Libert di movimento: lalternativa ai CPT e al diritto speciale

 

Sul discorso politico sullimmigrazione oggi si rischia di ripetere errori gi fatti in passato che porterebbero a risultati ancora pi disastrosi.

Ricordiamo infatti che tutte le politiche sullimmigrazione fino ad oggi messe in campo partivano mettendo al centro, al di l delle dichiarazioni di principio, nella concreta azione di governo e, soprattutto, nella rappresentazione mediatica del fenomeno, la questione delle espulsioni, della detenzione amministrativa e dei respingimenti alle frontiere.

Anzich interrogarsi su come mettere in campo una politica giusta ed efficace sugli ingressi e sul soggiorno dei migranti, si parte ancora oggi mettendo al centro quella che dovrebbe essere la coda del discorso, ossia le misure sanzionatorie e le modalit per renderle efficaci.

Questo approccio, sbagliato e fuorviante, che si tradotto negli anni in un crescente proibizionismo e nella produzione di un numero sempre maggiore di irregolari, va decostruito e poi ribaltato, dando alle misure di contrasto allimmigrazione illegale il giusto peso, soprattutto in una fase della politica nella quale si tende a sovrapporre, strumentalmente, il tema della lotta al terrorismo con quello della lotta allimmigrazione clandestina, che come i fatti dimostrano, sono due questioni nettamente separate tra loro.

Ci che serve oggi una operazione verit, ossia riportare la discussione sullimmigrazione sui giusti binari a partire dalla realt e non dalla sua rappresentazione. A tal proposito cՏ da sottolineare brevemente il fatto che la rappresentazione del fenomeno dellimmigrazione si alimenta degli interventi e dei discorsi dei politica soprattutto, anche di quelli del centro sinistra, che con lansia di rassicurare i cittadini italiani contribuiscono ad alimentarne le insicurezze favorendo la costruzione sociale del nemico proprio a partire dal linguaggio che viene utilizzato e dalle argomentazioni che non scelgono quasi mai il piano della verit e della complessit del fenomeno.

Anzi potremmo dire che proprio su un tema cos complesso come limmigrazione si cerca di fornire ricette semplici proprio perch non si ha la capacit di trovare soluzioni giuste ed efficaci.

Lesempio dei CPT il pi evidente: sapendo che sono inutili e dannosi richiede come sostituirli, con che cosa. Noi diciamo con una politica alternativa che non pu partire che da una rappresentazione diversa.

Per meglio comprendere in che cosa pu consistere una politica alternativa proviamo di seguito a articolare un discorso specifico sui due temi di rilievo che prefigurano una alternativa: ingressi e diritto speciale, ossia CPT.

 

Regolari o irregolari

In primo luogo va detto che la separazione tra regolari e irregolari (o clandestini), su cui si basa ogni ragionamento (e gran parte della legislazione italiana) sul tema immigrazione, artificiosa e non ha niente a che vedere con la volont dellimmigrato che obbligato a scegliere di entrare irregolarmente o di aggirare la legge.

