La Giornata Mondiale del
Rifugiato un omaggio all'indomabile energia e coraggio dei rifugiati di tutto
il mondo, e come tale dovrebbe essere una vera celebrazione. In tutto il mondo
questa giornata di festa e omaggio si esprime in centinaia di modi diversi, da
concerti rock a conferenze a commemorazioni religiose. Ma che venga celebrata
con una semplice festa di paese, con uniniziativa scolastica o con una
cerimonia delle Nazioni Unite, il 20 giugno una giornata nella quale pensiamo
ai rifugiati di tutto il mondo ed estendiamo a loro il nostro incoraggiamento,
sostegno e rispetto.
Vi esorto a
celebrare lo straordinario coraggio
e il contributo
apportato dai rifugiati di ieri e di oggi
Testimonianza tratta da LA NOTTE DELLA FUGA, Storie di Rifugiati in
Italia, a cura
dell'Associazione Centro Astalli, Avagliano Editore, 2005
Ero uno schiavo.
Non ci credi? Pensavi che gli unici schiavi che avresti incontrato nella
tua vita sarebbero stati nei libri di storia o nei film sullantica Roma? Beh,
ti sbagliavi. Eccomi qui, in carne ed ossa, gennaio 2005, che cammino per le
strade della tua citt in cerca di lavoro, in cerca di una vita serena e
libera, che nemmeno il tuo paese civile e democratico riesce a darmi.
Ero uno schiavo. Ma forse limperfetto non il tempo verbale pi
corretto per parlare della mia schiavit. S, adesso non appartengo pi a un
padrone, ma certo libero non sono.
Ti stupisci? E
perch? Ho ventiquattro anni, quattordici dei quali passati ridotto in
schiavit: riesci a capire cosa vuol dire? Non credo proprio. Non si pu
capire, e non so nemmeno se si pu spiegare.
Quattordici anni in una stanza grande quanto uno sgabuzzino,
completamente vuota. Solo il giaciglio su cui dormire. Niente alle pareti,
niente sul pavimento, niente armadio. Del resto anche se avessi avuto un solo
cassetto, non possedevo nulla da metterci dentro, neanche un vestito.
CosՏ stata la mia vita in quei quattordici anni? Obbedire agli ordini
del padrone e della padrona. Preparare il t, pulire pavimenti e finestre, fare
la spesa al mercato
Tutto cominciato quando avevo nove anni. E un bambino di nove anni
quello che sono rimasto, inchiodato in una vita irreale, senza un gioco, senza
un amico, senza i miei genitori, senza la possibilit di fare alcuna esperienza
normale.
Una vita congelata per un periodo che sembrava infinito.
A me per piace raccontare della mia infanzia, della mia vita di prima.
Ti interessa? Guarda che sono solo i ricordi di un bambino. Ma quei nove anni
sono ci che ho vissuto veramente, lunica cosa che conosco, che mi appartiene:
sono tutto ci che sono.
Ascoltando la mia storia e prestando attenzione al modo in cui la
racconto, magari ti sembrer strano sentire un ragazzo della mia et che a
volte parla e ragiona come un bambino. Ma questo quello che capita quando la
tua vita congelata. Per tutto il periodo della mia schiavit il tempo per me
si era fermato. difficile da capire per chi vive in un mondo come il vostro,
dove tutto cambia in fretta. Anche per me ora difficile da spiegare, ma ci
voglio provare lo stesso.
Vivevo con la mia famiglia in uno dei tanti villaggi della Mauritania,
circondato da una bellissima foresta, che mi piaceva tantissimo. Avevo molti
amici, ma il pi speciale di tutti era Corias, il mio montone. S, hai capito
bene, un montone! Ti fa ridere il fatto che giocavo con un montone? A me invece
sembra cos strano vedere le persone che passeggiano per le strade di Roma con
un cane al guinzaglio!
Mi piaceva molto prendermi cura di Corias: lo tenevo pulito, gli davo da
mangiare e lo facevo allenare per le gare che organizzavo con gli altri
bambini. Il mio montone vinceva sempre! Era il pi forte di tutti, perch io lo
facevo correre tutti i giorni.
Era bello stare nella foresta; a volte ci andavo anche da solo, di
nascosto dai miei genitori, che mi ripetevano sempre quanto fosse pericoloso; e
per spaventarmi mi dicevano che potevo incontrare i fantasmi. Ma io non avevo
paura.
Anche quel giorno, era andato da solo nella foresta. Era il primo giorno
di Ramadan, e i miei avevano preparato una colazione ricchissima per tutto il
villaggio, anche per noi pi piccoli che non avremmo fatto il digiuno. Ero
contento, cera aria di festa. Ho mangiato tanto quella mattina. E dopo, visto
che non cera scuola, sono corso a prendere Corias per stare con lui tutto il
giorno nella foresta.
