Domani a Bari presidenti
regionali e rappresentanti di associazioni si riuniranno nel Forum nazionale
contro i CPT, promosso dal presidente della Puglia Nichi Vendola, per mettere a
punto una proposta di modifica della legge sull'immigrazione che porti alla
chiusura dei centri di permanenza temporanea e a un ripensamento delle
politiche sull'immigrazione. un'iniziativa importante, che vede finalmente
anche le istituzioni locali impegnate per la cancellazione di questi luoghi di
negazione della dignit umana e di sospensione dei diritti costituzionali.
A dire il vero, quelli che la
legge definisce Centri di permanenza temporanea e assistenza, sembrano essere
pi che altro strumenti utili ad esorcizzare le paure degli italiani di fronte
al disagio generato dalle modificazioni sociali di questi anni: se crescono
violenza ed insicurezza la colpa della presenza degli immigrati, e per
risolvere il problema servono una legislazione d'emergenza e carceri speciali.
Una vera trappola mistificatoria, che scatta ogni volta che un fatto di cronaca
nera vede come reali o presunti protagonisti cittadini stranieri. Cittadini ai
quali non concesso alcun appello, con buona pace dei garantisti e della
nostra Costituzione. A questa trappola non si sottraggono neppure molti
politici e giornalisti democratici. la conseguenza di un approccio difensivo,
che rinuncia a governare il fenomeno migratorio in un quadro di garanzia dei
diritti e tende ad affrontarlo solo come questione di ordine pubblico,
prestando cos il fianco alla strumentalizzazione di chi cerca di far leva sul
senso di insicurezza e di precariet sempre pi diffuso nella societ per
giustificare misure tanto repressive quanto inefficaci.
Sempre pi spesso assistiamo
ad una vera e propria caccia allo straniero amplificata dai media sulla base di
sospetti destinati a risultare infondati. Basta ricordare il caso di Novi
Ligure, quando per due giorni - prima che emergesse la drammatica verit -
politici ed opinionisti fecero a gara nel chiedere misure esemplari contro i
clandestini responsabili di un cos efferato delitto. Basta pensare ancora a
centinaia di arresti di stranieri sospettati di terrorismo e poi rilasciati per
assoluta mancanza di indizi, di cui nessuno parla ed ai quali nessuno chiede
scusa.
Di fronte alle immagini
televisive degli sbarchi sulle nostre coste si sprecano commenti del tipo
siamo troppi, non possiamo accogliere tutti oppure loro sono di altre
culture, incompatibili con la nostra. E intanto chiudiamo le porte a tutti,
non si sa bene in nome di quale cultura. In questo clima prolifera l'uso di
eufemismi, per cui strutture in cui puoi essere recluso senza alcun diritto pur
non avendo commesso alcun reato divengono semplicemente centri di accoglienza.
Il Ministro Pisanu sostiene
che in Italia ci sono troppi clandestini. vero, per questo c' bisogno di
un'altra sanatoria. Nel marzo scorso, a seguito dei due decreti flussi emanati
dal governo, sono state pi di duecentomila le domande di chiamata nominativa
per lavoratori che avrebbero dovuto trovarsi nel loro paese d'origine. Ora,
tutti sanno che il collocamento planetario non esiste e che queste persone
erano gi presenti clandestinamente in Italia: una sorta di sanatoria sotto
mentite spoglie. Di fatto, dall'autunno del 2002 non pi possibile entrare
legalmente in Italia, nonostante la crescente richiesta di manodopera
straniera. evidente che bisogna cambiare strategia, e la chiusura dei CPT,
oltre a sanare una ferita della nostra democrazia, un passaggio
indispensabile in questo senso. Anche perch sono strutture inutilmente crudeli
ed inefficaci.
I CPT furono infatti
istituiti per dare il tempo alla polizia di identificare i migranti in attesa
di espulsione e trattenerli in attesa del loro rimpatrio forzato. Un immigrato
da espellere viene sottoposto ai rilievi dattiloscopici ed i suoi dati vengono
controllati attraverso gli archivi a disposizione della polizia. Se
l'identificazione non pu essere immediata improbabile che possa avvenire in
30 o 60 giorni, tanto pu essere il tempo di permanenza nei centri. Certo,
resta il problema del mezzo col quale eseguire le espulsioni. Ma l'assenza di
un vettore non pu essere addebitata certo all'immigrato e non motivo valido
per giustificare il suo stato di segregazione.
I CPT sono inutili perch le
espulsioni sarebbero possibili anche ricorrendo ai normali strumenti di legge,
ad esempio inserendo, come gi avviene, le impronte digitali della persona
fermata e non immediatamente riconoscibile nella banca dati della polizia e
proseguendo le ricerche per scoprirne l'identit anche dopo il suo rilascio. Si
potrebbe cos procedere all'eventuale espulsione, dopo la sua identificazione,
anche successivamente, qualora lo si trovi ancora nel territorio dello stato.
Per quanto concerne poi gli
arrivi in massa sulle nostre coste, che rappresentano comunque una quota minima
nel totale degli ingressi, servono risposte differenziate per i diversi casi,
facendo prevalere in primo luogo i doveri di accoglienza che derivano
dall'essere uno dei Paesi pi ricchi del pianeta e dalla nostra Costituzione.
Resta in ultima analisi il
fatto che per diminuire il numero dei clandestini sono indispensabili nuovi
canali di ingresso legale, come il permesso di soggiorno per ricerca di lavoro.
Riportare nell'ambito della normalit la gestione degli ingressi consentirebbe
di superare il fenomeno degli irregolari, che oggi l'ossessione di chi si
occupa di questa materia e pesa in modo negativo sull'immaginario collettivo,
aprendo finalmente la prospettiva a nuove politiche in tema di immigrazione.
*Presidente nazionale Arci
* *Responsabile immigrazione
Arci