Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-02207
presentata da FRANCESCO MARTONE
gioved 14 luglio 2005 nella seduta n.843
MARTONE. Al Ministro dell'interno. Premesso che:
presso il CPTA Restinco di Brindisi, con una capienza di 180
persone, opera come Ente Gestore La Fedelissima, cooperativa organizzata dal
precedente ente gestore Fiamme d'argento (associazione dei Carabinieri in
pensione ), la quale ha gestito Restinco
dal 1 marzo 2003 fino al 31 dicembre 2004, quando si trasformata in cooperativa
La Fedelissima;
la cooperativa La
Fedelissima non possiede alcuna esperienza pregressa nel campo
dell'immigrazione e i suoi operatori non hanno un profilo professionale
specifico n prevista nessuna formazione per affrontare dinamiche assai
diffuse nei CPT (presenza di richiedenti asilo, riconoscimento delle vittime di
tortura, gestione di casi particolari bisognosi di particolare tutela);
risulta
all'interrogante che, secondo dichiarazioni dell'Ufficio Territoriale del
Governo (UTG) e l'ente gestore del CPTA di Restinco, la media delle presenze giornaliere
al centro non supera mai le 50-55 persone, per una capienza di 180;
sempre i due enti
indicati, a quanto risulterebbe, hanno dichiarato che La Fedelissima, per
convenzione, percepisce comunque una retta forfetaria equivalente alla presenza
di 90 persone giornaliere; tale retta consiste in euro 26,70 al giorno per ogni
trattenuto;
anche se numerose
sono state le richieste per avere informazioni relative alla convenzione tra
UTG e La Fedelissima, n allo scrivente n a rappresentanti territoriali di
organizzazioni socio-umanitarie dato conoscerne i contenuti;
il numero di
personale addetto al CPTA, complessivo di tutte le figure professionali, di
22, tra operatori e figure mediche e paramediche;
si rileva che non
vi sono alloggi specifici per le famiglie, non vi sono luoghi deputati
all'animazione ed allo svago e, soprattutto, non vi sono ambienti distinti per
coloro che hanno commesso reati penali. Le camere accolgono da 6 a 9 persone.
La mensa predisposta per circa 150 persone;
risulterebbe che
non vi siano strumenti di informazione legale adeguati e che le fotocopie della
trascrizione in arabo della procedura per la richiesta d'asilo, non resa
pubblica, facciano riferimento alla vecchia procedura e siano compilate in un
arabo scorretto, come rilevato dal mediatore di lingua araba che accompagnava
l'interrogante durante una visita al centro il 5/7/05. L'assistenza legale
avviene solo attraverso l'ausilio di avvocati esterni alla struttura, per i
quali necessario un mandato firmato dall'ospite per avere accesso al centro.
Non esistono forme di garanzia democratica per quanto concerne la denuncia di
eventuali abusi da parte della polizia o degli operatori. Per svolgere, ad esempio,
una denuncia di abusi da parte della polizia, gli ospiti possono rivolgersi
esclusivamente agli organi di polizia presenti nel CPTA. E' negato l'accesso
anche agli enti di tutela;
per i richiedenti
asilo non esistono, anche in questo caso, ambienti distinti da quelli che
ospitano gli altri trattenuti. Non stata trovata traccia degli opuscoli
redatti dal Ministero dell'interno relativi alle procedure per la richiesta
d'asilo. I tempi di uscita o trasferimento dopo la presentazione della
richiesta d'asilo sono di 60 giorni. Inoltre il personale del CPTA non ha
nessuna formazione specifica nel settore dell'asilo;
l'acquisto di beni
di prima necessit, come biancheria, schede telefoniche, articoli di igiene
avviene con ordinazioni dall'esterno. Non esiste un servizio di mediazione
culturale adeguato: nonostante le numerose presenze di persone di lingue
africane o asiatiche i mediatori del centro coprono solo la traduzione
dell'inglese e del francese. E' emerso che gli operatori del centro deputati a
svolgere questo servizio sono dei semplici interpreti e non dei mediatori
culturali, come prevede la legge e, quindi, come dovrebbe prevedere anche la
convenzione fra La Fedelissima e l'UTG. Non esiste, inoltre, nessun supporto
per categorie vulnerabili (disabili e vittime di tortura). Non esistono forme
organizzate dall'ente gestore per lo svago ed il trattenimento;
esiste una
infermeria disponibile per 24 ore, ma non vi sono apparecchiature mediche,
manca completamente l'attrezzatura, anche la pi elementare, per un'emergenza
cardiorespiratoria (pallone AMBU, cannule orofaringee, bombola dell'ossigeno,
ecc.). L'assistenza sanitaria, per effetto della convenzione fra La
