Progetto Melting Pot Europa - Per la promozione dei diritti di cittadinanza

«Cpt contro la democrazia»

da Il Manifesto del 19 giugno 2005

21 giugno 2005

«Al Forum di Bari ci saremo». Parla Trucco, del gruppo studi giuridici sull'immigrazione

S'allarga il fronte contro i Centri di permanenza temporanea: «Aderiamo al Forum nazionale: siamo sempre stati contrari ai Cpt», dice Lorenzo Trucco, presidente dell'Asgi, l'Associazione studi giuridici sull'immigrazione.
«Dal punto di vista giuridico la legge Turco Napolitano rappresenta una ferita aperta e quando si apre una falla - lo dimostra la Bossi Fini - la situazione può solo peggiorare». In pochi giorni, da quando il presidente pugliese Nichi Vendola ha rivolto il suo appello attraverso il manifesto, altri dieci governatori hanno aderito al forum nazionale per la chiusura dei Cpt. I presidenti delle regioni vogliono fornire un orientamento al legislatore per una nuova politica dell'immigrazione. Anche la società civile - invitata a partecipare - aderisce e sostiene l'iniziativa.

Presidente, lei - in qualità di giurista - come interpreta questo segnale?

Quello dell'11 luglio a Bari è un appuntamento importante per la difesa della nostra Costituzione: per chi è trattenuto in un Cpt, sostanzialmente, la Costituzione non è applicata. Questi fenomeni non riguardano solo gli immigrati: si allargano ad altri pezzi di società. Dobbiamo chiederci: vogliamo mantenere la cultura dei diritti umani oppure pensiamo a una nuova categoria di persone, quella dei sudditi? Il problema è bruciante: la distanza tra tutela dei diritti fondamentali e posizione dello straniero è ormai così grande da smuovere istituzioni e società civile.

Sul terreno politico lo scontro istituzionale è aperto: il ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu, ha definito «irresponsabile» chi vuole la chiusura dei Cpt.

Siamo alla paranoia del sistema. La legislazione italiana sull'immigrazione è miope: non si può regolare il fenomeno con l'espulsione. E' una tipica situazione da regime democratico attenuato. Norberto Bobbio diceva che la differenza tra un regime democratico e non democratico è solo una: quello democratico è inclusivo, punta a includere tutti nel godimento dei diritti basilari, mentre quello non democratico è esclusivo. In Italia esistono pochissime sentenze per discriminazione: dovremmo dedurne che da noi non esiste. Ma dire a un immigrato: «Sporco negro scendi dall'autobus» non è l'unica modalità di discriminazione. Anche non accedere alla casa, oppure al credito, sono discriminazioni. Ma è difficile farle valere: manca una cultura giuridica adeguata.

Torniamo ai Cpt: che ne pensa?

Siamo di fronte alla privazione totale di libertà in assenza di reato. Il carcere è più trasparente di un Cpt, dove, per esempio, a giornalisti e servizi sociali, non è possibile accedere. Il trattenimento trasforma questo strumento, previsto per eseguire un'espulsione, in una detenzione di altro titolo: chi, dopo il termine massimo di sessanta giorni, esce perché lo Stato è incapace di espellerlo, deve ottemperare da sé all'espulsione, ma in soli cinque giorni, altrimenti scatta il reato. Esistono persone che non potranno mai regolarizzarsi: per la prima volta nella nostra società esistono intere comunità che non accedono ai diritti fondamentali.

La Corte costituzionale s'è pronunciata in diverse occasioni.

Nella prima versione della Bossi-Fini l'immigrato, dopo il decreto d'espulsione, se non lasciava il paese commetteva una contravvenzione. Pena prevista: da sei mesi a un anno. Ma non si può comminare la carcerazione preventiva per una contravvenzione. Le eccezioni di costituzionalità, accolte, hanno abrogato in parte la legge. Il governo ha apportato delle modifiche ed è come se avesse risposto: non posso arrestarti per una contravvenzione, allora trasformo questa inottemperanza in delitto. La pena adesso varia da uno a 4 anni. Una costruzione pesantissima, considerato che la violazione è sempre quella, cioè non aver eseguito un ordine dell'autorità, per la quale, nei confronti di un italiano, il codice prevede una contravvenzione. E' stata sollevata un'altra questione di illegittimità. Ma esistono altre assurdità.

Quali?

La competenza per l'espulsione è affidata al giudice di pace: un giudice a-tecnico, nato per funzioni conciliative, che ora si trova a discutere di libertà personale. I Centri di identificazione: persone che non hanno commesso alcun reato, che addirittura chiedono di far valere un proprio diritto - quello di essere considerate un rifugiati - e sono private della libertà personale senza alcuna convalida giudiziaria. Il regolamento riconferma questa struttura nonostante il Consiglio di stato abbia emanato un parere molto duro.

di Antonio Massari

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