Come tutti sanno infatti dal 1986 ad oggi, in 5 successive sanatorie si sono regolarizzate 1,8 milioni di persone. I dati ufficiali sulla presenza di stranieri in Italia oggi dicono che si tratta di una popolazione di 2,5 milioni (compresi gli europei e gli americani del nord). Quindi la quasi totalit degli stranieri oggi presenti in Italia sono stati almeno una volta nella loro vita clandestini o irregolari. Secondo i dati del governo (presentati recentemente da Pisanu in Parlamento) gli stranieri irregolari sono il 28% sul totale degli arrestati e denunciati in Italia, mentre la percentuale dei regolari sarebbe prossima allo zero. A parte la considerazione che essere denunciati e arrestati non vuol dire essere delinquenti (altrimenti un certo numero di parlamentari, compreso il capo del governo, lo sarebbero), va poi considerato che una parte consistente dei delitti commessi o dei quali sono accusati gli stranieri hanno a che fare con il patrimonio (scippi, rapine, furti) e con lo spaccio e che la restante parte, consistente, ha a che fare con la condizione giuridica (documenti o generalit false). Si aggiunga a ci il fatto che essere stranieri vuol dire in gran parte non potersi permettere lavvocato Taormina e quindi essere facilmente condannati e non usufruire di pene alternative (patteggiare, quasi sempre a sfavore dello straniero, da parte dellavvocato dufficio) ne tanto meno di sconti e misure alternative. Le statistiche del ministero dicono che gli stranieri in attesa di giudizio rimangono in carcere il 60% del tempo in pi degli italiani  e questo uno dei motivi per cui le carceri sono piene di stranieri. Infine, non ultimo, le uniche ricerche fatte su questo argomento dicono che gli stranieri vengono fermati per strada almento 10/15 volte in pi degli italiani (a pochissimi italiani capita di essere fermati per strada durante tutto larco della vita agli stranieri succede diverse volte allanno e questo aumenta le probabilit di essere arrestati e denunciati). Se vero che i regolari che hanno commesso reati sono cos pochi (96, secondo quanto dichiarato da Pisanu sul totale dei regolari nellanno 2004), il combinato disposto di questo dato con quello delle sanatorie, ci indica chiaramente quanto sia sbagliata lanalisi secondo la quale lirregolarit indice di comportamenti illegali. In conclusione la divisione regolari irregolari come divisione tra buoni e cattivi una costruzione sociale e culturale falsa e ingiusta.

 

Proibizionismo e frontiere chiuse

Non cՏ alcun modo di entrare legalmente in Italia. IL meccanismo degli ingressi (che era quello centrale anche nella legge del centro sinistra) quello della chiamata diretta nominativa: io Mario Rossi, datore di lavoro, aspetto il decreto flussi annuale e, se ci sono quote nella mia provincia, chiamo nominativamente (dopo aver accertato che non ci sia nessun italiano disponibile per quel lavoro) il signor Omar Mohammed, per venire a fare a casa mia un lavoro di cura o loperaio nella mia azienda. Come faccio a conoscere questo signore non si sa, perch egli deve essere nel suo paese per poter essere chiamato e non ci sono liste alle ambasciate ( e anche se ci fossero chi le userebbe, non conoscendo personalmente e non potendo fare prima un colloquio). Si tratta di un collocamento planetario, improbabile quanto antistorico. Quindi la persona deve essere entrata prima per altro motivo (ad esempio turismo da quei paesi, come la Bulgaria e la Romania, per i quali non serve il visto, perch dove serve il visto e devi andare allambasciata non lo danno a nessuno, a meno di non pagare laute tangenti), deve aver incontrato, come succede nella realt, il suo datore di lavoro sul territorio ( l che avviene lincontro tra domanda e offerta e non a distanza di migliaia di chilometri) e dopo, pubblicato il decreto flussi, avendo nel frattempo lavorato in nero (pochi soldi, ricatti di ogni genere, niente sicurezze e tutele), torna nel paese dorigine e si fa chiamare nominalmente dal datore di lavoro che, in questo caso, lo conosce. Il quale datore di lavoro, dovendosi impegnare a garantire il lavoro (contratto di soggiorno ma era uguale concretamente anche senza la Bossi Fini), la casa e il viaggio di ritorno per il lavoratore chiamato, non lo farebbe mai senza conoscerlo (non lo fanno oggi nemmeno quelli che conoscono i lavoratori al momento del rinnovo e molta gente perde il lavoro).