Ero al ruscello a lavarlo, e aspettavo i miei amici, quando sentii un
gran rumore: forse erano i fantasmi, pensai, e mi misi subito a correre per
tornare a casa.
Sopra alla foresta cera una nube nera, e un odore tremendo di bruciato.
E io correvo, correvo, pi veloce che potevo, volevo solo tornare a casa, dai
miei genitori. Quando arrivai al villaggio, il fumo era sempre pi fitto: tutto
era in fiamme, non riuscivo neanche a distinguere la mia casa tra le altre.
Cerano degli uomini, e corsi verso di loro chiedendo aiuto. Ma non mi fecero
passare, mi bloccarono. Cercai di divincolarmi, chiedendo dove fossero mia
madre e mio padre. Niente, nessuna risposta. Mi costrinsero a salire su una
jeep con altri bambini e ragazzi, tutti terrorizzati, nessuno che capisse cosa
stesse accadendo.
Ma cosa poteva capire un bambino di nove anni che ancora credeva ai
fantasmi?
Arrivammo in un posto, dove mi misero in una cella. Continuavo a
piangere e a ripetere che i miei genitori mi stavano cercando, che sarebbero
arrivati a prendermi. Questa era lunica cosa che dicevo, lunica che mi
importava. Poi iniziai a capire. O meglio, pi che capire, a un certo punto
accettai quello che una parte di me aveva gi intuito. E comunque la verit sui
miei genitori e sul mio destino mi venne urlata in faccia da quello che sarebbe
diventato il mio padrone: i tuoi sono morti! Io ti ho comprato, ora sei mio!.
Ero scioccato: era troppo per un bambino di nove anni. Mi dicevo che i
bambini non si comprano, che si crescono, si sgridano, si educano, ma non si
comprano come gli animali o le pentole.
Da quel momento cominci il congelamento di cui ti dicevo. Non mi
piace parlare di quel periodo, non ci sono molte cose da raccontare, e io non
sono fiero di me stesso e di quello che pensavo. I giorni era tutti uguali.
Quando non avevo lavori da fare, per esempio di notte, e non riuscivo a
dormire, per non ricordare riflettevo su quale fosse il modo migliore per
togliermi la vita: quale la tecnica da usare, dove farlo, quale il momento
della giornata pi adatto. Era lunico progetto che potevo fare per il mio
futuro. Negli stessi anni in cui tutti i miei coetanei probabilmente
fantasticavano su come sarebbe stata la loro vita di adulti, provando a
immaginare un lavoro, una moglie, dei figli, io potevo pensare soltanto alla
mia morte.
Di giorno, facevo tutto con estrema lentezza. Io che tra i miei fratelli
ero il pi veloce, il primo a finire i compiti, ad apparecchiare la tavola, a
correre, ora mi ritrovavo costretto a rallentare tutto per non pensare.
Ti faccio un esempio: ogni pomeriggio, alle quattro e mezza, doveva
essere pronto il t. Preparare e servire il t del pomeriggio era uno dei miei
compiti fissi.
Per fare il t quanto tempo ci vuole? Poco: dieci minuti, un quarto dora.
Io cominciavo subito dopo aver lavato i piatti del pranzo, che dovevo servire a
mezzogiorno e mezzo. Ci mettevo due ore a preparare il t: prendevo il vassoio,
e poi le tazze, una ad una le sistemavo sul vassoio, e poi il bricco del latte,
le foglie da mettere nella teiera, lacqua sul fuoco da accendere in seguito.
Ogni gesto lo ripetevo piano piano, cos mi tenevo impegnato e non pensavo. Un
gesto dopo laltro, un giorno dopo laltro. E, dopo ogni notte, un altro lungo
giorno, identico al precedente.
Questa stata la mia vita per quattordici anni, fino a quando, un
giorno, al mercato, il pescatore da cui andavo ogni settimana a comprare il
pesce mi propose di andare via dalla Mauritania, di scappare. Ormai lui mi
conosceva abbastanza bene, e sapeva la mia storia. Io non esitai un momento.
Certo! risposi Non desidero altro.
Ricordo che solo molte ore dopo mi venne in mente che forse avrei dovuto
chiedergli delle spiegazioni: come avrei fatto a scappare? Dove sarei andato?
Ma appena iniziavo a pensare queste cose, ancora una volta mi bloccavo davanti
alla consapevolezza che tutti quei particolari non avevano nessuna importanza.
Avevo ventitr anni, e niente da perdere. La mia vita non aveva ai miei occhi
nessun valore: qualsiasi cosa sarebbe stata meglio. Non riuscivo nemmeno a
credere fino in fondo che un cambiamento fosse davvero possibile. Ma di una
cosa ero sicuro: non ero disposto a rinunciare a quellunica possibilit.
Lunico rischio era la morte, cosa che non mi spaventava. Non era certo lipotesi
peggiore: qualcun altro avrebbe compiuto quel gesto che prima o poi avrei
trovato il coraggio di fare da solo.