Fedelissima e l'UTG, a totale carico dell'ente gestore, ma non dato sapere
a quanto ammonti la spesa e quali siano gli interventi nella tutela sanitaria
degli ospiti. La storia sanitaria dei trattenuti viene redatta sulla base dei
certificati medici in possesso delle persone. Anche qui si rileva una mancanza
di screening all'ingresso del CPTA. L'assenza, anche in questo caso,
di un adeguato servizio di mediazione culturale si riverbera sulla capacit di
interlocuzione in merito agli aspetti sanitari, che pu assumere forme
drammatiche di disservizio da parte dell'ente gestore. Vi sono al momento due
tossicodipendenti all'interno del CPTA, i quali vengono trattati con un terapia
a base di metadone, imposta dal Sert locale. Le donne in stato di gravidanza
vengono rilasciate e non accompagnate ai servizi sanitari del territorio;
considerato che:
vi sono stati
episodi di autolesionismo, come dichiarato dall'ente gestore, ma non sono state
date informazioni pi specifiche;
il Centro di
Permanenza Temporanea di Restinco
riproduce tutte le caratteristiche dell'istituzione totale: l'isolamento dal
mondo esterno, la mancanza di riservatezza, che mette in profonda crisi il
senso di identit personale, la situazione di vita concentrazionaria, che
annulla l'individualit, l'essere osservati e sorvegliati continuamente nel
recinto all'aperto come scimmie allo zoo, vivere, insomma, in condizioni simili
a quelle del carcere e dei manicomi sono tutte situazioni le quali non solo
ledono la dignit umana, ma inducono reazioni di frustrazione e di rabbia, alla
base dei disturbi psichici, degli atti autolesivi e degli episodi di violenza;
da un punto di
vista psicologico la permanenza fino a 60 giorni in un luogo di reclusione
comporta un trauma psichico importante, in soggetti gi fortemente provati
dall'esilio volontario e dallo sradicamento dalla loro terra;
il CPT di Restinco non rispetta in molte parti la
normativa vigente la quale prevede che la struttura sia costituita da tre
settori. Pi precisamente:
un primo settore,
situato nelle adiacenze dell'ingresso della struttura, deve essere destinato
agli uffici di direzione del centro, a quelli destinati ai servizi
infermieristici e alle sale colloquio;
un secondo settore
deve essere destinato agli alloggi per gli stranieri, e deve essere composto da
camere in grado di assicurare un comfort compatibile con la dignit
della persona e delle sue esigenze fondamentali. Le camere devono avere una
capienza di 4-6 posti letto, essere dotate di servizi igienici adeguati e, ove
possibile, di un apparecchio televisivo. Se la struttura lo consente, devono
essere individuati limitati ambienti destinati ad ospitare eventuali nuclei
familiari (con o senza figli minori);
un terzo settore
deve essere destinato alla socializzazione e alla vita in comune. In ogni
centro parte degli ambienti esterni devono essere predisposti per attivit
sportive e deve essere allestita una sala comune dotata di televisione dove gli
stranieri, in particolare modo nel periodo invernale, possano intrattenersi e
una sala mensa, di tipo self service, separata dai locali destinati
alla cucina o alla presentazione dei cibi in caso di servizio di catering.
La predisposizione di ulteriori sezioni all'interno del complesso dovr essere
valutata ai soli fini della sicurezza degli ospiti e di quello degli operatori.
In tutta la struttura deve inoltre essere assicurata e garantita la sicurezza
antincendio e la gestione delle emergenze, sia prevenendo la possibilit del
loro verificarsi, sia assicurando l'immediato e pronto intervento degli addetti
al fine di scongiurare ogni pericolo per l'incolumit dei singoli e la riserva
dei luoghi;
durante le
conversazioni tra l'interrogante, il delegato UTG e il rappresentante dell'ente
gestore emerso che vi la volont di appaltare ad istituti di vigilanza
privata la custodia e la gestione della sicurezza del CPTA,
si chiede di
sapere:
se non si ritenga
opportuno dare autorizzazione all'UTG di Brindisi ed all'ente gestore del CPTA
di Restinco a rendere pubblica la
convenzione tra i due enti, applicando inoltre tale informativa a livello
nazionale;
quali iniziative
il Governo intenda avviare affinch venga concesso l'accesso nel centro di una
delegazione che verifichi le condizioni degli immigrati;
se il Ministro
interrogato ritenga opportuno dar vita ad una struttura di monitoraggio
permanente sul centro, che possa denunciare tempestivamente eventuali abusi e
dare agli immigrati supporto legale e medico.
(3-02207)