In questo senso oramai improrogabile, anche per le mutate condizioni degli ingressi (basta vedere i dati sulle ultime due sanatorie e quelli sui decreti flussi), lintroduzione di un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro, che legalizzerebbe ci che oggi gi avviene irregolarmente e permetterebbe al governo di controllare gli ingressi e di non lasciarli in mano ai trafficanti di clandestini e al fai da te degli immigrati che produce oggi pi di 300 mila clandestini allanno Ogni restrizione agli ingressi in questo senso un regalo ai trafficanti. Pi difficile entrare legalmente (oggi impossibile) pi incassano le mafie e i trafficanti (pi prospera la corruzione nei posti di frontiera, tra le polizie, eccetera).

Dal punto di vista della programmazione si potrebbe introdurre un meccanismo di controllo a valle, cio a posteriori. Infatti avendo, attraverso il numero e la distribuzione dei permessi, un quadro preciso delle presenze per ricerca di lavoro, se queste un anno non si traducono in permessi per lavoro, potrebbe essere introdotto un limite agli ingressi per lanno o gli anni successivi, sulla base dei permessi per ricerca di lavor da smaltire o della diminuita capacit di assorbimento del mercato, quantificabile direttamente sulla base die dati sui permessi di soggiorno.

Questa misura prosciugherebbe il bacino dei clandestini e quindi anche delle espulsioni ed proprio questa (ingresso legale consentito per ricerca di lavoro), che insieme a un sistema di regolarizzazione a regime (se ci sono le condizioni, lavoro e casa ad esempio) posso regolarizzarmi in qualsiasi momento oppure, il giudice in fase di convalida delle espulsioni verifica se ci sono le condizioni per rilasciare un permesso e lo rilascia). In tal modo le politiche sullimmigrazione cambierebbero segno completamente.

 

Diritto speciale e CPT

La domanda cosa si fa al posto dei CPT? sbagliata, soprattutto se, come sta succedendo oggi, viene sovrapposta alla domanda su dove mettere i migranti che sbarcano sulle nostre coste.

La domanda giusta : a cosa servono i CPT?

I CPT sono stati istituiti per fare le espulsioni in caso di mancata identificazione. Gran parte delle persone che sono trattenute in questi posti sono persone che sono state in carcere, hanno scontato la pena e vengono messe nel cpt perch non se ne conosce lidentit: ma se lo stato non in grado di individuare la nazionalit di una persona in anni di detenzione in carcere, come si pu pensare di farlo in 30 o 60 giorni? In effetti non avviene mai e le persone vengono rimesse in libert senza permesso di soggiorno, avendo scontato una seconda pena senza alcuna condanna.

In relazione agli arrivi sulle coste siciliane va detto che le 10/12 mila persone allanno che arrivano per quella via, sono una percentuale quasi trascurabile rispetto alla massa di 250/300 mila persone allanno che entrano clandestinamente o si trattengono, dopo un periodo di regolarit, irregolarmente. Lossessione del controllo per questi quindi fuori luogo perch la loro presenza va contestualizzata e pertanto ridimensionata.

Va sottolineato in tal senso che il tema delle espulsioni non ha niente a che vedere con laccoglienza di chi arriva. Per questi ultimi infatti una eventuale decisione in merito al respingimento o allespulsione va presa singolarmente dopo aver individuato la condizione della persona in oggetto. Si pu trattare di minori, di richiedenti asilo, di persone con difficolt di salute, di donne in gravidanza, ecc

Tutti vanno accolti e poi, sulla base delle informazioni disponibili, si decide sulla loro sorte. Ad una parte di questi si pu applicare la procedura prevista per le espulsioni ma senza promiscuit e confusione tra le diverse categorie e usando la gradualit di cui si gi detto. Va infine ricordato che, sulla base dellesperienza di questi anni, del tutto sconsigliabile usare per laccoglienza luoghi affollati e che rischiano di diventare ghetti. Laccoglienza, anche la prima accoglienza, va fatta per piccoli gruppi, in abitazioni normali, evitando laccumulo di situazioni difficili.

