Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-02206
presentata da FRANCESCO MARTONE
gioved 14 luglio 2005 nella seduta n.843
MARTONE. Al Ministro dell'interno. Premesso che:
ilCentro di permanenza
Don Tonino Bello di Otranto
l'unico centro, in tutto il territorio nazionale, gestito direttamente dal
Comune di Otranto. Tale istituto ha la capienza
di 50 persone;
risulta
all'interrogante che la struttura definita, per convenzione rinnovata nel
gennaio 2005, centro di identificazione. I centri di identificazione sono stati
istituiti con il nuovo regolamento relativo alle procedure per il
riconoscimento dello status di rifugiato, decreto del Presidente della
Repubblica n. 303 del 16 settembre del 2004, che ha trovato attuazione a
partire dal 21 aprile 2005. Inoltre il Don Tonino Bello non compare fra i
centri elencati nel sopra citato regolamento. Ulteriore anomalia riscontrata
dall'interrogante, sotto il profilo giuridico, la totale assenza di
richiedenti asilo nel centro. Tutte le persone presenti, al momento di una
visita effettuata dall'interrogante il giorno 5 luglio 2005, non avevano
depositato alcuna richiesta d'asilo e, invece, si trovavano in stato di
trattenimento privi della convalida da parte del giudice, garanzia prevista per
effetto della legge n. 271/04;
di fatto,
nonostante la dizione centro di identificazione, che appare anche sulla carta
intestata del Don Tonino Bello, il centro viene utilizzato come centro di
permanenza temporanea ed assistenza (CPTA). Anche per questo utilizzo il centro
non riconosciuto dal Ministero dell'interno, come da decreto 394/99 e
successive modificazioni. Nel caso di richiedenti asilo, come dichiarato dal
responsabile del centro, non si applicano le nuove normative in merito alla
possibilit, ad avvenuta verbalizzazione della richiesta d'asilo, di entrare ed
uscire liberamente dal centro;
la convenzione fra
l'Ufficio Territoriale del Governo (UTG) e il Comune stata rinnovata nel
gennaio 2005, per una quota di 40,50 euro al giorno;
il numero di
personale addetto al CPTA, complessivo di tutte le figure professionali, di
8, tra operatori e figure mediche e paramediche. Il personale stato assunto
direttamente dal Comune di Otranto,
attraverso bandi pubblici. Nella visita effettuata dall'interrogante non
stata riscontrata la presenza di alcun regolamento di gestione;
nel centro in
oggetto gli ambienti maschili e femminili sono totalmente separati, na non
esistono alloggi specifici per le famiglie. Non vi sono spazi utilizzabili per
il culto. Non vi sono ambienti per svolgere colloqui privati. Non esistono
spazi distinti per chi ha commesso reati penali. Le 3 camere accolgono
mediamente 16-17 persone. La mensa pu accogliere fino a 50 persone
contemporaneamente. Le condizioni igieniche del centro sono pessime. Un ospite,
ascoltato dall'interrogante, ha dichiarato che i bagni vengono puliti
mediamente una volta ogni 3 giorni;
l'ente gestore
possiede il vademecum del Ministero, relativo alle procedure per la
richiesta d'asilo, tuttavia gli ospiti non ne vengono in possesso. L'assistenza
legale affidata ad un operatore legale che svolge anche le funzioni di
interprete. Anche in questo caso non vi sono mediatori culturali professionisti
e le lingue traducibili da parte dell'ente gestore sono l'inglese, il francese
ed il tedesco. Non vi sono mediatori di lingue asiatiche o africane. La
sorveglianza delle donne svolta da personale maschile. In questo centro non
vi sono enti terzi a cui rivolgersi per effettuare una denuncia da parte del
personale del centro o delle forze di pubblica sicurezza presenti nello stesso;
i gestori del
centro sono in possesso di documentazioni scritte in lingua araba ma non
vengono n distribuite, n affisse. Le informazioni in merito alla procedura
per la richiesta d'asilo, come da dichiarazione del responsabile del centro,
sono rilasciate dall'ufficio immigrazione della Questura presente nel centro.
Il responsabile del centro non conosce l'esistenza del Servizio Centrale per la
protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati (ex PNA). Il personale
presente al centro non ha alcuna formazione specifica per la gestione di
richiedenti asilo e rifugiati;
i tempi medi di
uscita dal centro o il trasferimento dopo la verbalizzazione della richiesta
d'asilo sono di 20 giorni;
la qualit del
cibo, come affermato da un ospite del centro durante la visita, scadente.
L'acquisto di beni di prima necessit, non previsti dalla fornitura per
convenzione del centro, effettuato con l'acquisto esterno. Il servizio di
mediazione culturale totalmente inadeguato. Anche il servizio di assistenza
legale insufficiente. Non esiste nessuno spazio per il culto, n spazi per
attivit di svago;
la struttura
possiede un'infermeria, ma non dotata di alcuna apparecchiatura sanitaria in
grado di affrontare emergenze mediche. Il Comune ha sottoscritto una
convenzione con la locale ASL. Ci sono stati solo due casi di persone
tossicodipendenti. Sono stati seguiti entrambi dal Sert locale. Sporadicamente,
come dichiarato dal responsabile del centro, sono stati somministrati
psicofarmaci per tranquilizzare ospiti agitati. Negli ultimi due mesi si sono
verificati casi di autolesionismo;
dal Direttore del
centro stato detto all'interrogante che gli ospiti dello stesso erano tutti
richiedenti asilo. L'interrogante medesimo ha verificato successivamente che
nessuno degli ospiti aveva verbalizzato una richiesta d'asilo, ma si trovavano
in stato di trattenimento finalizzato all'espulsione;
altro aspetto
inquietante emerso dalla visita il rapporto numerico fra le forze di pubblica
sicurezza, nel caso specifico Guardia di Finanza Gruppo Antiterroristico di
Pronto Intervento, dotate di armi con fondina ad estrazione veloce, ed il
numero di ospiti. Per 18 ospiti erano presenti circa 15 finanzieri,
si chiede di
sapere:
se non si ritenga
opportuno dare autorizzazione all'UTG di Otranto ed all'ente gestore del Centro Don Tonino Bello a rendere
pubblica la convenzione tra i due enti, applicando inoltre tale informativa a
livello nazionale;
quali iniziative
il Governo intenda avviare affinch venga concesso l'accesso nel centro di una
delegazione che verifichi le condizioni degli immigrati;
se il Ministro
interrogato ritenga opportuno dar vita ad una struttura di monitoraggio
permanente sul centro, che possa denunciare tempestivamente eventuali abusi e
dare agli immigrati supporto legale e medico;
se non si ritenga
opportuno avviare l'immediata chiusura del centro, in considerazione delle
valutazioni fatte in premessa e non esistendo una sua collocazione giuridica.
(3-02206)