E invece il pescatore mi aiut veramente. Mi riscatt, regalandomi la
libert.
La mia vita libera cominciata nella stiva di una nave, dove sono stato
nascosto per nove lunghissimi giorni. Sono state ore senza paura, ma piene di
rassegnazione. Ero l solo, spento; non sapevo dove stavo andando n cosa
sarebbe successo, e in fondo non mi importava, non cera nulla che mi
aspettassi dalla vita.
Beh, il resto lo conosci: sono arrivato in Italia, e con un po daiuto
e fortuna sono riuscito a trovare un posto dove dormire. Sono stato
riconosciuto rifugiato. Ora studio, vorrei trovare un lavoro che mi piaccia. Ma
soprattutto voglio recuperare gli anni che ho perduto.
Insomma sto cercando di scongelare la mia vita.
S, vero, parlo bene litaliano, per essere qui da poco pi di un
anno. Chi mi conosce dice che sono un tipo sveglio, intelligente, che apprendo
in fretta. Diciamo che ho tanta voglia di imparare, di imparare a vivere.
Quel bambino di nove anni ha ricominciato a crescere.
Ma ogni tanto faccio ancora delle figure da bambino. Laltro giorno un
tizio mi ha chiesto candidamente se avessi una ragazza, e io, senza neanche
riuscire a guardarlo in faccia, ho balbettato no. Ma, in fondo, perch no? Ho
ventiquattro anni, sono alto, magro, non credo di essere cos brutto! Forse,
per per questo ancora troppo presto.
Oppure quando un medico mi ha detto che sar necessario operarmi, perch
il mio ginocchio, a causa di una frattura che non stata curata, spesso si
gonfia e mi fa male. Sai, io non ho molta esperienza di medici e di ospedali.
Quando ero uno schiavo nessuno si preoccupava di mandarmi dal dottore, era una
cosa inconcepibile. Mi lasciavano l, nel mio sgabuzzino, facendomi capire che
prima tornavo al lavoro meglio era, che non erano disposti a sopportare a lungo
la mia inattivit. proprio cos che un piccolo incidente diventato un
problema cos serio. Questo il dottore me lha spiegato bene. Mi ha anche detto
che con unoperazione andr tutto a posto. Ma al nonno della mia compagna di
banco, qui in Italia, la gamba lhanno dovuta tagliare. Me lo ha raccontato
lei, e io da quel momento non riesco pi a stare tranquillo. Come far a
lavorare, se anche a me taglieranno una gamba? Tante persone gentili hanno
cercato di rassicurarmi, spiegandomi che il mio caso molto diverso da quello
del nonno della mia amica. Vorrei tanto crederci, ma se devo essere sincero non
sono ancora riuscito a scacciare del tutto la paura.
Come ti dicevo, solo sulla carta che sono un uomo libero.
Di fatto sono ancora schiavo della paura, degli incubi che ritornano
tutte le notti e che non mi fanno dormire. A volte quando sono sdraiato a
letto, la testa diventa pesantissima, e risento lodore di bruciato, le urla
dei bambini, la voce del mio padrone che dice di avermi comprato. Ogni notte
ritorna la Mauritania, la mia schiavit. Quando riuscir a dormire serenamente
e a sognare la mia vita qui in Italia, forse allora sar veramente libero.
Allora potr imparare nuovamente a voler bene a qualcuno, con la purezza di un
bambino, ma anche con la consapevolezza di un adulto.
Siti utili su temi di asilo e
immigrazione
ACNUR
(Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati): http://www.unhcr.ch
ARCI
(Associazione di promozione sociale):
http://www.arci.it
ASGI
(Associazione Studi Giuridici sullImmigrazione): http://www.asgi.it
Briguglio
Sergio: http://www.stranieriinitalia.it/briguglio/immigrazione-e-asilo
Caritas
Diocesana di Roma: http://www.caritasroma.it/immigrazione
Cestim
(Documentazione dei fenomeni migratori): http://www.cestim.it
CIR
(Consiglio Italiano per i Rifugiati):
http://www.cir-onlus.org
CDS
(Associazione Casa dei Diritti Sociali - Focus): http://www.dirittisociali.org
ECRE
(European Consultation on Refugees and Exiles): http://www.ecre.org
GOVERNO: http://www.governo.it
ICS
(Consorzio Italiano di Solidariet):
http://www.icsitalia.org
JRS (Jesuit Refugee Service): http://www.jesref.org
MEDICI SENZA FRONTIERE: http://www.msf.it
PICUM (Platform for International
Cooperation on Undocumented Migrants): http://www.picum.org
Save
the Children (sito sui minori stranieri non accompagnati curato da Elena
Rozzi): http://www.savethechildren.it/minori/minori_home.htm
UCODEP
(sito sulla politica europea di immigrazione e asilo curato da Chiara
Favilli): http://www.ucodep.org/banca_dati/argomenti.asp
UNIONE
EUROPEA: http://europa.eu.int.
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