In nome dellefficacia dellespulsione stata aperta una ferita profonda nel sistema dei diritti e nelle relazioni sociali nel nostro paese prevedendo minori garanzie per gli stranieri di fronte alla legge. A tal proposito giova ricordare, in relazione alla discussione di questi giorni sulla necessit di leggi speciali per combattere il terrorismo, che oggi vige gi un diritto speciale per gli stranieri anche se poco noto. Un italiano non pu vedersi limitato nella sua libert per causa non sua (ad esempio se non cՏ laereo pronto per i rimpatri), o per motivi amministrativi, ad esempio se ha documenti scaduti. In pi il sistema messo in piedi costoso, sotto ogni punto di vista e non risolve il problema, ma trova una scorciatoia presentabile allopinione pubblica, proprio perch non capace di trovare altre soluzioni. Ma lopinione pubblica garantista o meno a seconda di come vengono presentate le cose (basta vedere come, a seconda dei soggetti implicati, il salotto di Vespa passa dal garantismo alla forca con estrema facilit) e delle informazioni che ha a disposizione. Non cՏ nessuna scorciatoia possibile quando ci sono in gioco le libert delle persone e i diritti internazionalmente riconosciuti (ad esempio il diritto alla difesa).

Ripartendo dal punto che i CPT servono per le identificazioni si pu affermare che queste o avvengono nelle ore successive al fermo o non avvengono. Infatti la persona che non ha dato le sue generalit, una volta arrestato viene sottoposto ai rilievi dattiloscopici (impronte digitali) e i suoi dati vengono confrontati con la banca dati Schengen. SE non cՏ un file Schengen difficilmente la persona sar identificabile nei 30 o 60 giorni successivi. Infatti lidentificazione nei CPT, in numeri molto bassi comunque, avviene ricorrendo ad alcuni ambasciate (soprattutto paesi del Maghreb) che mandano un loro funzionario che a occhio dichiara che la persona o non del proprio paese. Di fatto una identificazione che si presta ad usi strumentali e non ha niente di neutro o di scientifico, nonostante influisca pesantemente sulla libert delle persone. CՏ poi la questione del vettore disponibile che per non pu da sola giustificare lesistenza di un diritto speciale.

Lidea della regolamentazione degli ingressi e quindi di un loro governo, oggi inesistente va sottolineato, non da scambiare, come spesso avviene strumentalmente, con le frontiere aperte. Il permesso di soggiorno per ricerca di lavoro infatti consentirebbe, se non si pongono condizioni irrealistiche, ai migranti che vogliono entrare, di presentarsi con il loro documento e di non nascondersi e nascondere la loro identit. In fase di espulsione questo consentirebbe di lavorare meglio.

Per rendere efficaci le espulsioni si potrebbe inoltre introdurre un meccanismo premiale a chi lascia il paese e non si nasconde, consentendo ad esempio il rientro in Italia dopo un periodo breve e non dopo 10 anni, come previsto oggi dalla legge. Bisognerebbe inoltre differenziare le modalit delle espulsioni a seconda dei casi, prevedendo una gradualit dellallontanamento e dellespulsione. Inoltre va sottolineato che una volta fermato lo straniero e fatti tutti gli accertamenti, se lo si rilascia dopo 24 ore senza che lidentit sia stata accertata o perch non cՏ un aereo disponibile, la ricerca della sua nazionalit la si pu fare anche mentre lui in clandestinit con i dati disponibili. Se poi, nonostante le modalit premiali dellespulsioni, questo non si allontana dal territorio dello stato, leventualit di una espulsione dopo un ulteriore arresto aumento sicuramente.

 

In definitiva non difficile dimostrare, anche con i dati alla mano, che i CPT sono inutili e dannosi. Si tratta di fare una scelta di campo, culturale e politica, molto precisa, che mette luomo, la persona, con il suo bagaglio di diritti, prima degli interessi presunti (sottolineo presunti) di una parte politica (presentati come interessi dei cittadini).

 

 

 

Filippo Miraglia

Responsabile Immigrazione ARCI

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